Gli Abiti Nuovi del Presidente Mao – Cronaca della “Rivoluzione Culturale”
Titolo originale: Les habits neufs du président Mao
Autore/i: Leys Simon
Editore: Edizioni Antistato
traduzione dal francese di Leonardo Bettini , il disegno in copertina è di Xavier Poiret.
pp. 336, Milano
Dalle pagine di questa dissacrante cronaca – la cui edizione francese è stata meritatamente un “best-seller”- esce a frantumi il mito maoista. Anzi esce a frantumi la stessa “rivoluzione culturale proletaria”, cui l’autore nega sostanza sia rivoluzionaria, sia culturale, sia proletaria. Collegando le vicende del ’67-’69 ad altri episodi della recente storia cinese, come i “cento fiori”, il “grande balzo in avanti” ed il convegno di Lushan, l’autore ne consente una lettura più significativa, in un quadro interpretativo complessivo della lotta per il potere in seno alla nuova classe dominante cinese. Un quadro che rende intellegibili anche eventi successivi come il “caso Lin Piao”, il “caso Teng Hsiao-ping”, la “banda dei quattro”, ecc.
Viene così a delinearsi una “rivoluzione culturale” che è in realtà una formidabile manipolazione di massa, finalizzata alla controffensiva di una frazione minoritaria della “burocrazia rossa” contro la maggioranza dell’apparato direttivo del partito, dello stato e dell’esercito; controffensiva lanciata e guidata dal capo carismatico Mao per uscire dall’emarginazione politica in cui era stato progressivamente confinato.
Scritto con stile agile ed arguto ma sorretto da un eccezionale supporto documentario di prima mano, questo lavoro d’uno dei più noti sinologi (Leys, pseudonimo d’un appassionato studioso della cultura e della storia cinese, autore di vari libri, è stato chiamato nello scorso anno ad insegnare nell’Università di Canberra, in Australia) non mancherà di scandalizzare chi ancora nonostante tutte le evidenze, crede nella “salvezza secondo Mao”, fornendo d’altro canto preziosi elementi conoscitivi, su una realtà contemporanea di fondamentale importanza, e quanti vogliono sapere e capire al di là delle cortine fumogene del mito e dell’ideologia.
Presentazione dell’edizione italiana di A.B
Premessa
- Tentativo di definizione e messa a fuoco della “Rivoluzione culturale”
- Cronaca della “Rivoluzione culturale”
- 1967
- 1968
- 1969
- Tre post-scriptum
- Appendici
- Lettera aperta di Peng Dehuai
- Lettera di scuse di Pong Dehuai
- “Hai Rui ammonisce l’imperatore”
- Brani della deposizione di Peng Dehuai
- Interrogatorio di Pu Anxiu
- Dell’importanza storica di Sun Yat-Sen
- Schizzi biografici
- Le fonti
Il Linguaggio della Vita – Conversazioni con Laura Pozzo
L’autobiografia intellettuale di un grande maestro del nostro tempo.
Autore/i: Hillman James
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Stefano Galli, titolo originale dell’opera: Inter Views, in copertina: Yasushi Kuro/Photonica.
pp. 268, Milano
«Dobbiamo liberare l’anima dalla prigione dei concetti che la opprimono, dobbiamo riprendere un linguaggio più antico e più ricco, il linguaggio di Venere: il sapore, il colore, il corpo.»
Durante i suoi cinquant’anni di studio e attività professionale, James Hillman ha elaborato concezioni sempre più originali non solo sulla psicanalisi, ma anche sulla psicologia e la filosofia, affermandosi come uno dei pensatori più innovativi della seconda metà del Novecento.
Lontano da ogni teoria psicologica che faccia del «rafforzamento dell’Io» la chiave di volta della salute mentale, Hillman è approdato a un ampio progetto di rivalutazione dell’anima e delle sue espressioni culturali più alte: il politeismo pagano e la «complessità» rinascimentale.
È quindi a fenomeni tipici dell’anima – i miti e le immagini, l’eros, il sogno, la patologia, i momenti di sconforto, infelicità e scacco – che l’autore guarda come ad altrettante possibilità di comprendere e coltivare un uomo diverso: un uomo alternativo a quello propagandato e spesso imposto dalla società attuale, più rispettoso di sé, degli altri e del mondo in cui vive.
In questo libro-intervista, le argomentazioni dell’autore si arricchiscono dei momenti autobiografici che ne hanno segnato il percorso formativo e professionale: dagli studi di filosofia alla Sorbona e al Trinity College di Dublino, al soggiorno in India, all’arrivo a Zurigo nel 1953, dove diventa allievo di Jung e direttore dello Jung-Institut prima di fondare una scuola psicologica che innoverà radicalmente l’insegnamento del maestro.
Intrecciando ai motivi tipicamente psicanalitici questioni più generali come il lavoro, la religione, lo sfruttamento dell’ambiente e l’alienazione della società contemporanea, Hillman ci invita ancora una volta a riflettere sui molti luoghi comuni della cultura occidentale e a capovolgerne valori e significati. Nel ripercorrere e chiarire i suoi temi più cari – l’amore, l’amicizia, l’immaginazione e la bellezza – ci offre strumenti preziosi per meglio interpretare i mali che affliggono la nostra epoca.
Prefazione degli Autori
- Sull’intervista
- Anima e patologia
- Le scuole psicanalitiche
- Terapia, sogni e l’immaginale
- Il lungo duello con il Cristianesimo
- Sull’essere biografici
- Vecchio e nuovo: senex e puer
- Oltre il fiume e per strada
- Scrivere
- Lavorare
- Amare
Alla Ricerca del Reale – Fisica e Oggettività
Titolo originale: A la recherche du réel
Autore/i: D’Espagnat Bernard
Editore: Bollati Boringhieri Editore
edizione italiana a cura di Maurizio Bruno, traduzione di Lorenzo Magnani.
pp. 236, Torino
In quale misura gli apporti della fisica contemporanea consentono di affermare o di negare l’esistenza di una realtà oggettiva, accessibile alla ricerca? Questo problema fondamentale, destinato ad essere periodicamente ridiscusso sulla base delle nuove acquisizioni della scienza, è qui oggetto di una riflessione approfondita e originale da parte di uno dei maggiori fisici francesi. D’Espagnat, che mira a coinvolgere, oltre ai fisici e agli studiosi delle altre scienze esatte, gli epistemologi, i filosofi e più in generale il pubblico delle persone colte, inizia riassumendo i contributi di numerose teorie scientifiche, nonché i vari approcci filosofici, per poi passare a esaminare le prospettive offerte oggi dalla fisica e le concezioni filosofiche che si dimostrano compatibili con esse. Recenti scoperte sperimentali nel campo della fisica delle particelle hanno reso l’argomento nuovamente attuale, liberando la discussione sui fondamenti della fisica dalle secche in cui aveva finito con l’arenarsi cinquant’anni fa, dopo una fase iniziale memorabile che vedeva le istanze realiste di Einstein contrapporsi alla concezione di Bohr e della Scuola di Copenaghen.
Appassionata e rigorosa, la riflessione di d’Espagnat investe non soltanto il rapporto della fisica con il reale e con le altre scienze, ma l’intera strategia culturale dell’uomo moderno e l’estensione delle sue capacita di conoscenza. La via più sicura verso il vero, afferma l’autore, sembra necessariamente legata alla conoscenza dei problemi della fisica, ma la tradizione filosofica e persino lo studio dei miti possono offrire informazioni preziose.
Bernard d’Espagnat è direttore del Laboratorio di fisica teorica all’Università di Parigi XI.
Tra le sue opere è disponibile in traduzione italiana: I fondamenti concettuali della meccanica quantistica (Napoli 1980).
Introduzione
- Da Democrito a Pitagora
- Filosofia dell’esperienza
- La non-separabilità
- Intermezzi semiseri
- Sullo scientismo
- Le obiezioni di Einstein alla filosofia dell’esperienza
- Altre vie: elementi per uno scetticismo
- Il reale velato
- Miti e modelli
- Scienza e filosofia
- Non-separabilità e controfattualità
- Panoramica
- Conclusione
Il Giardino dei Devoti – Detti e Fatti del Profeta
Riyāḍ aạ-Ṣāliḥīn
Autore/i: Al-Nawawī
Editore: Società Italiana Testi Islamici
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’arabo a cura di Angelo Scarabel dell’Università di Roma.
pp. LXII-552, Trieste
L’Imām Muhyi al-Dīn Abū Zakariyā Yaḥyā al-Nawawī (1233-1277) nato, come indica il suo nome nella cittadina siriana di Nawā, si trasferì giovanissimo a Damasco per compiervi gli studi. Modello di comportamento ascetico, dottrinalmente intransigente, divenne famoso quale Maestro nella Scienza delle tradizioni profetiche e quale giurista di rito shafeita, per cui ricevette il titolo onorifico di Shaykh al-Islām. Tra le sue numerose opere, delle quali ricordiamo il commento alla celebre raccolta di tradizioni compilata da Muslim, assunse una rinomanza particolare il “Giardino dei Devoti”, di cui offriamo qui la prima versione integrale italiana dall’arabo a cura del Professor A. Scarabel dell’Università di Roma.
Il Giardino dei Devoti costituisce una delle più diffuse e importanti raccolte dei detti e fatti del Profeta dell’Islam. Al-Nawawī, del grande corpus delle tradizioni più autentiche ed autorevoli raccolte dai compilatori dei primi secoli, ebbe il merito di fare opera di sintesi e di porre alla portata di tutti una scelta di ḥadīth presi dalle imponenti opere dei suoi predecessori quali Bukhārī e Muslim.
Assolvendo magistralmente il suo compito, fece del “Giardino dei Devoti” un testo di successo, letto e studiato anche ai giorni nostri.
La Riforma – Lutero e Carlo V
Autore/i: Joachimsen Paul
Editore: Neri Pozza Editore
presentazione e cura di Ernesto Sestan, traduzione di Daniele Grassi.
pp. XXVI-384, Venezia
Sommario:
- La respublica christiana del Medioevo e il suo scioglimento
- Lutero
- La Germania alle soglie della Riforma
- Incontro di Lutero con la nazione
- L’elezione imperiale di Carlo V
- Lo sviluppo della Riforma in movimento politico nazionale
- Gli anni procellosi della Riforma
- La lotta per l’Italia
- Il sorgere del principio protestante
- Il nuovo impero e i suoi nemici
- Religione e politica
- Decisioni
- Risultati
Guida alle Civiltà Megalitiche
Necropoli nuraghi – Dolmen e Menir
Autore/i: Bernardini Enzo
Editore: Vallecchi Editore
pp. 200, 68 illustrazioni f.t. e 23 grafici b/n, Firenze
Le religioni preistoriche e il megalitismo • I monumenti megalitici • Le datazioni col radiocarbonio • I grandi centri del megalitismo: la penisola iberica e le Baleari • La Francia e l’origine della civiltà megalitica • Le isole del sole calante: Gran Bretagna e Irlanda • Il megalitismo nordico: i paesi baltici • Incontro col megalitismo ridotto: la regione alpina e la penisola italiana • Il megalitismo nelle isole: Corsica e Sardegna • Malta: l’isola dei templi • Il megalitismo mediterraneo • Tavole riassuntive, disegni, 70 fotografie.
Il megalitismo, apparso circa cinquemila anni prima di Cristo ed esauritosi tremila anni dopo, fu la prima vera religione organizzata delle società preistoriche. Diffusosi ai vari angoli d’Europa e nel bacino del Mediterraneo con la pratica generalizzata dell’agricoltura, si manifesto con l’erezione di grandiosi monumenti funerari e cultuali in pietra (dolmen, menhir, allineamenti, circoli, templi) di cui rimangono resti suggestivi e grandiosi. Sulla base delle acquisizioni scientifiche e delle ricerche più avanzate, Enzo Bernardini ne ripercorre le tappe e traccia per la prima volta una mappa completa della geografia megalitica, della sua tipologia e dei suoi enigmi. Dal tempio solare di Stonehenge ai nuraghi sardi e alle tombe regali micenee, il lettore scoprirà itinerari archeologici nuovi e avvincenti.
Enzo Bernardini è nato a Sanremo nel 1940. Vive e lavora a Bordighera, dove è segretario dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Appassionato studioso di archeologia e preistoria e di argomenti naturalistici, ha pubblicato: “Monte Bego, storia di una montagna”, 1971; “Arte millenaria sulle rocce alpine”, 1975; “La preistoria in Liguria”, 1977.
I. Il fenomeno megalitico
II. Le religioni preistoriche e il megalitismo
III. I monumenti megalitici
- Tipologia megalitica: monumenti indicatori di aree sacre
- Menhir, allineamenti, cromlech
- I monumenti funerari. I dolmen semplici
- I monumenti funerari
- Le tombe a camera
- I templi megalitici
- Le fortificazioni e le opere megalitiche
- I sistemi costruttivi dei monumenti megalitici
- Tavola I
- Tavola II
IV. Uno sguardo all’Europa preistorica
- La rivoluzione dell’agricoltura
- Dall’Oriente a Settentrione attraverso i Balcani
- Dall’Egeo al Baltico con i primi navigatori
- L’eta del Bronzo europeo
V. Le datazioni col radiocarbonio
VI. I grandi centri creativi del megalitismo: la penisola iberica, le Baleari
- Il Portogallo
- La Spagna
- Le isole
- Baleari e i misteriosi talayotici
- Tavola II
- Tavola IV
- Tavola V
VI. La Francia e l’origine del megalitismo
- La Bretagna
- La regione
- Seine-Oise-Marne (S.O.M.)
- Il Mezzogiorno e i pastori dei Plateaux
- Tavola VI
- Tavola VII
VIII. Le isole del Sole calante: Gran Bretagna e Irlanda
- Il Neolitico britannico di Windmill Hill.
- Gli henges
- Dalle tombe megalitiche alla cultura del Wessex
- Stonehenge, il tempio del Sole
- Tavola VIII
- Tavola IX
IX. Il megalitismo nordico: i paesi baltici
- La cultura « Trb » e il megalitismo nordico
- Tavola X
X. Incontro col megalitismo ridotto: la regione alpina e la penisola italiana
- Il Megalitico alpino
- Il Megalitico mediterraneo dell’Italia
- Tavola XI
XI. Il megalitismo nelle isole: Corsica e Sardegna
- Corsica: dal dolmen semplice alla trasformazione torreana
- Sardegna: dai circoli di pietre alla civiltà nuragica
- Il periodo nuragico
- I sesi di Pantelleria
- Tavola XII
- Tavola XIII
XII. Malta: l’isola dei templi
- Le fasi culturali e il megalitismo secondario maltese
- I templi preistorici
- Mille anni di civiltà è dei templi
- Tavola XIV
XIII. Il megalitismo mediterraneo delle civiltà dell’Egeo
- Le origini del megalitismo minoico di Creta
- I Micenei e le tombe a tholos regali
- Il nuovo volto del megalitismo dell’Egeo
- Tavola XV
XIV. L’altra sponda del Mediterraneo
- Il megalitismo del Medio Oriente
- Il megalitismo africano
XV. Il ruolo del megalitismo nella nuova preistoria europea
- Illustrazioni
- Bibliografia essenziale
- Fonti delle illustrazioni
Il Giardinaggio Orientale
Titolo originale: Dissertation on Oriental Gardening
Autore/i: Chambers William
Editore: Luni Editrice
prefazione dell’autore, traduzione di Valentina Piccioni, in copertina Yokoyama Seiki «Paravento» 1849, inchiostro a colori e lamina d’oro su carta.
pp. 104, nn. illustrazioni b/n, Milano
William Chambers (1723-1796) ha segnato la vita artistica del XVIII secolo inglese soprattutto come architetto. Sua opera principale fu la celebre Somerset House di Londra, costruita tra il 1776 e il 1786. Dopo viaggi condotti in gioventù nel Bengala e in Cina, tornò in patria, dopo aver fatto fortuna, nel 1749, libero di seguire la propria vocazione di architetto, che lo portò a studiare in Francia e in Italia. Entrò al servizio della famiglia reale, per diventare, nel 1782, principale architetto delle costruzioni reali intimo del re Giorgio III. Chambers è meno noto come paesaggista, forse a causa della sensibile differenza di stile che è possibile scorgere tra le sue concezioni architettoniche neoclassiche e le sue idee sul giardino. In quest’ultimo campo, egli trae la sua ispirazione e le sue concezioni dai propri ricordi di viaggio, cosa che fa di lui uno dei più originali architetti di giardini inglesi e lo colloca tra i protagonisti dello sviluppo dell’arte del paesaggio che fiorì in quell’epoca Oltremanica, tra moda ed estetica.
Questa dissertazione – pittoresca e polemica allo stesso tempo -, è perciò un testo capitale per la comprensione dell’evoluzione delle teorie estetiche, in senso lato, in quegli anni ruggenti della seconda metà del XVIII secolo. Essa rende possibile comprendere quanto il contributo di un lontano «altrove», o la moda di un esotismo cui il lettore moderno è ancor maggiormente sensibile, siano essenziali, in un periodo dominato dal sensualismo edonista, tanto in Inghilterra quanto nel resto d’Europa.
Infine, questo testo – completamente immerso nel dibattito che agitava allora il mondo dell’estetica sulla questione del paesaggio – permette di cogliere, allo stato nascente, le origini di quelle concezioni sui rapporti tra natura e cultura, sull’estetizzazione delle rappresentazioni dell’ambiente che oggi, in un’epoca segnata dalla riflessione sull’ecologia, sono ancora, sotto molti punti di vista, le nostre. Dopo duecentocinquant’anni sembra lo studio e la proposta «nuova» di un occidentale nei confronti della cultura orientale e della forma del giardino orientale, così profondamente diverse dalle nostre da essere ancora oggi una scoperta.
Prefazione
Dissertazione
Lettera del Fratello Attiret, della Compagnia di Gesù, pittore al servizio dell’Imperatore di Cina, al sig, D’Assaut
L’Arte della Felicità sul Lavoro
Come possiamo trarre arricchimento interiore anche dalla nostra vita professionale
Autore/i: Dalai Lama; Cutler Howard C.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Roberto Cagliero.
pp. 194, Milano
Conoscere se stessi, controllare le emozioni distruttive, sconfiggere l’egoismo personale per aprirsi agli altri attraverso l’esercizio quotidiano alla compassione: ecco riassunti, in poche parole, i precetti che il buddhismo indica come gli ingredienti fondamentali per un’esistenza più felice. Ma questa è davvero una via percorribile per noi occidentali, costantemente indirizzati a modelli di vita tutti incentrati sulla competizione e il successo?
Come possiamo conciliare il percorso suggerito dalla saggezza orientale per raggiungere la serenità interiore con la complessità delle sfide che la società ogni giorno ci propone?
Dopo L’arte della felicità, il Dalai Lama prosegue nel suo insegnamento, affrontando questi temi in un ambito cruciale: il mondo, del lavoro.
Semplice fonte di sostentamento o terreno sul quale affermare le nostre ambizioni, espressione di prestigio sociale o realizzazione di una vocazione profonda, il lavoro orienta, nel bene e nel male, le esistenze di tutti noi, impegna gran parte delle nostre energie, definisce in qualche misura le nostre identità. Come fare, dunque, per vivere al meglio un aspetto così importante della nostra vita? Quali sono i motivi principali di insoddisfazione in questo campo e come vanno affrontati? Come dobbiamo comportarci nel caso di conflitti con i superiori? Come possiamo eliminare la gelosia, la rabbia e l’ostilità dei colleghi? Come dobbiamo reagire alla noia o alla mancanza di stimoli? In che misura i nostri affanni derivano da un’eccessiva identificazione con la professione che svolgiamo?
A tutte queste domande, che rappresentano altrettante sfide alla nostra capacità di conservare la pace interiore, il Dalai Lama si sforza di dare risposte realistiche, accompagnate da esempi concreti, facendo di L’arte della felicità sul lavoro uno strumento inestimabile di forza e di serenità per chiunque si guadagni da vivere.
Tenzin Gyatso (1935) è il quattordicesimo Dalai Lama. Leader politico e spirituale del popolo tibetano, autorità religiosa, VOCE tra le più ascoltate del pacifismo mondiale, nel 1989 è stato insignito del premio Nobel per la pace. Dal 1959 vive a Dharamsala, in India, sede del governo tibetano in esilio. (Da Mondadori ha pubblicato: La via del buddhismo tibetana (1996), Incontro con Gesù (1997), L’arte della felicità (con Howard C. Cutler, 2000), I sentieri della sapienze dell’incanto (2001), I consigli del Cuore (2002), Emozioni distruttive (con Daniel Coleman, 2003) e La strada che porta al vero (2004).
Howard C. Cutler, psichiatra, ha conosciuto il Dalai Lama nel 1982 in India e da allora ha iniziato a studiare il buddhismo tibetano.
Le Ossessioni nei Bambini – Uno Studio Sociopsichiatrico – Programma di Psicologia, Psichiatria, Psicoterapia
Titolo originale: Obsessive Children – A Sociopsychiatric Study
Autore/i: Adams Paul L.
Editore: Bollati Boringhieri Editore
presentazione di I. N. Berlin, prefazione dell’autore, traduzione di Simonetta Adamo Tatafiore.
pp. 316, Torino
La nevrosi ossessiva infantile ha costituito un fenomeno sino ad oggi poco studiato. Basato sui dati di quarantanove casi Clinici, questo volume giunge a colmare una lacuna, offrendo una vera – miniera di informazioni, e collegandole con i riferimenti concettuali e teorici.
Il volume si apre con l’esame dei comportamenti ossessivo-coatti da un punto di vista evolutivo, e passa poi all’analisi delle condizioni patologiche, cosi come sono state teorizzate dalle varie scuole del pensiero psicoanalitico. Adams si dimostra particolarmente attento all’incidenza dei fattori socio-economici e all’influenza dell’ambiente familiare, ma non trascura i fattori genetici e biologici.
L’analisi dei quarantanove casi mette in luce la validità dell’approccio socio-psichiatrico, di grande interesse per ricercatori e terapeuti. Alle storie cliniche, particolarmente commoventi sul piano umano, segue poi una rassegna della patogenesi e dell’etiologia, e una discussione sul trattamento. Il volume si conclude con una cronologia storico-psichiatrica dell’ossessività, e una bibliografia.
Paul L. Adams, laureato in medicina e specializzato in psichiatria, è professore di psichiatria presso l’Università di Miami. Redattore di due importanti periodici specializzati – “Children’s Rights” (di Londra) e “Journal of Child Psychiatry and Human Development” (di New York) – ha pubblicato numerosissimi studi sugli argomenti che sono al centro dei suoi interessi: la psichiatria generale e quella infantile in particolare.
Presentazione di I.N. Berlin
Prefazione
1. Infanzia senza spontaneità
- Le componenti della malattia ossessiva Incidenza e prevalenza
2. Radici familiari e sociali dell’ossessività
- L’approccio dei seguaci di Sullivan alla famiglia
- L’approccio freudiano classico
- L’approccio della psicologia dell’Io freudiana
- Approcci eclettici Quale il genitore, tale il figlio La teoria della comunicazione e le famiglie ossessive
- La concezione dell’ossessività come biologicamente determinata
- L’approccio fondato sulla modificazione del comportamento
- L’approccio sociopsichiatrico
- Le caratteristiche della famiglia Gli atteggiamenti prevalenti nelle famiglie
- dei bambini ossessivi
3. Il quadro clinico
- Il comportamento sociale Cognitività Affetti e difese Diagnosi differenziale
4. I bambini
5. Patogenesi ed etiologia
6. Trattamento
- Decorso senza trattamento
- Strategie e tecniche
- Traslazione e controtraslazione
- Valutazione dei cambiamenti ottenuti con il trattamento
- Ossessività e società
Conoscere Louis-Claude de Saint-Martin
Studio dell’opera e della via tracciata da Louis-Claude de Saint-Martin
Autore/i: La Pera Ovidio
Editore: M.I.R. Edizioni
prefazione di Silvio Calzolari, traduzione dei testi e note di La Pera Ovidio.
pp. 96, Montespertoli (FI)
Con questo scritto l’Autore, mettendo a disposizione del lettore la sua esperienza, dovuta allo studio più che ventennale della vasta opera filosofica e letteraria di L.C. De Saint-Martin, arricchita anche dalla traduzione dei suoi testi, si propone di facilitare la comprensione della dottrina e degli insegnamenti di questo insigne maestro, evidenziando i principali aspetti di alcuni argomenti da lui affrontati e che tanta importanza e risonanza ebbero nel suo tempo, considerando la grande influenza che esercitarono su personaggi quali Joseph de Maistre, Honoré de Balzac, Charles Augustin de Saint-Beuve, il filosofo Franz Von Badeer, i romantici tedeschi e altri; e che non mancheranno ancora di esercitarla su tutti coloro che si accosteranno al suo pensiero, tenuto conto della sua vastità e delle possibilità di ricerca e di rivelazione ch’esso racchiude.
- Vita e opere di Louis-Claude de Saint-Martin
- La via di Saint-Martin, il pensiero e la preghiera
- Riflessioni sulla preghiera e preghiere di L. C. de Saint-Martin
- Preghiere
- L’Iniziazione Secondo Saint-Martin
- I numeri nelle opere di Saint-Martin
- L’emanatismo secondo Saint-Martin
- La metempsicosi e L. C. de Saint-Martin
- Le opere di carattere socio-politico di Saint-Martin
Bilbliografia
La Chiesa e i « Mass Media »
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni Paoline
introduzione di Rosario F. Esposito.
pp. 304, Roma
Oggi gli echi della stampa, del cinema, della radio e della televisione aprono agli uomini orizzonti sempre nuovi e li mettono in sintonia con la vita dell’universo. Chi potrebbe non rallegrarsi di un tale progresso? Chi non scorgerebbe in esso la via provvidenziale per il miglioramento di tutta l’umanità? L’avvenire si apre a grandi speranze, se l’uomo saprà dominare queste tecniche nuove; ma tutto potrebbe essere perduto, se egli abdicasse alle proprie responsabilità.
La stampa, il cinema, la radio e la televisione serviranno sì o no al progresso dei popoli?… Ma come ripetiamo senza stancarci: lo sviluppo «per essere autentico, deve essere integrale, elevare ogni uomo e tutto l’uomo».
Questa presa di coscienza, questa apertura sono realmente favorite dal flusso delle onde di parole, di articoli, di immagini che ogni giorno Si infrangono sul mondo? Questa e la domanda che vorremmo porre a tutti i responsabili della stampa, della radio, del cinema, della televisione, che operano al servizio degli uomini loro fratelli.
Volete Andarvene Anche Voi? – Una Vita di Cristo
Autore/i: Santucci Luigi
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
seconda edizione, in sopracoperta: Masolino da Panicale, Polittico della Neve, particolare della “Fondazione di Santa Maria Maggiore”, Napoli Capodimonte.
pp. XII-318, Milano
Quando, la sera d’un giorno di più cocenti smacchi e di più numerose diserzioni, Cristo domandò ai suoi compagni: “Volete andarvene anche voi?”, Pietro rispose: “Dove andremo Signore?” Tu solo hai parole di vita eterna”. Quella liberale domanda di Cristo batte a una certa ora per ogni uomo: “Non vi basto? vi opprimo? vi deludo?”. Una cosa sembra tuttavia preliminare alla nostra risposta: che per andarsene o rimanere occorra prima riattraversare la realtà di quest’Uomo, ossia la sua vita; la quale, se resta ogni volta un mistero, è tuttavia il dato insostituibile per misurarci con lui. Santucci ci dà qui una vita di Cristo che, pur ricalcata puntualmente sui Vangeli, si snoda in un continuo mutare di angolazioni: ora spiando il vivere e il sentire umano di lui o dei personaggi più intrecciati al suo contesto, ora dando voce arditamente a un Cristo autobiografico, provocandolo a una “confessione”; e sempre immedesimandosi in quella storia quasi come testimone fisico, incantato o sgomento. […]
Dopo la vita di Cristo scritta da Papini, da Mauriac e da Daniel-Rops, per citare solo tre esempi illustri, Santucci propone, in questo nuovo testo, un’interpretazione più vicina al sentire e alle inquietudini del nostro tempo.
Premessa
- La Natività
- I Miracoli
- Le Parabole
- Incontri Umani
- La Città
- La Passione
- Risurrezione e Ascensione
Il Mistero Sindona – Le Memorie e le Rivelazioni di Michele Sindona
Titolo originale: Power on Earth
Autore/i: Tosches Nick
Editore: SugarCo Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione dall’americano di Giulia Bontempi.
pp. 320, Milano
Come nasce un impero finanziario ・ Il nemico Cuccia, gli amici Hambro ・ I sistemi del male ・ Montini e l’«uomo di Dio» ・ Marcinkus e la «banca del Vaticano» ・ L’Opa Bastogi ・ Il complotto per distruggere la Lira ・ Il crack della Banca Frankline ・ Il crollo della Banca privata Italiana ・ Fuga in Sicilia ・ I piani di Gelli e Calvi ・ Condannato per l’assassinio di Ambrosoli ・ Nelle tenebre.
«Mi hanno avvelenato!»: con queste parole sulle labbra, Michele Sindona moriva nel marzo 1986, due giorni dopo aver bevuto un caffè al cianuro nella sua cella del carcere di massima sicurezza di Voghera. Scompariva così – dopo una vita piena di fascino e intrighi – uno dei personaggi più misteriosi e, per anni, più potenti dell’alta finanza internazionale. In Il mistero Sindona, Nick Tosches, basandosi su centinaia d’ore d’interviste, fra le pochissime che il finanziere abbia concesso, racconta la storia dell’ambizioso giovane avvocato siciliano, elevatosi alla statura di gigante degli affari, fino al crollo del suo impero mondiale, e all’accusa di bancarotta e omicidio. Ricco di rivelazioni destinate ad accendere nuove polemiche sia in Europa che in America, il libro fornisce sensazionali risposte a una serie di domande esplosive: si va dall’illustrazione dei metodi usati in Estremo Oriente per riciclare il denaro «sporco» sul mercato dei cambi a termine all’utilizzazione dei cosiddetti paradisi fiscali; dai metodi per la distribuzione di «bustarelle» a partiti in seguito a grosse operazioni finanziarie al racconto di speculazioni dell’URSS contro il dollaro o della strategia bancaria della P2 in America Latina. Inoltre lo stesso Sindona, testualmente, racconta il falso rapimento del 1979 – organizzato per permettergli di contattare clandestinamente, in Sicilia, esponenti del separatismo -, i rapporti con il suo «nemico», il banchiere Enrico Cuccia, e i contatti con monsignor Marcinkus, preposto alla banca Vaticana IOR, accusato da Sindona di incompetenza. Confidente di papi e politici, Michele Sindona ha ammassato una fortuna personale del valore di mezzo miliardo di dollari. E stato anche una delle figure centrali nei più grossi maneggi finanziari degli ultimi 25 anni, compresi i fallimenti della Franklin National Bank e della Banca Privata Italiana, e lo scandalo del riciclaggio di denaro che ha colpito la «Banca del Vaticano». I nemici di Sindona, alla sua morte, hanno pensato che forse i retroscena di questi avvenimenti e altri scandali sarebbero stati sepolti con lui. Si sono sbagliati. Prima di morire, per quasi due anni (1984-85), Michele Sindona ha incontrato nel carcere di New York e di Voghera Nick Tosches, uno dei giornalisti più celebri d’America, raccontandogli la sua versione di una vita che si legge come un romanzo appassionante, ma che è pura realtà; uno stupefacente resoconto su enormi ricchezze, potere e corruzione.
«Loro hanno paura che io possa rivelare indiscrezioni che non vogliono siano divulgate», disse Sindona qualche giorno prima della sua misteriosa morte.
«Si tratta di un memoriale, visto che il finanziere ha vistato pagina per pagina il manoscritto» (Panorama)
«Il memoriale postumo di Michele Sindona» (Il Mondo)
«Speculazioni, rivolte, bustarelle e P2… Il mondo visto da Sindona» (Corriere della Sera)
Nick Tosches, giornalista americano, e l’autore di Hellfire e di altri libri di grande successo. Scrive per «New York Times», «Rolling Stones», «Esquire», «The Village Voice» e varie altre pubblicazioni.
Prefazione
Capitolo primo
Le tre bestie
Capitolo secondo
Un sogno di morte
Capitolo terzo
Fortuna
Capitolo quarto
Chiesa e Stato
Capitolo quinto
Serpenti e amici
Capitolo sesto
I sistemi del male
Capitolo settimo
Tenebra cristiana
Capitolo ottavo
L’America
Capitolo nono
Gli ultimi giorni
Capitolo decimo
Ombre siciliane
Capitolo undicesimo
Fucile, corda e martelletto
Capitolo dodicesimo
Il segreto del disinfestatore
La Danza delle Grandi Madri – Dalla Giovinezza alla Maturità, dalla Maturità alla Giovinezza
Titolo originale: The Grandmathers
Autore/i: Pinkola Estés Clarissa
Editore: Edizioni Frassinelli
traduzione di Eliane Nortey
pp. 124, Milano
“Il luogo in cui siamo diretti è la terra dove gli esseri umani rimangono pericolosi e divini, dove quel che è abbattuto ricresce e dove i rami degli alberi più vecchi fioriscono più a lungo. la donna nascosta conosce quel posto. Lei sa. E tu anche.”
In tutte le donne, soprattutto quando entrano nell’età matura, alberga una forza sotterranea e invisibile che si esprime attraverso intuizioni improvvise, esplosioni di energia, acute percezioni, slanci appassionati: un impulso travolgente e inesauribile che le spinge ostinatamente verso la salvezza, verso la ricostruzione di qualsiasi integrità spezzata. Come un grande albero che, per quanto minacciato dalle malattie, colpito dalle intemperie, aggredito dalla furia dell’uomo, non muore mai, ma miracolosamente e con pazienza continua a nutrirsi attraverso le proprie radici, si rigenera e rinasce per mantenere il proprio spirito vitale cosi da poter generare nuovi germogli cui affidare questa eredita inestimabile. Con un linguaggio magico e suggestivo, che attinge alle antiche storie narrate attorno al fuoco, alle leggende, al mito, Clarissa Pinkola Estés riprende e sviluppa i temi che hanno ispirato il suo straordinario saggio d’esordio, Donne che corrono coi lupi, intonando un poeticissimo inno al femminile.
I grandi alberi non muoiono mai. Minacciati dalle malattie, colpiti dalle intemperie atmosferiche, aggrediti dalla furia dell’uomo, hanno sempre in sé la forza, la linfa e lo spirito vitale necessario a rigenerarsi miracolosamente e con pazienza continuare a nutrirsi attraverso le proprie radici. Le grandi donne, le grandi madri sono come grandi alberi, capaci di generare nuovi germogli cui affidare la propria eredità inestimabile: il senso della vita. In tutte le donne, ma soprattutto nell’età matura, alberga una forza sotterranea e invisibile che si esprime attraverso intuizioni improvvise, esplosioni di energia, acute percezioni, slanci appassionati: un impulso travolgente e inesauribile che le spinge ostinatamente verso la salvezza, verso la ricostruzione di qualsiasi integrità spezzata. Clarissa Pinkola Estés riprende e sviluppa i temi che hanno ispirato il suo straordinario saggio d’esordio, Donne che corrono coi lupi, e intona uno straordinario e poetico inno al femminile, espresso in un linguaggio magico e suggestivo, che attinge alle antiche storie narrate attorno al fuoco, alle leggende, al mito.
Clarissa Pinkola Estés insegna ed esercita la professione di analista. È stata direttrice del C.G. Jung Center di Denver e ha conseguito il dottorato in etnologia e in psicologia Clinica. Il suo primo libro, Donne che corrono coi lupi – clamoroso caso editoriale, diventato ormai un testo di riferimento – è stato pubblicato da Frassinelli come i successivi Il giardiniere dell’anima e L’incanto di una Storia.
La Moderna Concezione della Psichiatria
Titolo originale: Conceptions of Modern Psychiatry
Autore/i: Sullivan Harry Stack
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione italiana, prefazione all’edizione italiana di Gaetano Benedetti, prefazione alla seconda edizione di Dexter M. Bullard, introduzione dell’autore, saggio critico di Patrick Mullahy, traduzione dall’inglese di Enzo David Mezzacapa.
pp. XXVII-304, Milano
Caratteristica fondamentale della psichiatria modernamente intesa è l’impostazione psicologica sulla quale si articolano la componente biologica e quella sociale, costituendo l’unità base per ogni tentativo di formulazione teorica.
Sullivan è uno dei primi esponenti di quella scuola psichiatrica che rappresenta il punto d’incontro tra la psichiatria classica e la psicoanalisi modernamente intesa. Questa non costituisce più una alternativa da accettare o respingere con un atto di fede, ma un mezzo tecnico di alto valore diagnostico e terapeutico, oltre che un modello teorico da inglobare nello schema di riferimento dello psichiatra d’oggi. In questo volume troviamo, sulla base di concreti studi clinici, un valido esempio di come la moderna impostazione psicologica possa essere utile allo psichiatra sia nella sua pratica professionale quotidiana col pazienti, sia nel fornirgli un efficiente modello operativo per un più ampio tentativo di comprensione della malattia mentale. I concetti della teoria interpersonale della psichiatria, dalla distorsione paratassica al concetto di sicurezza nel rapporto, che formano il nucleo della psichiatria di Sullivan e della corrente di pensiero della quale egli è espressione, sono qui esposti nella loro accezione iniziale, quasi man mano che venivano strutturandosi sulla base dell’esperienza clinica: li ritroveremo, più completi e in dettaglio, nelle opere successive, da “La teoria interpersonale della psichiatria” a “Il colloquio psichiatrico” a “Studi clinici,” per la comprensione delle quali un’utile chiave ci è offerta da questa prima raccolta di studi.
Harry Stack Sullivan nacque nel 1892 a Norwich, nello stato di New York. Studiò medicina e psichiatria all’università di Chicago. Prima internista, poi psichiatra al St. Elizabeth Hospital di Washington, al Sheppard and Enoch Pratt Hospital a Baltimore, ed alla scuola di medicina dell’università del Maryland, dove divenne docente, fu tra i fondatori della Washington School of Paychiatry e della rivista Psychiatry. Morì nel 1949. Fra le altre sue opere, tutte postume: The Psychiatric Interview, The Interpersonal Theory of Psychiatry, Clinical Studies in Psychiatry.
Prefazione all’edizione italiana
Prefazione alla seconda edizione
Introduzione
Capitolo primo
Concetti fondamentali
Capitolo secondo
L’organismo umano e il suo ambiente necessario
Capitolo terzo
Sindromi di sviluppo
Capitolo quarto
Concetti clinici
Capitolo quinto
Concetti terapeutici
Patrick Mullahy: Una teoria sulle relazioni interpersonali e sullo sviluppo della personalità
Indice analitico
Alla Conquista delle Grandi Praterie – La Frontiera che Divenne Leggenda
Titolo originale: The West
Autore/i: Lewis Jon E.
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Aldo Audisio.
pp. 476, cartine geografiche b/n, Casale Monferrato (AL)
“Dalle esplorazioni del ’600 alle disperate gesta degli Indiani d’America. Pionieri, pellerossa, cow-boys, schiavi, avventurieri, fuorilegge: i veri protagonisti della storia del West”
La storia della conquista del West, l’espansione nelle grandi pianure della colonizzazione europea, dalle prime esplorazioni inglesi e francesi tra Seicento e Settecento, fino alle migrazioni di massa del secolo scorso.
Una storia avvincente, perché raccontata attraverso tante diverse storie vere, attraverso la vita quotidiana dei protagonisti di quelle avventure.
Una ricostruzione fedelissima, accurata e molto dettagliata, che restituisce la realtà del West. Chi erano, come vivevano gli uomini e le donne, bianchi, neri, indiani, i pionieri, i cowboys, i soldati, i contadini, i fuorilegge. La storia del West non ha bisogno di fantasia per affascinare il lettore. Basta ricostruirla fedelmente, come riesce a fare Jon E. Lewis, uno dei massimi esperti americani, che fa rivivere anche gli aspetti meno noti, più nascosti, ricreando un grande e suggestivo quadro d’insieme. L’autore si rivolge a tutti quelli che da bambini hanno fantasticato con le storie del West, e diventati adulti vogliono ritrovare il sapore di quelle fantasie.
Un libro di storia molto attento e documentato, più appassionante di un romanzo.
Jon E. Lewis, nato nel 1961, autore di numerose pubblicazioni a Carattere storico. Tra queste ricordiamo: The Mammoth Book of the Western: An Anthology of Classic Stories of the American Frontier.
Neil Young
Autore/i: Susanna Giancarlo
Editore: Lato Side Editori
introduzione di Enrico Sisti.
pp. 160, nn. fotografie b/n, Roma
Non sono molti i musicisti rock che hanno saputo coniugare una lunga attività con la capacità costante di rinnovarsi, senza peraltro rincorrere le mode o rinunciare al proprio stile. Sulle scene dal 1966 – prima con i Buffalo Springfield, poi da solo, e ancora con Crosby, Stills e Nash a formare il celeberrimo quartetto – Neil Young si è sempre contraddistinto per la sua spiccata personalità, ai Cui sono ormai leggendari la spigolosità e il fascino. Interprete tra i più singolari, con la sua voce soffusa, calda, a volte dimessa e roca; autore di testi ispirati a un lirismo tutto «americano» – la poesia della strada, dell’uomo sconfitto ma orgoglioso di vivere, del pioniere alla ricerca di una terra -; musicista sensibilissimo, accattivante, essenziale; rockstar di enorme successo nonostante il suo caparbio desiderio di isolamento; Neil Young e forse l’ultimo grande mito del rock made in USA.
Seguendo il filo. conduttore delle rare interviste e dei pochi dettagli biografici conosciuti, Giancarlo Susanna (redattore di Radio Blu, collaboratore di riviste specializzate e della Terza Rete radiofonica) ci accompagna in questa lineare e partecipata monografia, arricchita da una discografia completa e da numerose foto inedite.
- Canada e California
- I primi passi da solo
- I Crazy Horse e Crosby, Stills, Nash & Young
- Ohio, After The Goldrush, Four Way Street
- Harvest
- Time Fades Away
- On The Beach
- Il concerto di Wembley
- Tonight’s The Night e Zuma
- Long May You Run
- American Stars ’n Bars e Decade
- Comes A Time
- Rust Never Sleeps
- Hawks & Doves e Reactor
Discografia
Bibliografia
Canzoni
La Filosofia Buddista
Principi fondamentali
Autore/i: Kirimura Yasuji
Editore: Edizioni il Nuovo Rinascimento
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 184, Firenze
Dall’Introduzione dell’autore:
«Non è facile fornire una definizione chiara di cosa sia il Buddismo. Ne sono state date molte interpretazioni, da diversi punti di vista, ma è quasi impossibile formularne una comprensibile e soddisfacente per tutti.
Gli insegnamenti di Shakyamuni, il fondatore storico del Buddismo, sono stati tramandati attraverso un grana numero di sutra e di scritture, che contenevano principi talvolta contraddittori; in seguito sorsero varie scuole, basate sull’uno o sull’altro. Ne derivarono infinite controversie: ogni scuola, infatti, affermava la superiorità delle proprie teorie.
Nonostante questi conflitti, tutte le sette buddista concordano sul motivo che spinse Shakyamuni a rinunciare al mondo secolare: comprendere le cause della sofferenza umana. Sin da giovane, quando era il principe Gautama Siddharta, Shakyamuni era già profondamente consapevole di questo problema. Rinunciò quindi alla sua nobile condizione per dedicarsi alla vita ascetica. Lo scopo della sua ricerca era quello di trovare una soluzione alle sofferenze fondamentali che tutti gli esseri umani devono affrontare: nascita, invecchiamento, malattia e morte.[…]»
Iliade
Edizione a cura di Donatella Lippi, Docente di Storia della Medicina presso l’Università degli Studi di Firenze.
Autore/i: Omero
Editore: Mattioli 1885
note storico-mediche, presentazione, introduzione e commento al testo di Donatella Lippi, traduzione di Vincenzo Monti.
pp. 348, nn. illustrazioni b/n, Fidenza (Parma)
Classicamente l’Iliade è considerato il poema della virtù: guerriera per eccellenza, e lira è il suo tema dominante come ben si evince dalle diverse possibili traduzioni del proemio che abbiamo raccolto nella tabella di pagina 58. Viceversa il dolore non solo è una delle possibili chiavi di
lettura dell’opera ma il poema stesso è una interessante finestra sull’esperienza del dolore così come vissuta dai greci del VII-VI secolo a.C.
Dalla presentazione:
«La Professoressa Lippi, nel saggio introduttivo al poema, analizza ampiamente questo aspetto e chiarisce come il concetto di dolore nel pensiero greco non sia univoco, tanto che sarebbe più appropriato parlare di dolori al plurale, dato che il dolore non è un fenomeno meramente biologico, ma coinvolge pienamente anche la sfera psichica, sociale e culturale.
Che ciò sia vero ancora oggi è dimostrato dalla definizione dell’International Association for the Study of Pain, che parla del dolore come di “un’esperienza sensoriale o emotiva spiacevole, associata a un reale o potenziale danno tissutale, o descritta in termini di tale danno”. E proprio l’inclusione nella definizione della dimensione emotiva che giustifica l’importanza di un cammino di ricerca culturale, prima ancora che meramente tecnico, nel percorso di diagnosi e cura del dolore. Cammino questo che non può non partire dai testi seminali della nostra eredita storica.
Nella cultura greca la definizione di dolore non è univoca, e l’utilizzo nei poemi epici di numerosi termini, anche molto diversi fra di loro, denota una riflessione lessicale che non ha ragioni solo artistiche, ma attiene alla complessità stessa del concetto. Algos è il termine greco per dolore più generico, ma proprio per questo è anche quello che ha avuto maggior successo. Il termine algos sembra riferirsi alla totalità del corpo, quasi a voler indicare una condizione generalmente connaturata alla condizione umana stessa, con connotati che in termini moderni potremmo definire olistici.
È ovvio che la definizione del problema è solo il primo passo verso la successiva ricerca di soluzioni o terapie: sia pur nei limiti imposti dalle conoscenze tecniche proprie di ogni epoca, guarire dal dolore è da sempre il sogno di tutti gli esseri umani e lo sforzo di alleviare la sofferenza dei propri pazienti è uno degli obiettivi più antichi della professione medica. Per restare al pensiero greco con Ippocrate si fanno strada i concetti che il dolore deve essere dominato attraverso il gesto tecnico e che “il medico e il malato devono, insieme combattere contro la sofferenza”.[…]»
Donatella Lippi è Professore Associato di Storia della Medicina presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze, Visiting Professor presso l’Università Internazionale di Mosca, la Columbia University di NewYork, le Università di Colonia e di Heidelberg. È membro di numerose società scientifiche nazionali ed internazionali. È vice-presidente della Società Italiana di Storia della Medicina e direttore del Centro di Medical Humanities della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze.
Presentazione
Introduzione all’opera
I. L’uomo di Omero e il Dolore
II. Incipit del proemio: L’Ira e il Dolore
III. Il Dolore e la Coscienza
IV. Iliade
L’Anti-Stress dello Studente – Come Arrivare alla Laurea Senza Perdere Cuore e Testa
Titolo originale: L’Anti-Stress de l’étudiant
Autore/i: Dortu Jean-Claude
Editore: Franco Angeli Editore
terza edizione, presentazione e introduzione dell’autore, traduzione italiana di Mariacristina Luchini.
pp. 128, Milano
Studio: sinonimo di angoscia. Chi non ha vissuto le ore di tortura in attesa di esami che scattano come imprevedibili tagliole? Chi ha affrontato senza strette allo stomaco il colloquio con un professore? Studiare si trasforma spesso in un’avventura da brivido che necessita non solo di capacita, ma anche di una buona dose di «sangue freddo». Se è vero che il sistema scolastico e universitario non aiuta, se è auspicabile una riforma, è altrettanto importante sapere che ognuno di noi può fare molto per vincere lo «stress da studente». Ecco allora un libro per tutti coloro che desiderano:
- scordare la noia dello studio e l’ansia degli esami
- migliorare la propria capacita intellettiva
- vivere più Serenamente con se Stessi e gli altri
• Richiamandosi alla psicologia contemporanea (Berne, Freud, Jung, Watzlawick,…) e alla saggezza degli antichi, l’autore suggerisce:
• mezzi pratici di apprendimento: dai sistemi per prendere appunti alle moderne tecniche di memorizzazione
• sistemi per affrontare gli esami: dal «riscaldamento» psicologico del giorno prima, alle tecniche per «vendersi meglio»
• trucchi per risolvere le difficoltà quotidiane: dall’igiene alimentare alla cura del corpo e dello spirito
• griglie di auto-analisi per ritrovare la motivazione iniziale allo studio, per conoscersi meglio, per cambiare
• modalità per migliorare le proprie relazioni interpersonali
• e i proprio lavoro, conciliando cuore, testa e, possibilmente tasca.
Jean-Claude Dortu, laureato in lettere è filosofia, è associato all’Università di Liegi e insegna all’Ecole europèenne di Bruxelles II. Dirige gruppi sulle relazioni, lo stress e il sogno a occhi: aperti in Francia, Belgio e altri paesi.