Libri dalla categoria Socialità
Parini e l’Illuminismo Lombardo
Autore/i: Petronio Giuseppe
Editore: Editori Laterza
Universale Laterza 215.
pp. 366, Bari
Ciò che caratterizza questa monografia, che è tra le più complete su Parini, è il legame che l’Autore stabilisce fra varie storie: quella della Lombardia e della sua cultura; della cultura e dell’ideologia del Parini; della sua poesia, letta attraverso il filtro di tutti gli strumenti “tecnici”, fino all’analisi della lingua e delle varianti.
Giuseppe Petronio, nato a Marano di Napoli nel 1909, è dal ’63 titolare della cattedra di Letteratura italiana nella facoltà di Lettere di Trieste. È stato condirettore di «Mondo operaio» e attualmente dirige la rivista «Problemi». Autore di numerosi saggi, ha curato edizioni delle opere di Tasso, Manzoni, Boccaccio, Parini, Goldoni, una “Antologia della critica letteraria” e una storia della “Attività letteraria in Italia”.
Avvertenza
Introduzione a questa edizione
Premessa
I. – Ripano Eupilino
II. – Fra i Trasformati
III. – Tra Arcadia e illuminismo
IV. – Oltre 1°ArCadia
V. – Il Giorno: il testo e lo schema
VI. – Il Giorno: spirito e ideologia
VII. – I riposi poetici
VIII. – La lingua e lo stile
IX. – Le Odi. L’educazione
X. – L’innesto e il vaiuolo
XI. – Il bisogno. La musica
XII. – La laurea
XIII. – Le nozze
XIV. – Le correzioni alle Odi
XV. – Le correzioni al Mattino
XVI. – Il Parini e la cultura milanese
XVII. – La caduta
XVIII. – Il Vespro
XIX. – La notte
XX. – Le ultime odi
Indice dei nomi
Fabbri e Pirandello – Il Teatro, la Persona, l’Oltre
Incontri Internazionali Diego Fabbri, Centro Nazionale Studi Pirandelliani – Atti del Convegno Nazionale di Forlì nel decennale della scomparsa di Diego Fabbri 4 – 5 – 6 ottobre 1990
Autore/i: Autori vari
Editore: Ateneo Editrice
introduzione generale al convegno di Ezio Raimondi, scritti di E. Raimondi, R. Alonge, B. Cuminetti, A. Bisicchia, U. Ronfani, G. Corsinovi, P. Puppa, G. Geron, G. Cappello, P. D. Giovannelli, O. Bertani, G. Antonucci, G. Sepe.
pp. 240, Forlì
Dall’introduzione:
«[…] La fortuna vuole che Fabbri ci abbia raccontato più volte, sopratutto nell’ultima fase, fra gli anni ’60 e ’70, i suoi incontri, mo così, diretti, a faccia scoperta e ingenua, quasi da bambini, come avrebbe chiesto poi il Pirandello dei Giganti della montagna, con Pirandello. È già stato ricordato come nell’articolo Come ho pedinato Pirandello, Fabbri ricordi, con una vena di nostalgia e anche in fondo di romagnolo umorismo, come, ragazzino, si trovasse a Civitella di Romagna e assistesse a una rappresentazione di teatranti in vacanza, che dovevano soltanto guadagnarsi quella serata, del Gioco delle parti. Cosa ancora più importante, in quel teatro Golfarelli, che mi pare sia stato poi distrutto o bruciato, è ancora più vivo il ricordo che egli ha di una scena, poiché egli dice. «Mi rimase da quel momento impressa l’immagine di Silvio Gala, è l’inizio del secondo atto, che compare in scena con un berrettone da cuoco e sta praticamente giocando con delle uova». Ciò è già significativo, poiché è una immagine viva di Pirandello vitale, uomo di teatro, inventore di scena, che si ferma nella memoria di un ragazzino, neppure di dieci anni, che ha già cominciato invece, per un’altra strada, a praticare il teatro tra liturgia, oratorio e primi tentativi di filodrammatici. Fabbri ha sempre elogiato il filodrammatico come un elemento vitale del teatro e non soltanto come una periferia di buona e sprovveduta volontà. D’altro canto egli ci ricorda ancora che, oramai diventato adulto, partecipa a Forlì ad un altro spettacolo, altrettanto significativo, Il Lazzaro di Pirandello (non per caso un testo che si chiude con la parola «miracolo», un termine che ritorna tante volte poi anche in Fabbri); ed egli ci racconta come, da entusiasta di teatro restasse alla fine dello spettacolo, dopo aver visto comparire Pirandello in scena (il pubblico non era molto, sembra anche che non accettasse più di tanto la dimensione filosofica di quel testo e commenta; «Noi in Romagna non amiamo molto la filosofia» alla fine si decide, come è accaduto anche ad altri di noi, di aspettare fuori dal teatro l’arrivo di Pirandello e di Marta Abba. […]»
La Religione della Terra – Vie Sciamaniche, Universi Immaginali, Iperspazi Virtuali nell’Esperienza Sacrale della Vita
«Il corpo dell’uomo vuole cibo, la mente assiomi, l’anima estasi» (Elémire Zolla)
Autore/i: Autori vari
Editore: Red Edizioni
prima edizione, presentazione e cura di Grazia Marchianò, traduzione di Riccardo d’Este, Rolando Galluppi, Grazia Marchianò, Anna Chiara Peduzzi, Augusto Sabbadini (Shantena), Carla Sborgi.
pp. 224, nn. illustrazioni b/n, Como
Un piccolo simposio di adepti della religione della Terra, che è però anche una terra celeste, è allestito in onore di Elémire lolla per i suoi sessantacinque anni, in questo volume curato da Grazia Marchianò.
Festeggiare un autore dalle frontiere speculative vastissime, che si spingono di continuo oltre la linea d’orizzonte della sua stessa scrittura stilisticamente impeccabile in italiano e in inglese, esigeva la ricerca di una temperie comune, una coesione che fosse non solo tematica. Senza essere sollecitata agli autori, essa si e prodigiosamente costruita attorno a tre temi dominanti del pensiero zolliano di ieri e di oggi, un pensiero che le pagine introduttive di Grazia Marchianò, con distacco critico ma anche affiatata sintonia, presentano nella singolare parabola di una vita contemplativa felice. Ossia: la coscienza trasumanata nell’estasi sciamanica, il mondo immaginale esplorato alle sue fonti mitopoetiche e simboliche, l’alchimia e la “nuova fisica” nelle spaesanti frontiere della realtà virtuale.
I filosofi Toshihiko e Toyo Izutsu (Giappone), lo storico delle religioni Lawrence Sullivan (Stati Uniti), gli etnopsichiatri Wolfgang e Louise Jilek (Canada), lo storico della mistica ebraica Moshe Idel (Israele), l’etnologa Viviana Pâques (Francia), la studiosa di mistica arabo-ispanica Luce López-Baralt (Portorico), lo specialista di gnosi tardoantica Fernando García Bazán (Argentina), lo storico dell’alchimia Adam McLean e l’egittologo Terence DuQuesne (Inghilterra) sono, insieme alla curatrice, i co-autori della Religione della Terra. Accanto a loro è Ioan Petru Couliano, il geniale studioso e scrittore rumeno sciaguratamente scomparso il 21 maggio 1991.
La Signora del Gioco – Episodi della Caccia alle Streghe
Autore/i: Muraro Luisa
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione italiana.
pp. 248, 8 tavole b/n f.t., Milano
Tra il XV ed il XVIII secolo migliaia di streghe furono processate e condannate in Europa per delitti fantastici e impossibili. Non sapremo mai quante furono, forse centinaia di migliaia, forse più di un milione. In compenso conosciamo bene ciò di cui erano accusate, e di alcune streghe anche il nome, la condizione sociale, la vicenda personale.
Dai documenti che ci danno queste informazioni non ricaviamo però risposta alla semplice domanda: perchè? Gli studiosi continuano ad interrogarsi sulle ragioni d’una persecuzione cosi lunga e… crudele contro individui, quasi tutte donne, di cui non riusciamo a vedere in che modo minacciassero la società.
Questo libro chiede al lettore di rinunciare a trovare una risposta generale e di dedicare la propria attenzione alla storia particolare di alcune donne che subirono la persecuzione: Caterina Ross, Anna Maria Sertora, Barbara Marostega, Giacoma Vinanti, Antonia Comba…
Molti storici della caccia alle streghe hanno deciso e dichiarato che ormai non è più possibile conoscere il punto di vista delle vittime perchè i documenti rimasti furono scritti dai loro persecutori. Decisione frettolosa. C’è un legame che non si può rompere tra persecutore e vittima; e quando il primo afferma il proprio punto di vista e le proprie ragioni, vi tira dentro, secondariamente ma necessariamente, anche la vittima. Basta avere la pazienza di seguire il filo esile e intermittente di questa presenza seconda.
Deviando cosi nel particolare e rinunciando alla spiegazione generale, il lettore non si perde. Al contrario. La ragione che si smarrisce quando considera l’enormità del fenomeno, torna a esercitarsi nella comprensione di vicende individuali. Forse perché la storia, qua e là, affonda le radici nella soggettività.
Ed e come se la caccia alle streghe fosse una radice nuda della storia.
Luisa Muraro è nata a Montecchio Maggiore (Vicenza)nel 1940. Ha studiato filosofia a Milano.
È insegnante di lettere alla scuola media. Al presente è contrattista presso l’Istituto di filosofia dell’Università di Padova. Ha pubblicato, con E. Fachinelli e G. Sartori, L’erba voglio (Einaudi, 1971) e La scimmia pedagogica (Emme edizioni, 1972). Vive a Milano.
Regalda III
Nessuno ha paura di Caterina Ross
Le otto di Pisogne
I processi in Val di Flemme
inciso
I processi in Val di Flemme
(seguito)
Barbara Marostega
Sogno e realtà
Domina Ludi
L’aggiunta del diavolo nei processi di due medichesse
Il gruppo sociale
Antonia Comba
Anna Maria Sertora
Postfazione
Appendice
Canon Episcopi
Sentenza del podestà di Milano contro Sibilla e Pierina
Libri Profetici
Autore/i: Blake William
Editore: Ugo Guanda Editore
introduzione, traduzione, note e cura di Roberto Sanesi, in copertina: William Blake, Adam naming the Beasts, 1810.
pp. XXXI-220, nn. illustrazioni b/n, Milano
«La Natura della mia Opera e Visionaria e Immaginativa», scrisse William Blake. E ancora: «Un Profeta è un Visionario, non un Dittatore Arbitrario».
Per questo nei complessi e «oscuri» poemetti di Lambeth, così fortemente toccati da una fascinazione gotica pur restando ancorati alle strutture del neo-classicismo (come la pittura di Blake testimonia), ciò che traspare immediatamente è la messa in crisi della tendenza ordinatrice e normativa della ragione, e nel polemico rovesciamento degli stessi termini etici di Bene e Male il ricorso a un serrato processo dialettico. «La stessa Legge per il Leone & per il Bue è Oppressione». Il senso dell’atteggiamento profetico risulta chiaro anche dalla complementarità degli aspetti visivi e fonici che i poemetti esibiscono, dall’accentuazione retorica delle parole come delle figure, dalla costruzione di una mitologia privata – e tuttavia Blake sembra rifiutare sempre di assumere su di sé un ruolo da oracolo totalmente irrazionale. I suoi modi non si associano né a quelli del profeta biblico né a quelli della Sibilla. Nel tentativo di interpretare il destino dell’uomo egli legge il passato secondo archetipi, ma lo interessa il presente. Il raccordo è con la realtà dei fatti. Si può pensare a uno dei frammenti postumi di Nietzsche: «come uno spirito d’uccello profetico, che guarda all’indietro quando racconta ciò che verrà». Malgrado al di là degli effetti temporali egli intraveda e restituisca soprattutto le cause spirituali di un profondo malessere dell’individuo e della società, fece coincidere apocalisse e rivoluzione: fu un giacobino.
Malgrado i suoi testi di riferimento siano la Bibbia e la Cabbala, Swedemborg, Boehme, gli studi esoterici, e quindi la sua visione eterodossa rispetto a quella che caratterizzava ufficialmente il suo tempo, Blake intese perfettamente che «le oscure fabbriche di Satana» del paesaggio industriale contemporaneo erano costruite a immagine di una filosofia meccanicistica di cui erano il prodotto, e fu nel suo giudizio più «illuminato» di qualche troppo rigoroso illuminista. L’acceso e tortuoso simbolismo dei «libri profetici», pazientemente composti a mano negli anni più difficili della Rivoluzione francese, mitizza con drammatica foga neo-romantica ma anche con lucidissima intuizione critica problemi ancora vivi e irrisolti. Questa prima traduzione italiana si associa a quella ormai famosa di Giuseppe Ungaretti, attenta soprattutto al corpus blakiano giovanile e lirico, e la completa utilmente per la comprensione di uno dei poeti più eccentrici e controversi della storia della letteratura inglese.
Innovation – Il Vantaggio di chi Attacca
Perchè le aziende leader perdono i loro mercati a favore di nuovi concorrenti?
Autore/i: Foster Richard
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prefazione all’edizione italiana di Umberto Colombo, prefazione di Robert H. Waterman Jr., introduzione dell’autore, traduzione di Carlo Brera.
pp. 282, nn. fig. b/n, Milano
In questo libro lucido e penetrante Richard Foster, uno dei Director della prestigiosa McKinsey & Company, lancia un messaggio chiaro e inequivocabile: nell’era più competitiva della storia industriale le aziende leader devono ritornare all’attacco. La storia recente insegna che spesso imprese apparentemente redditizie si trovano sulla strada della bancarotta perché incapaci di prevedere quando i loro prodotti diventano antieconomici e, di conseguenza, inadeguati a fronteggiare la concorrenza. L’autentico segreto di un attacco vincente è l’innovazione costante, sostiene Foster; le aziende devono aggredire sia la concorrenza sia se stesse, quando occorre, con un nuovo prodotto capace di garantire loro un futuro. Anche gli investimenti vengono sottoposti a un’analisi spietata: fin troppo spesso si investe in modo e per scopi sbagliati, e a questo punto né il marketing sofisticato, né la competenza economica, né la filosofia aziendale più solida possono correggere un tale errore di scelta. Il testo inquadra in una luce veramente nuova l’importanza della scelta tecnologica e offre ai manager di ogni livello, con esempi chiari e illuminanti, gli strumenti per misurare la validità delle loro tecnologie e il potenziale dei loro prodotti, mettendoli così in grado di assicurarsi il vantaggio competitivo di cui hanno bisogno per rinnovarsi e sopravvivere nel mondo degli affari. Innovation, uno dei più importanti e accurati libri di management degli ultimi tempi, è preceduto da una prefazione di Robert H. Waterman Jr., coautore di Alla ricerca dell’eccellenza, e da una prefazione alla edizione italiana di Umberto Colombo, presidente dell’ENEA.
Richard Foster, laureatosi e perfezionatosi in ingegneria a Yale, dirige il centro di competenza della McKinsey che si occupa della gestione tecnologica e collabora con i manager delle massime aziende americane, giapponesi e europee. È anche membro del consiglio di amministrazione dell’Oak Ridge National Laboratories e consigliere dell’Industrial Reserch Institute.
Solidi di Archimede e Platone
Titolo originale: Platonic & Archimedean Solids
Autore/i: Sutton Daud
Editore: Macro Edizioni
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Silvia Nerini.
pp. 64, nn. illustrazioni b/n, Diegaro di Cesena (FC)
Immaginate una sfera. È un simbolo perfetto di unità. Ciascun punto sulla sua superficie è identico ad ogni altro, equidistante dal punto unico al suo centro.
La sfera è il fondamento dei cinque solidi platonici e dei tredici archimedei – che comprendono il cubo, l’ottaedro e l’icosidodecaedro, dal nome simile ad uno scioglilingua. Queste diciotto forme sono le componenti dello spazio tridimensionale di importanza fondamentale per l’architettura, la chimica e la fisica atomica.
In questo prezioso volume ricco di illustrazioni, Daud Sutton ci guida in un viaggio affascinante alla scoperta dell’elegante semplicità esistente nei rapporti tra le bellissime forme della geometria solida. Pietre angolari della ricerca matematica e artistica fin dall’antichità, esse continuano ad ispirare chiunque sia Interessato alla scienza, al disegno e alla matematica.
In questo prezioso volume ricco di illustrazioni, Daud Sutton ci guida in un viaggio affascinante alla scoperta dell’elegante semplicità esistente nei rapporti tra le bellissime forme della geometria solida. Pietre angolari della ricerca matematica e artistica fin dall’antichità, esse continuano ad ispirare chiunque sia interessato alla scienza, al disegno e alla matematica.
Questo libretto traccia lo sviluppo del numero nello spazio tridimensionale attraverso le forme più fondamentali derivate dalla sfera. Fin dall’antichità pietre angolari della ricerca matematica e artistica, dopo innumerevoli generazioni queste belle forme continuano ad incuriosire e ad essere fonte di ispirazione.
Introduzione
I solidi di Platone
Il tetraedro
L’ottaedro
L’icosaedro
Il cubo
Il dodecaedro
Una breve dimostrazione
Tutte le cose a coppie
Attorno al globo
In tondo
La sezione aurea
Poliedri dentro poliedri
Poliedri composti
I poliedri di Keplero
I poliedri di Poinsot
I solidi di Archimede
Cinque troncamenti
Il cubottaedro
Un’abile torsione
L’icosidodecaedro
Quattro esplosioni
Rotazione
I duali di Archimede
Ulteriori esplosioni
Poliedri a imballaggio piatto
Simmetrie di Archimede
Tassellature tridimensionali
Ognuno racchiude l’altro
Espansioni e formule
Tabella dei dati
Howard Hughes – L’Uomo che Voleva Comprare l’America
Autore/i: Drosnin Michael
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione dell’autore, cura e traduzione dell’edizione italiana di Bruno Jappelli.
pp. 516, nn. fotografie di lettere b/n, Milano
Nelle prime ore del 5 giugno 1974 ignoti ladri riescono a condurre a termine un’audace irruzione nel quartier generale di Howard Hughes, eccentrico miliardario americano, trafugando il suo archivio segreto. Nonostante le indagini top secret deII’FBI e un’offerta della CIA di un milione di dollari di riscatto, nulla viene ritrovato finché Michael Drosnin, l’autore di questo libro, non risolve il caso. Egli racconta in queste pagine, per la prima volta, la vera storia della «grande rapina» e sulla base di migliaia di documenti inediti appartenuti allo stesso Hughes, moltissimi dei quali scritti proprio di suo pugno, rivela un Hughes i sconosciuto, ben lontano dall’eroico pilota della prima guerra mondiale e dall’estroso produttore cinematografico noto per la sua passione per Katharine Hepburn e per l’invenzione della «bomba» Jane Russell. Ne emerge una personalità folle che per inseguire un impossibile sogno di onnipotenza frodare il fisco, a corrompere famosi uomini e a influenzare il corso della storia americana appassionante di un romanzo di fantapolitica personaggi e interpreti come Richard Johnson e il clan dei Kennedy, questo libro è storia dell’uomo che ha tentato di comperare il governo degli Stati Uniti causandone, invece, la caduta.
Carnevale – I Luoghi, le Maschere, i Riti e i Protagonisti di una Piazza, Inquietante Festa Popolare
Autore/i: Colangeli Mario; Fraschetti Anna
Editore: Lato Side Editori
presentazione degli autori, illustrazione in copertina ad opera di Emanuele Luzzati.
pp. 224, in appendice nn. fotografie b/n f.t., Roma
Dalla presentazione:
«Ogni anno fa sempre una brutta fine: chi lo brucia in piazza, chi lo getta in un burrone, chi lo condanna a morte dopo uno strano processo pubblico, chi lo affoga in mare, chi lo viviseziona attraverso un divertente intervento chirurgico, chi lo sotterra, chi lo caccia dal paese, chi, infine, lo abbandona in aria con una mongolfiera. Il personaggio sottoposto a questa lunga serie di torture e vessazioni non è un feroce criminale, né la vittima sacrificale di una setta segreta, tanto meno è un terrificante mostro, ma è soltanto “Sua Maestà” il Carnevale, la figura-rito più amata e nello stesso tempo più odiata della tradizione popolare.
Se comuni sono alcuni elementi ricorrenti in tutte le manifestazioni come il travestimento, il ballo, la satira, la follia collettiva, è possibile raggruppare le feste di Carnevale in quattro filoni principali per facilitarne la comprensione. Il primo, molto diffuso negli ultimi anni, riguarda i cortei mascherati e le sfilate di carri allegorici con soggetti di critica ironica su avvenimenti di cronaca locale, nazionale o straniera. Il secondo filone riunisce tutte le manifestazioni che conservano una certa ritualità e spettacolarità, come i diversi processi a danno del Carnevale oppure le pantomime recitate da maschere e personaggi buffi. Alla terza schiera appartengono le rievocazioni storiche che, partendo da fatti reali o leggendari, hanno assunto nel corso degli anni le caratteristiche di una festa carnevalesca.
Infine, l’ultimo gruppo, il più autentico ed arcaico, è quello delle rappresentazioni rituali-agrarie, dove sono presenti elementi pagani e magico-religiosi come, per esempio, “Mamuthones” di Mamoiada, il “Cervo” di Castelnuovo al Volturno o le maschere jugoslave. Il libro vuole essere una rassegna delle più interessanti manifestazioni che vedono protagonista questo “re della baldoria”. Molto è stato scritto sul Carnevale, soprattutto sulle origini pagane e di festa che solennizzava l’inizio di un ciclo annuale, sul suo significato rituale di cerimonia collettiva di purificazione e propiziazione. Pochi però ne hanno parlato come qualcosa di vivo e tuttora presente nella nostra cultura.[…]»
Io Sono il Barone Rosso
Il diario segreto del leggendario pilota nei cieli della prima guerra mondiale
Autore/i: von Richthofen Manfred
Editore: Longanesi & C.
presentazione di Corrado Ricci, introdotto e completato da Bolko von Richthofen, traduzione di Giorgio Cuzzelli, collana: Serie nera/pocket guerra n° 512, titolo originale: Der rote Kampfflieger.
pp. 198, Milano
Il 21 aprile 1918 il barone Manfred von Richthofen, comandante di uno squadrone di piloti da caccia, il famigerato “Circo Volante”, si abbattè al suolo vicino al fiume Somme nel suo risplendente triplano rosso. Aveva venticinque anni, e ottanta vittorie al suo attivo, una cifra che non venne mai sorpassata da altri durante la guerra e che gli assicurò fama e immortalità. Ancor oggi non esiste altro personaggio della prima guerra mondiale più leggendario e romantico di von Richthofen, chiamato dagli avversari il Barone Rosso. La sua fisionomia, sfocata da una lente ora paradossale ora sublime, affiora in centinaia di romanzi d’appendice come in grandi capolavori storici, e talvolta – pensiamo al personaggio del “cavaliere del cielo” interpretato da Erich von Stroheim ne La grande illusione di Renoir – riesce a diventare lucida e indimenticabile. Questo libro, a carattere composito (accanto al diario di Manfred compaiono annotazioni e rievocazioni dei suoi due fratelli, Bolko e Lothar), ci riporta alla vera identità del personaggio e alla realtà storica e bellica del suo tempo: ansia agonistica, inevitabile spietatezza nel duello aereo, ma anche lealtà, generosità e meditazione sul valore di una vita umana.
Presentazione all’edizione italiana di Corrado Ricci
Manfred von Richthofen, famiglia e fanciullezza di Bolko von Richthofen
° La mia vita in guerra (di Manfred von Richthofen)
I. Entro nell’esercito
II. I primi passi da ufficiale (autunno 1912)
III. Scoppia la guerra
IV. Varchiamo la frontiera
V. Partenza per la Francia
VI. Di pattuglia sento fischiare per la prima volta le pallottole (21-22 agosto 1914)
VII. Di pattuglia con Loen
VIII. La noia davanti a Verdun
IX. Finalmente!
X. Il primo volo!
XI. Con Holck in Russia (Estate 1915)
XII. Dalla Russia a Ostenda. L’aereo da battaglia
XIII. Una goccia di sangue per la patria (Ostenda)
XIV. Il primo duello aereo (Primo settembre 1915)
XV. La battaglia nella Champagne
XVI. Come conobbi Boelcke
XVII. Il primo volo da solo (10 ottobre 1915)
XVIII. L’addestramento a Döberitz
XIX. I primi tempi da pilota
XX. Comunicato del Quartier Generale del 26 aprile 1916
XXI. La morte di Holck (30 aprile 1916)
XXII. In volo nella tempesta
XXIII. Per la prima volta in volo con un Fokker
XXIV. Missioni di bombardamento in Russia
XXV. Boelcke!
XXVI. Il mio primo inglese (17 settembre 1916)
XXVII. La battaglia della Somme
XXVIII. Boelcke è morto (28 ottobre 1916)
XXIX. L’ottavo
XXX. Major Hawker
XXXI. “Pour le mérite”
XXXII. “Le petit rouge”
XXXIII. Come volano gli inglesi e i francesi (febbraio 1917)
XXXIV. Sono stato abbattuto (metà marzo 1917)
XXXV. Una bravata (fine marzo 1917)
XXXVI. Una giornata calda
XXXVII. “Le diable rouge”
XXXVIII. “Moritz”
XXXIX. Ferito
XL. Un’incursione inglese sulla nostra base
XLI. L’atterraggio di fortuna di Schäfer tra le linee
XLII. Lo stormo anti-Richthofen
XLIII. Una visita del “vecchio”
XLIV. In volo a casa
XLV. Mio fratello
XLVI. Lothar è un “tiratore” non un cacciatore
XLVII. L’uro
XLVIII. L’aviazione al servizio della fanteria, dell’artiglieria e della ricognizione
XLXIX. I nostri aerei
L. Conta soltanto la lotta
LI. “Il Barone Rosso”
LII. Riflessioni nel ricovero
° Annotazioni del fratello (Lothar von Richthofen)
I. La vernice rossa
II. Tagliato fuori
III. Schäfer mi salva la vita
IV. Un Bluff
V. Precipito in avaria
VI. L’osservatore in funzione di bombardiere
VII. Una giornata alla 11° Squadriglia
VIII. L’ultimo volo con Manfred
° Il 21 aprile 1918
I. Bollettino di guerra del 24 aprile 1918
II. L’ultimo combattimento
III. “Al valoroso e degno avversario”
° Il ritorno a casa (a cura di Bolko von Richthofen)
I. Di nuovo in patria
Scritti di un Selvaggio
Autore/i: Gauguin Paul
Editore: Ugo Guanda Editore
a cura di Maurizio Brusa, con un saggio introduttivo di Victor Segalen, traduzione dal francese di Maurizio Brusa, in copertina Paul Gauguin, Due donne tahitiane, 1899.
pp. 216, Milano
Lettere, annotazioni, pensieri, impressioni, brani di critica ripercorrono l’itinerario della sofferta e geniale concezione estetica del pittore francese, che trovò nei suoi quadri espressione altissima. Queste pagine restituiscono inoltre un’immagine dell’artista lontana dalle convenzioni dell’agiografia e della leggenda, più umana e sincera: così nelle parole dedicate al ricordo del drammatico sodalizio con Van Gogh o nelle toccanti e sofferte lettere alla moglie Mette.
Paul Gauguin nacque a Parigi nel 1848. Trascorsa l’infanzia nel Perù, tornò in Francia per imbarcarsi come marinaio alla volta della Guadalupa, dove rimase cinque anni. Rientrato a Parigi nel 1871, si impiegò come agente di cambio, scoprendo in quegli stessi anni la propria vocazione per la pittura. Nel 1883, abbandonata la famiglia e il posto di lavoro, si dedicò completamente all’arte, iniziando il travagliato peregrinare verso terre lontane e «primitive» (Martinica, Tahiti e le Isole Marchesi) che si sarebbe concluso con la morte, avvenuta nel 1903, quando il suo nome, in Francia, era già un mito.
Omaggio a Gauguin di Victor Sagalen
Notizia sulla vita e le opere di Paul Gauguin
Notizia bibliografica
Nota al testo
Scritti di un selvaggio
- Note sintetiche (1884-1885)
- L’Exposition Universelle (luglio 1889)
- Chi si vuol prendere in giro? (settembre 1889)
- Quaderno per Aline (1892)
- Per l’inaugurazione di un nuovo forno a Sèvres (aprile 1895)
- Note sparse (1896-1897)
- Da «Le Sourire» e «Les Guêpes» (1899-1900)
- Storie di un imbrattatele (1902)
- Prima e dopo (1903)
Appendice
- Huysmans e Redon (1889)
- Vincent Van Gogh (1886-1894)
- Sotto due latitudini (1894)
- Paul Gauguin davanti ai suoi quadri di Jules Huret (1891)
- Intervista a Paul Gauguin di Eugène Tardieu (1895)
Lettere
- A Émile Schuffenecker (14 gennaio 1885)
- A sua moglie (27 febbraio 1886)
- A sua moglie (25 aprile 1886)
- A sua moglie [fine giugno 1886]
- A sua moglie [inizio aprile 1887]
- A sua moglie (20 giugno 1887)
- A Émile Bernard (ottobre 1888)
- A Émile Schuffenecker (8 ottobre 1888)
- A Émile Bernard [novembre 1888]
- A sua moglie [fine giugno 1889]
- A sua moglie [febbraio 1890]
- A Émile Bernard [giugno 1890]
- A Émile Bernard [agosto 1890]
- A sua moglie [luglio 1891]
- A sua moglie [marzo 1892]
- A sua moglie [aprile 1893]
- A August Strindberg [5 febbraio 1895]
- A Charles Morice [maggio 1896]
- A William Molard (agosto 1897)
- A sua moglie [agosto 1897]
- Al dottor Gouzer (15 marzo 1898)
- A André Fontainas (marzo 1899)
- A Maurice Denis [giugno 1899]
- A André Fontainas (agosto 1899)
- A Charles Morice (luglio 1901)
- A André Fontainas (settembre 1902)
- A Charles Morice (aprile 1903)
Note
Bestiario – Dialoghi sugli Animali Simbolici
Autore/i: Cattabiani Alfredo
Editore: Editoriale Nuova
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 184, Novara
Dalle radici stesse della nostra civiltà, da Esopo a La Fontaine, gli animali sono stati considerati specchio della condizione umana, e ben di più. La civetta non è soltanto la civetta, così come la cicala, l’asino, il delfino o l’aquila: sono simboli. Alfredo Cattabiani riprende il discorso in brevi capitoli a un tempo narrativi e saggistici, che richiamano il dialogare di Plutarco e il ritmo divagante di un’opera buffa. Lo spunto biografico, cioè l’incontro con l’animale di volta in volta protagonista del ritratto, non è che un’occasione per esplorare le valenze del simbolo, nel suo versante storico, culturale e religioso. Senza tuttavia trascurare, tenendo conto della psicologia moderna, che ogni animale rappresenta una precisa esperienza psichica.
Alfredo Cattabiani è nato a Torino nel 1937 e vive a Roma. Ha diretto le case editrici Dell’Albero, Borla e Rusconi. Ha tradotto opere di Simone Weil, Jules Barbey d’Aurevilly, Pierre Drieu La Rochelle e i Georges Bernanos. Ha curato Frammenti di una storia della empietà di Antonio Rosmini (Torino, 1968); Le serate di Pietroburgo di Joseph de Maistre (Milano, 1971) Il magistero di Albino Luciani, scritti e discorsi (Padova, 1979). Giornalista professitonista, ha collaborato a «L’Osservatore Romano» e diretto le pagine culturali de «Il Settimanale». Conduttore di programmi radiofonici di successo, scrive sui quotidiani «Il Tempo» e «Messaggero Veneto».
Introduzione
1. Il capro di Paxos
2. L’asino di Peschici
3. Le cicale di Saint-Tropez
4. I delfini dell’isola d’Elba
5. I vermi della Marzolina e le farfalle del Palatino
6. La civetta dell’Oppio
7. Il rospo di Cavoretto
8. Il riccio e il polpo d’Isohia
9. La lucertola del Ludus Magnus
10. L’ape di Montaloino
11. Il leone di Sestriere
12. Il toro del Monviso e il toro di Siviglia
13. L’aquila del monte Bianco
Consigli di lettura
I Misteri di Iside – Il Culto, la Rivelazione, la Magia
Autore/i: deTraci Regula
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prefazione dell’autore, traduzione di Francesco Saba Sadi.
pp. XV-288, nn. illustrazioni b/n, Milano
Suggestioni, riti e leggende in un libro affascinante che raccoglie tutti gli elementi del culto di Iside e rivela antichi segreti:
- Le cerimonie, le preghiere e le invocazioni, i riti di purificazione
- I cibi, le bevande, i canti graditi alla dea
- I luoghi sacri e le festività a lei dedicate
- Gli oracoli e il linguaggio dei sogni
- I quattro misteri di iside
Immagine e Parola
Titolo originale: C. G. Jung. Bild und Wort
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
prefazione e cura di Aniela Jaffé, traduzione di Carlo Carniato.
pp. 248, 205 immagini di cui 46 a colori, tra cui 11 dipinti di Jung stesso, Roma
Per gli junghiani questo volume è come un album di famiglia le cui immagini consentono di evocare atmosfere, persone, oggetti, pensieri, luoghi in qualche modo noti.
Per gli altri lettori è la migliore esposizione sintetica esistente delle sue idee e della sua vita.
Le immagini sono, comunque, un regalo inaspettato per tutti.
La pubblicazione del volume è stata ispirata e resa possibile dall’esposizione commemorativa organizzata nel 1975 dalla città di Zurigo e dal Club psicologico di Jung in occasione del centesimo anniversario della sua nascita.
Riccamente illustrato, questo ricordo della vita e dell’opera di Jung consiste in una straordinaria raccolta di documenti, fotografie, riproduzioni di opere figurative, lettere inedite e diari, uniti da brani provenienti dai suoi scritti e da commenti di Aniela Jaffé, per molti anni sua segretaria, collega e discepola.
La forza espressiva, il valore evocativo e documentario di 205 immagini (46 a colori, tra cui 11 dipinti di Jung stesso) conducono il lettore alla conoscenza di Jung sia come persona che come psicologo.
È un procedere in ordine cronologico. Gli antenati, gli anni della giovinezza e degli studi, i primi interessi per l’occultismo, il periodo alla clinica Burghölzli, l’amicizia e la rottura con Freud, i viaggi. Il confronto con l’inconscio.
Capitoli separati affrontano gli interessi fondamentali dell’età adulta: mandala, alchimia, Paracelso, psicoterapia, traslazione, religione.
«Quando ero occupato con le mie fantasie, mi serviva un punto d’appoggio in questo mondo» e, quindi, la famiglia, la casa, la torre.
E il momento del congedo.
«Sono soddisfatto dal corso preso dalla mia vita. È stata ricca e mi ha dato tanto.
Non mi sono accadute che cose inaspettate. Molto avrebbe potuto essere diverso se io stesso fossi stato diverso. Ma tutto è stato come doveva essere, perché tutto è avvenuto in quanto io sono come sono».
Jung Scritti Scelti – La Più Completa e Accessibile Introduzione alla Psicologia Analitica
Titolo originale: The Portable Jung
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Red Edizioni
a cura di Joseph Campbell, il saggio di Joseph Campbell è tradotto dall’inglese da Emma Manzoni.
pp. XLI-638, Cornaredo (MI)
Più di un motivo fa di questa raccolta un vero e proprio strumento culturale. Innanzi tutto la scelta dei testi. Dai 18 volumi delle Opere complete di Carl Gustav Jung sono stati tratti quei saggi che, caratterizzati da felicità di scrittura e facilità di lettura, vanno a toccare, punto per punto, tutti i temi della psicologia analitica. Il curatore del libro e Joseph Campbell, il grande studioso di miti e religioni, che della psicanalisi junghiana fu sottile conoscitore, acuto interprete e abile divulgatore. Questi i principali testi raccolti nel volume:
- Gli stadi della vita
- Istinto e inconscio
- L’io e l’inconscio
- Psicologia analitica e arte poetica
- Simbolismo onirico e alchimia
- La differenza fra il pensiero orientale e quello occidentale
Joseph Campbell (1904 – 1987), studioso delle religioni e dei miti, nonché profondo conoscitore di C.G. Jung, ha insegnato per molti anni letteratura presso il Sarah Lawrence College di Bronxville, NewYork. È autore di numerosi libri di grande successo.
Il Libro Tibetano dei Morti
Titolo originale: The Tibetan Book of the Dead
Autore/i: Padmasambhava
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione integrale, con un commento introduttivo del Dalai Lama, a cura di Graham Coleman e Thupten Jinpa, traduzione italiana di Claudio Lamparelli, in copertina: Arte Tibetana, Mahakala raffigurato in un tanka tibetano del XVIII secolo (part.).
pp. 520, Milano
Il Libro tibetano dei morti e una delle più imponenti opere della cultura di tutti i tempi, uno dei testi della spiritualità orientale che ha avuto maggiore influenza anche sul pensiero occidentale. Risale all’VIII secolo d.C. e raccoglie l’insegnamento sulla vita e la morte predicato dal grande maestro Padmasambhava, figura semileggendaria e fondatore del buddhismo tibetano. Composto per aiutare chi si accinge a trasmigrare di vita in vita e ad affrontare, in piena consapevolezza, questo cruciale momento, ancora oggi, dopo oltre mille anni, questo libro presenta una delle descrizioni più intense dei passaggi che precedono e seguono la morte.
Grazie anche ai suoi versi di commovente bellezza, Il libro tibetano dei morti – qui proposto al pubblico italiano per la prima volta in una traduzione integrale condotta sotto la supervisione di Sua Santità il Dalai Lama, il più autorevole erede della tradizione di Padmasambhava – è un raro messaggio di saggezza, una guida completa all’esistere che insegna a trasformare in profondità la realtà quotidiana.
Stonehenge – Il Segreto del Solstizio
Computer di Pietra? Osservatorio Astronomico? Specchio del Cosmo? Una Nuova Affascinante Ipotesi per un Antico Mistero
Autore/i: Meaden Terence
Editore: Eco
nota dell’autore, traduzione di Renato Miradoli, titolo originale: Stonehenge: The Secret of the Solstice.
pp. 288, nn. ill. e fotografie b/n e 17 tav. b/n f.t., Milano
Il segreto della misteriosa costruzione megalitica sulla piana custodito da un’epoca immemorabile, viene finalmente svelato. Anni di studi e di indagini sui monumenti preistorici in Irlanda, in Gran Bretagna e nell’Europa settentrionale hanno condotto l’autore alla scoperta della verità, rimasta a lungo inaccessibile proprio perché gli studiosi indirizzavano le loro ricerche nella direzione sbagliata. Meaden, attraverso l’esame dettagliato dell’organizzazione sociale della religione delle popolazioni del neolitico, è riuscito a individuare le ragioni per cui venne edificato Stonehenge: una costruzione accuratamente progettata, eretta a eterna gloria della Grande Dea, la divinità universalmente venerata, in quel periodo, da quasi tutte le genti dell’Europa occidentale, inquietante nella sua bellezza e nella sua armonia, l’incanto di Stonehenge è ancora vivo ai giorni nostri. Né osservatorio astronomico, né risultato di elaborati calcoli matematici, il monumento rimane una testimonianza di fede che giunge a noi da un’epoca lontana.
Terence Meaden, fisico e meteorologo, ha nutrito nel corrodi tutta la sua esistenza un vivo interesse per l’archeologia e la preistoria, interessandosi in maniera particolare del culto della Dea Madre presso le popolazioni dell’età della pietra. Le sue tesi rivoluzionarie non hanno mancato di destare un grande interesse tra il pubblico britannico, nonché polemiche nel mondo accademico.
Nota dell’autore
1. La meraviglia di Stonehenge
2. Il grembo universale
3. Grembo, tomba e tempio
4. Le Nozze degli Dei
5. Il Dio-Cielo si unisce alla terra
6. I cursus di Stonehenge
7. L’henge di Stonehenge
8. La meraviglia dell’allineamento di Stonehenge
9. Il Matrimonio viene consumato
10. Le Dee di pietra
11. La Dea ad Avebury
12. Il culto delle Nozze
13. La Dea… ieri e oggi
Bibliografia
Elenco delle illustrazioni
Digiunare per Rinnovare la Vita
Titolo originale: Fasting for Renewal of Life
Autore/i: Shelton Herbert M.
Editore: Edizioni Paoline
quarta edizione, prefazione di Virginia Vetrano, introduzione dell’autore, versione integrale dall’americano e presentazione di Piergildo Bianchi.
pp. 352, Cinisello Balsamo (MI)
Il digiuno è una pratica salutare. Ha un suo preciso risvolto igienico che, posto in pratica, assicura la salvaguardia della salute o ne facilita il recupero quando questa fosse perduta. L’uomo può impararlo dagli animali, molti dei quali si astengono dal cibo e talora dalle bevande quando sono ammalati o feriti, mentre altri affrontano per istinto periodi più o meno lunghi di digiuno in occasione dei letarghi invernali o estivi.
Che cosa succede mentre si digiuna? Gli umori si liberano di scorie, le cellule si rinnovano, i tessuti connettivi si rigenerano esaltando le loro funzioni di filtro; così se parti lese vi siano, hanno modo di guarire poiché digiuno significa anche riposo funzionale, pausa per prender fiato, parentesi di raccoglimento per disciplinare le forze e accrescerle. Questo libro è il frutto di sessant’anni di pazienti indagini e di scrupolose sperimentazioni da parte dell’americano H. M. Shelton. Se non tutto, in esso, può esser preso alla lettera, c’è molto di buono e di vero e il lettore ne trarrà senz’altro motivo per equilibrate e salutari considerazioni (P. G. Bianchi).
«La privazione di cibo provoca, agli inizi, la sensazione di fame e, occasionalmente, alcuni sintomi nervosi da stimolazione abnorme dei centri superiori; più avanti determina senso di debolezza ma suscita, anche, il manifestarsi di fenomeni originariamente latenti, il che è molto più importante.
Vengono mobilitati gli zuccheri epatici, i grassi dei depositi sottocutanei, le proteine muscolari e le secrezioni delle ghiandole. Tutti gli organi sacrificano i propri substrati per mantenere in condizioni normali il sangue, il cuore e il cervello. Il digiuno purifica e modifica profondamente i nostri tessuti» (Alexis Carrel, L’uomo, questo sconosciuto, 1935).
Herbert M. Shelton è nato a Wylie (Texas) nel 1895. Trascorse la giovinezza a Greenville lavorando assieme al padre in una fattoria. Fu quest’impiego che gli consentì, all’inizio, di studiare la «cura del digiuno» come viene praticata dagli animali ammalati. Nel 1911, essendo venuto a conoscenza di pubblicazioni sull’argomento, pensò alla opportunità di far digiunare «per cura» anche gli esseri umani. Si entusiasmò tanto della teoria del digiuno terapeutico che decise di occuparsene a fondo, sebbene ancora in modo approssimativo. Nel 1912 praticò il suo primo breve digiuno. Solo nel 1917 intraprese ricerche a carattere più rigorosamente scientifico e dal 1920 iniziò l’osservazione sistematica di chi digiunava. Da allora ha controllato, nel corso di sessant’anni, più di trentamila casi di «digiunatori».
Di Erbe si Vive – L’Erborista in Cucina
Autore/i: Corcos Renzo
Editore: SugarCo Edizioni
premessa dell’autore, in copertina: due delle erbe più conosciute e più usate dalla farmacopea di tutti i tempi; il guàdo o isàtide tintoria (a sinistra) e la lunària o siligna (a destra) (Guida Medica, Anno I, n. 16,Vol. II).
pp. 272, Milano
In questo secolo, così ricco di scoperte nel campo della; anatomia e della bio-fisiologia, si va progressivamente raccogliendo una grande massa di materiale in tutti i campi. Decisiva è la riscoperta che, per una farmacopea non consumistica, di erbe si vive.
Magistralmente puntualizza il problema Renzo Corcos che ha raccolto un grande materiale informativo e di pronto impiego sull’uso delle erbe in cucina. E tanto più importante e questo libro proprio oggi che per vivere meglio è indispensabile una sana alimentazione.
Ciascun lettore dunque può trasformarsi «in dietologo ed erborista in cucina per curare piccoli e grandi malanni sfruttando le immense e sconosciute capacità curative di ogni pianta, dalla più comune alla più rara.
A base di erbe: Aperitivi e digestivi – Liquori – Ricette varie – Alimentazione e diete per atleti, adulti, anziani, deperiti, obesi, ipertesi e affetti da malattie del fegato, cardiovascolari, renali, delle vie urinarie.
Renzo Corcos è nato nel 1915 a Livorno. Sin da ragazzo si è interessato di erboristeria, studiando testi di ogni epoca. Durante i suoi viaggi, particolarmente in Nord Africa e Medio Oriente, ha studiato le applicazioni della fitoterapia che, in quei paesi, viene impiegata quotidianamente con successo.
Presso SugarCo ha pubblicato Tornare alla natura che «L’Espresso» ha così commentato: «È la fatica di un appassionato cultore dello studio dell’erboristeria medicinale… Infinite le ricette, chiarissime le prescrizioni…».
Nella realtà odierna, in cui i danni ecologici sono quasi irreparabili e i ritmi di lavoro sempre più alienanti e lesivi della personalità dell’individuo e della sua capacità di recupero, la collana «Vivere meglio» intende proporre testi, elaborati con rigore scientifico ma scritti in un linguaggio accessibile ”al largo pubblico, che informino sulle attuali possibilità di salvaguardare la propria salute, oggi meglio definita «gestione del proprio corpo».
Da Speziali a Farmacisti
La pratica farmaceutica a Foligno dal XIV al XX secolo
Autore/i: Autori vari
Editore: Pubblicato da AFAM – Impresa Pubblica Sociale e Solidale
introduzione e cura di Cristina Casciola, presentazione di Carlo Elia Schoen.
pp. 162, nn. ill. a colori e in b/n, Foligno
… Dalla ricerca è emerso che la farmacia a Foligno ha seguito sostanzialmente, nei suoi momenti di stasi e di sviluppo, la storia della farmacia dell’Umbria e dell’Italia in genere, vantando nomi illustri, legati quasi sempre al campo della medicina, la cui notorietà si è diffusa in tutta Europa.
Foligno ha infatti dato i natali alla fine del XIII secolo al Maestro Gentile, famoso medico e autore, tra l’altro del De proportionibus medicinarum et de modo investigandi complexiones earum et ad sciendum convenientem dosim cuiuslibet medicinae … (Dall’introduzione)
Il Medioevo
Il Rinascimento
Il Seicento
I secoli XVIII e XIX
Il XX secolo
Il monaco farmacista
Appendice I
Appendice II