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Sotto Falso Nome – Verità e Menzogna nella Letteratura Cristiana Antica

Sotto Falso Nome – Verità e Menzogna nella Letteratura Cristiana Antica

Titolo originale: Forged, Writing in the Name of God – Why the Bible’s Authors Are Not Who We Think They Are

Autore/i: Ehrman Bart D.

Editore: Carocci Editore

introduzione dell’autore, collana: Sfere 78.

pp. 268, Roma

“Forse non sapremo mai che cosa spinse gli autori di questi falsi a fare quello che facevano. Non possiamo certo scrutare nei loro cuori e nelle loro teste per vedere che cosa pensavano, dentro di sè, quando decisero di nascondere la loro identità e di affermare, mentendo, di essere qualcun altro. Se i lettori l’avessero saputo, probabilmente li avrebbero definiti bugiardi e li avrebbero condannati. Ma agli occhi di questi scrittori, la loro coscienza era immacolata, i loro propositi puri come un giglio. Avevano una verità da comunicare ed erano ben felici di mentire pur di proclamarla.” (Bart D. Ehrman )

Falsi vangeli, false lettere, false apocalissi, anche fra i libri del Nuovo Testamento, impiegati come armi per affermare alcune convinzioni religiose o per contrastarne altre. In questo nuovo volume, per mesi in cima alle classifiche americane. Bart D. Ehrman ci conduce in un viaggio nei primi quattro secoli dell’era cristiana, mettendo in luce un altro aspetto di quella “battaglia per le Sacre Scritture” di cui aveva già delineato i contorni nei “Cristianesimi perduti”: la pratica della contraffazione. Una storia di fede, dunque, ma soprattutto di libri falsi e di falsi apostoli, di imposture patenti e di mezze verità sullo sfondo turbolento e affascinante dei primi secoli cristiani.

Bart D. Ehrman è James A. Grey Distinguished Professor di Studi religiosi all’Università della North Carolina (Chapel Hill). È considerato un’autorità indiscussa sul Nuovo Testamento e sulla vita di Gesù. In italiano sono stati pubblicati: I cristianesimi perduti, Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le Sacre Scritture (Carocci, 2012). La verità sul Codice da Vinci (Mondadori, 2008), Il vangelo del traditore. Una nuova lettura del Vangelo di Giuda (Mondadori, 2010).

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Introduzione: Affrontare la verità

° Alla ricerca della verità

° La verità nella storia del cristianesimo

1. Un mondo d’imbrogli e di falsi

° I falsi nel mondo antico

° I falsi nel cristianesimo antico

° I termini della

° Le motivazioni dei falsi

° Le tecniche dei falsari

° Le concezioni antiche di falso

° Le possibili giustificazioni

2. I falsi a nome di Pietro

° Storie vere mai accadute

° Le storie su Pietro

° Gli scritti non canonici contraffatti sotto il nome di Pietro

° Gli scritti “petrini” nel Nuovo Testamento

° Simon Pietro, la Palestina antica e l’alfabetizzazione

3. I falsi a nome di Paolo

° Le narrazioni antiche su Paolo

° I falsi non canonici sotto il nome di Paolo

° Gli scritti “paolini” nel Nuovo Testamento

° Conclusione

4. Le alternative alle menzogne e alle imposture

° La Bibbia può contenere menzogne?

° La contraffazione è una frode?

° Una prospettiva alternativa

° La pseudo-epigrafia come pratica accettata

° L’ipotesi del segretario

° Conclusione

5. I falsi nei conflitti tra ebrei e pagani

° La reazione ebraica alle affermazioni cristiane

° Alcuni falsi che ne derivarono

° L’opposizione pagana al cristianesimo

° Alcuni falsi che ne derivarono

° Conclusioni

6. I falsi nelle dispute contro i falsi maestri

° Le dispute fra i primi cristiani

° I falsi contro avversari sconosciuti

° I falsi contro Paolo

° I falsi a sostegno di Paolo

° I falsi gnostici e anti-gnostici

° Conclusioni

7. I fenomeni legati alla contraffazione: false attribuzioni, fabbricazioni e falsificazioni

° Le false attribuzioni

° Le fabbricazioni

° Le falsificazioni

° Il plagio

° Conclusione

8. I falsi, le menzogne, le imposture e gli scritti del Nuovo Testamento

° I falsi, le menzogne e le imposture moderne

° I falsi, le menzogne e le imposture cristiane

Sigle dei libri della Bibbia citati
Note
Indice dei nomi

Testi dello Sciamanesimo Siberiano e Centro-Asiatico

Testi dello Sciamanesimo Siberiano e Centro-Asiatico

Autore/i: Autori vari

Editore: Utet

cura e introduzione di Ugo Marazzi.

pp. 608, Torino

La terra di noi sciamani, deo quattro gruppi degli sciamani, è un luogo inaccessibile agli uomini, il regno della morteè la nostra terra. A nord del Köl Kökü, la steppa a ovest del Künǰi Yamun è la dimora degli spiriti guardiani del deserto.
(Invocazione sciamanica mongola)

Dall’introduzione:
« Il fondamento, la premessa ideologica dello sciamanesimo sono costituiti dalla ricerca del rapporto, dall’instaurazione del contatto con il mondo soprannaturale attraverso l’esperienza estatica di un intermediario professionale, lo sciamano. Lo sciamano è un esperto nella comunicazione estatica tra il naturale e il soprannaturale. Il suo compito è quello di trovare i mezzi più adeguati atti a risolvere una crisi già in atto o a prevenire crisi future. Il rito sciamanico è un tentativo di risolvere i problemi del mondo naturale attraverso un contatto estatico con il soprannaturale.
Lo sciamanesimo non è tanto una religione quanto piuttosto un complesso di credenze, un sistema ideologico, in certo modo una concezione del mondo. Complesso di credenze che attinge la propria essenza in una tecnica arcaica dell’estasi, estasi ricercata non per preoccupazioni metafisiche, per desiderio di salvezza (è assente nello sciamanesimo qualunque idea soteriologica, individuale o collettiva), per amore di un Dio, ma esclusivamente al fine di ottenere dei risultati concreti.
Lo sciamano agisce a favore degli uomini. Il ruolo dello sciamano è per sua natura benefico. La distinzione presso certi popoli, ad esempio i buriati, degli sciamani in «bianchi» e «neri», questi ultimi legati agli spiriti malefici, ancora non sufficientemente spiegata, sembra comunque essere recente ed in nessun caso propria dello sciamanesimo originario.
Come protettore soprannaturale, lo sciamano è tanto medicine man per l’individuo quanto prete, capo del culto per il gruppo. Solo eccezionalmente pero egli agisce in quest’ultima veste. Il suo compito primo consiste nello schiudere la strada alle potenze soprannaturali attraverso l’estasi. Lo sciamano agisce come mediatore perchè egli è l’unico in grado di servire gli interessi del gruppo umano cui appartiene a livello estatico.[…]»

La Filosofia come Modo di Vivere

La Filosofia come Modo di Vivere

Conversazioni con Jeannie Carlier e Arnold I. Davidson

Autore/i: Hadot Pierre

Editore: Giulio Einaudi Editore

introduzione di Jeannie Carlier, traduzioni di Anna Chiara Peduzzi, Laura Cremonesi.

pp. XV-288, Torino

Pierre Hadot è solo un ragazzo quando il cielo stellato gli regala un’esperienza indimenticabile, in cui più tardi riconosce ciò che Romain Rolland chiama il «sentimento oceanico». «Credo di essere filosofo a partire da quel momento», dice una sessantina d’anni dopo. Che cos’è filosofare? Per Hadot la filosofia è un’esperienza vissuta. I discorsi filosofici degli antichi sono «esercizi spirituali» che non mirano a informare, ma a formare e a trasformare noi stessi. E se filosofare vuol dire «esercitarsi a morire», esercitarsi a morire vuol dire esercitarsi a vivere con piena lucidità, staccarsi dal proprio io per aprirsi a una prospettiva universale – l’itinerario della saggezza.

Pierre Hadot (1922-2010), studioso del pensiero greco e del neoplatonismo, fu direttore dell’École pratique des hautes études dal 1964 al 1986 e detentore, dal 1982, della cattedra di storia greca e filosofia classica presso il Collège de France, istituzione che lo nominerà professore emerito nel 1991. Hadot, tra i massimi specialisti contemporanei nel campo degli studi di filosofia antica, ha pubblicato con Einaudi: Che cos’è la filosofia antica? (1998 e 2010), Plotino o la semplicità dello sguardo (1999), Esercizi spirituali e filosofia antica (2005), Il Manuale di Epitteto (2006), Il velo di Iside (2006) e La filosofia come modo di vivere (2008).

Arnold I. Davidson insegna filosofia all’Università di Chicago e all’Università di Pisa. Ha pubblicato vari testi sulla filosofia francese contemporanea.

Jeannie Carlier è professore incaricato all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi.

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Introduzione. – Tra le sottane della Chiesa. – Ricercatore, docente, filosofo. – Il discorso filosofico. – Interpretazione, obiettività e fraintendimenti. – Esperienza unitiva e vita filosofica. – Il discorso filosofico come esercizio spirituale. – La filosofia come vita e come ricerca della saggezza. – Da Socrate a Foucault. Una lunga tradizione. – Inaccettabile? – Solo il presente è la nostra felicità. – Nota conclusiva. – In appendice: Che cos’è l’etica? – Etica, filosofia ed esercizi spirituali, di Arnold I. Davidson. – Indice dei nomi.

Per una Pedagogia del Linguaggio Sonoro

Per una Pedagogia del Linguaggio Sonoro

Autore/i: Mammarella Ermanno; Mazzoli Franca

Editore: La Nuova Italia

introduzione degli autori.

pp. VI-122, Firenze

Le esperienze sul linguaggio sonoro nella scuola dell’infanzia spesso sono state associate e confuse con il lavoro musicale: proprio per questo motivo sono state generalmente condotte da tecnici della musica che ne hanno inevitabilmente ridotto l’importanza educativa.
Prima della musica esiste un’area esperienziale all’interno della quale il bambino opera progressivamente la sua scoperta dei suoni come conoscenza di se stesso e dell’ambiente in cui vive, in chiave comunicativa e relazionale.
L’insegnante deve affiancarsi al bambino nella sua ricerca della realtà sonora e offrirgli gli strumenti per raccogliere e analizzare le sue scoperte ed arrivare ad acquisire un codice che si innesta direttamente sulle sue esperienze.
Gli interventi qui riportati, che affrontano il problema del linguaggio sonoro da un punto di vista strettamente pedagogico, non si propongono come progetto definitivo; si tratta di materiali di discussione che documentano una tappa di un percorso di ricerca che continua e che può portare a scoperte e ad elaborazioni differenti in relazione alla realtà educativa in cui si colloca.
Ermanno Mammarella è stato per sei anni pedagogista nell’équipe di coordinamento pedagogico delle scuole dell’infanzia del Comune di Bologna.
Ha pubblicato Gli insegnanti e i linguaggi alternativi (con Piero Sacchetto) per la Emme Edizioni, Facciamo insieme la scuola materna (con Alessandra Orlandi) per la Fabbri; fa parte della redazione della rivista « Infanzia » edita dalla Nuova Italia.
Franca Mazzoli ha lavorato come pedagogista nel collettivo di animazione musicale «Intermusica», in diverse istituzioni per l’infanzia. Collabora alla rivista «Infanzia».

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Introduzione

PARTE PRIMA
Metodi e tradizione

I. Musica e tradizione nella scuola dell’infanzia
1. Musica come linguaggio
2. Note sul metodo Agazzi
3. Note sul metodo Montessori
4. Metodo e sperimentazione
5. Gli Orientamenti statali del 1969
6. Chi è stonato?
7. Cenni sui «metodi moderni»: Orff, Kodaly, Willems

PARTE SECONDA
Un’esperienza di lavoro a Forlì

Premessa

A. Concetti per una riflessione pedagogica
A1. Suono, linguaggio e comunicazione
A2. Suono, linguaggio ed espressività
A3. I linguaggi della corporeità
A4. Un’antinomia pedagogica: «attivo» e «passivo»

B. Le tappe di un percorso metodologico
B1. Il corpo, strumento di comunicazione
B2. Gli oggetti e l’ambiente
B3. Catalogazione e archivio sonoro
B4. Le tappe della codificazione

C. Considerazioni conclusive
C1. L’adulto e il bambino non parlano la stessa lingua
C2. La creatività
C3. Educazione e creatività
C4. Espressività, apprendimento e codificazione
C5. L’ascolto musicale: educazione o condizionamento?

PARTE TERZA
Un’esperienza di lavoro a Cesena

Premessa

Approcci concreti al mondo sonoro
1. Le aspettative deluse
2. Una traccia metodologica
3. Ascolto: alcuni punti di discussione
4. Ascolto: una traccia operativa
5. Una proposta didattica: le «schede del suono»

Nota bibliografica

Indice dei nomi

I Veggenti di Medjugorje – Ricerca Psicofisiologica 1998

I Veggenti di Medjugorje – Ricerca Psicofisiologica 1998

Autore/i: Resch Andreas; Gagliardi Giorgio

Editore: Resch Edizioni

prefazione di I. Landeka parroco di Medjugorje, introduzione di A. Resch, in collaborazione con F. Alberghina, M. Bolko, M. Costantini, F. Gagliardi, G. Li Rosi, D. Lucini, V. Nava, M. Pagani, G. Perricone, G. Raffaelli, L. Ravagnati.

pp. 272, nn figure e fotografie a colri e b/n, Innsbruck

Alla Ricerca Psicofisiologica 1998 dei «Veggenti di Medjugorje» si presentava il compito di rispondere con adeguate metodologie attuali alle seguenti domande e quesiti circa le cosiddette estasi con visioni /apparizioni religiose dei «Veggenti» di Medjugorje: Marija Pavlovic-Lunetti, Ivan Dragìcevic, Vicka Ivankovic, Mirjana Dragìcevic-Soldo, Ivanka Ivankovic Elez e Jakov Colo:

• I soggetti erano stimolati da condizioni psicologiche personali tali da indurre aspettative di fenomenologie straordinarie?

• I soggetti hanno subito degli influssi religioso-culturali dell’ambiente locale che hanno provocato o favorito l’avvio di queste fenomenologie straordinarie?

• I soggetti hanno subito un tale condizionamento mentale che ha formato il gruppo dei cosiddetti veggenti?

• I soggetti sono stati plagiati o manipolati da una persona che, per il suo ascendente sui ragazzi, ha immesso i medesimi in un’esperienza suggestiva tale che poi ha avviato le estasi/visioni collettive?

• I soggetti hanno avuto delle esperienze profonde spontanee iniziali, come gli stati religiosi di coscienza modificati, non guidate?

• I soggetti dopo le esperienze iniziali di estasi/visione /apparizione, hanno in seguito sostenuto la loro esperienza con una ripetizione solo comportamentale della medesima come difesa personale di quanto avevano detto inizialmente?

Per rispondere nella forma più adeguata a queste domande è stato composto un speciale gruppo di lavoro.
I soggetti studiati tramite anamnesi personale ed esami strumentali hanno dimostrato che:

• Inizialmente hanno avuto un’esperienza inusuale determinante poi la prosecuzione del loro comportamento di stato modificato di coscienza tipo estatico con visione che presentano tuttora sebbene con caratteristiche meno intense.

• Tali esperienze provocano tuttora delle modificazioni di alcuni parametri biologici misurabili.

• Il comportamento durante il loro stato modificato di coscienza, con le limitazioni dello studio eseguito, non ha le caratteristiche prevalenti dell’ipnosi, ma quelle dello stato modificato di coscienza tipo estatico/con visione/apparizionale.

• L’ipotesi dell’inganno cosciente e della frode non ha trovato un supporto psico e neurofisiologico.

Cartomanzia con i Tarocchi

Cartomanzia con i Tarocchi

Autore/i: Innes Brian

Editore: Istituto Geografico De Agostini

presentazione dell’autore.

pp. 88, interamente e riccamente illustrato a colori, Novara

Dalla presentazione dell’autore Brian Innes:
Accingendoci a parlare di cartomanzia con i Tarocchi, ben sappiamo quanto scetticismo siamo destinati ad incontrare da parte di tutti coloro che non credono nella divinazione perché non sanno o non vogliono sapere.
Certo se consideriamo il numero elevatissimo di falsi cartomanti e indovini improvvisati, che si servono dei Tarocchi con faciloneria, tirando a indovinare pronostici per un modesto incasso, traendo in inganno molti ingenui e confermando le tesi degli increduli, non possiamo dar torto a coloro che sorrideranno davanti ad un volume di cartomanzia.
Tuttavia anche l’arte divinatoria può essere esercitata molto seriamente ed i Tarocchi possono dare risposte valide e pertinenti al cartomante che, dopo una buona preparazione, li interroghi nel modo dovuto.
Non si pretende certo con questo volumetto trasformare il lettore in un buon indovino: il nostro scopo è piuttosto quello di far conoscere al pubblico le origini, le basi culturali, la tradizione e le reali possibilità della divinazione con i Tarocchi.
Coloro che si appassioneranno a questa materia potranno in seguito, dopo molle letture e dopo molti esercizi, apprendere l’arte di «immaginare nel modo giusto», così da riuscire a interpretare il linguaggio dei simboli illustrati nei Tarocchi, deducendone consigli, insegnamenti e previsioni che ben di rado si mostreranno errati.
Vogliamo ricordare infine a tutti che quanto più seriamente ci si rivolge ai Tarocchi e quanto più importanti sono i problemi su cui li si interroga tanto risulta la possibilità di ottenere risposte esatte: non di rado è avvenuto che le carte abbiano dato risposte sconclusionate e assurde a coloro che le hanno interrogate «per curiosità», sorridendo di se stessi e del cartomante.

L’Utilitarismo

L’Utilitarismo

Titolo originale: Utilitarianism

Autore/i: Mill John Stuart

Editore: SugarCo Edizioni

cura e traduzione di Mario Baccianini.

pp. 128, Milano

Considerato da una parte della filosofia morale e delle religioni qualcosa di vergognoso e di bestiale, l’utilitarismo – o il «principio dell’utile» secondo la definizione di Jeremy Bentham – è invece, per John Stuart Mill, il vero motore della felicità umana e comunque qualcosa da cui non si può prescindere se si vuole costruire una società basata sulla ragione pratica e sul riconoscimento delle giuste esigenze del singolo, anche perchè le esigenze dell’uno non sono fatalmente in contrasto con quelle dei molti. In questo saggio famoso, alla base di ogni democrazia moderna, il filosofo inglese analizza e fa collimare le richieste della ragione e dell’immaginazione, della giustizia e della convenienza, dell’individuo e del bene sociale in un sistema etico che si dimostra altrettanto rilevante oggi come lo fu nel secolo XIX per i problemi intellettuali e morali.

John Stuart Mill (Londra 1806-Avignone 1873) è considerato uno dei massimi filosofi dell’Ottocento. Formatosi sotto la guida di Jeremy Bentham, diede organica sistemazione alla tradizione empirica e liberale inglese. Ostile a ogni forma di socialismo che avrebbe limitato la libertà individuale, Mill si pronuncio per una politica di riforme istituzionali e distributive intese a realizzare una maggiore giustizia e «un governo per tutti». In questa stessa collana è apparso il suo fondamentale saggio Sulla libertà.

Il Senso di Colpa – Liberarsi dai Ricatti Morali

Il Senso di Colpa – Liberarsi dai Ricatti Morali

Titolo originale: Emotional Blackmail

Autore/i: Forward Susan; Frazier Donna

Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati

prima edizione, introduzione delle autrici, traduzione di Cecilia Scerbanenco.

pp. 300, Milano

Il ricatto morale, col senso di colpa che ne deriva, è un’arma potentissima e, purtroppo, molto usata. A impiegarlo sono i genitori, i partner, i figli, gli amici, i datori di lavoro, i colleghi: tutti coloro, insomma, che vogliono qualcosa da noi e vogliono essere sicuri di ottenerlo. È un circolo vizioso che sembra una condanna, ma che poi essere spezzato.
Questo libro indica con molta chiarezza le tappe di quel processo interiore che ci può portare alla liberazione, senza traumi, senza rimpianti e senza rinuncia alla propria natura.

«Quando si riesce a porre fine alle arroganze psicologiche inflitteci da qualcun altro, si ritrova una meravigliosa sensazione di equilibrio e normalità. La confusione e i rimproveri che erano così tanta parte dei nostri sentimenti e dell’immagine che avevamo di noi si sollevano, e al loro posto appare un nuovo senso di sicurezza e di rispetto per noi stessi».

Susan Forward, americana, ha lavorato come terapeuta di gruppo, insegnante e consulente per diversi centri medici e psichiatrici della California del Sud.

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Introduzione

Parte I. Comprendere il meccanismo del ricatto

  1. Diagnosi: ricatto morale
  2. Le quattro facce del ricatto
  3. Una nebbia accecante
  4. Gli strumenti del mestiere
  5. Il mondo interiore del ricattatore
  6. Bisogna essere in due
  7. Le conseguenze del ricatto

Parte II. Trasformare la comprensione in azione

  1. Introduzione: il momento di cambiare
  2. Prima di iniziare
  3. Il momento di decidere
  4. Strategia
  5. Fendere la nebbia

Epilogo

Indifferente alla Morte – Esperienze Laiche di un Fisico

Indifferente alla Morte – Esperienze Laiche di un Fisico

Autore/i: Ferraro Alfredo

Editore: Luigi Reverdito Editore

prefazione dell’autore.

pp. 352, nn. illustrazioni b/n, Trento

L’Autore narra in prima persona le incredibili e suggestive esperienze paranormali in cui è stato – e continua ad essere – direttamente coinvolto. I fatti vengono esposti in chiave interlocutoria, affinchè il lettore ne tragga la sua personale convinzione, indipendente da quella non dichiarata – ma che traspare tra le righe – dell’Autore stesso.
In sede conclusiva si afferma che non sussistono conferme empiriche a convalida dell’ipotesi della sopravvivenza alla morte somatica, prospettabili quindi in modo scientifico. Tuttavia alla luce di tante stupefacenti esperienze, l’Autore esprime implicitamente il suo parere, tanto da aver scelto il titolo «Indifferente alla morte», indubbiamente non come frutto di certezza ma di «giustificata» induzione.
La prima parte del volume descrive la grande medianità di Roberto setti, «strumento» – così chiamato per le sue qualità medianiche – del «Cerchio Firenze 77». La seconda, è dedicata alle opere del gruppo genovese «Cerchio Ifior».

Alfredo Ferraro. Nato a Brescia nel 1916, laureato in fisica all’Università di Bologna, è anche pubblicista. Collabora con una rubrica fissa (Medianità e Spiritismo) a «Il giornale dei mister». È autore fra l’altro di: Enciclopedia della radio; due voll. (Firenze, 1954); Dizionario di metodologia generale (Bologna, 1965); Il paradiso di legno, Finalista Premio Rapallo 1971; Spiritismo, illusione o realtà? (Roma, 1979); Identificazione spiritica, conferme e utopie (1979).

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  • La prima svolta
  • Molti dubbi in fatto di spiritismo
  • Dall’aldilà per chiedere perdono?
  • A tu per tu con Uri Geller
  • Il personaggio Rol
  • Le contraddizioni di Oriele
  • Prima di una nuova svolta
  • Cerchio Firenze 77
    Apporti e profumi
  • Cerchio Firenze 77
    Identificazioni
  • Cerchio Firenze 77
    Osservazioni e indagini
  • Cerchio Firenze 77
    Apporti mistici
  • Cerchio Firenze 77
    I messaggi spiritualistici
  • Cerchio Ifior
    Incontro coi medium
  • Cerchio Ifior
    Messaggi dall’antica Roma
  • Cerchio Ifior
    Identificazioni: alcuni esempi
  • Cerchio Ifior
    Finalismo didattico
  • Cerchio Ifior
    Una lezione sconcertante
  • Cerchio Ifior
    L’Assoluto è in tutto e tutto è nell’Assoluto
  • Cerchio IfiorLe pubblicazioni
  • Cerchio Ifior
    Estrinsecazioni figurative
  • Rimproveri dall’aldila
  • Il rimprovero di una madre: un’identificazione suggestiva
    Altro rimprovero: un’identificazione parziale
    Insuccesso o caso aperto?
  • Parapsicologia… ma fin dove?
Ricapitolazione ragionata
Conclusioni

Spettri del Tempo di Guerra

Spettri del Tempo di Guerra

Titolo originale: The Demon Lover and Other Stories

Autore/i: Bowen Elizabeth

Editore: Edizioni Theoria

a cura di Ottavio Fatica, collana: Biblioteca di letteratura fantastica 6.

pp. 256, Roma

«Cambiano natura, i fantasmi, di pari passo con i tempi?», si chiede agli inizi degli anni cinquanta Elizabeth Bowen. «…Sembrerebbe che in generale essi sappiano adattarsi bene – e forse meglio di noi – alle condizioni di un mondo che cambia: estendono il loro territorio, spostano un poco la loro presa sui nostri nervi e, se spodestati da una parte, mettono su casa da un’altra. Non solo: la follia universale del secolo offre loro un clima propizio. Prima confinati in vetuste magioni, castelli, camposanti, crocevia, viali di tassi, chiostri, orli di scogliere, brughiere e quartieri cittadini decaduti, ora possono vagare dove vogliono. Si trovano a loro agio in un appartamentino, persino in una villetta. Sanno come far cagliare la luce elettrica, spegnere il riscaldamento, de-condizionare l’aria. Da decenni hanno colonizzato i treni e i transatlantici; ora si esprimono al telefono, in automobile, in aeroplano e attraverso le onde radiofoniche. Pure i progressi della psicologia portano acqua al loro mulino: il complesso di colpa è un loro amico fraterno».
Tesi, questa, che la Bowen aveva già dimostrato brillantemente nelle dodici storie di questa raccolta, che risalgono tutte al periodo 1941-44: «fantasie di resistenza», come le chiama l’autrice, sono ambientate quasi senza eccezioni in una Londra irreale, allucinata, e irta di pericoli non solo fisici, una Terra Desolata nella cui lucida anormalità «il subcosciente sovraccarico di ognuno traboccava e si fondeva» in una sorta di vasta anima collettiva. È su questo sfondo che le donne protagoniste dei racconti affrontano una quinta colonna venuta da lontano ma non di rado orribilmente familiare: qualcosa che con la sua presenza «riempie il vuoto di un Io minacciato e insicuro».

Elizabeth Dorothea Cole Bowen (Dublino, 7 giugno 1899 – Hythe, 22 febbraio 1973) è stata una scrittrice irlandese, di romanzi e racconti.

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Prefazione all’edizione americana (Introduzione) di Elizabeth Bowen

  • Nella piazza
  • Domenica pomeriggio
  • L’orologio ereditato
  • L’anima allegra
  • Canzoni che mio padre mi cantava
  • Incubo d’amore
  • Parole a sproposito
  • I beati campi d’autunno
  • L’edera avvinceva gli scalini
  • Biancospino rosa
  • Verde agrifoglio
  • Misteriosa Kôr

Indice

La Bibbia Seconno Noantri

La Bibbia Seconno Noantri

La terra promessa

Autore/i: Rossetti Bartolomeo

Editore: Città Nuova Editrice

copia con dedica dell’autore , presentazione di Elio Toaff Rabbino Capo della comunità israelitica di Roma, introduzione dell’autore.

pp. XII-348, Roma

Non è azzardato definire la Bibbia come il poema religioso e civile d’Israele, anche se non può essere dimenticato che essa costituisce l’Antico Testamento dei cristiani.
In questo quarto volume, che va ad affiancarsi al “Vangelo seconno noantri”, alla “Genesi” e all’”Esodo d’Israele”, viene raccontata l’epopea della terra Promessa, raggiunta da Israele dopo quarant’anni di deserto, di lotte accanite con le popolazioni autoctone, di sanguinosi episodi intertribali, che aggiungono toni foschi e rossastri al faticoso aggregarsi di pastori nomadi in un’espressione ben definita di popolo e di nazione. Una nota resta costante: la fedeltà al patto di Alleanza con Dio, pur tra le alterne vicende e pericolose temporanee deviazioni idolatriche, e soprattutto la predilezione da parte di Jahvè per il suo popolo: dapprima i “Giudici”, come Gedeone, Sansone e Samuele; poi, i “Re”, come Saul e Davide, sono tra le pagine più belle della Bibbia; vedere qui, però, il fulvo pastore di Betlemme rivestito di panni trasteverini e coglierne le intime tensioni nell’eloquio di Roma, gli dà un tono familiare che lo rende amico e quasi vi si avverte il profumo di casa.

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Presentazione

Introduzione

° Dal libro di Giosuè
– La conquista de Ai
– La battaja de Gabbaòn
– Fermete o sole!

° Dal libro dei Giudici
– La conquista dopo la morte di Giosuè
– Li Giudici
– Debbora
– Gedeone
– Er vello
– Li trecento guerieri
– La ribbellione d’Abbimelèc
– Apologo de Jotam
– Jefte
– Sanzone
– Sanzone tradito da Dalila
– Mica e l’idoli
– Er levita d’Efraìm
– La disfatta de Beniamino

° Dal libro di Ruth
– Ruth, la stirpe de Davide

° Dai 4 libri dei Re
– Samuele
– L’Arca ritorna a Israele
– La scerta de Saul
– Saul fatto Re
– Regno de Saul
– Impresa de Gionata
– Saul contro l’Amalechiti
– Davide unto re
– Davide e Saul
– Davide a la corte de Saul
– Er gigante Golia
– Er patto de Davide e Gionata
– Aimelèc
– Esilio de Davide
– Saul dà la caccia a Davide
– Davide ne la caverna d’Engaddi
– Davide e Nabàl
– Davide a Zif, Saul risparmiato
– Davide fra i Filistei
– Saul lassato da Dio
– Morte de Saul
– Er dolore de Davide
– Davide a Hebron
– L’erede de Saul
– Abnèr ammazzato da Gioàb

L’Astronomia nel Poema Sacro – 2 Volumi

L’Astronomia nel Poema Sacro – 2 Volumi

Autore/i: Gizzi Corrado

Editore: Luigi Loffredo Editore

unica edizione, copia con dedica dell’autore al critico d’arte Arturo Bovi, presentazione di Carlo Bo e Piero Tempesti, tavole fuori testo di Federico Spoltore.

vol. 1 pp. 228, vol. 2 pp. 528, nn. illustrazioni b/n, tavole a colori f.t., Napoli

Dopo una larga premessa, che occupa l’intero primo volume, nella quale vengono esposti, con dovizia di particolari e riferimenti e mediante tavole sinottiche e diagrammi, sia il sistema astronomico copernicana che quello tolemaico, l’Autore passa, nel secondo volume, ad un esame scrupoloso e puntuale di tutti i passi che, in un modo o nell’altro, facciano riferimento, ricorso o anche solo allusione a fatti astronomici nelle tre cantiche della Divina Commedia. È il secondo volume si apre con una rapida scorsa critica a quella che potrebbe essere considerata la storia della fortuna dell’astronomia nella poesia italiana da Dante a Pascoli, sì che l’avvio alla lettura dello studio specifico dedicato a Dante trova il lettore preparato da un quadro d’insieme che gli consente di collocarsi agevolmente nella mentalità del Poeta e di intenderne quindi con altrettanto agio sia le prospettive, sia le intenzioni e il dettato.
Per quanto concerne la struttura di tale volume, va sottolineato il particolare – a mio parere importante – che lo studio, per ogni cantica, si articola in capitoli dedicati ognuno ad un canto, nell’ambito del quale ogni passo astronomico viene riportato, spiegato letteralmente, analizzato scientificamente (e spesso anche con felici commenti letterari ed estetici) e quindi chiarito nel suo significato reale e allegorico (là dove questo ci sia), sì che il lettore ne deriva un totale e consapevole possesso.
Pur condotto con singolare rigore scientifico – che fa dell’opera un validissimo sussidio per chiunque affronti una lectura Dantis anche ad alto livello – tuttavia lo studio è trattato in modo che anche il lettore di media cultura lo potrà trovare, oltre che interessante ed utile, anche piacevole e per il contenuto e per la forma che non cede mai ai rigori di una prosa aridamente scientifica, ma costantemente si sa mantenere sul piano di una simpatica e cordiale colloquialità, che rende la pagina familiare al lettore e quasi intimamente domestica.
Ciò non toglie che, là dove problemi e questioni di particolare complicatezza o difficoltà si presentino, l’Autore li affronti in ampie e approfondite note.
Un lavoro, quindi, di particolare utilità per il lettore erudito e di indubbio interesse e fascino per il lettore normale; un lavoro che fa il punto su tutta una problematica cui si sono dedicati studiosi di grande calibro, fra i quali Corrado Gizzi si colloca con dignità particolare e spesso con il vantaggio di dire la parola definitiva. (Sergio Musitelli – Università di Milano)

Il Giardino dei Frutti

Il Giardino dei Frutti

Frutteti, Orti, Pomari nel Giardino e nel Paesaggio Toscano

Autore/i: Pozzana Mariachiara

Editore: Ponte alle Grazie

presentazione dell’Istituto Federale di Credito Agrario per la Toscana, premessa dell’autrice.

pp. 208, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Milano

Dalla premessa dell’autrice Mariachiara Pozzana:
«L’idea iniziale che ha condotto a disegnare questo Giardino dei frutti e nata dal ritrovamento all’Archivio di Stato di Firenze di un libro di conti relativo alle spese sostenute per il pomario di Boboli nel 1802-1803.
Oltre alle molte notizie di vario interesse contenute nel quaderno, risultava che una quantità cospicua di frutta, ortaggi e fiori veniva prodotta nel corso di un anno, sia all’aperto che in serra. Le evidenti implicazioni storiche relative alla vita del giardino si ampliavano e si spostavano verso considerazioni proprie alla storia dell’arte dei giardini e all’importanza che alcune piante produttive fruttifere, oggi non considerate ornamentali, avevano sino al secolo scorso.
Questa prima considerazione mi conduceva a riflettere che non solo gli agrumi (dei quali si accetta ancora oggi la valenza estetica e produttiva insieme, anche perché praticamente solo gli agrumi sono rimasti, della grande tradizione toscana, ad abbellire i giardini storici di oggi), ma anche molte altre piante da frutto venivano coltivate all’interno dei giardini.
Risultava poi, sempre da quel quaderno di conti, che le varietà di frutti di una medesima specie erano numerosissime, e i nomi singolari che le contraddistinguevano sono oggi del tutto dimenticati.
L’interesse storico e botanico della frutta non è certo nuovo, ma mi è sembrato necessario mettere in luce tutti gli aspetti della coltivazione degli alberi da frutta in relazione alla storia e alla tecnica dell’arte dei giardini, quali piante venivano coltivate, secondo quali schemi tipologici, e con quali criteri estetici e produttivi.
Una seconda riflessione utile alla ricerca è venuta dalla circostanza di aver dovuto prendere in esame, seguendo un lavoro di restauro, un giardino situato sulla collina sopra le ville di Castello e Petraia e, considerando le sue varie parti, di dover concludere che almeno una di queste era stata concepita come fruttiera, ossia proprio come luogo deputato alla coltivazione degli alberi da frutto.
Risultava così con evidenza la necessità di individuare e studiare queste parti del giardino storico, di stabilire quali piante vi si trovassero e di come utilizzarle negli interventi di restauro, o di conservazione e manutenzione, che sono oggi in molti casi indispensabili.
Infine, conosciuta e compresa la bellezza delle piante da frutto, la cura con la quale venivano allevate in passato, e ricucito così il filo conduttore della tradizione, gli alberi da frutto vanno collocati nella prospettiva di un utilizzo nei giardini di oggi, nei quali poter riprodurre quella epifania della creazione che è il significato più della fruttier.
Il volume è venuto così articolandosi in parti; la prima dedicata allo sviluppo storico della «fruttiera», dalle origini sino alla decadenza ottocentesca di quella particolare maniera di utilizzare le piante da frutto che era anche una vera e propria concezione del giardino, dove lo scopo ornamentale si univa a quello produttivo in una sintesi irripetibile. Ideale complemento di questa prima parte è la sezione contenente alcuni esempi di particolari varietà di frutta estratte dalla monumentale Pomona di Giorgio Gallesio. Una terza parte si basa su un excursus compiuto su alcuni testi della letteratura artistica esistente, che si presenta ricchissima, sia di testi di agricoltura, sia di testi più specifici di arte dei giardini. Di questa ricca bibliografia, per questa ricerca (che come è evidente è solo un primo contributo ad un tema nuovo, senza pretese di esaurire fonti di ricerca che appaiono vastissime) ho preso in esame sia testi italiani, e in particolare toscani, che alcuni testi stranieri, in quanto tradotti e diffusi in Italia o di particolare importanza.
Da questo excursus sono risultate gran parte delle indicazioni relative al modelli dei giardini, alle piantagioni, agli innesti, e alle tantissime varietà che arricchivano il giardino dei frutti sino al secolo.
L’ultima parte è centrata sui problemi della contemporaneità la produzione attuale, la possibilità di uso ornamentale degli alberi. da frutto, il grande e nel futuro ancor maggiore problema del restauro dei pomari nei giardini storici, nei quali le fruttiere costituivano una parte importante quanto oggi poco riconosciuta.»

Stratigrafia e Sedimentazione

Stratigrafia e Sedimentazione

Titolo originale: Stratigraphy and Sedimentation – Sedimentary Rocks

Autore/i: Krumbein W. C.; Sloss L. L.

Editore: C.E.R. – Centro Editoriale Romano

seconda edizione, presentazine del Prof. Alfredo Jacobacci, edizione italiana e prefazione a cura di Ugo Chiocchini e Mario Valletta, prefazine degli autori.

pp. VII-500, nn. illustrazioni b/n, 3 tavole ripiegate b/n f.t., Roma

Dalla prefazione di Ugo Chiocchini e Mario Valletta:
La traduzione della seconda edizione di Stratigrafia e Sedimentazione è nata dal desiderio di approfondire le nostre conoscenze su alcuni particolari aspetti della stratigrafia e sulla petrografia delle rocce sedimentarie. Questa esigenza è giustificata ancora oggi dalla mancanza di validi trattati in lingua italiana nel campo delle Scienze Geologiche, carenza che ha costretto e costringe tuttora sia gli studenti che i professionisti a consultare testi stranieri generalmente americani e francesi.
Completamente trascurata dai pochi manuali italiani di geologia generale è la petrografia delle rocce sedimentarie, la cui importanza, per converso, è di tutta evidenza in considerazione dell’enorme volume che tali rocce occupano sulla superficie terrestre.
Lungi dal muovere un rimprovero per questa carenza ai colleghi che hanno pubblicato i citati manuali, ci siamo sobbarcati la non lieve fatica di tradurre anche alcuni capitoli del classico testo Rocce Sedimentarie di Pettijohn (seconda e terza edizione) inserendoli nel volume di Krumbein e Sloss, con il preciso scopo di colmare, con una fonte autorevole, la grossa lacuna sulle rocce sedimentarie. La fusione riguarda i soli capitoli 4, 5 e 6 che trattano, rispettivamente, le proprietà delle rocce sedimentarie, la loro classificazione ed i processi sedimentari. In particolare questo lavoro ha interessato nel capitolo 5 le rocce elastiche (conglomerati, sabbie ed arenarie, argille, vulcanoclastiti), le sabbie calcaree e le rocce evaporitiche (per l’attualità dell’argomento), mentre nel capitolo 6 sono state inserite la Dispersione dei sedimenti e la Lapidificazione e diagenesi; quest’ultime riguardano quasi esclusivamente le rocce clastiche.
Tale scelta è stata dettata dalla maggiore complessità composizionale delle rocce clastiche, con le note implicazioni relative alla loro provenienza, rispetto a quelle carbonatiche.
L’estrema semplicità della fusione dei due testi è dovuta alla affinità di idee che lega Krumbein e Pettijohn: essi, infatti, hanno pubblicato il ben noto Manuale di Petrogramfia Sedimentaria nel 1938; inoltre gli stessi Krumbein e Sloss riconoscono che molti capitoli del loro libro sono stati fortemente influenzati dalle teorie di Pettijohn.
Per non appesantire il già voluminoso testo, abbiamo eliminato alcuni esempi descrittivi di formazioni e di bacini americani (per esempio, il Bacino del Wyoming nel capitolo 13), che il lettore di lingua italiana troverà descritti in dettaglio nei lavori specifici riportati in bibliografia, mentre abbiamo ritenuto utile per chiarezza conservarne altri.
La traduzione dei termini tecnici è stata curata in modo particolare; nel testo sono rimasti in inglese solo quelli, in vero non numerosi, che non trovano un corrispettivo italiano soddisfacente. Del resto molti di questi termini inglesi sono formalmente entrati nel corrente linguaggio dei geologi italiani.
La versione italiana di Stratigrafia e Sedimentazione è diretta in particolare agli studenti, che spesso incontrano difficoltà nella consultazione dei libri in lingua straniera, con la fondata speranza che possano trovare un proficuo giovamento dalla nostra fatica.

I Tarocchi

I Tarocchi

Titolo originale: Le Tarot des Imagers du Moyen

Autore/i: Wirth Oswald

Editore: Edizioni Mediterranee

presentazione all’edizione italiana di G. De Turris e S. Fusco, prefazione di Roger Caillois, traduzione di Roberta Rambelli.

pp. 392, nn. illustrazioni b/n, Roma

L’opera di Oswald Wirth dedicata ai Tarocchi è la più famosa mai pubblicata su questo argomento; ed é anche la più importante, la più seria e la più completa. Questo spiega come essa abbia mantenuto inalterata nel tempo la sua validità, nonostante che numerosi autori abbiano cercato di emularla. La si può, in realtà, definire un’opera ispirata.
È noto infatti come Oswald Wirth, vissuto tra la seconda meta dell’Ottocento e i primi del Novecento, fosse un iniziato. Affiliato alle principali società segrete, Wirth ebbe il merito di saper recepire e sintetizzare il pensiero e i principi delle più importanti correnti iniziatiche, servendosene per l’interpretazione dei segreti della Grande Opera, e dedicandosi allo studio dell’Alchimia, della Cabala e dei Tarocchi.
Conscio del valore universale del simbolo, Oswald Wirth riteneva di poter ricondurre l’insegnamento delle varie scuole esoteriche ad una matrice comune, mediante l’impiego di una simbologia generalizzata, derivata direttamente dai concetti archetipici del pensiero magico. Egli, pertanto, esamina i Tarocchi come un libro muto, potenzialmente in grado di rispondere a tutte le domande. Non per nulla gli occultisti affermano che – a saper cercare – nei Tarocchi si possono trovare i segreti dell’universo, il ritmo nascosto che guida la danza della vita. Wirth esamina e spiega tutti gli aspetti occulti ed esoterici dei Tarocchi, risalendo alle origini della loro complessa simbologia e presentandone il lato alchemico, quello astrologico, quello magico-religioso e quello esoterico moderno.
Certamente, i Tarocchi possono venire usati anche come strumento divinatorio, e l’autore infatti illustra anche questo loro aspetto, chiarendo i molteplici significati di ciascun Arcano ed il modo in cui farne uso, tuttavia questa non è che una faccia, forse la più popolare, di un poliedro. Approfondendo lo studio dei Tarocchi si troveranno significati sempre nuovi e sempre, comunque, adeguati al livello iniziatico ed evolutivo di colui il quale vi si dedica.

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Presentazione dell’Edizione italiana
Prefazione di Roger Caillois
Alla memoria di Stanislas de Guaita
Premessa

Parte prima: I Tarocchi
Le origini dei Tarocchi
Gli indici rivelatori
dei segreti dei Tarocchi
I Tarocchi cabalistici
I Tarocchi astronomici
Nozioni di simbolismo
I Tarocchi e l’alfabeto ebraico

Parte seconda: il simbolismo
Il linguaggio dei simboli
Sintesi riepilogativa

Parte terza: I Tarocchi applicati alla Divinazione
L’immaginazione
L’arte divinatoria
Gli strumenti della divinazione
La consultazione dei Tarocchi
L’interpretazione dell’oracolo
Esempio d’interpretazione
La realtà dell’arte divinatoria
Conclusione

Appendice
Note

La Scienza nella Società Capitalistica

La Scienza nella Società Capitalistica

Autore/i: Autori vari

Editore: De Donato Editore

a cura della Società Italiana di Fisica, premessa di Giuliano Toraldo di Francia (Presidente della Società Italiana di Fisica).

pp. 192, Bari

La crisi della neutralità «ideologica» della scienza e del mito illuministico della sua indefinita progressività è ormai una lezione della storia prima che il risultato di un dibattito; la definizione della scienza come forma direttamente produttiva, e dunque il suo intero coinvolgimento nei condizionamenti dei rapporti capitalistici di produzione, è un’acquisizione sempre più universale. Il problema all’ordine del giorno è già quello del nuovo committente della ricerca, del contributo militante della scienza alla realizzazione di un progetto sociale alternativo.
Questa seconda rivoluzione «copernicana» sconvolge gli statuti metodologici e i ruoli sociali, i sistemi didattici e le gerarchie di valori, la logica, la politica, l’etica della scienza contemporanea. I più noti scienziati italiani, fisici, sociologi, medici, matematici, ne discutono in questo volume con la spregiudicatezza e la concretezza militante imposte dall’urgenza e dalla centralità del tema.

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Premessa
di Giuliano Toraldo di Francia

PARTE PRIMA

Relazione fra ricerca scientifica e didattica
di Ettore Casari e di Giunio Luzzatto

Interventi

Raffaello Olivotti
Alessandro Alberigi Quaranta
Angelo Baracca
Beatrice Palma Vittorelli
Giuliano Toraldo di Francia
Franco Levi
Renato Angelo Ricci
Elio Fabri
Aldo Fabiani
Antonio Fernandez Perez de Talens
Nella Tomasini Grimellini
Giunio Luzzatto

PARTE SECONDA

Mito e realtà della scienza come fonte di benessere
di Marcello Cini e di Siro Lombardini

Interventi

Leopoldo Stefanutti
Ivan Nicoletti
Giovan Battista Zorzoli,
Alessandro Alberigi Quaranta
Giorgio Cortellessa, p. 113.
Aldo Fabiani
Antonio Fernandez Perez de Talens
Renato Santangelo
Renato Angelo Ricci
Marcello Cini

PARTE TERZA

Funzione culturale e sociale della ricerca scientifica
di Silvio Bergia e di Giorgio Salvini

Interventi

Giovan Battista Zorzoli
Aldo Fabiani
Carlo De Marzo
Giuliano Toraldo di Francia
Angelo Baracca
Antonio Fernandez Perez de Talens
Elio Fabri
Ilario Boscolo
Enrico Galleani d’Agliano
Franco Buccella
Silvio Bergia
Giorgio Salvini
Giuliano Toraldo di Francia

Io e Mio – Gli Insegnamenti di un Maestro Buddhista Tailandese

Io e Mio – Gli Insegnamenti di un Maestro Buddhista Tailandese

Titolo originale: Me and Mine

Autore/i: Buddhadāsa

Editore: Ubaldini Editore

a cura di Donald K. Swearer, introduzione dell’autore, traduzione di Giampaolo Fiorentini.

pp. 260, Roma

“Dimentichiamo i testi sacri, l’aldilà, la religione che veneriamo. Restiamo semplicemente con la nostra natura umana colma del senso dell’io-mio e dei veleni che instilla. Scopriamo come eliminare tale senso, purificandoci da ogni attaccamento all’io-mio. Allora il mondo conoscerà una pace eterna”.

Nato a Chaiya il 21 maggio 1906 una famiglia di mercanti, Buddhadāsa prese gli ordini monastici a vent’anni e si distinse presto per le capacità intellettuali, l’interesse per la meditazione e l’abilità di insegnante. Dopo anni di studio a Bangkok, preferì allontanarsi dai centri di potere monastico e politico e, rifiutando lo spirito rigido e gerarchico della religione di stato tailandese, scelse di vivere e insegnare in un monastero nella foresta presso il villaggio natale. Il centro di meditazione di Suan Mōkh incarna la sua concezione della comunità ideale:
Una comunità basata sulle virtù tradizionali buddhiste della benevolenza e del non attaccamento, in cui sia possibile vivere in armonia con gli altri e con la natura, mossi da rispetto reciproco e mirando solo al bene comune.
Questo è il primo libro a presentare un quadro complessivo della vastissima produzione di Buddhadāsa. I saggi, che coprono grosso modo un periodo di trent’anni, non seguono un ordine cronologico ma vogliono rendere lo sviluppo del pensiero dell’autore, dall’approfondimento, negli anni ’50, dei concetti buddhisti fondamentali, al confronto con altre religioni, soprattutto il Cristianesimo  e il buddhismo Zen, negli anni ’60, e infine all’interesse per i temi politici e sociali negli anni ’70, segnati in Tailandia da profondi conflitti e colpi di stato. Il suo Buddhismo non è un insegnamento arido e scolastico da preservare e trasmettere intatto, ma un sistema di vita dotato di una grande energia capace di trasformare profondamente l’individuo e la società.

Buddhadāsa ha ricevuto l’ordinazione a bhikkhu a vent’anni e, dopo aver studiato a Bangkok, ha fondato il primo monastero nella foresta, allora uno dei pochi centri in cui si praticava la meditazione vipassanā. I lunghi studi dei testi pāli, uniti alla verifica costante degli insegnamenti, lo hanno portato a sviluppare un pensiero vicinissimo al Buddhismo più primitivo  e allo stesso tempo privo dell’arida ortodossia che caratterizza spesso i pensatori più tradizionalisti. La sua interpretazione personalissima e provocatoria del Buddhadharma è tuttora fonte di ispirazione per gli esponenti più progressisti della società tailandese. Dello stesso autore è già apparso in questa collana Il cuore dell’albero della nochi.

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Ringraziamenti
Introduzione

Parte prima
Dal non attaccamento al non sé

1. Il Buddhismo in breve
2. Prontuario per l’umanità
3. Verso la verità del Buddhismo
4. Guardare dentro

Parte seconda
Dal non sé alla vacuità

5. Io e mio
6. La genesi condizionata
7. Linguaggio ordinario e linguaggio del Dhamma
8. Il Nibbana è nel Samsāra
9. Nessuna religione!

Parte terza
Dalla vacuità al socialismo dhammico

10. Il valore della moralita
11. Socialismo dhammico
12. Socialismo dittatoriale dhammico
13. Un socialismo al servizio del mondo
14. Perché il mondo sia in pace

Glossario
Indice analitico

I Templari in Piemonte

I Templari in Piemonte

Luoghi, segreti, leggende tra storia e mito

Autore/i: Centini Massimo

Editore: Macchione Editore

pp. 192, nn. ill. e fotografie b/n, Varese

Questa è una guida che intende suggerire al lettore l’opportunità non solo di “vedere”, ma anche capire e approfondire, alcuni aspetti della storia dei Templari in Piemonte. Ci troviamo al cospetto di un argomento in cui non sempre e facile restare saldamente connessi alla storia. Noi abbiamo cercato di farlo, anche se, in qualche occasione, proponiamo al lettore le interpretazioni mitiche che la tradizione popolare, gli scrittori romantici e poi tanti abili narratori, hanno intessuto intorno ai monaci-guerrieri del Tempio.

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I TEMPLARI NELLA STORIA
Una veste pura e candida
San Bernardo di Chiaravalle
Accuse infamanti
La Regola templare

I TEMPLARI IN PIEMONTE
Templari e potere locale
L’enigmatica lapide di San Ponso
Uno spettro al Malgrà

TRACCE E INDIZI
La Via Francigena
Il ricetto di Candelo
La Regola di San Benedetto sul modo di accogliere un pellegrino

ALLA RICERCA DEI CAVALIERI DEL TEMPIO CUNEESI
I ruderi del castello…
Il Muratori e i Templari
La lapide di Valmala
Architettura esoterica a Staffarda

PRESENZE TEMPLARI TRA MONCALIERI E LA COLLINA
Le reliquie di San Valentino
Roc d’Santa Brigida

IL CAVALIERE FANTASMA A LA ROTTA
A Carignano tra Templari e Savoia
Identikit del fantasma

IN VALLE DI SUSA TRA PELLEGRINI ED ESERCITI

Jus primae noctis
Il misterioso graffito di Monte Benedetto
Le chiuse longobarde
L’antica danza degli Spadonari

TRACCE E SIMBOLI TEMPLARI NEL CHIERESE

La chiesa di San Leonardo
Il fantasma delle vecchie carceri
Misteriose sculture


DA GERUSALEMME AD ASTI

Il tempio di Gerusalemme
Il templare scomparso…
La spada di “San Maurizio”

UNA CHIESA DELL’ORDINE A LIVORNO FERRARIS?
Menhir e folklore
Il castello di Masazza

IL VICOLO DEI TEMPLARI
Il castello di Casale
La cittadella

I NOVE CASTELLI DEI… TEMPLARI
I Templari della Fraschéta
I viaggiatori di Dio

LA CASCINA DI BAPHOMETTO
Campane che suonano da… sole
Un solo Baphometto?
Un “Maometto” in Valle di Susa

SEGUENDO HUGUES DE PAYNS
I gran maestri dell’Ordine del Tempio
I Templari piemontesi

TRA NOVARA E BIANDRATE
Templari in sogno
Un castello sul lago

TEMPLARI E VERGINE NERA
L’origine di un’icona
Il tesoro dei Templari

A TORINO NELLA REGIONE VANCHIGLIA…
L’Ordine del Collare
FERT
In collina…

Immagini
Bibliografia
Studi Locali

Il Mio Corpo – Ragazze Vere – Corpi Veri – Problemi Veri – Risposte Vere

Il Mio Corpo – Ragazze Vere – Corpi Veri – Problemi Veri – Risposte Vere

Titolo originale: Body Drama

Autore/i: Redd Nancy Amanda

Editore: Giunti

prefazione di Angela Diaz direttrice del Mount Sinai Adolescent Health Center, traduzione dall’originale inglese di Thomas Fazi, fotografie di Kelly Kline.

pp. 256, nn. fotografie a colori, Milano

Un libro unico e senza precedenti che racconta il corpo femminile come non è mai stato fatto prima.
Il Mio Corpo rappresenta un perfetto connubio tra un manuale di medicina e un teen magazine, permettendo alle ragazze di assumere un atteggiamento più consapevole, sano e sereno nell’affrontare i “drammi” legati al corpo e alla sessualità.
Il Mio Corpo descrive i mille volti della normalità attraverso una straordinaria galleria fotografica di corpi veri e di dettagli senza tabu!
L’autrice, ex Miss Bikini America, parla direttamente al loro cuore e alla loro mente con voce fresca, forte e intelligente, perché smettano di sentirsi insicure, goffe o inadeguate rispetto ai modelli offerti dalle riviste patinate e dalla tv.
Organizzato per capitoli e di facile consultazione, fornisce inoltre chiare indicazioni su come e quando sia necessario rivolgersi al medico o a uno specialista e cosa aspettarsi.
Un manuale rivoluzionario per spazzare via incertezze e false informazioni.

Conquista e Usurpazione

Conquista e Usurpazione

Autore/i: Constant Benjamin

Editore: Giulio Einaudi Editore

prefazione di Franco Venturi, traduzione di Carlo Botti, collana: Universale Einaudi 51.

pp. 204, Torino

Geniale pamphlet contro Napoleone che dopo l’invasione dell’Europa acquista una mordente attualità.

Henri-Benjamin Constant de Rebecque (Losanna, 25 ottobre 1767 – Parigi, 8 dicembre 1830) è stato uno scrittore, politico, scienziato politico, nobile ed intellettuale francese di origine svizzera.
Nel 1813 scrive il libello antinapoleonico Lo spirito di conquista e dell’usurpazione che gli permetterà di rientrare sulla scena politica in seguito alla caduta di Napoleone nella battaglia di Lipsia.