Libri dalla categoria Sicilia
Introduzione ai Misteri della Cabala
Titolo originale: The Cabala. Its influence on Judaism and Christianity
Autore/i: Pick Bernhard
Editore: U. Mursia Editore
traduzione dall’inglese di Ada Bathish, collana: Biblioteca Esoterica.
pp. 80, Milano
La storia della Cabala copre un periodo di quasi mille anni. I suoi inizi possono essere individuati nel VII secolo, mentre i suoi ultimi germogli appartengono al XVIII secolo. Per comodità possiamo distinguere due periodi, quello che si estende dal VII al XIII secolo, e quello dal XIV al XVIII secolo. Il primo è il periodo di crescita graduale, sviluppo e progresso, il secondo quello di declino e decadenza. L’origine dello Zohar nel XIII secolo costituisce l’apice nella storia della Cabala.
Essa divenne il tesoro dei seguaci di questa teosofia, un libro di testo per gli studenti della
Cabala, il supporto e il codice del sistema cabalistico, la Bibbia dei cabalisti.
Prefazione
– Nome e origine della Cabala
La Cabala; Origine della Cabala
– Lo sviluppo della Cabala nel periodo pre-zoharico
Periodo pre-zoharico; Aritmetica teosofica; Cosmologia romantica; Misteri della Cabala
– Lo Zohar
Il libro dello splendore; Paternità dello Zohar
– La Cabala nel periodo post-zoharico
Insegnamenti visionari; Maghi e profeti
– Le dottrine più importanti della Cabala
Dio e la creazione; L’uomo divino; Il regno del male; Psicologia; Interpretazione mistica
– La Cabala in rapporto al giudaismo e al cristianesimo
Giudaismo; Cristianesimo
– Bibliografia aggiornata
L’Istituzione Immaginaria della Società
(Parte Seconda) – Titolo originale: L’institution imaginaire de la société II. L’imaginaire social et l’institution.
Autore/i: Castoriadis Cornelius
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, introduzione di Pietro Barcellona, edizione italiana a cura e nota di Fabio Ciaramelli, prefazione dell’autore, traduzione di Fabio Ciaramelli e Fabrizio Nicolini condotta sulla 4ᵃ edizione riveduta e corretta del 1979.
pp. XL-296, Torino
L’opera teorica di Castoriadis fa corpo con un progetto politico mirante alla realizzazione dell’autonomia individuale e collettiva, centrata su una comprensione radicale della democrazia. In questo libro si sostiene che le premesse filosofiche e politiche di un tale progetto vanno oltre ogni sua presunta «fondazione razionale», cioè non si limitano a ricondurre la politica all’applicazione di una teoria dell’essenza della società e della storia. Il modo di essere del «sociale-storico» non è la razionalità funzionale e strumentale, ma l’immaginario in quanto forza creatrice di significati collettivi e tramite attraverso il quale avviene la socializzazione degli individui. Il progetto politico che mira all’autoistituzione esplicita della società, capovolgendo il suo asservimento all’immaginario istituito, si propone perciò di riconoscere e liberare la società istituente e l’immaginario radicale all’opera nella società istituita, per poter realizzare compiutamente la democrazia come regime dell’autogoverno e dell’autonomia.
Cornelius Castoriadis, nato nel 1922 in Grecia, vive in Francia dal 1945.
Cofondatore del gruppo e della rivista «Socialisme ou Barbarie», ne fu il principale animatore dal 1948 al 1966. È autore di un’opera molto vasta e importante finora nota in Italia solo per alcuni saggi pubblicati in «MicroMega» e per il volume Gli incroci del labirinto (Hopeful Monster, Firenze 1989), primo volume di una trilogia.
Introduzione di Pietro Barcellona
Nota del curatore
Prefazione dell’autore all’edizione originale
L’istituzione immaginaria della società
1. Il sociale-storico
- I possibili tipi di risposte tradizionali
- La società e gli schemi della coesistenza
- La storia e gli schemi della successione
- L’istituzione filosofica del tempo
- Tempo e creazione
- L’istituzione sociale del tempo
- Tempo identitario e tempo immaginario
- Indistinzione del sociale e dello storico. Astrazioni della sincronia e della diacronia
2. L’istituzione sociale-storica: «legein» e «teuchein»
- La logica identitaria e gli insiemi
- L’istituzione sociale degli insiemi
- L’appoggio della società alla natura
- Il «legein» e il linguaggio come codice
- Aspetti del «legein»
- «Legein», determinatezza, intelletto
- Aspetti del «teuchein»
- Storicità del «legein» e del «teuchein»
3. L’istituzione sociale-storica: l’individuo e la cosa
- Il modo di essere dell’inconscio
- La questione dell’origine della rappresentazione
- La realtà psichica
- Il nucleo monadico del soggetto originario
- La rottura della monade e la fase triadica
- La costituzione della realtà
- La sublimazione e la socializzazione della psiche
- Il contenuto sociale-storico della sublimazione
- L’individuo e la rappresentazione in generale
- Il pregiudizio della percezione e il privilegio della «cosa»
- Rappresentazione e pensiero
4. I significati immaginari sociali
- I magmi
- I significati nel linguaggio
- I significati immaginari sociali e la «realtà»
- I significati immaginari sociali e l’istituzione del mondo
- Il modo di essere dei significati immaginari sociali
- Immaginario radicale, società istituente, società istituita
Note
L’Assurdo e il Mistero
Titolo originale: L’absurde et le mystère
Autore/i: Guitton Jean
Editore: Rusconi
introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Quirino Principe, in sovraccoperta: Miniatura del XII secolo.
pp. 124, Milano
I filosofi spesso non fanno che “parlare di se”, e in questo caso le loro parole ci toccano di sfuggita. Jean Guitton, al contrario, ci ha dato con questo libro una testimonianza che ci coinvolge pienamente.
L’esperienza della vita propone nel vissuto un enigma al quale è possibile dare solo due risposte: «tutto è assurdo» oppure «è un mistero». La perplessità tra i due termini è sempre esistita, ma ecco che il nostro secolo, gli anni che stiamo attraversando, le conferisce una drammatica intensità. «Il motivo» scrive Guitton «è che l’idea di assurdità ha invaso la coscienza e il subconscio dei popoli. Malgrado gli schermi della televisione, su cui si rappresenta una festa ininterrotta, i volti dei nostri contemporanei sono tristi… un mostro è apparso: l’assurdità, che è il risultato dell’aver promosso la libertà, dell’aver esteso il sapere, e che rischia di distruggere la natura delle cose.» Così, quest’oscillazione dello spirito tra essere e non essere, tra morte e sopravvivenza, passa dal «privato» al «pubblico».
«La storia è forse finita», è la provocazione contenuta in queste pagine, «così com’è finita la preistoria. Stiamo per entrare in una fase “post-storica” di cui nessuno prevede la lunghezza.» Ma sempre esisterà l’opzione fondamentale fra i due poli tra cui la coscienza umana è in precario equilibrio: l’assurdo e il mistero.
Attraverso un incontro tra Socrate e Critone, dialoganti eterni e sospinti nel vivo della cultura moderna, Guitton affronta il tempo e l’eternità, la Risurrezione e l’Eucaristia, e ci fa vedere in trasparenza la magia delle figure simboliche intorno alla quale ruota il pensiero filosofico antico e moderno, scoprendo il significato segreto di parole usate per secoli in altro senso, e non rifiutandosi allo scontro o al confronto con Sartre, Heidegger, Einstein, Camus e Freud.
Nato a Saint-Etienne (Loire) nel 1901, allievo di Brunschvicg e di Bergson, Jean Guitton è una delle figure più rappresentative del pensiero cattolico contemporaneo. Dopo la tesi su Le Temps et l’Eternité chez Plotin et Saint Augustin (1933) ha pubblicato una serie di opere tutte rivolte allo studio dei rapporti tra cattolicesimo e pensiero moderno.
Professore dal 1948 al 1954 all’Università di Digione, nel 1955 è chiamato alla cattedra di filosofia e di storia della filosofia alla Sorbona.
L’anno precedente gli era stato assegnato il «Grand Prix de la littérature de l’Académie Française» per la sua opera letteraria e filosofica. Nel 1961 è eletto accademico di Francia.
Dopo il 1959 Guitton scrive varie opere che, da L’Eglise et l’Evangile (1959) a L’Eglise et le Concile e Le Christ écartelé (1963), preparano e spiegano il Concilio ecumenico Vaticano II.
Fu il solo laico chiamato da Giovanni XXIII ad assistere alla prima sessione del Concilio (1962); partecipò poi come uditore laico alle altre sessioni (1963). Dalle mani di Paolo VI ricevette l’8 dicembre 1965, alla chiusura del Concilio, il messaggio agli intellettuali.
Introduzione
Frammenti di un dialogo su Dio
Il tempo e l’eternità
La Risurrezione
L’indagine storica
Esame filosofico
L’Eucaristia
L’indagine storica
Esame filosofico
Problemi di linguaggio
Il pensiero di Simone Weil sull’Eucaristia
La scelta definitiva tra l’assurdo e il mistero
Il giusto mezzo
L’affermazione e la negazione
L’ultima verifica
Potere e Denaro nella Roma Antica
Chi aspira al potere, ha bisogno di denaro; chi vuol disporre di denaro, ha bisogno del potere. Potere e denaro si condizionano reciprocamente.
Autore/i: Stöver Hans Dieter
Editore: Rusconi
prima edizione, traduzione dal tedesco di Maurizio Donati, titolo originale: Macht und Geld in alten Rom.
pp. 216, illustrazioni b/n, Milano
«Soldi e soldati!»: l’affermazione, secca e brutale, è riferita a Giulio Cesare. Rivelatrice di una mentalità votata al pragmatismo, la frase riassume anche un’intera vicenda, quella della Roma repubblicana, che Hans Dieter Stöver definisce «una sconcertante commedia storica».
Una «commedia», naturalmente, fondata sull’economia. Con Potere e denaro nella Roma antica, Stöver scopre una realtà spesso dimenticata dai testi di Storia: la funzione che il capitale, pubblico o privato, ebbe nelle guerre che portarono l’Impero prima al vertice e poi alla decadenza.
Stöver analizza ogni aspetto del tema: il valore della moneta, il sistema bancario, la sperequazione fiscale, i falsari, fino alle astronomiche spese che i candidati politici dovevano sostenere per indire pranzi e giochi pubblici con i quali manipolare la massa degli elettori. Il più sconvolgente caso di concussione è quello di Cesare il quale, con la forza delle armi, spoglia l’Erario del tesoro di Stato. Ma gli altri non sono da meno: chi viene mandato a governare una provincia, parte povero e torna ricco.
La seconda parte dell’opera esemplifica con un personaggio famoso, Catilina, un’epoca di congiure, corruzioni e «amicizie» politiche. Stöver ricrea il clima morale della Repubblica proprio attraverso la personalità di Catilina secondo il quale non era Roma a dominare l’«orbe», ma un pugno di famiglie che, mediante un ingegnoso sistema economico, controllava l’intera società. Potere e denaro nella Roma antica, originale ricostruzione di un mondo più vicino a noi di quanto non possa sembrare, si propone come un testo documentatissimo, serio e curioso, ponderato e divertente.
Hans Dieter Stöver, nato nel 1937, ha studiato Storia e Antichità, a Bonn e a Colonia, sotto la guida di Christian Meier. Vive nei pressi di Colonia e si dedica alla divulgazione di argomenti della Roma antica con spirito moderno.
I. PECULIARITÀ ROMANE
- «La guerra non ammette di parlare così liberamente»
- Anche le monete hanno il loro destino
- Dall’aes all’aerarium: la tecnica di coniazione
- Le prime falsificazioni
- Tutti sono uguali – ma alcuni un po’ di più: tasse e tributi
- I tributi
- I pubblicani
- Le banche
- Cicerone contro Verre
- La crisi cominciò già nel II secolo
- La carica fa l’uomo? – Il cursus honorum
- Tra arroganza e debiti: gli oligarchi
- Province come regni «Proprietari di peschiere»!
- Le amicizie
- Cavalieri senza castello: la nobiltà finanziaria
INTERMEZZO
II. UN ESEMPIO STORICO: LA CONGIURA DI CATILINA
- «In che città viviamo?» – Roma, 8 novembre 63
- I motivi di una congiura
- Una lotta all’ultimo voto – Le elezioni consolari del 63
- E ora? – Un uomo non si arrende
- «A noi han lasciato solo i rischi, le sconfitte elettorali, i processi» – I seguaci di Catilina
- La fine della settima era: l’Etruria
- Ahi. quanto ingannevoli… – Il ruolo delle donne
- «Andava imbastendo molte trame»: gli eventi fino alla fine del novembre 63
- La riunione in casa di Leca
- Alla ricerca di un esercito
- Cavalli di Troia
- La seduta del Senato del 5 dicembre
- La fine
Note
Bibliografia
Cronologia della vita di Catilina
Abbreviazioni
Appendice: Come spenderemmo oggi le monete antiche, di Quirino Principe
Indice dei nomi
Capire i Sentimenti
Per conoscere meglio se stessi e gli altri
Autore/i: Slepoj Vera
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autrice.
pp. 228, Milano
Sentimenti, affetti, emozioni accompagnano la nostra esistenza e ne influenzano il percorso verso sviluppi più o meno felici: tale è il loro impatto sull’esistenza umana che, per afferrarne il senso, la natura, le dinamiche, si sono adoperate le scienze umane e sociali, la medicina e perfino la biologia e la chimica del corpo. Tentarne un’analisi descrittiva è lo scopo di questo libro – frutto di una vasta esperienza maturata in anni di studio e di pratica terapeutica – che presenta una rassegna completa dei sentimenti sul versante positivo (l’amicizia, l’amore, la simpatia, la socialità, la felicita) e su quello negativo (l’angoscia, l’aggressività, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, il narcisismo, e poi la paura, il senso di colpa, l’odio e la violenza), senza trascurare quei sentimenti collettivi che nascono in situazioni oggi di stringente attualità, come l’idea di civiltà e di progresso, il pensiero conservatore e quello rivoluzionario, l’integralismo e il fondamentalismo.
Vera Slepoj, laureata nel 1977 all’Università di Padova, e psicologa e psicoterapeuta. Ha fatto parte di tutte le commissioni ministeriali per l’attivazione dell’Ordine professionale. Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, è docente presso l’Università di Siena, presidente della Federazione italiana psicologi e dell’International Health Observatory, e dirige due importanti scuole di formazione in psicologia.
Introduzione
Il sentimento
L’emozione
L’affetto
ISENTIMENTI INDIVIDUALI
I sentimenti positivi
L’amicizia
L’amore
L’amore mitizzato
Il colpo di fulmine
La felicita
L’innamoramento
La passione
Simpatia ed òempatia
La socialità
I sentimenti negativi
L’amore violento
L’angoscia
L’aggressività
L’autodistruttività
La cattiveria
Il fanatismo
La frustrazione
Gelosia e possessività
L’indifferenza
L’infelicita
L’invidia
Il narcisismo
L’odio
La paura
Il senso di colpa
Il senso di morte
La violenza
I SENTIMENTI NELL’ETA EVOLUTIVA E NELLO SVILUPPO DELLA PERSONALITÁ
L’infanzia
Lo sviluppo affettivo
I sentimenti peculiari dell’infanzia
L’adolescenza
I sentimenti peculiari dell’adolescenza
L’invecchiamento
I sentimenti peculiari dell’anziano
I SENTIMENTI SOCIALI
La famiglia
Diversi tipi di famiglia
Ruoli e relazioni all’interno della fa
Il rapporto madre-bambino
Condizione attuale della famiglia
La coppia
I ruoli nella coppia
Il ciclo della coppia
La scelta del partner
Tipi problematici di coppia
La crisi della coppia
La terapia della coppia
I SENTIMENTI COLLETTIVI
Civiltà e progresso
Cultura
Ideologia
Il pensiero conservatore
Il pensiero rivoluzionario
Integralismo e fondamentalismo
CHECK-UP DEI SENTIMENTI
I sentimenti malati
Bibliografia
Il Genio Femminile
La spiritualità della donna dal Medioevo ai nostri giorni
Autore/i: della Croce Giovanna
Editore: Edizioni ARES
introduzione dell’autrice.
pp. 136, Milano
Il 1° ottobre 1999 Giovanni Paolo II ha proclamato compatrone d’Europa, insieme con Benedetto da Norcia e i santi Cirillo e Metodio, tre donne: Brigida di Svezia, Caterina da Siena ed Edith Stein. È il suggello di un magistero segnato da periodici richiami per una «rinnovata e universale presa di coscienza della dignità della donna». L’Autrice di questo testo ha raccolto l’invito, attingendo dall’esperienza di grandi protagoniste della storia per illuminare il presente che impegna la donna nel diversi settori della vita attiva e speculativa. In una ricca galleria rivivono le storie e i pensieri di Chiara di Assisi ed Elsbeth Stagel, di Ildegarda di Bingen e Matilde di Magdeburgo, di Giuliana di Norwich e di Giovanna di Chantal, quelli di Elisabetta della SS. Eucaristia e di Raissa Maritain. Un libro per scoprire il senso pieno della vocazione di madre, di sorella, di sposa, di figlia: nel mondo o nel chiostro. Il tutto da un punto di vista situato nel cuore della Chiesa: la comunità dove l’uomo e la donna possono realizzarsi e donare sé stessi, ciascuno secondo la propria specificità.
Giovanna della Croce ocd (Gerda von Brockhusen) è nata a Francoforte sul Meno. Dopo la laurea in Filosofia e in Storia dell’arte nell’Università di Vienna, è stata dal 1944 assistente alla cattedra di Filologia bizantina. Entrata nell’ordine delle Carmelitane scalze, risiede dal 1950 nel monastero di Milano. È autrice di numerosi saggi di apologetica e spiritualità di grande divulgazione.
Introduzione
A proposito della «questione femminile»
Una panoramica medioevale
Figure di donne in Caterina da Siena
La «querelle des femmes» del Rinascimento
Antifemminismo e questione femminile nell’epoca moderna
L’immagine femminile, ieri e oggi
La dignità della donna
Dignità della donna nell’India antica
Simbolismo femminile in Ildegarda di Bingen
Il cammino d’amore nella «luce della divinità» .
Reciprocità del rapporto uomo-donna
Francesco e Chiara d’Assissi
Enrico Suso ed Elsbeth Stagel
Francesco di Sales e Giovanna di Chantal
Reciprocità tra uomo e donna nel Novecento
La genialità della donna
In famiglia
Nella cultura
Nell’ambito socio-politico
Maria e la spiritualità femminile
Modello di vita
Madre di misericordia
Suprema bellezza della Madre di Dio
Epilogo
Bibliografia
Indice
Giocare per Capire
Titolo originale: Jouer pour comprendre. Vers la compréhension du monde vivant et du milieuphysique et technique
Autore/i: Autori vari
Editore: La Nuova Italia
prima edizione, a cura di Jeanne Bandet e Madeleine Abbadie, presentazione di Jeanne Bandete, traduzione di Anna Bertolini Geymonat.
pp. X-238, nn. illustrazioni b/n, Firenze
Dalla presentazione di Jeanne Bandet:
«Tutti sanno ormai che il gioco è la prima attività del bambino e che esso tende a prendere un posto sempre più importante nella sua vita. Nel bambino ogni cosa inizia da questa attività cui naturalmente aspira senza pero comprendere a quali meravigliose scoperte lo porterà. L’insegnante invece sa che il gioco, ampliandosi e sviluppandosi, porterà poco per volta i suoi allievi a costruirsi la loro personalità, facendoli penetrare in un mondo che essi devono conoscere per trovare il loro posto nella vita e possibilmente la loro felicita. Il ruolo, essenziale dell’insegnante, soprattutto con i più piccini, è quello di approfittare del piacere e dell’interesse verso il gioco per aprire il loro orizzonte a tutto cid che li circonda e soddisfare, anzi stimolare, le loro prime curiosità. Non bisogna perciò lasciarsi sfuggire nessuna occasione per porre problemi e inventare soluzioni. Il nostro grado di civiltà tecnica ci obbliga a guardare con occhi diversi la natura, gli esseri viventi, le attività umane. I bambini di adesso non hanno conosciuto altro genere di civiltà e il loro modo di vivere li ha inseriti in un ambiente di cui una volta non si sarebbe neppure sospettata l’esistenza. Hanno perciò diritto di non sentirsene estranei.»
Presentazione (J. Bandet)
PRIMA PARTE
Prime esperienze:
il sorgere della curiosità scientifica (J. Bandet)
Il gioco, strumento del fare per capire
Quali sono i campi che i bambini vogliono esplorare?
Scoperta dei bisogni vitali dell’uomo
Scoperta di alcuni comportamenti sociali
Scoperta di altri esseri viventi
La scoperta di alcune leggi del mondo fisico
Uso e scoperta di oggetti tecnici
SECONDA PARTE
Incontri e scoperte. Giochi e lavori
Proteggersi (A. Gilbert-Collet)
Proteggersi dal sole
Costruzione di una meridiana o quadrante solare
Spiegazioni per gli insegnanti
Realizzazione e utilizzazione di un quadrante solare da parte dei bambini
Vestirsi (C. Tikka)
Ci si veste secondo le stagioni
Ci si veste secondo la propria attività
Ci si veste per farsi belli
Suggerimenti
Fare dei dolci (D. Bonigal)
La messa in opera
L’esecuzione
Constatazioni e scoperte
Spostarsi (C. Tikka)
Scoperta degli altri (F. Morion)
Corrispondenza con i compagni (F. Morion)
Fare una gita (F. Morion)
Una giornata con gli amici di Conflans
Invitare … fare dei cartelloni (F. Morion)
Uno spettacolo nella scuola: i ballerini baschi
Un cartellone per la festa della mamma. «L’esposizione dei lavori»
Suggerimenti
Comperare e vendere (D. Bonigal)
Punto di partenza
Che cosa fare?
Le realizzazioni
Scegliere. Votare (G. Willot)
I problemi della scelta nella scuola materna
Come giungere a questa capacita? Come risolvere i nostri problemi di scelta?
Provochiamo delle scelte per verificare questa ipotesi
L’informazione
La decisione
L’espressione della scelta
Quando votano i bimbi della scuola materna
Giocare insieme (C. Tikka)
Scoprire per intuito la regola e allargarla ad altri giochi
Vincere o perdere
Si può giocare senza una regola?
Inventare un gioco; metterlo a punto; farlo conoscere ai compagni
Come giocare con delle figure
Suggerimenti
Inventare degli indovinelli (F. Morion)
Offrire, dare … fare mazzi di fiori (A. Gilbert-Collet)
Mazzi di fiori per la nostra classe
Giochiamo con i fiori
Allevare degli animali (D. Bonigal)
Una lettera dei nostri amici
L’arrivo di Cocodetta e Cocoricò
Costruzione del pollaio
Scoperte. Esperienze
Importanza di questo lavoro nella vita della classe
I problemi della vita
Problemi della nascita
Coltivare il giardino (P. Lequeux)
Bilancio del lavoro di una scuola materna di cinque classi
Identificazione e personificazione
Clima di poesia e sorgere della sensibilità
Galleggiare. Volare (J. Delrieu)
Constatazioni e espressioni spontanee
Giochi liberi
Indicazioni bibliografiche per l’insegnante
Poesie
Elevarsi e sollevare (A. M. Gillie)
Pesare (A. M. Gillie)
Ricerca fatta con i bambini
Dondolarsi (A.-M. Gillie)
Bilancia e altalena (A.-M. Gillie)
Trasportare degli oggetti (C. Tikka)
Giocare con la luce (A. M. Gillie)
Il caleidoscopio
Suggerimenti
Costruire un ascensore (A. M. Gillie)
Trasmettere il movimento (A. M. Gillie)
I carillon
«Come funziona» o meglio: «La civiltà schiaccia bottone» (A. M. Gillie)
Bibliografia
La Marchesa De Brinvilliers e le Signore dei Veleni
Autore/i: Bàccolo Luigi
Editore: Rusconi Libri
prima edizione.
pp. 224, nn. tavole a colori e b/n f.t., Milano
Era il veleno che tanti alchimisti e tante fattucchiere avevano cercato nelle insonni notti stregonesche senza mai riuscirvi: il veleno infallibile e irriconoscibile. Il veleno «della successione», capace di risolvere senza chiasso, nel segreto delle famiglie, problemi di eredità e di amore, figli che volevano affrettare l’eredità paterna, mogli ansiose di sgombrare il letto dal marito vecchio per occuparlo con l’amante giovane, mariti che nutrivano intenzioni del tutto simili nei riguardi della moglie fastidiosa. Si apriva uno sterminato campo di azione per gli aristocratici e per i plebei, in una società fastosa ma, tuonano i moralisti, sostanzialmente marcia. Il Re Sole dovette rendersi conto che la Francia splendida che lui illuminava con le vittorie dei suoi eserciti era una nave pavesata a festa ma con un morto – un bel mucchio di morti – nella stiva. Parigi palpito, si indignò, tremò e si diede a piena gola al delirio del pettegolezzo, trovando ben presto il suo corifeo nella Marchesa de Sévigneé, che dell’affare riempì le sue splendide lettere alla figlia signora de Grignan.
Il secolo diciassettesimo è il secolo del Re Sole e di Colbert, di Molière e di Racine, di La Fontaine e di Corneille, il secolo di san Vincenzo de’ Paoli, ma è anche il secolo di un firmamento di dame scellerate, di preti miserabili e di streghe nefande, tutte intente a ordire trame diaboliche intessute di malefizi, di stregonerie, di messe nere, di filtri d’amore e di morte, e soprattutto di venefìci. «Viviamo sotto l’impero della stella del crimine» sentenziava Madame de Sèvignè, maligna primadonna dei salotti parigini; tempi, questi, le faceva eco La Rochefoucauld, «di parricidi e di veleni».
Quelle dame e quelle donnette di forte temperamento e eccellenti nell’intrigo formano l’argomento del presente libro, ma sopra tutte, per il rango, la personalità fuor del comune, geniale nel delitto e nobile e lucida fin sul patibolo, la Marchesa de Brinvilliers. Giovane, bella, intelligente, buona conoscitrice degli uomini e delle loro debolezze, un’infanzia ricca di sesso ma povera d’amore, la Marchesa aveva un temperamento indomito, una sensibilità acutissima sul punto dell’onore, e per il sesso, l’avidità e la furia di rancore non esito a intraprendere azioni definitive, a sterminare con accorte dosi di infernali misture l’intera sua famiglia.
Luigi Bàccolo ripercorre i fatti della cronaca, le imprese perverse, la prigionia, l’istruttoria e il processo, fino alle drammatiche ore della rigenerazione nell’orrore della tortura e del patibolo. Ma, ben oltre la registrazione dei dati documentari, l’autore non evita lo scavo nelle contraddizioni di una personalità che fu eccezionale nel male come nel bene, affronta gli inquietanti interrogativi che hanno suggestionato schiere di scrittori e di biografi, e restituisce dignità storica a una vicenda tragica e in qualche modo esemplare dei costumi di un’epoca.
Di sangue paterno lombardo, ma nato a Savigliano in Piemonte, Luigi Bàccolo ha esordito nella letteratura con un saggio su Pirandello (Bocca, 1948), che ebbe sulla «Critica» le lodi di Benedetto Croce.
In seguito, i suoi interessi si orientarono verso il mondo del Settecento italiano e francese: nacquero cosi i suoi libri più noti, un ritratto del marchese de Sade (Ubaldini, 1970), un saggio su Casanova (Casanova e i suoi amici, Sugar, 1972) e una vita di Alfieri (Il Signor Conte non riceve, L’Arciere, 1978). Di Sade ha curato il Teatro (Sugar, 1970), il Diario inedito (Rizzoli, 1973), le Lettere da Vincennes e dalla Bastiglia (Mondadori, 1976); con Piero Chiara ha curato un Casanova erotico (Sugar, 1975), al quale ha fatto seguire una Vita di Casanova (Rusconi, 1979). Tra le sue opere recenti: Amore a quattro voci (Fògola, 1980); Il mormorio delle passioni nascenti (L’Arciere, 1981); Restif de la Bretonne (Garzanti, 1982); Il commiato del Mago e delle Fate («L’Artistica», 1982).
È stato collaboratore della «Stampa», del «Mondo», dell’«Espresso» e del «Ponte». Collabora attualmente al «Resto del Carlino».
Fiabe di Puškin – Pittura di Paleh
Autore/i: Puškin Aleksandr Sergeevič
Editore: Casa Editrice «P-2»
pp. 128, riccamente illustrato a colori, San Pietroburgo
A. S. Puškin (1799-1837), geniale poeta e narratore, fondatore della lingua letteraria moderna è orgoglio della grande Russia, il suo simbolo e la personificazione dell’animo russo. Le pubblicazioni delle opere di Puškin hanno delle tirature enormi, vengono tradotte in decine di lingue dei popoli del mondo. Le opere poetiche, le famose favole, basate sul folclore nazionale russo, rappresentano l’immortale retaggio del sommo poeta.
I celebri pittori di Paleh, della famosa città antica russa, noto centro di icona e di miniatura di lacca, si rivolgono costantemente ai soggetti delle favole di Puškin. La pittura, fantasticamente magnifica, orna le scatole dei maestri di Paleh, piccoli bauli, piastrelle, spille, portaciprie, ed altri oggetti eseguiti in cartapesta.
Questa pittura rappresenta una splendida e preziosa fusione delle tinte brillanti e del misterioso sfondo nero, ravvivato con gli scatti impetuosi dei delicatissimi ornamenti in oro.
I Cinque Re Stellari
Il volume che finalmente racchiude il celebre ciclo dei Principi Demoni, uno dei massimi capolavori di Jack Vance.
Autore/i: Vance Jack
Editore: Casa Editrice Nord
traduzione di Roberta Rambelli.
pp. 700, Milano
In un caleidoscopio di mondi civilizzati, da un angolo all’altro della galassia, si muove Kirth Gersen, un eroe che ha dedicato la propria vita alla vendetta, giurando a se stesso di uccidere i cinque più terribili criminali dell’universo, i Principi Demoni: cinque schiavisti che hanno barbaramente trucidato tutti i suoi familiari nello storico massacro di Mount Pleasant. Perfettamente addestrato e abilissimo in tutte le tecniche di combattimento, Kirth Gersen insegue le sue vittime designate, quasi sempre nascoste sotto false spoglie, nei luoghi più strani dell’Oikumene, l’insieme dei mondi colonizzati, e sugli altri pianeti più remoti dove non esiste nessuna legge. E così, in un eccezionale susseguirsi di mondi e civiltà, Vance dispiega la sua ineguagliabile immaginazione in una saga avventurosa fra le più classiche e al contempo originali di tutta la fantascienza.
I cinque re stellari (Antologia) Traduzione di Roberta Rambelli
Il re stellare (Romanzo, The Star King, 1963) di Jack Vance (Traduzione di Roberta Rambelli)
La macchina per uccidere (Romanzo, The Killing Machine, 1964) di Jack Vance (Traduzione di Roberta Rambelli)
Il palazzo dell’amore (Romanzo, The Palace of Love, 1966) di Jack Vance (Traduzione di Roberta Rambelli)
La faccia (Romanzo, The Face, 1979) di Jack Vance (Traduzione di Roberta Rambelli)
Il libro dei sogni (Romanzo, The Book of Dreams, 1981) di Jack Vance (Traduzione di Roberta Rambelli)
Teatro Spagnolo
Raccolta di drammi e commedie dalle origini ai nostri giorni
Autore/i: Autori vari
Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani
prima edizione, a cura di Elio Vittorini.
pp. LXIX-866, nn. tavole b/n f.t. raffiguranti opere di artisti spagnoli, Milano
Nel compilare questa raccolta non ho pensato teatro nel senso più stretto e tecnico, di spettacolo, che oggi si dà alla parola; ma in quello larghissimo che si può darle ove si tenga presente come una volta scriver drammi e commedie corrispondesse anche allo scriver romanzi di oggi, e fosse, oltre tutto, almeno per chi scriveva, raccontare. L’offerta, dunque, è qui principalmente di lettura; pur il mio criterio, nel prepararla, è stato elastico: tale da permettermi di presentar sempre opere vive, e insieme raffigurare, con la successione loro, il cammino percorso nel teatro dalla letteratura spagnola. Così si troverà, ad esempio, la sibilla Cassandra che, mentre non contiene più possibilità di spettacolo, è viva in quanto poesia; o si troverà, all’opposto, Un dramma nuovo di Tamayo y Baus che, arido in quanto poesia, è vivo ancora per le sue possibilità di spettacolo. Il quadro storico, in tal modo, e malgrado le esigenze limitatrici imposte dal fine divulgativo, risulta intero, per merito, si capisce, della variata ricchezza tra cui ho mosso le mani: la grandezza, voglio dire, non uniforme ma avventurosa, e irta, molteplice, del teatro spagnolo.
Per la collaborazione prestatami vanno ringraziati tutti gli scrittori e studiosi che figurano da traduttori appié delle singole opere, e, per molti consigli, l’illustre ispanista Carlo Boselli, l’amico Carlo Bo, l’amico A. R. Ferrarin. Alla gratitudine del lettore raccomando poi in particolar modo coloro che hanno meglio tradotto riuscendo, come Eugenio montale, a far opera che s’innesta nella nostra letteratura. (Avvertenza di Elio Vittorini)
Quattrocento – Cinquecento
Fernando de Rojas: La Celestina (Riduzione di Corrado Alvaro)
Gil Vicente: La Sibilla Cassandra (Traduzione di Carlo Bo)
Cinquecento – Seicento
Miguel Cervantes: Intermezzo della sentinella all’erta (Traduzione di Eugenio Montale)
Miguel Cervantes: Intermezzo del quadro delle meraviglie (Traduzione di Eugenio Montale)
Miguel Cervantes: Intermezzo del vecchio geloso (Traduzione di Eugenio Montale)
Lope de Vega: Fuenteovejuna (Traduzione di A. R. Ferrarin)
Seicento ancora
Ruiz de Alarcón: Le pareti odono (Traduzione di Carlo Bo)
Calderón de la Barca: L’alcalde di Zalamea (Traduzione di Sergio Solmi)
Calderón de la Barca: Il mago dei prodigi (Traduzione di Carlo Bo)
Settecento – Ottocento
Ramón de la Cruz: I salotti di Madrid (Traduzione di Elio Vittorini)
Ramón de la Cruz: Il Prado, la notte (Traduzione di Leone Traveso)
Ramón de la Cruz: La ragazzata (Traduzione di Leone Traveso)
Ottocento – Novecento
Tamayo y Baus: Un dramma nuovo (Traduzione di Bianca Ugo)
R. del Valle Inclán: Parole divine (Traduzione di Elio Vittorini)
Jacinto Grau: Il conte Alarcos (Traduzione di Cesare Giardini)
Federico G. Lorca: Nozze di sangue (Traduzione di Elio Vittorini)
L’Uomo che Vide l’Infinito
La vita breve di Srinivasa Ramanujan, genio della matematica
Autore/i: Kanigel Robert
Editore: Rizzoli
prologo dell’autore, traduzione di Maddalena Mendolicchio.
pp. 464, nn. fotografie b/n, Milano
La Storia dimenticata del giovane indiano autodidatta che concepì alcuni dei teoremi più brillanti del Novecento.
Nel 1913 Godfrey hardy, il più grande matematico inglese dell’epoca, ricevette la lettera di uno sconosciuto che scriveva dall’India per sottoporgli alcune sue idee sui numeri. L’autore era un impiegato della Corte dei Conti di Madras, Srinivasa Ramanujan Iyengar, che aveva studiato praticamente da autodidatta e dichiarava di dovere le sue intuizioni alla dea Namagiri, protettrice della sua famiglia. Hardy si rese subito conto che la lettera era opera di un genio e organizzò il viaggio di Ramanujan da Madras a Cambridge: ebbero così inizio un’amicizia e una collaborazione tra le più singolari nella storia della scienza. Il giovane indiano, sotto la guida di Hardy, concepì una formidabile cascata di teoremi (quasi 4000) e congetture che sbalordirono il mondo scientifico e che avrebbero avuto sorprendenti applicazioni, a decenni di distanza, in settori come la chimica e l’informatica. Ma la sua non fu solo una vicenda di trionfi e grandezza: se Cambridge permise a Ramanujan di coltivare serenamente la sua vocazione, l’incontro con la gelida Europa d’inizio secolo fu anche causa di uno spaesamento affettivo e intellettuale che ebbe un prezzo assai caro. Dopo sette anni, lontano dalla famiglia e dalla patria, cadde malato e tornò in India solo per morirvi. L’appassionata biografia di Robert Kanigel racconta una delle grandi menti matematiche del Ventesimo secolo: ma è anche un libro che ci fa riflettere sulla complicata relazione fra Oriente e Occidente, e sulle vie imprevedibili dell’intelligenza, della creatività, dell’intuizione.
Robert Kanigel insegna giornalismo scientifico al Massachusetts Institute of Technology e scrive regolarmente sulla “New York Times Book Review” e sul “Los Angeles Times”. Vive a Cambridge, Massachusetts.
Prologo
Capitolo primo – Nel freddo del tempio – Dal 1887 al 1903
1. Dakshin Gange
2. Sarangapani Sannidhi Street
3. Una fanciullezza da brahmano
4. Fuori classifica
5. La dea di Namakkal
Capitolo secondo – Dalla parte del piacere – Dal 1903 al 1908
1. Il libro di Carr
2. La Cambridge dell’India meridionale
3. Fuga
4. Un altro tentativo
5. I quaderni
6. Un pensiero di Dio
7. Quando è troppo è troppo
Capitolo terzo – Alla ricerca di mecenati – Dal 1908 al 1913
1. Janaki
2. Porta a porta
3. «Agio» a Madras
4. Jacob Bernoulli e i suoi numeri
5. Il Port Trust
6. Il raj britannico
7. La lettera
Capitolo quarto – Hardy – G. H. Hardy fino al 1913
1. Giovane per sempre
2. Horseshoe Lane
3. Selce e pietra
4. Fellow del Trinity
5. «L’aria magica»
6. La scuola di Hardy
Capitolo quinto – «Mi pregio di presentarmi…» – Dal 1913 al 1914
1. La lettera
2. «Ho trovato in voi un amico…»
3. «Per caso Ramanujan sa il polacco?»
4. Un sogno a Namakkal
5. Al molo
Capitolo sesto – La primavera di Ramanujan – Dal 1914 al 1916
1. Lontano dall’India
2. Insieme
3. Le fiamme di Leuven
4. Gli zeri della funzione Z
5. S. Ramanujan, B.A.
Capitolo settimo – Il freddo inglese – Dal 1916 al 1918
1. Tavolo d’onore
2. Un indiano in Inghilterra
3. «Una collaborazione straordinariamente felice»
4. Scavando la fossa
5. «Tutti noi grandi piroscafi»
6. Il «fenomeno danese»
7. Problemi a casa
8. Il monumento a Nelson
9. Ramanujan, la matematica e Dio
10. Singolarità a x = 1
11. Uscito di mente
Capitolo ottavo – «In uno stato di salute alquanto precario» – Dal 1918
1. «Tutto il mondo sembrava ringiovanito»
2. Ritorno alla Cauvery
3. Il problema finale
4. Un figlio dell’India
5. Rinascita di Ramanujan
6. Altiforni migliori?
7. Svayambhu
Epilogo
Note
Bibliografia
Nota dell’autore e ringraziamenti
Indice
Dio Dorme nella Pietra
Uomo, natura, spirito divino: la concezione del mondo secondo gli indiani d’America.
Autore/i: Kaiser Rudolf
Editore: Red Edizioni
prima edizione, traduzione dall’originale tedesco di Rolando Galluppi.
pp. 136, ill. b/n, Como
«Vendere la terra? E perchè allora, non vendere l’aria, le nuvole, il grande mare?»
«Un uomo non dovrebbe mai camminare con tanto impeto da lasciare tracce così profonde che il vento non le possa cancellare.»
Cinquecento anni dopo la Conquista del suolo americano, questo libro ci invita a “scoprire” la cultura dei suoi primi abitanti, gli indiani d’America. È una cultura del rispetto per la natura, per tutte le forme in cui si manifesta; una visione del mondo come globalità, scambio continuo e reciproca dipendenza; una concezione della vita come partecipazione incessante alla creazione.
Per avvicinarci a questa filosofia (che si fa subito comportamento morale), per mostrarne la lontananza dalla nostra cultura e la sua feconda alterità, l’autore scava con spirito critico alle radici del pensiero occidentale in cerca di quell’elemento paralizzante, individuato nel principio della dualità, che ha prodotto – separazione, dominio, sopraffazione. La tensione dialettica che nasce dal confronto, anche aspro, tra queste due concezioni spesso inconciliabili, genera una riflessione su cui, oggi più che mai, è bene soffermarsi.
Rudolf Kaiser è docente di anglistica all’Università di Hildesheim, in Germania. Ha compiuto numerosi viaggi tra gli indiani del Nordamerica, sui quali ha scritto diversi libri.
1. In cammino verso la globalità
2. Dissacrazione della natura: divisione del mondo, scissione dell’uomo
3. La via verso il nulla: il dualismo nella tradizione filosofica dell’Occidente
4. Smania di dominio cosmico
5. Quale uomo? Concezioni del mondo che escludono e altre che includono
6. Comunione cosmica
7. Le quattro forme della divisione e dell’unione
8. Equilibrio, non predominio. Accordo, non prevaricazione
9. La morte: riflesso speculare della vita
10. Ritmi della vita e concezioni del tempo
11. I luoghi di Dio: virtù terapeutica dello spazio
12. Potenza e impotenza della natura. Spazio sacro e profano
13. Mondo sacrale e mondo sconsacrato
14. Cognizione del luogo: la patria
I Grandi Pensatori dell’India – Mistica ed Etica
Titolo originalle:Die Weltanschauung der indischen Denker. Mystik und Ethik (1934)
Autore/i: Schweitzer Albert
Editore: Donzelli Editore
cura e introduzione di Saverio Marchignoli, prefazione dell’autore, traduzione di Adele Olivoni.
pp. XVIII-174, Roma
Un grande uomo del nostro tempo si confronta appassionatamente – in un libro divenuto ormai un piccolo classico – con la cultura indiana, dalle origini vediche a Gandhi, Tagore, Vivekananda: davanti ai nostri occhi si susseguono le varie tradizioni di pensiero nate sul suolo dell’India (brahmanico-induista, buddhista, jaina e neo-induista), che vengono analizzate criticamente e ricomposte in una sintesi fortemente interpretativa.
Posta di fronte alla scelta, che Schweitzer giudica fondamentale, tra l’«affermazione della vita e del mondo» e la loro negazione, l’India si schiera, anche se non integralmente, per la seconda alternativa, orientando di conseguenza il proprio pensiero verso la mistica e la sottovalutazione dell’azione.
Schweitzer legge cosi l’evoluzione del pensiero indiano come il tentativo, esemplare e impossibile insieme, di far fiorire l’etica dal terreno della mistica – un tema, questo, da lui ripreso in molti altri suoi scritti. Ma se è vero che per Schweitzer il percorso giusto & quello inverso (ossia dall’etica alla mistica), al pensiero indiano non viene tuttavia negata la possibilità di svolgere un ruolo positivo: da una parte incorporando in sè gli elementi di «affermazione della vita» che gli giungono dalla cultura europea, dall’altra ricordando a quest’ultima l’irrinunciabilità di quella dimensione mistica che rappresenta l’indispensabile complemento dell’etica del «rispetto per la vita».
Tradotto in varie lingue, il libro ebbe, fin dalla sua prima uscita nel 1935, vasta risonanza e suscitò una discussione importante, della quale si da conto nell’Introduzione.
Albert Schweitzer (1875-1965), musicista, teologo, filosofo delle religioni, missionario e medico in Africa, fu una delle personalità più originali ed eminenti della prima metà del secolo. Nel 1952 gli fu assegnato il premio Nobel per la pace. Tra le sue numerose opere sono da ricordare J. S. Bach, il musicista-poeta (1905), Storia della ricerca sulla vita di Gesù (1906), Filosofia della civiltà (1923), Mistica dell’apostolo Paolo (1929).
Schweitzer «filosofo della civiltà» e il pensiero indiano
Introduzione di Saverio Marchignoli
Prefazione
I. Il pensiero occidentale e il pensiero indiano
II. La comparsa della negazione del mondo nel pensiero indiano
III. La dottrina delle Upaniṣad
IV. La dottrina del sāṃkhya
V. Il jainismo
VI. Buddha e la sua dottrina
VII. Destini ulteriori del buddhismo in India
VIII. Il buddhismo in Cina, nel Tibet e in Mongolia
IX. Il buddhismo in Giappone
X. La dottrina brahmanica ulteriore
XI. La concezione brahmanica del mondo nelle Leggi di Manu
XII. L’induismo e la mistica della bhakti
XIII. La Bhagavad-gītā
XIV. Dalla Bhagavad-gītā all’eta moderna
XV. II pensiero indiano moderno
XVI. Sguardo retrospettivo. Prospettive avvenire
Indice analitico
Il Filosofo e la Politica – Otto Questioni Circa il Potere del Papa
Titolo originale: Octo quaestiones de potestate papae
Autore/i: Guglielmo di Ockham
Editore: Rusconi
testo latino a fronte, testo integrale, prima edizione, introduzione, traduzione e apparati di Francesco Camastra.
pp. 624, Milano
Disponibilità al dialogo e al confronto, sincerità e coraggio, caratterizzano le Octo quaestiones de potestate papae di Guglielmo d’Ockham, un’opera che è anche un agile compendio delle differenti opinioni e dei diversi orientamenti politici del XIV secolo. La franca e aspra polemica contro il papato avignonese che il «Venerabilis Inceptor» sostiene con indubbia maestria nel corso degli ultimi vent’anni della sua vita, con l’intento di demolire la dottrina ierocratica, non si traduce in stizzite e incontrollate dispute verbali o in preconcette e astiose invettive contro gli avversari. La volontà di non arrendersi alle pratiche correnti, di non concedere nulla al conformismo e di non ridurre la politica ad arte della simulazione corrotta e corruttrice, non indulge ad atteggiamenti di narcisismo erudito e di moralismo estetizzante, ma esplicita rigore, incisività e onestà intellettuale.
Il filosofo francescano, che vive la stagione dello scontro politico e dottrinario tra i papi di Avignone e l’imperatore Ludovico il Bavaro, affronta l’annoso e controverso problema del rapporto tra Stato e Chiesa con il chiaro intento di introdurre nuovi elementi di riflessione: la povertà come solidarietà, l’equità naturale, la legge evangelica, il diritto naturale e la libertà individuale fanno organicamente parte di una filosofia politica che non si limita a criticare la pienezza del potere papale e a legittimare la piena autonomia del potere regio o imperiale, ma insiste sulla necessità di soddisfare istanze soggettive e comunitarie. .
Quest’edizione è curata da Francesco Camastra, che insegna filosofia e storia presso il Liceo Scientifico Annibale Calini di Brescia. Ha pubblicato: Bonaventura da Bagnoregio. Il libero arbitrio, Treviso 1978; La disgregazione dell’Impero carolingio. Teoria e prassi politica nel IV secolo, Brescia 1983; Libido dominandi. La teoria politica da Gregorio Magno a Gregorio VII, Milano 1991.
Filippo Neri – Un Secolo – Un Uomo
Autore/i: Papàsogli Giorgio
Editore: Edizioni San Paolo
seconda edizione, premessa dell’autore.
pp. 256, nn. tavole b/n f.t., Torino
Un secolo – un uomo: il secolo e il XVI e l’uomo e Filippo Neri. Non si può certo dire che questo santo sia stato talmente rappresentativo da «incarnare» da solo un periodo ricco di storia come il secolo XVI, fosse pure solo in Italia o a Roma. Ma indubbiamente é stato un personaggio che ha influito su un certo numero di uomini e di vicende della Roma cinquecentesca e in particolare sulla cosiddetta Controriforma, insieme a tanti altri personaggi emblematici, come i papi Paolo II, Paolo IV, Pio IV, Pio V, Gregorio XIII, Sisto V e ad altri santi dell’epoca come Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila e soprattutto Carlo Borromeo.
San Filippo Neri può essere considerato un vero «protagonista» della sua epoca e bene ha fatto Giorgio Papàsogli in questa vivace biografia a dare il giusto rilievo alle sue vicende personali, senza trascurare di aggiornare continuamente il «quadro» soprattutto religioso e anche politico in cui esse si sono svolte.
La storia della spiritualità deve molto a san Filippo Neri. Come disse autorevolmente nel 1979 Giovanni Paolo II: «A lui ricorsero papi e cardinali, vescovi e sacerdoti, principi e politici, religiosi e artisti (…). Ma quella piccola e povera stanza del suo appartamento fu soprattutto meta di una moltitudine immensa di umili persone del popolo, di sofferenti, di diseredati, di emarginati dalla società, di giovani, di fanciulli, che accorrevano a lui per avere consiglio, perdono, pace, incoraggiamento, aiuto materiale e spirituale. L’attività benefica di san Filippo fu tale e tanta che la magistratura di Roma decreto di donare ogni anno un calice alla sua chiesa nei giorno anniversario della morte, come un segno di venerazione e di riconoscenza».
È passata un’epoca luminosa e tremenda insieme del Rinascimento italiano, ma non sono venuti meno nei giovani e nei meno giovani l’ansia di verità e il bisogno di affetto a cui Filippo Neri seppe dare una risposta genuina, che i suoi contemporanei ebbero la fortuna di apprezzare e di accogliere con entusiasmo.
Giorgio Papasogli, nato a Firenze nel 1906, laureato in lettere (con uno studio su Paul Claudel) e poi in scienze politiche. Si è dedicato allo studio delle letterature europee, prediligendo quella francese. Dopo vari lavori di saggistica e di narrativa, si è specializzato nell’agiografia, attuando un tipo ben definito di biografia storico-letteraria, accuratamente documentata. Caratteristica di queste biografie è l’analisi spirituale, che introduce il lettore nei segreti di anime complesse, mentre l’accurata documentazione Storica gli consente di immergere il biografato in un mondo concreto. Papàsogli vive nella campagna pisana ov’e la vecchia dimora della sua famiglia.
Premessa
I. Ragazzo fiorentino
II. Un immenso lievito precorre la Riforma
III. Roma – Rovine antiche, tragedie recenti – Il centro del mondo
IV. Neutralità – Riforma – Concilio. Il trittico di Paolo III
V. Mastini che addentano il padrone – L’immenso dramma germanico
VI. Giulio III – Il sacerdozio di Filippo – Mistico e taumaturgo
VII. L’Oratorio – L’umile cenacolo che farà centro in Roma
VIII. Un eroe della Controriforma
IX. Pio IV – Rivive il Concilio e la Controriforma si radica
X. Clima da vette – Il papa bianco
XI. Direzione ascetica nella giovinezza spirituale
XII. Gregorio XIII e Filippo Neri – Punto di arrivo
XIII. Cresce Oratorio
XIV. La Chiesa Nuova
XV. Umiltà e fedeltà di san Filippo e intorno a lui
XVI. Sisto V «fabbrica» Roma
XVII. Tre insigni papi «momentanei» e lo sviluppo dell’Oratorio
XVIII. Il traguardo di san Filippo
XIX. Non conosce tramonto
Appendici
I. La canonizzazione
II. L’apostolo di Roma elogiato da Giovanni Paolo II
III. La parola a san Filippo Neri
IV. Tavola cronologica
Istanbul Favola Vera
Autore/i: Celli Leònia
Editore: Todariana Editrice
pp. 184, 48 illustrazioni a colori e b/n f.t., Milano
Questo non è un testo di storia. È impossibile ignorare il passato della Turchia, ma quella di questo Paese è una storia che è stata raccontata troppe volte, in modi diversi – per esempio le Crociate viste da noi e viste dai Musulmani – per sapere imparzialmente quale sia la verità. Inoltre la storia si studia, non si legge.
Questa non è una guida turistica: tutti gli uffici di Turismo saranno lietissimi di offrire a chi lo desideri il materiale necessario per visitare coscienziosamente monumenti e musei.
Questo non è nemmeno un compendio di geografia; nè di folklore; non è un trattato d’arte, malgrado si parli, un poco, di tutte queste cose.
E neppure è, questo, un saggio di letteratura; chi scrive è soltanto una giornalista. Ma anche se fosse una letterata, spera che questo volume non sia riservato ad una èlite di intellettuali, ma sia letto da quante più persone sia possibile, e spera di sapersi mantenere ad un livello tale da interessare anche i lettori frettolosi.
A questo punto, qualcuno potrebbe legittimamente chiedere: «Ma, se non si parla di niente, perchè disturbarsi a scrivere un libro? Se tutti gli argomenti ne vengono esclusi?».
Ma non è così. Di argomenti ce ne sono tanti!
Ci sono i luoghi comuni da sfatare; le notizie inedite e curiose da riportare; cose da chiarire perchè conosciute in modo errato.
E poi c’è la Vita. La vita di questa città e di questa gente.
Anzi, soprattutto, c’è proprio questo: la Gente!
La Gente di questo paese! Gente viva, conosciuta poco – e male – da tutti. Come se fossero abitanti di un altro pianeta, mentre si tratta, almeno per meta, di europei.
Una città che ha il sapore di una favola orientale, e della gente su cui c’è tanto da dire e da imparare. Ecco, questo è il vero materiale del libro.
Leonia Celli è nata a Firenze e vive a Roma dove lavora. Giornalista professionista, dirige un bollettino quotidiano in lingua inglese da oltre vent anni. È stata redattrice, radiocronista e annunciatrice al Giornale Radio, poi alla Stampa Estera, a Milano. È corrispondente fissa, specie per cinema e moda, di alcuni giornali femminili, e collaboratrice di periodici e quotidiani di importanza nazionale (La Domenica del Corriere, La Tribuna illustrata, eccetera).
Nel periodo 1950-62 ha svolto intensa attività di fotoreporter (ha scritto un testo per scuole sull’argomento), ha tenuto rubriche varie su giornali diversi, ha pubblicato molti servizi anche all’estero (U.S.A., Francia, Sud-America, Scandinavia, Austria, Canada, ecc.). Ha collaborato alla stesura di una piccola Enciclopedia.
Scrittrice, articolista e sceneggiatrice di films, si è inserita anche nel campo della narrativa, pubblicando volumi di divulgazione scientifica, polizieschi e di fantascienza.
Dal 1962 lavora come soggettista e sceneggiatrice ai fotoromanzi delle Edizioni Lancio.
Benchè abbia scritto moltissimi articoli di viaggio, questo è il suo primo libro di questo genere.
Viaggiare è anche il suo hobby – lei dice il «suo vizio» – principale.
Le Edicole Sacre di Roma
Autore/i: Grioni John S.
Editore: Editalia – Edizioni d’Italia
edizione speciale per la Cassa di Risparmio di Roma, presentazione di Carlo Pietrangeli, tutte le fotografie del testo sono dell’autore.
pp. 200, interamente e riccamente illustrato da fotografie b/n e tavole a colori, Roma
Questo libro sulle edicole sacre di Roma vuole raccogliere le testimonianze di una larga tradizione e svegliare nei romani Sensibili alle cose del passato, l’attenzione per un patrimonio artistico di raro interesse, da molti a torto ritenuto solo un fenomeno di culto, senza considerare in qual misura secoli di tempo ne abbiano anche fatto un prezioso tesoro di antiquariato popolare, di grande originalità decorativa.
Con una scelta primariamente estetica delle edicole più fastose o caratteristiche, ritrovate negli angoli oscuri dei vecchi rioni e colte in queste immagini come polverosi frammenti carichi di un fascino particolare, l’Autore illustra i maggiori esempi di una così antica consuetudine romana visti e descritti come «pezzi unici» nella loro varietà di forme, ed insieme come parte integrante dell’aria e del volto di questa eterna città, e della storia dei suoi costumi.
Non dunque un libro specialistico né un catalogo sull’argomento, ma una divagazione su questo tema obbligato e vario attraverso visioni suggestive di interessanti opere d’arte, e dell’ambiente che ancora le conserva con l’invito ad accorgersi di esse.
Manoscritti del Mar Morto – Il Dibattito Recente Oltre le Polemiche
Titolo originale: The Dead Sea Scrolls Today
Autore/i: Vanderkam James C.
Editore: Città Nuova Editrice
seconda edizione, presentazione e prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Gian Luigi Prato.
pp. 232, nn. fotografie b/n f.t., Roma
Il libro passa dalla storia complessa della scoperta dei manoscritti, e del sito archeologico di Qumrȃn, ad una rassegna esaustiva dei rotoli. L’autore si sofferma ad illustrare la rilevanza che i testi qumranici assumono per una ricostruzione del testo ebraico dell’Antico Testamento e la formazione del canone biblico, e anche per una migliore comprensione di molti elementi contenutistici del Nuovo Testamento (sul piano linguistico, dottrinale, etico, istituzionale). Infine, si riprende la storia della pubblicazione dei testi, per giungere alle polemiche sorte in questi ultimi anni, al di là di semplici curiosità giornalistiche; il lettore viene messo in grado di orientarsi e obiettiva.
James C. VanderKamè professore di S. Scritture Ebraiche alla University of Notre Dame (USA) e membro del comitato internazionale che provvede a curare scientificamente e a tradurre i Manoscritti del Mar Morto. I suoi studi sono apparsi in numerosi articoli di riviste e in libri come “Textual and Historical Studies in the Book of Jubilees”, “Enoch and the Growth of an Apocalyptic Tradition” e “The Book of Jubilees”.
La Malattia come Autoguarigione – Le Malattie Somatiche come Tentativo di Guarigione Psichica
Titolo originale: Krankheit als Selbsteilung
Autore/i: Beck Dieter
Editore: Cittadella Editrice
presentazione Sandro Spinsanti, postfazione di E. Kübler Ross, traduzione di Giuliana Lupi.
pp. 160, Assisi (PG)
«In questo libro intendo sostenere una tesi che negli ultimi anni mi ha permesso, nel mio lavoro come medico psicosomatico, di comprendere meglio molti pazienti e di vedere in una nuova luce la loro malattia. La tesi è questa: le malattie fisiche rappresentano spesso un tentativo di riparare un’offesa psichica, di compensare una perdita interiore o di risolvere un conflitto inconscio…
Il tentativo di autoguarigione può riuscire, più spesso fallisce. Dimostrerò questa tesi basandomi su pazienti con diverse malattie. La particolarità di questa concezione della malattia sta nella valutazione positiva data alla sofferenza fisica, vista invece di solito come un fastidioso incidente sul lavoro. Nella presente trattazione, al contrario, vengono poste in primo piano le capacità sintetiche dell’Io e le tendenze creative del Sé, che mettono la malattia fisica al servizio dell’autoriparazione.
Per la medicina è un’impostazione insolita quella di considerare le malattie come prestazioni creative al pari di un’opera d’arte. L’Io del paziente è visto più come una vittima della sua sofferenza fisica estranea all’Io che non come un partecipante attivo a quest’opera».
Dieter Beck cerca quindi di dimostrare che la malattia somatica non è un evento assurdo da far scomparire al più presto con manipolazioni chimiche e chirurgiche, bensì l’espressione di una lotta ricca di senso per il ristabilimento psichico e fisico.
Teoria ed esempi clinici
Manifestazioni delle tendenze di autoguarigione
Il medico e le tendenze di autoguarigione
Esempi storici e letterari
Postfazione di E. Kübler Ross