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Libri dalla categoria CIA

Il Vegetarianesimo e le Religioni del Mondo – Un’Alimentazione in Perfetta Armonia con la Vita dell’Universo

Il Vegetarianesimo e le Religioni del Mondo – Un’Alimentazione in Perfetta Armonia con la Vita dell’Universo

Titolo originale: Food for the Spirit – Vegetarianism and the World Religions

Autore/i: Rosen Steven

Editore: Gruppo Editoriale Futura

prefazione di Isaac Bashevis Singer, prologo di Nathaniel Altman, introduzione dell’autore, traduzione di Giulia Amici.

pp. xii-132, Bresso (MI)

“Continuerei ad essere vegetariano anche se il mondo intero cominciasse a mangiare carne. Essere vegetariani significa dissentire, dissentire contro il corso degli eventi attuali. Energia nucleare, carestie, crudeltà, dobbiamo prendere posizione contro queste cose. Il vegetarianesimo è la mia presa di posizione. E penso che sia una presa di posizione consistente.”
“L’autore, Steven Rosen, fa un affermazione analoga nel suo libro. …Egli ci fa giustamente notare che diversi filosofi e capi religiosi hanno cercato di convincere i loro seguaci che gli animali non sono altro che macchine, sistemate sulla terra per il nostro piacere, senza alcuno scopo di per sè. Rosen fa a pezzi questo preconcetto, e qualsiasi lettore favorevolmente disposto verso l’ideale vegetariano gusterà la logica delle sue argomentazioni” (Dalla prefazione di Isaac Bashevis Singer, Premio Nobel per la letteratura)

“Mi auguro che tutti coloro che mangiano animali e intanto pensano di vivere una vita religiosa, leggano questo libro e siano costretti a riconoscere che lo sfruttamento degli animali è incompatibile con qualsiasi religione predichi la compassione.” (Peter Singer, docente di filosofia, Monash University, Australia autore di Liberazione Animale.)

Steve Rosen ha pubblicato diversi libri: tra cui Indies Spiritual Renaissance (Folk Book, New York, 1988); Archeology and the Vaisnava Tradition: The Pre-Christian roots of Krishna Worship (Firma KLM Ltd., Calcutta); Om Shalom (Folk Books, New York, 1990); East West Dialogues (Folk Books, New York,1989).
Scrive per diverse riviste, tra cui Vegetarian Times, ed è direttore di Journal of Vaisnava Studies, una pubblicazione alla quale contribuiscono studiosi di tutto il mondo.

Lo Sguardo dell’Ombra – Non Siamo Mai Soli quando Cerchiamo Noi Stessi

Lo Sguardo dell’Ombra – Non Siamo Mai Soli quando Cerchiamo Noi Stessi

Un Romanzo

Autore/i: Gagliardo Chicca

Editore: Ponte alle Grazie

pp. 216, Milano

Non ho pelle, non ho sangue, non li ho mai avuti. Io sono un’ombra. Cosa sai tu della tua ombra?
Del suo corpo, di come vive?
Guarda: la mia voce si sta allungando.
Se la seguirai, ti dirò tutto di noi ombre, ti racconterò come mangiamo, digeriamo, desideriamo e odiamo.
Ti svelerò quello che io ho capito del mondo e dell’amore, quello che ho scoperto la notte in cui ho camminato con una donna fino all’arrivo dell’alba.

È mattina. Un’ombra, che si è staccata da un corpo, si aggira nel centro di Milano. Incontra Agnese, una donna che profuma di riccio di castagna chiuso, il profumo della passione spenta. Agnese è legata a un uomo che l’ha tradita: sarà l’ombra a mostrarle la strada per ritrovare se stessa. Raccontata dalla voce (e vista con gli occhi) dell’ombra, la storia si dipana in ventiquattro ore. In una di quelle notti magiche che, come le comete, appaiono una sola volta nell’arco di una vita, Agnese conoscerà gli esseri che popolano il lato nascosto della realtà, incontrerà gli spiriti dei morti e gli spiriti dei vivi, attiverà il senso della percezione del dolore, quello del tempo e poi della meraviglia. All’alba, finalmente, vedrà cosa si cela dentro l’amore in cui è rinchiusa. Mentre l’ombra scoprirà la sorte che l’ha costretta a diventare un’ombra staccata. In questo suo primo romanzo, esatto, lieve e misterioso come un quadro di Magritte, Chicca Gagliardo crea un universo fantastico e intensamente reale, dipingendo con meticolosa immaginazione scenari metropolitani dove un’umanità dolente pare condannata a costruire la propria infelicità. E insieme apre le porte con allegria sui segreti di un mondo che affascina da sempre artisti e filosofi, psicoanalisti e visionari, offrendo al lettore la prima esauriente storia naturale delle ombre, il primo illuminante trattato letterario di ombrologia.

Chicca Gagliardo vive a Milano. Nel 2006 ha pubblicato Nell’aldilà dei pesci (Ponte alle Grazie), una raccolta di racconti da cui sono nati la mostra Immagini dall’aldilà dei pesci al Mart di Rovereto, con quadri, fotografie e video, e il corto Nell’aldilà di Flavia Mastrella e Antonio Rezza.

Le Piante non Sono Angeli – Astuzie, Sesso e Inganni del Mondo Vegetale

Le Piante non Sono Angeli – Astuzie, Sesso e Inganni del Mondo Vegetale

Autore/i: Celli Giorgio

Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore

pp. 240, numerose illustrazioni b/n, Milano

«Le piante hanno un sesso? Teofrasto, successore di Aristotele all’Accademia, osservando le palme e i fichi, aveva già avuto qualche sospetto.
I suoi sospetti, tuttavia, rimasero tali e per tutto il Medioevo… il sesso delle piante era cosa che emanava un certo odore di zolfo. Finché, in pieno Rinascimento, uno scienziato illustre, il celebre Andrea Cesalpino, che oltre a essere botanico e anatomista fu anche medico di papa Clemente VIII, si mise a osservare i fiori sul serio e si convinse come quelle splendide creature, con i loro colori d’arcobaleno e i loro squisiti profumi, non fossero altro che dei seducenti organi sessuali!
Ci voleva proprio il medico personale di un papa per affermare una cosa così blasfema. Da allora, sappiamo che quando un uomo porta dei fiori alla sua bella, be’, le fa, sotto sotto, una spudorata proposta sessuale!
»

È comune pensare alla botanica come a una scienza noiosa. Le piante, i fiori? Roba da appassionati di giardinaggio ed esteti dei balconi. Per non parlare della catalogazione delle specie con tutti quei nomi latini. Per carità! Invece il mondo animale, si pensa, è molto più vicino a quello umano per la varietà dei comportamenti e della «moralità». Siamo disposti ad attribuire «intenzioni» a un pesciolino che scaccia un contendente in amore, ma non alle piante. Le piante non si muovono, non pensano, insomma vegetano… E se non fosse così?
Giorgio Celli, noto etologo ed entomologo, con il suo tipico humour che stempera il rigore scientifico, ci guida in un viaggio pieno di sorprese e curiosità alla scoperta dei comportamenti vincenti nella lotta millenaria per la sopravvivenza delle piante. Tra patate che mettono in fuga gli afidi segnalando chimicamente la presenza di una coccinella, la loro peggiore predatrice, e certe orchidee che si «travestono» al tatto e all’olfatto da femmina di imenottero così che i maschi, copulando di fiore in fiore, portano con sé il polline, gli esempi di astuzie si moltiplicano come in una commedia degli equivoci.
Ma Celli si spinge oltre. Rielaborando sapientemente idee dei grandi naturalisti del passato, da Darwin a Haeckel a Fechner, avanza ipotesi e domande suggestive su un’ipotetica «intelligenza» delle piante. Come spiegare il caso della mimosa sensitiva che si ritrae a mo’ di difesa se viene urtata, ma poi si «abitua» a questo stimolo se ripetuto? Perché le piante rampicanti riescono a seguire il supporto a cui aggrapparsi anche se si sposta? Cosa le guida? La scoperta di un’attività elettrica simile a quella dei nervi umani nelle radici delle piante può spingerci a ipotizzare che sia una forma di sistema nervoso dei vegetali? Di certo, se le piante mentono ai predatori, comunicano fra loro e si adattano alle pressioni dell’ambiente, allora vuol dire che in Natura l’«intelligenza» è un concetto molto più elastico di quanto siamo pronti a capire.

Giorgio Celli è uno dei più noti etologi e divulgatori scientifici italiani. Ha insegnato entomologia all’Università di Bologna, dove è professore emerito. Coordina un gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura, e sull’ape come organismo indicatore dell’inquinamento ambientale e la sua etologia. Accanto al lavoro scientifico ha coltivato una parallela attività letteraria, interessandosi di teatro e arte. Ha fatto parte del «Gruppo ’63» e ha collaborato a numerose testate, tra cui, attualmente, «La Stampa». Della sua sconfinata bibliografia ricordiamo alcuni tra i libri più recenti: Etologia della vita quotidiana (Raffaello Cortina, 1992), Darwin delle scimmie (Bollati Boringhieri, 1999), Vita segreta degli animali (Piemme, 2002), I sette peccati capitali degli animali (Mursia, 2008). È stato autore e conduttore della fortunata trasmissione televisiva di Rai 3 Nel regno degli animali. Dal giugno 1999 al 2004 è stato parlamentare europeo.

La Verità Nascosta sull’11 Settembre – La Controinchiesta di un Grande Giornalista

La Verità Nascosta sull’11 Settembre – La Controinchiesta di un Grande Giornalista

Titolo originale: La Face Cachee du 11 Septembre

Autore/i: Laurent Eric

Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore

seconda edizione, introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Clara Ghibellini.

pp. 272, Milano

«L’11 settembre è simile a un grande labirinto dove una verità ingannevole dissimula una complessa realtà. Un labirinto che probabilmente affascinerà a lungo gli storici e i ricercatori.
Nel 2001, dando inizio alla guerra contro il terrorismo, George W. Bush dichiarava: Chi non è con noi è contro di noi”. Avrebbe fatto meglio a dire: “Chi è contro di noi è con noi”.
Se l’assassinio del presidente Kennedy è ancora un mistero circondato da menzogne, l’11 settembre è ancora un insieme di menzogne, circondate dal mistero.»

Il libro che svela per la prima volta le menzogne e i silenzi ufficiali che coprono ancora la tragedia dell’11 settembre. Un anno di vera inquietudine ha spinto l’autore a viaggiare tra gli Stati Uniti, il Dubai, il Qatar, Israele e a raggiungere le montagne di Tora Bora, ultimo rifugio di Bin Laden in Afghanistan.
Un’inchiesta minuziosa, a volte molto pericolosa, che illumina la faccia nascosta del giorno che ha cambiato il corso della storia. Perché le indagini americane non indicano Osama Bin Laden come colpevole dell’attentato, o almeno non sempre? Perché la CIA, che sorveglia permanentemente i mercati finanziari, non si è resa conto dei macroscopici e gravi movimenti che hanno caratterizzato i mesi precedenti l’attentato? Chi erano veramente i dirottatori, qual era la loro vera identità? Perché è noto che cinque di loro hanno usato i documenti di altri, di persone tuttora viventi, ma non è chiaro chi si nasconda dietro a quei furti. Qual è il vero ruolo dei servizi segreti pakistani? E cosa dovremmo pensare dell’Arabia Saudita, di questo regno in cui tre principi sono scomparsi misteriosamente dopo l’11 settembre? Le informazioni raccolte in questo libro, i fatti inquietanti, le contraddizioni e le manipolazioni che emergono pagina dopo pagina fanno breccia nel muro di silenzio e verità supposte. La tragedia dell’11 settembre non ha ancora rivelato tutte le sue orribili verità, ecco un testo per avvicinarsi all’indicibile e al non detto…

Éric Laurent, giornalista, scrittore e politologo, è uno dei più noti reporter d’inchiesta del mondo. È autore di bestseller come La guerra dei Bush (Fandango) e La verità nascosta sull’11 settembre (Baldini Castoldi Dalai).

Il Libro Nero delle Multinazionali Americane -Un’Analisi Illuminante sul Modo in cui Alcune Multinazionali Gestiscono il Nostro Mondo

Il Libro Nero delle Multinazionali Americane -Un’Analisi Illuminante sul Modo in cui Alcune Multinazionali Gestiscono il Nostro Mondo

Titolo originale: Le Livre Noir des Multinationales Américaines

Autore/i: Proulx Steve

Editore: Newton Compton Editori

prefazione di José Bové, traduzione di Milvia Faccia.

pp. 208, Roma

Questo libro vuole essere un granello di sabbia nell’ingranaggio della macchina capitalista. L’autore, Steve Proulx, racconta l’evoluzione di 23 multinazionali americane, dai loro timidi inizi fino alle attuali dimensioni smisurate. Che si tratti del successo eccezionale della Wal-Mart o del comportamento ipocrita della Exxon Mobil, queste pagine narrano le vicende e gli eccessi di questi giganti industriali nel momento in cui lo spettro di una mondializzazione senza regole minaccia l’equilibrio dei popoli. Un secolo di “progressi economici” comincia a pesare notevolmente sul nostro avvenire e sull’ambiente in cui viviamo. Fino a che punto ci spingeremo per mantenere questi livelli di crescita insensati? Giungeremo davvero a ipotecare il nostro ecosistema per ottenere raccolti sempre più abbondanti? A sfruttare uomini, donne e bambini per ridurre ulteriormente i costi di produzione? A fare la guerra per il petrolio? Domande tardive: lo stiamo già facendo…

«Un’opera accessibile a tutti e divulgativa, che presenta diverse aziende operanti in una grande varietà di campi. Questo saggio espone i motivi che spingono gli attivisti a militare contro il mondo corporativo americano e, di riflesso, mira a sensibilizzare le persone su una “falsa globalizzazione” e sulle mancanze lampanti delle compagnie.» (Journal L’Étoile)

«Entrando in gioco, Steve Proulx rivela le più recenti cifre d’affari di ciascuna delle gigantesche aziende. Il suo libro espone le ramificazioni infinite degli orchi industriali e riporta le lotte fatte dalle persone semplici, da piccole comunità misconosciute, contro i mega-commerci. La storia di Davide contro Golia.» (Montréal Campus)

«Un’analisi illuminante sul modo in cui alcune multinazionali gestiscono il nostro mondo. Un libro che sottolinea e ricorda atteggiamenti e azioni dalle conseguenze spesso spaventose: sfruttamento abusivo delle risorse naturali, distruzione del patrimonio culturale, deresponsabilizzazione di fronte alle catastrofi ecologiche, sfruttamento delle persone… Ci ricorda inoltre che l’azione impegnata di individui e associazioni può avere effetti concreti sulle politiche dei grandi gruppi capitalistici. Il nostro futuro e quello del nostro pianeta sono entrambi nelle nostre mani.» (José Bové)

«Steve Proulx ci presenta dei fatti e delle cifre eloquenti, lasciandoci la responsabilità di farci la nostra personale opinione su questa nuova economia. Non resta che sperare che un giorno l’economia ritorni ad essere al servizio dell’uomo, e non il contrario!» (Magazine Madame.ca.)

«Una lettura illuminante, ideale per sapere tutto sui colossi che tengono le fila dell’economia.» (Voir)

«Grazie a una ricerca minuziosa negli archivi e sul Web, e a molteplici incontri, l’autore raccoglie una mole di materiale colossale.» (Montréal Campus)

Steve Proulx, giornalista dal febbraio del 2000, collabora frequentemente con diverse testate del Québéc, tra cui i magazine «Voir», «Jobboom», «Montréal pour enfants». Sempre coinvolto in nuovi progetti, lavora attualmente per affinare la sua penna e per esplorare i diversi aspetti della scrittura.

Capitalismo a Mano Armata – Un’Analisi che Mostra come nella più Grande e Potente Democrazia del Pianeta il Crimine sia un Affare di Stato

Capitalismo a Mano Armata – Un’Analisi che Mostra come nella più Grande e Potente Democrazia del Pianeta il Crimine sia un Affare di Stato

Titolo originale: Gangster Capitalism. The United States and the Globalization of the Organized Crime

Autore/i: Woodwiss Michael

Editore: Newton Compton Editori

introduzione e premessa, dell’autore, traduzione di Giulia Barbetta, Barbara Corda, Giuseppina Velardo.

pp. 320, Roma

In genere quando si parla di criminalità organizzata e si ambienta l’analisi negli Stati Uniti d’America, l’immagine che ricorre con più frequenza è quella di brillanti malavitosi italiani in completi griffati e dal grilletto facile. In realtà la più grande organizzazione criminale degli Stati Uniti è costituita da scialbi individui in abiti austeri, i grandi racket sono organizzati da persone all’apparenza rispettabili, che svolgono ruoli importanti e ricoprono posizioni di rilievo nella società. Non si tratta di boss mafiosi o di efferati gangster, ma di avvocati, contabili, manager e politici che, pur truffando, corrompendo e, più o meno direttamente, uccidendo, possono contare su un enorme margine di impunità.
Nella sua avvincente ricostruzione, Michael Woodiwiss, ripercorrendo l’evoluzione della classe dirigente americana e il suo coinvolgimento in frodi, imbrogli e furti, mostra come i complotti criminali abbiano trovato terreno fertile nell’ambito delle istituzioni e siano diventati, nello Stato americano, un problema strutturale, un fatto interno al sistema stesso. Dal vitto destinato ai neonati negli ospedali alle spese per la cura dei cimiteri, passando per la fornitura di merci destinate alle carceri e alle scuole, non c’è settore della vita pubblica americana che non sia stato macchiato da scandali.
La cosa peggiore però è che, nell’epoca della globalizzazione, anche il crimine organizzato segue le logiche di allargamento illimitato che caratterizzano il mercato mondiale e, aggredendo i paesi sui quali è più forte l’influenza americana, ha già innescato un processo che minaccia la libertà e la democrazia a livello mondiale.

Le Mense della ” Città Futura ” – Antropologia di un Confinato Antifascista Napoletano

Le Mense della ” Città Futura ” – Antropologia di un Confinato Antifascista Napoletano

Quaderni dell’Antifascismo Napoletano 4

Autore/i: Paolantonio Carmela

Editore: Edizioni Athena

unica edizione, prefazione di Guido D’Agostino, in copertina: Immagini di lavoro pre-industriale (Elaborazione da una stampa dell’Encyclopédie di D’Alembert e Diderot).

pp. 192, Napoli

Ci sono diversi itinerari possibili di libertà. L’aspirazione a una società più giusta, con più eguaglianza e scevra da rapporti di dipendenza personale si è talora storicamente incarnata nell’idea di comuniSmo. Per molti uomini della nostra Resistenza è stato un itinerario di libertà percorso con tenacia e con senso dell’ineluttabilità e necessità di scelta.
In taluni contesti, come quello dell’ambiente operaio napoletano, tale scelta poteva essere considerata l’unica possibile per un affrancamento da una condizione di vita assai difficile. Cosa può spingere individui appartenenti alla stessa classe sociale l’uno all’acquiescenza e all’interiorizzazione della norma, l’altro all’adesione a un progetto di cambiamento dell’assetto sociale? Come veniva immaginato e vissuto il mito della società giusta? Che ruolo ha nella maturazione di scelte di vita l’aspirazione alla mobilità sociale e quella alla conoscenza intellettuale?
La storia di vita di Ciro Picardi, un confinato antifascista napoletano, viene qui letta con un approccio a metà strada fra storia e antropologia che consente di osservare in modo inedito e non oleografico le vicende dell’antifascismo.
Una riflessione sulle questioni relative allo studio del fascismo e l’elaborazione di una categoria interpretativa della lotta politica antifascista (includente oltre alla prospettiva politico-economica anche una prospettiva di tipo antropologico culturale) si sono accompagnate e talora intersecate significativamente a questo lavoro.

Carmela Paolantonio (1958), laureata a Napoli in lettere classiche, si è occupata di stona delle campagne del casertano tra ’800 e ’900. Attualmente collabora al programma di ricerca sugli anni Cinquanta in corso presso l’Istituto Campano per la Storia della Resistenza.

Maverick – Lo Straordinario Successo di un’Azienda che Ha Stravolto Tutte le Regole di Gestione

Maverick – Lo Straordinario Successo di un’Azienda che Ha Stravolto Tutte le Regole di Gestione

La vera storia di un’azienda che consente ai dipendenti di stabilire gli orari di lavoro, di fissare gli stipendi e di giudicare i superiori.

Autore/i: Semler Ricardo

Editore: Bompiani

traduzione di Andrea D’Anna, titolo originale: Maverick.

pp. 360, Milano

In occasione dell’ultima ricerca di personale, la Semco ha ricevuto millequattrocento richieste di assunzione, che si sono aggiunte ai duemila curricula precedentemente spediti da persone che aspiravano a lavorare in questa società.
Mentre l’amministratore delegato dell’azienda, Ricardo Semler, veniva insignito del titolo di “dirigente d’azienda dell’anno” da cinquantaduemila uomini d’affari di stampo conservatore, i capi del temibile sindacato marxista brasiliano lo definivano “l’unico leader nazionale degno di fiducia”.

Vi piacerebbe lavorare in un’azienda che non ha segretarie, capi o rigide gerarchie, che non impone un abbigliamento formale né riconosce privilegi ai dirigenti, ma che vi lascia stabilire l’orario di lavoro e addirittura vi chiede di valutare l’operato dei superiori, un’azienda il cui sistema di gestione è radicalmente diverso da quello delle altre società e che, pur ignorando tutti i regolamenti aziendali, ottiene uno straordinario successo? Maverick racconta la storia di Ricardo Semler, un giovane industriale brasiliano, e della rinascita dell’azienda di famiglia, la Semco, che in soli dieci anni di gestione “democratica” e di continue trasformazioni ha registrato una crescita del seicento per cento. Nel 1980, il ventunenne Ricardo Semler assunse la guida dell’azienda che il padre aveva fondato e iniziò a trasformarla infrangendo ogni regola, rivoluzionando il metodo di gestione e concedendo un’estrema libertà e autonomia ai dipendenti. Grazie a queste innovazioni, gli impiegati potevano lavorare a casa, studiare o discutere le relazioni di bilancio, prendere importanti decisioni o perfino sovvertire i sistemi produttivi per migliorare la qualità dei manufatti.
Descrivendo la rivoluzione della Semco, l’autore mostra come sia possibile, grazie a strategie profondamente innovative e a insoliti criteri organizzativi, costruire il successo di un’azienda coinvolgendo i dipendenti senza far ricorso ad atteggiamenti autoritari e magari repressivi.

Ricardo Semler è il direttore generale della Semco, una grande società che opera nel campo degli impianti industriali e che nelle classifiche della stampa specializzata in poco tempo è passata dal cinquantaseiesimo al quarto posto. Semler è membro del consiglio dell’SOS Atlantic Forest, il principale ente brasiliano per la protezione dell’ambiente. Amante di viaggi avventurosi, ha ripercorso il tragitto compiuto da Marco Polo in Asia, ha sorvolato in aerostato la Tanzania e ha navigato in gommone lungo il Nilo. Vive con la moglie a San Paolo, in Brasile.

Caccia Zero – « Samurai! »

Caccia Zero – « Samurai! »

Autore/i: Sakai Saburo

Editore: Longanesi & C.

prefazione dell’autore, testo raccolto da Fred Saito e Martin Caidin, traduzione dall’inglese di Corrado Ricci.

pp. 352, 27 tavole b/n f.t., Milano

Saburo Sakai, l’asso dell’aviazione giapponese della seconda guerra mondiale, discende da una stirpe di samurai, i leggendari guerrieri del medioevo nipponico. E nella leggenda guerresca del Giappone Sakai è entrato a sua volta, con i 200 combattimenti aerei e le 64 vittorie ottenute nella sua lunga carriera di pilota da caccia, incominciata nei cieli della Cina. Il Giappone ha avuto assi celeberrimi, come Niscizawa, che riuscì vittorioso in 103 duelli, ma nessuno di essi è sopravvissuto per raccontare la sua esperienza, a eccezione di Sakai. Protagonista di episodi memorabili, come l’abbattimento del primo pilota americano sul Pacifico e quello dell’ultimo B 29 sull’isola di O Scima (avvenuto dopo la resa giapponese), Saburo Sakai incarna esemplarmente, nel bene e nel male, l’archetipo eroico del suo paese. Questo libro è dunque una straordinaria testimonianza, sia sul piano tecnico sia sul piano psicologico.
Narrati da un protagonista rivivono gli attacchi su Luzon; i selvaggi scontri sopra Lae e Rabaul, l’inutile quanto ostinata opposizione giapponese all’invasione di Guadalcanal, di Jwo Jima e dello stesso suolo nipponico. E rivivono gli enigmatici soldati orientali, soprattutto i piloti e, tra essi, i kamikaze, quei colleghi di Sakai che si gettarono con il loro aereo sul bersaglio nemico, sbigottendo gli avversari occidentali. Un’occasione doppiamente preziosa, dunque, quella offerta dal libro, che consente di accostarsi a una mentalità e a un costume tanto diversi dai nostri e, insieme, permette di ricostruire con materiale di prima mano una parte dell’azione bellica giapponese nell’ultimo conflitto mondiale.

L’Impresa come Sistema Vivente – Una Nuova Visione per Creare Valore e Proteggere il Futuro

L’Impresa come Sistema Vivente – Una Nuova Visione per Creare Valore e Proteggere il Futuro

Autore/i: Mercati Massimo

Editore: Aboca – Società Agricola

pp. 160, illustrazioni b/n, Sansepolcro (AR)

La complessità e l’intelligenza naturale indicano le linee guida per gestire le imprese e il ruolo di ognuno all’interno di esse. Nella consapevolezza che non è il profitto che crea il valore ma la creazione di valore che genera il profitto.

Considerare l’impresa come un sistema vivente permette di rileggere la realtà aziendale in profondità. È una visione che rende l’impresa fortemente interdipendente dal contesto in cui agisce, una comunità tra le comunità che non può più esistere in modo autoreferenziale e diventa creatrice di valore solo quando svolge appieno la sua funzione economico-sociale. Un valore che non si esaurisce nella realizzazione del profitto, ma si estende all’impatto sull’ambiente e sulla società attraverso la crescita culturale di tutti i membri dell’azienda, uniti dall’idea di operare insieme nella direzione del bene comune.
Questa è la proposta che Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca, sta portando avanti attraverso l’azienda di famiglia. Fondata nel 1978 dal padre Valentino, Aboca si è sempre contraddistinta per un approccio innovativo: trovare nella natura le risposte ai bisogni legati alla salute dell’uomo, nel rispetto del suo organismo e dell’ambiente, sviluppando modelli agricoli sostenibili e investendo nella ricerca scientifica. Grazie alla sua esperienza sul campo e a un percorso di studi che lo ha portato a indagare a fondo il rapporto tra uomo e natura, Massimo Mercati ha esteso la visione sistemica della vita alla dimensione dell’impresa intesa come organizzazione sociale.
Così concepita, l’impresa diventa un progetto di vita in cui non si possono più distinguere due morali, una per il lavoro e l’altra per la vita privata. Ma affinché questo sia possibile l’imprenditore dovrà identificare i valori di fondo della propria organizzazione e condividerli, in modo che si affermino come punti di riferimento concreti, capaci di guidare realmente le azioni di tutti coloro che ne fanno parte. Per l’autore, il concetto di ‘valore’ deve essere ripensato. Di fronte alla crisi che viviamo-che è climatica, ambientale, sociale ed economica- è facile retorica parlare di ‘sostenibilità’ ma spesso chi lo fa non ha rimesso a fuoco le parole chiave: il punto di partenza per riflettere sull’impresa e sulla trasformazione che dovrebbero interessarla parte dall’analisi del concetto di valore, delle esternalità negative e di quelle positive, perché la visione riduzionistica, quella che isola ogni singolo elemento, non permette di abbracciare tutti i fattori e il Prodotto interno lordo (Pil) non riflette il valore, non basta”.
“Seguendo i valori spirituali”, diceva Adriano Olivetti, “i beni materiali sorgeranno da sé.”

Massimo Mercati è nato a Città di Castello nel 1971. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, si è dedicato alla gestione dell’azienda di famiglia, Aboca, della quale è ora amministratore delegato. Ha fondato la rete delle Farmacie Apoteca Natura ed è presidente delle Farmacie Comunali di Firenze. Vive a Sansepolcro. Si è spesso interessato del tema della visione sistemica della vita, seguendo gli studi che in questo settore sono stati portati avanti dal fisico Fritjof Capra. Per Aboca edizioni ha pubblicato L’impresa come sistema vivente. Una nuova visione per creare valore e proteggere il futuro (2020).

Siamo Nati e Non Moriremo Mai Più – Storia di Chiara Corbella Petrillo

Siamo Nati e Non Moriremo Mai Più – Storia di Chiara Corbella Petrillo

Autore/i: Troisi Simone; Paccini Cristiana

Editore: Edizioni Porziuncola

presentazione di padre Vito D’Amato, prefazione di Enrico Petrillo, introduzione degli autori.

pp. 160, numerose illustrazioni a colori e b/n f.t., Assisi (PG)

Chiara Corbella Petrillo muore a 28 anni per un carcinoma alla lingua, scoperto quanto è al quinto mese di gravidanza: rimanda le cure per dare alla luce il suo bambino. Lo fa con gioia, dicendo il suo “Eccomi”, pensando prima di tutto al bene della creatura che porta in grembo.
La vicenda di Chiara, di suo marito Enrico e del loro figlio Francesco (come anche di altri due fratellini già in Cielo), ha sorpreso migliaia di persone in tutta Italia e si è diffusa rapidamente su Internet e sui mezzi di comunicazione.
Può la storia di una donna morta giovanissima testimoniare che la vita è un dono meraviglioso? Che seguire Cristo anche nella sofferenza ci apre alla luce?
Queste pagine raccontano la storia di Chiara, con le sue parole e i ricordi di chi l’ha conosciuta e ne ha condiviso la profonda esperienza di fede: un’esistenza che non si è arresa di fronte alla morte fino a diventare un segno di speranza per tutti noi.

Simone Troisi è laureato in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo presso l’università Tor Vergata di Roma, dove ha anche collaborato con la cattedra di Teoria della letteratura. Attualmente lavora come redattore.

Cristiana Paccini è diplomata al Liceo Artistico Ripetta di Roma; si occupa di iconografia.
Sposati dal 2008, sono impegnati nella pastorale per le famiglie e nella formazione dei fidanzati. Amici di lunga data di Chiara ed Enrico, sono stati testimoni diretti di tutta la loro storia.

Grace Kelly – La Principessa Americana

Grace Kelly – La Principessa Americana

Titolo originale: Grace

Autore/i: Lacey Robert

Editore: Edizioni Frassinelli

traduzione di Loretta Colosio.

pp. XIII-434, numerose fotografie b/n f.t., Milano

«Mi è sempre piaciuto molto fingere», ammise una volta Grace Kelly. Ma quale delle mille Grace lo abbia confessato, è da scoprire. La figlia sottomessa di Jack Kelly, l’eroe sportivo di Filadelfia dedito solo al culto di se stesso, o l’attrice impostasi a Hollywood più con il temperamento che con il talento? Il volto-simbolo della bellezza americana anni Cinquanta o la cacciatrice di uomini? Frutto di due anni di ricerche e di centinaia di interviste ad amici intimi e colleghi, completato da una dettagliata ricostruzione dell’incidente automobilistico che costò la vita all’ex attrice, Grace Kelly è la biografia di una donna che ha avuto il coraggio di realizzare i propri sogni. O di fingere di averli realizzati, quando i sogni – dal premio Oscar alle nozze con il principe azzurro Ranieri – hanno lasciato posto alla realtà. E, dietro il sorriso che ha fatto innamorare generazioni di spettatori e di lettori di rotocalchi, si nascondevano ombre, ferite, vite segrete. Questa è la camaleontica Grace svelata dall’appassionata indagine di Robert Lacey. La madre affettuosa che concede troppo ai figli ma anche la moglie prigioniera di un matrimonio infelice. La diva dal fascino glaciale in grado di sfidare i produttori ma anche l’eterna bambina incapace di difendere i propri amori dai veti dei genitori. La giovane che posa per la pubblicità del dentifricio ma anche l’amante che si tuffa in storie infuocate con Clarke Gable e William Holden. «È un vulcano dalla cima innevata», disse Alfred Hitchcock. Che la rese una star. E che sapeva leggere dietro le maschere.

Inglese di origine ma residente in Florida, Robert Lacey ha studiato al Selwyn College di Cambridge prima di diventare uno storico specialista in best-seller biografici. Si è dedicato, fra l’altro, alla vita del magnate dell’industria automobilistica Henry Ford e alla storia della famiglia reale britannica.

Jukebox all’Idrogeno

Jukebox all’Idrogeno

Titolo originale: The Hydrogen Jukebox

Autore/i: Ginsberg Allen

Editore: Ugo Guanda Editore

terza edizione, con testo a fronte, introduzione, traduzione dall’inglese e cura di Fernanda Pivano.

pp. 480, Parma

La fama di Alien Ginsberg scoppiò improvvisa mentre nel mondo anglosassone, forse nel mondo intero, l’arbitro della poesia era ancora T.S. Eliot. Ginsberg si richiamava a tutta un’altra famiglia di autori; a quelli che avevano scelto non il classicismo e la poetica del «correlativo oggettivo», ma il canto istantaneo e disteso, non il controllo, ma il libero sgorgare di energie mentali: dietro il suo «Urlo», non è difficile vedere il ribellismo misticheggiante di Blake e, più vicine, le enumerazioni di Whitman, mediato da Pound e Williams, come nota Fernanda Pivano la cui ormai classica traduzione viene qui presentata. Nei versi di Ginsberg, risuonano non soltanto la protesta e lo scandalo, ma anche un modo di sentire lo spazio e il tempo che, a dispetto delle apparenze, è romantico sin nel midollo, legato a una disperata necessità di trasformazione incessante di se stessi e del mondo. Il lettore di oggi avvertirà ancora la potenza essenziale di certi attacchi: «Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia…»; rivedrà quell’America on the road di corse in metropolitana dal Battery al Santo Bronx, di «squallide stanze ammobiliate» di «copulatori estatici e insaziabili con una bottiglia di birra»; si scontrerà con la presenza, nel cuore dell’America, di quel Moloch la cui mente è puro macchinario, il cui sangue è denaro che scorre, le cui dita sono eserciti; e si stupirà ancora di come questo poeta dalla prosodia biblica, ora sincopata ora salmodiante, sa trovare la grazia leggera di un testo come «Canzone»: «Il peso del mondo / è amore». Il «Kaddish per Naomi Ginsberg», il bellissimo lamento per la madre morta, inizia con l’eco dei blues di Ray Charles e del poema di Shelley in morte di Keats: ecco, il lettore di oggi può provare a rileggere Jukebox all’idrogeno (oggi che un juke-box e una bomba all’idrogeno sono quasi antiquariato) alla luce di due tra i motivi di ispirazione più duraturi: il jazz, e una disperata giovinezza romantica.
Giuseppe Conte

Alien Ginsberg è nato nel 1926 a Paterson, nel New Jersey. Dopo gli studi alla Columbia University, iniziò una vita irregolare ed itinerante in California. L’impegno politico progressista e il dichiarato uso di droghe gli procurarono in patria difficoltà con la legge, e una larga notorietà internazionale. La qualità della vasta produzione poetica (oltre che saggistica) lo colloca oggi ai vertici dei valori letterari in America. Nel catalogo Guanda, Primi blues.

Il Santo del Secolo dei Lumi – Alfonso de Liguori (1696-1787)

Il Santo del Secolo dei Lumi – Alfonso de Liguori (1696-1787)

Titolo originale: Le Saint du Siècle des Lumières – Alfonso de Liguori (1696-1787).

Autore/i: Rey-Mermet Théodule

Editore: Città Nuova Editrice

seconda edizione, premessa dell’autore, prefazione di Jean Delumeau, traduzione dal francese a cura di Nella Filippi e Sabatino Majorano.

pp. 832, Roma

«S. Alfonso de Liguori (1696-1787) è un gigante non solo della storia della spiritualità, ma della storia tout court. Eppure l’epoca nostra correrebbe il rischio di dimenticarlo, se un libro attento e ricco come questo non venisse opportunamente a ricordarcelo» (J. Delumeau).
In realtà questo libro del P. Théodule Rey-Mermet è veramente opportuno, perché viene a colmare una lacuna che, di anno in anno, si è fatta grave. Malgrado i numerosi studi settoriali sul suo pensiero e sulla sua azione, non abbiamo da troppo tempo una ricostruzione globale della vita del Santo della preghiera e della giusta libertà in morale, che tanto ha segnato la vita della Chiesa, soprattutto nel nostro Meridione, a partire dalla seconda metà del Settecento.
Le pagine del P. Th. Rey-Mermet, saldamente ancorate ai risultati delle ricerche storiche più recenti, ci permettono di seguire passo passo l’avventura di Alfonso de Liguori: dall’ambiente familiare e dalla sua prima formazione alla precoce pratica forense, dalla scelta per il sacerdozio a quella di dedicarsi totalmente agli abbandonati dalla società e dalla stessa Chiesa, dai primi difficili passi di fondatore dei Redentoristi al consolidarsi della sua nuova famiglia religiosa, dalla sua attività di vescovo di S. Agata dei Goti a quella di scrittore dal successo rapido anche al di là delle Alpi.
Emerge cosi in tutta la sua statura come Il Santo del secolo dei Lumi non solo cronologicamente, ma soprattutto per il coraggioso impegno per la promozione della persona, della ragione, della libertà. Dell’Europa cristiana dei Lumi, Alfonso ci si svela come figura di primo piano, con in più un profondo radicamento nella tradizione, una chiarezza e un calore non solo per una striminzita élite, ma anche e soprattutto per le masse popolari della Chiesa universale.
Il libro si presenta perciò non solo come il racconto della vita di Alfonso de Liguori, ma come uno spaccato attento e ricco della vita ecclesiale e socio-religiosa del Settecento.
Lo stile è tale da farne leggere d’un fiato interi capitoli. «Il lettore sarà colpito dalla gioia dello stile e dal ritmo vigoroso, perché questa biografia sapiente è condotta a tamburo battente, ma nella gioia. Essa è anche vissuta dall’interno, trattandosi evidentemente di una storia “impegnata”, perché di un Redentorista che vive la propria vocazione attraverso quella del fondatore e il discepolo ama e ammira il maestro. Ma c’è modo migliore per farlo comprendere?» (J. Delumeau).

Fronti e Frontiere

Fronti e Frontiere

Autore/i: Lussu Joyce

Editore: Edizioni Theoria

prima edizione.

pp. 160, Ancona

L’opera più famosa di Joyce Lussu, un romanzo-verità della Resistenza salutato sa Salvemini come un «capolavoro di semplicità, di chiarezza e di immediata efficacia».

Nel 1938, al ritorno da un soggiorno in Africa, Joyce Lussu si ritrova in Francia completamente isolata e senza documenti. Considerata dalla polizia fascista una «sovversiva pericolosa», non potendo cosi rientrare in Italia, decide di mettersi alla ricerca di un compagno di Giustizia e Libertà conosciuto anni prima durante una missione politica affidatale dai confinati dell’isola di Ponza: l’uomo che cerca è Mister Mill, alias Emilio Lussu.
Inizia cosi un’avventura che, in un intrico di vicende, vedrà i due protagonisti di missioni segrete e attività antifasciste, che dalla Spagna li porteranno nella Francia occupata, e poi da Londra in Italia, mentre in tutta Europa divampano i fuochi della Seconda guerra mondiale…
Con un tono volutamente quotidiano, privo di ogni retorica, Joyce Lussu racconta la «sua» Resistenza, restituendo, anche nei momenti più drammatici, la profonda umanità delle persone che ha incontrato, che l’abbiano aiutata o ostacolata nel suo tentativo di salvare vite umane in paesi sconvolti dalla guerra e avvelenati dal sospetto.

Joyce Lussu (Firenze 1912 – Roma 1998) studiò ad Heidelberg, alla Sorbona e a Lisbona. A partire dagli anni Sessanta si dedicò a un intenso lavoro di traduzione e introduzione dei poeti del cosiddetto «Terzo mondo»: sua è la traduzione delle Poesie d’amore di Hikmet (Mondadori). Transeuropa ha pubblicato Il turco in Italia (1998), una sorta di biografia del grande poeta, ma anche il racconto della loro amicizia, e Alba rossa (1990); scritto con Emilio Lussu.

Educazione e Ruolo Femminile – La Condizione delle Donne in Italia dal Dopoguerra a Oggi

Educazione e Ruolo Femminile – La Condizione delle Donne in Italia dal Dopoguerra a Oggi

Autore/i: Autori vari

Editore: La Nuova Italia

unica edizione, introduzione e cura di Simonetta Ulivieri.

pp. VII-320, illustrazioni b/n, Scandicci (Firenze)

Dal dopoguerra a oggi è passato ormai quasi mezzo secolo, anni nel corso dei quali la condizione femminile nel nostro paese è profondamente mutata nella famiglia, nella scuola, nella società civile; si sono trasformati, di conseguenza, i rapporti tra le diverse generazioni, quelli tra i sessi, quelli di coppia, si è andato sempre più diffondendo un costume educativo più aperto e tollerante, rispetto a situazioni precedenti connotate da diffuso paternalismo e severo controllo sulle «condotte femminili». È mutato quindi il ruolo delle donne, nuovi modelli femminili di riferimento sono venuti emergendo, le giovani hanno fatto il loro ingresso in studi, occupazioni e carriere, prima a loro precluse. Hanno inoltre preso coscienza del loro valore di genere attraverso la «sfida dell’autorappresentazione», rielaborando criticamente gli stereotipi e i pregiudizi sessisti, presenti nei modelli educativi proposti e trasmessi dalla cultura dominante, da sempre androcentrica. Per dare conto di questa situazione in movimento si è puntato su un’analisi interdisciplinare che, toccando vari aspetti: legislativo, pedagogico, sociologico (della famiglia e delle politiche occupazionali), massmediologico, storiografico, potesse dare un quadro il più rappresentativo possibile della condizione delle donne. Particolare attenzione è stata prestata alla dimensione educativa, denunciando lo storico «silenzio della pedagogia» circa la segregazione formativa, i ritardi dell’alfabetizzazione e i percorsi scolastici al femminile, l’ambigua dimensione della donna insegnante, sospesa tra tradizione e mutamento, le posizioni assunte dai vari paesi europei per stabilire pari opportunità formative tra ragazze e ragazzi.
Questo volume si rivolge a tutte le donne, casalinghe o manager, studentesse o insegnanti, per dare loro uno strumento utile a svelare le trame sottili e/o violente dell’oppressione socioculturale e di come è venuta a configurarsi storicamente l’educazione a! ruolo femminile, onde evitare che’esse stesse divengano trasmettitrici acritiche della «grande menzogna sessista», che tende a presentare il sapere maschile come neutro e quindi universale.

Contributi di: Alfeo Bertondini, Franca Bimbi, Franco Cambi, Giovanna Campani, Carmela Covato, Annamaria Galoppini, Alba Porcheddu, Flavia Pristinger, Simonetta Olivieri.

Viaggio nell’Egitto dei Faraoni

Viaggio nell’Egitto dei Faraoni

Titolo originale: Voyage dans l’Egypte des Pharaons avec Christian Jacq

Autore/i: Jacq Christian

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione di Edoardo Acotto e Marianna Basile.

pp. 216, numerose illustrazione b/n f.t., Milano

Da Menes, il primo faraone, fino all’ultima iscrizione geroglifica risalente alla fine del IV secolo d.C., Christian Jacq ci conduce nella millenaria e affascinante storia dell’Egitto, un’avventura dipanatasi secolo dopo secolo attraverso trenta dinastie. Con la sua esperienza di divulgatore e la sua profonda conoscenza di tutto il mondo dei faraoni, l’autore ci spiega, alla luce delle scoperte archeologiche più recenti, il significato di immortali monumenti che ancora oggi non smettono di stupire: le piramidi, i templi, le tombe, gli obelischi. Da Giza a Karnak, da File fino alla Valle dei Re, il risultato è un viaggio entusiasmante alla ricerca dello spirito di una civiltà tra le più straordinarie e affascinanti della storia.

Christian Jacq (Parigi. 1947), egittologo, saggista e romanziere, ha riscosso uno straordinario successo internazionale con i romanzi del ciclo di Ramses e del ciclo di Kheops. Fondatore con la moglie del Ramses Institute, è anche autore di numerosi saggi di divulgazione scientifica tra i quali Conoscere l’antico Egitto, I grandi monumenti dell’antico Egitto, L’insegnamento del saggio egizio Ptahhotep, I segreti dell’antico Egitto, Vita quotidiana dell’antico Egitto. Tutta la sua opera narrativa e saggistica è pubblicata nella collezione Oscar.

La Pulizia Etnica della Palestina

La Pulizia Etnica della Palestina

Titolo originale: The Ethnic Cleansing of Palestine

Autore/i: Pappé Ilan

Editore: Fazi Editore

prima edizione, prefazione dell’autore, a cura di Luisa Corbetta e Alfredo Tradardi.

pp. 378, numerose tavole b/n f.t., Roma

Nel 1948 nacque lo Stato d’Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba (‘catastrofe’), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell’anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d’accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convinse i palestinesi ad abbandonare i territori – nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere – pur di facilitare l’ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele. Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1988) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel ’48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato d’Israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina. Ciò comporta, secondo l’autore, enormi implicazioni di natura morale e politica, perché definire pulizia etnica quello che Israele fece nel ’48 significa accusare lo Stato d’Israele di un crimine. E nel linguaggio giuridico internazionale, la pulizia etnica è un crimine contro l’umanità. Per questo, secondo Pappe, il processo di pace si potrà avviare solo dopo che gli israeliani e l’opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo “peccato originale”.

«Ilan Pappe. che conduce una battaglia radicale contro l’establishment politico e accademico di Israele, è forse il più anticonformista degli israeliani». (Mario Vargas Llosa)

«Ilan Pappe è il più coraggioso, più onesto, più incisivo degli storici israeliani». (John Pilger)

«Insieme all’ultimo Said, Ilan Pappe è il più eloquente narratore della storia palestinese». (New Statesman)

«Un importantissimo contributo a una discussione che dovrà continuare. Non c’è speranza di una pace duratura in Medio Oriente finché i fantasmi del 1948 continuano a camminare». (The Independent)

«Il “memoricidio” è la colpa principale che Pappe imputa agli ebrei a danno dei palestinesi: un coraggioso j’accuse verso i vincitori e un gesto generoso verso gli sconfitti». (Angelo d’Orsi, La Stampa)

Ilan Pappé è professore di Storia all’Istituto di studi arabi e islamici presso il College of Social Sciences and International Studies e direttore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina presso l’Università di Exeter, nonché autore di oltre una dozzina di libri tra cui il bestseller La pulizia etnica della Palestina, tradotto in 15 lingue. Fazi Editore ha inoltre pubblicato nel 2015 Palestina e Israele: che fare?, scritto insieme a Noam Chomsky.

Il Mio Sequestro – La Storia Mai Raccontata di 237 Giorni di Prigionia

Il Mio Sequestro – La Storia Mai Raccontata di 237 Giorni di Prigionia

Autore/i: Soffiantini Giuseppe

Editore: Baldini & Castoldi

a cura di Tonino Zana.

pp. 240, illustrazioni b/n, Milano

«Ecco il Piano di Mutilazione: il 20 settembre ti tagliamo un orecchio: il 20 ottobre l’altro: il 20 novembre seguirà il taglio delle dita della mano: infine. il 20 dicembre, se non portano il denaro, saremo costretti a sopprimerti.»

«Adesso la facciamo finita. Prendo un piccone e ti apra la testa…»

«C’è gente interessata ad ammazzarti, non è qualcuno di noi, Gente insospettabile…»

Questo libro è la confessione senza reticenze di come si entra e come si esce da un sequestro di persona. Giuseppe Soffiantini ripercorre i quasi otto mesi del rapimento, dal momento del prelevamento nella sua casa alla liberazione nella campagna d’inverno nei pressi di Firenze, raccontando, per la prima volta, quello che è realmente successo in quei terribili giorni. L’industriale bresciano riesce a piegare la memoria alla rievocazione di una prigionia paragonabile soltanto al lager di guerra. Dal primo viaggio nel baule di una macchina alla ricostruzione dell’itinerario percorso dai banditi, alla notte nei numerosi covi dell’Italia centrale, al rapporto con i carcerieri, al silenzio ambiguo dei boschi che sembrano celare connivenze inquietanti, al tentativo di fuga drammaticamente bloccato sulla cima di un’altura.
E poi l’estenuante trattativa fra la banda, la famiglia e le istituzioni, la resistenza psicologica e fisica al limite di ogni umana sopportazione, la morte vista cento volte eppure battuta sul filo di lana da una opposizione materiale e morale che trova origini quasi misteriose.
E ancora, la “sindrome di Stoccolma”, quel particolare sentimento di attrazione e repulsione che si viene a creare tra vittima e carnefice, i momenti di massima tensione della liberazione, la vicenda del generale Delfino, l’incontro nel carcere di Sidney con Farina: alcuni dei tanti tasselli che compongono la drammatica vicenda di un uomo nel suo rapporto con la vita e la libertà.

Giuseppe Soffiantini, industriale bresciano, ricopre numerosi incarichi istituzionali. Sposato, ha tre figli, quattro nipoti. Ama i fiori e le piante e si definisce un «botanico irregolare». È stato sequestrato il 17 giugno 1997 a Manerbio e liberato il 9 febbraio l 1998 a Impruneta, nei pressi di Firenze.

Tonino Zana, giornalista professionista, è redattore del «Giornale di Brescia». È stato docente di Lettere. È autore di un romanzo e di alcuni saggi di storia e di attualità.

La Figlia di Galileo – Una Storia di Scienza, Fede e Amore

La Figlia di Galileo – Una Storia di Scienza, Fede e Amore

Un capitolo inedito di storia della scienza e una straordinaria vicenda umana nelle lettere di suor Maria Celeste al padre, Galileo Galilei.

Autore/i: Sobel Dava

Editore: Rizzoli

prima edizione, titolo originale: Galileo’s Daughter.

pp. 432, numerose illustrazioni b/n, Milano

«Un racconto avvincente.» (Publishers Weekly)

Nel periodo più significativo della sua vita straordinaria – straordinaria per i trionfi scientifici e per le tragedie dell’abiura e della prigione – Galileo Galilei poté contare sull’affetto e sul sostegno costanti di uno spirito degno di lui, capace di comprendere come nessun altro la sua grandezza e il suo tormento: la figlia primogenita Virginia, «donna di esquisito ingegno, singolare bontà e a me affezionatissima». Per uno dei tanti paradossi – veri o, a ben vedere, solo apparenti – dell’Italia del Seicento, la figlia di un uomo «veementemente sospetto» di eresia era monaca di clausura: Virginia era entrata infatti tredicenne nel monastero di San Matteo ad Arcetri, dove aveva assunto il nome, quanto mai appropriato, di suor Maria Celeste. Dava Sobel, che ha dimostrato in Longitudine una non comune abilità nel ridare vita a episodi dimenticati della storia scientifica d’Europa, racconta in questo libro la complessa personalità del fondatore della scienza moderna proprio attraverso gli occhi di suor Maria Celeste. È una prospettiva illuminante: basti pensare, ad esempio, che nel rapporto con la figlia Galileo ritrovava la difficile armonia fra la sua fede di cattolico e le rivoluzionarie verità scientifiche che veniva scoprendo grazie all’uso del telescopio; un’armonia che la Chiesa dell’epoca, benché retta dal suo antico protettore Urbano VIII, era tutt’altro che disposta  a riconoscere. La figlia di Galileo narra dunque l’avventura umana e intellettuale di due personalità d’eccezione; ma anche la vita quotidiana in Italia e in Europa agli albori dell’età moderna, il lusso delle corti di Firenze e di Roma, la catastrofe della peste bubbonica, la speculazione scientifica più avanzata e la censura più oscurantista, gli scambi culturali fra i dotti europei e le devastazioni della guerra dei Trent anni. Al centro di quest’affresco, insieme a innumerevoli fonti d’epoca, ci sono le lettere tenere, appassionate, commoventi di suor Maria Celeste al padre; le lettere che Galileo annotò, talvolta riempì sul verso di calcoli e diagrammi geometrici, conservò con cura, trasmise agli eredi insieme alle proprie opere, e che oggi, grazie a Dava Sobel, ci rivelano il ritratto di una donna che in un’epoca tormentata ha saputo coltivare il bene prezioso della libertà dello spirito.

Dopo aver lavorato alla pagina scientifica del «New York Times» e aver scritto per numerosi giornali e riviste, Dava Sobel è diventata famosa in tutto il mondo grazie al successo clamoroso e inaspettato di Longitudine (Rizzoli 1996). Vive a East Hampton, New York.