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La Scoperta della Morte nell’Infanzia

La Scoperta della Morte nell’Infanzia

Titolo originale: The discovery of death in childhood and after

Autore/i: Anthony Sylvia

Editore: Armando Armando Editore

traduzione di Scilla Finetti.

pp. 328, Roma

«Questo libro viene a colmare una lacuna nel campo della conoscenza psicologica del bambino. Esso è frutto di una lunga ricerca i cui primi risultati furono pubblicati svariati anni fa in Inghilterra e che solo di recente l’autrice ha approfondito e ampliato. […]»

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  1. Introduzione
  2. Infanzia come ripetizione del processo evolutivo dell’umanità?
  3. Teoria esplicativa
  4. La conoscenza
  5. L’immaginazione
  6. L’azione
  7. L’insegnamento ricevuto
  8. Angoscia e tensione
  9. La morte e il tempo
  10. Legge inesorabile, fortuna e sfortuna
  11. Mortalità: stimolo alla ricerca scientifica
  12. Uno sguardo retrospettivo e alcune previsioni

Bibliografia
Indice dei nomi

Trattato sulla Natura Umana – 2 Volumi

Trattato sulla Natura Umana – 2 Volumi

Titolo originale: A Treatise of Human Nature 1739-40

Autore/i: Hume David

Editore: Editori Laterza

introduzione di Eugenio Lecaldano, traduzione di Armando Carlini, Eugenio Lecaldano e Enrico Mistretta.

vol. 1 pp. LV-288, vol. 2 pp. 289-674, Bari

Le opere filosofiche di Hume secondo il testo dell’edizione standard di T.H. Green e T.H. Grose. Questa edizione è corredata di una avvertenza, di una cronologia della vita e delle opere di Hume, di una rassegna delle raccolte delle opere di Hume e di specifiche note ai testi a cura di Eugenio Lecaldano.

David Hume (1711-1776) è stato il maggior esponente dell’empirismo inglese. Fra le varie opere tradotte da Laterza, segnaliamo: Sulla religione e i miracoli. Sulla provvidenza e il male (2008); Ricerca sui principi della morale (2009); Storia naturale della religione (2014).

Ricerca sull’Intelletto Umano e sui Principii della Morale

Ricerca sull’Intelletto Umano e sui Principii della Morale

Titolo originale: Enquiry Concerning Human Understanding 1777 – An Enquiry Concernings the Principles of Morals 1777

Autore/i: Hume David

Editore: Editori Laterza

traduzione, introduzione e note di Mario dal Pra.

pp. 416, Bari

Sommario:

Introduzione
Nota bibliografica
Nota biografica

Ricerca sull’intelletto umano

  • Sezione prima. Le differenti specie di filosofia
  • Sezione seconda. L’origine delle idee
  • Sezione terza. L’associazione delle idee
  • Sezione quarta. Dubbi scettici sulle operazioni d’intelletto
  • Sezione quinta. Soluzione scettica di questi dubbi
  • Sezione sesta. Della probabilità
  • Sezione settima. Dell’idea di connessione necessaria
  • Sezione ottava. Libertà e necessità
  • Sezione nona. Della ragione degli animali
  • Sezione decima. Dei miracoli
  • Sezione undicesima. Di una particolare provvidenza e di uno stato futuro
  • Sezione dodicesima. Della filosofia accademica o scettica

Ricerca sui principii della morale

  • Sezione prima. I principi generali della morale
  • Sezione seconda. La benevolenza
  • Sezione terza. La giustizia
  • Sezione quarta. La società politica
  • Sezione quinta. Perché l’utilità piace
  • Sezione sesta. Qualità utili a noi stessi
  • Sezione settima. Qualità immediatamente piacevoli a noi stessi
  • Sezione ottava. Qualità immediatamente piacevoli agli altri
  • Sezione nona. Conclusione
  • Appendice prima. Sul sentimento morale
  • Appendice seconda. L’amore di sé
  • Appendice terza. Alcune ulteriori considerazioni intorno alla giustizia
  • Appendice quarta. Su alcune dispute verbali

David Hume (1711-1776) è stato il maggior esponente dell’empirismo inglese. Fra le varie opere tradotte da Laterza, segnaliamo: Sulla religione e i miracoli. Sulla provvidenza e il male (2008); Ricerca sui principi della morale (2009); Storia naturale della religione (2014).

I Luoghi di Guarigione in Italia – Fonti, Pietre, Grotte e Reliquie: una Mappa della Medicina Popolare Miracolosa

I Luoghi di Guarigione in Italia – Fonti, Pietre, Grotte e Reliquie: una Mappa della Medicina Popolare Miracolosa

Autore/i: Centini Massimo

Editore: Macchione Editore

introduzione di Renato Priulla, in copertina foto di Maurizio Miozzi.

pp. 240, Varese

“I luoghi riconosciuti per tradizione popolare come taumaturgici si identificano spesso con il mistero di sorgenti, antri e caverne già noti ad antiche culture e civiltà e considerati sacri o miracolosi…”

Uno straordinario viaggio in 423 comuni d’Italia per guarire da tutte le malattie, nello spirito e nel corpo, tra fede, miracoli e scienza empirica.

Da Betlemme al Calvario – Le Iniziazioni di Gesù

Da Betlemme al Calvario – Le Iniziazioni di Gesù

Titolo originale: From Bethlehem to calvary

Autore/i: Bailey Alice A.

Editore: Editrice Nuova Era

nota, prefazione dell’autrice.

pp. 324, Roma

Le cinque iniziazioni del Maestro Gesù durante la Sua vita in Palestina sono conosciute come la Nascita, il Battesimo, la Trasfigurazione, la Resurrezione e l’Ascensione. Attraverso queste cinque frasi sul Sentiero, seguiamo il Maestro da Betlemme al Calvario.

Queste esperienze sono sia simboliche che effettive e stabiliscono punti di riferimento lungo il sentiero del discepolo. Esse esemplificano l’esperienza dell’anima attraverso i cinque stadi del suo viaggio spirituale e possono essere di valore inestimabile per l’individuo che ha di fronte a sé la grande prospettiva della medesima quintuplice esperienza.

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PREFAZIONE

CAPITOLO PRIMO
Osservazioni preliminari sull’Iniziazione

CAPITOLO SECONDO

La Prima Iniziazione
La Nascita a Betlemme

CAPITOLO TERZO

La Seconda Iniziazione
Il Battesimo nel Giordano

CAPITOLO QUARTO

La Terza Iniziazione
La Trasfigurazione sulla vetta della montagna

CAPITOLO QUINTO
La Quarta Iniziazione
La Crocifissione

CAPITOLO SESTO
La Quinta Iniziazione
La Risurrezione e l’Ascensione

CAPITOLO SETTIMO
La nostra méta immediata
La fondazione del regno

INDICE ANALITICO

Enciclopedia del Papato – 2 Volumi

Enciclopedia del Papato – 2 Volumi

Titolo originale: Tu Es Petrus

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Paoline

prefazione all’edizione italiana e prefazione di G. Jacqemet, di traduzione di Gennaro Auletta, in copertina «La chiamata di Pietro e di Andrea» Mosaico di S. Apollinare Nuovo di Ravenna VI sec.

vol. 1 pp. 887, vol. 2 pp. 888-1554-XXXIX, nn. tavv. b/n f.t, Catania

Dalla prefazione all’edizione italiana:
« Forse mai quanto a questo nostro secolo inquieto il Papato è assurto a un prestigio così universale ed eminentemente Spirituale.
Presente nel mondo con l’invincibile forza delle sue armi evangeliche, staccato da qualsiasi interesse terreno che non abbia interferenze col soprannaturale, levato al di sopra dei popoli come il Maestro sulla sua Cattedra, pronto a indicare le strade della verità, della giustizia sociale e della pace non appena i greggi dei popoli si sperdono nel loro speranzoso cammino, il Papato offre oggi uno spettacolo stupendo. D’ogni parte i popoli si volgono a lui, perché lui solo può pronunziare le parole che arrivano al cuore di chi ha fame e sete di giustizia; d’ogni parte gli occhi cercano lui perché lui solo può diradare le tenebre dell’errore e indicare pi sereni e quieti orizzonti.
E la sua parola, portata attraverso l’etere, mediante le nuove tecniche audiovisive, è ascoltata in ginocchio dai cattolici, con venerazione da quanti credono in Cristo, con simpatia e con attenzione anche da quelli che sono fuori della luce del Vangelo.
È questo uno spettacolo stupefacente che risponde alle attese di Dio e colma di consolazione il cuore dei credenti.
Ma questa universale testimonianza di amore e di simpatia per il Papato risponde a una conoscenza profonda della missione divina del Papato nella Chiesa, a una comprensione piena del suo Vicariato di Cristo, o non è piuttosto fondata su motivi d’ordine politico se non addirittura sentimentali? E quanti vedono in Pio, in Benedetto, in Leone, in Giovanni, il Pescatore di Galilea, mutato in pescatore di uomini, a cui il Figlio di Dio disse le solenni parole: Tu sei Pietro, e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa?
Questa Enciclopedia risponde a tutti quanti questi interrogativi, ponendo sotto gli occhi del lettore la storia del Romano Pontefice[…] »

« Non vi è, né vi fu mai, su questa terra, un opera di umana politica cosi meritevole di studio come la Chiesa Cattolica Romana. La sua storia congiunge insieme le due grandi eta dell’umano incivilimento. Nessun’altra istituzione risale ai tempi in cui il fumo dei sacrifizi saliva dal Pantheon e le tigri balzavano nell’Anfiteatro Flavio. Le più superbe case reali sono di ieri, paragonate con la successione dei Romani Pontefici. Noi rintracciamo questa successione attraverso una serie ininterrotta, dal Papa che incorono Napoleone a quello che mise il serto regale sul capo di Pipino: ma l’augusta dinastia si estende molto al di la di Pipino… La repubblica di Venezia vien dopo per antichità, anzi essa era moderna in confronto del Papato: per giunta se né andata e il Papato rimane. Il Papato rimane… pieno: di vita e di giovanile vigore. La Chiesa Cattolica in via tuttora ai più remoti confini del mondo i suoi missionari … »

La Verità sullo Spiritismo

La Verità sullo Spiritismo

Suggestione? Trucco? Realtà? Una Indagine Positiva

Autore/i: Bechhofer Roberts C. E.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione dall’inglese, con aggiunte, note e prefazione, del Prof. Ing. Maurizio Korack, titolo originale: The truth about spiritualism.

pp. 296, XXVII tavole b/n f.t., Milano

Quali sono i fatti citati dagli spiritisti che reggono al criterio sperimentale, quelli cioè confortati dalle prove che la scienza domanda di un fatto qualsiasi prima di accettarlo?
Nella enorme bibliografia dello spiritismo non esisteva finora libro che rispondesse a questo quesito. Il Bechhofer Roberts, per molti anni membro della Society for Psychical Research, e noto studioso dei culti esoterici del nostro tempo, ha supplito brillantemente a tale strana mancanza. Egli passa in rassegna i vari ordini di fenomeni metapsichici, e senza fermarsi a discuterne la realtà, stabilisce quali di essi possano ormai ritenersi dimostrati con certezza.
Lontano egualmente dallo scetticismo a priori, come da ogni credulità e leggerezza, egli ci ha dato finalmente una indagine positiva su una materia che è senza dubbio tra le più inquietanti e delicate offerte alla mente dell’uomo moderno.

Magia, Religioni e Miti dell’India

Magia, Religioni e Miti dell’India

Dall’ascesi delle selve alle esperienze paranormali

Autore/i: Filippani-Ronconi Pio

Editore: Newton Compton Editori

pp. 240, Roma

Questa ricerca, intessuta pazientemente su fonti originali, nel gusto di un’antica consuetudine con i mondi orientali, si pone come un tentativo di rigorosa sintesi delle esperienze religiose e filosofiche – fra loro non scindibili – dell’India. E, nella sua fedeltà ai testi, si qualifica subito, anche per il lettore non specializzato, come una sanatoria dei travisamenti e degli inganni delle attuali mode orientalistiche: un modo di richiamare alla serietà e all’impegno quanti tentano, all’interno della disgregazione tecnologica dell’Occidente, la scoperta delle vie di antica saggezza e di reintegrazione e ricostituzione della originaria, autentica condizione dell’uomo.
L’itinerario spirituale tracciato dall’autore si rivolge dunque, nel quadro di una gnosi intesa come conoscere salvifico, a tutti coloro i quali, avvertendo l’esigenza di un sapere che coinvolge la totalità dell’essere, che frommianamente si sostituisce all’avere o all’essere posseduto, intendono dedicarsi allo studio e alla comparazione delle religioni e delle tecniche estatiche, ma anche a quanti desiderano semplicemente approfondire, in una ricerca personale, i fondamenti della vita spirituale.

Pio Filippani-Ronconi ordinario di religioni e filosofie dell’India e incaricato di sanscrito presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli è un eccezionale conoscitore delle lingue e delle letterature dell’Oriente ed ha lavorato nel campo dell’Indologia, della Sinologia, del misticismo e della poesia iranica.

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Caratteri generali della religiosità indiana

Parte prima – La Religione dei Veda
La religione dei Veda

Parte seconda – Brahmanesimo e Hinduismo

  1. Concezioni generali
  2. Testi mitici, filosofici e letterari
  3. Le Scuole Classiche visnuite
  4. Scuole mistico-filosofiche visnuite: la sintesi speculativa
  5. La figura di Śiva secondo gli Āgama e i Tantra
  6. Filosofia e metafisica delle sette śivaite: teorie fonetiche
  7. Altre sette śivaite (Vīra-śaiva e Lingāyat; Kāpālika)
  8. Le deità femminili, gli Śakta e i Tantra. Riti iniziatici
  9. Altre divinità e sette
  10. Luoghi ed Entità numinose
  11. Riti e pratiche liturgiche
  12. Le sette a tendenza innovatrice
  13. Correnti spirituali moderne

Guida bibliografica

Ezra Pound – Opere Scelte

Ezra Pound – Opere Scelte

Autore/i: Pound Ezra

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

testo originale a fronte, a cura di Mary de Rachewiltz. introduzione di Aldo Tagliaferri.

pp. XLII-1470, illustrazioni b/n, Milano

A Ezra Pound, figura molto discussa ma centrale della poesia del Novecento, è dedicato questo volume, curato dalla figlia del poeta, Mary de Rachewiltz, che presenta una scelta degli scritti critici di Pound, le sue traduzioni da Confucio e dai poeti classici cinesi, e un’antologia delle poesie scritte prima dei Cantos.

Ezra Pound (Halley, Idaho 1885 – Venezia 1972), poeta statunitense, fu anche prosatore, critico, traduttore, organizzatore culturale, pubblicista politico, fondatore di riviste e movimenti letterari. Trascorse la maggior parte della vita in Europa, tra Londra, Parigi e l’Italia. Legato all’ideologia fascista, alla fine della guerra fu processato e internato in un manicomio nei pressi di Washington fino al 1959. Liberato, tornò in Italia dov’è rimasto fino alla morte.

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Poesie (1908-1920)
Traduzioni (1912-1955)
Critica e saggistica (1910-1954)

Fantasy

Fantasy

I migliori romanzi e racconti della narrativa Fantasy di tutti i tempi, selezionati e presentati da Sandro Pergameno.

Autore/i: Autori vari

Editore: Casa Editrice Nord

a cura di Sandro Pergameno, Collana Grandi Opere Nord 11.

pp. XVI-700, Milano

Da un mondo aldilà del nostro, un mondo medievale dove la magia opera e la moderna tecnologia non è stata ancora scoperta, dove città luccicanti elevano al cielo le loro torri ingioiellate, dove stregoni maligni mormorano sinistri sortilegi in caverne sotterranee, dove spiriti maliziosi saltellano tra rovine dimenticate, dove mostri primordiali si aprono sentieri attraverso giungle intricate e il destino di interi reami è in bilico sulle spade rosse di sangue impugnate da eroi dotati di forza e coraggio sovrannaturali, ecco una raccolta dei migliori racconti e romanzi brevi di fantasia eroica ancora inediti in Italia. Troverete qui ventidue storie bellissime e affascinanti ambientate in luoghi fantastici e immaginari che spaziano dall’epica eroica al racconto di stile cavalleresco, all’horror macabro e surreale, alla fantasy alla Tolkien: ventidue classici di autori che hanno dato una svolta all’evoluzione di questa forma di letteratura, autori come William Morris, Lord Dunsany, Robert Howard, Clark Ashton Smith, Henry Kuttner, Lyon Sprague de Camp, Fritz Leiber, fino ad arrivare a moderni maestri della fanatsy come Jack Vance, Poul Anderson, Roger Zelanzny, Michael Moorcock, Carolyn Janice Cherryh, Tanith Lee, e Patricia Mckillip.

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Fantasy (Antologia) Traduzione di varî

Indicazioni bibliografiche dei racconti inseriti in questo volume (Bibliografia)

Introduzione. Stregoni maligni, indomiti guerrieri e incantevoli principesse: uno sguardo alla fantasy moderna. (Introduzione) di Sandro Pergameno

Autori Classici (Saggistica)

La terra cava (Racconto lungo, The Hollow Land A Tale, 1856) di William Morris (Traduzione di Roberta Rambelli)

La spada di Welleran (Racconto, The Sword of Welleran) di Lord Dunsany (Traduzione di Roberta Rambelli)

Gli dei di Bal-Sagoth (Racconto lungo, The Gods of Bal-Sagoth, 1931) di Robert E. Howard (Traduzione di Roberta Rambelli)

Sia maledetta la città (Racconto, Cursed Be the City, 1939) di Henry Kuttner (Traduzione di Roberta Rambelli)

L’avvento del verme bianco (Racconto, The Coming of the White Worm, 1941) di Clark Ashton Smith (Traduzione di Roberta Rambelli)

Autori Moderni (Saggistica)

La maledizione delle piccole cose e delle stelle (Racconto lungo, The Curse of the Smalls and the Stars, 3282) di Fritz Leiber (Traduzione di Roberta Rambelli)

La il terribile (Racconto, Ka, the Appalling, 1958) di L. Sprague De Camp (Traduzione di Roberta Rambelli)

La città nella gemma (Racconto lungo, The City in the Jewel, 1975) di Lin Carter (Traduzione di Roberta Rambelli)

I diavoli nei muri (Racconto, Devils in the Walls, 1963) di John Jakes (Traduzione di Roberta Rambelli)

Il flacone di Ipswich (Racconto lungo, The Ipswich Phial, 1976) di Randall Garrett (Traduzione di Roberta Rambelli)

Una conclusione logica (Racconto, A Logical Conclusion) di Poul Anderson (Traduzione di Annarita Guarnieri)

Flutic (Racconto lungo, Flutic, 1983) di Jack Vance (Traduzione di Roberta Rambelli)

Elric alla fine del tempo (Racconto lungo, Elric at the End of Time, 2040) di Michael Moorcock (Traduzione di Roberta Rambelli)

La torre di ghiaccio (Racconto lungo, Tower of Ice, 1981) di Roger Zelazny (Traduzione di Roberta Rambelli)

Un ladro a Korianth (Racconto lungo, A Thief in Korianth) di C. J. Cherryh (Traduzione di Roberta Rambelli)

Rosso come sangue (Racconto, Red As Blood, 1979) di Tanith Lee (Traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli)

La terra dei lupi (Racconto lungo, Wolfland, 1980) di Tanith Lee (Traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli)

Ossa (Racconto, Bones, 2040) di P. C. Hodgell (Traduzione di Roberta Rambelli)

Una questione di musica (Racconto lungo, A Matter of Music, 2040) di Patricia A. Mc Killip (Traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli)

La donna che amava la luna (Racconto, The Woman Who Loved the Moon) di Elizabeth A. Lynn (Traduzione di Roberta Rambelli)

La principessa e l’orso (Racconto, The Princess and the Bear) di Orson Scott Card (Traduzione di Roberta Rambelli)

Il drago di ghiaccio (Racconto, The Ice Dragon) di George R. R. Martin (Traduzione di Roberta Rambelli)

INDICE

Sistemi Coloniali e Movimenti di Liberazione

Sistemi Coloniali e Movimenti di Liberazione

Quaderni dell’Istituto Gramsci

Autore/i: Markov Walter

Editore: Editori Riuniti

prefazione di Ernesto Ragionieri, copertina di Giuseppe Montanucci.

pp. 200, Roma

«[…] Il prof. Walter Markov, direttore dell’Istituto di storia generale della Karl-Marx-Universität di Lipsia, non è ignoto al pubblico degli studiosi italiani. Collaboratore della rivista “Studi Storici”, edita dal nostro istituto, autore, alla conferenza sull’imperialismo tedesco nella seconda guerra mondiale (Berlino, dicembre 1959), di una bella comunicazione sulle “repubbliche partigiane” dell’Ossola e della Carnia, promotore di iniziative editoriali alle quali studiosi italiani non hanno mancato di dare la loro collaborazione, il Markov si è fatto largamente apprezzare dagli studiosi che hanno partecipato ai congressi storici internazionali di questi ultimi anni per la sua eccezionale informazione in campi ache assai lontani della storia moderna e contemporanea, agevolata da una straordinaria versatilità nella conoscenza delle lingue, compresa la nostra, per la sua acutezza e la sua spregiudicatezza nel porre e discutere i problemi. Molteplici sono infatti i settori della storia da lui toccati con le sue ricerche: la storia dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese, la storia dei Balcani negli anni dal congresso di Berlino alla prima guerra mondiale, la storia coloniale e la storia del movimento di liberazione dei popoli coloniali, la storia comparata della Resistenza europea e le ricerche slavistiche. In ciascuno di questi settori egli ha dato contributi importanti, che si incentrano particolarmente sulla storia delle idee politiche e sociali e sulla storia dei movimenti popolari, ma che non si presentano come esclusivamente specialistici, che non escludono mai la considerazione di altri aspetti dell’attività umana. […] Nel nostro paese troppo poco si è ancora corrisposto a quella esigenza di meglio conoscere il movimento di liberazione dei popoli coloniali e l’avvento di forze nuove sull’arena della storia del mondo che è oggi presente ed è il frutto di una diffusa simpatia e di un desiderio di conoscere di più, e più a fondo. […]»

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Prefazione
Introduzione

  1. I sistemi coloniali dal XV al XVIII secolo
  2. Dal capitalismo della libera concorrenza all’imperialismo e alla Rivoluzione d’ottobre (1815-1917)
  3. Il sistema coloniale imperialistico e il movimento anticolonialistico di liberazione nella prima fase della crisi generale del capitalismo (1917-1939)
  4. La seconda guerra mondiale e l’aggravarsi della crisi generale del capitalismo. Prima fase del crollo del sistema coloniale imperialistico (1939-1948)
  5. Lo scoppio del movimento di liberazione anticolonialista (1949-1955)
  6. L’era di Bandung (1955-1958)
  7. L’ora dell`Africa (1958-1960)

Conclusione
Cronologia
Appendice

L’Anima dei Luoghi

L’Anima dei Luoghi

Conversazione con Carlo Truppi

Autore/i: Hillman James

Editore: Rizzoli

prima edizione, prefazione di Carlo Truppi.

pp. 154, Milano

Un dialogo sulla riscoperta del senso della bellezza, per cogliere la natura segreta dei luoghi che vive insieme all’anima del mondo e a quella dell’uomo.

Nell’antica Grecia, luoghi quali incroci, sorgenti, pozzi, boschi erano “abitati”: da dèi e dee, ninfe, “daimones”. Gli uomini dovevano essere consapevoli dello spirito, della sensibilità, dell’immaginazione che vi sovrintendeva e di come corrispondere al luogo in cui ci si trovava. Nella nostra cultura, invece, a partire da Cartesio e Newton – con le astrazioni del razionalismo e la rivoluzione scientifica del Seicento -, i luoghi hanno perso l’anima: abbiamo sostituito l’individualità, la specificità di ciascun luogo con l’idea di uno spazio “vuoto”, uniforme, che si può misurare e occupare. Seguendo le orme di Carl Gustav Jung e dei greci, James Hillman – il grande psicologo e filosofo americano che ha riportato al centro della nostra riflessione l’idea di “anima” – recupera l’antica nozione di una natura animata che assorbe i pensieri e le tradizioni degli uomini che la abitano da secoli o millenni. In questo nuovo libro, Hillman parla dell’anima dei luoghi – e del senso della bellezza, e della necessità di preservarlo – con l’architetto Carlo Truppi, in un dialogo nato in un luogo speciale, Siracusa, in occasione di un convegno sul recupero dell’isola di Ortigia. È un dialogo che si snoda in una terra di frontiera, e su sentieri diversi e intrecciati lo psicologo e l’architetto vanno alla ricerca di idee e di significati che superano i confini tra le discipline. È un appello a risvegliarsi dall’”anestesia” e dall’incapacità di provare sensazioni che avvolge la nostra cultura, a riscoprire la concezione “animistica”, e dunque pagana, secondo la quale tutto è vivo, tutto ci parla. È un atto di fede nella bellezza che sola può restituire un senso all’architettura, al paesaggio, alle città, e alla nostra stessa vita: se case, monumenti e città vogliono dare un contributo positivo alla vita degli uomini che vi abitano, devono rispettare e rispecchiare la natura segreta dei luoghi in cui sorgono: l’anima dei luoghi respira insieme all’anima del mondo e alla nostra anima.

James Hillman è uno dei grandi filosofi contemporanei, oltre che il più illustre esponente della psicanalisi di matrice junghiana. Ha insegnato alle università di Yale, Syracuse, Chicago e Dallas.
Tra le sue opere, ristampate da Adelphi, ricordiamo Il codice dell’anima (1997), Puer Aeternus (1999), la forza del carattere (2000), Il sogno e il mondo infero (2008). Presso Rizzoli sono usciti i due libri-intervista con Silvia Ronchey, L’anima del mondo (1999) e Il piacere di pensare (2001), Il potere. Come usarlo con intelligenza (2002), tutti disponibili in edizione tascabile Bur, e Il linguaggio della vita. Conversazioni con Laura Pozzo (2003).

Carlo Truppi è professore ordinario di Cultura tecnologica della progettazione presso la Facoltà di Architettura di Catania con sede a Siracusa.
Svolge attività didattica anche presso le Facoltà di Architettura di Roma e Milano. Ha scritto numerosi saggi, tra cui Tra costruzione e progetto (Franco Angeli 1991), Continuità e mutamento (Franco Angeli 1994), La città del progetto (Liguori 1999), e un romanzo, Il treno nella stanza (Guida 2002).

Il Diritto Romano Cristiano – Orientamento Religioso della Legislazione – Volume 1

Il Diritto Romano Cristiano – Orientamento Religioso della Legislazione – Volume 1

Autore/i: Biondi Biondo

Editore: Dott. A. Giuffrè Editore

unica edizione.

pp. XII-464, Milano

Sommario:

Capitolo primo

  • La questione dell’influsso cristiano sulle leggi romane

Capitolo secondo

  • Posizione della Chiesa di fronte al diritto romano

Capitolo terzo

  • Il diritto romano-cristiano – Concetto, fonti e metodo di ricostruzione

Capitolo quarto

  • I precedenti

Capitolo quinto

  • Orientamento cristiano dell’impero e della legislazione

Capitolo sesto

  • La concezione teocratica dello Stato

Capitolo settimo

  • Imperium e Sacerdotium

Capitolo ottavo

  • Canones e leges

Capitolo nono

  • La difesa legislativa della fede cattolica

Capitolo decimo

  • Ius singulare ecclesiastico – Immunità e privilegi

Capitolo undicesimo

  • Disciplina ecclesiastica

Capitolo dodicesimo

  • Funzioni civili dei vescovi – Episcopalis audientia

Attore Musica e Scena

Attore Musica e Scena

La messa in scena del dramma wagneriano – La musica e la messa in scena – L’Opera d’arte vivente

Autore/i: Appia Adolphe

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prefazione e cura di Ferruccio Marotti, in prima di copertina: Spazio ritmico, Il palombaro di Schiller, 1910.

pp. 256, 32 illustrazioni b/n f.t., illustrazioni b/n, Milano

Il volume raccoglie gli scritti di Adolphe Appia da La musica e la messa in scena (1895) a La messa in scena del dramma wagneriano (1899), fino a ciò che, dell’attività teorica e artistica di Appia, costituisce il punto di arrivo: L’opera d’arte vivente pubblicata a Ginevra nel 1921.
Sono scritti che si pongono come la base istituzionale per la storia della regia, ma il loro valore supera di gran lunga quello che siamo abituati ad attribuire all’opera di ogni “fondatore”: essi si prestano a letture aperte ad alcuni dei temi più stimolanti del dibattito sullo spettacolo contemporaneo.
Secondo quanto rileva Ferruccio Marotti nella prefazione al volume in cui ricostruisce anche l’insieme dell’attività teatrale dell’artista ginevrino, quel che di più “moderno” l’opera di Appia ci offre è, innanzitutto, contenuto nel rigore della sua teoria, o meglio nella teoria del suo rigore. Il sistema di Appia è deduttivo, l’unica premessa è la musica come principio ordinatore. I passaggi della deduzione si pongono tutti come una equazione il cui primo membro e costituito dalla realtà – negativa – rappresentata da ciò che il teatro è, e il secondo da ciò che il teatro dovrebbe essere, da ciò che il teatro può divenire. Ogni passaggio, in fondo, non fa che rispecchiare – nella sostanza – il precedente e il seguente: solo gli estremi si configurano, di volta in volta, sotto specie particolari diverse.
Ma, nel crogiuolo di un tale sistema, tutti gli elementi dello spettacolo si trasformano, assumono valori nuovi. e insospettati. Il teatro viene vivisezionato: non di una riforma si tratta, ma di una negazione totale che lascia il posto ad una utopia altrettanto radicale. Il teatro del futuro non è il futuro del teatro: “Prima o poi arriveremo a quel che si chiama «La Scala», cattedrale dell’avvenire, che accoglierà le manifestazioni più diverse della nostra vita sociale e artistica in uno spazio libero, vuoto, trasformabile, e sarà il luogo per eccellenza in cui l’arte drammatica fiorirà con o senza spettatori… L’arte drammatica di domani sarà un atto sociale al quale ognuno darà il suo apporto.”

Adolphe Apple nasce a Ginevra nel 1862. La sua vita, pressoché priva di grandi accadimenti esteriori, cela le idee, i sogni, le sconfitte di un uomo, un “malato di nervi”, che la società respinge in una casa di cura. In queste case, chiamate meno eufemisticamente manicomi, ritorna periodicamente sino alla morte nel febbraio 1928.
Oltre a quelle della pubblicazione delle sue tre opere, le altre date della vita di Appia segnano il suo incontro con la Ritmica di Dalcroze (1906), le sue messe in scena, fra il 1923 e il 1925, del Tristano e Isotta, dell’Oro del Reno e della Walkiria (la prima alla Scala di Milano, con Toscanini), e – fra il 1909 e il 1927 – una lunga serie di esposizioni in tutta Europa dei suoi disegni e bozzetti.

Il Signorino

Il Signorino

Titolo originale: Bocchan

Autore/i: Natsume Sōseki

Editore: Neri Pozza Editore

traduzione di Antonietta Pastore.

pp. 160, Vicenza

Bocchan: così si chiama in giapponese questo celebre romanzo di Natsume Sōseki, che costituisce forse l’opera più letta nel Giappone moderno.
Bocchan è il nome affettuoso che si usa in Giappone per rivolgersi a un bambino maschio. Le domestiche, ad esempio, chiamano bocchan il bambino della famiglia presso cui prestano servizio.
È un nome che potrebbe perfettamente corrispondere al nostro «signorino», se non fosse molto meno formale e deferente e, soprattutto, se non assumesse una sfumatura negativa, quasi offensiva quando, usato ironicamente, prende il significato di ragazzino immaturo, irresponsabile, ingenuo.
Il personaggio, che è all’opera in queste pagine, è inguaribilmente, irrimediabilmente bocchan, un «signorino» nella duplice accezione del termine giapponese.
In età infantile, disprezzato dal padre e ignorato dalla madre che gli preferisce il fratello più grande, viene chiamato affettuosamente bocchan da Kiyo, la domestica di casa, una donna all’antica che considera il legame con lui alla stregua di quello che univa servitore e padrone in epoca feudale.
Diventato adulto, resta un «signorino» dall’aria svagata, dalla sfrontata mancanza di rispetto per l’etichetta, dalla disarmante sincerità.
Insegna matematica, in una scuola della provincia giapponese, ad allievi chiassosi e zucconi e in mezzo a insegnanti che non sono altro che un branco di caproni arroganti, disonesti e ipocriti.
Dovrebbe rassegnarsi e capire che l’ipocrisia sta diventando norma nel Giappone moderno, ma non cessa un solo istante di difendere con irruenza, inpulsività e commovente ingenuità l’antico senso dell’onore.
Considerato da molti il capolavoro di Natsume Sōseki, Il signorino fu scritto di getto a partire da una marea di appunti presi in mesi di studio e riflessione. Iniziato il 17 marzo 1906, giorno in cui Natsume Sōseki scrisse 109 pagine senza mai apportare una correzione, il romanzo è forse l’opera più autobiografica di Sōseki, quella in cui l’autore giapponese esprime più che altrove la sua estraneità alle norme sociali, l’amore-odio per la cultura occidentale, il suo sguardo perso tra l’ironico e il malinconico.
Ritratto di un giovane eroe ribelle inusuale nella letteratura del Sol Levante, Il signorino è il romanzo più amato dalla gioventù giapponese, oggetto di un culto comparabile in qualche modo a quello che in Occidente è riservato al Giovane Holden.

«Il romanzo più letto in Giappone, l’opera più lieve e divertente di Sōseki». (Donald Keene)

«Bocchan, romanzo scanzonato, divertente, ironico, che prende di mira l’ambiente scolastico di provincia nelle sue piccinerie e meschinità». (Angelo Z. Gatti, la Stampa)

«Il sottile crinale che separa il Giappone-Giappone dal Giappone-Japan, il Giappone tradizionale da quello occidentalizzato, sta nella penna, anzi nel pennello di Natsume Sōseki». (Daniele Abbiati, Il Giornale)

«Il signorino sembra stia alla cultura giapponese come Il giovane Holden sta alla nostra: un “cult”». (Maria Serena Palieri, L’Unità)

«Un libro incantevole, pieno di malinconiche tenerezze ma anche di trovate umoristiche, di osservazioni fulminanti che non risparmiano proprio nessuno». (Marisa Poletti Scurati, Il Cittadino)

«Bocchan. È questo il titolo originale del romanzo di Sōseki, un classico ormai di culto del più importante autore del Giappone moderno». (Paola Babich, Intimità)

Natsume Sōseki viene unanimemente considerato come il più grande scrittore del Giappone moderno, maestro riconosciuto di Tanizaki, Kawabata e Mishima. Pseudonimo di Natsume Kinnosuke, Natsume Sōseki nacque nel 1867 a Edo da un samurai di basso rango, ultimo di sei figli. Nel 1905 pubblicò il suo primo libro: Io sono un gatto (Neri Pozza 2006). Seguirono Bocchan (Il signorino, Neri Pozza 2007) nel 1906 e Sanshiro nel 1908. Morì nel 1916 a 49 anni.Tra le sue opere ricordiamo Il viandante, Erba lungo la via e i due grandi romanzi apparsi in Italia sempre nelle edizioni Neri Pozza: Guanciale d’erba e Il cuore delle cose.

L’Opera Lirica – Musa Bizzarra e Altera

L’Opera Lirica – Musa Bizzarra e Altera

Titolo originale: Opera. The Extravagant Art

Autore/i: Lindenberger Herbert

Editore: Società Editrice Il Mulino

prefazione dell’autore, traduzione di Marco Beghelli.

pp. 296, Bologna

Molto tempo è trascorso da quando, nella Firenze tardo-rinascimentale, l’opera mosse i suoi primi passi nell’intento di ricongiungersi a un archetipo ideale, la tragedia greca. Eppure con la sua esuberanza espressiva e i palesi artifici, con la sua spiccata dimensione rituale e la sollecitudine nell’appropriarsi di linguaggi associati ad altre forme artistiche, essa suscita ancora l’entusiasmo in un pubblico sempre più numeroso. Se l’annosa questione del primato tra parole e musica è in fondo un segno della vocazione del melodramma a trasgredire i consueti confini tra le arti, uno studio dell’opera nella sua evoluzione dal Seicento ai nostri giorni non può esaurire la sua polivalenza alla luce di un singolo modello interpretativo. Per far ciò, questo volume non si limita a considerare i tratti formali e strutturali salienti dell’opera lirica – il dualismo tra libretto e partitura, il ricorso ad arti ausiliarie quali la danza e la scenografia, l’alternarsi di aria e recitativo, l’abuso di virtuosismi tecnici da parte dei cantanti – ma la raffronta ad altri generi, innanzitutto al romanzo. Le scene ambientate in un teatro d’opera che appaiono in numerosi romanzi da Flaubert a Joyce utilizzano infatti l’immediatezza passionale e la forza persuasiva del melodramma come una vera e propria forma di arte ingenua. Così la riconsiderazione dello status oscillante dell’opera tra linguaggio popolare ed eloquenza sublime, nonché dei luoghi più abusati della critica musicale o delle forme di divismo all’interno di uno «star system» ancora arcaico rispetto a quello odierno, costituisce per l’autore di questo libro una preziosa occasione per Situare il dramma musicale entro l’ampio quadro della storia della cultura occidentale.

Herbert Lindenberger insegna Letteratura comparata nella Stanford University. Tra le sue opere possono essere ricordate «On Wordsworth’s Prelude» (1963), «Historical Drama» (1975) e «Saul’s Fall» (1979).

Teoria dello Sviluppo Economico

Teoria dello Sviluppo Economico

Titolo originale: Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung

Autore/i: Schumpeter Joseph

Editore: Sansoni Editore

introduzione di Paolo Sylos Labini, nota del revisore, prefazioni dell’autore, tradotto dalla 4ᵃ edizione tedesca 1934 da Lapo Berti, rivisto sulla edizione inglese (1934) da Valdo Spini.

pp. XLIX-300, Firenze

Quando nel 1912 uscì la prima edizione di questa Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung, dominava incontrastata fra gli economisti di professione la teoria marginalistica, con i suoi due rami, quello dell’equilibrio generale (Walras, Pareto) e quello degli equilibri parziali (Marshall, Fisher). L’analisi dello sviluppo non esisteva: o meglio, lo sviluppo era considerato un problema di carattere storico, e in particolare le fluttuazioni si pensavano dovute a fattori contingenti, esterni al sistema economico, e quindi irrilevanti per l’economista puro.
È in tale clima che maturò questa fondamentale opera di Schumpeter, divenuta ormai un classico. Il suo assunto era oltremodo ambizioso: compiere una doppia sintesi: fra l’analisi «statica» tradizionale e l’analisi «dinamica»; e, su questo secondo piano, fra l’analisi dello sviluppo e l’analisi delle fluttuazioni.
Sviluppando una originale intuizione, al limite fra economia e sociologia, sulla funzione, propria dell’imprenditore, di introdurre «innovazioni» nel processo economico, Schumpeter giunse all’affermazione, in quel periodo del tutto eretica – anche perché erano state completamente dimenticate dagli economisti puri le tesi dei classici e di Marx in particolare – che le fluttuazioni economiche non sono accidentali, bensì rappresentano il modo di sviluppo normale del capitalismo.
Questa edizione, che rappresenta la prima traduzione italiana integrale e tiene conto della traduzione inglese del 1934, riveduta dallo stesso Schumpeter, è preceduta da una lucida introduzione di Paolo Sylos Labini, nella quale si pone il problema di cosa, in quest’opera, rimanga di rilevante e vitale alla luce dei più recenti sviluppi teorici.

Schumpeter nacque a Triesch (Moravia) nel 1883. Studiò a Vienna a nel 1906 conseguì il titolo di «Doctor utriusque iuris». Nel 1908 pubblicò la sua prima grande opera: Wesen und Hamptinhalt der theoretischen Nationaloekonomie, cui seguirono nel 1912 questa Teoria dello sviluppo economico e nel 1919 Zur Soziologie der Imperialismen. Dopo aver insegnato a Bonn, nel 1932 si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, dove insegnò ad Harward fino alla morte (1950) e pubblicò le sue altre grandi opere Business Cycles (1939), Capitalismo, Socialismo e Democrazia (1942) e, postuma, la Storia dell’analisi economica (1954).

L’Antropologia dopo l’Antropologia

L’Antropologia dopo l’Antropologia

Autore/i: Sobrero Alberto

Editore: Meltemi Editore

premessa dell’autore.

pp. 240, Roma

Questo libro alza il sipario sul dialogo fra l’antropologia e la filosofia: un dialogo difficile ma insieme fecondissimo che ha suscitato riflessioni e domande ancora in gran parte aperte.
“Più selvaggio della maggior parte dei suoi selvaggi!”. Perchè Wittgenstein su Frazer è cosi sprezzante? E perchè se Frazer merita tanto disprezzo, Wittgenstein rifletterà sul Ramo d’oro per gran parte della sua vita?
A interrogativi simili lavoreranno Gregory Bateson, cui spetta un posto fondamentale nella storia dell’antropologia; Hans Georg Gadamer, con la sua riformulazione del concetto di cultura; Paul Ricceur, con la sua critica allo strutturalismo di Claude Lèvi-Strauss.
Wittgenstein, Bateson, Gadamer, Ricouer: tutti in fondo rimproverano all’antropologia di aver tradito le ragioni della sua nascita, di non aver saputo mantenere quella promessa di riflessivita e di critica culturale che era implicita nel suo voler viaggiare per il mondo. Per tutti loro c’è bisogno di una nuova antropologia che sappia porre al suo centro un interrogativo: in che modo possiamo davvero conoscere ciò che ci è estraneo?

Alberto Sobrero è presidente del Corso di Laurea in Teorie e Pratiche dell’Antropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Tra le sue ultime opere: Antropologia della città (1994) e Hora de Bai (1997).

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Premessa

Capitolo primo
Il paradosso elementare della conoscenza

“E se Moore e questo re si incontrassero e discutessero…”
Magia, Religione, Scienza
Wittgenstein e Russell
Il documento di una tendenza dell’animo umano

Capitolo secondo
La prospettiva etnologica di Wittgenstein: guardare il mondo dalla periferia

Ridisegnare i confini
“Pazienza, voi ricercatori! Il mistero sarà illuminato dalla sua propria luce” (K. Kraus)
La rappresentazione perspicua
Fugaci esempi di comportamento conforme

Capitolo terzo
I linguaggi della vita

Per formazione e per mestiere io sono un antropologo
Epistemologia sperimentale
I criteri del processo mentale

Analitici e continentali
Una storia imprevedibile
Appunti sul metalogo

Capitolo quarto
Naven, un libro goffo e illegibile

Naven
Una prima lettura
Una seconda lettura
Una terza lettura

Capitolo quinto
Gadamer. Le radici umanistiche della cultura

Ermeneutica e antropologia
L’utopia di Gadamer
La via lunga di Paul Ricoeur

Bibliografia

La Spada Occidentale – Combattimento, Arte Sacra, Iniziazione

La Spada Occidentale – Combattimento, Arte Sacra, Iniziazione

Autore/i: Bessi Livio

Editore: Castelvecchi Editore

introduzione dell’autore.

pp. 192, nn. illustrazioni b/n, Roma

Anche nella civiltà occidentale, come nell’Oriente antico, la spada è al centro di riflessioni che non hanno nulla da invidiare alla filosofia zen. Questo libro ricostruisce direttamente dalle fonti originali con quali tecniche i guerrieri «senza macchia e senza paura» della cavalleria medievale si preparavano al combattimento. Dall’allenamento fisico alla meditazione profonda, dalle polveri alchemiche alla polvere della battaglia: la vita di un guerriero dipendeva tutta dalla dimestichezza e dall’identificazione con «il serpente di acciaio», «l’albero della conoscenza» e molti altri modi di dire per indicare la spada. Una complessa simbologia antropomorfa accompagnava questa visione: la spada come «dirittura dell’anima», come asse portante della figura umana, come principio di equilibrio energetico, come testimonianza della Croce del Cristo, come simbolo vivente per operazioni esoteriche (che solo l’iniziato poteva compiere e comprendere).

Livio Bessi (Roma, 1962) è uno studioso di scienze e di tradizioni antiche e medievali. Si è già occupato di erboristeria antica, e ha in corso di pubblicazione un importante studio su questo per Edizioni Mediterranee.

I Guerrieri delle Galassie

I Guerrieri delle Galassie

Astronavi di incredibile grandezza, armi e macchine spettacolari capaci di spaccare in due interi pianeti, sbalorditive battaglie nello spazio per la conquista di sistemi solari, spietate lotte tra umani e alieni. Questi sono gli elementi della migliore fantascienza avventurosa. In questo volume sono riuniti i migliori romanzi e racconti dei più celebri autori del mondo.

Autore/i: Autori vari

Editore: Casa Editrice Nord

cura e introduzione di Sandro Pergameno, traduzioni di vari autori.

pp. IV-776, Milano

Continuando la nostra annuale rassegna di migliori racconti e romanzi brevi incentrati su un particolare tema della letteratura fantascientifica abbiamo prescelto come soggetto di questo dodicesimo volume della collana «Grandi Opere Nord» la guerra nello spazio, vale a dire come gli scrittori di fantascienza vedono la guerra futura, l’evoluzione delle armi spaziali e della disciplina militare. Astronavi di grandezza incredibile, lunghe chilometri, armi spettacolari capaci di spaccare in due interi pianeti; PNT sbalorditive nello spazio per la conquista di sistemi solari e addirittura di interi imperi galattici; lotte spietate tra umani e alieni, invasioni Stellar, tutti questi sono sempre stati gli ingredienti fondamentali della migliore-fantascienza avventurosa, basata su quel «sense of wonder», che ha sempre affascinato gli scrittori e i lettori di questo tipo di lettura.
In questo volume abbiamo voluto raccogliere i racconti e romanzi brevi che descrivono vicende di guerra futura e storie di soldati, racconti che tracciano l’evoluzione della fantascienza avventurosa spaziale dagli anni venti in poi.

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I Guerrieri delle galassie (Antologia) Traduzione di varî

Presentazione (Introduzione) di Sandro Pergameno

INDICE

La nemesi dei Robot (Racconto, Robot Nemesis, 1939) di E. E. «doc» Smith (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

I predatori di stelle (Racconto lungo, The Starcombers, 1956) di Edmond Hamilton (Traduzione di Ugo Malaguti)

La città degli dei (Romanzo breve, City of the Lost Ones, 1958) di Leigh Brackett (Traduzione di Ugo Malaguti)

Io sono niente (Racconto, I Am Nothing, 1952) di Eric Frank Russell (Traduzione di Remo Genocchi)

Il bottone del panico (Racconto, Panic Button, 1959) di Eric Frank Russell (Traduzione di Maurizio Nati)

Il transumano (Racconto, The Trans-Human, 1953) di Murray Leinster (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

I bracconieri dello spazio (Racconto, The Cosmic Poachers, 1953) di Philip K. Dick (Traduzione di Marina Nunzi)

La fiamma e il martello (Racconto lungo, The Flame and the Hammer, 1957) di Robert Silverberg (Traduzione di Marina Nunzi)

L’uomo dei miracoli (Romanzo breve, The Miracle-Workers, 1958) di Jack Vance (Traduzione di Maurizio Gavioli)

Fratello d’acciaio (Racconto lungo, Steel Brother, 1952) di Gordon R. Dickson (Traduzione di Roberto Genovesi)

K94 chiama Terra (Racconto lungo, On Messenger Mountain, 1964) di Gordon R. Dickson (Traduzione di Antonangelo Pinna)

Lo chiamerai «Signore» (Racconto, Call Him Lord, 1966) di Gordon R. Dickson (Traduzione di Ugo Malaguti)

Cacciatore torna a casa (Racconto lungo, Hunter, Come Home, 1963) di Richard Mc Kenna (Traduzione di Enrico Cecchini)

La nave fortezza (Racconto, Fortress Ship, 1963) di Fred Saberhagen (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

Unità da combattimento
(Racconto, Combat Unit, 1960) di Keith Laumer (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

Mia è la vendetta (Racconto lungo, Vengeance Is Mine, 1964) di Lester Del Rey (Traduzione di Beata Della Frattina)

I re (Racconto lungo, Kings Who Died, 1962) di Poul Anderson (Traduzione di Beata Della Frattina)

L’avamposto dell’Impero (Romanzo breve, Outpost of Empire, 1967) di Poul Anderson (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

I guerrieri (Racconto, The Warriors, 1966) di Larry Niven (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

L’astronave in naftalina (Racconto, The Moothballed Spaceship, 1973) di Harry Harrison (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

Frammento di tempo (Racconto, Time Piece, 1970) di Joe Haldeman (Traduzione di Maria Cristina Pietri)

Il Gioco di Ender (Racconto lungo, Ender’s Game, 1977) di Orson Scott Card (Traduzione di Maria Cristina Pietri)