Libri dalla categoria Ateismo e Laicismo
Ladri di Vita
Storie di strozzini e disperati
Autore/i: Grasso Tano; Savatteri Gaetano
Editore: Baldini&Castoldi
collana: Giallo & Nero n° 19.
pp. 224, Milano
“Il labirinto ha un ingresso anonimo, ma lì dentro si moltiplicano gli inganni, si perde il senso dell’orientamento. Chi finisce dentro il labirinto dell’usura, difficilmente ne esce, perchè contribuisce inconsapevolmente a renderlo più intricato, l’unico filo d’Arianna è tenuto in mano dall’usuraio che ingarbuglia la matassa, agevola lo smarrimento, incoraggia con un sorriso i passi falsi. Dal labirinto non si può uscire se non gridando forte e gettando a terra i muri.”
Storie di donne e di uomini divorati dal tempo. Il tempo dell’usura: spietato, inarrestabile, segna ogni ora e ogni giorno una nuova cicatrice nella vita di chi finisce nelle mani degli strozzini. Storie di famiglie invischiate. Storie di conti che non tornano mai, storie di soldi che bisogna pagare, pagare e pagare. Per sempre. Fino all’esaurimento di ogni patrimonio, anche quello della speranza. Queste storie raccontano il dramma di un’Italia che soffre in silenzio, spesso senza il coraggio di urlare contro l’ingiustizia; le tragedie di persone che hanno deciso di imboccare strade senza uscita, pur di mettere fine allo stillicidio di ansie, paure, ricatti. Sono storie di usura. Storie di disperati che, di fronte a tutte le porte chiuse, hanno trovato chi offriva una boccata di ossigeno con apparente generosità. Hanno scoperto, a proprie spese, che sotto i sorrisi e la gentilezza si nascondevano l’avidità e la violenza. Qualcuno si è ribellato, con coraggio, con sofferenza, a volte a caro prezzo. Chi è riuscito a farlo con gli strumenti del diritto e della giustizia, si è liberato dalla schiavitù degli strozzini. Chi ha cercato altre soluzioni, ha pagato e paga ancora.
L’usura, oggi, è diventata una delle nuove frontiere della mafia. È un fenomeno che non riguarda più le sole vittime, ma l’intero tessuto economico legale. Queste storie sono la denuncia di un’economia malata, per colpa o per ignavia, e si interrogano sulle corresponsabilità del sistema creditizio italiano, con le sue arretratezze, le sue rigidità, le sue responsabilità. Ma questo libro è anche un appello alle vittime perchè trovino la forza di ribellarsi, un consiglio a chi rischia ogni giorno con la propria attività e un invito a chi può fare qualcosa per evitare che ci siano ancora troppe persone strozzate dal bisogno.
Tano Grasso (Capo d’Orlando, Messina, 1958), laureato in Filosofia a Firenze, commerciante, è stato presidente dell’Acio, l’Associazione commercianti e imprenditori Orlandini. È stato eletto deputato come indipendente nelle liste del PDS alle elezioni del 1992 e del 1994. Componente della Commissione parlamentare antimafia in entrambe le legislature, è stato il primo firmatario della proposta di legge contro l’usura. Oggi svolge l’attività di coordinamento delle associazioni antiracket. Ha pubblicato per Laterza nel 1992 Contro il racket. Come opporsi al ricatto mafioso.
Gaetano Savatteri (Milano, 1964), giornalista, vive e lavora a Roma. È stato per sette anni cronista a Palermo. È coautore del libro Premiata ditta servizi segreti con Paola Bolaffio (Edizioni Arbot, 1993) e con Pietro Calderoni di Voci del verbo mafiare (Pironti, 1994). Inviato del quotidiano “L’Indipendente”, segue i fatti di criminalità e di politica giudiziaria.
- La scoperta. Storia di Giovanni Castorina
- La vergogna. Storia di Clara e Francesco Gaddi
- Il labirinto. storia di Sara e Franco
- L’invischiamento. Storia di Marinella
- Il delitto. Storia di Paolo Educato
- La violenza. Storia di Franca De Candia
- La banca. Storia di Salvatore
- La finanziaria. Storia di Michele e storie del Nord
- L’usuraio. Storia di Luigi Sparacio
- Il decalogo. Contro l’usura
Il Cammino della Felicità
Titolo originale: How To Be Happy
Autore/i: Lama Zopa Rinpoche
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
a cura di Josh Bartok e di Ailsa Cameron, traduzione di Chandra Livia Candiani.
pp. 94, Milano
Dovunque viviamo, a qualsiasi razza o cultura apparteniamo, qualunque religione o filosofia seguiamo, qualsiasi lingua parliamo, tutti desideriamo essere felici ed evitare la sofferenza. Ma spesso i nostri tentativi di trovare la felicità finiscono solo per causare ancora più dolore. Per uscire da questa spirale, bisogna comprendere le enormi potenzialità della nostra mente e l’importanza dell’amorevole gentilezza per la nostra felicità e per quella del mondo. Lo strumento più potente per raggiungere questo scopo, e trasformare ogni singola esperienza in una fonte di felicità anziché di problemi, è la meditazione. È questo il messaggio che ci trasmette Lama Zopa Rinpoche, uno dei maggiori maestri buddhisti contemporanei. Il cammino della felicità è un libro profondo, adatto a tutte le situazioni della vita quotidiana, e contiene anche importanti esercizi di meditazione che mettono in risalto la fondamentale unità io-altro e l’illusione dolorosa della separatezza.
Lama Zopa Rinpoche (Thami, Nepal, 1946), nato alle falde del monte Everest, è considerato uno dei più importanti maestri buddhisti viventi. Attualmente è il direttore spirituale della Fondazione per la preservazione della tradizione mahayana.
Le Pitture Preistoriche della Grotta di Porto Badisco
Autore/i: Graziosi Paolo
Editore: Giunti Martello
premessa dell’autore, in copertina: Figure dipinte nella grotta di Porto Badisco, Caccia al cervo e motivi di carattere astratto.
pp. 196, nn. tavole a colori e b/n f.t., nn. tavole ripiegate a colori e b/n f.t., Firenze
La scoperta della grotta dipinta di Porto Badisco presso Otranto ha costituito un avvenimento di estrema importanza per la conoscenza e l’interpretazione dell’arte preistorica europea. La caverna, che si sviluppa per chilometri, con tortuosi corridoi naturali, nelle formazioni rocciose di Porto Badisco sul canale d’Otranto, era rimasta, per millenni, inaccessibile e ignorata fino a quando alcuni giovani del locale gruppo speleologico di Maglie ne individuarono, dieci anni or sono, uno degli ingressi, rimuovendo i detriti che lo ostruivano.
Questa grotta costituisce, con le centinaia di figure dipinte che ne ornano le pareti, uno dei più grandiosi monumenti d’arte della tarda preistoria che si conoscano oggi in Europa. Tali pitture, dovute a popoli agricolo-pastorali, in parte figurative di carattere schematico, in parte decisamente simbolico-astratte, possono reggere il confronto – per quantità e spettacolarità – coi grandi complessi pittorici d’arte naturalistica, assai più antichi, delle grotte di Francia e di Spagna, opera dei cacciatori paleolitici. La conoscenza di questo vasto repertorio di figure dipinte apre nuove prospettive alla interpretazione del fenomeno arte e sotto aspetti che trascendono la semplice definizione cronologica e culturale di quelle immagini; sembra infatti possibile ricostruire, in parte almeno, il meccanismo con cui erano state raggiunte, attraverso consumate esperienze, certe forme grafiche presenti nella grotta pugliese e, in base ad esse, risalire alla semantica di altri modelli pittorici, ampiamente diffusi nello spazio e nel tempo, dalla preistoria all’attualità, reperibili, tra l’altro, nella decorazione vascolare.
Questo volume è dedicato alla descrizione ed alla interpretazione dei numerosi soggetti pittorici. che si distribuiscono nei tre corridoi dipinti della grotta, alla loro possibile definizione cronologico-culturale, alla loro illustrazione iconografica.
L’analisi e la pubblicazione dei documenti archeologici (industrie litiche, ceramiche, ecc.) di cui sono ricchi i depositi antropozoici della grotta di Porto Badisco, in parte già esplorati dalla. Soprintendenza Archeologica di Taranto, verrà affrontata in altra sede.
Parlare con Dio – Meditazioni per Ogni Giorno dell’Anno – 4 Volumi
Volume I: Avvento – Natale – Epifania – Quaresima – Settimana Santa – Pasqua • Volume II: Tempo ordinario (I) – settimane dalla I alla XV • Volume III: Tempo ordinario (II) – settimane dalla XVI alla XXIX) • Volume IV: Tempo ordinario (III) – settimane dalla XXX alla XXXIV – Feste e Santi
Autore/i: Fernández-Carvajal Francisco
Editore: Edizioni ARES
nuova edizione italiana riveduta, nota editoriale, traduzione di Maria Berenice Cicogna.
vol. 1 pp. 1000, vol. 2 pp. 912, vol. 3 pp. 864, vol. 4 pp. 1056, Milano
Parlare con Dio: non è un obiettivo riservato a gente speciale. Da tutti Dio aspetta amore. Dall’imprenditore al chirurgo, alla segretaria, al commerciante, all’impiegato, al sacerdote, alla professoressa, alla casalinga, allo studente: tutti chiamati a comportarsi da figli di Dio e a rivolgersi a Lui come a un Padre, ogni giorno, per confidargli i più intimi sentimenti e ricevere da Lui la risposta più appropriata. Francisco Fernández-Carvajal ha composto uno straordinario sussidio per la preghiera personale: una raccolta di meditazioni, una al giorno per tutto l’anno, che partono dalle letture della Messa quotidiana e, sulla falsariga dell’Antico e del Nuovo Testamento, convocano la tradizione cristiana, dai Padri della Chiesa ai migliori autori di spiritualità, per presentare, nel volgere dei tempi liturgici e delle epoche dell’anno, tutti i temi di cui un cristiano ha motivo di trattare nell’intimità con suo Padre Dio.
Francisco Fernández-Carvajal è nato a Granada. Laureatosi in Storia presso l’Università di Navarra e in Diritto canonico all’Angelicum di Roma, nel 1964 è stato ordinato sacerdote. È uno dei più noti autori contemporanei di opere di spiritualità; tra le principali si segnalano: Vida de Jesús, Hijos de Dios (con Pedro Beteta), Quédate conmigo, Como quieras Tú (meditazioni sulla Passione del Signore), El día que cambié mi vida, Antología de Textos, Para llegar a puerto, e Parlare con Dio, la fortunatissima serie di oltre 550 meditazioni quotidiane nelle quali l’autore affronta i nodi principali della dottrina e della vita cristiana, pubblicate in oltre due milioni di copie e tradotte in inglese, francese, portoghese, tedesco, olandese, rumeno, slovacco, polacco, ungherese e pubblicate in Italia dalle Edizioni Ares.
La Felicità di Questa Vita – Esperienza del Mondo e Stagioni dell’Esistenza
Perchè la felicità appartiene alla nostra vita e noi a essa
Autore/i: Natoli Salvatore
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione dell’autore.
pp. 186, Milano
«Felicita di questa vita. Perchè? Perchè è qui, in questo mondo, che l’uomo ne fa esperienza ma ancor più perchè è la vita a essere felice. Se, come si è soliti pensare, la felicita la si gusta appieno nell’attimo, non va dimenticato che felice, in senso stretto, lo si può dire solo di una vita intera, pienamente compiuta: e, perchè questo accada, bisogna saper modulare insieme gioie e dolori, fallimenti e successi, bisogna saper tessere con Sagacia la trama della propria esistenza, disegnarne il ricamo.
La felicità, allora, più che fugace evento occasionale, è frutto della virtù, ma della virtù intesa nel significato originario di “abilità”, di “perizia” nel fronteggiare e aggirare le difficoltà. Per essere felici, gli uomini devono diventare in qualche modo “virtuosi” dell’esistenza, cosi come si definisce virtuoso un grande pianista, un acrobata e in genere tutti coloro che, a seguito di un lungo esercizio, sanno rendere facile il difficile, sanno trasformare le difficoltà in stimolo, sanno tramutare la fatica in bellezza, in opera d’arte. La virtù è dunque da intendere come un grande esercizio di stile, un’”estetica” dell’esistenza. In questo libro si parla della felicita in modo nuovo, e lo si fa percorrendo le tappe della vita (nascita, maturità, vecchiaia, morte), indagandone il senso e mostrando come esso si determini nelle relazioni tra gli uomini, nella relazione che ogni uomo deve intrattenere con se stesso, nella tensione feconda e mai estinguibile tra desideri e razionalità. Parlare di felicità penetrando nelle pieghe della vita significa quindi parlare di affetti, delle regioni estreme” della gioia e del dolore, ma e di visioni del mondo, di etica, di politica, in breve riflettere su quella che la tradizione filosofica ha definito la “condizione umana”. L’intento è non solo di rendere il lettore più curioso della realtà che lo circonda, degli se stesso, ma di invitarlo a guardarsi in maniera diversa, o semplicemente a guardarsi, a non fuggirsi, a volersi più bene.»
Salvatore Natoli e docente di filosofia teoretica presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli studi di Milano-Bicocea. Tra i suoi libri ricordiamo: L’esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale (Feltrinelli 1989), La felicita. Saggio di teoria degli affetti (Feltrinelli 1994), Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli 1996). Di recente ha pubblicato: Dio e il divino. Confronto con il cristianesimo (Morcelliana 1999) e Progresso e catastrofe. Dinamiche della modernità (Marinotti Edizioni 1999).
Prefazione. Linea vitae
I. Nascere Venire al mondo
Esisto perchè qualcuno mi ama
Io sono il desiderio
Prendo il bicchiere dal tavolo
Mi meraviglio, dunque sono
Darsi un figlio
O la torta o il gelato
Voglio ma non posso
Figli della terra
Ecologia della mente
II. Abitare la terra: le radici della morale
Sentirsi parte
Non posso vivere da solo
Appartenere a se stessi
Non sono Dio
Invento me stesso
Mi prendo a cuore
E istinto anche il mio pensiero
C’è un mostro dentro di me
III. Il grande stile: per un’estetica dell’esistenza
Il tempo e la cura
Cerco la sorgente della mia sete
Costruisco un tranquillo e bel viale dell’amicizia
Sono forte, ho coraggio
Le repubbliche ben temperate. Dal monopolio della forza al potere diffuso
IV. Felicità: realizzarsi nell’attimo o portare a compimento la vita?
In principio è la felicita
Tocco il cielo con un dito
Che cosa sento quando sono felice
Felicità e struggimento
Felice è una vita intera
V. Experimentum crucis: la prova del dolore
Il linguaggio del dolore
Danno e senso
Il dolore spegne il valore della vita
Sommerso o salvato?
Perchè proprio a me?
Sofferenza e colpa
Il dolore innocente
La sofferenza dei bambini
Il dolore inflitto
VI. Della vecchiaia
Vecchiaia: culmine o tramonto?
La vecchiaia é nelle nostre mani
La sindrome dello specchio
I «vecchi giovani»
I «vecchi vecchi»
VII. Ars moriendi o della bella morte
La carrucola che cade nel pozzo
Muoio nell’altro che muore
Perdere il mondo
La morte nel cuore della vita
Essere per la morte
Il nostro ordinario morire
Il silenzio e la memoria
Buona vita, bella morte
Note
Utamaro – Colour Prints and Paintings
Autore/i: Hillier J.
Editore: Phaidon Press
introduction by the author.
pp. 162, with 110 illustrations and 17 plates in full colour, London
Utamaro is one of the most significant figures in the history of Japanese art, and one who has had an incalculable influence on western artists. Born in 1753, he lived all his life in Edo, a central figure in a culture that was of the people rather than the aristocracy, and whose typical forms of expression were the Kabuki plays, light novelettes, comic verse and colour-woodcuts.
He spans a period during which each of these arts was brought to its point of ultimate achievement, a period, too, of a flux of ideas and the first stirrings of the social and political changes that were to ensue in the nineteenth century.
His work includes designs for some of the loveliest illustrated books in the world, and his broadsheets, at their best, are marked by powers of composition and imaginative design that single him out from all other artists of the colour-print movement. Yet, although in the West he is, next to Hokusai, the best known and admired of Japaneseartists, little outside Japan has been published dealing with his life and work since Kurth’s now out-dated monograph of 1907. Mr. Hillier’s book is timely, and it fills an unaccountable gap in the literature of the Japanese colour-print.
Like other “Floating World” artists, Utamaro drew his material for the most part from the demi-monde of Edo. The courtesan, alone or With her elegant consorts, figures in countless prints, in brothel or tea-house, in boating parties along the Sumida River, or among the flowering trees in the pleasure-gardens of Edo. The famous “Insect” book, and the no less remarkable “Bird” and “Shell” books, prove his outstanding powers in an entirely different genre.
The author has for many years devoted himself to a study of the work of Japanese artists, and especially of Utamaro. Aided by a generous selection of typical prints, in broadsheet or album form, he traces Utamaro’s development as an artist, providing at the same time an approach to the Japanese way of life in the late eighteenth century, as well as to some of the problems of Japanese art generally.
Hokusai – Paintings • Drawings and Woodcuts
Autore/i: Hillier J.
Editore: Phaidon Press
introduction by the author.
pp. 138, with 130 illustrations and 18 plates in colour, London
Hokusai is one of the few Japanese artists whose appeal is not restricted to those who understand and appreciate the Eastern idiom in painting. His art has indeed a universal appeal ; for despite the revolutions in our taste since Hokusai’s death in 1849, enthusiasm for his work, and admiration for such masterpieces as his prints “The Wave”, “Lilies” and “Fuji in Clear Weather” have in no way lessened.
In this book the author describes the slow unfolding of the artist’s gifts as print designer and book illustrator, the text being accompanied by well over 100 chronologically arranged reproductions in black and white and 18 plates in full colour, ranging from the earliest book illustrations of about 1780 to a print made in the last year of Hokusai’s life.
Mr. Hillier also discusses and reproduces Hokusai’s paintings and brush drawings, which are little known and convey the impact of the artist’s genius without the intermediary of the engraver.
An appendix gives a chronological list of all books illustrated by Hokusai, and should be of great value to students and collectors.
This is therefore the first comprehensive and fully illustrated book on Hokusai published in English. Although much has been written about the great Japanese artist and his finest colour prints are widely known, there has so far been little opportunity of seeing a truly representative selection from the work of the “old man mad with painting”.
Le Parole della Storia – Saggi sulle Rappresentazioni del Tempo tra Riforma e Illuminismo
Autore/i: Cardinali Sandro; La Rocca Tommaso; Miegge Mario; Pancera Carlo; Rossetti Gabriella
Editore: Cappelli Editore
nota introduttiva degli autori.
pp. 184, nn. tavole b/n f.t., Bologna
Come si sono venute modificando le rappresentazioni del tempo storico, nei secoli che vanno dalla crisi religiosa del ’500 alla espansione europea dei Lumi? E, più precisamente: come si sono venute modificando non soltanto nell’«alta cultura», ma nell’area ben più vasta della diffusione culturale? La ricerca si rivolge ad un passato prossimo nel quale il monopolio ecclesiastico delle rappresentazioni dell’ordo temporum era già stato spezzato ma non era ancora rimpiazzato dalla coerenza ed efficacia della «filosofia della storia».
Come si sono venute modificando le rappresentazioni del tempo storico, nei secoli che vanno dalla Crisi religiosa del ’500 alla espansione europea del Lumi? E, più: precisamente: come si sono venute modificando non soltanto nell’«alta cultura», ma nell’area ben più vasta della diffusione culturale? Di fronte a queste domande, che possono apparire Nello stesso tempo troppo ambiziose e troppo generiche, i cinque saggi raccolti in questo volume segnalano alcuni tracciati di scavo, in un terreno ancora in larga misura aperto al dissodamento. Ma quale può essere, in secondo luogo, l’interesse teorico e pratico che suscita queste domande e da indirizzo a questi percorsi di ricerca?
Anche qui le dichiarazioni programmatiche devono cedere il campo alla assai più incerta evocazione di un Clima culturale. Poiché viviamo in una eta in cui il «senso comune» manifesta disorientamento e prende comunque le distanze dalle vedute collettive e individuali del tempo storico che son state dominate principalmente dalle nozioni di «progresso» e dalle immagini di «sviluppo», è allora comprensibile che l’attenzione si rivolga con maggiore insistenza ad un passato meno prossimo ma tuttavia moderno: un passato nel quale il monopolio ecclesiastico delle rappresentazioni dell’ordo temporum (dei tempi della «storia universale» e dei tempi del destino individuale) era già stato spezzato ma non era ancora rimpiazzato dalla coerenza ed efficacia della «filosofia della storia» (il cui nome stesso fu coniato, nella eta dei Lumi, da Voltaire). Gli interrogativi del presente producono dunque ricerca di analogie e traggono metafore da discorsi del passato, che sembravano caduti in oblio.
La diversità dei saggi che seguono, dei loro oggetti ed impianti di lettura, dipende dai diversi orientamenti e competenze degli autori, in larga misura a figure e testi a cui non da molto spazio la Storiografia filosofica e letteraria.
Gli autori svolgono la loro opera di ricerca e di insegnamento presso l’Università di Ferrara. In particolare: Mario Miegge e Prof. ordinario e titolare della cattedra di Filosofia; Gabriella Rossetti e Prof. associato alla cattedra di Pedagogia; Carlo Pancera è Prof. associato alla cattedra di Storia della Scuola e delle Istituzioni educative; Tommaso La Rocca e Ricercatore confermato presso l’Istituto di discipline filosofiche; Sandro Cardinali è Prof. associato alla cattedra di Storia della Filosofia moderna e contemporanea.
Il Bambino Padre dell’Uomo – Infanzia e Società in Maria Montessori
Autore/i: Regni Raniero
Editore: Armando Editore
introduzione dell’autore.
pp. 288, Roma
In una società in cui nascono pochi bambini ed i padri, gli adulti, sono spesso assenti o egocentrici, che senso può avere parlare del “bambino padre dell’uomo”? Eppure questa frase, salda e tranquilla, pronunciata per la prima volta da un poeta romantico inglese, è la “verità” scoperta da Maria Montessori, capace di illuminare ancora i nostri giorni. Una verità in grado di sbloccare quelle certezze, ormai Cosi poco sicure di sé, in cui sembra impantanata gran parte dell’attuale riflessione pedagogica.
Partendo dalle immagini-destino che, dall’antichità ad oggi, hanno determinato la condizione dell’infanzia, passando attraverso l’ambigua valorizzazione moderna del bambino, cosi legata all’individualismo occidentale, il libro mette a confronto Montessori con alcune delle punte più avanzate della riflessione psicopedagogica (Piaget, Bruner, Erikson, Gardner), sociologica (Lasch, Gellner, Hayek), etologica (Lorenz, Eibl Eibesfeldt), filosofica (Camus, Popper, Heidegger, Nietzsche), letteraria (Kundera); accostamenti insoliti che permettono di esplorare aspetti poco valorizzati o male-intesi come quello della società per coesione, del bambino operaio, del periodo sensitivo dell’ordine, della disciplina della libertà, della normalizzazione, della dimensione cosmica del pensiero montessoriano. Ne emerge un ritratto piuttosto insolito della più grande pedagogista italiana, una esposizione critica capace di mostrare la portata inaspettata della sua opera, ma soprattutto una riflessione epocale sul destino dell’infanzia, figlia dell’amore e della scienza, in cui la conoscenza non è nemica dell’incanto.
Raniero Regni, laureato in Filosofia e Dottore di ricerca in Pedagogia, insegna nella scuola media superiore; impegnato nella ricerca relativa alle scienze dell’educazione e nella formazione degli insegnanti, è autore di numerosi saggi e interventi su riviste.
Introduzione
1. Le voci di S. Lorenzo
2. Immagini dell’infanzia: motivi storici di una scoperta
- Bambini in una società antica
- Il Cristianesimo come umanesimo del Figlio
- Dalla rivincita della natura nel Medioevo all’autocontrollo nella società delle buone maniere
- La modernità come nuovo inizio: genesi dell’individualismo e l’educazione come autoeducazione. L’ideale dell’autonomia
- Il romanticismo e l’infanzia tra nostalgia e promessa
- Dal mito alla scienza: la conoscenza non è nemica dell’incanto
3. Il bambino padre dell’uomo
- La prima Casa dei Bambini e la polarizzazione dell’attenzione: cronaca di un esperimento riuscito
- Un bambino che giuoca è un operaio che lavora
- La via indiretta e l’educazione alla realtà
4. Le immagini contemporanee della scienza e l’educazione come aiuto alla vita
- Adulti egocentrici e bambini incompresi: una critica a Piaget
- Da Freud attraverso la Montessori ad Erikson: i segreti della psiche infantile
5. La celebrazione dei dettagli
- I periodi sensitivi e il senso dell’ordine
- Il periodo sensitivo del linguaggio
- La mente assorbente: un ponte tra natura e cultura, tra bios e logos
- Il periodo sensitivo dell’anima e il senso religioso del bambino
- La disciplina della libertà
- La normalizzazione e la società per coesione: dalla Casa dei Bambini alla società degli adulti
7. Essere bambini nella modernità estrema
- Individualismo, culto del Sé adulto e solitudine infantile
- La solidarietà del monde e la solidarietà nello spazio e nel tempo
8. La dimensione cosmica dell’educazione
9. Leggerezza ed esattezza come categorie pedagogiche
Bibliografia
Lo Stagno di Fuoco
Romanzo
Autore/i: Nadir Daniele
Editore: Sperling & Kupfer Editori
illustrato da Mattia Ottolini.
pp. 786, nn. illustrazioni b/n, Milano
…Il romanzo storico sugli ultimi giorni dell’umanità…”Dopo il Giorno del Giudizio eravamo rimasti in pochi. Al di là di ogni considerazione numerica nutrivo la ragionevole speranza che i morti avessero vissuto più dei vivi. E che i cattivi conoscessero più storie dei buoni.”…
Il Giorno del Giudizio. Gli uomini sono chiamati davanti a Dio per essere assegnati al proprio destino eterno. I puri saliranno in Paradiso. Ai più toccherà l’Inferno. Sulla Terra, sparse e sperdute, poche centinaia di persone. Tra queste Joseph Gould e Sara Ferraris. Lui è americano, uno scrittore diventato celebre negli Anni Trenta. Lei, una giovane insegnante torinese. I pochi sopravvissuti vengono riuniti da tre angeli nella Sacra di San Michele. Per quale motivo le creature celesti non sono accanto al signore? Ognuna di loro ha condannato all’Inferno un’anima che meritava la salvezza e insieme a Joe e a Sara andranno a cercarla, nella speranza di essere perdonati. A fare da guida in questo viaggio sarà un ospite eccellente del regno del male, Giuda, il Traditore, riuscito a riemergere in superficie e ora costretto a ridiscendere nell’abisso. In un crescendo che lega la fantasia alla realtà, una corsa contro il tempo verso il fondo dell’Inferno. Un romanzo storico-avventuroso, con echi da thriller, da un giovane autore esordiente. Un libro ambizioso, creato nel corso di quattro anni, che spazia dalle Crociate dei Bambini del 1212 alle truffe dell’Età dell’Oro americana, dalla storia di Gerusalemme ai sotterranei di Roma, dai moschettieri di Luigi XIII agli odradek delle corti birmane, verso un finale che va oltre il Mito, oltre la Storia. Arricchito da originali illustrazioni, un testo unico che all’accuratezza della documentazione unisce una grande leggibilità.
Daniele Nadir è nato nel 1976. È stato uno dei fondatori della rivista “Strane Storie” e si sta laureando in storia Americana. Vive e lavora a Torino .
Mattia Ottolini è nato nel 1973. Vive a Torino, dove lavora come grafico e illustratore.
I Conquistatori di Miliardi
Autore/i: Poggiali Vieri
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
prima edizione.
pp. 614, nn. illustrazioni, Milano
«Chi sono i personaggi storici? Sono soltanto gli “eroi, i santi, i navigatori, i poeti”? V’è una tendenza, troppo spesso, a circoscrivere in esclusiva a tale categoria di personaggi, pur benemerita, i “big” dell’umanità, ignorandone altri. Ma è una delimitazione con ogni probabilità ingiusta. L’umanità progredisce anche per i meriti, l’attività, i successi di un altro nucleo di protagonisti della storia: i costruttori. Costruttori in senso lato, naturalmente i pionieri di realizzazioni nuove, che sono poi i conquistatori, in ultima analisi, di fonti nuove di produzione di reddito. Per sé e per gli altri. Anch’essi sono personaggi storici, pur se la storia ufficiale raramente li ricorda come tali, ed è riluttante a dar loro la patente di notorietà e grandezza. […] I grandi protagonisti della dinamica economica delle nazioni – che, ripetiamo, sono autentici personaggi storici – hanno creato ricchezza. Vogliamo dire che hanno soprattutto puntato a conquistarla? È probabilmente più esatto. Ecco perchè li possiamo anche chiamare conquistatori di miliardi. […]»
Vieri Poggiali, Milano 1934. Giornalista figlio di giornalista, laureato a 21 anni entra come redattore ne Il Sole-24 Ore, ne diviene poi inviato e indi vicedirettore a 27 anni. Successivamente collaboratore fisso di RAI-TV, quotidiani vari, riviste. Al contempo si occupa di comunicazione istituzionale di imprese, dapprima per il gruppo tedesco Hoechst, indi per nove anni in Montedison, nel cui ambito ricopre anche cariche in consigli d’amministrazione di consociate. Consulente poi di Ania (assicurazioni) e di Philips, presiede per 11 anni Fidenza Vetraria, all’epoca quotata in Borsa. Attivo in tutte le rappresentanze della propria categoria, è consigliere d’amministrazione per 28 anni (18 da vicepresidente, 5 finali da presidente) dell’Istituto di previdenza giornalisti. Autore di libri e di manuali economici. Per 12 anni insegna giornalismo economico all’Università Cattolica.
Di famiglia di musicofili, frequenta da sempre la Scala e altri teatri nazionali e internazionali.
Prefazione
Parte prima
UN’ARTE DIFFICILE
L’”Ubi consistam”
Tecniche eterogenee
Loro, e gli altri
Parte Seconda
AMERICA RUGGENTE
Il culto del dollaro
Scontri di giganti
I razziatori di Wall Street
La carriera del Commodoro
L’impero di acciaio
Il re del petrolio
Il banchiere modello
Dalla polvere al nylon
L’inventore principe
Una “T” per tutti
Il falso Mida
Il credito al consumo
Nababbo moderno
Una “money-making life”
Parte terza
NEL VECCHIO MONDO
Terreno più difficile
Law, il banchiere
La dinastia dei Rothschild
I baroni della Ruhr
I re della strada
Una vita per un motore
“Affaires” di grosso calibro
I fiammiferi svedesi
Armi per tutti
Il cliente ha sempre ragione
I canadesi a Fleet Street
Il reame dei diamanti
Miliardi sul mare
Parte quarta
UOMINI D’ITALIA
Un posto al sole
Il vero banchiere
L’impero della gomma
Il Ford di casa
Navi e cantieri
Il pioniere della chimica
Un Doge del XX secolo
L’assicuratore principe
Il cavaliere della sfortuna
L’industriale socialista
Dalla lana al sapone
Il ducato di Bergamo
Ciclone in borsa
L’editore finanziere
Il finanziere editore
La bandiera di Napoli
Petroliere “made in Italy”
In conclusione
De Musica
Autore/i: Sant’Agostino
Editore: Sansoni Editore
a cura di Giovanni Marzi, introduzione dell’autore.
pp. 688, tavv. a colori e b/n f.t., Firenze
Dall’introduzione:
«Tra la notevole produzione agostiniana fa spicco il De Musica, soprattutto per chi, osservatore dal di fuori, consideri questo lavoro come una semplice divagazione del suo autore. Ma a chi guardi più a fondo, non sfugge l’armonioso inserirsi di questi sei libri nel profilo del pensiero di S. Agostino. Gli interessi che fino ad ora hanno sospinto i dotti allo studio del De Musica sono stati sostanzialmente diretti alla metrica e alla filosofia. Per la prima si è insistito sull’ampia trattazione dei libri II, III, IV, V, mentre alla seconda, accennata già nel primo di tali libri, è dedicato per intero il VI. Il voler pertanto indagare partitamente sugli aspetti metrici o su quelli filosofici soltanto, significa togliere all’opera il suo carattere, il suo profilo assolutamente organico: senza dire che anche la musica deve pur essere considerata elemento non secondario nell’ambito della filosofia agostiniana. Di qui si comprende come musica, metrica e visione filosofica concorrano tutte insieme a definire le caratteristiche dell’opera, valida quindi solo nel suo complesso a ritrasmetterci una particolare direttiva del pensiero di S. Agostino.
Dagli abbozzi pitagorici alle intuizioni aristosseniche, dagli spunti platonici alla conquista delle verità cristiane: ecco alcuni momenti del De Musica, che la potenza del ragionamento giunge ad evocare, ma che tuttavia non riescono ad essere sempre chiaramente definibili. Perchè è difficile, se non impossibile, discriminare i diversi influssi mutuati dalla tradizione da quelli che sono gli apporti del tutto originali dello scrittore.[…]»
Lo Spazio dell’Umiltà – Atti del Convegno di Studi sull’Edilizia dell’Ordine dei Minori
Centro Francescano Santa Maria in Castello, Fara Sabina, 3-6 Novembre 1982
Autore/i: Autori vari
Editore: Centro Francescano Santa Maria in Castello
presentazione del Convegno di Renato Bonelli, in copertina «S. Francesco restaura la Porziuncola» miniatuta 1457 dalla Legenda maior, Codice Bresciano, Roma Museo Francescano dei Cappuccini.
pp. 368, Fara Sabina
Fare Sabina, le cui origini risalgono all’alto medioevo, è posta su un colle dominante un vasto orizzonte; nell’ampio giro di cielo dilaga a vista d’occhio la verde ondulata Campagna, disseminata di poggi e ville; quasi gemme incastonate fra l’argento degli ulivi sorgono qua e là ridenti paesi con le vecchie case di pietra bruna inerpicate a ridosso della ripida parete.
Quando il cielo terso li disegna netti contro l’azzurro sguardo si posa or sull’uno or sull’altro, con un piacere profondo dell’anima rasserenata da sì infinita pace.
A Fara, che si raggiunge dalla Salaria e dista solo 40 km da Roma, sorge l’antico castello in cui il Cardinale Francesco Barberini fondò nel 1678 un monastero di Clarisse. Ricco di interessanti memorie, manifesta nelle finalità e negli statuti ordinati dal Fondatore le aspirazioni, la fede e gli estremismi di un secolo e di una Chiesa attenta ai rigori della Controriforma, alle cure politiche e alla realizzazione dei magnifici progetti della Roma barocca.
Il monastero, uscito da una profonda crisi dopo la quasi totale distruzione delle sue secolari strutture a seguito di eventi bellici, ora, quasi del tutto restaurato, tenta nuove vie, attingendo alla inesauribile linfa del rigoglioso albero francescano.
Nel rinascente interesse per la storia e nell’attenzione all’urgente necessità di salvare dalla definitiva rovina luoghi e ricordi di un passato così pregno di quei valori da cui il mondo oggi si è allontanato e cui di nuovo anela, il monastero delle Clarisse si è offerto a divenire luogo privilegiato per una proposta di conservazione di documenti, per incontri di studio, per la ricerca di mezzi e l’attuazione di programmi finalizzati alla conoscenza e alla conseguente valorizzazione e fruizione di quello «spazio dell’umiltà» testimone per secoli di una straordinaria esperienza di vita ricca di significato e di fede.
Il Centro francescano Santa Maria in Castello, sorto nel monastero con interessi culturali e spirituali, ha già avviato un lavoro di catalogazione e rilievo dei monumenti francescani in Italia, suscitando iniziative volte a stimolare l’interesse degli studiosi e di quanti hanno a cuore la conservazione dell’ambiente storico con il suo messaggio perennemente valido.
Gli Atti del Convegno, svoltosi a chiusura dell’VIII Centenario della nascita di S. Francesco, costituiscono per il Centro un’importante realizzazione e una prova della serietà dell’impegno con cui si vuol procedere nella via intrapresa.
M. B. Mistretta
Saluto del Centro Francescano S. Maria in Castello
R. Bonelli
Presentazione del Convegno
L. Pellegrini
La prima fraternita, minoritica ed i problemi dell’insediamento
E. Pasztor
La chiesa dei Frati Minori tra ideale di S. Francesco ed esigenze della cura delle anime
M. Salvatori
Le prime sedi francescane
J. Raspi Serra
Le grandi chiese mendicanti di Rieti
G. Carbonara
Gli insediamenti degli Ordini Mendicanti in Sabina
G. Villetti
Quadro generale dell’edilizia mendicante in Italia
C. Bozzoni
L’edilizia degli Ordini Mendicanti in Europa e nel bacino del Mediterraneo
M. Sanfilippo
Il Convento e la Città: nuova definizione di un tema
R. Bonelli
Una definizione per l’«architettura mendicante»
Tavola rotonda
La Rivoluzione della Medicina – Dall’Arte alla Scienza
Autore/i: Azzone Giovanni Felice
Editore: McGraw-Hill Libri Italia
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. XXV-318, Milano
Nonostante sia stata dominata dalla storia e per millenni, la medicina è diventata, con la rivoluzione concettuale del secolo scorso, simile nei principi e nei metodi alle altre scienze naturali, vale a dire una branca delle scienze naturali e, come queste, basata sulla conoscenza oggettiva. Soltanto la convinzione che la conoscenza medica potesse diventare oggettiva ha portato gli scienziati sperimentali e i clinici a misurare ciò che era misurabile e a rendere misurabile ciò che ancora non lo era. Non è corretta pertanto la tesi secondo cui la medicina non dovrebbe fare parte delle scienze naturali e dovrebbe essere considerata piuttosto una forma d’arte o una applicazione pratica della fisica e della chimica con un piccolo contributo di storia naturale.
Il libro costruisce un percorso storico concettuale attraverso l’evoluzione del pensiero medico che mette in evidenza la complessità e la problematicità della medicina in quanto scienza.
Introduzione
Prima Parte: l’unificazione tra le scienze biomediche e le scienze fisico-chimiche
1. Il concetto di medicina scientifica. Individui e classi. La relazione tra il concetto di malattia e quello di “entità naturale”
2. La concettualizzazione della medicina: dagli elenchi di nosos ai meccanismi fisiopatologici
3. L’evoluzione dal semplice al complesso e le proprietà termodinamiche delle malattie
Seconda Parte: il ruolo della concezione evoluzionista in medicina
4. La duplice natura determinista ed evoluzionista dei viventi. La generazione d’informazione
5. Il concetto di causa e l’emergenza evoluzionista nel pensiero medico
6. I processi naturali come prodotto dell’evoluzione e le alterazioni di carattere evoluzionista dei processi naturali
7. Un esempio di medicina soggettiva. La natura della mente e l’interpretazione evoluzionista dei trattamenti terapeutici
Terza Parte: problemi epistemologici della medicina clinica
8. La natura storico generale della conoscenza clinica. L’apparente unicità degli eventi medici
9. Il carattere determinista e caotico delle alterazioni dei processi naturali
10. La competenza clinica come conoscenza personale di natura oggettiva
11. Le due interpretazioni della medicina
Quarta Parte: problemi attuali e futuri della medicina
12. La patologia molecolare come patologia del genoma
13. Il futuro della medicina scientifica
Appendice: classificazione delle febbri
Glossario
Bibliografia
Indice analitico
L’Insegnamento e l’Inconscio
Titolo originale: Teaching and the Unconscious Mind
Autore/i: Hill John C.
Editore: Armando Armando Editore
presentazione di Anna Freud, introduzione di Rudolf Ekstein D., traduzione di Igina Tattoni.
pp. 192, Roma
L’Autore di questo libro e stato insegnante, insegnante di insegnanti e ispettore scolastico nell’East End di Londra. L’insegnamento e l’inconscio è stato quindi scritto in riferimento ad un’esperienza quanto mai vasta, compiuta nel mondo della scuola e non del tutto recente, ma tale da far si che Anna Freud possa parlare nella prefazione di un Hill «pioniere»,
In effetti, l’applicazione dello studio dell’inconscio alle tecniche educative scolastiche risulta in questo libro originalissima ed ancora nuova poichè non sono molte le pubblicazioni su tale problema specifico e sfuggente.
Introdotti ormai alla didattica vera e propria, informati per lo più – dell’esigenza di essere preparati dal punto di vista psicologico, gli insegnanti e gli educatori in genere troveranno qui un discorso «diverso»: verra loro spiegato come rivolgersi a bambini del ciclo elementare o a ragazzi delle scuole medie ponendosi dal punto di vista dell’inconscio infantile. E, per difficile che sia l’argomento, Hill lo tratta con grande ricchezza di dettagli e di esemplificazioni, con un linguaggio semplice ed informale che invita a ulteriori letture e approfondimenti.
L’unico limite del libro potrebbe suo malgrado dipendere da un equlivoco del lettore adulto: parlare dell’inconscio dei ragazzi, indicare vie nuove all’insegnamento basandosi sulle scoperte psicoanalitiche, come fa Hill, sottintende inevitabilmente il fatto che l’educatore abbia dimestichezza con il suo proprio inconscio, ne comprenda il linguaggio, ne trasformi le zone d’ombra. Di questo inconscio Hill non parla poichè il centro del suo discorso è un altro, ma dimenticare quanto non dice in proposito significa non poter usare o, peggio, usare in forma distorta, il suo contributo.
Nota bibliografica editoriale. Si vedano in queste stesse edizioni due libri complementari de L’insegnamento e l’inconscio: L. A. Armando, Freud e l’educazione, ricostruzione, con sistematico riferimento ai testi, del progressivo costituirsi e articolarsi della riflessione freudiana relativa alle finalità dell’educazione; E. Richardson, La scuola e il suo ambiente libro che mostra quanto profondamente l’apprendimento da parte degli studenti sia influenzato dai rapporti personali esistenti all’interno della comunità scolastica.
Presentazione di Anna Freud
Introduzione
1. Metodi attivi
– Consigli per usare i metodi attivi
2. Come tenere la classe
3. L’inconscio
4. L’istruzione primaria
– Educazione in famiglia
– Resoconto sui sistemi educativi di una scuola-modello
5. L’istruzione secondaria
6. Materie scolastiche
– Arte
– Musica ed espressione verbale
– Composizione
– Matematica
– Geografia
– Storia
– Educazione fisica e lavoro manuale
7. Alcuni problemi di carattere generale
– La correzione dei quaderni
– Disciplina
– L’eredita dei caratteri acquisiti
– Mente e intelletto
– Cultura
– Le limitazioni dell’intelletto
– Terapia educativa
– Ulteriori riferimenti all’inconscio
Appendice
– L’influenza di Freud sull’educazione
Riferimenti bibliografici
L’Oro nei Secoli
Dalla Collezione Castellani
Autore/i: Autori vari
Editore: Palombi Editori
a cura di Alfonsina Russo Tagliente e Ida Caruso, in copertina «Spilla in oro e smeraldi cabochon a forma di testa di civetta».
pp. 128, nn. fotografie a colori e b/n, Roma
Dalla presentazione del Soprintendente ai Beni Culturali:
«La mostra L’Oro nei secoli, dalla Collezione Castellani, è stata realizzata grazie alla determinante disponibilità della Soprintendenza archeologica per l’Etruria Meridionale e della Direzione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, principale prestatore delle opere in esposizione. La mostra, come suggerisce e anticipa il titolo, ruota intorno al tema del “gioiello archeologico”, nel secolo, l’800, impregnato sia nelle arti maggiori come nelle arti applicate ed in architettura dalla cultura del revival, transitata ben presto in quella dell’eclettismo.
Il gioiello, in sostanza, riflette quanto nel frattempo avveniva su grande scala nell’architettura, ponendo peraltro le premesse di questioni estranee al cantiere tradizionale, basato per secoli sulla manutenzione che non escludeva la sostituzione di elementi deteriorati o collassati della fabbrica. Dopo la nascita della disciplina del restauro archeologico, a partire proprio dalla fine del ’700 ai primi decenni dell’800, sollecitata senza dubbio dai grandi scavi di Pompei ed Ercolano, iniziati a metà ’700, dalle campagne d’Egitto di Napoleone Buonaparte sino alla riscoperta delle antichità greche ed egizie, si pone, nel restauro delle antichità, il problema della distinguibilità della parte aggiunta da quella originale o in aperta contrapposizione quella dell’assoluto mimetismo tra l’originale e l’integrazione, ben presto sfociato nel restauro stilistico alla Viollet-le-Duc e nell’affermazione delle Accademie d’Arte ovvero nei casi estremi nella progettazione di un organismo totalmente nuovo, ricostruito sulla base di un codice stilistico del passato, scelto in funzione della destinazione d’uso dell’edificio.
In breve, soprattutto in campo pittorico e numismatico, sorge il problema dell’accertamento dell’autenticità del pezzo.
Non a caso il Settecento e |’Ottocento sono i secoli dei falsari che potevano sfruttare un artigianato di altissima professionalità fino a poco tempo prima dedito ad attività del tutto lecite, compreso quella della “riabilitazione” o completamento stilistico di un pezzo antico. Si consolida al contempo il culto antiquariale delle memorie; si passa dall’emulazione e dall’anelito idealistico del superamento dell’Antico, che ha attraversato tutto il Rinascimento, all’imitazione dell’arte etrusca, greca, egizia, romana. Si accrescono i musei e le collezioni private.
È l’epoca dei grandi viaggiatori nordici che scenderanno nel Bel Paese per compiere il Gran Tour, indispensabile corollario per la formazione dei giovani rampolli della nobiltà e della borghesia nascente, destinati a costituire la classe dirigente delle Nazioni.
Per una casuale ma significativa combinazione, in questo scorcio dell’anno, sono molte le mostre, vicine e lontane, che per un verso o per l’altro, si innestano in quanto vena “aurifera”, rimasta per lungo tempo in una zona d’ombra, ma in evidente crescita di interesse e di valorizzazione.»
(Agostino Bureca)
La Collezione Castellani e la rielaborazione dall’antico
Ida Caruso
La Collezione Castellani tra fascino dell’Antico e sperimentazione tecnica
Alfonsina Russo Tagliente
L’Oro Antico e i Castellani
Alfonsina Russo Tagliente
Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri Argentieri dell’Alma Città di Roma
Corrado di Giacomo
Console Camerlengo dell’Università degli Orefici
“Pace Castellani”
Corrado di Giacomo
Console Camerlengo dell’Università degli Orefici
Calice Castellani
Sante Guido
L’età dell’oro: Arezzo e il suo genius loci
Giovanni Raspini
Catalogo
Krishna l’Amant Divin – Mythes et Légendes dans l’Art Indien
Autore/i: Autori vari
Editore: Edita • Vilo
pp. 220, richement illustré noir et couleurs, Lausanne
Dieu vénéré, héros épique, amant suprême, Krishna, depuis des siècles, rassemble en lui-même tous ces personnages et bien d’autres aspects encore; depuis des siècles, en effet, il est l’un des dieux les plus populaires du panthéon hindou. Les mille facettes de la personnalité de ce dieu-héros illuminent et inspirent les domaines aussi divers que sont la littérature et la poésie, la danse et le théâtre, la peinture ou la sculpture… Aujourd’hui encore, l’influence de celui que l’on appelle Krishna se fait puissamment ressentir dans la vie quotidienne et les coutumes des Indiens, dans leur religion et leur culture.
Qui est donc ce glorieux «Dieu Bleu»? Les historiens le décrivent comme une synthèse de divers personnages – héros, précepteur spirituel, roi – divinisés au cours du temps. Mais, pour leur part, dévots, poètes et artistes ne voient aucune nécessité en de telles considérations car, pour eux comme pour des millions d’Indiens de toute origine sociale – en Inde et par-delà ses frontières – Krishna est avant tout, et depuis fort longtemps, une source d’inspiration spirituelle et artistique.
Pour la première fois, grâce au présent ouvrage, il est loisible à chacun d’étudier le mythe de Krishna dans ses implications historiques, religieuses et culturelles. Conçu et rédigé par d’éminents chercheurs et érudits spécialistes de la culture indienne, ce volume traite en détail de chaque aspect du thème tel qu’il apparaît dans l’art, l’histoire et la spiritualité de l’Inde. La vie du dieu et ses hauts faits sont ici relatés avec précision et chaque épisode est illustré par de remarquables miniatures, à la fois parfaitement descriptives et témoignant d’un art consommé de la composition, du trait et des nuances. Outre ces chefs-d’oeuvre, d’autres reproductions d’éblouissantes oeuvres d’art, inédites à ce jour, caractéristiques de chaque région du continent indien, illustrent les études et l’anthologie poétique de l’ouvrage.
«Krishna – l’Amant Divin»: une essentielle contribution à la compréhension de l’art indien en ses thèmes religieux et culturels. Le haut niveau d’érudition de ses textes en fait également un ouvrage de référence indispensable au spécialiste. Enfin, la qualité, la gravure et l’abondance des documents photographiques qui l’illustrent seront vivement appréciées par l’amateur d’art.
Il Martinismo e l’Ordine Martinista – Documenti sulla Iniziazione Tradizionale in Occidente
Storia – Teorie – Pratiche Rituali
Autore/i: Brunelli Francesco
Editore: Editrice Volumnia
introduzione dell’autore.
pp. 208, 2 tavole ripiegate b/n f.t., illustrazioni b/n, Perugia
introduzione dell’autore Francesco Brunelli:
Manca in Italia ed in lingua italiana una pubblicazione sul Martinismo che dia al ricercatore una traccia di questa interessante corrente esoterica occidentale ed una esposizione critica ”vissuta” che dia un metro per giudicare se a chi bussa alle ”porte”, convenga o no tentare, in questo terreno, una avventura che marcherà comunque la propria presente vita se vi è realmente un impulso che muove e che spinge ad uscire dal mare della mediocrità e dei condizionamenti cui soggiace la maggior parte delle umane creature ”grandi” o ”piccole” ch’esse siano nel mondo volgare o profano.
Non sappiamo se e quanto potremo riuscire in questo intento, non sta a noi dare un giudizio, ma possiamo confermare che abbiamo cercato di concentrare in brevi note quanto ci siamo ripromessi di voler dire.
Quando nel 1953 (e sono passati oltre venti anni) fummo ammessi nell’Ordine Martinista dal figlio del grande Papus, eravamo tanto ingenui da credere che per questo solo fatto avremmo trovato vie e ponti privi di ostacoli e maestri pronti ad ogni nostra bisogna… la realtà fu che dovemmo costruirci da soli, pezzo per pezzo, frammento per frammento. A distanza di anni abbiamo compreso la validità di tale metodo anche se continuiamo a ritenere che la trasmissione di alcune tecniche fondamentali ai pronti sia indispensabile, se non esiste il ”vuoto” nei maestri e negli iniziatori. Vuoto che per contro più di una volta abbiamo amaramente dovuto constatare senza peraltro desistere dalla ricerca, senza distoglierci dalla direzione presa, senza abbandonare tecniche elementari che da soli avevamo appreso e che con il tempo abbiamo migliorato mercè apporti differenti capitati ”non a caso”, ma nel momento giusto ed opportuno.
Possiamo oggi confidare agli amici che l’approdo al Martinismo fu un valido passo dopo anni di ricerche e di delusioni trascorsi in mezzo ad associazioni di diversa colorazione esoterico-culturale ed esoterico-ritualista; e possiamo oggi con serenità affermare che la verità, la tecnica, la strada non può emergere che dal nostro essere anche se gli apporti esterni appaiono illuminanti e confortanti soprattutto in virtù della funzione di ”corrimano” che possiamo loro attribuire quando essi poggiano su un piano tradizionale certo.
Ed il Martinismo poggia su questo piano.
Degli Errori e delle Verità
Autore/i: de Saint Martin Louis Claude
Editore: Edizioni CONOSCENZA
introduzione, traduzione e note di Ovidio La Pera.
pp. XLIII-360, Firenze
Dall’introduzione di Ovidio La Pera:
«L. C. de Saint-Martin era solito definirsi Filosofo incognito, e mentre nei vari paesi del Nord-Europa è largamente conosciuto in quanto la sua opera ha avuto una certa diffusione, in Italia, ad eccezione che per pochi “addetti ai lavori”, possiamo considerarlo tale.
Della sua vasta produzione, per la quale rimandiamo il lettore alle pagine bibliografiche, la presente opera “Degli Errori e della verità” è stata la prima da lui scritta e pubblicata ad Edimburgo (Lione) in 8° nel 1775, spinto più che dalla propria volontà, dal consiglio dei suoi amici, a seguito dell’indignazione provata alla lettura di uno scritto di Boulanger, il quale affermava che le religioni erano nate a seguito della paura causata negli uomini dalle catastrofi della Natura.
Con questo libro, talora enigmatico, il Saint-Martin, in risposta al Boulanger, mostra come nella natura stessa dell’uomo risieda la conoscenza sensibile di una Causa attiva e intelligente, vera sorgente di allegorie, di misteri, di istituzioni e di leggi.
Ma le sue affermazioni furono trattate dalla scuola del barone di Holbach, attraverso la voce di Voltaire, come insensate e assurde; e causarono un preteso Seguito degli Errori e della verità, Salomonopolis (Parigi) in 8°, apparso alcuni anni dopo e che il Saint-Martin denunciò come fraudolento e contaminato dal vizio dei falsi sistemi che combatteva; in effetti, egli aveva affermato, nell’opera di cui trattiamo, che la volontà costituiva la facoltà essenziale e fondamentale dell’uomo, ed era smentendolo che si osava interpretarlo, allorché si diceva che la volontà non è che una modificazione del cervello attraverso la quale l’uomo è disposto a mettere in gioco i suoi organi. Affermazione questa, tipica delle dottrine materialistiche che si andavano diffondendo.
È da chiedersi dove il Saint-Martin abbia attinto le sue conoscenze per confutare tutti gli errori che la scienza del suo tempo andava accumulando nell’intento di dare delle risposte agli infiniti quesiti che il mondo sensibile ha sempre posto.
Troppo semplicistico sarebbe limitarsi a dire che tali conoscenze gli derivavano dalla Dottrina di Martinez de Pasqualis del quale era stato segretario, in quanto, come egli stesso afferma nella sua prefazione all’opera, per una tale impresa necessitano delle risorse più che ordinarie, ma quali siano queste risorse non ce lo spiega.[…]»
Maghi e Reazioni Misteriose
L’alchimia e la chimica a spasso nel tempo
Autore/i: Guarnieri Vincenzo
Editore: Editore Lapis Edizioni
introduzione dell’autore, illustrazioni Fabio Magnasciutti.
pp. 200, nn. illustrazioni b/n, Roma
Hai mai sentito parlare di pietra filosofale? Di maghi e alchimisti e dei loro strani laboratori?
La chimica comincia proprio da lì, dal mistero e dalla magia, dal segreto e dal fascino della materia.
Un libro che viaggia attraverso i secoli, dai primi “esplosivi” esperimenti alle straordinarie scoperte del Novecento. L’avventura dell’uomo che da sempre tenta di svelare gli enigmi della natura.
Vincenzo Guarnieri nasce a Torino nel 1974. Non contento di un diploma di perito chimico, decide di iscriversi alla facoltà di scienze e finisce per laurearsi in chimica nel 2000. Attratto dalla vita di laboratorio, ottiene un dottorato di ricerca in biochimica e biotecnologie cellulare nel 2005. Recentemente, affascinato dalla vita fuori dal laboratorio, si occupa di ricerca nel campo della sostenibilità e si dedica alla comunicazione della scienza per grandi e piccini.
Indice dei capitoli e degli argomenti
I. Le prime magie
° Le pietre diventano metallo: l’età del rame, del bronzo e del ferro
° Le teorie di Aristotele (384-321 a.C.) e dei suoi amici greci
° Il concetto di atomo di Leucippo e Democrito (ca 450-60 a.C.)
II. La misteriosa alchimia
° Bolos di Mendes (circa 200 a.C.) e le magie d’Egitto
° I roghi ai tempi dei Romani
° Giabir Ibn Hayyan (760-815 circa) e il suo alambicco
° Avicenna (980-1037) e la medicina araba
III. L’Europa si riaccende
° Bacone (1214-1292), il Doctor Mirabilis della polvere da sparo
° Il misterioso “falso Geber” (circa 1300) e i suoi acidi
° Le guarigioni alchemiche di Paracelso (1493-1541)
° Libavio (circa 1540-1616) e il suo “super acido”
° La purga salata di Glauber (1604-1670)
IV. Spirito di osservazione, osservazione di spirito!
° Van Helmont (1577-1644) alle prese con i gas
° I corpuscoli di Boyle (1627-1691)
° Stahl (1660-1734) e la teoria del flogisto
V. Sai cosa respiri?
° L’anidride carbonica di Black (1728-1788), l’acchiappafantasmi
° Cavendish (1731-1810) e l’idrogeno
° Rutherford (1749-1819) e l’azoto
° La scoperta dell’ossigeno: Joseph Priestley (1733-1804)
° Scheele (1742-1786) e altre scoperte pericolose
VI. Viva la rivoluzione
° Lavoisier (1743-1794)
° La bilancia e la conservazione delle masse…d’acqua
° Che cos’è l’aria?
° La scoperta dell’acqua calda
° Il trattato elementare di chimica
VII. Atomi e molecole sbagliate
° La legge delle proporzioni definite di Proust (1754-1826)
° La legge delle proporzioni multiple di Dalton (1766-1844)
° La legge dei volumi di combinazione di Gay-Lussac (1778-1850)
° L’ipotesi geniale di Avogadro (1776-1856)
° Berzelius (1779-1848) e i simboli atomici
° Quanto pesano gli atomi?
VIII. Molecole vive
° Sostanze organiche e inorganiche
° Berthelot (1827-1907) e il primo grasso artificiale
° L’isometria e la struttura delle molecole
° La valenza di Kekulè (1829-1886)
IX. Elementi indisciplinati
° Cannizzaro (1820-1910) e l’idea di molecola
° La tavola periodica degli elementi di Mendelèev (1834-1907)
X. La proprietà dei gruppi
° La soluzione delle soluzioni
° Faraday (1791-1867) e gli ioni
° Arrhenius (1859-1927) e la dissociazione ionica
° La concentrazione
° La mole
XI. Invasione chimica
° Le prime materie plastiche
° Le esplosioni e la dinamite di Nobel (1833-1896)
° I coloranti sintetici
XII. Atomi a pezzi
° La scoperta degli elettroni: Thomson (1856-1940)
° Rutherford (1871-1937), i protoni e il nucleo degli atomi
° I legami chimici
° Neutroni e isotopi
° Ma è davvero la fine del viaggio?