Libri dalla categoria Subconscio
Absolu et Choix
Initiation Philosophique
Autore/i: Grenier Jean
Editore: Presses Universitaires de France
pp. 124, Paris
Le problème de la liberté a été posé et résolu sur bien des plans différents, le plan psychologique, le plan moral, le plan théologique, le plan scientifique. Nous le posons ici sur le plan ontologique en partant de l’idée d’Absolu qui, selon nous, constitue le fondement même de tout pensée. Partant de là, nous nous demandons, dans une seconde partie, s’il demeure quelque chose de justifiable devant l’Absolu, croyance ou action; une dialectique descendante nous apparaît alors impossible: toutes choses sont indifférentes et s’équivalent – pas de choix possible, ce choix que pourtant nécessite chaque pensée et chaque action. Comment donc établir des différences? C’est tout le problème de la valeur: le choix doit-il donc dépendre d’un pur arbitraire ou bien ressemble-t-il à un consentement actif? Nous essayons de répondre à cette question dans la dernière partie en faisant une mise au point de nostre premier postulat.
Tables des matières
Avertissement
- L’Absolu et la pensée
- L’Absolu et le monde
- Le choix et l’initiative
Appendice
Psicanalisi del Vangelo
Un modo nuovo di leggere i Vangeli applicando uno strumento inedito: la psicanalisi
Autore/i: Dolto Françoise; Sévérin Gérard
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione degli autori, traduzione di Dario Formentin, titolo originale: L’Evangile au Risque de la Psychanalyse.
pp. 168, Milano
“Mai i Vangeli smettono di interrogarci, quali che siano le risposte già trovate.” E Françoise Dolto, psicanalista e credente, offre in questo libro la su a straordinaria “risposta” a “questi testi, queste successioni di parole”, che “colpiscono la nostra conoscenza e inviano onde d’urto fin nell’inconscio, facendone scaturire gioia e desiderio di conoscere…”: una “risposta” che affiora dal profondo di una lettura psicanalitica sistematica della “Buona Novella”. Ne risulta una nuova, suggestiva chiave interpretativa dei Vangeli, che consente di coglierne aspetti riposti e rimasti sino ad ora in ombra. L’analisi è articolata secondo una serie di domande e risposte tra due “addetti ai lavori”: uno lo psicanalista Gérard Sévérin, rappresenta l’”istituzione”, religiosa e psicanalitica: l’altro, la Dolto, riveste il ruolo di lucidissimo “paziente” che spiega in tutte le sue implicazioni l’impatto dell’esperienza cristiana in moduli freudiani, il lavoro a quattro mani crea un contrappunto spedito e teso, ricco di cadenze drammatiche. Ne emerge una figura di Cristo che opera su se stesso e sugli altri, un processo di liberazione di incomparabile portata da complessi e tabù, del quale vengono esaminati i momenti più significativi: l’infanzia di Gesù e i suoi rapporti con i genitori, il suo distacco da costoro e da una certa forma di amore umano, in seguito alla scoperta della propria “via”; la resurrezione di un giovane e di una bambina, entrambi nell’età critica e oppressi da problemi familiari; la resurrezione di Lazzaro, un adulto non del tutto “svezzato”. Più del Messia che impone dall’alto una legge trascendente, acquista così rilievo l’immagine di Cristo maestro di vita, che guida l’uomo alla liberazione da condizionamenti, dalle catene che gli impediscono di progredire, dai desideri infantili che lo immobilizzano. Ognuno, una volta liberato – e quindi “risorto” – da ciò che gli impediva di seguire la propria strada, deve trovare da solo il modo di realizzarsi; deve “rischiare” se stesso nella ricerca. Ne risulta un Vangelo che è “incitamento al rischio”; non un invito all’obbedienza, ma un’ineguagliabile lezione di libertà. L’edizione francese del libro ha subito suscitato appassionate polemiche. “La Chiesa, a suo tempo, non poteva accettare le scoperte di Copernico, nè più tardi quelle di Galileo. E in definitiva cosa c’era poi di contraddittorio tra quelle scoperte e il messaggio della Bibbia?” si chiede la Dolto. E la nota psicanalista francese sostiene che “nulla, nel messaggio di Cristo, è in contraddizione con le scoperte freudiane”; al contrario, esse consentono di gettare un eccezionale e originalissimo ponte tra scienza e fede e di addentrarsi nei significati più profondi dell’eterna Parola di vita e d’amore.
Françoise Dolto è nata nel 1908 a Parigi, dove si è laureata in medicina. Neuropsichiatra, psicanalista dal 1939, membro della Scuola Freudiana di Parigi, si è dedicata prevalentemente alla cura dei bambini affetti da turbe psichiche. Ha pubblicato Psychanalyse et Pédiatrie (Parigi 1939) e nel 1976 ha tenuto una serie di trasmissioni radiofoniche sui problemi dell’infanzia. La presente opera (L’Evangile au risque de la psychanalyse, Parigi, 1977) è il frutto di otto anni di riflessioni sui Vangeli.
Gérard Sévérin ha studiato filosofia, teologia e psicologia a Nantes e a Parigi. E’ membro della Scuola Freudiana di Parigi.
Introduzione
- La “Sacra Famiglia”
- Al Tempio
- Lasciate che i fanciulli…
- Cana
- Ai piedi della croce
- Le resurrezioni
- Premessa di Francoise Dolto
- Resurrezione del figlio della vedova di Naim
- Resurrezione della figlia di Giairo
- Resurrezione di Lazzaro
- Il profumo di Betania
- Parabola del Samaritano
Note
Fantasie Virili – Donne Flussi Corpi Storia – La Paura dell’Eros nell’Immaginario Fascista
Titolo originale: Männerphantasien
Autore/i: Theweleit Klaus
Editore: Il Saggiatore
premessa dell’autore, traduzione di Giuseppe Cospito.
pp. 512, nn. fotografie e illustrazioni b/n, Milano
Subito dopo la Prima guerra mondiale, in Germania, si costituirono corpi di volontari formati da reduci ehe avevano il compito di reprimere i moti di ribellione della classe operaia, incoraggiata dall’esempio della Rivoluzione russa: queste brigate di mercenari avrebbero poi formato il nucleo delle SA di Hitler, Klaus Theweleit si è addentrato nel loro immaginario, nelle loro fantasie, per mettere a fuoco una particolare “fobia”: Podio per la donna e per la sessualità, che prende la forma di un terrore aggressivo, verso il corpo femminile. Da qui l’elaborazione di un insieme di valori esclusivamente virili e militareschi, che tradiscono un oscuro stimolo esorcistico e che vengono analizzati dall’autore in chiave storica, letteraria, antropologica e psicoanalitica.
Muovendo da fonti e materiale d’epoca (come i diari dei soldati e un ricco repertorio iconografico), sulle tracce di ricerche classiche come quelle di George Mosse, di Wilhelm Reich e della Scuola di Francoforte, Theweleit affronta i nodi dell’inconscio collettivo del guerriero fascista, ricerca le ragioni profonde della “fortuna” di teorie e modi di vita aberranti, si inoltra nella palude della psiche di massa di nazismo e fascismo. Il risultato è questo saggio di fondamentale importanza, che è già un classico nello studio della storia e del costume del XX secolo.
Klaus Theweleit (1942) ha conseguito il dottorato in germanistica all’universià di Friburgo, città in cui vive e svolge l’attività di studioso e saggista. Tra le sue opere All You Need Is Love, di recente pubblicazione in Italia.
Premessa
PARTE PRIMA: UOMINI E DONNE
- Sette matrimoni
- Storia contemporanea e natura della materia trattata
- Tradizione biografica
- Addii
- Promesse spose
- Smaterializzazione
- Non toccare!
- Visioni
- Cancellazione della macchia
- Forme di difesa
- Che cosa amano i soldati
- Osservazione incidentale sull’”omosessualità” e su altre pratiche
- Che cosa amano i soldati (continua)
- La donna come aggressore
- Partigiane. La donna castatrice
- L’infermiera rossa
- Il castello di Sythen – ideale per i miti
- La contessa del castello di Sythen. L’infermiera bianca
- Madri
- Sorelle
- Matrimonio. La sorella del camerata
- The Lady With The Light
- Digressione sulla realtà proletaria. La donna proletaria e l’uomo di sinistra. La parte reale delle proiezioni
- Attacchi contro le donne
- Omicidio a sfondo sessuale
- Risultato provvisorio
PARTE SECONDA? FLUSSI COMRPI STORIA
- Stati di aggressione dell’interno dei corpi
- La marea rossa
- Strada di sangue
- Ribollire
- Terra che si fende. Lava
- Difesa dalla marea rossa
Flussi
- Ciò che scorre qui…
- Proto-protostoria: la femmina dall’acqua
- La donna come territorio del desiderio
Origine dell’armatura contro la donna
- Preistoria borghese: de-limitazione/limitazione del mondo e dei corpi
- De-limitazione/limitazione intorno al 1500: il vasto Oceano e il “Dio interiore”
- Monogamizzazione
- Centralizzazione e “donna bianca”. La geometrizzazione dei corpi
- A solo con accompagnamento: Falco e Medusa, o “all’Es subentra l’Io”
- Alcuni tratti fondamentali della riterritorializzazione per mezzo di donne e immagini fermminili
- L’”Unica” e il dubbio sulla natura della realtà. L’armatura bifronte
- La sessualizzazione della donna borghese nei secoli XVII-XVIII
- La riduzione della donna alla vagina e il suo ampliamento a mare dei mari
- Classicismo tedesco: “nuova moralità” come nuova colonizzazione lungo le coste della femmina-natura e della femmina-macchina
- Nel XIX secolo: onde di cristallo – donna occultata. Dall’acqua al sangue Postilla
Alcune caratteristiche della conservazione artificiosa della mancanza nel rapporto tra i sessi
- Avvertenza preliminare
- Il corpo della donna come oggetto della “nuova moralità”
- Una forma di sacrificio femminile
- Obbligo d’incesto
- Il mare nella donna. La fuga dal double-hind. Divieto-obbligo d’incesto
- Flutti amorosi nella lirica operaia – Appendice
Stati di mescolanza delle estremità corporee
- Sporco
- Melma
- Palude
- Mucillagine
- Poltiglia
- “Dietro”
- Merda
“Sul proprio corpo”
- Pioggia
- Difesa da paludi, mucillagini, poltiglie
- Riassunto. Repubblica – rivoluzione – guerra
Il corpo come sporco
- Argine e flusso: il rituale delle manifestazioni di massa
Note
Bibliografia
Illustrazioni
Sistema della Moda – La Moda nei Giornali Femminili: un’Analisi Strutturale
Titolo originale: Système de la Mode
Autore/i: Barthes Roland
Editore: Giulio Einaudi Editore
seconda edizione, premessa dell’autore, traduzione di Lidia Lonzi.
pp. XVI-336, Milano
Scritto dal 1957 al 1963 e pubblicato nel 1967, questo libro è una ricerca semiologica sulla moda. Il materiale è ricavato da Vogue», «Elle», L’Echo de la Mode», Jardin des Modes» oltre che da alcune pagine di quotidiani dedicate settimanalmente all’argomento. Il libro offre più di un suggerimento in direzione di una sociologia del pubblico, in questo caso i lettori delle riviste di moda. Meta delle donne in Francia leggono regolarmente periodici dedicati almeno in parte alla moda, e vi si ritrovano. Alle classi di lettrici socialmente più elevate toccheranno dei significati più aderenti ai fatti concreti della moda che non alle classi medie, mentre con le pubblicazioni veramente popolari si ritorna a indumenti realizzabili. Si delinea, con la distinzione dei pubblici e quella connessa dei periodici, una curva a campana. L’utopia è al centro, il ceto medio è il destinatario dei messaggi più rappresentativi del sistema della moda. A livello retorico, dove si coglie il senso ultimo degli enunciati di moda, utopia si trova nella stessa collocazione: sia che la retorica abbia a suo oggetto il significante vestimentario (l’indumento) sia, invece, il significato (il valore mondano). Il carattere utopico del vestito che Manet avrebbe amato dipingere corrisponde, sul piano della retorica del significato, a quello di una personalità composita, inesistente nella vita reale quanto è irrealizzabile quell’abito. Tuttavia, nel mettere a fuoco il significato del sistema retorico, cioè l’insieme degli elementi che costituiscono l’ideologia della moda, Barthes ne trae precise indicazioni sulla situazione mitica della donna nella civiltà occidentale: nello stesso tempo sublime e infantile. L’irreale – l’utopia reale – è della donna.
Roland Barthes, nato nel 1915, vive a Parigi, dove insegna alla Ecole Pratique de Hautes Etudes. Ha collaborato alle maggiori riviste culturali del dopoguerra, ed è autore delle seguenti opere: Le degré zéro de l’écriture (1953), Michelet par lui-même (1954), Mythologie (1957), Sur Racine (1963) e Essais critiques (1964). Questi ultimi due volumi sono riuniti nella traduzione italiana (Einaudi, 1966) con il titolo di Saggi critici. Nelle nostre edizioni, sono inoltre apparsi Elementi di semiologia (1966) e Critica e verità (1969).
Popper in Cina
Titolo originale: Popper in China
Autore/i: Autori vari
Editore: Rusconi
1ᵃ edizione, a cura di W.H. Newton-Smith e Jiang Tianji, con la collaborazione di E. James, prefazione di W.H. Newton-Smithintroduzione di G. Soros, edizione italiana a cura e premessa di D. Antiseri, traduzione di D. Antiseri, A. Rainone, M. Stanzione.
pp. 240, Milano
Karl Popper non è solo un insigne filosofo della scienza, ma è anche un insigne filosofo della società e della politica.
In Cina l’interesse per la filosofia di Popper è grande. Parecchie opere di Popper circolano, tradotte, in quell’immenso Paese. E ormai è consistente il numero dei filosofi cinesi che studiano il razionalismo critico di Popper.
I saggi di questo volume sono nati dalle lezioni che cinque filosofi occidentali (I. Hacking, M. Hollis, W.H. Newton-Smith, A. Petroni e J. Watkins) e quattro filosofi cinesi (Fan Dainian, Du Rugi, Ji Shu-li e Jang Tianji) hanno tenuto nel 1987 all’Università di Wu-han.
«Karl Popper non è solo un insigne filosofo della scienza, ma è anche un insigne filosofo della società e della politica.» Questo ha scritto Fan Dainian, membro dell’Accademia cinese delle scienze sociali di Beijing. E da parte sua, Du Rugi – dell’Istituto di filosofia della medesima Accademia – ha evidenziato che l’atteggiamento razionalistico di Popper implica un individualismo il quale fa perno sulla libertà e sulla responsabilità degli individui, che non può conciliarsi con il collettivismo e l’autoritarismo ma che non equivale minimamente all’egoismo. Non sfugge a Jiang Tianij – professore di filosofia all’Università di Wuhan – che «Popper costruisce un metodo unificato che lega le teorie della scienza e dell’azione umana e la comprensione interpretativa in uno schema generale»: si tratta del metodo che procede «per tentativi ed eliminazione dell’errore». Ed ecco la significativa confessione di Ji Shu-li, docente di filosofia all’Università di Shanghai: «Devo confessare il mio debito personale nei confronti di Popper. Mi sono imbattuto nelle sue concezioni proprio nel momento in cui mi ero liberato da un dogmatismo durato quasi trent’anni. La teoria di Popper ha contribuito enormemente a cambiare il mio modo di pensare e persino il mio modo di vivere». Passando poi dal piano personale a quello sociale, Ji Shu-li, decisamente persuaso della validità del fallibilismo e dell’atteggiamento critico difeso da Popper, annota: «Noi (cinesi) siamo stati abituati a considerare l’errore come immorale o diabolico, e non come un passaggio necessario nel processo razionale di acquisizione della conoscenza. In tal modo è naturale per tanta gente tentare di salvare la faccia così come se si trattasse di evitare una condanna morale. Sicuramente questo atteggiamento non è né morale né razionale».
Fan Dainian è membro dell’Accademia cinese delle scienze sociali a Beijing e condirettore del Journal of the Dialectics of Nature.
Ian Hacking è professore di filosofia presso l’Istituto di storia e filosofia della scienza e della tecnologia all’Università di Toronto.
Martin Hollis è professore di filosofia presso l’Università dell’East Anglia, Norwich, Inghilterra.
William Newton-Smith è docente di filosofia all’Università di Oxford. È uno dei curatori di International Studiex in the Philosophy of Science.
Angelo Petroni è professore di filosofia della scienza all’Università della Calabria e membro del Centro di Ricerche e Documentazione Luigi Einaudi di Torino.
Du Rugi è membro dell’Accademia cinese delle scienze sociali, a Beijing.
Ji Shu-Li è professore di filosofia presso l’Accademia delle scienze sociali di Shanghai.
George Soros è direttore del Quantum Fund di New York e presidente della Soros Foundation.
Jiang Tianji è professore di filosofia all’Università di Wuhan.
John Watkins è professore di filosofia presso la London School of Economics.
In sovraccoperta: Riproduzione della Carta della provincia di Anion con il Mare della Cina, sec. XVI. Venezia, Museo Correr.
I Vandali – Cavalieri Nomadi alla Conquista del Mediterraneo
Titolo originale: Die Vandalen
Autore/i: Schreiber Hermann
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Lydia Magliano, in sovracoperta: «cavaliere in costume barbarico» tratto da un mosaico di Siyagha.
pp. 320, nn. tavole b/n f.t., nn. illustrazioni e carte geografiche b/n, Milano
Dei Vandali noi abbiamo una immagine in negativo: essi incarnano ai nostri occhi l’idea di una cieca volontà di distruzione. In realtà, questo marchio fu imposto loro dagli antichi storici ecclesiastici, che avversavano ferocemente i Vandali in quanto seguaci irriducibili dell’eresia di Ario, in cui vedevano un mezzo per difendere la propria individualità etnica, minacciata di assorbimento da parte della civiltà romana. Era per i Vandali una partita perduta in partenza: eppure il colpo mortale alla loro potenza non venne tanto dagli eserciti di Bisanzio, quanto dalle tribù ribelli dei Berberi. Si concludeva cosi la folgorante parabola di un popolo che, uscito dall’oscurità delle sue antiche sedi dell’Europa orientale, nel giro di pochissimi anni aveva saputo inserirsi nel grande gioco della storia e, conquistata l’Africa romana, si era fatto arbitro per un secolo dei destini del Mediterraneo, tracciando una irripetibile vicenda in cui inaudite crudeltà, intrighi di corte, retaggi tribali e stupefacente lucidità politica si mescolano in nodi inestricabili.
Delle vicende dei Vandali abbiamo tutt’al più una immagine in negativo: essi incarnano ai nostri occhi l’idea di una cieca volontà di distruzione; l’idea, in qualche modo, di non-storia. Ma perchè questo marchio è stato imposto proprio ai Vandali – a tal punto da farne evocare il nome, nel linguaggio comune, a proposito di ogni devastazione senza senso e senza scopo – e non a qualsiasi altra delle popolazioni barbariche dell’età delle grandi invasioni? Senza voler compiere una moralistica riabilitazione di questo popolo cancellato dalla storia, Hermann Schreiber ha buon gioco a dimostrare che i sovrani dei Vandali ebbero in realtà una percezione sorprendentemente lucida delle forze politiche in gioco nell’Europa e nel Mediterraneo del tardo impero, e che seppero servirsene per un preciso disegno di potere. Della condanna che grava su di loro, le ragioni vanno scoperte nel fatto che i re dei Vandali – i quali, come altri popoli germanici, avevano abbracciato il cristianesimo nella forma dell’eresia di Ario – videro nella adesione a questa loro fede un mezzo per difendere l’individualità etnica del loro popolo, presto minacciata di assorbimento da parte della civiltà romano-cattolica: il che li portò a un conflitto accanito, spesso addirittura feroce, con il clero cattolico. E: poichè la storia scritta (anzi, la parola scritta) era in ultima analisi monopolio degli ecclesiastici, essi vi riversarono tutto il loro rancore per i dominatori Vandali. Questi non diedero degli storici che – come avvenne con Giordane per i Goti, o con Paolo Diacono per i Longobardi – narrassero le vicende dei Vandali nella prospettiva dei protagonisti e nella lingua dei conquistati, il latino: quelle vicende hanno dovuto perciò essere ricostruite, con un minuto e insieme geniale lavoro di mosaico, più che sulla base di storici deliberatamente ostili, da dati e da indizi sparsi nelle fonti più diverse – vite di santi, panegirici di vescovi o di re, poesie d’occasione sepolte in antiche antologie dimenticate, trattati amministrativi e giuridici. E. merito dell’autore di questo libro essere riuscito a tracciare un quadro ricco e coerente di quelle vicende e delle complesse forme di interazione che si ebbero, a tutti i livelli, tra la cultura dei “barbari” e quella dei “romani” d’Africa (a sua volta frutto di una sconcertante sintesi tra elementi di origine romana, punica, greca, ebraica, e altri ancora).
In questo rovente crogiolo di civiltà, la partita per i Vandali era – possiamo dire oggi – perduta in partenza: eppure il colpo mortale alla loro potenza non venne tanto dagli eserciti di Bisanzio, quanto dalle popolazioni nomadi dell’interno del Nordafrica. Si concludeva cosi la folgorante parabola di un popolo che, uscito dall’oscurità delle sue antiche sedi della Slesia e dell’Ungheria, nel giro di pochissimi anni aveva saputo inserirsi – grazie alla genialità del suo sovrano Genserico – nel grande gioco della storia e, conquistata la provincia romana d’Africa, attraverso il controllo dell’approvigionamento del grano e delle rotte marittime si era fatto per un secolo arbitro dei destini del Mediterraneo, tracciando una irripetibile vicenda in cui inaudite crudeltà, intrighi di corte, retaggi tribali e stupefacente intelligenza politica si mescolano in nodi inestricabili.
Hermann Schreiber è nato a Wiener Neustadt, in Austria, nel 1920. Laureatosi all’Università di Vienna, si è dedicato alla storia dell’antichità e dell’alto Medioevo, ricostruendo in una serie di fortunati volumi le vicende di popoli che, pur avendo avuto un peso determinante nell’evoluzione della storia europea, erano rimasti finora ai margini della ricerca storiografica. Dal 1962 vive a Monaco. Tra le opere: Die Hunnen, 1976 (trad. it., Gli Unni, Milano 1983); Auf den Spuren der Goten (Sulle tracce dei Goti); Halbmond über Granada, 1980 (trad. it., Gli Arabi in Spagna, Milano 1982).
Introduzione
Il marchio di un popolo
PARTE PRIMA – LA LUNGA STRADA
CAPITOLO PRIMO
La montagna sacra
CAPITOLO SECONDO
Alla ventura attraverso l’Europa
CAPITOLO TERZO
Genserico
CAPITOLO QUARTO
La città divina e la città umana
CAPITOLO QUINTO
La mancata battaglia intorno a Roma
CAPITOLO SESTO
Il dominatore del mare
CAPITOLO SETTIMO
La diplomazia della pugnalata alla schiena
CAPITOLO OTTAVO
Il re è morto, il popolo vive
CAPITOLO NONO
Guerrieri e intellettuali
CAPITOLO DECIMO
Unnerico il vituperato
CAPITOLO UNDICESIMO
Il crepuscolo degli Asdingi
CAPITOLO DODICESIMO
Gli ultimi re
CAPITOLO TREDICESIMO
Il monte Papua
APPENDICE
Cenni bibliografici
Cronologia
Tavola genealogica
Indice dei nomi
L’Uomo Planetario
Autore/i: Balducci Ernesto
Editore: Camunia Editrice
esemplare con autografo dell’autore.
pp. 204, Brescia
Questo libro di forte passione morale, di rigorosa interdisciplinarità culturale e di lucida scrittura, analizza i mali (violenza, razzismo, discriminazioni) e le opzioni positive (libertà, pace, difesa della specie) della nostra civiltà, inviandoci un messaggio di speranza dal cuore stesso dell’apocalisse. La cultura della guerra rischia di trasformare il Pianeta Terra in una grande Necropoli. Come realizzare il passaggio dalla civiltà che ha sacralizzato le aggressioni distruttive alla nuova civiltà della pace? Può nascere un’umanità planetaria, un’umanità dove ogni uomo viva come cittadino di una sola città, una civiltà in cui il cittadino del Villaggio Terra sia capace di affrontare contemporaneamente il problema della sopravvivenza del genere umano e quello della definizione di comportamenti che garantiscano una nuova creatività morale e sociale?
La condizione dell’uomo contemporaneo assomiglia sempre di più a quella dell’uomo preistorico; il compito prioritario dell’uomo oggi è quello di porsi al servizio della vita e della specie: se nella preistoria l’unità della specie si fondava sulla legge biologica, in futuro dovrà fondarsi sulla legge della convivenza e della libertà.
Abbandonata la religione tecnologica (la tecnologia non ha prodotto né giustizia, né uguaglianza, né pace), l’uomo, giunto in modo inatteso sulla frontiera dell’ultima scelta tra morte e vita, può affidarsi al messaggio di salvezza che gli viene trasmesso dalle grandi religioni del passato? Ernesto Balducci interroga anche le intuizioni profetiche del passato, ma scopre che l’uomo nuovo è l’uomo che sa interpretare e vivere la molteplicità delle culture e delle religioni senza privilegi e conflitti, l’uomo che riesce ad assumere come valore sommo la realizzazione della comunione creaturale: sulle tracce di Cristo che (andando incontro ai poveri, ai miti, agli afflitti e ai perseguitati) è stato il primo (e finora unico) «uomo planetario».
Ernesto Balducci, nato nel 1922, vive a Firenze, attivamente partecipe alle esperienze culturali e comunitarie della città fin dai tempi di Giorgio La Pira e Lorenzo Milani. È uno degli animatori della rivista «Testimonianze» da lui fondata nel 1958.
Ha pubblicato, tra l’altro, Papa Giovanni (1964), Fede e scelta politica (1978), Il terzo millennio (1983).
Profezie del Millennio
Predizioni per l’anno 2000 – Nostradamus, E. Cayce, Blavatsky, Malachia
Autore/i: Mann A. T.
Editore: Neri Pozza Editore
traduzione di Luciana Pugliese, in copertina: Nostradamus, in un’incisione francese del XVI sec.
pp. 188, tavole b/n f.t., illustrazioni b/n, Vicenza
Questo agile saggio, scritto in uno stile accessibile anche ai non specialisti della materia, esamina l’ansia di precognizione che da sempre turba l’umanità e passa in rassegna le più importanti predizioni formulate nel corso della storia da profeti e veggenti, da astrologi antichi e moderni.
I temi del millenarismo e del profetismo affrontati in questo libro sono destinati a soddisfare un interesse e una curiosità crescenti in tutti noi, con l’approssimarsi della fine del millennio. Tanto più che il corrente decennio è da tutti avvertito come determinante per il futuro del nostro pianeta data la gravità dei problemi che lo affliggono: il dissesto ambientale e i ricorrenti disastri patiti dall’ecosistema, il crollo delle ideologie, l’acuirsi dei nazionalismi e dei conflitti razziali, il sovrappopolamento, l’estendersi del flagello della fame e della piaga delle malattie epidemiche ecc.
Che cosa ci dobbiamo dunque aspettare in questo scorcio di secolo: l’avvento dell’Anticristo, immani disastri ambientali, spaventosi conflitti di estensione planetaria, una nuova era glaciale, l’invasione di extraterrestri? Una fine del mondo o una nuova era propiziata dal trionfo della pace e dall’amore universale, grazie all’inizio dell’Età dell’Acquario?
Nostradamus, Edgar Cayce e altri veggenti di cui si parla in questo libro, nonché gli astrologi che traggono i loro pronostici dalla “Grande Croce” del 1999, hanno formulato profezie molto circostanziate per questi anni di passaggio dal secondo al terzo millennio. E questo libro vi fornirà strumenti utili per affrontare qualsiasi fine … e qualsiasi principio.
Tad Mann, nato a New York nel 1943, si è laureato in architettura presso la Cornell University e ha esercitato la professione a New York e a Roma fino al 1972 quando, in seguito a un viaggio in Oriente, ha iniziato a dedicarsi all’astrologia. Attualmente vive a Copenhagen dove insegna astrologia e psicologia. E membro della American Federation of Astrological Networkers, tiene conferenze in tutto il mondo e ha al suo attivo la pubblicazione di nove trattati.
Sindone – Una Sfida alla Scienza e alla Fede
Il «mistero» svelato
Autore/i: Papini Carlo
Editore: Claudiana Editrice
seconda edizione corretta e ampliata.
pp. 176, 42 illustrazioni b/n f.t., 13 illustrazioni b/n, Torino
La copertina di questo libro presenta il volto di una «Sindone» prodotta recentemente in laboratorio con il metodo del bassorilievo bronzeo riscaldato. L’immagine presenta tutte le medesime caratteristiche di quella sindonica: come si può continuare a sostenere che la scienza non è riuscita a scoprire le cause della formazione delle immagini? Il «mistero» è stato dunque finalmente svelato, anche se non lo si vuole ammettere. Si sente spesso ripetere che le prove a favore dell’autenticità sarebbero molto più numerose di quelle a sfavore e in particolare si critica la radiodatazione al C 14. Ma è vero? Le tanto decantate prove (dal «foro dei chiodi ai polsi» alle «macchie di sangue» realistiche, dalla negatività e tridimensionalità ai pollini, alle «monete sugli occhi» e le scritte, al DNA ecc.) reggono di fronte ad una seria critica scientifica? Questo libro rende un utile servizio di controinformazione dando conto dei più recenti studi e scoperte, dimostrando la serietà e l’affidabilità della radiodatazione al C14. Ritiene necessario distinguere nettamente tra la ricerca scientifica seria e la pseudo – scienza sindonologica che in realtà è solo una «apologetica» che pretende di assumere una «veste» scientifica.
Le due prossime «ostensioni» sono uno «schiaffo» alla scienza: si torna a parlare di «sacro reliquia» come se fosse dimostrata un’età di 2000 anni! Dopo l’impegno solennemente assunto nel 1992 di rispettare l’autonomia della scienza – ed il «mea culpa» per la condanna di Galileo – per quali motivi la Chiesa di papa Woityla lancia oggi una sfida di questa portata alla scienza e al cammino ecumenico di riconciliazione tra le Chiese?
Esdra Neemia
Nuovissima versione della Bibbia dai Testi originali
Autore/i: Anonimo
Editore: Edizioni Paoline
terza edizione, versione, introduzione e note di Giuseppe Danieli, il presente volume è stato riveduto per le Edizioni Paoline da Rev.mo Mons. Stefano Virgulin e dal Rev.mo P. Giuseppe Bernini sj.
pp. 168, Roma
Dall’introduzione:
« L’attuale separazione dei due libri di Esdra e Neemia era sconosciuta al più antico canone ebraico, che li trasmetteva come un’opera unica, sotto il titolo di Esdra (testimonianze del Talmud, Flavio Giuseppe, Melitone di Sardi, Origene). La distinzione in due libri compare nelle Bibbie ebraiche soltanto in epoca assai tardiva, verso la meta del secolo XV; ed è conseguenza dell’analoga distinzione esistente allora nelle Bibbie greche e latine.
Per il testo greco la bipartizione di Esdra e Neemia è infatti un dato relativamente antico, giacché risale per lo meno al secolo II (canone di Origene, presso Eusebio, Stor. Eccl. VI, 25, 2). Dal testo greco essa passo nel latino e, alla fine, anche in quello ebraico. La Chiesa cattolica l’adotto ufficialmente nel Concilio Tridentino.
All’origine di questa divisione (inopportuna da molti punti di vista) e con ogni probabilità la breve frase di Ne 1,1: «Parole (dibré) di Neemia, fizlio dt Hakaljah», che introduce la sezione auto- biografica di Neemia e segna un preciso stacco dalla sezione precedente, dove si trasmettevano le memorie di Esdra. Essa si trova pressappoco a meta dell’originario libro unico e richiama naturalmente alla memoria alcuni titoli di libri profetici.
Nella realtà, i libri di Esdra e Neemia formano un’opera unica, saldamente legata nelle sue parti, e debbono pertanto venir letti e commentati con una visione d’insieme rigorosamente unitaria.
[…] Il tema fondamentale di Esdra-Neemia è la restaurazione d’Israele dopo l’esilio babilonese. Ritornano gli esuli, come già preannunciato da Geremia (Esd 1,1) e si compie la ricostruzione materiale e morale di Gerusalemme.
La riedificazione del Tempio (Esd 5-6) e la ricostruzione delle mura cittadine (Ne 3-6) rappresentano le vette, i punti nevralgici del racconto, in maniera tale che ogni altro evento ricordato appare in definitiva come una premessa, uno sviluppo o una conseguenza di questi due. E d’altra parte difficile sopravvalutare il peso di essi nella visuale dell’Autore, per la quale il momento religioso e il momento politico-nazionale risultano inscindibilmente uniti come due aspetti di un medesimo impegno – il Patto di Jahweh con Israele -, e tendono a identificarsi.[…]»
Introduzione
Bibliografia
Autore
- Divisione e struttura fondamentale
- Carattere compilatorio dell’opera
- Le fonti di Esdra-Neemia
- Attività del Redattore-Autore e genere letterario
- Successione cronologica dell’attività di Esdra e Neemia
- Dottrina teologica
- Sigle e abbreviazioni
Esdra
PARTE PRIMA
PRIMO RITORNO DALL’ESILIO E RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO
- Editto di Ciro e ritorno
- Elenco dei rimpatriati con Zorobabele
- Ricostruzione dell’altare e fondamenta del Tempio
- Opposizioni alla ricostruzione del Tempio e al restauro delle mura
- Ripresa dei lavori e favorevole intervento del re Dario
- Dedicazione del Tempio e celebrazione della prima Pasqua
PARTE SECONDA
RICOSTRUZIONE MATERIALE E MORALE DI GERUSALEMME ATTIVITÁ DI ESDRA E NEEMIA
- Presentazione di Esdra e sua missione a Gerusalemme
- Elenco dei ritornati con Esdra
- Il ritorno
- I matrimoni con donne straniere. La preghiera di Esdra
- La riforma dei matrimoni misti. Elenco dei colpevoli
NEEMIA
- Neemia a Susa. Notizie di Gerusalemme e preghiera di Neemia
- Neemia è autorizzato a ritornare
- Decisione di ricostruire le mura di Gerusalemme nonostante le opposizioni
- Suddivisione dei lavori
- Nuove opposizioni e minacce. Misure di difesa
- Ingiustizie sociali. Provvedimenti di Neemia
- Completamento delle mura in mezzo a ostacoli e tranelli dei nemici
- Organizzazione della vita civile
- Elenco dei rimpatriati con Zorobabele
- Solenne lettura del libro della legge da parte di Esdra
- Celebrazione della festa delle Capanne
- Giornata di espiazione
- Solenne impegno della comunità giudaica
- Ripopolamento di Gerusalemme ed espansione giudaica in Palestina
- Elenco dei sacerdoti e dei leviti ritornati con Zorobabele
- Discendenza del sommo sacerdote Giosué
- Elenco dei sacerdoti e leviti al tempo di Jôjagîm
- Dedicazione delle mura di Gerusalemme
- Un modello di comunità giudaica
- Secondo ritorno di Neemia e sua attività riformatrice
Il Mondo Invisibile – Le Rivelazioni di un Grande Medium sull’Aldilà Trasmesse a G. M. Roberts
Titolo Originale: Everyone’s Guide in the Hereafter
Autore/i: Akehurst Ken; Roberts G. M.
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prima edizione, prefazione di Gladys Fieldhouse, nota sull’Autore di Marjorie Akehurst, traduzione di Maura Pizzorno, collana: Esperienze .
pp. 150, Milano
“Questo libro è una guida per la vita nuova e non un testo religioso in senso tradizionale. Quando ne avrete terminato la lettura parlatene con gli altri. Dobbiamo riflettere e discuterne fino a che il trapasso non diverrà per voi tutti un fatto assolutamente naturale. Non dovete temerlo, perchè è un momento di grande gioia credetemi. La morte non è la nemica che vi hanno sempre descritto ma una vera amica. Qui non soffriamo come voi, tutte le infermità e i dolori del corpo svaniscono, e con essi qualsiasi problema della vita terrena… I pensieri amorevoli diffusi ovunque trasmettono un grande benessere, le tensioni si allentano. Dopo il trapasso rinascerete in una nuova dimensione e, come neonati, avrete bisogno di ogni cura. Ma non abbiate paura qui non c’è dolore e un amico caro è pronto ad accogliervi.”
C’è una vita oltre la morte? E che cosa accade quando lo spirito abbandona la terra? Quante volte ci siamo posti questi interrogativi cruciali sul nostro destino, senza riuscire a trovare risposte sicure e convincenti! Ecco un libro illuminante e immediato, capace di svelarci una volta per tutte un’esperienza “in prima persona” del trapasso. A scriverlo – o meglio, a dettarlo attraverso la scrittura automatica a un amico fidato – è un famoso medium, scomparso molti anni fa. Ne è nata un’opera dal fascino straordinario, ricca di inattese e sorprendenti rivelazioni sull’aldilà: un “Paese dell’Estate” pervaso da un’incantevole atmosfera di amore e pace infinita, dove non si conosce il dolore nè la paura, ma si incontrano tutti quegli elementi “mondani” – la natura, le case, gli uomini, gli animali – a cui ci siamo abituati nella dimensione terrena. E l’istante fatidico che separa la vita dalla morte si rivela come un passaggio dolcissimo, in cui un assistente – una sorta di angelo custode – ci accoglie con affetto per condurci a risanare la nostra anima provata dai guasti del mondo. Un testo unico nel suo genere, e insieme una storia toccante, raccontata con semplicità disarmante, che ci induce a riflettere sulle grandi questioni dell’esistenza senza provocare le angosce e i turbamenti che questi temi solitamente suscitano in noi.
Ken Akehurst, uno dei più famosi medium di tutti i tempi, è morto il 28 luglio 1978. Da allora ha continuato a dialogare con gli uomini attraverso G. M. Roberts, al quale ha dettato questo libro.
Fratelli d’Italia
Autore/i: Arbasino Alberto
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione, in sovracoperta: Alberto Arbasino, fotografia di Giulia Niccolai, I Narratori 24.
pp. 538, Milano
Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Mantova, Ferrara, Urbino, Spoleto, Capri: i luoghi più pesantemente sfruttati dal dannunzianesimo rinascimentale prima, poi dal boom turistico, ripercorsi in un «viaggio in Italia» degli anni Sessanta, cioè una lunga frenetica estate di selvagge corse individuali e collettive su e giù per la Penisola. Un musicista tedesco, un anziano poeta, una donna favolosa, alcune dame minori, un letterato italiano e uno francese, un ragazzaccio con la sua mamma, un viaggiatore di Bellinzona (che racconta la storia), una folla di mondani, tantissime vecchie, la buona e la cattiva società di Roma e di Milano; e una diversa Italia per ciascuno di loro. Funesti affetti, ambizioni deluse, tormenti senili; crisi vere e finte, prese di coscienza civili, vanità, rimorsi; descrizioni d’opere d’arte immaginarie, letterarie e musicali, giuste e sbagliate, aperte e chiuse; l’erudizione, l’insolenza, la verve; le contraddizioni più deliranti dell’Italia contemporanea; musica, pranzi, giardini, ironia; la cultura; e la morte.
Una vasta «commedia sociale»: da maggio a gennaio, dalle spiagge italiane ai castelli bavaresi a Londra, una smisurata conversazione a molte voci, festosa e sinistra (e tanto più macabra quanto più gorgheggiante), ogni tanto interrotta perché s’avanza un tenore con la mano sul cuore, come all’Opera, per eseguire una sua romanza di carattere impeccabilmente saggistico. Uno dei non molti romanzi di cui si possa dire senza scherzi che si svolgono «in Italia, oggi.» La storia e la geografia, le tradizioni culturali e la vita di società, le arti e il paesaggio della Patria, modernamente aggrediti con la passione e il furore degli innamorati delle grandi epoche, recuperando il presente e la realtà con attitudini percettive e operazioni linguistiche e strutturali che integrano criticamente l’esperienza con l’espressione.
La Linguistica Testuale
Autore/i: Autori vari
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione, cura e introduzione di Maria-Elisabeth Conte, gli autori dei testi sono: I. Bellert, T. A. van Dijk, H. Isenberg, L. Karttunen, E. Lang, J. S. Petöfi, S. Schmidt, H. Weinrich.
pp. 304, nn. figure b/n, Milano
I saggi raccolti in questo reading da Maria-Elisabeth Conte presentano nel loro complesso le ipotesi-base e il programma di ricerca della linguistica testuale, una nuova branca della linguistica che ha esteso il suo dominio dall’enunciato alle relazioni tra enunciati. Essa focalizza non più la grammaticalità dei singoli enunciati, ma la testualità di sequenze di enunciati, la costituzione stessa dei testi. I singoli enunciati vengono considerati come costituenti di una unita gerarchicamente superiore: il testo, unita della quale la linguistica testuale studia sia i mezzi sintattici e semantici, sta le condizioni pragmatiche che costituiscono la coerenza testuale. La linguistica testuale (intesa come teoria semiotica del testo) tematizza non solo le relazioni interne al testo (relazioni co-testuali), ma anche le relazioni esterne al testo (relazioni contestuali, ossia le relazioni tra testo linguistico e contesto extralinguistico, il modo di funzionare del testo in una situazione comunicativa e sociale). Per alcuni autori, la linguistica testuale diviene così una teoria pragmatica della comunicazione (comunicazione che si svolge in testi), teoria il cui scopo ultimo è spiegare ed esplicitare la competenza comunicativa dei parlanti. Alla presentazione di questi temi fondamentali della linguistica testuale è dedicata, l’Introduzione al volume, pensata come una vera e propria guida critica alla lettura; il reading è corredato di un’ampia Bibliografia che fornisce gli indispensabili strumenti di lavoro per ulteriori approfondimenti.
Maria-Elisabeth Conte ha compiuto gli studi universitari in Germania e in Francia, Dal 1971 insegna Semiotica alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Pavia. Ha pubblicato saggi di linguistica teorica e di storiografia linguistica. Ha curato per l’editore Einaudi la traduzione di Comunicazione e linguistica strutturale di Bertil Malmberg. Attualmente studia questioni di linguistica testuale in rapporto alla teoria degli atti di linguaggio.
Introduzione di Maria-Elisabeth Conte
La linguistica testuale
Sintassi testuale dell’articolo francese di Harald Weinrich
Riflessioni sulla teoria del testo di Horst Isenberg
Di alcune difficoltà nel postulare una “grammatica del testo” di Ewald Lang
Referenti testuali di Lauri Karttunen
Una condizione della coerenza dei testi di Irena Bellert
Nota sulle macrostrutture linguistiche di Teun A. van Dijk
Semantica, pragmatica, teoria del testo di János S. Petöfi
Osservazioni sul componente grammaticale d’una teoria semiotica integrata dei testi di Janos S. Petöfi
Teoria del testo e pragmalinguistica di Siegfried J. Schmidt
Bibliografia
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Indice dei nomi
Universali Linguistici
Autore/i: Autori vari
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
cura e introduzione di Flavia Ravazzoli, gli autori dei testi sono: Th. G. Bever, Ch. J. Fillmore M. A. K. Halliday, J. K. Hintikka, D. H. Hymes, R. Jakobson, J. Kurytowicz H. Leuninger, D. McNeill, P.S. Rosenbaum.
pp. 296, Milano
Flavia Ravazzoli ha curato per questo readings la scelta e la traduzione di nove saggi che esemplificano in ambiti di ricerca eterogenei alcune implicazioni teoriche e metodologiche dei cosidetti “universali linguistici”. Questi ultimi investono questioni centrali per l’epistemologia linguistica moderna e sono riferibili, anche storicamente, ad alcuni paradigmi culturali decisivi per l’attuale scienza linguistica. In particolare, i paradigmi più rappresentativi in questo senso sarebbero tre: quello legato all’ipotesi del relativismo linguistico (il “paradigma di Whorf”); quello definito dalla teoria universalistica della grammatica generativa trasformazionale (il “paradigma di Chomsky”) e quello rappresentato dal funzionalismo europeo più recente (il “paradigma funzionale cecoslovacco”). All’interno di ciascun paradigma si ritrovano vari spunti per definire o ridefinire i tipi principali di universali linguistici. I saggi prescelti vanno dall’ambito funzionalistico a quello lessicalistico postchomskiano, fino a comprendere la psicolinguistica, la sociolinguistica e la semantica dei mondi possibili, in un complesso reticolo di tematiche universalistiche, esplicite o implicite nei singoli temi e metodi d’indagine.
Flavia Ravazzoli (Caracas 1948), e assistente di Semiotica presso l’Università di Pavia. S’è occupata di sintassi generativa trasformazionale applicata all’italiano, di linguistica generale e di poetica. Ha pubblicato un manuale sulla linguistica del Novecento (Linguistica, Saggio critico, testimonianze, documenti, Milano 1975). Recentemente ha impostato le sue ricerche sui rapporti fra linguistica e retorica, visti nei loro aspetti teorici e nelle loro possibili applicazioni alla semiologia letteraria da un lato e alla glottodidattica dall’altro: in quest’ultimo campo ha pubblicato con Maria Corti ed Emilio Manzotti una grammatica dell’italiano intitolata Una lingua per tutti (Firenze 1979).
Introduzione di Flavia Ravazzoli
Universali linguistici
Segno zero di Roman Jakobson
Universali linguistici di Jerzy Kurylowicz
Il ruolo della prospettiva funzionale di frase nel sistema della descrizione linguistica di Michael A. K. Halliday
Alcune strutture lessicali e la loro validità empirica di Thomas G. Bever e Peter S. Rosenbaum
Tipi di informazione lessicale di Charles J. Fillmore
Universali dell’acquisizione linguistica di Helen Leuninger
Esistono universali linguistici specifici? di David McNeill
La competenza comunicativa di Dell H. Hymes
La logica della percezione di Jaakko K. Hintikka
Bibliografia
Copyrights
Alle Frontiere del Linguaggio
Titolo originale: Trasformational Grammar as a Theory of Language Aquisition
Autore/i: Derwing Bruce L.
Editore: Editori Laterza
prima edizione, prefazione dell’autore, introduzione e traduzione di Carmela Nocera.
pp. 418, Roma
Dopo la stagione dominata dalla grammatica generativa di Chomsky, che aveva preteso di costruire un sistema assoluto e universale, la scienza linguistica richiede una revisione radicale che riporti l’attenzione sul parlante concreto e tenga presenti gli apporti della psicologia e della sociologia del linguaggio. In questo libro Derwing indica le linee per una rifondazione metodologica, concettuale ed empirica della linguistica.
Bruce L. Derwing è nato ad Albany (New York) nel 1938. Membro di numerose società linguistiche statunitensi e canadesi, ha svolto attività didattica in campo linguistico all’università dell’Indiana e all’Air University Maxwelll dell’Alabama, e in lingue slave all’università di Alberta (Canada). Attualmente è professore di linguistica all’Università di Alberta.
Introduzione
Prefazione
Parte prima IL PROBLEMA
I. Introduzione
- Proposito del presente lavoro
- Base logica del presente lavoro
- Alcuni problemi strategici
- Sulla nozione kubniana di paradigma
- Sul ruolo della critica nella scienza
- Alcuni problemi specifici dei paradigmi
- Il metodo delle ipotesi alternative
- Conclusione
II. Alcuni aspetti centrali della «Rivoluzione Chomskiana» nella linguistica americana
- Alcuni segni della lotta rivoluzionaria
- La natura del linguaggio
- Il fine della descrizione linguistica
- I dati linguistici
- Sommario e conclusioni
III. La natura dell’acquisizione del linguaggio
- Un requisito induttivo delle grammatiche
- Il modello chomskiano di acquisizione del linguaggio
- Un modello alternativo di DA
- Alcune considerazioni generali
- Gli universali linguistici innati sono veramente necessari?
- Alcuni pericoli impliciti
- Sintesi e conclusioni
Parte seconda METATEORIA LINGUISTICA
IV. Alcuni problemi relativi alla descrizione fonologica
- Scelta del problema
- L’alternanza ov~uj in russo
- Processo a favore dell’approccio generativo
- L’apprendimento delle rappresentazioni lessicali astratte
- Il processo contro l’approccio generativo
- Argomenti di adeguatezza descrittiva
- Argomenti di legittimità sincronica
- I problema dell’entita lessicale
- Altre anomalie della fonologia generativa
V. «Spiegazione» e «naturalezza» nella GGT
- «Spiegazione» e «regolarità» nella fonologia generativa
- «Semplicità» e «naturalezza» nella fonologia generativa
- Breve intermezzo sintattico
- Ricapitolazione
VI. Alcune controproposte orientate in senso processuale
- Aspetti della crociata chomskiana contro il fonema
- Un insieme sperimentale di vincoli di «apprendibilità» per i sistemi fonologici
- Sommario e conclusione
Parte terza FONDAMENTI METODOLOGICI E CONCETTUALI
VII. «La rivoluzione» chomskiana riconsiderata
- Sulla natura della scoperta scientifica
- C’è una logica della scoperta?
- I passi verso la teoria
- Sulla giustificazione delle teorie
- Sulla conferma e falsificazione delle teorie
- Sulla predizione e spiegazione nella scienza e nella GGT
- Sulla semplicità
- Sull’uso dell’evidenza introspettiva nella GGT
- Sull’idealizzazione nella scienza e nella GGT
VIII. «Competenza» ed «Esecuzione»
- Tre interpretazioni della distinzione chomskiana competenza/esecuzione
- La competenza come modello idealizzato di esecuzione linguistica
- La competenza come componente centrale di un modello idealizzato di esecuzione
- La competenza come entità astratta indipendente lontana dall’esecuzione linguistica
- Il paradigma generativo-trasformazionale: una valutazione globale
IX. Verso una ridefinizione della ricerca linguistica
- Cos’é la linguistica?
- Un momento schematico del processo linguistico
- Linguistica o « psicolinguistica »?
- Sui contributi iniziali della linguistica formale e della psicologia sperimentale
- Alcuni concetti linguistici fondamentali
- Un paradigma illustrativo di ricerca preso dalla psicologia sperimentale
- Sommario conclusivo e prognosi
Bibliografia
Indice dei nomi e delle cose notevoli
La Repubblica Universale nella Famiglia delle Stelle
Autore/i: Di Palo Luigi Quarto
Editore: Scuola Tipografica Istituto Prov. Apicella per Sordomuti
pp. 638, nn. illustrazioni b/n, Molfetta
è tempo è il tempo
dopo lo spazio il movimento empirici
il nulla la materia la carne
l’animalità la patria nazione la guerra
con la coscienza morale la repubblica universale la pace
la terra il sole le stelle
la VISIONE la TRINITÀ la UNIONE
Madame de Sade
Titolo originale: Sado Kōhshaku fujin
Autore/i: Mishima Yukio
Editore: Ugo Guanda Editore
introduzione di Gian Carlo Calza, cura e traduzione di Lydia Origlia, postfazione dell’autore.
pp. 126, Milano
Leggendo la biografia di Sade, Mishima rimase colpito da un episodio apparentemente inspiegabile; la moglie del «divino marchese», dopo aver dedicato tanti anni e tante appassionate energie al tentativo di farlo uscire dal carcere, al momento della possibile riunione, anzichè accorrere da lui, gli rimase lontana… Come mai? L’ipotetica risposta a questo interrogativo «romanzesco» si intreccia con sapiente e suggestiva sottigliezza, in un testo fra i più rappresentativi della sua produzione teatrale, al tema portante della ricerca estetico-filosofica di Mishima. La bellezza fisica, per il grande scrittore giapponese, è indissolubilmente fusa col valore morale, con la volontà e la forza di incarnare nella propria esistenza ideali di vita elevati, superiori alla contingenza quotidiana. Quando la mente si separa dal corpo e cerca di assoggettarlo al proprio dominio, il corpo avvizzisce, la tempra morale si spegne e l’uomo diventa un simulacro di ciò che potrebbe e dovrebbe essere. Limitato nell’uso del corpo dalla sua condizione di prigioniero, il Sade di Mishima ha trasferito il mondo dei sensi e delle passioni su un piano squisitamente intellettuale, lasciando che il suo corpo decadesse in abbandono. Ed è per questo che la marchesa, protagonista di questo dramma in cui Mishima utilizza da maestro lo scenario per lui insolito della civiltà occidentale, fa sapere al marito che non lo incontrerà mai più.
Nato nel 1925 e morto suicida nel 1970, Yukio Mishima è una delle figure più rappresentative della letteratura giapponese contemporanea. Fra i titoli più noti della sua sterminata produzione, comprendente romanzi, novelle, opere teatrali e saggistiche, ricordiamo: Confessioni di una maschera (1949), La voce delle onde (1954), Il padiglione d’oro (1956), Il sapore della gloria (1963) e Sole e acciaio (1968, uscito quest’anno nella collana «Prosa contemporanea» di Guanda).
Introduzione di Gian Carlo Calza
Notizia sulla vita e le opere di Yukio Mishima
- Bibliografia essenziale
- Madame de Sade
- Atto primo
- Atto secondo
- Atto terzo
Postfazione dell’autore
Il “Caso Ariel Toaff” – Una Riconsiderazione
Autore/i: Cardini Franco
Editore: Edizioni Medusa
pp. 96, Milano
Questo libretto non è né un pamphlet, né un instant book. All’inizio di febbraio lo storico israeliano Ariel Toaff, nato in Italia e figlio del celebre rabbino emerito di Roma, Elio Toaff, pubblicava un denso e ampio saggio, Pasque di sangue (il Mulino), che affrontava nuovamente un tema discusso e scottante come quello dell’”accusa del sangue”. Per secoli gli ebrei sono Stati accusati, in Europa, di uccidere nella Pasqua dei bambini cristiani per impastare gli azzimi di Pesach col loro sangue. Rileggendo i documenti processuali sui quali si era a suo tempo preteso di fondare l’infamante accusa, Ariel Toaff rimetteva in discussione i risultati cui la critica storica era pervenuta e ipotizzava, alla luce del confronto con alcuni riti e aspetti culturali dell’ebraismo ashkenazita, che delitti di quel genere potrebbero – in rarissimi e limitatissimi casi, comunque estranei all’ortodossia ebraica e aberranti rispetto all’ebraismo – anche aver avuto luogo. L’audacia dell’ipotesi ha suscitato un acceso dibattito fra gli storici, ben presto trasformatosi in durissima polemica; ma intanto del “caso Toaff” si erano a vario titolo impadroniti i mass media ospitando interventi di opinion makers e associazioni religiose, di ambienti politici e gruppi di pressione di provocatori di professione e bloggers fondamentalisti. Queste pagine rendono conto delle linee di sviluppo del dibattito di cui sono stati protagonisti studiosi, intellettuali e giornalisti, ma per mostrare come esso si sia svolto in un contesto estremamente turbolento e turbato, in cui la serena discussione scientifica è diventata da subito impossibile. Condanne di tipo religioso e politico hanno allarmato gli studios; spingendo molti di loro a chiedersi se e fino a che punto, in questo caso, la libertà di pensiero, di espressione e di ricerca scientifica non sia stata lesa e se sia o no legittimo proporre che tale libertà possa, sia pure in pochi e particolarissimi casi, decidere di autolimitarsi senza che cid leda il diritto a ricercare la verità.
Franco Cardini, fiorentino, docente nell’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM), si occupa di rapporti fra Europa e mondo islamico. A proposito delle questioni che toccano il mondo ebraico, e autore del volume Gli ebrei, popolo eletto e perseguitato (Bulgarini 1995); ha introdotto il volume Israele (Dedalo 1999), sostenendo che Israele è «una parte di noi e delle nostre vicende di cui non possiamo fare a meno. Una gloria del mondo»; ha scritto insieme con Simonetta Della Seta il romanzo “storico-metastorico” Il guardiano del Santo Sepolcro (Mondadori 2000), nel quale i due Autori, un’ebrea e un cattolico, narrano in spirito d’amore e di fratellanza l’avventura di un protagonista musulmano che attraversa diacronicamente i secoli, dal VII al XX. Nel suo recentissimo romanzo Il signore della paura (Mondadori 2007), denunzia attraverso le accorate parole di Enrico III re di Castiglia (1379-1406) le violenze e le calunnie che gli ebrei furono costretti a subire nel medioevo europeo: tra cui, appunto, l’”accusa del sangue”.
• Oportet ut scandala eveniant
• Kulturkampf, Zeitungenstreit, Professorenkrieg
• Habent sua fata libelli
• Drôle d’affaire
• Autodafé
• Čto delat’?
Note
La Forza Nascosta – I Poteri Inesplorati della Mente
Titolo originale: Superself
Autore/i: Wilson Ian
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prefazione e ringraziamenti dell’autore, traduzione di Laura Sgorbati Buosi.
pp. 208, nn. illustrazioni b/n, Milano
«Se quindi brancoliamo ancora tanto nel buio per ciò che riguarda il cervello come entità fisica, quanto sappiamo della nostra conoscenza e di ciò che potrebbe stare al di la di essa? Sebbene esistano moltissime attività che pensiamo di svolgere in modo assolutamente cosciente, come leggere un libro o suonare il piano, in realtà le cose sono più complicate.
Tu, per esempio, lettore, in questo preciso momento dovresti essere del tutto cosciente, visto che stai leggendo questo libro. Ma quanto sei conscio di leggere le mie parole, nel senso di riconoscere Ciascuna lettera come simbolo, ciascuna combinazione di lettere come parola e ogni insieme di parole come la rappresentazione di pensieri che provengono da me? Certo, adesso ne sei diventato consapevole, perchè ho messo questo pensiero nella tua testa. Ma prima? Eri talmente “sintonizzato” sui concetti che esprimevo da non cogliere consapevolmente lo sforzo dell’azione del leggere.»
Quanto si conosce del potenziale nascosto che senza dubbio si possiede al di la della piccola porzione di cervello che si utilizza? Ripercorrendo la strada dello studio dell’inconscio, in gran parte abbandonata dagli studiosi americani in favore della psicologia del comportamento – più facilmente controllabile e quantificabile – Ian Wilson, l’autore di questo illuminante saggio, propone una panoramica sulle varie e sorprendenti manifestazioni della psiche, svelando al lettore i misteri del «su-per-sè». Un sè interiore che, pur privo di una dimensione soprannaturale – come tiene a precisare Wilson -, permette non soltanto di ricordare altre vite, di non percepire il dolore, di guarire da mali ritenuti incurabili, di ottenere un perfetto dominio sul corpo, ma soprattutto offre l’opportunità di uscire dai limiti della coscienza ordinaria e di entrare in uno stato mentale in cui tutte le barriere spaziali e temporali sembrano svanire magicamente. Scritto con uno stile semplice e piano, La forza nascosta è un affascinante viaggio di auto-scoperta mediante il quale è possibile razionalizzare e sviluppare quelle capacita «in potenza» della mente umana, che magari non si pensa nemmeno di avere.
Ian Wilson, laureato in storia moderna a Oxford, è autore di best-seller internazionali. Di lui Sperling & Kupfer ha già pubblicato con successo Al di là della vita.
Prefazione e ringraziamenti
- Il genio dentro di noi
- Chi ha creato Little Noddy?
- Prodezza fisica inconscia
- Possiamo ricordare tutto?
- Calcolatori ancora più incredibili
- Nel paese dei ciechi
- «Ahi, (non) mi fai male!»
- La supremazia della mente sul corpo
- … e io sarò guarito
- Un Sesto senso?
- Siamo tutti una cosa sola?
- Superare l’ostacolo. . .
- Come raggiungere il super-sé
- E allora che cos’è il super-sé?
Note
Bibliografia
La Delinquenza negli Affari – Secondo la Psicologia Criminale e la Polizia Giudiziaria
Autore/i: Doná Gaetano
Editore: Fratelli Bocca Editori
esemplare a fogli chiusi.
pp. 204, Torino
Dal testo:
«Secondo la diversa forma di lotta per la esistenza, si è detto dai sociologi che l’uomo ha creato finora due tipi diversi di civiltà: la civiltà a tipo di violenza e quella a tipo di frode. E si è aggiunto che per solito la violenza e la frode sono due periodi successivi nella storia di un popolo, senza escludere la possibilità però di un regresso dalla frode alla violenza, come avvenne col decadere dell’impero romano, – ne la possibilità che in seno ad un medesimo organamento sociale coesistano alcuni caratteri di un tipo e alcuni dell’altro, come fu ad esempio negli Stati Uniti d’America quando alle estremità inabitate si lottava per la conquista dell’oro a mano armata, mentre alla borsa di New-Jork si battagliava coi telegrammi falsi.[…]»
I. Letteratura fantastica e polizia scientifica
II. Delinquenza atavica e delinquenza evolutiva
III. La frode nella storia del diritto
IV. Psicologia della frode
1. Verre, i pubblicani e Cicerone
2. John Law e la Compagnia delle Indie
3. Ferdinando Lesseps e la società del Panama
4. La rivoluzione francese e gli assegnati
5. L’ultima guerra e la frode monetaria tedesca
V. La frode nella letteratura e nel teatro
VI. Ciarlatani, teumaturghi e avventurieri
VI. Gli affari
VII. L’usura
X. La Borsa
XI. Le Assicurazioni
XII. I magazzini generali
XIII. I fallimenti
XIV. Investigazione delle frodi
XV. Raggiri legali e trucchi volgari
1. Raggiri legali
2. Truffa «americana»
3. Truffa «spagnola»
4. La solita patacca
5. La truffa dell’anello
6. Le «boules de neige»
7. I piccoli trucchi
8. I trucchi maggiori
9. La concorrenza sleale
10. Le simulazioni d’incidenti automobilistici
XVI. Falsificazione di scritture
1. La perizia delle scritture
2. I falsi e le prove
3. Analisi degli inchiostri
4. Le scritture a matita
XVII. Adulterazioni di prodotti alimentari
1. I prodotti vegetali
2. I prodotti animali
3. Le bevande
4. I pesi e le misure
5. Provvidenze e rimedi
XVIII. Contraffazioni di antichità e di oggetti
XIX. Falso monetaggio e frodi varie
1. Falsificazione di monete e valori
2. Pietre e perle false o «coltivate»
3. Le frodi nelle vendite di bestiame
4. Le frodi nell’emigrazione e la «tratta delle bianche».
XX. La delinquenza affaristica nel diritto positivo
1. Truffa ed altri delitti comuni
2. Usura e circonvenzione d’incapaci
3. Disciplina delle Banche
4. Abusi, simulazioni e frodi nelle società e nei bilanci
5. Aggiotaggio
6. Banoarotta