Libri dalla categoria Liturgie
La Filosofia Popolare Napoletana
Locuzioni tipiche del dialetto significato e origine
Autore/i: D’Ascoli Francesco
Editore: Adriano Gallina Editore
presentazione di Nicola De Blasi (Università di Napoli), prefazione dell’autore.
pp. 160, illustrazioni b/n, Napoli
La Filosofia Popolare Napoletana si rivolge al lessico e si concentra sui modi di dire, cioè quelle frasi che si usano correntemente con un significato metaforico che ormai ha soppiantato quello letterale. Una raccolta di questo genere è quindi utile sia a quelli che non conoscendo certi modi di dire possono apprezzarne la varietà e la quantità sia a quelli che pur adottando alcune locuzioni qui riunite non ne conoscono i loro significati originari. La qualità che il D’Ascoli ha profuso nella spiegazione di tali significati risalta subito con piena evidenza: ogni singola voce ha comportato una puntuale indagine che riconduce il lettore a epoche spesso remote e ad eventi storici precisi, oppure a prospettive culturali di tipo agricolo attuali fino alle epoche in cui Napoli ha avuto al suo interno ampie zone destinate alla coltivazione o ancora figure un tempo istituzionali o abitudini ancora presenti nella realtà napoletana.
Dello stesso autore:
Dizionario Italiano Napoletano
Dizionario Etimologico Napoletano
Nuovo Vocabolario Dialettale Napoletano
- Repertorio completo delle voci
- Approfondimenti Etimologici
- Fonti letterarie – Locuzioni tipiche
Ottaviano terra di Augusto
Vesuvio
- Storie e leggende
Letteratura Napoletana
- Storia e testi
Vita e Opere di C. G. Jung
Titolo originale: Jung: His Life and Work. A biographical Memoir
Autore/i: Hannah Barbara
Editore: Rusconi
prefazione dell’autrice, nota editoriale, versione italiana a cura di Francesco Saba Sardi.
pp. 512, Milano
L’unico “vero” ritratto di Carl Gustav Jung.
L’autrice ha registrato, senza filtri e deformazioni, notizie sull’uomo e l’intellettuale al quale fu vicina come pochi altri.
Molti libri sono stati scritti su C. G. Jung, uno dei massimi intellettuali del nostro secolo, ma questo di Barbara Hannah, che in tutto e per tutto rispecchia il suo punto di vista, cioè la prospettiva di colei che tra gli allievi ebbe il privilegio di frequentare il maestro anche al di fuori del contesto analitico, è l’unico “vero” ritratto a tutto tondo del padre della psicologia analitica, perché l’autrice si e preoccupata di registrare, senza filtri e abbellimenti, informazioni che altrimenti sarebbero morte con lei.
Nella sua testimonianza, l’Hannah ripercorre l’esistenza di Jung in ordine cronologico, rivelando come dapprima abbia vissuto la propria indagine introspettiva e solo molto più tardi abbia dato formulazione teorica a ciò che aveva direttamente sperimentato. E risponde a quanti lo hanno attaccato per la sua rottura con Freud dimostrando che essa era inevitabile e, a chi lo ha accusato per il supposto “flirt” con il nazismo, testimoniando quanto la voce fosse falsa e calunniosa. Il libro che ne e nato è la fonte più ricca e autentica alla quale attingere per accostarsi a Jung, di cui l’Hannah passa in rassegna tutta la produzione teorica, riassumendo, sintetizzando, spiegando per chiarire, insieme ai “perché” dell’esistenza dello psicologo, i fondamenti culturali e il significato delle sue tematiche centrali.
Barbara Hannah, studiosa di storia dell’arte, si era recata a Zurigo da Jung nel 1929, divenendo sua allieva, amica e collaboratrice intima.
Analista, ha tenuto lezioni all’istituto di quella città intitolato al maestro fin dalla sua fondazione e collaborato a riviste specializzate di psicologia e psichiatria.
Padre Nostro – Preghiera della Liberazione Integrale
Titolo originale: O Pai-Nosso
Autore/i: Boff Leonardo
Editore: Cittadella Editrice
seconda edizione, traduzione di Lino Badino.
pp. 196, Assisi (PG)
«Il postulato della storia e della fede consiste nella ricerca di una liberazione integrale che abbracci tutte le dimensioni della vita umana, corporale e spirituale, personale e collettiva, storica e trascendente. Qualsiasi riduzionismo, sia dal lato dello spirito che da quello della materia, non fa giustizia all’unità dell’uomo, all’unico disegno del Creatore e alla realtà centrale dell’annuncio di Gesù: il regno di Dio, che abbraccia la, totalità della creazione.
Nella preghiera del Signore incontriamo, praticamente, la corretta relazione tra Dio e l’uomo; il cielo e la terra, il religioso e il politico, mantenendo l’unità dello stesso processo di liberazione integrale…
L’impulso con il quale l’uomo si rivolge al cielo e supplica Dio, si dirige anche alla terra e segnala le urgenze terrestri. È lo stesso movimento all’interno di una profonda unità.
È esattamente questa mutua implicanza che produce la trasparenza nella preghiera del Signore» (dall’Autore).
Leonardo Boff, al secolo Genésio Darci Boff (Concórdia, 14 dicembre 1938), ex frate francescano ed ex presbitero, teologo e filosofo brasiliano e scrittore di fama mondiale. È uno dei più importanti esponenti della Teologia della Liberazione.
Ecologia della Nascita – Una Via Antica e Nuova al Parto Naturale
Titolo originale: Birth Reborn
Autore/i: Odent Michel
Editore: Red Edizioni
prima edizione, presentazione di Sheila Kitzinger, traduzione dall’inglese di Cristina Moroni.
pp. 208, nn. fotografie b/n, Como
Ogni donna vorrebbe partorire in un luogo sicuro, accogliente e familiare.
Finalmente un libro torna a farci credere nella possibilità di cambiare l’ospedale, di riportare la nascita alla sua dimensione naturale di momento della vita di coppia, di poter vivere il parto con sicurezza e fiducia.
Michel Odent, noto in tutto il mondo come uno degli iniziatori della nascita senza violenza e del parto in acqua, presenta qui i suoi metodi rivoluzionari: mescolando riflessioni personali e informazioni scientifiche, fotografie di rara intensità e commoventi storie di donne che hanno partorito con lui, ci offre un quadro chiaro, dettagliato e concreto di cosa significa oggi parlare di “ecologia” della nascita.
Presentato da Sheila Kitzinger, il libro riporta in appendice le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per un parto moderno e umanizzato.
Nato in casa nel 1930 con l’assistenza della sola nonna materna, Michel Odent, ha diretto per oltre vent’anni il reparto maternità dell’ospedale civile di Pithiviers, a cui si riferisce l’esperienza presentata in questo libro. Oggi vive e lavora a Londra, dove si dedica ai parti a domicilio e prosegue i suoi studi sulle conseguenze che la nascita e l’accoglienza al neonato hanno sulla salute della persona nel corso di tutta la vita.
Nessun Luogo è Lontano
Titolo originale: There’s No Such Place As Far Away
Autore/i: Bach Richard
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Pier Francesco Paolini, in sovracoperta e nel volume illustrazioni di Ron Wegen.
pp. 48, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano
Può forse una distanza materiale separarci davvero dain amici? Se desideri essere accanto a qualcuno che ami, non ci sei forse già?
Richard Bach partendo dal cuore di un piccolo uccello, va alla ricerca delle verità che da sempre conosce: sull’amore e l’amicizia, sulla vita. Il suo viaggio d’apprendimento può portarvi dovunque volete andare, da chiunque vogliate essere accanto. Chi ha volato con «Il gabbiano Jonathan Livingston» troverà qui tante idee da condividere. Ed è bello pensare che la vera amicizia non è schiava del tempo e dello spazio.
Richard Bach è scrittore e pilota. Ha pubblicato «Stranger to the Ground», «Nothing by Chance», «A Gift of Wings», «The Adventures of a Reluctant Messiah» e i tre volumi già usciti dalla nostra casa editrice «Il gabbiano Jonathan Livingston», «Il biplano» e «Illusioni».
Da diversi anni collabora con articoli e racconti a varie riviste, fra cui periodici specializzati di aviazione. Già pilota dell’Aeronautica Militare, si dedica assiduamente a imprese aviatorie e voli acrobatici.
Ron Wegen laureato al Pratt Institute, ha illustrato «The Rhymes and Runes of the Toad» ed è autore e disegnatore di «Sand Castle» e «Where Can the Animals Go?» che fu l’Honor Book dell’American Library Association.
La Storia dei Papi – Tra il Regno di Dio e le Passioni Terrene
Titolo originale: Historia de los Papas. Entre el reino de Dios y la pasiones terrenales
Autore/i: Laboa Juan María
Editore: Editoriale Jaca Book
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Antonio Tombolini, Emanuela Villa e Anna Serralunga.
pp. 544, Milano
Una storia dei papi in cui il maggior storico della Chiesa spagnolo presenta nella loro successione cronologica (da san Pietro a Ratzinger) tutte le figure dei pontefici, vedendole nel contesto delle varie epoche e nel loro apporto alla storia della Chiesa e dell’umanità.
Si tratta ad un tempo di una storia spirituale che vede il diverso carisma di ogni papa nel riproporre la novità cristiana senza celare, anzi evidenziando, come i papi stessi di volta in volta, possono essere stati irretiti da interessi temporali. Una storia di una città unica, di una istituzione che non cessa di sorprendere nel corso del tempo e di una religione che ha segnato la storia dell’Occidente.
In queste pagine si dipana la storia della grandezza, della religiosità e del peccato di uomini i cui atti non sempre furono modello di virtù e santità, di quella coerenza e di quella fedeltà che essi stessi predicavano ai propri fedeli, ma che, in ogni epoca, sono rimasti decisivo punto di riferimento per i cristiani. È la storia del Cattolicesimo, ma, di fatto, anche storia dei nostri Paesi e della nostra cultura.
Opera che senza timore mette in luce il portato dei papi nella storia, evidenziando tutte le crisi e le contraddizioni che questa istituzione ha vissuto. Il papato resta un’istituzione unica che accanto ai concili, ai sinodi, alla vita della comunità cristiana, ai suoi santi e riformatori, mostra la peculiarità del cristianesimo e la sua capacità, umanamente inspiegabile, di rinnovarsi e di confermare le proprie origini.
Storia della Germania Moderna 1789 – 1958
Titolo originale: «Deutsche Geschichte des 19. und 20. Jahrthunderts»
Autore/i: Mann Golo
Editore: Garzanti Editore
seconda edizione, prefazione dell’autore, traduzione dal tedesco di Marie-Louise Rotsaert Neppi Modona con la collaborazione di Simonetta Sanna Gallizioli.
pp. 656, Milano
Testo scientifico o capolavoro letterario? E la domanda che i critici si posero quando usci in Germania la prima edizione di quest’opera. Ne nacque una polemica che interessa tutta l’Europa e che iscrisse la Storia della Germania moderna tra i maggiori libri del dopoguerra europeo. Golo Mann, figlio di Thomas Mann, sostiene una tesi del tutto eccentrica rispetto ai più noti studi sull’argomento: il nazismo, che lo scrittore chiama «casa degli assassini», non fu il logico sbocco della politica intrapresa dalla Germania fin dai tempi di Federico il Grande, ma la conseguenza di una serie atroce di errori. L’aver preso in considerazione l’elemento umano, il «margine di errore», distingue quest’opera dalle principali correnti della storiografia contemporanea e ne fa un libro unico: ed è anche ciò che induce Mann a distaccarsi a volte dal rigore scientifico per tradurre la storia in autobiografia, in autobiografia di una generazione. Di qui un’altra caratteristica di questa Storia della Germania moderna: il suo vigore passionale, politico e sentimentale. Per Mann, lo scrittore è un politico, non può astrarsi nella presunta obiettività scientifica: e da grande polemista che Mann critica lo smembramento della Germania; egli vede in questo smembramento l’atto che fissa il crollo del nazismo come data ultima della storia tedesca, e che la impietrisce nell’errore fatale del nazismo. La condanna a chiudere la propria storia con l’errore significa, per Mann, impedire alla Germania di superare il nazismo. Così questa Storia della Germania moderna che parte dall’analisi del Settecento si conclude con pagine di altissima passione politica degne di quelle che il padre di Golo scrisse durante l’inferno hitleriano.
Golo Mann, nato il 27 marzo 1909 a Monaco da Thomas Mann e Katja Pringsheim, si laurea nel 1932 con Karl Jaspers. Dal 1935 al 1937 fu lettore di letteratura e storia tedesca all’Ecole Normale Supérieure di St. Cloud e dal 1935 al 1936 all’università di Rennes. Si trasferì nel 1942 negli Stati Uniti dove insegnò storia moderna all’Olivet College (Michigan) e al Claremont Men’s College in California. Dal 1960 insegna come ordinario di scienze politiche alla Technische Hochschule di Stoccarda. Vive attualmente a Kilchberg (Zurigo). Tra le sue opere ricordiamo: Geschichte eines europdischen Staatsmannes (1947), Vom Geist Amerikas (1954), Aussenpolitik (1958), Jahrhunderts (1958), Neue Propyl- den-Weltgeschichte (1960-64)
Informatica Solidale – Storia e Prospettive del Software Libero
Autore/i: Berra Mariella; Meo Angelo Raffaele
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, introduzione degli autori.
pp. 240, nn. figure b/n, Torino
Il successo di realizzazioni importanti come Linux, il sistema operativo concorrente del Windows di Microsoft, e più ancora di internet, frutto della collaborazione di migliaia di ricercatori e programmatori di tutto il mondo, che hanno operato a titolo personale, dà un contenuto di realtà alla prospettiva della «informatica solidale», qui robustamente argomentata.
Ai capitoli dedicati alle tecnologie e al mercato dell’informazione, alla storia del movimento del software libero e di Internet, fanno seguito quelli dedicati al confronto con il software proprietario, all’analisi degli aspetti socioeconomici della nuova modalità di sviluppo del software, agli esempi delle sue applicazioni, alle azioni messe in atto dai vari governi per promuovere lo sviluppo e l’impiego del software libero nella pubblica amministrazione e nelle scuole. Infine, nell’ultimo capitolo, si discute la questione di carattere generale della proprietà intellettuale, di cui il caso dell’informatica e del software è soltanto un esempio emblematico.
Mariella Berra è docente di Sociologia delle reti telematiche presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino. È autrice di numerosi studi pubblicati in riviste e libri, in Italia e all’estero. Per i nostri tipi ha curato Ripensare la tecnologia. Informatica, occupazione e sviluppo regionale (1995).
Angelo Raffaele Meo é docente di Sistemi di elaborazione dell’informazione e reti di calcolatori al Politecnico di Torino. È autore di più di duecento pubblicazioni, Ha diretto dal 1979 al 1985 il Progetto finalizzato Informatica del CNR.
Introduzione
Informatica solidale
1. Pantasoftware
2. Numeri e dollari
3. L’avvento del software libero
4. Internet. Storia di un grande progetto libero
5. Qualità, assistenza e sicurezza nel software proprietario e in quello libero
6. Dono e cooperazione: un nuovo modello di produzione
7. La nascita di un nuovo comparto industriale
8. I ruolo dei governi
9. La questione della proprietà intellettuale
Libertà di Software, Hardware e Conoscenza – Informatica Solidale 2
Autore/i: Berra Mariella; Meo Angelo Raffaele
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, introduzione degli autori.
pp. 356, nn. figure b/n, Torino
Il successo di invenzioni come Internet e di realizzazioni come il sistema operativo Linux e le tecnologie Wi.Fi., frutto della collaborazione spontanea di migliaia di programmatori di tutto il mondo, offre una prospettiva concreta a strategie di sviluppo basate sul dono e la cooperazione. Il modello dell’informatica solidale e quello di una conoscenza aperta e libera, solidamente argomentati, disegnano un futuro possibile di crescita pili eguale, equilibrata, sostenibile e conviviale. Ai capitoli dedicati alle tecnologie e al mercato dell’informazione e delle telecomunicazioni, alla storia e all’ideologia del movimento del software libero e di Internet, fanno seguito quelli dedicati al confronto con il software proprietario, all’analisi delle prospettive e dell’impatto socioeconomico delle nuove e diverse modalità di produzione di software e hardware, agli esempi delle numerose applicazioni, al quadro approfondito del panorama mondiale delle politiche dei governi nazionali e locali nei confronti del software libero e open source. Infine, nell’ultimo capitolo viene discussa una questione centrale per la crescita dell’economia e della società della conoscenza: quella della proprietà intellettuale, di cui il caso del software é soltanto un esempio emblematico.
Mariella Berra é docente di Sociologia delle reti telematiche presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino. E autrice di numerosi studi pubblicati in.riviste e libri, in Italia e all’estero. Per i nostri tipi ha curato Ripensare la tecnologia. Informatica, occupazione e sviluppo regionale (1995).
Angelo Raffaele Meo è docente di Sistemi di elaborazione dell’informazione e reti di calcolatori al Politecnico di Torino. E autore di più di duecento pubblicazioni. Ha diretto dal 1979 al 1985 il Progetto finalizzato Informatica del CNR.
Insieme, i due autori hanno pubblicato presso la nostra casa editrice Informatica solidale (2001)
Introduzione
Libertà di software, hardware e conoscenza
1. Pantasoftware
2. Numeri e ancora dollari
3. L’avvento del software libero
4. Internet, figlia e madre di un grande progetto libero
5. Qualità, assistenza, sicurezza e costo nel software proprietario e in quello libero
6. Dono e cooperazione: un nuovo modello di produzione e di sviluppo
7. La nascita di un nuovo comparto industriale
8. Le politiche dei governi
9. Proprietà intellettuale, disuguaglianze e futuro dell’innovazione
Reishi il Fungo dell’Immortalità
Un rimedio straordinario dalle incredibili proprietà terapeutiche
Autore/i: Schulten Frank-Daniel
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
prefazione del dottor Ivo Bianchi, traduzione di Mariachiara Morra, illustrazioni di Peter Ehrhardt e di Wang Ning.
pp. 160, Vicenza
Il fungo Reishi (chiamato Ling Zhi dai cinesi) è noto da millenni in Oriente per le sue straordinarie proprietà terapeutiche, ma solo di recente è apparso in Occidenteie ed è ora di facile reperibilità anche in Italia. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che le sostanze contenute nel Reishi agiscono direttamente sul sistema immunitario, rafforzando le difese dell’organismo e rendendolo più resistente. Ciò spiega molti degli effetti che, per tradizione, sono stati , ecc.attribuiti al fungo, non ultimo quello di favorire la longevità. Apprezzato come afrodisiaco per uomo e donna, è anche utilizzato per alleviare gli effetti secondari della chemioterapia e della radioterapia. Grazie ai suoi effetti rigeneranti, viene impiegato nella lotta contro il cancro ed è comunemente prescritto per numerosi disturbi, quali allergie, angina pectoris, stati di panico e depressione, artrite, asma, ipertensione, bronchite cronica, diabete, ulcera, reumatismi, insonnia, acne, ecc.
Frank-Daniel Schulten, nato nel 1966, studia da terapeuta a Dortmund e si laurea in psicologia alla Ruhr-Universität-Bochum. Scrittore indipendente ed editore a Iserlohn, ha pubblicato tra l’altro una collana di ristampe di testi antichi di alchimia e spagirica.
Prefazione del dottor Ivo Bianchi
° Il Ling Zhi, un fungo misterioso dagli effetti straordinari
. Tatsuo è guarito
. Le proprietà benefiche eccezionali del Ling Zhi
. Finalmente il Ling Zhi è diventato disponibile in grandi quantità
. In Cina il Ling Zhi è il rimedio numero uno contro l’indebolimento del sistema immunitario
° Il Ling Zhi è un ottimo integratore alimentare
. Acquistare il Ling Zhi
. Conservare il Ling Zhi
. Il Ling Zhi viene venduto in forme diverse
. Il tè: metodo classico di preparazione
. Ling Zhi in polvere
° Il Ling Zhi nella medicina naturale cinese
. Il Ling Zhi è ancora più efficace del ginseng
. Il fungo divino dell’immortalità
. Ling Zhi (secondo Ding Yu-he, le tradizionali piante curative cinesi)
. La magia dei funghi
. Il talismano dei monaci taoisti: Ling Zhi
. La leggenda del Ling Zhi sull’imperatore giallo
. L’imperatore Wu-Ti e uno straordinario fungo dalla forma singolare
. Altre leggende
. Il Ling Zhi in Giappone
° Gli studi scientifici sul Ling Zhi
. Forma e colore del fungo
. Finalmente il Ling Zhi può essere anche coltivato
. Come il ginseng, anche il Ling Zhi è stato studiato accuratamente
. Il Ling Zhi, un rimedio miracoloso?
. Il Ling Zhi, un tesoro dalla farmacia della natura
. I nobili ideali dell’arte medica orientale
° I componenti del Ling Zhi
. È un eccellente adattogeno
. La relazione armoniosa tra le diverse sostanze presenti nel Ling Zhi
. Gli adattogeni, sostanze dall’azione normalizzante
° Il Ling Zhi rinforza il sistema immunitario
. Fu Zeng, un’efficace immunoterapia
° Risultati sconcertanti degli studi sul Ling Zhi
. Stimola l’interferone
. Agisce da antivirale e antibatterico
. Polisaccaride nelle difese immunitarie
. Il dosaggio
. Antiossidanti, proteggono dal cancro e mantengono giovani
. Antiossidanti contro i radicali liberi
. Il Ling Zhi è un efficace antiossidante
. Altre sostanze contenute nel Ling Zhi
° Uno straordinario mix di sostanze efficaci
. Il Ling Zhi, un rimedio contro molti disturbi
° Con successo contro le allergie
. I quattro tipi di allergie
° Patologie autoimmunitarie
° Il Ling Zhi nella terapia contro il cancro
. L’effetto preventivo del Ling Zhi
. Il Ling Zhi nella cura del cancro
. Il Ling Zhi e la vitamina C, una combinazione dell’efficacia garantita
. Resoconti delle varie esperienze
. Il Ling Zhi non è comunque un rimedio miracoloso
° Il Ling Zhi nelle affezioni cardiocircolatorie e in caso di ipertensione arteriosa
. Studi sui diversi quadri clinici
. Il Ling Zhi riduce il colesterolo alto
. Il ling Zhi riduce i trigliceridi alti
. Il Ling Zhi previene le patologie cardiocircolatorie
. Il Ling Zhi associato ad altre erbe curative
° Miscele di tè a base di Ling Zhi
. Il Ling Zhi in caso di arteriosclerosi
. Il Ling Zhi contro l’ipertensione arteriosa
. Il Ling Zhi nella cura dei disturbi cardiaci di origine nervosa
. Il Ling Zhi contro l’angina pectoris
° Altre forme di somministrazione del Ling Zhi
. Aceto di mele a base di Ling Zhi
. Aceto di Ling Zhi per curare le ferite
. Aceto di Ling Zhi per la pelle
. l’olio di Ling Zhi
° Excursus: il Ling Zhi nella spagirica
. Spagirica, separare e riunire
. La quintessenza della materia prima
. Come realizzare una tintura spagirica
° Cura disintossicante del fegato a base di Ling Zhi
. Il Ling Zhi protegge il fegato
. Infusi di Ling Zhi per il fegato
° Cura del digiuno a base di Ling Zhi
. Il digiuno non è adatto a tutti
. Digiunare per una settimana con il Ling Zhi
. Cura del digiuno, primo giorno
. Cura del digiuno, dal secondo al settimo giorno
. Conclusione del digiuno a base di Ling Zhi
° Ling Zhi e Shiitake
. La preparazione dello Shiitake
° Il Ling Zhi cura l’asma e la bronchite cronica
. Miscela di tè utili in presenza di patologie asmatiche e bronchitiche
° Il Ling Zhi nelle malattie da raffreddamento
. Miscele a base di Ling Zhi per la prevenzione e la cura delle malattie da raffreddamento
. L’afrodisiaco degli imperatori
° Il Ling Zhi e il diabete
. tè di Ling zhi contro il diabete
° Reumatismi e affezioni delle ossa e delle articolazioni
. Miscele di tè a base di Ling Zhi contro le affezioni reumatiche, articolari e ossee
° Ulcera gastrica e duodenale e altre patologie del tratto intestinale
. Tè di Ling Zhi per stomaco e intestino
° Miscele di tè per ridurre lo stress e per favorire il rilassamento
. Il ling Zhi stimola le forze spirituali
. Un fungo curativo anche per gli animali domestici
. La ricerca continua
Appendice
Bibliografia
Note
Nota sull’Autore
Fonti di riferimento
Metafisica
Metafisica – Roma, Scuderie del Quirinale 27 settembre 2003 – 6 gennaio 2004
Autore/i: Autori vari
Editore: Electa
a cura di Ester Coen, traduzioni di Maria Baiocchi, Alessandro Bertinetto, Francesco De Angelis, Graziella Fantini, Dimitrios Zikos , immagine in copertina: Giorgio De Chirico, Le temple fatal, 1914 particolare (cat. 14).
pp. 292, Milano
Un’acuta rivisitazione della Metafisica e del suo impatto sull’arte contemporanea. La mostra è un’occasione unica per vedere dipinti di straordinaria tensione emotiva, raramente esposti in Italia e provenienti da prestigiosi musei e istituzioni internazionali.
Uno straordinario nucleo di dipinti di Giorgio De Chirico proveniente dal Museum of Modern Art di New York. Accanto ai capolavori classici della Metafisica, le opere di grandi artisti come Mirò, Picasso, Magritte, Dalì, Brancusi e Giacometti, profondamente suggestionati dal nuovo linguaggio di De Chirico e Carrà. Dopo oltre venti anni dalla mostra organizzata a Palazzo Grassi a Venezia, la Metafisica, a cura di Ester Coen, si profila come un evento di assoluta rilevanza, incentrato su un fenomeno culturale che ebbe conseguenze molto profonde sull’arte europea e statunitense. Dai dipinti di De Chirico alle suggestive e preziose opere di quei grandi artisti, come Carrà, Mirò, Picasso, Ernst, Magritte, Dalì, Gorky, Tanguy, Morandi, De Pisis, Sironi che, affascinati dalle atmosfere dechirichiane, crearono immagini di profondo incanto anche per le future generazioni. Saranno inoltre esposte alcune affascinanti sculture di Brancusi o Giacometti.
Lo Sviluppo della Nozione di Tempo nel Bambino
Titolo originale: Le dèveloppement de la notion de temps chez l’enfant
Autore/i: Piaget Jean
Editore: La Nuova Italia
prima edizione, introduzione di Maria Silvia Barbieri e Laura Ruozzi, prefazione dell’autore, traduzione di Gioia Gorla.
pp. XXXII-304, Firenze
Quest’opera è nata da un suggerimento di Albert Einstein a Jean Piaget. L’intuizione soggettiva del tempo è primitiva o derivata? Ed è subito solidale, o no, con quella della velocità? Questi problemi presentano un reale significato nell’analisi della genesi dei concetti nel bambino oppure la costruzione delle nozioni temporali è compiuta prima di esprimersi.
Sul piano del linguaggio e della riflessione cosciente?
Piaget ha dedicato molti anni a queste ricerche e ne ha tratto risultati che interessano, per esempio, la psicopatologia e la psicopedagogia. Ma quel che più conta è rilevare la modernità e l’attualità di Piaget. Nel proporre un’analisi di carattere cognitivo dello sviluppo di quei concetti attraverso cui si struttura la rappresentazione temporale e nell’evidenziare le operazioni logiche ad essa necessarie, egli anticipa quel progetto di analisi della mente e dei suoi processi che tanta fortuna sta avendo in Italia sotto il nome, pur dalle molteplici accezioni, di cognitivismo.
Introduzione di Maria Silvia Barbieri – Laura Ruozzi
IX. Alcune precisazioni
XIII. La posizione di Piaget
XIV. La posizione di Fraisse
XVII. La lettura di Montangero
XX. Il formalismo piagetiano
XXIV. Il contributo della psicolinguistica
XXX. Bibliografia
Prefazione
Parte I
Le operazioni elementari: tempo e movimento
I. L’ordine degli eventi
1. La tecnica adottata
2. Il primo stadio: le difficoltà a ricostituire la serie globale
3. Il secondo stadio: collocamento corretto dei disegni completi, ma fallimento della seriazione dei disegni I e II tagliati. Il primo sottostadio (II A): incapacità nella seriazione totale
4. Il secondo stadio: sottostadio II B: insuccesso iniziale, poi riuscita empirica
5. Il terzo stadio: co-seriazione operatoria dei disegni separati e comprensione delle relazioni di successione e di simultaneita
II. La durata degli intervalli
1. Il primo stadio: mancanza del concetto di durata
2. Il secondo stadio: intuizione articolata della durata, ma mancanza di coordinazione operatoria
3. Il secondo stadio
4. Il terzo stadio: la composizione Operatoria delle durate qualitative e la misura del tempo
5. Le operazioni elementari e i loro principali «raggruppamenti»: l’ordine di successione e L’inclusione delle durate
Conclusioni
Parte II
Il tempo fisico
III. La successione degli eventi percepiti
1. La tecnica delle esperienze e i risultati generali
2. Il primo stadio: successioni temporali e spaziali indifferenziate
3. Il secondo stadio
4. Il secondo stadio
5. Il terzo stadio: successione e durate operatorie
Conclusioni
IV. La simultaneità
1. Il primo stadio: mancanza di simultaneità e durata proporzionale al cammino percorso
2. Il secondo stadio: differenziazione delle intuizioni (inizi di simultaneità, durata inversamente proporzionale al cammino percorso, ecc.)
3. Lo stadio III: coordinazione immediata della simultaneità e del sincronismo
4. Il ruolo dei movimenti del soggetto: i movimenti dello sguardo nella simultaneità e la successione temporale di ordine percettivo
5. Conclusione dei capitoli III e IV: la genesi della successione e della simultaneità
V. L’uguagliamento delle durate sincrone e la transitività delle relazioni di uguaglianza di tempo
1. Il primo stadio: né simultaneità né sincronismo né quantificazione dei liquidi colorati
2. Il secondo stadio. Sottostadio II A: rapporto inverso del tempo e della velocità e previsione corretta della velocità di riempimento in funzione della grandezza delle bottiglie; simultaneità, ma non sincronizzazione delle durate né quantificazione corretta del liquido colato
3. Il sottostadio II B del secondo stadio: la scoperta empirica della sincronizzazione
4. Il terzo stadio: sincronizzazione e quantificazioni immediate
5. La domanda V: transitività del sincronismo e dell’uguaglianza delle quantità colate
VI. L’inclusione delle durate e la transitività delle relazioni di disuguaglianza di tempo
SEZIONE I – L’INCLUSIONE DELLE DURATE
1. Il primo stadio: mancanza di confronto due per due
2. Il secondo stadio. Sottostadio II A: confronto due per due ma mancanza di coordinamento delle coppie tra loro
3. Il sottostadio II B: scoperta empirica del risultato corretto per tre termini ma insuccesso per quattro
4. Lo stadio III: seriazione e inclusione operatorie
SEZIONE IL – LA TRANSITIVITA DELLE RELAZIONI DI INUGUAGLIANZA DELLE DURATE INCLUSE E DELLE RELAZIONI DI UGUAGLIANZA PER SINCRONISMO
5. Lo stadio I: nessuna transitività
6. Il secondo stadio: non transitività (sottostadio A) e poi scoperta empirica della transitività (sottostadio B)
7. Il terzo stadio: deduzione esatta basata sulla transitività delle relazioni; e conclusioni: la transitività dei rapporti di durata e la decentrazione dell’intuizione
VII. L’additivita e l’associativita delle durate
1. La tecnica dell’esperienza e i risultati generali
2. Gli stadi I e II A: mancanza di sincronizzazione delle durate elementari, di additività e di associatività
3. Il sottostadio II B: sincronizzazione delle durate parziali, ma mancanza di additività e di associatività
4. Il terzo stadio: additività e associatività immediate
VIII. La misura del tempo e lisocronismo delle durate successive
1. L’isocronismo e la conservazione della velocità degli orologi
2. Isocronismo e sincronismo
3. L’isocronismo e la costruzione delle unita temporali
Parte III
Il tempo vissuto
IX. La nozione di eta
1. L’eta delle persone
2. L’eta delle persone
3. L’eta degli animali e delle piante e la dissociazione tra l’eta e la statura
4. La corrispondenza delle eta con velocita diverse di crescita
5. La corrispondenza delle eta, a uguali velocità di crescita
6. Conclusione: la nozione di età
X. Il tempo dell’azione propria e la durata interiore
1. Le reazioni alla velocità dell’azione
1 bis. Verifica per mezzo del metronomo
2. Il rapporto tra la valutazione delle durate e la difficolta dell’azione
3. Il tempo dell’attesa e quello dell’interesse
4. Conclusione: il tempo psicologico
Conclusioni
Indice dei nomi
La Genesi del Numero nel Bambino
Titolo originale: La Genèse du nombre chez l’enfant
Autore/i: Piaget Jean; Szeminska Alina
Editore: La Nuova Italia
seconda ristampa, prefazione di Jean Piaget, traduzione di Adriana Valori Piperno.
pp. XIII-390, Firenze
Questa «classica» ricerca di Piaget è del 1941, ma non ha perso nulla della sua profondità e del suo stimolante «smalto» intellettuale. Essa viene dopo le ricerche sul linguaggio e il pensiero, sul giudizio e il ragionamento nel bambino, dopo quelle relative alla rappresentazione del mondo e alla causalità fisica nel bambino, dopo gli studi dedicati alla nascita dell’intelligenza e alla costruzione del reale nel bambino. Ora Piaget, per superare le tappe preliminari e arrivare ai meccanismi formatori della ragione stessa, cerca in che modo gli schemi sensorio-motori dell’assimilazione intelligente si Organizzano sul piano del pensiero in sistemi operanti.
Al di qua delle costruzioni verbali e come prolungamento dell’attività pratica, si tratta dunque di seguire la rete delle operazioni che generano il numero e le quantità continue, lo spazio, il tempo e la rapidità, ecc., e che, in questi campi fondamentali, conducono dalla prelogica intuitiva ed egocentrica alla coordinazione razionale deduttiva e sperimentale ad un tempo.
Prefazione
PARTE PRIMA
LA CONSERVAZIONE DELLE QUANTITÁ E L’INVARIABILITÁ DEI COMPLESSI
I. La conservazione delle quantità continue
1. La tecnica adottata e i risultati generali
2. Il primo stadio: assenza di conservazione
3. Il secondo stadio: risposte intermedie
4. Il terzo stadio: la conservazione necessaria
II. La conservazione delle quantità discontinue e le sue relazioni con la corrispondenza biunivoca e reciproca
1. Il primo stadio: assenza di conservazione
2. Il secondo stadio: inizio di costituzione di complessi permanenti
3. Il terzo stadio: conservazione e coordinazione quantificante
PARTE SECONDA
LA CORRISPONDENZA CARDINALE E ORDINALE TERMINE PER TERMINE
III. La corrispondenza provocata e l’equivalenza delle raccolte corrispondenti
1. La corrispondenza termine per termine tra i bicchieri e le bottiglie
2. La corrispondenza tra i fiori e i vasi o tra le uova e 1 porta-uovo
3. Lo scambio uno contro uno tra i soldi e le merci
4. Scambio uno contro uno con numerazione parlata
IV. La corrispondenza spontanea e la determinazione del valore cardinale dei gruppi
1. La riproduzione delle figure
I. Il primo stadio: comparazione qualitativa globale
2. La riproduzione delle figure
II. Il secondo stadio: corrispondenza qualitativa di ordine intuitivo e
III. terzo stadio: corrispondenza operante (qualitativa e numerica)
3. Le file semplici
I. Il primo stadio: confronto globale e valutazioni fondate sullo spazio occupato o sulla densità degli elementi
4. Le file semplici
II. Il secondo stadio: valutazione per corrispondenza intuitiva senza equivalenza durevole
III. Il terzo stadio: corrispondenza operante con equivalenza necessaria
5. Conclusioni
V. La seriazione la similitudine qualitativa e la corrispondenza ordinale
1. La tecnica dell’esperienza e i risultati generali,
2. La costruzione della corrispondenza seriale (similitudine qualitativa)
3. Dalla corrispondenza seriale alla corrispondenza ordinale,
4. La ricostruzione della corrispondenza cardinale
VI. L’ordinazione e la cardinazione
1. L’esperienza dei bastoni e il problema della seriazione
2. I cartoni in scala
3. I tappeti e gli ostacoli
4. Conclusioni: ordinazione e cardinazione
PARTE TERZA LE COMPOSIZIONI ADDITIVE E MOLTIPLICATIVE
VII. La composizione additiva delle classi e i rapporti della classe e del numero
1. Tecnica impiegata e risultati generali
2. Il primo stadio; assenza di composizione additiva
3. Il secondo e il terzo stadio e la reversibilità progressiva delle operazioni
4. La composizione additiva delle classi e il numero
VIII. La composizione additiva dei numeri e le relazioni aritmetiche tra la parte e il tutto
1. Le tecniche adottate e i risultati generali
2. Le relazioni tra le parti e il tutto e i cambiamenti di composizione delle parti
3. L’egualizzazione di quantità diverse
4. La suddivisione in due parti uguali
5. Conclusione
IX. La coordinazione delle relazioni di equivalenza e la composizione moltiplicativa dei numeri
1. La costituzione della corrispondenza termine per termine e la composizione delle relazioni di equivalenza
2. Gli stadi della composizione delle relazioni di equivalenza
3. La corrispondenza multipla e la moltiplicazione numerica
4. Conclusione: la moltiplicazione delle classi e quella dei numeri
X. Le composizioni additive e moltiplicative delle relazioni e legualizzazione delle differenze
1. I problemi e i risultati generali
2. Lo sviluppo della misura (problemi I-III)
3. La composizione delle relazioni e quella delle unita numeriche
4. Conclusioni
Indice dei nomi
Impresa e Territorio
Autore/i: Autori vari
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione e cura di Gioacchino Garofoli, edizione a cura dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne.
pp. 624, Bologna
Il contesto economico locale è divenuto negli anni più recenti particolarmente cruciale per i processi decisionali, di crescita e di capacità competitiva dell’impresa, che trova spesso nel territorio un elemento determinante per le proprie strategie. Il territorio, infatti, rappresenta l’insieme di conoscenze, competenze e regole che condizionano l’operare dell’impresa, facilitandone l’orientamento all’innovazione. Questo volume, frutto del contributo di importanti studiosi del settore italiani e stranieri, presenta lo «stato dell’arte» sulla questione dello sviluppo ancorato al contesto territoriale e affronta in particolare i legami che si stabiliscono tra impresa, sviluppo economico e territorio. Uno strumento utile per comprendere le relazioni complesse tra politiche industriali a sostegno diretto dell’impresa e politiche di sviluppo e di sostegno al territorio, che vanno indirettamente a beneficio delle imprese, specie di quelle di piccola e media dimensione.
Gioacchino Garofoli, Presidente dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali, e professore ordinario di Politica economica nella Facoltà di Economia dell’Università dell’Insubria. Tra le sue pubblicazioni: «Economia del territorio» (EtasLibri, 1992), «Modelli locali di sviluppo» (Angeli, 1991), «Industrializzazione diffusa in Lombardia» (Irer-Angeli, 1983), «Endogenous Development and Southern Europe» (Avebury, 1992).
Carnera – L’Uomo più Forte del Mondo
Autore/i: Santini Aldo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 238, 51 fotografie b/n f.t., Milano
Quella di Primo Carnera é la storia di un uomo entrato nella leggenda per la sua corporatura gigantesca e per la sua forza, per 1 suoi pugni demolitori. E la storia di un emigrante che sbarca il lunario facendo il lottatore in un circo della provincia francese, che viene iniziato alla boxe, che entusiasma le folle di Parigi e di Londra, che tenta l’avventura in America, che manda in delirio i «paisà» di Brooklyn e conquista il titolo di campione del mondo dei pesi massimi.
Solo allora l’Italia lo scopre e lo innalza nell’olimpo delle glorie nazionali. E l’Italia degli anni Trenta, l’Italia di Mussolini che lo accoglie trionfalmente al suo ritorno in patria. Napoli, Genova, Roma sono le tappe della sua apoteosi. Lo vestono con l’uniforme fascista, lo fanno salire in camicia nera sul ring di piazza di Siena, davanti a tutti i gerarchi e a settantamila spettatori. Lo adottano come simbolo di un’Italia giovane e virile, atletica, capace di piegare qualunque avversario. Gli italiani si misurano in lui, anche quelli sotto il metro e sessanta. Carnera diviene uno strumento del fascismo e della sua propaganda. Ma sarà rinnegato appena un anno dopo, nel giugno 1934, quando perderà il titolo, a New York, umiliato da un rovinoso kappaò. Aldo Santini ricostruisce la storia di Carnera, esaltante e insieme commovente, facendoci conoscere da vicino i «grandi» della boxe, da Dempsey a Tunney e a Firpo, da Max Baer a Max Schmeling (l’«ulano della morte» caro a Hitler), da Paulino Uzcudun a Joe Louis, ma anche l’America del «giovedì nero» e del proibizionismo, L’America della mafia che «proteggeva» Carnera e lo derubava, l’America di Roosevelt che applaudiva i trasvolatori di Balbo e guardava con ammirazione a Mussolinti.
La storia di questo «gigante buono» definito «l’uomo più forte del mondo» e «la montagna che cammina» e, con ingenerosa ironia, «la torre di gorgonzola», di questo colosso vulnerabile, che, abbandonato da tutti, troverà infine il grande amore, e riuscirà a tornare popolarissimo, nel dopo-guerra, con la lotta libera, e soprattutto i ritratto di un’epoca che vide l’Italia cercare prestigio perfino con il mito di un pugile. Un’Italia che era destinata a sfasciarsi, lo sappiamo bene. Il mito di Carnera, invece, e rimasto intatto. E questo libro, che si legge come un romanzo, ci aiuta a capire perché.
Aldo Santini, giornalista livornese, è stato «inviato» del settimanale «L’Europeo» dal 1968 al 1979 e attualmente lo é di «Oggi». Fra l’altro è autore di Livorno ammiraglia, Cento anni di Accademia Navale (Belforte, 1981) e di Nuvolari (Biografie Rizzoli, 1983).
L’Ebraico è Facile
Autore/i: Tirkel Eliazer
Editore: Editrice la Giuntina
testo italiano a cura di Gaio Sciloni.
pp. 272, nn. illustrazioni b/n, Firenze
Eliazer Tirkel, l’ideatore del sistema di studio su cui è basato questo libro (di cui esistono edizioni per chi parla l’inglese, il francese, il tedesco, il russo, lo spagnolo…) è stato per più di quarant’anni insegnante d’ebraico in Israele e in altri paesi. Il materiale accumulato dal Tirkel durante tutta la sua vita di “maestro d’ebraico” ha servito al Dott. Joseph A. Reif, dell’Università Bar-Ilan, a redigere questo volume, il cui l’Autore venne a morte poco dopo aver consegnato il manoscritto alle stampe.
Lo Sguardo Senza Occhio – Esperimenti sulla Mente Cosciente tra Scienza e Meditazione
Autore/i: Bertossa Franco; Ferrari Roberto
Editore: Edizioni AlboVersorio
nuova edizione, prefazione e introduzione degli autori.
pp. 224, nn. illustrazioni b/n, Milano
Lo sguardo senza occhio. lo sono il cervello? O un programma senziente? E soprattutto: chi se lo sta chiedendo? Un viaggio attraverso i più recenti studi scientifici e filosofici sulla coscienza e la mente umana. Un viaggio fino alle radici della mente in oriente e occidente, in realtà una risalita a monte: prima dei pensieri, delle emozioni, delle spinte inconsce. Prima di questi anni e di questo mondo. Prima, e da sempre, è acceso Lo sguardo che vede tutto questo. Ha una origine, un occhio? Lo sguardo si apre su un mondo reale o virtuale? Lo sguardo è un fatto, sperimentabile. Indubitabile. È il luogo del nostro principio, l’ultima terra sconosciuta, l’unica reale. Chi è lo sguardo?
Non è difficile ottenere l’ammissione della realtà di “Io” anche da un convinto materialista, basta che sia disposto a rispondere ad alcune domande, del tipo: “Se tutto ciò che esiste sono alcuni complicati processi biochimici del tuo cervello, perché ti interessa cosa sono quei processi?” Eugene P. Wigner (fisico e premio Nobel)
Prefazione:
«Avete tra le mani uno strano libro. Sembra che parli di molte cose: fantascienza, teorie della mente, meditazione, biologia, informatica, filosofia buddista, scienze cognitive… In realtà parla soltanto di una non-cosa, ma che è presente in tutte: noi stessi, riassunti nello sguardo della coscienza che si apre su tutte le cose. Questo “tutte-le-cose” si presenta intorno allo sguardo come in una visione collettiva, una Matrix di idee e teorie. Se state leggendo e capendo queste righe, allora siete sguardi coscienti.
E qui inizia il problema.
Cos’è la coscienza? Come funziona? In che rapporto è con il mondo? Cosa posso dire “reale”? E soprattutto: chi si sta chiedendo tutto questo?
Se da un lato l’evidenza di un Qui dell’esperienza si impone, dall’altro deve fare i conti con ricerche scientifiche e concettuali ormai avanzatissime, che lo mettono in dubbio: dopo la de-spiritualizzazione del mondo, anche la mente ha perso ogni carattere di esperienza per diventare un meccanismo da smontare e rimontare. Ma si va anche oltre: alcune ricerche suggeriscono una de-materializzazione della mente in cui il mondo “reale” assomiglia sempre di
più a un costrutto mentale e la mente a una rete di significati privi di ogni fondo stabile.
Consideratelo un percorso, ma tenete sempre presente che una cosa è conoscere la strada, un’altra cosa camminarci: lo scopo non è convincersi di una teoria, ma di incamminarsi verso l’esperienza stessa della coscienza in atto. È importante, più che assemblare risposte altrui, stare vicini alle proprie domande e precisarle, anche grazie all’aiuto di alcuni grandissimi pensatori e scienziati. Affrontare la questione della coscienza coinvolge una strana miscela di fattori: prima di tutto la domanda, la sensazione di qualcosa che non quadra nel mondo, poi una certa audacia e, non ultimo, è necessario un metodo. Il resto è esperienza, è la soglia che ognuno deve attraversare da sé. Ci auguriamo che leggere questo libro vi piaccia almeno quanto è piaciuto a noi scriverlo. E se dopo la lettura di ogni capitolo vi ritroverete un po’ sconcertati, pieni di domande e con un senso di sospensione, allora siete all’inizio di una soglia. Sta a voi attraversarla. Bologna, Natale 2004»
Cos’è matrix? E cos’è la mente che lo guarda?:
«Wake up, Neo. Matrix has you. È la frase che compare sul computer del protagonista di un grande film: Matrix2. Questo non è un libro sul film e nello stesso tempo lo è. Perché è un libro sulla coscienza, ed anche Matrix è un film sulla coscienza: è una storia sulla coscienza, di come la coscienza di un bambino percepisce il mondo degli adulti. Matrix è un film sulla nascita e l’evoluzione della coscienza: inizia come un fenomeno pazzesco e poi le cose vengono normalizzate e riempite di senso. È un’opera straordinaria, interpretabile in molti modi ma della quale qui ci interessano soprattutto i significati relativi allo studio della mente umana. E le riflessioni che permette sulle variegate operazioni condotte da scienza, filosofia, psicologia e religioni per riempire di senso e significati il fenomeno “pazzesco” della coscienza. Il primo scenario che Matrix ci propone è semplice e scandaloso: forse sono prigioniero di una realtà illusoria, che mi possiede. Forse la verità è che il mondo davanti a me non esiste, non so con certezza se esistono altre persone vere e coscienti: dunque ci sono solo io? Si spalanca il dubbio che tutto il mondo possa essere solo un sogno ad occhi aperti, una simulazione. “Cosa è Matrix?” chiede il “Signor Anderson”, il protagonista del film. E una misteriosa ragazza in nero sussurra: “La risposta è tutto intorno a te”. Tutto il mondo, le altre persone… sono solo una matrice che ci avvolge, uno spazio-tempo virtuale. Il protagonista è sottoposto da alcuni pirati informatici (hackers) ad uno spettacolare risveglio cibernetico che lo libera dal doppio utero (il significato latino del termine matrix) nel quale è sempre vissuto: fisico – la vasca di liquido in cui era tenuto fin dalla nascita – e mentale – il programma interattivo chiamato Matrix connesso direttamente al cervello con uno spinotto sulla nuca, che simula la sua vita nel 1999.
Quando il protagonista si risveglia perde la sua vecchia vita, il suo ruolo nella matrice, il suo corpo digitale. Il “Signor Anderson” è morto, resta solo Neo, l’identità con cui era conosciuto come hacker nella rete. Ma anche al di fuori dell’utero mentale, come sapere cosa è veramente reale? Forse anche il mondo del 2200 è un altro Matrix… Nessuna identità in cui risvegliarsi è sicura. Da qui sentiamo di nuovo, come da bambini o in momenti di grande intensità emotiva, che la coscienza è un fatto “pazzesco”: è un sentire inquieto, a tratti angosciato ma frammisto al fascino della scoperta. E in quell’inquietudine è nascosta la nostra domanda: “Cosa è Matrix? Cosa è questo pazzesco io-coscienza che guarda il mondo?”.
Molti bambini riportano i dubbi di essere dentro a un sogno, o a un grande gioco circondati da robot con comportamenti umani, programmati per allevarli. Una visione fredda che li spinge a cercare calore e sicurezza, ma che non viene mai fugata del tutto perché resta il sospetto che anche il calore sia solo un’illusione del grande gioco. A parte un atto di fede e adesione alle convenzioni, i bambini non sono sicuri di come stanno veramente le cose.
Le riflessioni infantili sul “questo mondo è vero?” “Ci sono solo io?” sono comuni, anche se i bimbi stessi non le comunicano volentieri. Non è un problema psicologico dovuto alla scarsa relazione o al rinchiudersi in sé, anche se i due aspetti possono coesistere, ma una questione filosofica della massima importanza: non si tratta di una difficoltà relazionale ma di una perplessità esistenziale. Nella sceneggiatura del film, quando il protagonista pone la sua
domanda al capo dei ribelli, questa prospettiva si apre ovunque:
– Cosa è Matrix?
– Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando vai alla finestra, quando accendi la televisione. Lo avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
– Quale verità?
– Che tu sei uno schiavo, Neo. Sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore: una prigione per la tua mente.
“Matrix ha te”: sei imprigionato in un incantesimo. Se vi calate nell’esperimento, nasce un sentimento prezioso: un senso di stranimento e di perplessità, che destabilizza la normalità del vivere cui ci si aggrappa, e che porta in sé una domanda: allora c’è qualcosa di certo e reale su cui fondarmi, o tutto potrebbe essere illusorio?
La prima risposta può essere: il mondo è forse illusorio, ma io no. Io sono una mente e un corpo che vivono dentro a una realtà indefinita, forse digitale. Ma forse questo è troppo semplicistico: ci sono momenti in cui non sappiamo ancora dire “mente” o “corpo”, e già siamo accesi. Vediamo quali.»
Uscita dalle stanze della mente:
«Quando il protagonista del film esce da Matrix, risvegliato nella sua vasca di liquido amniotico, è solo uno sguardo, non sa né chi è né che cosa sta succedendo. È un’esperienza più comune di quanto si creda: non vi siete mai svegliati in piena notte, al buio, magari a casa d’altri o in albergo, e siete rimasti per un attimo senza ritrovarvi?
Quando capita, ci si ritrova solamente accesi nell’oscurità, senza superfici note o oggetti a portata di mano. Il respiro accelera, qualcosa annaspa, lancia sguardi nel niente cercando di afferrare un brandello di ricordo: cosa sono? Dove sono? Che storia ho?
Dopo qualche istante, velocissimo, qualcosa recupera l’identità personale, riconosce l’ambiente intorno a sé, le relazioni che ci legano a quel luogo. Davanti allo sguardo senza qualità – che pure non è niente – si ricostruisce una “identità-mondo”, una descrizione della realtà che riporta alla normalità e trasforma lo sgomento in un rassicurante: “Ecco, sono XY e sono qui nella città di ZQ. Domani devo andare a lavorare.”. In un istante viene generata la rete di simboli e relazioni che è la nostra personale neuro-simulazione.
Molti ammettono di vivere qualche variante di questa esperienza, soprattutto dopo il riposo del pomeriggio. Il risveglio “smarrito” – ed anche questa è una sensazione diffusa – lascia un ricordo di disagio. Come restare senza casa (chi ha subito anche solo la minaccia di uno sfratto sa quanto è sgradevole), privi di quella Matrix in cui mi colloco e mi riconosco. La mente è la mia casa; dopo un risveglio improvviso o un attimo di stranimento ci si ritrova nelle sue stanze familiari (funzioni di memoria, ragionamento, progettazione, affettività, ecc.), con il solito rassicurante mondo davanti a sé. Tuttavia queste brevi incursioni in cui si resta “fuori casa” – avendo perso anche l’idea di una chiave per rientrare – lasciano, insieme allo spaesamento, un sapore intrigante.
Questo sapore affascinante è simile allo stupore che gli antichi dicevano fosse alla base della ricerca filosofica. Lo stesso stupore oggi dà origine a decine di scuole che studiano la mente umana, che riducono un fatto “pazzesco” a un normale evento neurale. La scienza degli ultimi anni ha fatto enormi progressi nello studio di queste stanze, le funzioni cerebrali, e si pone domande pratiche di grande importanza: come funziona? Come distingue tra le percezioni e come reagisce? Come ricorda? Come riunisce tutte le informazioni creando una scena interiore unitaria? Come ripararla se è danneggiata?
Si cerca di simulare la mente con programmi informatici rivoluzionari come le reti neurali artificiali, oppure si analizzano dati empirici tratti dalle ricerche sul cervello e sul sistema nervoso: secondo queste ricerche ormai decennali alcuni scienziati e filosofi di grande fama hanno avanzato teorie generali della mente che possano ridurre quest’ultima a meccanismi di base.
Anche se normalizzato, una parte di quel sapore rimane sospeso, in forma di domanda priva di un preciso programma di ricerca: se io ci sono anche quando non penso, quando non riconosco… chi abita le stanze della mente? Cos’è quel qualcosa che lancia lo sguardo su Matrix quando appare?
2. Chi abita le stanze della mente?
Torniamo ad esaminare lo stato di pre-mente che si vive in un improvviso risveglio notturno, prima che parta la funzione del riconoscimento. Solo uno sguardo acceso e sensibile, cosciente di sentire ma incapace di dire cosa è, cosa sente, che non riesce a collocare i dati, a definire un
contesto. Lo sguardo è comeun fiotto di luce che si apre sul mondo, inizialmente buio. È uno sguardo con il quale siamo in linea: quindi non lo vediamo, ma piuttosto lo cavalchiamo.
Nasce allora una domanda proprio su questo sguardo: è un’altra funzione prodotta dal cervello, oppure è ciò che precede e attraversa le funzioni cerebrali che abbiamo chiamato le stanze della mente? Ed anche ora, questo stesso domandarci: è un prodotto del cervello o è lo sguardo domandante che si apre sulla questione “è un prodotto del cervello?”? Un breve episodio personale può chiarire la questione:
Ricordo con precisione un istante in cui la questione si impose. Ero studente e preparavo un esame di neurofisiologia, quando mi ritrovai una sera ad una festa. C’erano molte ragazze carine ed io, spinto dalla mia biologia, volevo ovviamente procurarmi la più ampia possibilità riproduttiva. Per cui mi ritrovai a fare sfoggio dell’unica cosa che mi occupava la mente in quel periodo – il cervello – con un paio di graziose giovani femmine della mia specie. Una di esse ad un certo punto mi fece la domanda fatale: “Allora, come si produce un pensiero?”.
D’un tratto, mentre richiamavo alla mente tutte le nozioni di neuroscienze per abbozzare una risposta, realizzai con un brivido che stavo pensando! Quel nuovo pensiero come si produceva? Restai paralizzato, non osando pensare nulla. Solo contemplavo “pensiero”, solido come uno strano oggetto… cos’è? Da dove viene?
In pochi attimi mi accorsi che non potevo restare lì – non lì alla festa, che ormai non vedevo più, ma nello sguardo sul pensiero – perché anche il contemplare e domandare sul pensiero erano pensiero, e non sapevo da dove nascessero. Allora mi misi a cercare una risposta, ma “cercare” era un altro strano evento che avrei dovuto giustificare… cercando una risposta.
Tutto questo si svolse in una manciata di secondi, dei quali ricordo esattamente la luce della stanza, le espressioni delle persone ed il colore delle maniche arrotolate della mia camicia.
Dall’esterno appariva solo il mio viso attonito, che balbettava imbarazzato. Le due ragazze in breve conclusero che non ero certo un buon candidato per il miglioramento della specie, e con scuse gentili si allontanarono verso il buffet.
Volendo conoscere la mente si vivono momenti di “stranimento cognitivo” in cui a monte sia del cervello, sia delle stanze delle funzioni mentali si evidenziano atti primi – accorgersi di pensare, contemplare, domandare – sconosciuti perché riflessi solo su di sé. Resta un senso di centralità, l’esperienza accade qui, e si è spinti a chiedersi: chi o cosa abita il cervello e queste stanze mentali?
L’abitante è quello stesso sguardo che annaspa nel buio al risveglio e che vede ricostruirsi l’identità, i ricordi del luogo e del tempo in cui siamo – la nostra personale Matrix. Le diverse scuole che si occupano di studiare la mente umana cercano di descrivere lo sguardo come se stesse davanti a noi, e anche nel quotidiano concepiamo noi stessi “in terza persona”, come ci vedono, da fuori, gli altri.
In realtà, nessuno vive in terza persona. E nessuno muore, in terza persona. Abbiamo riportato questi episodi per portare subito l’attenzione più sull’aspetto dell’esperienza che sul ragionamento epistemologico e filosofico. Crediamo che la mente vada indagata in modo coinvolgente, ricco di esperimenti e sensazioni. Ad esempio la perplessità di non sapere da dove viene un pensiero, lo smarrimento di certe esperienze di risveglio dal sonno; il brivido freddo del dubbio solipsista: “Come faccio a sapere se gli altri sono coscienti? Forse ci sono solo io?”. A volte sono sensazioni disagevoli, ma sempre intrecciate al fascino del-l’ignoto; in genere queste esperienze restano impresse con un sapore inconfondibile, che fa dire “sì… qualcosa di significativo… ma non saprei…”
3. Esperienza e Poesia
Matrix è anche un’opera ricca di simboli e riferimenti alla società del-l’informazione, e alle religioni orientali ed occidentali, dei quali non ci occuperemo. Manterremo l’attenzione ai suoi significati filosofici ed esperienziali: come altri film, possiamo considerarla una forma di micromitologia, un modo per indicare in una storia lontana qualcosa che riguarda la nostra esperienza immediata. È il percorso di una domanda, la stessa che dà vita a questo libro, la domanda su cosa sia Matrix, e cosa sia lo sguardo che la contempla. Forse non tutto quello che diremo sul film era nella mente dei suoi creatori, ma l’arte ha la capacità di esprimere per accenni e suggerimenti ciò che spesso è senza parole: tuttavia le parole dei giovani registi (nel 1999 avevano 31 e 33 anni) sembrano tracciare un percorso simile a quello che ci interessa:
Siamo rimasti affascinati dall’idea che matematica e teologia siano due strutture identiche.
Entrambe iniziano con un principio [NdA: Dio o i principi logici] dal quale poi deriva una moltitudine di regole. E quando prendi tutte quelle regole e le porti fino al punto di infinito, alle loro estreme conseguenze, improvvisamente ti ritrovi al punto di partenza: un mistero inspiegabile. Questa struttura vale anche per la mente e la percezione personale del mondo: il percorso del protagonista del nostro film deve fare i conti con tutte le regole del mondo, e con tante persone che gli dicono quale è la verità su di lui. Ma lui non accetta alcuna verità fino a quando non porta la mente alle sue estreme conseguenze e raggiunge il momento della sua fine, che è lo stesso della sua rinascita.
Il protagonista farà una serie di esperienze che lo porteranno alla fine del fiume di regole, meccanismi e convenzioni della mente psicologica e funzionale… e quando tutte saranno consunte e sbriciolate, la fine della mente corrisponderà al ritrovarsi al suo inizio, al principio della coscienza conoscente e sconosciuta. Riecheggiano i versi del poeta americano del ’900 Thomas S. Eliott:
Non cesseremo di esplorare
E alla fine dell’esplorazione
Saremo al punto di partenza
Sapremo il luogo per la prima volta.
Attraverso il cancello conosciuto e sconosciuto
Quando l’ultima terra ancora da scoprire
È la terra del nostro principio;
Alla sorgente del fiume più lungo
La voce arcana della cascata […]
Condizione di semplicità assoluta
(che costa non meno di ogni cosa).
Risalire la sorgente del fiume più lungo fino al mistero del suo sgorgare è un compito impegnativo. Il cinema e la poesia offrono suggestioni, la scienza, la filosofia, la meditazione forniscono modelli e metodi di verifica. Per intraprendere l’impegnativo percorso verso la semplicità assoluta, occorre prima di tutto un’intensa domanda e una forte motivazione.
4. La domanda su Matrix
Il protagonista di Matrix cerca qualcosa di imprecisato, che possa chiarire: è tutta la vita che ha la sensazione che ci sia qualcosa che non quadri… Un chiodo fisso, da diventarci matto. La domanda.
Cosa è la domanda? Non pensate ad una frase con un punto interrogativo. Piuttosto è una “friggitura” di fondo, un non riuscire a stare fermi, un vibrare di irrequietezza: se non è già così ogni momento, ve ne potete accorgere meglio quando fate una coda alle poste, o mettendo le mani sul tavolo e restando tre minuti senza far niente. O quando patite di una perdita. La domanda è la nostra sofferenza, una stretta in cui sentiamo che “ne va di me” e che cerchiamo di allentare ubriacandoci di lavoro, di telefonate, di televisione, circondandoci di affetti, inseguendo sensazioni forti. Non diciamo di non farlo, ma solo di lanciare la domanda per capire cosa ci spinge.
-So perché sei qui Neo. So cosa stai facendo. So perché dormi poco, perché vivi solo e notte dopo notte lavori al tuo computer. Stai cercando lui. L’ho fatto anch’io,e quando lui mi ha trovata mi ha detto che non cercavo veramente lui, cercavo la risposta.
– È la domanda che ci spinge, Neo. È la domanda che ti ha portato qui! Tu conosci la domanda come la conoscevo io.
-Cosa è Matrix?
– La risposta è tutto attorno a te. Ti sta cercando. E ti troverà, se lo vorrai.
A volte il disagio viene tradotto in una domanda, e a volte la domanda trova canali adeguati e diventa ricerca.
5. La motivazione alla ricerca
Per intraprendere un’indagine su noi stessi occorre una grande spinta, ma a volte non sappiamo neanche da dove possa venire. C’è solo quella vaga percezione che qualcosa non quadri nel mondo. Che vogliano convincerci di qualcosa, che sia tutto ovvio e normale, che noi siamo tutti persone comuni, che bisogna lavorare e stare all’ordine. Tutto molto sensato, ma manca il senso di fondo.
Quando il capoufficio della MetaCortex, la multinazionale dove lavora il protagonista del film, lo rimprovera per l’ennesimo ritardo, la scena ha un sapore alienante anche per lo spettatore:
la ripresa inizia dall’esterno del palazzo – come in un quadro di Hopper – tra lo stridore dei lavavetri, che rende magnificamente come ci si sente quando capiamo di essere dentro a una strana storia.
– Lei crede di essere straordinario, vero signor Anderson? Una persona speciale, per cui le regole non valgono… Inutile dire che si sbaglia. Noi siamo una delle prime dieci compagnie di software al mondo perché qui ciascuno è consapevole di far parte di un tutto. Se un dipendente ha un problema, tutta la compagnia ha un problema. Quindi, o da domani lei sceglie di presentarsi alla sua scrivania in orario, o sceglie di trovarsi un altro lavoro. Sono stato chiaro?
Certo, Mr. Reineheart.
Spesso ciò che ci impedisce di iniziare un’indagine su noi stessi è proprio il dubbio che Mr. Reineheart possa avere ragione: Neo ripete spesso a se stesso che lui è solo una persona qualunque, un signor nessuno. Solo una rotella di un grande tutto che deve funzionare e che in cambio regala un rassicurante senso di appartenenza; o solo uno spettatore impotente della lotta contro le macchine.
A volte la motivazione alla ricerca viene dal semplice fatto che non ci sono alternative: allora Neo è disposto a fare un “salto nel buio” e ad affidarsi alla squadra degli hackers ribelli.
-In questo momento non c’è tempo per le domande. Devi scegliere Neo, e ci sono solo due strade: o la nostra, o la strada là fuori.[…]
-Neo, quella strada già la conosci, sai esattamente dove porta. E non è dove tu vuoi andare.
Se pensate che possa esserci qualcosa dietro tutta questa storia, e che non abbiate da perdere nient’altro che un fascio di percezioni e di abitudini, allora procuratevi un cucchiaio e partiamo.»
Franco Bertossa è maestro di meditazione di indirizzo buddista e di Arti Marziali che entrambe pratica da oltre trent’anni; specializzatosi nell’Aikido, opera presso ASIA – Bologna, da lui fondata nel ‘94. Nel ‘95 ha ideato le Vacances de l’Esprit, iniziativa originale che, prima, ha coniugato l’alta cultura alla vacanza.
Roberto Ferrari è biologo e svolge attività di ricerca presso l’Università di Bologna dove si occupa dello studio degli Insetti Sociali e delle proprietà emergenti delle menti collettive. È impegnato presso il Centro Studi ASIA nella ricerca sulle teorie della mente e della coscienza.
L’Astrologo nel Cassetto
Come si dirige un oroscopo – I segni zodiacali – Il punto debole del vostro corpo – L’astrologia e il sesso – L’oroscopo cinese
Autore/i: Wood Van
Editore: De Vecchi Editore
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 272, nn. illustrazioni b/n, Milano
Non vi accontentate di conoscere le caratteristiche del vostro segno zodiacale, ma volete saperne di più, molto di più? Volete insomma diventare voi stessi un pò… astrologo?
Ecco il libro che fa per voi.
Semplice e piacevole da leggere, questo libro vi condurrà per mano nell’affascinante mondo dell’astrologia.
E chi meglio di Van Wood può farvi da guida in questo cammino?
L’autorevolezza e l’esperienza di un maestro sono interamente al vostro servizio.
Prefazione
Introduzione
Astrologia: antica scienza
Le varie branche dell’astrologia
L’astrologia è in contrasto con la religione?
L’astrologia e la scienza
L’astrologia e la dottrina dell’eredità
L’astrologia e il libero arbitrio
Famosi astrologi
Dobbiamo credere nell’astrologia?
Esiste un destino?
Che cosa è un oroscopo
L’interpretazione dell’oroscopo
Simboli
Come sono composti i simboli dei pianeti
analizzati esotericamente
Come si redige un oroscopo
Riassunto della domificazione secondo Placido
Facciamo un esempio pratico
Come fare l’oroscopo nel modo più semplice
Alcune tabelle per trovare il vostro ascendente
I campi
Il grado del Sole della nostra nascita
Qual è il momento migliore per la nascita
I segni zodiacali
Le croci
Divisione dei segni
Impronta generale dei segni
I segni sulle cuspidi dei campi
I 360 gradi
L’astrologia e il sesso
Il punto debole del vostro corpo
Funzioni, organi e parti del corpo sotto l’influsso dei vari segni
Il sistema solare
I pianeti
La precessione degli equinozi
L’epoca dell’Acquario
Parole chiave del segno o dell’epoca dell’Acquario
Dati associati al segno dell’Acquario
Persone celebri dell’Acquario
La divisione dello Zodiaco
Le ore planetarie
Elementi necessari per calcolare le ore planetarie
L’importanza delle ore planetarie
Come si stabiliscono le ore planetarie
Il significato delle ore planetarie
Altri sistemi per individuare le ore planetarie
I pianeti Signori dell’anno
Luna
L’influsso della Luna nei vari segni zodiacali
La Parte della fortuna
Le epatte
Mercurio
I transiti
Dove si trovano i pianeti nell’oroscopo?
I pianeti nello stesso segno
L’oroscopo cinese
La cometa di Natale
L’astrologia al servizio dei tifosi del calcio
Oggi il pianeta Giove è in trigono con la Luna
Tempo di Maggio – Teatro Popolare del ’900 a Napoli
Autore/i: Masiello Nino
Editore: Tullio Pironti Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, esemplare con dedica e autografo dell’autore.
pp. 304, nn. fotografie b/n f.t., Napoli
“Intorno ai Maggio, una delle più numerose e popolari famiglie di attori napoletani, a partire da Mimì, il capostipite, attrazione nei locali di varietà già agli inizi del secolo, si muovono centinaia di protagonisti del teatro napoletano. Per la prima volta viene raccontata in un libro un’autentica epopea teatrale, che comprende anche una straordinaria, irripetibile fioritura di cantanti.”
Dall’Introduzione:
«[…]La scansione delle storie raccontate, che concorrono probabilmente a formare un quadro generale del teatro popolare napoletano nel Novecento, e dettata esclusivamente dalle fonti alle quali mi sono, volentieri, affidato. Può, come accade in questi casi, risultare sacrificata la precisione delle date e anche di alcuni nomi, nonostante i molti tentativi di riscontro attraverso i libri di memorie di alcuni artisti; le piccole cronache pubblicate dai quotidiani napoletani Roma, Il Mattino, Il Corriere di Napoli; la consultazione delle raccolte (incomplete) dei periodici specializzati Re di denaro, Il caffé Chantant, La tavola rotonda e di molti fascicoli pubblicati dalle case editrici musicali napoletane in occasione delle audizioni di Piedigrotta.[…]»
Nino Masiello, giornalista, si occupa di teatro popolare a Napoli dagli inizi degli anni Sessanta come autore e regista.
Sita – L’Amore di una Donna per una Donna
Titolo originale: Sita
Autore/i: Millett Kate
Editore: Kaos Edizioni
traduzione di Marisa Caramella, illustrazione di copertina: Amedeo Modigliani, 1917: Nudo coricato dal cuscino bianco (part.), Nudo sdraiato con le mani dietro la testa (part.).
pp. 296, Milano
La minuziosa, ossessiva, drammatica cronaca interiore, tra estasi e strazio, dalla fine di un amore – l’amore di una donna (Kate Millett) per una donna (Sita). Gli ultimi afflati di una passione ormai agonizzante, registrati in presa diretta, attraverso i tumultuosi e contraddittori sussulti dello struggimento, dell’attesa, della gelosia, della disperazione, dell’erotismo, dell’illusione, del dolore, della finale rassegnazione.
«Chissà perché, Sita mi era sempre sembrata solo una donna, una donna capace di amare un’altra donna, che l’aveva fatto, che lo stava facendo, senza per questo essere quella che di solito
il mondo considera una lesbica…»
Kate Millett (Saint Paul, Minnesota, 1934), scrittrice e scultrice, è una delle più rilevanti figure della cultura contemporanea. Ha scritto tra l’altro: Sexual Politics (La politica del sesso, 1970); Flying (In volo, 1974); The Loony-bin Trip (Il trip della follia, 1990).