Libri dalla categoria Vecchio Testamento
Breve Storia della Grande Industria in Italia 1861 – 1961
Autore/i: Romeo Rosario
Editore: Cappelli Editore
quarta edizione riveduta e ampliata.
pp. 464, 20 tavole f.t., Bologna
I primi risultati degli sforzi per la creazione delle infrastrutture preliminari alla industrializzazione, avvenuti nel primo ventennio dell’unità d’Italia, si scorgono nel periodo 1880-87, quando si ebbe in Italia la prima apparizione di alcuni nuclei abbastanza estesi di grande industria moderna: e furono questi che alleati con i cereali-cultori, riuscirono a ottenere dallo Stato la tariffa protezionista del 1887, che segnò una data decisiva nella storia dell’industrializzazione italiana. Gli anni immediatamente successivi furono di gravissima crisi, ma la ripresa del commercio internazionale alla fine del secolo apre una fase di vera e propria «rivoluzione industriale», in cui assumono una posizione dominante le grandi banche «miste» di tipo tedesco. Sui rapporti fra banca e industria si accentra in modo particolare l’attenzione dell’autore, che ne segue gli sviluppi fino ai contrasti del primo dopoguerra e ai crolli bancari seguiti alla crisi del 1929. La fase successiva, dominata dalla politica autarchica e dalle sue contraddizioni, sbocca nel disastroso conflitto degli anni 1940-45, che lascia al paese una pesante eredità di distruzioni. Il dopoguerra si caratterizza dunque come una fase di ricostruzione, affidata essenzialmente ai meccanismi del mercato (ai quali si affianca però una larga misura di intervento pubblico) e accompagnata dal reinserimento del nostro sistema economico in quello internazionale: che sono poi i caratteri distintivi anche del decennio del «miracolo» al quale l’autore dedica un’attenzione particolare, analizzandone la dinamica e gli aspetti fondamentali.
Prefazione
I – La situazione preunitaria
II – Agricoltura e sviluppo economico nel primo ventennio
III – Nascita della grande industria e protezionismo
IV – La rivoluzione industriale nell’età giolittiana
V – Guerra e dopoguerra
VI – L’espansione degli anni venti
VII – La grande crisi e l’autarchia
VIII – La seconda guerra mondiale
IX – La ricostruzione
X – Il «miracolo economico»
Conclusione
Appendice
Notizie bibliografiche
Indice delle tavole
Peinture Chinoise
224 Peinture et Détails
Autore/i: Autori vari
Editore: Éditions Phaidon
avec une introduction de Madeleine David.
pp. 46, 224 tavole b/n f.t., Paris
Cet ouvrage se flatte de mettre sous les yeux des amateurs d’art et des spécialistes de l’Extrême-Orient le plus bel ensemble réuni jusqu’ici de peinture chinoise, cette peinture qui, selon le mot de William Cohn, constitue la réalisation la plus raffinée du génie chinois. Les chefs-d’oeuvre reproduits, qui s’étalent sur une période de plus de deux mille ans, ne peuvent manquer de réjouir l’oeil de l’Européen et de lui apporter un enseignement fécond.
Les oeuvres les plus représentatives des maîtres chinois sont conservées dans les collections de la Chine et du Japon et sont par conséquent peu connues du public occidental; nous avons eu la bonne fortune de pouvoir puiser largement dans ces collections, et c’est ce qui donne a notre ouvrage une Valeur toute speciale. Nous n’avons cependant pas omis d’y faire figurer les pièces les plus importantes des collections européennes et américaines.
Le texte, étain sur les données les plus sérieuses et les plus précises, et présenté de façon à ne pas rebuter un vaste public même non spécialise’, constitue une courte histoire de la peinture chinoise, et traite également de plusieurs problèmes voisins. Il constitue le résume’ de nos connaissances actuelles dans ce domaine.
La Simbologia del Movimento – Psicomotricità ed Educazione
Titolo originale: La Symbolique du Mouvement
Autore/i: Lapierre Andrè; Aucouturier Bernard
Editore: Edipsicologiche
introduzione degli autori, traduzione di Maria Antonietta Viganò.
pp. 144, Cremona
Partendo dalla loro esperienza con gruppi di fanciulli e di adulti, gli Autori, mostrano come essi si siano evoluti da una concezione molto razionalista della psicomotricità, verso una concezione psicologica di molto più aperta.
Il movimento che esprime simbolicamente le pulsioni ed i conflitti della persona è al centro delle loro ricerche. Come utilizzare il simbolismo del movimento per favorire la creatività, lo sbocciare della persona e l’accesso all’autonomia?
Come ritrovare un’evoluzione viva che, attraverso fasi regressive, rimuova i “blocchi” e liberi il bambino e l’adulto?
Radicato nel vissuto, questo libro traccia il progetto di una educazione viva. Conduce a ripensare la scuola e tutte le forme d’educazione. Interesserà gli educatori nel senso più largo del termine.
Andrè Lapierre è professore di educazione fisica, chinesiterapeuta e psicoeducatore. Presidente della Società Francese di Educazione e di Rieducazione Psicomotoria, è animatore, di numerosi «stages», colloqui e corsi di formazione, in Francia e all’estero.
Bernard Aucouturier è professore di educazione fisica e psicoeducatore. Direttore del Centro di Educazione Fisica Specializzata di Tours, Segretario generale della Società Francese di Educazione e di Rieducazione Psicomotoria, è pure animatore, di numerosi «stages», in Francia e all’estero, sull’educazione psicomotoria.
Le Pietre dei Pastori
Le immagini riprodotte sono il risultato di una campagna fotografica nel territorio dell’Alta Murgia (Puglia) iniziata dall’autore nel 1987 e tuttora in corso.
Autore/i: Viggiano Augusto
Editore: Schena Editore – Archivio del Territori EDITER
a cura di Archivio del Territorio – Centro di ricerca e documentazione (Matera), testo di Ferdinando Mirizzi, foto di sovraccoperta: Jazzo Pantano.
pp. 196, interamente e riccamente illustrato a colori, Brindisi
L’alta Murgia: «Non occorre dirti che c’è anche una Puglia non letteraria, non retorica, del tutto ignorata, desolata, tetra, respingente, disperata, da tutti per calcolo e per viltà trascurata, quella della Murgia di nord-ovest e dei suoi anche più rozzi contadini. Bisogna che tu impari ad amarla, anche perchè non sanno né possono amarla gli altri. Se scendi da Bari per la Bari-Taranto, prendendo la Gioia-Rocchetta, puoi percorrere tutta questa zona dalla sella di Gioia, dove s’innesta alla Murgia di Alberobello, per tutto il suo centinaio di chilometri di lunghezza, sino alla Sella di Minervino.
Per tutta la sua larghezza di una cinquantina di chilometri s’innalza a terrazze sempre più elevate sino ad un massimo di 686 metri, con isoipse parallele al mare, talché chi ascende questa gradinata per la Bari-Taranto o la Bari-Altamura, può, nei vari punti in cui raggiunge la linea di displuvio, godere il doppio spettacolo dei due versanti, di quello verso l’Adriatico, intensamente alberato di ulivi e mandorli, con in fondo le forti tinte azzurrine e viola del mare e qua e là gl’innumerevoli borghi distesi come strisce bianche, e poi quello della brulla solitudine murgiana, dove, a grandi distanze, sono, qua e là sulla dorsale, Santeramo, Altamura, Gravina, Poggiorsini, Spinazzola, Minervino. Ma e impossibile abbracciarla tutta con uno sguardo, sino all’incisione a sud-ovest del Bradano, del Basentello e del Roviniero, sino cioè alla vista del paesaggio basilicatese, ben altrimenti mosso e vivo; perché e impossibile, tranne per le due ferrovie suddette, attraversarlo altrove nella sua lunghezza, non avendo tra Gravina e Minervino alcun altro taglio se non due provinciali agli estremi, da questa città verso il mare» (dalla seconda lettera di Tommaso Fiore a Piero Gobetti: cfr. T. FIORE, Un popolo di formiche, con prefazione di M. Rossi-Doria, Bari, Laterza, 1978, p. 22).
Ferdinando Mirizzi e ricercatore di discipline demo-antropologiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi della Basilicata. Si occupa, tra l’altro, di cultura materiale e di problemi relativi alle forme insediative delle campagne meridionali. In quest’ambito ha, in particolare, pubblicato il volume Tra la Fossa e le Lame. Territorio, insediamenti, cultura materiale nell’alta Murgia, Galatina, Congedo, 1990.
Augusto Viggiano è approdato alla fotografia professionale dopo una lunga attività di bibliotecario. Ha pubblicato La cultura e gli oggetti. Per un’interpretazione dei Sassi di Matera, testo di Aldo-Musacchio, Milano, Mazzotta, 1980; Immagini di tufo. La facciata della Cattedrale di Matera, testi di Salvatore Abita e Amerigo Restucci, Galatina, Congedo, 1991; Lo spazio e la memoria. Per un’analisi del territorio dell’Alta Murgia, testi di Raffaele Nigro – Gianfranco Liberati Roberto Roda, Milano, Mazzotta, 1991; I sentieri del sacro. Aspetti della cultura popolare in Basilicata, testi di Franco Cardini e Enzo Spera, Torino, Edizioni del Capricorno, 1991. Ha, tra l’altro, illustrato Arte in Basilicata. Rinvenimenti e restauri, Roma, De Luca Editore, 1981; Introduzione al Museo Civico Medievale, Bologna, Comune di Bologna, 1985; Nell’età di Correggio e dei Carracci. Pittura in Emilia dei secoli XVI e XVII, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1986; Imago urbis. Dalla città reale alla città ideale, di Cesare De Seta – Massimo Ferretti – Alberto Tenenti, Milano, Franco Maria Ricci, 1986; Museo Civico d’arte industriale e Galleria Davia Bargellini, Bologna, Comune di Bologna, 1987; Presepi e terrecotte nei Musei Civici di Bologna, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1991; Gli oggetti ritrovati. Per un centro di documentazione sulla cultura materiale dell’Alta Murgia, Altamura, Torre di Nebbia Edizioni, 1991. Ha in preparazione Le figure sospese. I legni intagliati di Giuseppe e Giovanni Di Trani; Tuba mirum… Il Giudizio Universale nel Duomo di Ferrara; Mater dolorosa. Per una lettura dei Compianti di ambito emiliano-romagnolo; La Creazione. La cripta del Peccato Originale nell’agro di Matera; La festa e il cerro. Il Maggio di Accettura; Ritorno a Gagliano. In ricordo di Carlo Levi.
È fondatore e animatore fin dal 1975 dell’Archivio del Territorio.
La Miniatura
Autore/i: Formaggio Dino; Basso Carlo
Editore: Istituto Geografico De Agostini
prefazione di Dino Formaggio, in copertina: Bagno termale in una grotta della Terra di Lavoro, secondo una miniatura del XIII secolo (dal Codice «De Balneis Puteolanis» di Pietro da Eboli, Roma, Biblioteca Angelica, Ms 1474).
pp.144, 132 tavole a colori applicate, Novara
La storia della miniatura è la storia gloriosa, segreta e risplendente d’una particolare e ben definita forma d’arte. Arte minore, si è detto per molto tempo; arte senz’altro, oggi.
Ma bisogna dire che qui non si è certamente voluto dare una storia della miniatura. Questo libro ha ambizioni molto più limitate, ed in ogni caso diverse da quelle della vera e propria ricerca storica: anche se, nella seconda parte, si è pure profilato un certo panorama della miniatura italiana.
Questo libro vuole piuttosto essere un esame di alcuni degli elementi fondamentali che costituiscono il complesso sviluppo di questa particolarissima arte, sia come tecnica che come forma, attraverso i secoli.
L’Affermazione del Cristianesimo
Autore/i: Voltaire
Editore: Generoso Procaccini Editore
cura e introduzione di Francesco Capriglione.
pp. 160, Napoli
Sommario:
Introduzione
Nota bibliografica
I. – Gli ebrei e i loro libri furono per molto tempo ignorati dagli altri popoli
II. – Gli Ebrei ignorarono per molto tempo il dogma dell’immortalità dell’anima
III. – Come il platonismo penetrò tra gli Ebrei
IV. – Sètte Ebraiche
V. – Superstizioni Ebraiche
VI. – La persona di Jesu
VII. – I discepoli di Jesu
VIII. – Saulo, il cui nome fu cambiato in Paolo
IX. – Gli Ebrei di Alessandria e il Logos
X. – Il dogma della fine
XI. – Lo stupefacente abuso dei misteri cristiani
XII. – I quattro vangeli furono conosciuti per ultimi. Libri, miracoli, supposti martirî
XIII. – Progressi del cristianesimo. Ragioni di questi progressi
XIV. – Affermazioni del cristianesimo sotto molti imperatori e, soprattutto, sotto Diocleziano
XV. – Costanzo Cloro o il Pallido e l’abdicazione di Diocleziano
XVI. – Costantino
XVII. – Il Labarum
XVIII. – Il concilio di Nicea
XIX. – La donazione di Costantino e il papa di Roma Silvestro. Si indaga brevemente se Pietro sia stato papa a Roma
XX. – La famiglia di Costantino e l’imperatore filosofo Giuliano
XXI. – Discussioni sull’imperatore Giuliano
XXII. – A che cosa poteva essere utile il cristianesimo
XXIII. – La tolleranza è il principale rimedio contro il fanatismo
XXV. – Contraddizioni funeste
XXVI. – Il deismo
Stigma – L’Identità Negata
Autore/i: Goffman Erving
Editore: Editori Laterza
prefazione e traduzione di Roberto Giammanco.
pp. 232, Bari
Colui che per un’«anomalia» fisica o per un qualche marchio «infamante» non è ammesso a partecipare al rapporto sociale e intersoggettivo «normale», è uno stigmatizzato. Come funzionano i meccanismi di esclusione e di istituzionalizzazione dell’inferiorità nell’immagine che lo stigmatizzato e costretto ad avere di sé?
Erving Goffman, nato nel 1922, insegna sociologia all’University of California, Berkeley. Altre sue opere sono Asylums (Torino 1968), La vita quotidiana come rappresentazione (Bologna 1969), Behavior in Public Places (1966) e numerosi saggi. sui problemi del comportamento intersoggetivo.
Prefazione di Roberto Giammanco
I. Stigma e identità sociale
Concezioni preliminari
Il proprio e il saggio
La carriera morale
II. Controllo dell’informazione e identità personale
Lo screditato e lo screditabile
Informazione sociale
Visibilità
Identità personale
Biografia
Biografia dagli altri
Il passaggio
Tecniche per il controllo dell’informazione
La «copertura»
III. Allineamento di gruppo e identità dell’Io
Ambivalenza
Presentazioni professionali
Allineamenti con il gruppo interno
Allineamenti con il gruppo esterno
La politica dell’identità
IV. L’Io e il suo altro
Deviazioni e norme
Il deviante normale
Stigma e realtà
V. Deviazioni e «deviance»
Adriano Olivetti
Autore/i: Ochetto Valerio
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, in copertina: Adriano Olivetti davanti alla ICO di Ivrea.
pp. 360, Venezia
Imprenditore, intellettuale, politico. La complessa personalità di Adriano Olivetti non può racchiudersi in nessuna di queste definizioni. Il centro di gravitazione del suo agire, del suo pensare è un punto di fuga in cui tutte le linee convergono, un orizzonte che egli solo vedeva perché se lo era appassionatamente costruito. Si spiega così una vita tanto ricca, tanto creativa: dalle intuizioni imprenditoriali alla partecipazione alla fuga di Turati, dai contrasti interni alla fabbrica alla fondazione del movimento di Comunità, dall’architettura alla pianificazione territoriale alle iniziative editoriali. Olivetti riunì intorno a sé un’intera generazione di nuovi intellettuali italiani di cui seppe essere il geniale regista.
“Valerio Ochetto indaga tutti gli aspetti di un personaggio davvero inusuale fornandoci un profilo rigoroso e suggestivo.”
Valerio Ochetto (Torino, 1933) è stato responsabile del servizio storia dei programmi televisivi della RAI, poi di TV7 e autore di biografie televisive. Ha collaborato a quotidiani e riviste e scritto vari libri di tema storico.
La Testimonianza Escatologica della Vita Religiosa
Autore/i: Ligabue Giuliano
Editore: Libreria Editrice della Pontificia Università Lateranense
con prefazione di Michel Sauvage, introduzione dell’autore.
pp. 204, Roma
Dall’introduzione dell’autore Giuliano Ligabue:
“La vita di ogni cristiano e un «passaggio»: posto su questa terra per passare a Dio, egli si muove dalla schiavitù del peccato verso la libertà gloriosa dei figli di Dio. Il suo presente, ordinato al futuro, manifesta un’estrema sensibilità per le cose che si troveranno alla fine del cammino: quelle che non passeranno. Poiché ciò che passa è la «figura» del mondo (I Cor. 7, 31), e ciò che non passa è la Carità di Dio, Dio, appunto, è il compimento, la meta del suo passaggio. Non c’è cristiano che non preferisca l’eterno al temporale, Dio all’universo; per questo nessuno di essi non può non amare «la venuta del Signore» (2 Tim. 4, 8). E verso di essa ognuno tende, come a Terra Promessa.
La vita di ogni cristiano, in fondo, è un esodo; e gli avvenimenti dell’esodo sono lì a servirgli di esempio (1 Cor. 6, 11): come il popolo eletto, egli deve attendere, desiderare e cercare la propria meta.
Ma l’esodo di Israele è una promessa ed un annuncio d’una economia definitiva, perché inizia il mistero d’una incarnazione divina che deve compiersi in una creazione perfetta; cioè, va aldilà di Mosè e del suo popolo per trovare pieno significato nell’Esodo definitivo di Cristo che ritorna verso il Padre e per adempiersi completamente quando tutta l’umanità salirà incontro al Signore, sulle nubi, verso il Regno di Dio.
Per questo, oggi, l’esodo si vive all’interno dell’esistenza del popolo di Dio che siamo noi, la Chiesa.[…]”
Intolleranza e Accettazione
Gli ebrei in Italia nei secoli XIV-XVIII lineamenti di una storia economica e sociale
Autore/i: Cassandro Michele
Editore: G. Giappichelli Editore
seconda edizione, prefazioni e introduzione dell’autore, in copertina: Jean Fouquet, Ciro permette agli Ebrei in esilio a Babilonia di tornare in patria, (1470-1475, Parigi)
pp. 320, Torino
«Da quando gli Ebrei sono diventati oggetto di considerazione storica, da un punto di vista, prima, etico-religioso, alla luce della teologia cristiana, poi, etico-economico, a seguito, anche e soprattutto, delle interpretazioni di canonisti e giuristi positivi,e, ancora, politico-sociale, per l’intervento di teorie e di ideologie di matrice materialistica, è stato difficile separare, nella storiografia tutta particolare che, via via, sè andata formando, una valutazione imparziale da un giudizio sempre o spesso essenzialmente critico. […]» (Dall’introduzione di Michele Cassandro)
«Da oltre vent’anni mi occupo di storia ebraica o, meglio, degli ebrei italiani, vale a dire, più propriamente, di quelle comunità ebraiche che, formatesi nel corso dei secoli della diaspora e pur nella loro estrema mobilità, vissero ed abitarono a lungo nell’area italiana nel Medioevo e nell’età moderna. Un ventennio è un periodo non breve per l’arricchimento, lo sviluppo e l’evoluzione della storiografia e ciò può essere colto in una molteplicità di campi o di filoni di ricerca che o si sono ampiamente rinnovati – con un indubbio progresso per lo stato delle conoscenze e l’affinamento del dibattito fra gli storici – o sono in pratica nati ex novo per l’ispirazione e gli stimoli originali con cui ogni generazione tende pur sempre, o spesso, ad affiancare la precedente. In particolare, la storia degli Ebrei, inserendosi nel quadro della considerazione delle minoranze di forte contenuto sociale e religioso e ricevendone pertanto impulso e spunti dal mondo attuale e dagli stessi problemi che lo attraversano, le cui radici affondano spesso lontano nel tempo, ha avuto sia in Italia che altrove un enorme apporto in questi ultimi lustri. Tanto le ricerche specifiche ed originali su diverse comunità ebraiche e sulle condizioni e situazioni in cui sono vissute nei secoli passati, quanto gli incontri e i dibattiti scientifici, sempre, per lo più, di elevato livello, e le messe a punto problematiche o le opere riassuntive e gli stessi lavori divulgativi hanno raggiunto l’effetto, pur in maniera diseguale, di riproporre uno dei grandi temi storiografici di valore universale, al di là delle apparenze.» (Dalla premessa)
Prefazione
Prefazione alla seconda edizione
Introduzione
Capitolo I
° Il problema storico di una minoranza
Capitolo II
° La diaspora ebraica e la formazione dei nuclei d’insediamento nell’area italiana
Capitolo III
° Vicende economiche degli ebrei in Italia nei secoli XIV-XVI
1. Origini e significato del prestito ebraico
2. Le comunità del settentrione
2.1 Insediamenti ebraici nei domini savoiardi e in Piemonte
2.2 Presenza ebraica nell’area ligure
2.3 Gli Ebrei e l’area lombarda
2.4 Gli Ebrei e la e nell’area veneta situazione economica a Venezia
2.5 Gli Ebrei in Emilia
3. Gli Ebrei nell’Italia centrale e nello Stato della Chiesa
3.1 Gli insediamenti a Bologna e nel bolognese
3.2 Le altre comunità dell’area centrale e dello Stato della Chiesa
3.3 L’ebraismo nelle Marche e in Romagna
3.4 Roma e l’area laziale
4. Gli insediamenti in Toscana
4.1 Firenze e il territorio fiorentino
4.2 Siena e l’area senese
4.3 Pisa
4.4 Lucca, e, ancora
5. L’eccezione del Mezzogiorno
Capitolo IV
° La trasformazione tardo cinquecentesca degli Ebrei in Italia e l’avvento dell’età del ghetto
Capitolo VI
° L’eccezione degli Ebrei di Livorno
Capitolo VII
° La condizione socio-economica degli Ebrei romani e dello Stato Pontificio
Capitolo VIII
° Verso l’emancipazione. Continuità e mutamento nel corso del Settecento
Osservazioni conclusive
Bibliografia
Indici dei nomi di persona
Indici dei nomi di luogo
Città del Deserto
Autore/i: Brandi Cesare
Editore: Editori Riuniti
prefazione di Geno Pampaloni, in copertina: Palmira (foto di K.M. Westermann).
pp. 192, Roma
Dopo Viaggio nella Grecia antica, Budda sorride e Verde Nilo, con Città nel deserto gli Editori Riuniti continuano la riedizione dei grandi libri di viaggio di Cesare Brandi, moderni baedeker per viaggiatori non disposti a sorvolare. Cesare Brandi fece i due viaggi in Libia e nel Medio Oriente verso la metà degli anni Cinquanta. Era un mondo diverso dal nostro: in Libia c’erano ancora gli inglesi, Beirut era la Svizzera del mondo arabo, Gerusalemme era divisa in due, Nasser era da poco al potere, i viaggi in aereo stavano appena diventando la norma.
Brandi viaggia alla ricerca del passato, senza nostalgie né estetismi, con la curiosità e la razionalità ironicamente attenta di un filosofo settecentesco. Da Leptis Magna a Palmira scrive pagine fondamentali, ben al di là di qualsiasi impressione.
Cesare Brandi (Siena 1906-1988) fondò e diresse l’Istituto centrale del restauro; in seguito fu professore di storia dell’arte nelle università di Palermo e di Roma. Scrisse opere di estetica, di storia dell’arte, di teoria del restauro, monografie e libri di viaggio. Gli Editori Riuniti hanno pubblicato tra gli altri suoi Aria di Siena, Città del deserto, Diario cinese, Pellegrino di Puglia – Martina Franca, Persia mirabile, Budda sorride, Viaggi in Oriente, Verde Nilo, Morandi, Celso o della Poesia, Terre d’Italia, Arcadio o della Scultura, Eliante o dell’Architettura, Il restauro. Teoria e pratica, Teoria generale della critica, Il patrimonio insidiato.
La storia abitata dalla poesia di Geno Pampaloni
Diario libico
Verso la Libia
Malta, la Notabile
Arrivo a Tripoli
Sabratha
Leptis Magna, il primo capolavoro della scultura romana
L’urbanistica di Leptis Magna
Le terme di Leptis Magna
La via di Ghirza
Congedo dal deserto
Viaggio nel Medio Oriente
Ingresso a Beirut
Si parla di Israele
Nel deserto siriano
Dove morì Uria
In Terra Santa
La Cupola sulla roccia
Altre cose di Gerusalemme
Getsemani
Betlemme
Un uomo e cinque figli
La capitale della Ghuta
Il sacrificio di Conon
Palmira
Da Palazzo Azem a Beit ed Din
Baalbek
I Cedri
Tentazione nella Qadiscia
Maomettani e cristiani
Tantra – L’Altro Sguardo sulla Vita e sul Sesso
Titolo originale: Tantra – Le Culte de la Féminité. L’autre regard sur la vie et le sexe
Autore/i: Van Lysebeth André
Editore: U. Mursia Editore
premessa e traduzione dal francese di Roberto Laurenzi, illustrazioni di Marc Sergent, foto a colori di Michel Doux e Marc Sergent.
pp. 348, nn. illustrazioni a colori e b/n, Milano
Il Tantra percepisce l’universo come un tessuto dove tutto si incastra, dove tutto si sostiene, dove tutto agisce su tutto.
Nato in India migliaia di anni fa, il tantra ci comunica una visione del mondo allo stesso tempo nuova e arcaica, esotica e sconcertante, benché così vicina alle nostre radici più profonde. Senza essere una religione, ci fa scoprire l’aspetto sacro della vita, del mondo e del sesso.
Secondo il tantra, l’universo nasce dall’unione cosmica dei principi Maschile e Femminile, la cui espressione sul piano umano è l’amore. Esso rivela in tal modo la dimensione nascosta e sacra dell’unione dei sessi, che cessa di essere banale per diventare una meditazione a due, cancellando così l’artificiosa opposizione tra sessualità e spiritualità.
L’autore rifiuta una visione riduttiva che limiti il tantra ai procedimenti che permettono di prolungare e intensificare l’esperienza erotica. Il che non gli impedisce di rivelare e descrivere le tecniche di controllo sessuale gelosamente tenute segrete dagli iniziati.
Infine, il tantra vede nel soffocamento dei valori femminili da parte della civiltà patriarcale la causa occulta della crisi del mondo moderno. Esso afferma che solo il culto della Femminilità e dei suoi valori può portare a quel vero cambiamento sociale di cui l’essere umano ha bisogno per affrontare le sfide della nostra Età del Ferro.
André Van Lysebeth è stato uno dei pionieri dello Yoga in Occidente e ha insegnato questa disciplina nella sua scuola di Bruxelles. Ha vissuto per un anno con un guru indiano prima di percorrere l’India in ogni sua regione per completare la sua formazione e ha studiato, diplomandosi regolarmente, nella scuola di Yoga del Maestro Swami Shivananda. Con Mursia ha pubblicato: Imparo lo Yoga, Perfeziono lo Yoga e, in collaborazione con la moglie Denise, I miei esercizi di Yoga. È morto nel 2004.
Premessa
Non lineare…
1 – Dall’India all’Europa
Un viaggio immaginario
- Lothal, porto internazionale
- La religione a Lothal e nell’impero
Un’Atlantide dimenticata…
- Lo scheletro nell’armadio
- La seconda agonia di un’Atlantide
La favola del «buon ariano»
- I ladroni diventano i padroni
L’impostura ariana
- Crani tondi contro crani lunghi
- I Dravida sono degli alpino-mediterranei?
- La continuità alpino-mediterranea
- Pizarro! Avete detto «Pizarro»?
Dall’India all’Europa
Çhatal-Hüyük, prima città tantrica?
- Un culto tantrico?
- Un culto simbolico
- La fine di Çhatal-Hüyük…
Le caste, un insieme esplosivo
- Una confusione mantenuta con cura
- Guai ai vinti
- Il colpo di pollice che rende schiavi
- La sorte dei sudra
- Nayar e Nambudiri
- I difensori imprevisti del sistema
- Lo sfruttamento totale
- Toh! ecco un bel bottino
- I tesori di Golconda
- I brahmani
- La sesta casta: la donna ariana
L’India brahmanica ossessionata dal sesso
2 – La visione tantrica
Tutto quello che è qui è altrove, tutto quello che non è qui non è da nessuna parte
- Tutto il mio corpo è cosciente
- Non è un dogma
- L’albero è cosciente?
- Giordano Bruno
- Una meditazione tantrica: contempliamo nostra madre, il mare…
- Una contemplazione neutra
- Una grande ricchezza evocatrice
- Al chiaro di luna…
- Il sole all’appuntamento con la luna
- Meditazione sulla vita
Tempo profano, tempo sacro
- Il tempo lineare
- Il tempo ciclico
- Il tempo sacro
L’«overmind»
- Dall’uno al multiplo
- Lo spirito dell’alveare
- La psicologia delle folle
- Una famiglia bizzarra!
- L’impatto dell’Oriente
Il mio corpo, questo universo sconosciuto…
- La saggezza del corpo
- Il corpo-universo è sacro
- Uno strano universo vivente
- Il fiume sacro
La morte è vita!
- La morte, motore della vita
- Un giorno, dall’immortalità, nacque la noia
- La dolce morte naturale
- Il trapasso accidentale
- La Shava sâdhanâ
- La morte è un’astrazione
- Il comportamento del trapasso
- Vietato morire
La donna: il suo culto e il suo mistero
- Ogni donna è Shakti
- La donna è rara
- La Dea Madre
- I valori della Femminilità
- Cambiare i nostri valori
- Il tantra nel quotidiano
- L’Immacolata Concezione
Riecco …le streghe
Tantra, Zohar e Cabala
Bagno di sole cosmico
3 – L’altro sguardo sul sesso
Quando il sesso diventa un problema
- Il sesso nemico della spiritualità?
Un’educazione sessuale da creare
La nostra doppia sessualità
- Il paradiso e l’inferno
- L’estasi integrale
- L’esperienza cosmica unificante
La donna, campionessa erotica
- Noi siamo concepiti per l’eros
- L’ormone unisex del desiderio
L’omosessuale dl fronte al tantra
Yoni sia chi maschio pensi
- Siete seXY o seXX?
- E se non vi fossero maschi?
- «Inventarlo» il maschio!
Mantra, la magia incantatrice
- In principio era… il suono primordiale
- Il mantra e il respiro
- La sospensione del respiro
Una dinamo psichica: lo yantra
- L’astrazione suprema
- Un punto, il Tutto…
- Il quadrato di base
- Il cerchio e il loto
- Combinazioni all’infinito
- Lo yantra supremo
- Un insieme sufficientemente completo
4 – Miti e simboli
Gli dei indù, bisogna crederci?
- Babbo Natale, un mito ben vivo
Simboli da vivere
- Il lingam, simbolo assoluto
- Lingam – definizione
Shiva, la carriera di un dio
- Shiva, il danzatore divino
- Decifriamo la danza di Shiva
Il mito di Shiva e la scienza moderna
- Nataraja e lo scienziato
Shakti, la Natura creatrice
- Le innumerevoli dee dravidiche
- Le dee tantriche
- Kâlî, Kâla, Kalki…
- L’età di kali: l’era apocalittica…
Ogni donna è una Dea
La Via «Sinistra»
- La Via di Sinistra
Il mito dell’androgino
5 – Il rituale tantrico
La Via della Valle
- L’esperienza divergente
- In pratica
- L’esperienza «Carezza»
- Maithuna, l’unione tantrica
- Ritmo Maithuna
Gli âsana del Maithuna
- Purushâyita
- Upavishta, posizione seduta
- Upavishta, variante asimmetrica
- Upavishta, variante
- Uttana-Bandha
- Tiryakâsana
- Parshva Piditaka, la posizione retro-laterale
- Janujugmâsana, la posizione a X
I rituali del Maithuna
- Il triangolo rituale
L’ascesi a sedici
- Falsi iniziati
L’orgia e noi
Tantrismo e promiscuità
Il simbolismo del cinque Makara
- Gli elementi: il loro senso nascosto
- Definire i tattwa
6 – La padronanza sessuale
Orgasmo al maschile
L’erezione, i suoi segreti, i suoi problemi
- Nel Maithuna tantrico
L’erezione: pilastro del tantra
- Gli esercizi
- Il mula bandha
- Altro esercizio di controllo
- Lo scroto e la vita!
Il controllo dell’eiaculazione
- Esercizio
- Dal piacere alla felicità…
- Eiaculazione precoce
- Vajroli, l’arma assoluta
«Muscolare» la yoni
- Sahajolî, il controllo vaginale
- Come praticare mula bandha
- «Muscolare» la vostra vagina
- Manipolare l’oggetto
- Raffinare il controllo vaginale
- Come una mano di gopî
- Mula bandha in piedi
- L’«hoola hoop»
- Il muscolo anti-frigidità
- Primo esercizio
- Glutei sodi e muscolosi
- Cosce sottili
- Esercizi in coppia
- Il perineo, incrocio strategico
7 – Il tantra nel mondo
Iniziazione tantrica in Occidente
- Guru e discepolo
- Sbagliare guru?
Un rituale per l’Occidente
Il messaggio di Nataraja Guru
- Salvare la civiltà
- Allora, che fare?
- L’avvenire del tantra in Occidente
Un punto, è tutto?
8 – Annessi
La filosofia tantrica, vista panoramica
Bibliografia
Glossario
Vento Divino – La Vera Storia dei Kamikaze
Titolo originale: The Divine Wind: Japan’s Kamikaze Force in World War II
Autore/i: Inoguchi Rikihei; Tadashi Nakajima; Pineau Roger
Editore: Longanesi & C.
traduzione e presentazione di Corrado Ricci, nota dell’editore americano, introduzione di C.R. Brown, prefazioni degli autori, consulenza di Andrea Molinari, la casa editrice ringrazia Cristian Posocco per la collaborazione.
pp. 304, 16 tavole b/n f.t., Milano
Finalmente anch’io sono diventato membro del Corpo Speciale di Attacco Kamikaze.
La mia vita sarà finita entro i prossimi trenta giorni.
Verrà la mia ora! La morte e io stiamo aspettando.
Qual è il dovere di oggi? È quello di combattere.
Quale sarà il dovere di domani? Sarà quello di vincere.
Qual è il dovere di ogni giorno? È quello di morire.
(Guardiamarina Eiichi Okabe – 22 febbraio 1945)
«Il valore della Vita, nei confronti dell’assolvimento dei proprio dovere, ha il peso di una piuma.» Nella tragica levità di questo proverbio, così intensamente giapponese, è racchiuso lo spirito dei kamikaze, i piloti del Sol Levante che, aderendo al codice del Bushido (“il guerriero”), negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, quando il loro Paese era allo stremo di fronte alla soverchiante potenza nemica, andarono a schiantarsi con i loro aerei contro le navi americane. Il termine kamikaze significa «vento divino», e furono così chiamati gli uragani che, nel 1274 e nel 1281, distrussero le flotte d’invasione dei mongoli nelle acque prospicienti le coste giapponesi. Tuttavia, il concetto di pilota-suicida non è nato in Giappone. L’idea di mandare velivoli carichi di esplosivo a infrangersi contro le navi nemiche era già stata ventilata in Italia nel 1935, all’inizio della guerra d’Etiopia (quando gli inglesi inviarono la Home Fleet nel Mediterraneo a scopo intimidatorio), ma non ebbe poi effettiva applicazione. Inoltre, fra il’40 e il’43, esempi di totale dedizione al dovere, spinta fino all’estremo sacrificio, videro protagonisti alcuni uomini della marina e dell’aviazione italiane. Ma si trattò di episodi legati a reazioni personali di fronte a circostanze eccezionali. Nel caso del Giappone, per la prima volta, degli uomini furono comandati di andare in battaglia con un solo obiettivo: provocare il maggior danno possibile mediante la propria morte. Quel suicidio collettivo pianificato e messo in atto, pur se volontario, fu il frutto di una forma coercitiva dovuta alla formazione mentale e all’annullamento della personalità tipici dell’educazione militare e sociale giapponese. Gli attacchi kamikaze, che suscitarono anche nel nemico un sentimento di rispetto misto a pietà, ebbero inizio nell’ottobre 1944, subito dopo l’invasione americana delle Filippine, e culminarono dello strenuo tentativo di difendere l’isola di Okinawa, invasa nella Pasqua del 1945. L’intensità delle missioni suicide contò, alla fine, oltre 1900 attacchi, la maggior parte dei quali ebbe luogo tra il 6 e 7 aprile 1945, con la perdita di ben 355 aeroplani; dopo quella data le incursioni dei Corpo Speciale d’Attacco si esaurirono, per mancanza non di volontari ma di aerei. Il volume – già edito da Longanesi nel 1961 – spiega, anche attraverso drammatiche fotografie, non soltanto i risultati strategici dell’impiego di una tecnica di guerra così estrema, ma soprattutto i turbamenti affettivi e morali che essa indusse nei piloti, la cui età media era di ventidue anni. Le loro struggenti lettere di congedo alla famiglia, oltre a costituire una delle più fiere condanne alla crudele inutilità della guerra, sono spesso un documento di serena disperazione e di poesia: «Quali fiori di ciliegio / in primavera, / lasciateci cadere / puri e radiosi».
Il colonnello Rikihei Inoguchi è stato uno degli ideatori dell’Operazione Kamikaze; il tenente colonnello Tadashi Nakajima è stato istruttore dei piloti suicidi; il comandante americano Roger Pineau, esperto del Giappone, ha collaborato alla stesura del volume.
Il Bambino e lo Spazio – Il Ruolo del Corpo
Titolo originale: L’enfant et l’espace. Le rôle du corps
Autore/i: Lurçat Liliane
Editore: La Nuova Italia
prima edizione, introduzione all’edizione italiana di Andrea Canevaro, prefazione di René Thom, traduzione di Suzy Schneider e Andrea Canevaro.
pp. 216, Firenze
Per l’autrice di questo libro – una delle massime «esperte» francesi di educazione infantile – la funzione della scuola materna non può essere quella di anticipare o preparare la scuola successiva, collocando i bambini secondo un riferimento in prospettiva, non può essere dominata da una realtà precostituita istituzionale, come è la scuola elementare, ma deve essere la ricerca delle identità culturali, la loro promozione e la loro valorizzazione.
Gli studi contenuti in questo volume, dimostrando la diversa percezione e organizzazione dello spazio attorno ai bambini e per ciascun bambino attorno a diversi oggetti, aiutano a capire cosa si può intendere per identità culturale. Le possibilità di percezione spaziale dovrebbero essere messe da parte, per istruire tutti i bambini all’uso degli strumenti della lettura e della scrittura, o non fanno piuttosto parte della ricerca e valorizzazione di diverse organizzazioni dell’intelligenza e di diverse identità culturali?
Liliane Lurcat, psicologa, da lungo tempo collaboratrice di Henri Wallon, è ricercatrice al CNRS. Considerata uno dei maggiori esperti francesi dell’insegnamento pre-scolare, ha pubblicato numerosi lavori sulla psicologia dell’educazione e in particolare sulla genesi dell’atto grafico e gli aspetti spaziali dell’attività (spazio grafico, rappresentazione dello spazio).
Introduzione all’edizione italiana (Andrea Canevaro)
Prefazione (René Thom)
Introduzione
I rapporti dello schema corporeo e dell’oggetto
PRIMA PARTE
La proiezione dello schema corporeo nell’oggetto
I. La conoscenza degli orientamenti nell’oggetto: fattori posturali e semantici
Introduzione
1.1. Descrizione dell’esperienza campione
1.2. Analisi delle indicazioni
1.3. Discussione
1.4. La proiezione dello schema nell’oggetto: le coppie a sinistra-a destra e davanti-dietro
1.5. Discussione
II. Il riferimento nell’oggetto modellato in rapporto al corpo
Introduzione
2.1. Descrizione degli esperimenti
2.2. Risultati
2.3. Discussione
III. Riferimenti circa un oggetto d’uso: la brocca
Introduzione
3.1. Descrizione dell’esperienza
3.2. Analist dei risultati
3.3. Discussione
IV. Riconoscimento dei lati sinistro e destro dell’oggetto (indicazioni dell’automobile)
Introduzione
4.1. Descrizione della prova
4.2. Risultati
4.3. Discussione
V. Variazione dei riferimenti relativi in funzione della posizione di una bambola
Introduzione
5.1. Descrizione della prova
5.2. Risultati
5.3. Discussione
VI. Priorità e autonomia della coppia davanti-dietro in rapporto alla coppia sinistra-destra
Introduzione
6.1. Descrizione dell’esperienza
6.2. Risultati
6.3. Discussione
Conclusione della prima parte
SECONDA PARTE
Lo spazio inter-oggettuale, lo spazio inter-personale
I. Lo spazio inter-oggettuale
Il problema: le fonti della conoscenza dello spazio
1.1. Acquisizione dello spazio inter-oggettuale in un’attività usuale
1.2. Lo spazio inter-oggettuale: punti di riferimento che provengono da ordini verbali
II. La rappresentazione degli orientamenti
Introduzione
2.1. Descrizione delle esperienze
2.2. Risultati
2.3. Discussione
III. Riconoscimento della lateralità della persona di fronte
Introduzione
3.1. Condizioni dell’osservazione
3.2. Risultati
3.3. Discussione
Conclusione della seconda parte
TERZA PARTE
La proiezione riflessa dello schema corporeo
I. La proiezione riflessa
1.1. Caso particolare della proiezione nell’oggetto
1.2. Proiezione riflessa e immagine allo specchio
1.3. Aspetti semantici e posturali del riconoscimento
1.4. Riflesso
1.5. Proiezione dello schema corporeo e conoscenza
II. Il problema: il riconoscimento degli orientamenti speculari
III. La lateralità dello specchio
Introduzione
3.1. Descrizione dell’esperienza campione
3.2. Risultati
3.3. Discussione
IV. Il riflesso nello specchio: pseudo-congruenza e schema corporeo
Introduzione
4.1. Descrizione dell’esperimento
4.2. Risultati
4.3. Discussione
Conclusione della terza parte
QUARTA PARTE
La proiezione antropomorfica nell’oggetto
I. Il problema: antropomorfismo e finzione
II. Antropomorfismo e proiezione dello schema corporeo
Introduzione
2.1. Descrizione della prova
2.2. Risultati
2.3. Discussione
III. I fattori semantici della proiezione antromorfica (prova dei genitivi)
Introduzione
3.1. Descrizione della prova
3.2. Risultati
3.3. Discussione
Conclusione della quarta parte
Conclusioni generali
1. Le coppie di riferimento a sinistra-a destra, davanti-dietro
2. I livelli della proiezione dello schema corporeo nell’oggetto
3. Proiezione dello schema corporeo e conoscenza
Indice dei nomi
Il Bambino Creatore di Spettacolo – Giochi d’Ombre. Drammatizzazione
Titolo originale: L’enfant créateur de spectacle. Jeux d’ombres. Jeux dramatiques
Autore/i: Lequeux Paulette
Editore: La Nuova Italia
prima edizione, prefazione di Alice Delaunay, traduzione di Annamaria Stefanoni Bertolini.
pp. 130, Firenze
Un tempo (ma forse, in certi casi avviene ancora oggi) i ragazzi si esibivano in scenette, nella recita di una commedia, in saggi di danza, in canti, per la soddisfazione di un pubblico formato soprattutto di familiari plaudenti e soddisfatti. Questo libro pone giustamente l’accento su un altro tipo di spettacolo: quello che ha al suo centro il desiderio e il bisogno di esprimersi dei bambini. È necessario, allora, studiare i gesti e le parole più appropriate per esprimere i sentimenti personali di ciascuno, le storie fantastiche che vengono inventate singolarmente o in gruppo. E Paulette Lequeux da consigli e indicazioni concrete perché il maestro di scuola materna o di scuola elementare possa organizzare e coordinare bene il lavoro dei bambini, un lavoro che impegna la classe o il gruppo e che è fonte incomparabile di liberazione e di gioia.
Paulette Lequeux, insegnante di scuola materna, ha guidato una classe durante numerosi anni, dedicandosi a turno a bambini di diverse eta (dai 2 ai 6 anni). Nello stesso tempo ha svolto le funzioni di direttrice di un importante scuola materna della periferia parigina e, con questo titolo, ne ha seguito per vent’anni il corpo insegnante. Ha avuto inoltre l’incarico di Ispettrice Dipartimentale delle Scuole Materne in una circoscrizione operaia del Nord della Francia dove lei stessa ha condotto un lavoro di équipe con 500 insegnanti responsabili di 15.000 bambini, È autrice di diverse opere a carattere pedagogico tra le quali: Jeux sur les ensembles avec les jeunes enfants, Paris, Colin; L’enfant et le iardin, Paris, Colin: La sensibilisation poétique de l’enfant, Paris, Colin; Jeux de parole, Paris, Colin; Votre enfant et l’école maternelle, Paris, Casterman.
Prefazione (A. Delaunay)
I giochi d’ombre
Ombromania
Il teatro d’ombre degli adulti
In Oriente
L’ombra del Medio-Oriente
L’ombra francese
Il teatro attuale d’ombre nere per bambini e per adulti
I giochi d’ombre dei bambini
I bambini e le ombre
Organizzazione dei giochi d’ombre
Lo spettacolo
Conclusioni e prospettive
Il bilancio dei giochi d’ombre è nettamente positivo
Il gioco d’ombre e il riso
Le drammatizzazioni
Basi psicologiche
A. Relazioni del bambino con le persone
Il neonato
Il bambino all’eta della scuola dell’infanzia
B. Relazioni del bambino con gli oggetti
Mimo e drammatizzazione
Come possiamo facilitare l’uno e l’altra?
Quale ruolo avrà l’insegnante?
Evoluzione nelle tre sezioni
di scuola materna
Conclusione
Conclusione
Il bambino
L’educatore
Indice dei nomi
La Scrittura nella Storia dell’Uomo
Autore/i: Curto Silvio
Editore: Istituto Editoriale Cisalpino
prima edizione, introduzione dell’autore, in copertina «frontespizio degli Statuta Sabaudiae» emessi nel 1430, codice bembranaceo del XVI sec. Archivio di Stato, Torino.
pp. 344, nn. illustrazioni a colore e b/n, Milano
La Storia della Scrittura e una disciplina scarsamente coltivata nelle Università, sebbene sia una delle più affascinanti. Per rendere visibile e fissare durevolmente il suo pensiero, ciascun popolo ha infatti posto in gioco il proprio modo di ragionare, esprimersi e raffigurare, ossia, in una parola, la sua stessa cultura.
Il panorama estremamente variegato che si presenta a chi raccolga i documenti di tale produzione rivela, tuttavia, ad un’analisi attenta, la presenza di un unico meccanismo genetico, molto semplice, che combinando variamente alcuni elementi, produce un certo numero di esiti tecnici primari: questi escono alla fine moltiplicati, per inesauribile invenzione di forme, nelle tante e tanto diverse scritture che si usarono e che si usano oggi nel mondo.
Silvio Curto, nato a Bra in provincia di Cuneo e laureato in Archeologia presso l’Università di Torino, si è dedicato principalmente a studi sulla civiltà egizia. A Torino è stato per molti anni docente di egittologia nella medesima Università e Soprintendente al Museo delle Antichità Egizie. Si è pure occupato di storia della scrittura, materia che ha insegnato nella Scuola Speciale di Arti Grafiche del Politecnico della stessa città. E socio dell’Accademia delle Scienze di Torino e autore di importanti pubblicazioni concernenti le discipline accennate.
Introduzione
Parte I – Teoria
- Definizione della scrittura
- Caratteristiche della scrittura
- Il segno grafico
- Definizioni primarie
- Definizioni secondarie dello stile
- Definizioni secondarie della logografia e dell’alfabeto
- Terminologia pratica
- La stampa
- La scrittura nella storia dell’uomo
- L’evoluzione della logografia e del’alfabeto
- La pubblicazione dei testi in scritture non latine o «esotiche»
- Il deciframento
Parte II – Le scritture particolari
- Mesopotamia ed Elam
- Egitto
- Asia Minore
- Il Levante
- Iran
- Arabia
- Grecia
- Italia
- Roma
- India
- Cina
- Aree grafiche isolate
Parte III – Scritture speciali e realtà connesse alla scrittura
- La scrittura matematica
- La notazione musicale
- Le arti connesse alla produzione del testo
- I giochi dello scrivere
- Una finestra sul futuro
Bibliografia
Indice a soggetto
La Discesa agli Inferi – Le Porte del Sogno • 2
La discesa agli inferi. Le isole dei beati. Il canto delle sirene. Gli orchi. Gli abitanti della Luna. I fantasmi di mezzanotte. Oedipus Rex
Autore/i: Róheim Géza
Editore: Guaraldi Editore
prefazione di Glauco Carloni, introduzione dell’autore, traduzione di Margherita Novelletto Cerletti.
pp. 460, Rimini
Geza Ròheim, Le porte del sogno
L’ipotesi del sonno come temporaneo ritorno nel ventre materno e quella dell’esistenza di un sogno tipico, di un «prototipo» di sogno, del cosiddetto «sogno fondamentale» (in cui il sognatore raffigura se stesso «fallicizzato», cioè trasformato simbolicamente in un pene, nell’atto di penetrare in una rappresentazione egualmente simbolica dell’utero), l’ipotesi, vale a dire, del sogno come regressione alla madre e, insieme, come coito con la stessa, sono le fondamenta su cui Ròheim, il maggior esponente dell’antropologia psicanalitica, innalza il suo edificio teorico volto a dimostrare che alla base della « cultura» (in senso antropologico), di ogni cultura, sta il tenace legame del figlio con la propria madre: un rapporto di dipendenza che, biologicamente determinato dalla prolungata infanzia dell’essere umano, ne condiziona l’intera esistenza e in qualche modo gli sottrae sempre il raggiungimento della piena maturità.
Sostenitore convinto dell’origine onirica dei miti (da lui colti allo Stato nascente fra gli aborigeni australiani), delle favole, di molte credenze popolari, delle manifestazioni religiose primitive (animismo), dei riti magici, ecc., Ròheim compie qui un larghissimo giro d’orizzonte per dimostrare che anch’essi, al pari dei sogni costituiscono altrettante raffigurazioni simboliche e altrettanti tentativi di rientrare nel ventre materno.
All’originalità della tesi di fondo, che sposta decisamente l’antropologia psicoanalitica dal piano « paterno» del Freud di Totem e tabù a quello «materno», si accompagna la scrittura distesa, documentatissima e spesso affascinante dell’ultimo Ròheim (Le porte del sogno e la sua opera conclusiva e vorremmo dire definitiva), che mette a disposizione del lettore i risultati di trent’anni di ricerche «sul campo», oltre ad un imponente materiale etnologico e folklorico: e un «lungo viaggio» nei cinque continenti attraverso i miti (da quelli mesopotamici ed egiziani a quelli «classici» greci e romani, a quelli eschimesi ed australiani), le tradizioni popolari, le fiabe, le leggende, i cerimoniali religiosi, tutte le elaborazioni fantastiche – insomma – fatte dall’uomo per attenuare la paura e l’angoscia della separazione dalla madre.
Prefazione di Glauco Carloni
IV. Averno
V. Il canto delle Sirene e le isole dei beati
VI. La natura degli orchi
VII. La via del ritorno
VIII. Mitologia
1. Il mito della creazione
2. Castore e Polluce
3. Sogni e miti vescicali
4. I portatori d’acqua sulla luna
IX. Le Danaidi: lavoro e castigo
X. I fantasmi a mezzanotte
1. Feralis exercitus
2. Il mulino abitato
XI. Oedipus Rex
XII. Retrospettiva
Il Segreto della Cattedrale
Titolo originale: Le message des constructeurs de cathédrales
Autore/i: Jacq Christian
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione di Tania Gargiulo, in sovraccoperta: Doccione della cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
pp. 198, nn. fotografie b/n f.t., Milano
«I simboli sono lampade sul nostro cammino.
Le stelle che ci guideranno per uscire da un’esistenza anarchica e diventare uomini nuovi. Pietre della cattedrale che si continuerà a costruire fino alla fine dei tempi.»
I templi antichi e le cattedrali medievali, secondo Christian Jacq, hanno rivelazioni meravigliose che vanno ben oltre le religioni e le credenze: le loro pietre racchiudono misteri che ci appartengono, perché interessano l’essenza dello spirito, della nostra vita interiore.
Chi erano gli uomini che costruivano cattedrali? Perché hanno scolpito il destino di tutti noi? A quali fonti attingevano la loro scienza dei simboli? Quale cammino iniziatico dobbiamo percorrere per entrare davvero nel tempio e avere accesso al suo mistero?
Di fronte alle sculture delle cattedrali medievali si produce in noi una rottura rispetto alla nostra esistenza profana. Se accettiamo di sollevare gli occhi, un intero universo comincia a porci domande. Siamo l’avaro che rifiuta di comunicare e si condanna alla perdizione? Siamo il custode della bilancia celeste, che vigila sulla rettitudine di tutte le cose? Siamo il mago che si trasforma portando l’armonia fra gli elementi naturali? Abbiamo la potenza del toro, la pazienza del contadino, il coraggio del cavaliere?
Essere nella cattedrale significa compiere un pellegrinaggio nell’0pera, cercare in essa la verità dell’esistenza. Dal momento in cui il portico ci «inghiotte», superiamo la frontiera fra il visibile e l’invisibile, fra il mondo manifesto e il mondo delle cause, entriamo nel mondo del simbolo, in una visione globale della vita, iniziamo un cammino esoterico.
Cento volte scopriremo significati nuovi, nuovi sentieri della coscienza, poiché il simbolo viene da lontano, dalle culture dell’antico Oriente e dall’Egitto e, a differenza dei messaggi cui siamo abituati, è inesauribile.
Christian Jacq, egittologo, saggista e romanziere, ha riscosso straordinario successo coni suoi libri sull’antico Egitto. I suoi romanzi (Il figlio della luce, La dimora millenaria, La battaglia di Qadesh, La regina di Abu Simbel, L’ultimo nemico, Il faraone nero, L’inferno del giudice, Il testamento degli dèi, Il ladro di ombre, Salomone. Il tempio segreto) e i suoi saggi (Le donne dei faraoni, Il mondo magico dell ’Antico Egitto, La grande sposa Nefertiti, L’insegnamento del saggio egizio Ptahhotep, L’Egitto dei grandi faraoni), pubblicati da Mondadori fra il 1997 e il 1999, sono diventati best seller.
Nel Giardino del Desiderio – Il Mondo Segreto delle Fantasie Erotiche Femminili
Titolo originale: In the Garden of Desire
Autore/i: Maltz Wendy; Boss Suzie
Editore: Edizioni Frassinelli
introduzione di Wendy Maltz, traduzione di Laura Sgorbati Buosi.
pp. XVIII-270, Milano
«La fantasia sessuale é un mondo intimo in cui mente, corpo ed emozione si fondono. Come nei sogni, le nostre fantasie possono attingere all’inconscio ed esprimere desideri e conflitti profondi. […] Esplorando coraggiosamente il significato dei nostri pensieri erotici possiamo raggiungere un’ incredibile comprensione di noi Stesse. Capire le nostre fantasie può migliorare la nostra vita sessuale e i rapporti interpersonali, e aumentare la nostra autostima. Conoscere meglio i meccanismi delle nostre fantasie ci può rendere più libere nei loro confronti e meno inibite con la nostra immaginazione.»
Venticinque anni fa, in pieno femminismo, fece scalpore un libro, scritto da Nancy Friday, che infrangeva non pochi tabù sulla sessualità delle donne: non solo rivendicava l’esistenza delle fantasie erotiche femminili, ma le legittimava energicamente.
Ora, a distanza di tempo, è necessario riavvicinarsi a quel celebre giardino segreto con uno sguardo diverso, uno sguardo che vada oltre un’analisi semplicistica della sessualità femminile e ne recuperi l’intera potenzialità, perchè le fantasie erotiche sono una fonte preziosa di crescita per le donne. E infatti secondo le autrici la fantasia è, come il sogno, il prodotto di esperienze realmente vissute, ma, a differenza del sogno, è anche un atto consapevole, uno strumento ideale per comprendere a fondo e migliorare il nostro comportamento sessuale, affettivo, relazionale, traendone il massimo beneficio. Frutto di una ricerca sul campo basata sull’analisi di centinaia di testimonianze. Nel giardino del desiderio non è solo un saggio sulla sessualità femminile, ma un’autentica bussola per orientarsi nell’intimità. Tutti possiamo riconoscerci, proprio tutti: le donne che desiderano rendere più appagante la propria vita sessuale, quelle che temono le proprie fantasie e vogliono vincere l’ansia e le delusioni della vita reale, e gli uomini che desiderano capire i segreti delle proprie partner e aumentare la soddisfazione sessuale di entrambi.
Wendy Maltz, psicoterapeuta di fama internazionale, vanta un’esperienza di oltre vent’anni nel trattamento di problemi sessuali e relazionali. È autrice e curatrice di testi sull’argomento e apprezzata conferenziera. Vive a Eugene, nell’Oregon.
Suzie Boss, giornalista e editorfree lance, collabora con prestigiose testate, tra le quali The New York Times e Newsweek. Vive a Portland, nell’Oregon.
Ringraziamenti
Introduzione
1. I nostri pensieri più segreti
2. Una descrizione del nostro stile di fantasia
3. Da dove vengono le fantasie sessuali
4. In che modo le fantasie ci aiutano
5. Riconoscere le trappole della fantasia
6. Scoperte profonde
7. Esplorazioni guidate
8. Guarire da fantasie moleste e sostituirle
9. Condividere le proprie fantasie con il partner
10. Creare le fantasie preferite
Note
L’Ultima Leggenda di Caino
Romanzo
Autore/i: de Unamuno Miguel
Editore: dall’Oglio Editore
tradotto dallo spagnolo da Gilberto Beccari.
pp. 180, Milano
Scritte giorno per giorno per la rivista madrilena “Ahora” durante il 1933, leggendo queste pagine inedite si sente – scrive José Bregamín nella prefazione all’edizione pubblicata in quell’anno in Messico – come “se nella coscienza di Don Miguel si stessero accumulando nebulosamente drammatici presentimenti”. Anno difficile, anno cruciale per quella guerra civile che già ha inflitto pensanti ferite e porterà infine al potere Franco. Unamuno andrà in pensione rimanendo Rettore emerito dell’Università di Salamanca, ma la sua Spagna è dilaniata dall’inaudita ferocia delle parti in conflitto. Alcuni di questi commentari s’intitolano “Sete di riposo” e si ha l’impressione di leggere le parole di un uomo disilluso sulle speranze di una Spagna pacificata e libera: sono come un “soliloquio” mentre si preparano le fasi dello scontro più sanguinoso. È il mondo di Caino, della sua città il cui nome, Enoch, significa sacrificio, lo stesso che Caino imporrà a suo figlio, come se il mondo nuovo, del figlio di Adamo che uccise suo fratello, potesse nascere da altro sangue versato dai figli fratelli nella guerra civile segnata da grande ferocia.
Miguel de Unamuno è stato un poeta, pensatore, scrittore, drammaturgo e politico spagnolo di origini basche. È stato anche uno dei maggiori rappresentanti del movimento letterario “Generazione del ’98” (insieme con Á. Gavinet e B. Pérez Galdós), espressione del modernismo letterario spagnolo. I temi affrontati nelle sue opere sono l’idea di ispanismo inteso come il senso del tragico nella vita, il bisogno di collocare la Spagna nell’Europa industrializzata, l’ansia di eternità e il rapporto fra Dio e l’uomo.
Nacque a Bilbao nel 1864 ma compì i suoi studi di lettere e filosofia a Madrid. Nel 1891 fu chiamato alla cattedra di lingua e letteratura greca dell’Università di Salamanca dove fu nominato rettore nel 1901. Nel 1914 fu destituito per la sua attività contro la monarchia. Dieci anni dopo fu confinato nelle Canarie, a Fuerteventura, a causa della sua opposizione alla dittatura di Primo de Rivera. Il suo esilio toccò molti intellettuali europei, tra cui Einstein, Rolland e Thomas Mann, che appoggiarono una protesta in suo nome. Riuscì a fuggire e, prima dell’avvento della seconda repubblica, tornò in patria e riprese il suo incarico di rettore. Fu di nuovo destituito nei primi giorni della guerra civile, in seguito a dissensi con i militari nazionalisti e falangisti. Morì a Salamanca nel 1936.