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I Bianchi e i Rossi – Storia della Guerra Civile Russa

I Bianchi e i Rossi – Storia della Guerra Civile Russa

Titolo originale: Red Victory

Autore/i: Lincoln W. Bruce

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Francesco Saba Sardi, collana: Le Scie, in sovraccoperta: illustrazione di Ferenc Pinter.

pp. 360, due cartine a colori e nn. illustrazioni in b/n, Milano

Il conflitto (1918-1921) da cui nacque la Russia sovietica. Battaglie, atrocità, carestie. Figure leggendarie come Lenin, Trockij, Stalin, Majakovskij, la Kollontaj. Un impero costruito con la forza e tenuto insieme con la violenza e il terrore.
Nel marzo 1917 lo zar Nicola II di Russia abdica e cede il potere a un potere provvisorio. Immediatamente il mondo politico russo, poco avvezzo alla pratica del compromesso su cui nel bene e nel male sono fondate le democrazie occidentali, si frammenta in decine di fazioni in conflitto tra loro. In novembre il gruppo dei bolscevichi guidati da Lenin si impone su tutti gli altri. Ma la vittoria dei Rossi non è certo definitiva. Truppe armate di ritorno dai fronti della prima guerra mondiale vagano per le steppe, prive di comandanti. Alle frontiere premono gli eserciti degli oppositori Bianchi,appoggiati da un corpo di spedizione inviato da quattordici Paesi (tra cui l’Italia). Finlandia, Lettonia, Estonia, Polonia, Ucraina, Georgia, fino allora parte dell’impero russo, chiedono l’indipendenza. Ha così inizio uno dei conflitti più atroci della storia. Dopo centinaia di battaglie, decine di migliaia di esecuzioni sommarie, milioni di morti per fame e malattie, nel 1921 l’Armata Rossa proclama la vittoria finale. Comincia la costruzione del moderno Stato sovietico.
Lo storico americano Bruce Lincoln racconta, come mai è stato fatto prima d’ora, questi quattro anni di sanguinosa guerra civile. Con il piglio narrativo di una Barbara Tuchman o di un Simon Schama  tratteggia grandi scenari epici ed evoca figure leggendarie come Trockij, Stalin, Majakovskij, la Kollontaj.

W. Bruce Lincoln: Professore di storia russa alla Northern Illinois University.

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Prefazione
I protagonisti principali

Parte prima: 1918

  • Prologo
  • La primavera di fame
  • Lo scontro ha inizio
  • “L’espropriazione degli espropriatori”
  • I primi giorni di terrore
  • Intervengono gli alleati

Parte seconda: 1919

  • Demikin e i cosacchi
  • Il capo supremo della Siberia
  • Il fronte di Pietrogrado
  • L’Ucraina in fermento
  • Nel cuore rosso della Russia

Parte terza: 1920

  • La lotta per la sopravvivenza
  • “Dateci Varsavia!”
  • La fine dei Bianchi
  • Gli amari frutti della vittoria
  • La sollevazione di Kronistadt
  • Epilogo: la rivoluzione divora i suoi artefici

Note
Opere e fonti citate
Indice dei nomi

Sani col Training Autogeno

Sani col Training Autogeno

Titolo dell’opera originale: Gesund durch Autogenes Training

Autore/i: Eberlein Gisela

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione, traduzione dal tedesco di Carlo Sallustro, Universale Economica 714.

pp. 104, illustrazioni b/n, Milano

Che cos’è il training autogeno? Va sotto questo nome un insieme di tecniche psicoterapeutiche fondate sull’autodistensione da concentrazione e capaci di influire positivamente sul sistema neurovegetativo e perciò di controllare e di ripristinare il buon funzionamento di organi su cui si scarichino le tensioni e i conflitti psichici. Queste tecniche furono elaborate fra il 1908 e 1912 da Johannes Heinrich Schultz, psichiatra tedesco.
La dottoressa Gisela Eberlein, una sua allieva che dal 1950 esercita con grande successo la psicoterapia basata sul training autogeno (ha avuto in cura ormai più di ventimila persone), espone in queste pagine con chiarezza i fondamenti e le applicazioni del metodo. Chi intende venir a capo di disturbi funzionali d’origine nervosa (cuore, circolazione, stomaco), di stati d’ansia, di distimie depressive, chi vuole ritrovare la calma, dormire meglio, godere di una migliore concentrazione e determinazione nell’affrontare i propri compiti quotidiani può trovare un aiuto prezioso nella pratica di questi esercizi. L’efficacia dei quali è pari alla capacità di concentrazione e autodominio: come dire che chi si sottopone al training autogeno è tenuto a prendere direttamente in carico se stesso, in un atteggiamento positivo che rende via via possibile guardare le cose con occhio diverso, acquisire un coraggio nuovo di vivere, senza per questo perder di vista le cose nella loro realtà.

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  • A che serve il training autogeno?
  • Sani col training autogeno
  • La tecnica degli esercizi
  • L’esercizio della calma
  • L’esercizio della pesantezza
  • L’esercizio del calore
  • L’esercizio del controllo cardiaco
  • L’esercizio del respiro
  • L’esercizio del plesso solare
  • L’esercizio della testa
  • La formulazione individuale di proponimenti
  • Un aiuto per dormire
  • Considerazione finale

“Resuscitò Cristo!” – Commento alle Letture Bibliche della Divina Liturgia Bizantina

“Resuscitò Cristo!” – Commento alle Letture Bibliche della Divina Liturgia Bizantina

Autore/i: Federici Tommaso

Editore: Eparchia di Piana degli Albanesi

presentazione di Sotir Ferrara Vescovo, prefazione dell’autore, traduzione di Bartolomeo di Costantinopoli.

pp. 1840, nn. tavv. a colori f.t., Palermo

La presente opera è stata concepita e preparata “Per conoscere Lui e la potenza della Resurrezione di Lui”. È una modesta offerta di un sussidio per la predicazione, anzitutto, che abbia come centro immutabile Cristo Signore nostro Risorto con lo Spirito Santo per la gloria del Padre nostro.
Essa è quasi una restituzione gioiosa di quanto l’autore ha ricevuto dalla lunga, fruttuosa frequenza della Liturgia bizantina greca, e dalla chiamata quasi connaturale a collaborare alla vita delle due Eparchie italiane di Rito bizantino greco, Piana degli Albanesi in Sicilia, e Lungro in Calabria. Con l’antica e prestigiosa Abazia di Grottaferrata, esse costituiscono la felice realtà della presenza bizantina in territorio italiano, in un contesto ecclesiale che ha cosi un enorme significato simbolico. Infatti queste Comunità mai si separarono formalmente dalla Madre, Costantinopoli, e si trovano in pacifica comunione con la Sede Romana. Ora, da tempo I’autore aveva stabilito un’ amicizia fedele con gli Eparchi e con l’Igumeno di Grottaferrata, nelle venerate persone, richiamate a godere la Luce del Volto divino, S.E. Giuseppe Perniciaro di Piana degli Albanesi, S.E. Giovanni Stamati di Lungro, l’Archimandrita Teodoro Minisci di Grottaferrata; ed anche con il loro Clero e con i Monaci basiliani. L’amicizia continua e gli Eparchi attuali chiedevano uno strumento utile per la predicazione e per la catechesi mistagogica delle loro Chiese. Questo stava pero già nella mente dell’autore, per cui l’iniziativa fu comune: l’incontro della richiesta e dell’offerta, quasi in modo spontaneo.[…]
In sostanza, si voleva uno strumento anzitutto per il Clero in cura di anime, con i loro collaboratori nella catechesi mistagogica; nonchè per i Seminaristi in via di formazione fedele alla Tradizione bizantina; ed infine, anche per quanti vogliano approfondire quello che semplicemente celebrano nei divini trasformanti Misteri.[…]

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Parte I
Celebrare Cristo Signore Risorto nella sua Divina Parola

Introduzione – La “Liturgia”

I. La Teologia Simbolica
II. La Parola Divina Divinizzante
III. La Santa Scrittura nella Santa Liturgia
IV. Rispondere alla Parola della Resurrezione
V. La Resurrezione pervade l’anno liturgico
VI. L’Omelia Celebrazione Privilegiata
VII. La Vita del Signore nei 4 Evangeli
VIII. L’Evangelo Tetramorfo
IX. Strutture del “Lezionario” Bizantino della Divina Liturgia

Parte II
Commento alle Letture della Divina Liturgia

A. Il periodo del Pentêkostárion Chormósynon
Il Sabato Santo e Grande

B. Il Kyriakodrómion
Il “Corso delle Domeniche” dalla Pentecoste all’Esaltazione della S. Croce

C. Dall’esaltazione della S. Croce al Periodo del Triôdion
Il periodo del Triôdion o Grande e Santa Quaresima

D. Heôrtodrómion
Corso delle Feste Fisse o Ciclo dei Mênáia

  • Settembre
  • Ottobre
  • Novembre
  • Dicembre
  • Gennaio
  • Febbraio
  • Marzo
  • Aprile
  • Maggio
  • Giugno
  • Luglio
  • Agosto

Appendici
Le Nozze di Cana nel Rito della Cororazione
I Salmi
Citazioni Bibliche
Indici
Le Sante Icone
Pericope Bibliche Commentate
Testi dei Padri
Feste e Santi secondo i Mênáia
Indice Generale

I Segni sul Muro – Con alcune Lettere Inedite di S. Freud all’Autrice

I Segni sul Muro – Con alcune Lettere Inedite di S. Freud all’Autrice

Titolo originale: Tribute to Freud – with unpublished letters by freud to the author

Autore/i: Doolittle Hilda

Editore: Casa Editrice Astrolabio

nota introduttiva e traduzione di Massimo Ferretti, in appendice lettere scritte da Freud a H.D. tra il 1932 e il 1937.

pp. 144, Roma

Il “tributo a Freud” della poetessa americana H. D., sodale di Ezra Pound e paziente del Professore di Vienna. Dichiarazione d’amore, taccuino di sogni e visioni, brogliaccio di un’analisi didattica, poema drammatico, e soprattutto incartamento del processo che un artista, ma “sognatore, intenta a se stesso per trovare la chiave dei “segni” che la sua mente ha proiettato sul “muro” della realtà.

“Di tutta la letteratura biografica sorta intorno a Freud resterà l’esemplare più incantevole – un’opera che poteva essere scritta soltanto da un artista cosi sottilmente creativo”. (Ernest Jones)

“Se il termine “psicoanalisi” non fosse mai usato, se “Freud” venisse cancellato ogni volta che il nome compare e sostituito con la locuzione “essere superiore”, il testo manterrebbe intatti la sua forza e il suo ritmo veramente unici. Anche se scritto in prosa l’effetto che produce è quello di un lungo poema drammatico”. (Merril Moore)

H.D. (Hilda Doolittle) è nata nel 1886 a Bethlehem in Pennsylvania. All’Università di Pennsylvania, dove il padre era direttore dell’osservatorio astronomico, i suoi amici furono William Carlos Williams ed Ezra Pound. Con quest’ultimo e con Richard Aldington (suo futuro marito) fondò a Londra nel 1912 l’Imagismo. Assunse per qualche tempo la vicedirezione dell’”Egoist” (la rivista dove tra l’altro comparve a puntate A Portrait di Joyce) in cui le succedette T.S. Eliot. Tra Londra e Parigi incontro quasi tutti i protagonisti e le comparse delle grandi avventure culturali tra le due guerre. Le sue vicende private (la condizione di espatriato, i lutti familiari, la seprazione e il divorzio da Aldington) restano inestricabilmente legate a quelle del suo tempo. Anche se deve la sua fama a numerosi libri di poesia (tra cui, la “trilogia della guerra”: The Walls Do Not Fall, 1944; Tribute To The Angels, 1945; The Flowering Of The Rod, 1946) e a stupende versioni dal greco (tra cui, The Ion of Euripides, 1937), non minore è l’importanza dei suoi romanzi (tra cui, Bid Me To Live, 1963). È morta in Svizzera nel 1961.

Gesù e Israele

Gesù e Israele

Titolo originale: Jésus et Israël

Autore/i: Isaac Jules

Editore: Nardini Editore – Centro Internazionale del Libro

seconda edizione, premessa dell’autore, prefazione di fr. Pierre-M. de Contenson, introduzione di Alberto Soggin (Facoltà Valdese di Teologia – Roma), versione dal francese a cura di Ebe Finzi Castelfranchi.

pp. 464, Firenze

Dalla premessa:
«Quest’edizione italiana di Jèsus et Israèl di Jules Isaac, un’opera ormai «classica» nella storia delle relazioni fra ebrei e cristiani, pubblicata la prima volta a Parigi nel 1948, vede finalmente Ja luce dopo lunghe difficoltà, grazie all’intelligente comprensione e all’iniziativa di un editore aperto a problemi religiosi in genere e in particolare alla comprensione fra le diverse confessioni cristiane e non cristiane.
Proprio per questo carattere «classico» dell’opera di Isaac, non abbiamo creduto opportuno modificare minimamente il testo o aggiungere se non in rarissimi casi alcuna nota aggiuntiva, laddove lo avrebbero richiesto tutti gli avvenimenti successivi al 1948, in particolare durante e dopo il Concilio Vaticano II.
Abbiamo tuttavia ritenuto doveroso premettere una presentazione del P. Pierre-M. de Contenson, Segretario della Commissione vaticana per le relazioni religiose con l’ebraismo, e un’introduzione del Prof. Alberto Soggin, della Facoltà teologica valdese di Roma, e aggiungere in appendice, oltre ai noti «Dieci punti di Seelisberg» del 1947, la Dichiarazione del Concilio Vaticano II «Nostra aetate» del 1965 e il più recente Documento della Commissione vaticana per le relazioni religiose con l’ebraismo in data 1° dicembre 1974.
La traduzione italiana dell’opera di Isaac è stata curata dalla Signora Ebe Finzi di Bologna e vuol essere un omaggio alla cara memoria del figlio Mario, giovane magistrato e appassionato musicista, incarcerato dai fascisti dal maggio al luglio 1943 e successivamente arrestato dai tedeschi nel marzo ’44 e deportato nel campo di Birkenau (Auschwitz), dove scomparve per sempre.»

Jules Isaac nacque a Rennes in Bretagna nel 1487 e fu per oltre trent’anni professore di storia nei licei e all’Università ed egli stesso uno degli storici francesi più noti nella prima meta del nostro secolo, in particolare come autore di testi scolastici largamente diffusi.
«Gesù e Israele», pubblicato la prima volta nel 1948 e dedicato alla moglie e alla figlia perite in un campo di concentramento nazista, «uccise semplicemente perché si chiamavano Isaac», costituisce ormai un testo «classico» fra quelle opere che più hanno contribuito all’instaurazione del dialogo fra Cristianesimo ed Ebraismo.
Quanto Isaac sosteneva già nel 1948 e andò poi tenacemente ripetendo fino alla sua morte, avvenuta a Aix-en-Provence nel 1963, è stato ripreso nelle sue parti essenziali, proclamato e proposto come norma dalla Dichiarazione «Nostra aetate» del Concilio Vaticano II a tutti i fedeli della Chiesa cattolica.
I lettori incontreranno in questo libro «un animo ardente, un vero profeta-combattente, umile e ostinato, che ha votato la sua esistenza terrestre, sino alla fine, ad una causa allora misconosciuta, oggi accolta, in linea di massima, quasi universalmente, ma forse non ancora sufficientemente capita e sposata con troppo poco entusiasmo». (Dalla presentazione del Padre P. M. Contenson, O.P., Segr. della Commissione per le relazioni religiose della Chiesa con l’Ebraismo).

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Premessa
Presentazione all’edizione italiana
Introduzione
Premessa alla prima edizione
Premessa alla seconda edizione

Introduzione – Sguardo Preliminare sull’Antico Testamento

Parte Prima – Gesù il Cristo Ebreo Secondo la Carne

Parte Seconda – Il Vangelo nella Sinagoga

Parte Terza – Gesù e il suo Popolo

Parte Quarta – Il Crimine di Deicidio

Conclusione
Conclusione pratica: La Riforma Necessaria dell’Insegnamento Cristiano

Appendice:

I. I dieci punti di Seelisberg

II. La Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa cattolica con le religioni non cristiane del Concilio Vaticano II

III. Relazioni religiose fra Cattolici ed Ebrei

Note

L’Astrologo Distratto

L’Astrologo Distratto

Illustrato con Xilografie Originali di Sigfrido Bartolini

Autore/i: Nemi Orsola

Editore: Giovanni Volpe Editore

Esemplare di tiratura di 2.100 copie, tutte le Xilografie contenute sono state stampate direttamente dalle matrici originali, incisi da Sigfrido Bartolini.

pp. 200, illustrato con numerose xilografiche originali b/n, Roma

Dal testo:
«Eravamo stati a cominciare l’anno in casa di amici, ora, essi ci riaccompagnavano con la loro macchina. Le lampade si stendevano a perdita d’occhio lungo le strade deserte, circondavano le piazze; nella luce artificiale, le pietre prendevano un grigio aereo, le ombre solennità e peso, l’acqua delle fontane, un luccichio misterioso.
Si apriva davanti a noi una città regale, vuota, col suolo coperto da cocci di bottiglia, pentole sfondate, vecchie scope, logori tappeti, stracci, tutto il vecchiume che un’ora prima, al rintocco della Mezzanotte, le case si erano scrollate di come i cani le pulci.
In Piazza di Spagna, da un portone, uscì un gruppetto di persone con cappelli e maschere di carta; lunghe trombe pure di carta che portavano capovolte facendone strascicare in terra la frangia; scomparvero in silenzio, frettolose in via Belsiana. Anche il gruppetto di maschere vergognose faceva parte dei rottami del vecchio anno; forse erano soltanto figure, pensieri, fantasie, propositi fuori corso, attardati oltre il confine proibito.
Nulla è più decaduto, più vecchio dell’ultimo foglietto del calendario, e nulla, ogni anno, sembra più nuovo del Primo Gennaio. La gente dormiva stanca, fiduciosa che al risveglio avrebbe trovato un anno nuovo, da ricominciare, mentre avrebbe trovato la solita vita da proseguire.[…]»

Il Vangelo Secondo gli Spiriti – 2 Volumi

Il Vangelo Secondo gli Spiriti – 2 Volumi

Volume 1: Massime morali – Volume 2: Preghiere spiritiste

Autore/i: Kardec Allan

Editore: Edizioni Mediterranee

vol. 1 pp. 208, vol. 2 pp. 200, Roma

Dopo Il Libro degli spiriti e Il Libro dei medium, che costituiscono le fondamenta dello spiritismo, apparve Il Vangelo secondo gli spiriti. Da quando fu scritta, l’opera non ha perduto nulla della sua validità, a riprova del fatto che la verità è sempre la stessa e i suoi principi ispiratori non cambiano mai. In questo libro, Allan Kardec affronta un problema di grande importanza, soprattutto tenendo conto dei rapporti passati e presenti tra Chiesa e spiritismo. Il Vangelo secondo gli spiriti contiene la spiegazione delle massime morali di Cristo, la loro concordanza con lo spiritismo e la loro applicazione ai diversi casi della vita. Tutte le comunicazioni sono state effettuate da spiriti molto elevati, e testi dovuti ad autori diversi concordano e si integrano tra loro in maniera mirabile. Si tratta della vera interpretazione della vita di Cristo, dei suoi miracoli, dei suoi atti e delle sue parabole, con una spiegazione e un commento di alte entità spirituali, in una presentazione che corregge gli errori e le false interpretazioni per offrire soltanto e soprattutto la verità.

Allan Kardec (1804-1869) animatore entusiasta e instancabile della filosofia spiritualista e della pratica spiritica, dedicò tutto se stesso e gran parte della vita allo spiritismo. In pochi anni raccolse intorno a sé migliaia di seguaci: da allora lo spiritismo si è diffuso ovunque e i testi di Kardec su quest’argomento sono oggi i più venduti in tutto il mondo.

Il Negus – Vita e Morte dell’Ultimo Re dei Re

Il Negus – Vita e Morte dell’Ultimo Re dei Re

Autore/i: Del Boca Angelo

Editore: Editori Laterza

avvertenza e introduzione dell’autore, in sovracoperta: ritratto fotografico dell’imperatore Hailè Selassiè e del principe ereditario 1933.

pp. 400, nn. fotografie b/n, Bari

Sono passati vent’anni dalla morte di Haile Selassie, ultimo negus d’Etiopia. È giunto il momento di rivisitare questo personaggio straordinario, che ha lasciato di se diverse immagini: politico abilissimo e a volte crudele, bandiera della resistenza del suo popolo contro l’invasore italiano, «patriarca dell’Africa», sovrano troppo poco illuminato per far emergere il suo Paese dalla miseria e dal sottosviluppo.
In quest’avvincente biografia, Del Boca ripercorre la lunga vita del negus, dalla non facile ascesa al potere, all’esilio, alla riconquista del trono, fino a giungere agli ultimi, mesti giorni della detronizzazione, della prigionia e infine dell’assassinio, avvenuto in circostanze rimaste fino a ieri misteriose.

Angelo Del Boca (Novara, 1925) è stato per molti anni inviato speciale in Africa e in Medio Oriente. Ha insegnato Storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche dell’università di Torino; attualmente è presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Piacenza e dirige la rivista «Studi Piacentini». “Tra le sue numerose opere ricordiamo, per i nostri tipi, i quattro volumi di Gli italiani in Africa Orientale (19706- 84), i due di Gli italiani in Libia (1986-88), nonché L’Africa nella coscienza degli italiani (1992), Una sconfitta dell’intelligenza. Italia e Somalia (1993) e La trappola somala. Dall’operazione Restore Hope al fallimento delle Nazioni Unite (1994).

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Avvertenza
Introduzione Morte per assassinio

Parte prima – L’irresistibile ascesa

La vittoria su Ligg Jasu

  • L’infanzia ad Harar
  • La morte del padre
  • Uno scontro senza esclusione di colpi

Il viaggio in Europa

  • Le prime riforme
  • L’ammissione dell’Etiopia alla Società delle Nazioni

Da reggente ad imperatore

  • Il trattato con I’Italia
  • La politica della sovversione
  • La morte di Zaoditù

Parte seconda – Solo contro il fascismo

Verso la guerra con l’Italia

  • La Costituzione del 1931
  • Il riarmo dell’Etiopia
  • L’incidente di Ual Ual

La guerra italo-etiopica

  • Morire per l’Etiopia?
  • Le battaglie di annientamento
  • Mai Ceu: l’ultima sfida
  • Il massacro del lago Ascianghi

L’esilio e la rivincita

  • La fuga da Addis Abeba
  • L’appello dalla tribuna di Ginevra
  • Nell’esilio di Bath
  • La «Gideon Force»

Parte terza – Il trionfo e il declino

Il consolidamento del potere

  • Il ripristino della sovranità
  • La federazione con l’Eritrea
  • La pace con l’Italia
  • Una nuova Costituzione

Il colpo di Stato del 1960

  • Una nuova politica estera
  • Tra riforme e autoritarismo
  • Il complotto

Il patriarca dell’Africa

  • Pressioni sull’imperatore
  • L’annessione dell’Eritrea
  • Addis Abeba capitale dell’Africa

La rivoluzione e la prigionia

  • Il sogno africano
  • Il viaggio in Italia
  • La legge marziale in Eritrea
  • La fame e la rivolta
  • L’arresto dell’imperatore

Note
Indice dei nomi

L’Io e gli Altri – Psicopatologia dei Processi Interattivi

L’Io e gli Altri – Psicopatologia dei Processi Interattivi

Titolo originale: The Self and Others

Autore/i: Laing Ronald D.

Editore: Sansoni Editore

prefazione e ringraziamenti dell’autore, traduzione di Roberto Tettucci.

pp. 226, Firenze

Che tipo di rapporti intercorre fra le persone e le posizioni e i ruoli che esse assumono o che sono spinte ad assumere dagli altri? L’io e gli altri è uno studio delle relazioni fra le persone in situazioni spinte all’estremo. E situazioni «estreme» non sono soltanto quelle di una stanza di tortura o di un campo di concentramento. Possono anche essere quelle della vita quotidiana e normale, entro la quale si attuano e si svolgono i rapporti fra i mariti e le mogli, i figli e i genitori. Il materiale sul quale si svolgono le sottili analisti di Laing è ricavato da una diretta esperienza clinica, ai dati della quale il lettore può accedere in prima persona, attraverso pagine umanissime. Ma nel libro di questo psichiatra e psicanalista, che si richiama alla fenomenologia e alla tematica di Sartre, non mancano discussioni di carattere filosofico, sociologico e letterario: un riesame, per esempio, dei rapporti del protagonista di Delitto e castigo con la madre e la sorella.

Ronald Laing è nato a Glasgow nel 1927. Psichiatra e psicanalista ha lavorato al dipartimento di Psychological Medicine dell’Università di Glasgow e alla Tavistock Clinic di Londra. Si è occupato di psicopatologia della schizofrenia, di problemi di dinamica familiare e sociale, ha scritto, in collaborazione con D. Cooper, un libro sulla filosofia di Sartre (Reason and violence). Fra le opere principali, oltre a questo The Self and Others, sono: The Divited Self (trad. it. L’io diviso, Torino 1969); The politics of experience and The Bird of Paradise [trad. it, La politica dell’esperienza, Milano 1967); Sanity, Madness and the Family (in collaborazione con A. Esterson); Interpersonal perception (in collaborazione con H. Phillipson e A. R. Lee).

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Prefazione
Ringraziamenti

Parte prima – Modi di esperienza interpersonale

  • I fenomeni di fantasia
  • La fantasia e il nesso sociale
  • Simulazione ed elusione dell’esperienza
  • La masturbazione
  • Il contrappunto dell’esperienza
  • Il gelo della morte. Fenomenologia di una psicosi puerperale

Parte seconda – Forme di azione interpersonale

  • Identità e complementarità
  • Complementarità
  • Il caso di Brian
  • Il caso di John
  • Conferma e disconferma
  • Altri casi di conferma e disconferma
  • La collusione
  • Posizione esistenziale come funzione dell’azione dell’io
  • Posizione esistenziale come funzione dell’azione degli altri
  • Rendere l’altro folle
  • Altri tipi di attribuzioni e ingiunzioni ambigue e incompatibili
  • L’ingiunzione «sii spontaneo»

Appendice Un metodo grafico per situazioni diadiche
Bibliografia

Indagine sul Cristianesimo

Indagine sul Cristianesimo

Come si costruisce una civiltà

Autore/i: Agnoli Francesco

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, prefazione di Renato Farina.

pp. 280, Milano

Secondo una diffusa pubblicistica di stampo laicista, dovremmo attribuire al cristianesimo la maggior parte delle sventure e delle calamità che hanno contraddistinto gli ultimi due millenni della storia occidentale: dall’Inquisizione alle Crociate, dalla compravendita della salvezza con le indulgenze alla lotta della Chiesa per il potere temporale. Ma negare l’influenza positiva che il cristianesimo ha avuto nel promuovere lo sviluppo della cultura, dell’arte e della civiltà a livello mondiale sarebbe non solo segno di pregiudizio religioso, bensì indizio di profonda miopia storica. Eppure le pseudo-inchieste che oggi vanno per la maggiore tendono proprio a ridurre il cristianesimo a un’abile mistificazione, a una accozzaglia di racconti folcloristici che avrebbe tenuto l’umanità nelle tenebre della superstizione per secoli, causando discriminazioni, persecuzioni e delitti.
Se si esamina con obiettività la storia, non possono non vedersi gli enormi contributi che il cristianesimo ha portato in tema di sviluppo della civiltà: dalla protezione dell’infanzia all’abolizione della schiavitù, dalla lotta contro la magia alla rivalutazione della figura e del ruolo della donna, dall’impegno per la giustizia sociale alle lotte per i diritti di libertà e rappresentanza politica, dalla promozione all’istruzione alla fondazione degli ospedali e delle opere sociali, fino alle più recenti battaglie in favore della vita e della famiglia.
Alla fine di questo viaggio appassionante il bilancio è nettamente in favore di quanti riconoscono che il cristianesimo ha avuto l’indubbio merito di far fiorire i valori più profondi, originali ed essenziali della nostra civiltà.

Francesco Agnoli, classe 1974, bolognese d’origine, risiede a Trento; è sposato e ha due figli.
Docente di Liceo, collabora con «Il Foglio», «Avvenire», «Il Timone», «Radici Cristiane» e Radio Maria.
È autore di diverse pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Storia dell’aborto nel mondo, 1968 e La liturgia tradizionale (Fede & Cultura); Dio, questo sconosciuto e Chiesa, sesso e morale (insieme a Marco Luscia, Sugarco); Roberto Grossatesta. La filosofia della luce (ESD).
Per Piemme ha pubblicato Perché non possiamo essere atei. Il fallimento dell’ideologia che ha rifiutato Dio (2009).

Che cos’è una Società Giusta?

Che cos’è una Società Giusta?

Titolo originale: Qu’est-ce qu’une société juste?

Autore/i: Van Parijs Philippe

Editore: Ponte alle Grazie

introduzione all’edizione italiana e premessa dell’autore, traduzione dal francese di Massimo Manisco, collana: Saggi.

pp. 350, Firenze

Il libro di Philippe Van Parijs costituisce una introduzione critica e una iniziazione alla pratica della filosofia politica.
Esso compie una ricognizione rigorosa e sistematica intorno all’idea di giustizia, che in quanto questione di grande urgenza etica attraversa la storia della filosofia da Platone e Aristotele conservando la sua attualità in pensatori e filosofi contemporanei come John Rawls, Ronald Dworkin o Michael Walzer.
Van Parijs esamina in modo critico e fortemente analitico la costellazione di approcci e di posizioni, spesso fra loro molto divergenti, che animano il dibattito contemporaneo sulla questione della giustizia, mettendone a fuoco alcuni concetti-chiave, come quello di diritti individuali, risorse, scarsità e abbondanza dei beni, utilità, benessere collettivo, egoismo, pluralismo. E lo fa inoltrandosi nelle argomentazioni, chiarendo controversie, illuminando contraddizioni e circoli viziosi all’interno di alcune delle tesi esposte, ma evitando accuratamente i toni pamphlettistici o della invettiva.
L’Autore individua nel pensiero politico contemporaneo, al di là dei loro specifici tratti distintivi e delle nette differenziazioni interne, tre principali correnti da lui definite “solidariste”: l’utilitarismo che vede nella massimizzazione del benessere collettivo la bussola della giustizia: il liberalismo egualitario di John Rawls; la teoria dello sfruttamento riformulata dal marxismo analitico. A queste si oppongono l’approccio e le tradizioni “proprietarista” tipica del libertarismo, punta di diamante filosofica del pensiero neo-liberale, da cui origina una visione radicalmente alternativa della giustizia e di come si realizza una società giusta.

…Che l’ordine stabilito sia giudicato ingiusto e che un deliberato miglioramento delle istituzioni sia considerato impossibile non è certo cosa nuova. Al di fuori dei milieux più conservatori, ci sono nelle nostre società sentimenti che sono stati largamente condivisi fin dagli albori dell’età industriale. Quello che è molto più nuovo, è il bisogno pressante di una riflessione sistematica sui contorni di ciò che sarebbe una società giusta. (dalla prefazione di Philippe Van Parjis)

Libero docente di filosofia presso l’Università di Oxford, Philippe Van Parjis è professore all’Università di Louvain, dove è titolare della Cattedra Hoover di etica economica e sociale.
Fra le sue opere si ricordano: Evolutionary Explanation in the Social Sciences (Londra 1981), Le modèle économique et ses rivaux (Ginevra 1990), Marxism Recycled (Cambridge 1993), Sauver la solidarité (di prossima pubblicazione a Parigi) e Real Freedom for All (in preparazione, Oxford).

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Prefazione all’edizione italiana

Premessa

Introduzione

1. Breve apologia della filosofia politica anglosassone

  • Una concezione analitica ed esistenziale della filosofia
  • Dall’ortodossia utilitaristica all’impresa rawlsiana
  • La filosofia libertaria di Robert Nozich
  • Lo stile analitico
  • A-storico e conformista?

I. Teorie

2. Le sette vite dell’utilitarismo

  • Che cos’è l’utilitarismo?
  • Il rifiuto delle comparazioni interpersonali
  • Beni principali e preferenza fondamentale
  • La precarietà delle preferenze individuali
  • Utilitarismo ed egualitarismo
  • Utilitarismo e diritti dell’uomo
  • Le intuizioni morali sono sovrane?

3. La doppia originalità di Rawls

  • A monte e a valle
  • La chiarificazione del 1980
  • Il kantismo di Rawls
  • Rawls e l’utilitarismo
  • Rawls e il liberalismo
  • Rawls e l’egualitarismo

4. Un dilemma del marxismo

  • Lo sfruttamento paradigmatico
  • L’espropriazione
  • Dallo scambio ineguale alla disproporzionalità
  • Dall’ineguaglianza nella proprietà del capitale all’ineguaglianza delle opportunità
  • Lo sfruttamento non avrebbe niente di ingiusto?

5. L’ambivalenza del libertarismo

  • Un anarco-capitalismo
  • Alcuni pericolosi difetti
  • Un’implicazione inattesa

II. Confronti

6. La tradizione marxista di fronte alla sfida libertaria

  • Lo sfruttamento marxiano: alcune controversie
  • Ciò da cui trae origine lo sfruttamento e ciò di cui è la fonte
  • La pretesa incoerenza della giustizia socialista
  • L’incoerenza della teoria dell’appropiazione originaria di Nozick
  • Nozick corretto: da Kirzner a Steiner
  • La posta in gioco decisiva: la giustizia socialista è oppressiva?
  • Nozick arginato: da Cohen a Roemer
  • Libertarismo e comunismo

7. L’economia del benessere di fronte alla sfida libertaria

  • Da Mill a Sen
  • L’equità come proporzionalità (Homans)
  • L’equità come maximin (Rawls)
  • L’equità come non-invidia (Foley)
  • La critica libertaria
  • L’eguaglianza delle opportunità (Dworkin)
  • La nuda proprietà di se stessi (Cohen)
  • Il contratto sociale liberale (Kolm)
  • Massimizzare la libertà reale di tutti

8. Il pensiero di John Rawls di fronte alla sfida libertaria

  • Libertà e proprietà: Nozick contro Rawls
  • L’obiezione “Wilt Chamberlain”
  • L’obiezione dei talenti
  • La soluzione di Rawls
  • Lo scenario collettivista
  • La disfatta
  • Il sussidio universale più elevato possibile
  • Due Rawls

9. Una risposta coerente ai neoliberismi?

  • Neoliberalismo strumentale e neoliberalismo fondamentale
  • La risposta real-libertaria
  • Libertà o sussidiarietà?
  • Liberi ma miseri?
  • Non abbastanza universalistà?
  • Eppure non aggirabile?

Conclusioni

10. Che cos’è una società giusta?

  • Rarità, egoismo, pluralismo: le “circostanze della giustizia”
  • Teorie perfezioniste e teorie liberali
  • Il liberalismo proprietarista
  • Il liberalismo solidarista
  • Teorie retrospettive e teorie prospettive
  • Le due tradizioni contrattualiste
  • La critica marxista e quella ecologista
  • La critica comunitaria
  • La teoria normativa del pluralismo democratico

Bibliografia
Indice dei nomi

Sul Caso di J. Robert Oppenheimer – Dramma Liberamente Desunto dai Documenti

Sul Caso di J. Robert Oppenheimer – Dramma Liberamente Desunto dai Documenti

Titolo originale: In der Sache J. Robert Oppenheimer – Schauspiel, frei nach den Dokumenten

Autore/i: Kipphardt Heinar

Editore: Giulio Einaudi Editore

prima edizione, prefazione e traduzione di Luigi Lunari,in copertina una foto di J. Robert Oppenheimer, Collezione di Teatro 61.

pp. 144, Torino

Sul Caso di J. Robert Oppenheimer è il testo che Heinar Kipphardt ha tratto dalle mille pagine di fitta stampa in cui sono raccolti gli interrogatori del «processo» che la Commissione per l’energia nucleare degli Stati Uniti intentò nel 1954 al celebre scienziato.
Oppenheimer era allora considerato il «padre della bomba atomica» e la sua figura di scienziato era straordinariamente popolare in America. Aveva diretto i laboratori di Los Alamos, in cui, in tre anni di lavori protetti dal più rigoroso segreto, si era fabbricato l’ordigno che aveva deciso le sorti della seconda guerra mondiale, era stato da allora consigliere del governo per le questioni atomiche, e godeva di un’autorità – scientifica, politica e morale – che ha rari esempi nella storia recente.
Improvvisamente – stando almeno all’effetto che la notizia provocò nell’opinione pubblica Oppenheimer si vide precluso, da un preciso ordine del presidente Eisenhower, l’accesso ai segreti atomici di cui per tanti anni era stato il principale responsabile, mentre una lettera del generale K. D. Nichols, amministratore generale della commissione per l’energia nucleare, formulava in ventiquattro punti un atto di accusa che lasciava a Oppenheimer soltanto due strade: o dimettersi dagli incarichi ufficiali occupati, o accettare di sottomettersi all’esame di una Commissione d’inchiesta (il Personal Security Board) che avrebbe dovuto decidere, sulla base della rispondenza o meno dei fatti alle accuse del generale Nichols, del grado di fidatezza di Oppenheimer: in pratica, se sarebbe stato prudente o meno, ai fini della sicurezza nazionale nel campo dei segreti atomici, permettere che egli continuasse a essere al corrente dei lavori in questo campo. […] Il cosiddetto «processo Oppenheimer» rappresenta una chiara e coerente manifestazione della volontà politica di addivenire a una condanna. All’atto pratico, il fatto che non si trattasse di un processo ma di un semplice procedimento interno amministrativo, si tradusse nella totale sopraffazione delle garanzie processuali dell’imputato; il giudicare comportamenti degli anni trenta secondo criteri e valutazioni attuali equivaleva rendere retroattive le leggi di sicurezza, togliendo la fondamentale garanzia della certezza del diritto; la non applicazione delle norme procedurali estendeva la possibilità d’indagine a stati d’animo, opinioni, intenzioni, normalmente escluse dai temi d’interrogatorio; la stessa conclusione infine è una condanna «per insufficienza di prove in contrario», particolarmente arbitraria in un sistema giuridico che non ammette – com’è noto – l’assoluzione «per insufficienza di prove». […]

Heinar Kipphardt è nato l’8 marzo 1922 a Heidersdorf in Slesia (Germania), figlio di un medico arrestato dai nazisti quando egli aveva undici anni e rinchiuso per cinque anni nel campo di Buchenwald. Dopo aver frequentato le scuole medie, si iscrisse alla facoltà di medicina, interessandosi tuttavia di filosofia e di teatro. Giovanissimo ancora, fece i primi esperimenti letterari. Durante la guerra prese parte alla ritirata di Russia e, tornata la pace, esercitò per alcuni anni la professione di medico. Nel 1950 entrò a far parte del Deutsches Theater di Berlino, dove rimase fino al 1959 in veste di drammaturgo, trasferendosi poi a Düsseldorf, e, dal 1960, a Monaco.
Tra le sue opere teatrali, ricordiamo la commedia Shakespeare urgente cercasi (1952), L’ascesa di Alois Piontek (1956), Le sedie del signor Szmil (1958) e il dramma Il cane del generale (1960). Sul Caso di J. Robert Oppenheimer è stata rappresentata in prima assoluta alla Münchner Kammerspiele di Monaco l’11 ottobre 1964.

La Filosofia Medioevale

La Filosofia Medioevale

Storia della Filosofia II

Autore/i: Vasoli Cesare

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

quarta edizione, introduzione dell’autore.

pp. 708, Milano

Il pensiero filosofico del Medioevo, dai manichei ai nominalisti, da Ockham a Maestro Eckhart, da S. Agostino a S. Tommaso, visto in continuo, costante riferimento con l’ambiente culturale, politico e sociale. Gli aspetti ideologici delle dottrine e il loro peso effettivo nella società medioevale – sulla teologia, sulle concezioni della politica e dello stato – vengono ampiamente analizzati e portati in primo piano, offrendo al lettore un panorama quanto mai affascinante dello sviluppo storico e del significato culturale e politico delle varie filosofie. In questo quadro denso di fatti, di notizie, di osservazioni, di riferimenti, una speciale attenzione è rivolta dall’autore alla organizzazione della cultura, al formarsi delle università, alla nascita degli ordini mendicanti, insomma a tutte le forme di vita teorica e pratica del Medioevo, in cui si è riflessa in maniera decisiva l’attività filosofica.

Cesare Vasoli, nato a Firenze nel 1924, è professore ordinario di filosofia morale nell’Università di Firenze. È autore di un volume su Guglielmo di Ockham e di numerosi studi sulla filosofia dei secoli XV e XVI, tra cui ricordiamo La dialettica e la retorica dell’Umanesimo. “Invenzione” e “Metodo” nella Cultura del XV e XVI secolo, pubblicato nel 1968. Ha raccolto i risultati delle sue ricerche sul pensiero contemporaneo nel volume Tra cultura e ideologia. Collabora alla “Rivista critica di storia della filosofia,” e ad altre riviste filosofiche e di cultura.

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Introduzione

Parte prima
L’Alto Medioevo

Capitolo primo
Filosofia e cultura nell’età dei regni romano-barbarici

Capitolo secondo
L’età carolingia

Capitolo terzo
Il IX e il X secolo

Parte seconda
L’XI e il XII secolo

Capitolo primo
La “rinascita” ottoniana e la ripresa intellettuale dell’XI secolo

Capitolo secondo
Anselmo d’Aosta e la cultura teologica del suo tempo

Capitolo terzo
Caratteri, tendenze ed ambiente storico della cultura del XII secolo

Capitolo quarto
La scuola di Chartres

Capitolo quinto
Lo sviluppo della logica e l’opera di Pietro Abelardo

Capitolo sesto
Cultura e filosofia nella seconda metà del XII secolo

Capitolo settimo
Le grandi correnti di spiritualità religiosa del XII secolo

Capitolo ottavo
Città di Dio e città terrena nel pensiero teologico-politico del XII secolo

Parte terza
Le filosofie orientali

Capitolo primo
La filosofia dei Musulmani

Capitolo secondo
La filosofia ebraica

Parte quarta
Il XIII secolo

Capitolo primo
Alle origini della nuova scienza e della nuova filosofia

Capitolo secondo
Le nuove istituzioni e le nuove forze intellettuali. Le Università e gli Ordini mendicanti

Capitolo terzo
Gli inizi della “Scolastica” parigina e lo sviluppo della scuola francescana, da Alessandro di Hales a Bonaventura da Bagnorea

Capitolo quarto
I maestri domenicani. Alberto Magno e la sua scuola

Capitolo quinto
Tommaso d’Aquino

Capitolo sesto
La “Facoltà delle arti” e la cultura scientifica nella prima metà del Duecento

Capitolo settimo
L’averroismo latino

Capitolo ottavo
Scienza, filosofia e religione nella scuola di Oxford

Capitolo nono
Società e filosofia negli ultimi decenni del secolo (1270-1300). Le correnti dottrinali tra Tommaso d’Aquino e Duns Scoto

Capitolo decimo
Raimondo Lullo e l’”Ars Magna”. L’umanesimo enciclopedico di Enrico Bate di Malines

Capitolo undicesimo
Il pensiero politico duecentesco e il problema delle relazioni tra la Chiesa e i nuovi Stati nazionali

Parte quinta
Il XIV secolo

Capitolo primo
Le linee della crisi ideologica del XIV secolo

Capitolo secondo
Giovanni Duns Scoto e lo scotismo

Capitolo terzo
Filosofia e teologia tra Duns Scoto e Guglielmo di Ockham

Capitolo quarto
Guglielmo d’Ockham e le origini del movimento occamista

Capitolo quinto
L’”averroismo” trecentesco e la tradizione aristotelica padovana

Capitolo sesto
Giovanni Eckhart e la mistica tedesca

Capitolo settimo
Società e cultura nella seconda metà del XIV secolo

Capitolo ottavo
La scienza scolastica alla fine del Trecento

Conclusione
Bibliografia
Indice delle sigle delle riviste maggiormente citate
Indice dei nomi

L’Origine del Linguaggio

L’Origine del Linguaggio

Autore/i: Santangelo Paolo Ettore

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

prefazione dell’autore.

pp. 476, Milano

Vi è un documento umano di valore inestimabile: il linguaggio. Su di esso, come su di una creta molle e tenace, le generazioni hanno scritto le loro memorie, che ora giacciono chiuse e fossilizzate nelle parole che ci scambiamo quotidianamente.
La scienza che scioglie questi viventi coaguli, che analizza a uno a uno gli elementi di cui sono fatti questi conglomerati, si chiama glottologia. Essa è di recente formazione, e non risale, in quanto scienza, che al 1833.
Ma quanti orizzonti in poco più di un secolo ha saputo dischiudere! Parole nate da radici identiche e che servono la medesima cosa, sono documenti di origini comuni, di scambi, di relazioni fra gruppi etnici, che i documenti più antichi, fino allora noti, ci presentavano stabiliti su territori lontanissimi, separati da immensi oceani e, che erano ritenuti impraticati e impraticabili in quei tempi remotissimi.
Parole nate da identiche radici per designare cose, azioni, sentimenti diversi, permettono di rifar la storia di associazioni di idee, di posizioni religiose, morali, sentimentali a noi remotissime, nel tempo o per natura…
Paolo Ettore Santangelo, in un libro pieno di inaspettate scoperte, di impensati accostamenti, solidamente documentato e piacevole come una lunga favola, guida il lettore attraverso gli attraenti misteri di questa scienza avventurosa.

Orchidee – Colori, Suggestioni, Fascino di un Magico Fiore

Orchidee – Colori, Suggestioni, Fascino di un Magico Fiore

Autore/i: Kijima Takashi

Editore: Editoriale Giorgio Mondadori

prefazione dell’autore, fotografie di Takashi Kijima, testi di Yoshio Udagawa e Takashi Kijima.

pp. 208, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano

Orchidee, un fiore magico e antichissimo: alcuni residui fossili risalgono a oltre 150 milioni di anni fa; un fiore che non solo è riuscito a perpetuarsi così a lungo, ma che si è diffuso dall’equatore al circolo polare artico, all’Himalaya, alle grandi pianure continentali. Teofrasto, un discepolo di Aristotele, ne parlava nel 300 A.C.;
Confucio soleva tenerne nella propria camera e a esse dedicò una poesia.
Nei secoli scorsi spedizioni apposite Venivano organizzate per la raccolta di alcune delle oltre 10.000 specie. Oggi, con l’introduzione delle serre e la maggiore facilità di coltivazione, la diffusione è ulteriormente aumentata e l’entusiasmo nei confronti delle orchidee ha raggiunto vertici inusitati.
Ma qual è la ragione del fascino sottile e misterioso di questo incantevole fiore?
Alla domanda vuole rispondere il volume, che ci propone, opportunamente corredate di schede esplicative, una grande quantità di stupendi esemplari di orchidea. L’accostamento alle immagini avviene secondo una chiave di lettura davvero insolita, che offre una duplice ”interpretazione” di questo fiore.
Dapprima una sequenza di foto in cui le orchidee, identificate dall’autore-fotografo con creature femminili, sono viste come neonate, ragazzine, fanciulle pudiche, matrone contegnose, donne fatali; successivamente, un’altra serie di immagini, straordinariamente suggestive, le propone come emblemi dell’evoluzione del genere umano, dall’uomo primitivo a quello moderno.

Takashi Kijima, laureato in arte, è considerato uno dei maestri giapponesi della fotografia è forse il più grande fotografo di orchidee del mondo.
Il suo primo importante riconoscimento come fotografo, l’Asahi Advertising Award, risale al 1954 e ad esso molti altri sono seguiti, Ha pubblicato nel 1975 il suo primo libro sulle orchidee e da allora non ha più trascurato questo importante fiore.
Kijima considera questa sua ultima fatica come il coronamento di decenni spesi a carpire il fascino segreto e misterioso delle orchidee.

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Prefazione
Le origini delle orchidee e il fascino della forma

  • Bellezza, grazia e decoro
  • L’amore e la gioia di vivere
  • L’età sbarazzina
  • La debuttante
  • Gambo, foglia, bocciolo e fiore
  • Curve, rette e sfere
  • Chiazze, righe, vene e pieghe
  • Di fiori straordinari e multiformi

Teatro da Camera

Teatro da Camera

Anche la comparsa di una rondine va segnalata, tanto più se ha l’aspetto gaio, sorridente, fantasioso e incantato degli sketch teatralissimi di Giordano Falzoni, pittore surrealista ed ora…

Autore/i: Falzoni Giordano

Editore: Rizzoli

pp. 176, Milano

Giordano Falzoni è nato a Zagabria nel 1925, mentre i genitori entrambi violinisti erano in tournée.
Dopo aver studiato a Firenze e a Parigi, si è trasferito a Roma dove attualmente vive. Nel 1947 cominciò a collaborare con l’esposizione di alcune sue minuscole pitture all’attività della Compagnie de l’Art Brut. Nel 1948 esce sulla rivista parigina “Les Cahiers de la Pleiade” il suo saggio La vie comme aventure. Nell’anno successivo, sulla rivista surrealista “Neon” esce il suo Manifeste de la gaie Typographie. La sua prima personale di pittura, alla Galleria dell’Obelisco di Roma, nel 1951, è presentata da Andrè Breton. Ed è il gruppo surrealista di Breton ad organizzare la sua prima personale a Parigi, nel 1954. Nella primavera del 1963, dal suo incontro con il regista americano Ken Dewey e con un gruppo d’attori tra cui Carmen Scarpitta e John Coe, nasceva il Gruppo ACT di Roma: una piccola compagnia sperimentale che dava spettacoli semiclandestini nel teatrino del Maestro Nascimbene, subito salutata da un articolo di Vito Pandolfi (Nasce l’avanguardia a Roma, “Il Punto”, giugno ’63) come l’indizio che una nuova ondata innovatrice stava avvicinandosi per il teatro a Roma. La profezia fu confermata dai fatti. L’appello lanciato dal Gruppo ACT ai Novissimi di Roma, perchè collaborassero con testi anche non nati per il teatro alla attività sperimentale della nuova compagnia, fu subito raccolto da Alfredo Giuliani ed Elio Pagliarani. A Palermo, nell’autunno successivo, il Gruppo ACT era una delle due compagnie che con i loro spettacoli affiancavano i lavori del Gruppo ’63: con testi di Falzoni, Pagliarani e Giuliani.
Al ritorno da Palermo, il Gruppo ACT di Roma dava, all’aperto, nei pressi di Porta Rossa, Gli alberi delle nostre navi: un lavoro scritto da Falzoni appositamente per essere distrutto e più tardi ribattezzato Archeologia per l’effetto di reperti che ne derivò. Ha scritto dietro commissione del Group Once di Ann Arbor un breve lavoro – snowplay – le cui battute “vanno usate come la neve quando si gioca a palle di neve”.
Nel giugno del 1965 il Teatro dei Novissimi ha dato a Roma, con la regia creativa di Toti Scialoja e Piero Panza, L’occhio, compreso nel presente volume. Suoi copioni sono stati pubblicati: nell’Antologia del Gruppo ’63 e sulle riviste: “Il Caffè”, “Marcatré” e “Grammatica”.

Questo libro raccoglie una scelta della vasta produzione di atti unici che Giordano Falzoni, scrittore a volta a volta visionario, sibillino e demistificatorio, ha composto negli ultimi tre o quattro anni. Si tratta di una produzione ancora quasi interamente inedita che segue vari filoni di ricerca e si offre alle più diverse esperienze di allestimento e di interpretazione. I copioni qui raccolti sono tutti adatti anche alla semplice lettura. Taluni invitano il lettore a scegliere tra varie azioni teatrali prospettate come contrappunto del dialogo, o addirittura ad inventare completamente l’azione stessa. Altri ricostruiscono in una dimensione immaginaria il ciclo integrale del teatro: dall’argomento, al dialogo, all’azione scenica, alla scenografia, alla antologia della critica in un ipotetico programma di sala. Una sezione a parte è dedicata ai bambini: quattro copioni per pubblico e attori d’età compresa tra l’infanzia e l’adolescenza.

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La teatralità di Falzoni
Intervista

SI SOGNA QUEL CHE SI È

  • Il ritorno di Ulisse ovvero L’amore per il disordine
  • L’acqua nel pozzo
  • Si sogna quel che si è

L’OCCHIO

  • L’occhio
  • Serata in famiglia
  • La casa sulla spiaggia

IL GRANDE FREDDO

  • Il grande freddo ovvero Quando si cresce in famiglia
  • Fiabe di primavera
  • Passeranno anche queste orribili notti

LA GRANDE MISSIONE

  • Le formiche
  • La grande missione
  • La terra promessa

PER BAMBINI

  • La cicala e la formica
  • La bella pianta verde
  • La fontanella di Pipolo e Popilo
  • Sotto l’albero

I Cani non Mentono sull’Amore – Riflessioni sui Cani e sulle loro Emozioni

I Cani non Mentono sull’Amore – Riflessioni sui Cani e sulle loro Emozioni

Titolo originale: «Dogs Never Lie About Love. Reflections on the Emotional World of Dogs»

Autore/i: Masson Jeffrey Moussaieff

Editore: Baldini&Castoldi

prefazione all’edizione italiana di Marco Poli, traduzione di Lidia Perria, illustrazioni di Erika Guidi.

pp. 288, Milano

La vita di chi vive con un cane è arricchita ogni giorno da affetto e amore incondizionati, e dalla sincera devozione di questi amici a quattrozampe, che sembrano avere la capacità di intuire e comprendere a fondo le nostre emozioni. Noi, d’altro canto, sappiamo ben poco delle loro emozioni. In questo nuovo libro, Jeffrey Masson, il discusso e controverso ex-psicoanalista, autore del best-seller mondiale Quando gli elefanti piangono sulle emozioni negli animali selvatici (giunto ormai alla sesta edizione per Baldini&Castoldi) si dedica esclusivamente ad esplorare il ricchissimo universo interiore dei «nostri migliori e più sinceri amici», e ci guida alla scoperta dell’incredibile complessità della loro vita emotiva, attingendo ai miti, alla letteratura e ai vari studi scientifici, ma soprattutto alle storie e agli aneddoti offerti da addestratori e amanti di cani di tutto il mondo.
I veri protagonisti del libro sono però i tre cani dell’autore, Sasha e Rani, il cui comportamento, amorevole e allo stesso tempo misterioso, serve da spunto e ispirazione per affrontare i più svariati argomenti – da emozioni come la gratitudine, la compassione, la solitudine e la delusione, fino al mondo in cui i cani sognano, percepiscono le altre specie (esseri umani inclusi), o utilizzano il loro formidabile olfatto. Spazzati via i luoghi comuni sul comportamento animale, Masson ci porta dritto al centro del mondo emotivo dei cani, alla loro «emozione per eccellenza»: l’amore. Proprio come i cani che ama, Masson lo catturerà per il divertente, a tratti sorprendente, ma sempre attendibile e documentato racconto delle sue scoperte, e permetterà agli amanti di cani di tutto il mondo di comprendere meglio i lori affettuosi compagni.

«[…] Il nostro cane ci ama davvero al di la di ogni aspettativa, di ogni misura, dei nostri meriti, addirittura più di quanto ci amiamo noi stessi.»

Il nuovo libro dell’autore del best-seller internazionale Quando gli elefanti piangono, uscito nel 1996 per Baldini&Castoldi e giunto ormai alla sesta edizione.

Chiunque ami i cani e conosca la gioia che ci da sapere di essere amati da un cane, divorerà questo libro. (Jane Goodall)

Siamo tutti debitoria Jeffrey Masson per aver affrontato con tanta serietà, coraggio e amore, l’argomento delle emozioni dei cani. (Elizabeth Marshall Thomas, autrice de La vita segreta dei cani)

I cani non mentono sull’amore, e jeffrey Masson non mente sulla vita emotiva dei cani. (Roger Caras, Lega perla Difesa dei Cani USA)

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Prefazione all’edizione italiana di Marco Poli
Ringraziamenti
Prefazione

Alla ricerca delle emozioni e dei sentimenti nei cani

  1. Riconoscere le emozioni nei cani
  2. Per quale motivo amiamo teneramente i cani
  3. L’emozione principe nei cani: l’amore
  4. Lealtà ed eroismo fra i cani
  5. I cani fiutano cid che noi non possiamo vedere
  6. Sottomissione, dominanza e gratitudine nei cani
  7. La grande paura dei cani: solitudine e abbandono
  8. La compassione, essenza della vita interiore del cane
  9. Dignità, umiliazione e delusione nella vita dei cani
  10. Che cosa sognano i cani?
  11. Natura contro educazione: cani che giocano e lavorano
  12. Cani e gatti
  13. Cani e lupi
  14. L’aggressività nei cani: reale o simulata?
  15. Restare soli; la malinconia nei cani
  16. Pensare da cani

Conclusioni
Alla ricerca dell’anima del cane

Note
Bibliografia

Il Cane che Salvava i Gatti – Una Storia Vera

Il Cane che Salvava i Gatti – Una Storia Vera

Titolo originale: The Dog who Rescues Cats

Autore/i: Gonzalez Philip; Fleischer Leonore

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, presentazione di Cleveland Amory, traduzione di Mariapaola Dèttore.

pp. 142, Milano

Questa è la storia incredibile e commovente di una bastardina di nome Ginny che salvava gatti randagi, abbandonati, menomati, per restituirli a una vita serena.
Ed è anche la storia di Philip Gonzalez, il quale in seguito a un incidente sul lavoro, che l’aveva lasciato parzialmente invalido, aveva perso ogni interesse per la vita.
È la storia del loro incontro, avvenuto in un triste canile dove Ginny, dopo varie traversie, era stata imprigionata.
Questa straordinaria avventura ha avuto inizio con la prima passeggiata insieme: Ginny condusse Philip verso un’area non edificata dove trovò una micia randagia e convinse Philip a darle da mangiare. In capo a un mese i due nutrivano tutta una frotta di gatti stradaioli. A Madame, una micia bianca completamente sorda, seguirono Vogue, abbandonata e maltrattata; Revlon, che aveva un occhio solo; e Topsy, a cui una lesione cerebrale impediva di camminare normalmente. Ma queste erano solo le avanguardie di altri gatti a venire. Con il suo amore, la sua straordinaria dedizione e il suo coraggio, Ginny ha cambiato totalmente la vita di Philip facendogli scoprire un mondo d’amore.
Una storia incredibile e commovente ma assolutamente autentica. Una favola vera che tocca il cuore di ogni lettore.

«Una vicenda incredibile, commovente.»

«Una storia dolcissima e appassionante.»

«Sembra una favola, ma è una storia vera.»

Philip, Ginny e i loro gatti vivono felicemente nello stato di New York.

Leonore Fleischer ha scritto più di cinquanta novelization di film, tra cui Rain Man, A Star is Born e Shadowlands. Vive e lavora a New York.

Gengis Khan – Il Conquistatore Oceanico

Gengis Khan – Il Conquistatore Oceanico

Autore/i: Mandel Gabriele

Editore: SugarCo Edizioni

in copertina: Cavaliere Hiung-nu, ceramica cinese d’epoca Suei (590-618).

pp. 256, 36 tavole b/n f.t., illustrazioni b/n, Milano

Espressione precipua della «cultura delle steppe», ultimi fra i popoli barbarici, I Mongoli, che nel XIII secolo invasero territori vastissimi distruggendo le maggiori civiltà del Medioevo, costituirono il più vasto impero del mondo.
Questo quando un uomo, postosi alla loro testa quale «inviato di Dio», con una straordinaria genialità basata su una intuizione folgorante. la rapidità dell’azione e l’acuta conoscenza degli uomini, seppe unire una manciata di tribù nomadi che sino allora non avevano saputo fraternizzare, e le condusse alle più vaste conquiste ma anche ai più sanguinosi e immani genocidi.
Quest’uomo fu il pastore orfano Temugin, detto poi Gengis Khan (l’imperatore oceanico, il genio tutelare). Egli ebbe una misera infanzia di stenti; fu a lungo prigioniero e iniziò la sua ascesa con un capitale ben povero: otto cavalli e quattro fratelli. Benché analfabeta e nemico di ogni forma di civiltà poiché ne ignorava ogni valore, Gengis Khan organizzò minuziosamente le proprie campagne, condusse di persona in battaglia i suoi uomini (sporchi, puzzolentissimi, miserabili ma orgogliosi e fanaticamente devoti) e distruggendo civiltà secolari considerate incrollabili si impadronì di gran parte dell’Eurasia. Sulle rovine di questo vasto impero si insediarono la Cina, la Persia e soprattutto la Russia d’oggi, sicché l’assetto attuale del mondo originò in definitiva dalle gesta di questo «Conquistatore oceanico».

Gabriele Mandel, archeologo, psicanalista, docente universitario (Politecnico di Torino, IULM di Milano) ha scritto circa ottanta libri.
Per SugarCo ha già pubblicato: Il Regno di Saba. La civiltà della Valle dell’Indo, Il Sufismo, Salomone, tutti volumi che hanno incontrato il favore del pubblico non solo italiano. Dirige l‘Istituto Islamico d’Archeologia Orientale e il periodico «Art in Islam». Ha compiuto numerosi viaggi di ricerca e studio in Medio Oriente, tracciando un piano per la ricostruzione del Tempio di Giove a Jerash su incarico del Museo do Arte di San Paolo del Brasile.

Ming – Romanzo

Ming – Romanzo

L’Operazione Ming farà saltare il piano Asia rossa? Imprevedibili avvenimenti e personaggi reali in un classico della fantapolitica.

Autore/i: Odier Daniel

Editore: Rizzoli

prima edizione, traduzione di Aldo Buzzi.

pp. 208, Milano

I satelliti-spia americani che senza sosta scrutano dal cielo l’immenso territorio cinese, rivelano improvvisamente un’intensissima attività intorno ai principali centri industriali del Paese. Qualcosa di enorme si sta preparando, qualcosa che potrebbe minacciare seriamente la leadership americana del mondo unendo due miliardi di asiatici sotto la guida di una nuova Cina imperialista.
I più brillanti cervelli dei servizi segreti di Washington si mettono subito all’opera per neutralizzare la minaccia. Nasce un piano incredibile eppure logico: il piano Ming. A un uomo solo, addestrato meticolosamente per mesi, verrà affidato un compito che soltanto la straordinaria fantasia di Daniel Odier poteva immaginare e che culmina nell’eccezionale e sorprendente finale. Fantasia, certo. Ming non è che un’ingegnosa ipotesi, un appassionante e acutissimo romanzo di suspense.
Ma se dietro la finzione del romanzo ci fosse una parte di vero più grande di quel che sembra?

Daniel Odier è nato a Ginevra nel 1945. Ha vissuto per alcuni anni a Venezia, visitando come turista quasi tutta la Penisola. Poi è stato in Irlanda, in Inghilterra, a Ceylon, in Giappone, nel Nepal, negli USA, nell’America del Sud. Nonostante la sua giovane età ha pubblicato numerosi romanzi, raccolte di poesie e saggi, frutti di esperienze del suo lungo girovagare per il mondo e tutti di notevole successo.