Libri dalla categoria Spagiria
Marchi – Dell’Argenteria e Oreficeria Europee dal XVI al XIX Secolo
Autore/i: Lipinsky Angelo
Editore: Istituto Geografico De Agostini
a cura di Guido Gregoretti, presentazione di Massimo Griffo.
pp. 130, illustrazioni a colori e b/n, Novara
Collezionare oggetti d’argento significa addentrarsi in una foresta piena di insidie. Una guida dettagliata e completa di tutte le epoche, di tutte le forme, le manifatture e gli artefici non Ë nemmeno ipotizzabile, a causa della vastità e complessità della materia: perciò il collezionista spesso deve affidarsi al proprio gusto e alla propria cultura per l’accertamento del valore di un pezzo. Ma in questa foresta insidiosa un aiuto Ë offerto dalla punzonatura. L’apposizione di un marchio, entrata in uso intorno al XII secolo, obbediva a esigenze temporanee e locali. Le autorità e le corporazioni artigiane del tempo non avevano certamente la consapevolezza di quale formidabile strumento stessero offrendo ai collezionisti dei secoli successivi. La conoscenza dei marchi usati nei vari Paesi e nei vari periodi Ë di enorme aiuto per definire l’epoca e l’origine di un manufatto antico d’argento. E’ quindi sempre più sentita la necessità di fornire un manuale pratico, semplice, di agevole consultazione per aiutare il collezionista a orientarsi nei meandri di questo labirinto.
Il volume che presentiamo risponde a questa esigenza. Vi si trovano riprodotti con grande chiarezza tutti i marchi europei che il collezionista più esigente può incontrare nel corso delle proprie ricerche, cercando di conciliare due opposte e fondamentali necessità: da una parte la completezza, dall’altra la semplicità di consultazione. A questo scopo l’ordine alfabetico e quello cronologico hanno presieduto all’impostazione della rassegna dei marchi che contraddistinguono i principali centri di produzione dell’argenteria e dell’oreficeria in Europa. Una sezione a colori che illustra alcuni oggetti d’argento particolarmente rappresentativi arricchisce il volume.
Paura, Panico, Fobie – La Terapia in Tempi Brevi
Autore/i: Nardone Giorgio
Editore: Ponte alle Grazie
quarta ristampa, prefazione di Paul Watzlawick, introduzione di Allessandro Salvini, in copertina: Francesco Clemente, Smoke in the Room, 1983.
pp. 206, Milano
Il testo propone un modello di intervento sui problemi personali e interpersonali che si è rivelato un’efficace alternativa alle tradizionali terapie psicanalitiche e farmacologiche. Il risultato di una ricerca-intervento su 150 casi durata sei anni che ha condotto alla formulazione di una teoria innovativa sulla formazione e persistenza dei disturbi fobico-ossessivi, in cui si fa ricorso a tecniche di suggestione ipnotica e trabocchetti comportamentali che aggirano la resistenza al cambiamento del paziente. “Questo libro è di grande utilità per lo specialista di settore. Tuttavia, essendo scritto in uno stile chiaro e accessibile, lo ritengo consigliabile anche al lettore non specialista che potrà trovare affascinante e simpatico rilevare come complicati, annosi e sofferti problemi quali sono le forme gravi di paura non richiedano obbligatoriamente altrettanto complicate, annose e sofferte soluzioni”.
Giorgio Nardone, fondatore insieme a Paul Watzlawick, di cui è l’unico diretto allievo ed erede, del Centro di Terapia Strategica di Arezzo (ove svolge la sua attività di Psicoterapeuta e coach) è considerato la figura di maggior spicco della tradizione della scuola di Palo Alto.
Egli è internazionalmente riconosciuto tanto per la sua creatività che per il suo rigore metodologico. Sintesi questa tra “l’artista” e lo “scienziato” che gli ha permesso di creare decine di innovative tecniche terapeutiche e di formulare protocolli di trattamento specifico alcuni dei quali veri e propri “best practice” della psicoterapia come nel caso dei disturbi fobici ossessivi e compulsivi e dei disordini alimentari. Oltre all’ambito clinico le sue ricerche e attività sono rivolte alla Comunicazione ed al Problem Solving Strategico applicato ai contesti manageriali ed alla performance artistica e sportiva. Le sue formulazioni teoriche applicative sono ritenute una vera e propria “Scuola di Pensiero” a cui si ispirano studiosi e professionisti in tutto il mondo. Da decenni tiene conferenze e seminari specialistici e ha presentato sino ad ora il suo lavoro in oltre 36 differenti paesi.
Prefazione
Introduzione
- La struttura del libro
- Breve storia della ricerca-intervento
- Capitolo primo. Definizione del problema e delle metodologie
- Capitolo secondo. Formazione e persistenza dei disordini fobici
- Capitolo terzo. Cambiamento e soluzione
- Capitolo quarto. Efficacia ed efficienza del trattamento
- Capitolo quinto. L’approccio strategico in relazione ad altri modelli di psicoterapia
Epilogo. Le controindicazioni
Studio di due casi clinici
Bibliografia
I Contabili dell’Aldilà
La devozione alle anime del purgatorio nella Roma postunitaria
Autore/i: Koch Romana Francesca
Editore: Rosenberge & Sellier
prima edizione, introduzione dell’autrice.
pp. 160, Torino
Dopo il 1870, di fronte al nuovo regime liberale parte della borghesia cattolica romana si rinserra in una opposizione culturale che prende le distanze dal mondo e dalla storia.
A Prati dall’archivio dell’Arciconfratemita del S. Cuore del Suffragio, Francesca Romana Koch ricostruisce una singolare “devozione” alle anime del Purgatorio permeata da una pacata cultura contrattuale e da un rassicurante utilitarismo.
I fedeli, con le loro offerte in denaro, garantiscono messe e preghiere di suffragio, a patto che le anime purganti intercedano per ottenere “grazie” e favori.
Qui non si narra una irruzione del sacro che sconvolge il paradigma umano, ma piuttosto un assoggettamento della divinità a bisogni come il benessere fisico, l’utilità personale, il vantaggio economico.
Sulle possibili relazioni con l’aldilà si danno in quegli anni due sguardi alternativi: quello cattolico e lo spiritismo “positivo” che, in aperta concorrenza con le chiese, offre attraverso il contatto con i defunti consolazione per la perdita delle persone care e rifiuto della morte come separazione definitiva.
Francesca Romana Koch ha conseguito il dottorato in storia religiosa; attualmente svolge il suo lavoro presso l’Istituto Romano – per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza.
Inni della Giornata
Autore/i: Aurelio Prudenzio Clemente
Editore: Zanichelli Editore
traduzione in versi con testo a fronte , introduzione e note di Elda Bossi, in copertina, la raffigurazione dell’Orante, da un affresco anonimo del IV secolo nelle catacombe romane della Vigna Massima.
pp. XXV-170, Bologna
Se pur viene dopo Ilario e Ambrogio come innografo della Chiesa delle origini, Aurelio Prudenzio Clemente – questo avvocato iberico salito da oscure burocrazie provinciali agli onori della corte teodosiana, e poi asceso anche sopra di questi con l’esclusiva dedizione a vita’ monastica e opera poetica – ha senz’altro recato, fra il IV e V secolo, il massimo contributo alla poesia della latinità cristiana, rinnovando, insieme, i modi e le forme della classicità romana. E gli Inni della Giornata ne sono l’espressione più schiettamente lirica.
Il Prudenzio delle Corone è già epico-lirico e preannuncia i cantari medievali. Quello della Psychomachia crea la moda del poema allegorico che durerà per secoli. E c’è, in altre opere ancora, un Prudenzio capace di dare nuova vita, dopo Lucrezio, al componimento didascalico. Qui nel «Libro d’Ore» – come talvolta si è chiamato il Cathemerinon tradotto – si riscopre sotto il teologo forse modesto un’anima sinceramente religiosa, il poeta vero, ricco di colore e di potenza effusiva.
Leggere i dodici Inni della Giornata – preghiere per le varie ore del giorno, o per le grandi festività, o per i più solenni momenti di vita del cristiano – e «impadronirsene» richiede una notevole conoscenza dell’Antico e del Nuovo Testamento. Da questi Prudenzio ha tratto i moltissimi elementi narrativi con cui sviluppa e arricchisce i propri spunti lirici; e poiché spesso la Bibbia è purtroppo mal conosciuta, si è creduto, in questa versione, di abbondare in nota nelle citazioni, anche a rischio di apparire prolissi.
Le note, tuttavia, sono raccolte tutte in fondo al volume, così che la lettura dei versi non venga disturbata da continui richiami, spesso superflui, per i tanti che già hanno dimestichezza col testo biblico.
Elda Bossi, poetessa e scrittrice dagli interessi estremamente vari, appassionata studiosa di filologia classica e moderna, ha speso buona parte della sua attività nel tentativo di rendere in poesia italiana poesia di tempi e luoghi diversi, ogni volta accompagnando la traduzione con un approfondito studio dell’autore e dell’opera. In questo campo, la sua prima, giovanile fatica è l’Ifigenia in Tauride di Euripide, uscita nei «Classici Antichi» di Vallecchi, molti anni dopo rimaneggiata, e data sulle scene dei maggiori teatri classici dall’Istituto del Dramma Antico. Vengono poi la versione nel metro originale della Chanson de Roland, di nuovo Euripide con Ippolito, e la poesia latina col Catullo dei Canti d’amore per Lesbia e con Fedro, entrambi pubblicati fra i «Poeti di Roma» di Zanichelli.
Infine, dopo una breve incursione fra i moderni angloamericani, questo Prudenzio, ancora zanichelliano.
In copertina, la raffigurazione dell’Orante, da un affresco anonimo del IV secolo nelle catacombe romane della Vigna Massima.
La Vita nelle Mani
Arte e società in Haida Gwaii.
Autore/i: Tiberini Elvira Stefania
Editore: CISU – Centro d’Informazione e Stampa Universitaria
prefazione di Jim Hart, introduzione dell’autrice.
pp. XIII-246, nn. fotografie a colori e b/n, nn. illustrazioni b/n, Roma
In contrasto con statici stereotipi, predominanti pur nel rispetto della nozione di recente invadenza del politically correct, gli odierni Haida delle Queen Charlotte Islands (Haida Gwaii) hanno dato vita a una riplasmazione culturale e a una riperimetrazione della realtà nativa in direzione bi-culturale favorite dalla sapiente integrazione di memoria e modernità come processi di appartenenza.
La storia, l’universo mitico, il regime di produzione e di riproduzione sociale e l’inclusivo sistema del potlatching degli Haida sono stati esplorati nel villaggio di Old Masset – focus della ricerca – nell’intento di cogliere la misura della rielaborazione culturale operata.
Ne, è emersa una società definita da una modernità scelta e non subita e da una percezione di sé degli Haida che, lungi dal manifestarsi come monoliticamente tradizionale o non tradizionale, asserisce al contrario la propria naturale prismaticità e si propone in termini di post-identità.
Al centro della nuova autorappresentazione è il macroscopico exploit dell’arte, decisivo nel processo di rieffervescenza culturale. La vita è nelle mani degli Haida in più di un senso e in termini assai più concreti rispetto ad ogni accezione euroamericana.
Elvira Stefania Tiberini insegna Civiltà Indigene d’America all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Fra le sue opere su tematiche americanistiche: North American Indians. Cultures in Motion (1995), Senza Riserve. Etnologia del Nord America (1999), Inuit in Transit. The Arctic in Inuit Contemporary Art (2003).
Le Mani della Vita
I miracoli del più famoso guaritore del mondo
Autore/i: Gene Egidio
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prefazione di J. Donald Walters, introduzione dell’autore, traduzione di Giorgio Arduin.
pp. XVI-240, Milano
Gene Egidio è uno dei guaritori più famosi del mondo. I suoi strabilianti poteri e le sue grandissime qualità umane hanno cambiato la vita di migliaia di persone. In questa autobiografia egli rivela, per la prima volta, la propria incredibile storia, che è quella di un uomo semplice il cui solo tocco può operare miracoli, prodigi di cui lui stesso non cessa di meravigliarsi. Già da piccolo, mostrava di possedere singolari capacità: «sentiva» quando qualcuno era prossimo alla morte oppure curava amici e parenti con l’imposizione delle mani… Tuttavia, non era compreso dalla famiglia, in particolare dal padre, che considerava tali facoltà opera del demonio, e a cinque anni fu fatto esorcizzare. Più tardi, sempre a causa del suo «strano comportamento», venne addirittura internato in un istituto psichiatrico dove subì ripetuti elettroshock. La terribile esperienza gli insegnò a «nascondersi» e a rifugiarsi in una tranquilla routine di normalità. Poi, un giorno, in un periodo denso di tristi avvenimenti l’abbandono da parte della moglie, la perdita del lavoro -, un incontro particolare lo sollecitò a risvegliare i suoi poteri soltanto sopiti o, meglio, volutamente dimenticati. Dopo un lacerante conflitto, capì che Dio l’aveva beneficiato di quei doni perché li mettesse al servizio dell’umanità.
E così, investito di questa missione, iniziò a dedicarsi instancabilmente a innumerevoli casi disperati – dal cancro all’AIDS – producendo altrettante guarigioni. La sua è una vicenda che sconvolge ed emoziona, trasmettendo un’altissima lezione di fede, abnegazione, generosità.
«Gene Egidio è un miracolo che deve essere vissuto e condiviso. Leggete questo libro.» (Elisabeth Kübler-Ross)
«Tutti i pazienti che ho mandato da Gene Egidio hanno tratto dai suoi poteri pace, energia e benessere. Le sue capacità curative sono strabilianti.» (Pearl McBroom, cardiologa)
Gene Egidio vive nella California meridionale e presta la sua opera nei due centri di Encinitas e Santa Monica.
Tutti i Soli del Messico
Un grande scrittore racconta l’anima del suo paese
Autore/i: Fuentes Carlos
Editore: Il Saggiatore
prefazione dell’autore, traduzione di Barbara Murgia.
pp. 260, Milano
Dall’alba dei tempi il territorio del Messico, dalle foreste tropicali alle valli fertili, dalle mesas desertiche ai vulcani avvolti dalle nuvole, e stato teatro di eventi epocali e feroci conflitti. Ma gli antichi dèi, gli imperatori aztechi, i conquistadores, le invasioni degli Stati Uniti e della Francia, i dittatori, i contadini e i rivoluzionari non fanno parte di un tempo ormai trascorso: il loro peso, la loro luce danno forma e colore al presente. Ora il Messico affronta un decisivo periodo di mutamento: diviso tra passato e futuro, stanco di un sistema politico sull’orlo del collasso ma incerto su cosa dovrebbe sostituirlo, il paese lotta per la difficile transizione dall’autoritarismo a un regime democratico. Ma dove possono trovare la forza i messicani per reagire alla crisi economica, politica e morale della loro nazione?
Carlos Fuentes fornisce la sua risposta alla cruciale domanda con Tutti i soli del Messico; in questi saggi, il grande scrittore rilegge l’attuale condizione del suo paese alla luce del passato. Sfilano così davanti ai nostri occhi gli avvenimenti di ieri e di oggi: la rivoluzione zapatista del 1910, la fondazione dei maggiori partiti politici, le lotte per la riforma agraria, la rottura tra i presidenti Salinas e Zedillo, gli accordi NAFTA e l’insurrezione in Chiapas, con il cui leader, il subcomandante Marcos, l’autore intrattiene un vibrante scambio epistolare. Per Fuentes la vera ricchezza del suo paese è nella particolare identità meticcia, nata dalla convivenza di etnie diverse e indipendente dai modelli del capitalismo statunitense. Un’identità comune a tutti i messicani, che fino a oggi non ha ancora trovato espressione nella vita politica, ma che forse è l’unica forza in grado di preparare il Messico ad affrontare il nuovo millennio.
Carlos Fuentes (Panamá, 1928) è considerato uno dei maggiori scrittori messicani ed è stato vincitore del Premio Cervantes, il più alto riconoscimento per un autore di lingua spagnola. Fra i suoi romanzi ricordiamo La morte di Artemio Cruz e Aura, entrambi pubblicati dal Saggiatore. Ha svolto anche un’importante attività di giornalista e saggista (Geografia del romanzo, Pratiche Editrice). Ha insegnato alle università di Harvard, Princeton e Columbia ed è stato ambasciatore del Messico in Francia.
L’Intervista Clinica con il DSM-IV
Psichiatria – Psicoterapia – Neuroscienze
Autore/i: Othmer Sieglinde C.; Othmer Ekkehard
Editore: Raffaello Cortina Editore
edizione italiana a cura di V. Lingiardi e F. Madeddu, prefazione dell’edizione italiana di E. Smeraldi, presentazione di A.J. Frances, traduzione di I. Agostini, D. Cavalleri, M. Cirò, F. Delucchi, C. Lonati, M.G. Manfredonia, M. Pellegrini, E. Pucci.
pp. 506, fig. b/n, Milano
L’intervista clinica con il DSM-IV è una guida fondamentale, chiara e pragmatica al colloquio con il paziente psichiatrico. Scomponendo il colloquio nelle sue fasi e componenti, gli autori indicano le tecniche e i “trucchi del mestiere” da utilizzare per giungere alla formulazione diagnostica secondo i criteri del DSM-IV. È un testo molto utile per psichiatri, studenti di medicina e psichiatria, ma anche per medici di base, psicologi clinici e assistenti sociali.
“Grazie alla ricchezza di vignette cliniche e trascrizioni di interviste e colloqui, questo libro dà al lettore la possibilità di capire ogni passaggio del processo diagnostico. L’obiettivo di fornire una guida all’intervista clinica con il DSM-IV è perfettamente raggiunto senza mai tradire l’approccio empatico al paziente, carattere fondamentale della psichiatria.” (American Jouranal of Psychiatry)
“È un ottimo libro, scritto con saggezza e acume clinico, in grado di fornire un approccio chiaro, integrato e del tutto esaustivo all’intervista psichiatrica. È il libro che avrei voluto scrivere io.”
(Alen J. Frances, Chairperson, Task Force on DSM-IV)
Ekkehard Othmer insegna Clinica psichiatrica all’University of Kansas Medical Center ed è membro dell’American Psychiatric Association.
Sieglinde C. Othmer è membro della Society for Clinical Trials.
Verità e Ragione – Tomo Primo
Riflessioni sulla religione, sulla metafisica e sul problema della conoscenza.
Autore/i: Gallo Michele
Editore: Laurenziana
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 248, Napoli
Sommario:
Prefazione
Introduzione
Parte I – La lotta della ragione
Cap. I – La religione come pazzia
Cap. II – L’emotività della metafisica
Parte II – La conoscenza senza soggetto
Cap. III – La confutazione dell’idealismo
Cap. IV – La conoscenza senza soggetto
Aggressività e Violenza
Nel mondo moderno
Autore/i: Hacker Friedrich
Editore: Edizioni il Formichiere
prefazione di Konrad Lorenz, traduzione di Ursula Olmini Soergel.
pp. 392, Milano
Non passa giorno senza che i mezzi d’informazione ci propinino la nostra dose quotidiana di violenza politica o criminale: il dirottamento aereo, la rapina, l’attentato, il rapimento, lo stupro, la guerriglia urbana… la società sembra divenire più fragile quanto più diviene «moderna». L’aggressività umana aumenta in progressione geometrica; la psicosi del delitto non è più patrimonio esclusivo di metropoli «diverse» e «inumane» come New York. In questo libro Friedrich Hacker, uno dei più autorevoli psichiatri e psicoterapeuti degli Stati Uniti, analizza ogni sfumatura, ogni metamorfosi, ogni recesso dell’aggressività. Egli distingue fra il carattere «naturalmente» aggressivo delle pulsioni umane, indispensabili per la sopravvivenza, e la violenza perversa, distruttiva, dell’assassino, del maniaco sessuale, del terrorista, descrivendo acutamente alcuni clamorosi casi contemporanei: dal suicidio rituale dello scrittore giapponese Mishima, all’esibizionista pluriomicida Nash, alla «diabolica» famiglia di Charles Manson, ecc. Tre colloqui con Konrad Lorenz (che ha scritto anche la prefazione al volume), Karl Menninger e Herbert Marcuse servono all’autore a verificare le proprie teorie.
Friedrich Hacker, nato a Vienna nel 1914, laureatosi a Basilea nel 1939, si trasferì negli Stati Uniti nel 1940. Dal 1945 dirige le cliniche di Beverly Hills e Lynwood, in California. Fondatore e direttore della Hacker Foundation, occupa la cattedra di psichiatria della facoltà di medicina e giurisprudenza della University of Southern California. È presidente della Sigmund Freud-Gesellschaft di Vienna.
Il Mare e le sue Leggende
Autore/i: Mari Alberto; Rubini Luisa
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
premessa degli autori, collana: Oscar Narrativa n° 858, copertina di Ferenc Pinter.
pp. 286, nn. illustrazioni in b/n, Milano
È il mare il vero protagonista di questa raccolta di leggende di ogni tempo e luogo. Gli autori ci conducono in un viaggio “fantastico” attraverso i secoli e i continenti, popolato di spiriti, fantasmi, esseri soprannaturali, vascelli incantati e creature mitologiche. Sono leggende e racconti di marinai e di popolazioni costiere, così come antichi miti, classici ed esotici, mediterranei e nordici. Da tutti traspare il grande fascino e la potente suggestione che il mare ha sempre esercitato sull’uomo; fonte di vita e di sostentamento da un lato, arcano e talvolta tragico mistero dall’altro.
Una grande “fiaba” per qualsiasi età e nel contempo un omaggio alla ricchezza, fantasia e genialità della cultura popolare.
Hanno collaborato alla realizzazione di questo volume: Grazia Bellano, che ha dato il suo prezioso apporto per le versioni dal francese e dalle lingue nordiche e ha collaborato inoltre anche alla ricerca bibliografica. Giusi Busceri ha curato le versioni dal dialetto siciliano delle varianti della leggenda di Cola Pesce. Elena Cotta Ramusino ha tradotto alcuni testi di Basset dall’inglese (nei capitoli “Atlantide e le città sommerse” e “Le sirene”).
Ringraziamo anche per le cortesi segnalazioni bibliografiche Italo Sordi e A. Virgilio Savona.
Alberto Mari, poeta e scrittore, esperto di letteratura per l’infanzia, conoscitore delle tradizioni popolari. Ha pubblicato varie raccolte di poesia e, in collaborazione con V. Savonae M. Straniero, l’antologia di filastrocche popolari Sotto la Cappa del Cammino (1985). È autore inoltre di opere fiabesche e di poesie per bambini.
Luisa Rubini, laureata in germanistica con una tesi sulle fiabe dei fratelli Grimm, oltre a traduzioni di testi di cultura tedesca, ha curato diverse pubblicazioni attinenti alla sfera demologico-folklorica. Si sta attualmente specializzando in storia della letteratura popolare europea.
Premessa
- Diluvio e creazione
- Il mare
- Fuochi e fosforescenze del mare
- Coboldo, spiriti, fantasmi, nani e altri esseri soprannaturali
- L’olandese volante e i vascelli fantasma
- Le sirene
- Dei e divinità del mare
- Atlantide e le città sommerse
- Pesci e pescatori
- La leggenda di Cola Pesce
- Altre leggende italiane
- Le leggende del Nord
Riferimenti bibliografici
Giorni in Birmania
Titolo originale: Burmese Days
Autore/i: Orwell George
Editore: Longanesi & C.
con due saggi dell’autore, presentazione di Gianni Zanmarchi, traduzione dall’originale inglese di Giovanna Caracciolo, grafica di John Alcorn.
pp. 288, Milano
«John Flory, trentacinquenne mercante di legname in una sperduta località della Birmania negli anni del primo dopoguerra, è un essere sensibile e intelligente, consapevole che dietro la maschera benevola della colonizzazione britannica si nasconde un sistema di sfruttamento brutale e spietato. Insofferente dei codici di vita dell’élite dei sahib bianchi e sinceramente attratto dalla cultura e dalle tradizioni indigene, vorrebbe trasferire questi suoi atteggiamenti sul piano pratico ma, vittima egli stesso degli effetti corruttori dell’esperienza colonialista, è costretto a una serie di umilianti compromessi morali che lo riempiono di amarezza e frustrazione e lo trasformano in un isolato sospetto ai suoi connazionali e bersaglio degli intrighi di un potentato locale. L’arrivo di Elizabeth Lackersteen sembra aprirgli uno spiraglio di luce, ma il complesso di colpa che lo ossessiona gli impedisce di veder chiaro nella natura della frivola ragazza, […]»
George Orwell, nato a Motihari (Bengala) nel 1903 e morto a Londra nel 1950, fu educato a Eton e quindi trascorse cinque anni in Birmania nelle file della Polizia Imperiale. Nel 1936-’37 prese parte alla guerra civile spagnola come volontario della milizia repubblicana, rimanendo ferito in combattimento. Durante la seconda guerra mondiale lavorò per la BBC. Tra le sue opere, ricordiamo La fattoria degli animali, 1984, Omaggio alla Catalogna, Fiorirà l’aspidistra.
Tarot des Centuries d’Apres l’Oeuvre de Nostradamus – Tarocchi
Pour deviner ce dont l’avenir sera faict
Autore/i: Webb Dominique
Editore: Heron Boéchat Maitres Cartiers
78 Cartes, illustrées en couleurs, Bordeaux (France)
La récente découverte d’une planche manuscrite inspirée de l’oeuvre de Nostradamus éclaire d’un jour nouveau l’interprétation du Tarot.
Storia della Pazzia
Se un giorno le belve dovranno giudicare gli uomini, porteranno come atto di accusa contro di noi, la ferocia degli uomini sani contro gli uomini folli.
Autore/i: Cassinelli Bruno
Editore: Edizioni Corbaccio
quarta edizione.
pp. 576, nn. fotografie b/n f.t., Milano
«[…] Ad un libro come questo sarebbero necessarie non una ma cento premesse. La pazzia, infatti, è compresa nel novero di quei fenomeni particolari che toccano, se non tutti, buona parte dei fenomeni generali. Fenomeni nel senso kantiano. Per entrare pienamente nella questione bisognerà osservare che la follia coinvolge profondamente i concetti filosofici della libertà, della verità, della morale, della giustizia, della psiche e del libero arbitrio. In sostanza, abbozzare la filosofia della pazzia equivale ad un tentativo gigantesco: far la filosofia della vita e, qualche volta, della metafisica, Considerazione dolorosa ove si pensi che io non comprendo a Metafisica se non come un qualche cosa di pericoloso e pericolante; un’arma che, pur non avendo valore d’offesa, è sempre in bilico e sempre oscillante fra l’inconoscibile e il conoscibile, fra l’intelligibile e l’inintelligibile. Potrei affermare che fin dall’adolescenza una insopportabile antipatia per i metafisici – gli albini del pensiero, come li chiamava Nietzsche – mi chiuse irrevocabilmente i campi stranamente gonfi di voci, in cui, paludati, i metafisici gozzovigliano alla ricerca della Verità maiuscola e delle sue prove.
La pazzia è reagente chimico di portata incalcolabile su tutte le convenzioni e le filosofie stabilite. A parte che la follia ¢ un asse di sostegno per i criteri ragionevoli che militano contro il concetto del libero arbitrio; a parte ancora che con la follia entra in chiara discussione quell’altro elemento metafisico che gli uomini usano chiamar l’anima; a parte ancora che la morale viene a subire una condanna quasi grottesca, pur rimanendo, arcigna e irsuta, a dettar legge in tutti i movimenti dell’uomo: la pazzia dimostra – col suo pianto e con la sua ilarità – che la libertà degli atti, quella libertà che si crede possibile e vera, è incastrata e incantata nel gioco di quell’aggregato fisio-chimico che è l’uomo. Ciò è un pò amaro e non va git. È, insomma, il crollo di molte ideologie supreme che si erano inventate pet la sublimazione dell’uomo. È, in sostanza, il riconoscimento netto e leale che la nostra vita si svolge entro limiti e mura: e che per viver da saggi bisogna allontanarsi di molto e da questi limiti e da queste mura. […]»
PARTE PRIMA
RAGIONE E PAZZIA
- Lafoi
- Il giocattolo e i peccato
- Circolarità, unità, distinzione, nell’analisi della pazzia
- La salute del dubbio
- Il vocabolo e l’oblio
- La nozione della pena
- Valutazione sociale della pazzia
PARTE SECONDA
LA PAZZIA NEGLI UOMINI E NEGLI ANIMALI
- Gli uomini
- Gli animali
PARTE TERZA
LA PAZZIA NELL’ARTE
- Dal libro giallo alla cicala
- Dante
- Le diagnosi, di Shakespeare
- I lunatici
- Da Manzoni a Dostojewskij
- I documenti umani
- La fatica per ritrovare se stessi
- La maschera della follia
- Intermezzo
- Il pazzo di Sandor Petöfi
PARTE QUARTA
STORIA DELLA PSICHIATRIA
- Elogio
- Il demonio dil Freud
- Dalla dialettica alla clinica
- Aggruppamento delle malattie e delle infermità mentali
PARTE QUINTA
L’INFERMITÁ DI MENTE NELLA LEGGE
- Il Codice Penale
- Il Codice Civile
Indice analitico-concettuale
Indice delle illustrazioni
Florario
Miti, leggende e simboli di fiori e piante
Autore/i: Cattabiani Alfredo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore.
pp. 748, nn. tavv. b/n f.t.,Milano
Questo libro, il cui titolo richiama la dea Flora – che nell’antica Roma aveva la funzione di proteggere tutte le piante utili all’uomo nel momento delicato della fioritura – è un viaggio nell’immaginario ispirato dall’universo vegetale. Un viaggio in paesi reali e fantastici attravesro riti pagani, ebraici, cristiani, musulmani, induisti, shintoisti, taoisti, buddhisti, in cui si incontrano divinità e protagonisti di favole, miti e leggende, si rievocano proverbi e usanze, si riscoprono poesie e opere d’arte. Ma “Florario” è anche un itinerario religioso, non solo perché vi compaiono personaggi biblici e santi ma anche perché, come ha scritto Ernst Junger, “un arcobaleno invisibile circonda quello visibile” e il mondo delle piante non è che una delle molte manifestazioni delle energie sovracosmiche. Alfredo Cattabiani ricostruisce sapientemente questo universo vegetale grazie alle sue conoscenza nel campo della fenomenologia religiosa, del simbolismo e delle tradizioni popolari, e suggerisce, pagina dopo pagina uno stile che sposa la chiarezza alla levità, percorsi di approfondimento per chi voglia e possa giungere là dove una pianta non è soltanto una pianta.
Alfredo Cattabiani, nato a Torino nel 1937, vive a Roma. È stato direttore editoriale, dal 1962 al 1978, delle Edizioni dell’Albero, di Borla e della Rusconi Libri.
Ha tradotto opere di Simone Weil, Georges Bemanos, Pierre Drieu La Rochelle, Jules Barbey d’Aurevilly, e curato saggi di Joseph de Maistre e Antonio Rosmini. ldeatore e conduttore di vari programmi radiofonici, ha diretto come giornalista professionista le pagine culturali di un settimanale ed e collaboratore de “li Tempo”.
Studioso di simbolismo, di storia delle religioni e di tradizioni popolari, ha pubblicato: Bestiario (Milano 1984); Erbario (Milano 1985); e con Marina Cepeda Fuentes Bestiario di Roma (Roma 1986).
Il Volto del Silenzio – Sri Ramakrishna
Titolo originale: The face of silence
Autore/i: Dhan Gopal Mukerji
Editore: Piero Gribaudi Editori
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione a cura del CR3.
pp. 192, Torino
Queste pagine non sono né una biografia, né un reportage, né un romanzo. Pur avendo i caratteri della biografia, del romando, del reportage questo libro è, più semplicemente, un incontro: l’incontro di un poeta, Dhan Gopal Mukerji, con Sri Ramakrishna, una delle più straordinarie figure spirituali dell’India.
Nel ricostruire la storia di Ramakrishna l’Autore adotta il modo di vedere e di sentire degli indù, che prediligono di gran lunga la leggenda all’esattezza dei luoghi e delle date storiche. Viene infatti data minor importanza alle vicende rispetto al significato mistico che queste assumono. Il ritratto che si configura è quello di “un uomo straordinariamente divino – o se si vuole – di un Dio straordinariamente umano”, così lo definisce l’Autore nella sua introduzione.
La personalità di Ramakrishna è tratteggiata in tutta la sua portata spirituale con grande sensibilità poetica, religiosa e mistica.
Attraverso questo libro, che oscilla tra la cronaca e il mito, fra la testimonianza documentata e il racconto orale, si è condotti all’interno di un’esperienza che va al di là dell’umano e che può condurre l’uomo ad incontrare il Volto del Silenzio, dell’Infinito, fino a raggiungere il samadhi, l’Unione Perfetta con Dio. Ma l’incontro con Ramakrishna può anche diventare occasione per scoprire la sorprendente sintonia del messaggio cristiano con il messaggio di questo profeta di Dio del nostro tempo. Povertà, distacco, ascesi, meditazione, semplicità e purità di cuore, preghiera, carità sono i capisaldi della sua testimonianza, le uniche vie per raggiungere la pace con Dio, con se stessi e con l’intera creazione.
Prefazione
Introduzione
- I. Il Monastero di Ramakrishna
- II. La leggenda di Ramakrishna
- III. La giovinezza di Ramakrishna
- IV. Il Santo
- V. Ramakrishna e le altre religioni
- VI. Ramakrishna e gli Indù ortodossi
- VII. Ramakrishna e un riformatore sociale
- VIII. I discepoli di Ramakrishna
- IX. I discepoli di Ramakrishna (seguito)
- X. L’inesprimibile
- XI. Esperienze d’iniziazione
- XII. Intossicato dall’amore per gli altri
- XIII. Un’anima perduta
- XIV. Mahaprastan o il grande distacco
- XV. Conclusione di Turiyananda
- XVI. Ultima impressione
Il Segreto dei Druidi
La vera storia dei potenti sciamani itineranti nell’Europa pre-cristiana
Autore/i: Berresford Ellis Peter
Editore: Edizione Mondolibri
traduzione dall’inglese di Simona Angela Comuzzi Scaccabarozzi.
pp. 392, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Chi erano i druidi? Questi personaggi ammantati di mistero catturarono l’immaginazione di greci e romani, che li consideravano sacerdoti occulti ai quali piaceva indulgere in sacrifici umani e predire il futuro osservando le viscere delle vittime.
Nella Bretagna semi-cristianizzata dell’alto Medioevo si scrisse solo in toni foschi di questi stregoni pagani, ridotti ormai a indovini di corte alla stregua di Merlino.
Ma ecco il druidismo affascinare gli intelletti del ’600 – Isaac Newton si dichiarava adepto della loro religione – sino alla formazione, da parte dei romantici tardo-settecenteschi, di logge neo-druidiche. Ad una di queste logge venne iniziato (nel 1908) niente meno che Winston Churchill.
Ma il fascino della filosofia dei druidi è ancora potente, come dimostra l’appropriazione che di quella filosofia sta operando il movimento del New Age, i cui esponenti trovano il panteismo pagano dei druidi in sintonia con il nuovo “pensiero planetario”. Ma chi erano veramente i druidi? Fonti scarne e ostili, nonché l’interdizione di insegnare ai discepoli se non a voce, hanno reso difficile scrostare il mito per giungere a una valutazione storica del ruolo e delle pratiche dei druidi. In questo libro Peter Berresford Ellis analizza accuratamente le testimonianze e, basandosi anche sulle più recenti scoperte archeologiche, offre al lettore il primo effettivo resoconto circa la loro identità.
Ne emerge che i druidi costituivano la casta degli intellettuali dell’antica società celtica. Essi erano medici, uomini di legge, ambasciatori e consiglieri dei re, oltre ad aver funzioni religiose.
Il consenso degli studiosi britannici, sintetizzato da Ellis, è che si trattasse di una casta di tipo “braminico”, cosmopolita e itinerante, che ha dato molti re e sacerdoti e depositaria di riti e tradizioni. Questo libro costituirà il modello per opere sui druidi per molti anni a venire.
Peter Berresford Ellis, storico e autore di romanzi, è autore di alcune opere di rilievo sulla storia e sulla cultura dei celti. Tra i suoi titoli ricordiamo:
The Cornish Language and its Literature (La lingua e la letteratura della Cornovaglia, 1974), Celtic Inheritance (L’eredità dei celti, 1985), A Dictionary of Celtic Mythology (Dizionario di mitologia celtica, 1992) e Celt and Saxon (Celti e Sassoni, 1993). Nel 1989, Peter Berresford Ellis ha ricevuto un premio Irish Post, come riconoscimento della sua opera sulla storia dei celti. È stato presidente del primo Scrif-Celt, la fiera del libro in lingua celtica, e presidente della Lega celtica tra il 1988 ed il 1990. Nel 1987 è stato nominato Bardo del Gorsedd di Cornovaglia.
Verso l’Invisibile
Diario (1958-1966)
Autore/i: Green Julien
Editore: Rusconi
conversazione introduttiva fra Jullien Green e Ugo Ronfani, traduzione dal francese di Gioia Zannino Angiolillo.
pp. 416, Milano
Forse l’opera più compiuta di Julien Green è il Diario: iniziato nel 1928, con una sola interruzione fra il 1939 e il 1940, è l’autobiografia di un’anima religiosa, delle sue lotte e contraddizioni, del colloquio con le persone, le cose, le presenze che la circondano.
La struttura di Verso l’invisibile, che abbraccia gli anni 1958-1966, è la stessa dei diari precedenti, intessuta di incontri, viaggi, letture e amicizie, fra le quali risalta quella con Jacques Maritain. Ma qui la riflessione di Green si raccoglie soprattutto su un tema dominante, il legame fra il Visibile e «le realtà misteriose, inesprimibili, al di là del muro del nostro mondo». Alla luce di questa meditazione il libro rivela una profonda unità nelle sue varie sfaccettature, ed è più di un diario; è una guida per i perplessi che rintraccia e riannoda con una limpida ispirazione tradizionale i fili sottili di una saggezza respinta oggi dalla controcultura imperante.
Julien Green è nato a Parigi il 6 settembre 1900 da genitori americani di confessione protestante. Si è convertito al cattolicesimo nel 1916 dopo una lunga crisi religiosa. È considerato uno dei maggiori scrittori contemporanei di lingua francese. Nel 1972 è stato ricevuto all’Académie Française. È autore di romanzi, fra cui i celebri Adrienne Mesurat e Maira, di opere teatrali, di un’autobiografia e del Diario. Vive attualmente a Parigi.
Miniatura in Friuli
Catalogo della Mostra
Autore/i: Autori vari
Editore: Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia
presentazione di Dario Barnaba, introduzione di Gian Carlo Menis, in copertina: «Antiphonarium», Genoma del Friuli, Archivio Arcipretale. Sul retro: «Breviarium Franciscanum», Cividale del Friuli, Museo Archeologico.
pp. XXX-198, Udine
Dall’introduzione:
«I tredici anni che ci separano dalla prima grande mostra della miniatura in Friuli non sono trascorsi invano ai fini della migliore conoscenza dell’ingente patrimonio d’arte miniata che le biblioteche, gli archivi e i musei del Friuli gelosamente conservano. Molti “fiori di questi giardini segreti” – come ebbe a definirli il Fiocco – offerti allora per la prima volta al godimento e all’intelligenza delle persone sensibili al richiamo dell’arte e della storia sono stati in seguito oggetto di nuove originali indagini. Molte delle suggestioni e delle proposte critiche formulate nel prestigioso catalogo allora curato per la mostra da Giuseppe Bergamini e dallo scrivente sono state raccolte e precisate. Più accurate indagini all’interno dei fondi locali hanno fruttato nuove rilevanti scoperte. La storia, cosi, non solo delle miniature ma della stessa cultura friulana si e ulteriormente illuminata in suoi non secondari aspetti. La presenza infatti di un codice miniato liturgico o profano in un determinato ambiente e in una determinata epoca è sempre un evento che deve essere attentamente considerato tanto dallo storico dell’arte quanto dallo storico in genere. Anche quando si tratti di opere minori, non esteticamente considerevoli, oppure di opere non nate in loco ma acquistate altrove o comunque immigrate, esse sono sempre indice di una Iniziativa culturale, testimonianza di una preferenza e di un orientamento intellettuale, talora consenziente sulla linea della tradizione, talora innovatore e problematico; In una parola, delle correnti culturali che muovono quell’ambiente.[…]»
Arnaldo da Brescia e la Rivoluzione Romana del Secolo XII
Autore/i: De Castro Giovanni
Editore: Messaggerie Pontremolesi
premessa di Fermo Sora.
pp. XXVI-536, Milano
Il dramma di una Chiesa che si è andata lentamente sempre più temporalizzando; lo sconcertante quadro della corruzione in essa dilagata negli ultimi secoli del Medio Evo che vedono quasi trionfare concubinato, corruzione, simonia nella ”Sposa di Cristo”; l’eroica lotta dei ”puri” per riportare la Chiesa alla ”vera Cristianità”, per riportare il sacerdozio alla sua vera missione; gli errori nei quali si cadde il più delle volte per troppo fervida esaltazione mistica e per troppo bruciante fiamma di zelo; l’intreccio dei fatti dei quali e tessuto questo complessissimo ”arazzo storico”, fattori sociali, economici, politici, religiosi, filosofici, morali, insomma materiali e spirituali; tutto questo si esalta nella figura, nella predicazione, nell’opera, nella storia e nella morte di un grande “chierico”: Arnaldo da Brescia. In lui si individuano tutti quegli elementi dai quali nasceranno – dal XII secolo in avanti – tutti i movimenti di riforma della Chiesa, piccoli e grandi, ereticali e non ereticali, che sconvolsero quei secoli dal cui soqquadro, appunto, sorsero le premesse per la formazione e la progressiva affermazione del mondo moderno, perché da essi prese l’avvio l’uomo moderno.
In questa vita di Arnaldo da Brescia, scritta da un autore, Giovanni De Castro, che non fu solo storico insigne, ‘ma fu anche spesso felice romanziere, il lettore potrà rivivere quei tempi, partecipare a quelle lotte, a quegli entusiasmi, esaltarsi con i personaggi nella pittura dei quali il De Castro ha dato una delle migliori prove della sua sicura competenza scientifica e della sua non comune capacità evocativa.