Libri dalla categoria Indocina
Sette Decimi – Gli Oceani, le Isole, gli Abissi: i Viaggi dell’Uomo, i Percorsi dell’Immaginazione
Titolo originale: Seven-tenths
Autore/i: Hamilton-Paterson James
Editore: Ugo Guanda Editore
traduzione di Donatella Zanetti Ongaro.
pp. 336, illustrazioni b/n, Parma
Sette decimi del globo sono coperti dall’oceano. Sette decimi del corpo umano sono fatti d’acqua. Sette decimi parla dell’acqua del mare, delle isole, delle coste, delle scogliere e degli abissi; e parla del modo in cui tutto ciò agisce e ha sempre agito sull’immaginazione degli uomini. Il motivo ricorrente del libro è un uomo, forse lo stesso scrittore, che nuotando al largo dell’oceano ha smarrito ogni punto di riferimento e non riesce a ritrovare la sua barca. Perso nel vasto mistero del mare, l’uomo sperimenta il carattere speciale e «altro» della distesa d’acqua che lo circonda, e come essa modifica le percezioni e le proporzioni di un mondo che credevamo di controllare. L’uomo moderno di fronte all’oceano riscopre l’imprendibilità di un luogo che non si lascia né misurare né colonizzare: più gli strumenti di misurazione sono sofisticati e complessi, meno le mappe di fondali, montagne sommerse e isole risultano precise. Ce lo illustra uno dei capitoli più affascinanti, quello sulle isole immaginarie, isole inventate dai navigatori d’ogni epoca, alcune delle quali ancora esistono sugli atlanti. Ma le isole sono, appunto, anche luoghi del desiderio, luoghi che cambiano identità e confini, non solo nell’immaginazione ma anche nella triste realtà: è il caso di un isolotto delle Filippine trasformato in esclusiva stazione turistica per soli giapponesi.
Uno dei temi centrali di Sette decimi, un libro che è erede della grande letteratura di viaggio e di avventura inglese, è poi la perdita: i naufragi, i relitti, le morti in mare, i misteri delle sparizioni di navi e sottomarini, e in generale il trattamento che il mare riserva a tutte le cose che entrano nel suo dominio: la trasformazione in «qualcosa d’altro», non più riconducibile alla sua immagine originaria. Questo senso di perdita, di possibile trasmutazione, insegue anche ciò che nel mare vive e prospera. In un capitolo sulla pesca, seguiamo l’autore su un motopeschereccio scozzese nel Mare del Nord, che draga dal fondo del mare ogni sorta di rifiuti, compresa una bambola gonfiabile, ma pochissimo pesce. E lo seguiamo tra gli «zingari del mare» dell’arcipelago Sulu: popolazioni che vivevano in simbiosi perfetta con l’oceano costrette a vivere a terra, su un elemento che non conoscono e non amano. Squilibrio della bilancia marina e perdita di culture millenarie; ma, sembra dire l’autore, il mare è ancora il luogo imprendibile delle nostre fantasie più profonde, l’unico luogo inaccessibile rimasto sulla terra, che esercita sull’uomo un potere misterioso e insistente. È la terra di nessuno, il confine, la soglia oltre la quale può spingersi solo lo sguardo della mente.
James Hamilton-Paterson, scrittore, poeta, giornalista, collabora tra gli altri con il «Sunday Times» e il «TLS». Fra le sue opere: Playing with Water, Gerontius, The Bell-Boy, Griefwork. È membro della Royal Geographical Society e vive in Italia e in Estremo Oriente.
Profilo della Cultura Spagnola – Morfologia di un “Continente Mentale”
Autore/i: Uscatescu George; Campa Riccardo
Editore: Rizzoli
unica edizione, nota introduttiva di Riccardo Campa.
pp. 216, Milano
Questo volume si propone di individuare gli aspetti più significativi della cultura ispanica delineandone alcuni temi caratteristici, dal romanzo picaresco all’arte di Goya e di Velazques. Ne risulta, come era naturale, un quadro ricco di complesse interferenze, di riflessi reciproci, di tradizioni, credenze, ideologie; non poteva essere altrimenti, essendo l’area iberica per sua natura destinata a fare da filtro a numerose culture prima di proiettarsi come entità ben delineata nel circuito delle idee dell’Europa continentale. Un libro che spazia dall’età della Riforma e della rivoluzione industriale ai nostri giorni, un invito a ricuperare, dalla letteratura alla politica, i termini della conoscenza solo apparentemente in contraddizione: la ragione e l’emozione.
George Uscatescu è professore di Teoria e storia della cultura all’Università Complutense di Madrid. Fra le sue opere – molte delle quali tradotte principali lingue europee – si ricordano: Proceso al Humanismo (1968); Erasmo (1969); Antinomie della libertà (1970); Genesi e vicende dello strutturalismo ( 1972); La anarquia y lasfuentes delpoder ( 1973); Estructuras de la imaginacíon (1976).
Riccardo Campa è professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Napoli. Ha tenuto corsi e seminari alle Università di Santander rimberga, Parigi, Londra, Tbilissi. Oltre a volumi di argomento latinoamericano, ha pubblicato: Il profetismo laico (1971); L’Universo politico omogeneo (1974); La realtà e il progetto politico (1976); Las nuevas herejías (1980).
W Palermo Viva – Storia di un Progetto per la Prevenzione delle Tossicodipendenze
Autore/i: Cancrini Luigi
Editore: La Nuova Italia Scientifica
pp. 308, Roma
Tra il febbraio 1990 e il dicembre 1992, un gruppo di ricercatori ha collaborato con il Comune di Palermo all’ideazione e alla messa in opera di un progetto d’intervento relativo ai problemi dei minori e del disagio giovanile e familiare. Il volume vuole offrire una testimonianza ragionata di questa esperienza, che potrà tornare utile a quanti lavorano in un settore dei servizi sociali tanto cruciale quanto ampio e lungamente trascurato. La prima parte del libro raccoglie e riordina i documenti concernenti la genesi, l’avvio e la gestione organizzativa, le prime indagini valutative, l’identificazione delle linee di sviluppo dell’iniziativa. Nella seconda parte si presentano ricerche e studi: muovendo da una ricostruzione storico-teorica del concetto di “famiglia multiproblematica”, si prendono infatti in esame alcuni specifici contesti operativi (l’evasione dell’obbligo nelle scuole elementari, il tribunale e gli istituti per minori, l’affido familiare, il lavoro terapeutico con le famiglie). All’analisi di esempi e modelli di “riproduzione” dell’esperienza palermitana è infine dedicata l’ultima parte del libro. I dati raccolti gettano luce su realtà che restano abitualmente distanti dalla pratica e dalla riflessione degli operatori. Inoltre essi intendono illustrare, con numeri e con delle “storie”, l’opportunità di adottare una prospettiva “sistemica”, per operare adeguatamente con le famiglie multiproblematiche che entrano in contatto con le istituzioni giudiziarie, sociali e sanitarie. Questo rapporto, che persegue in primo luogo la chiarezza espositiva e la fedeltà dell’informazione, potrà forse lasciare perplesso qualche fautore della ricerca “pura”. Tuttavia, la ricerca-intervento è tecnica da cui non si può prescindere nel lavoro sociale e da cui possono provenire proficue sollecitazioni. E proprio di questo il libro vorrebbe essere un possibile esempio.
Luigi Cancrini è docente di Psichiatria e Psicoterapia all’Università di Roma, e dirige il Servizio speciale di terapia familiare e tossicodipendenze della stessa Università. Per La Nuova Italia Scientifica ha già pubblicato: Quei temerari sulle macchine volanti, 1982; Quattro prove per un insegnamento della psicoterapia, 1984; La psicoterapia: grammatica e sintassi, 1987 e 1990; con Elvira Guida, L’intervento psicologico nella scuola, 1986, e, con Cecilia La Rosa, Il vaso di Pandora, 1991.
Donne che non hanno Paura del Fuoco – Come Trasformare in Energia Vitale il Sentimento della Rabbia
Titolo originale: Female Rage
Autore/i: Valentis Mary; Devane Anne
Editore: Edizioni Frassinelli
introduzione delle autrici, traduzione di Maura Pizzorno.
pp. X-300, illustrazioni b/n, Milano
Qual è il segreto delle donne che non hanno paura di scottarsi al fuoco della propria collera? Che potere dà saper trasformare la rabbia in energia? La risposta è in questo affascinante viaggio nel vissuto femminile di ieri e di oggi, un excursus in cui le due autrici, abbracciando trasversalmente mito, psicoanalisi, letteratura, cinema, arti figurative e cronaca, svelano il complesso universo psicologico della « rabbia femminile », un sentimento ancestrale che la donna ha nel proprio patrimonio genetico e culturale. Privilegiando il mito di Medusa come chiave interpretativa, Valentis e Devane suggeriscono una via per convertire questa pulsione in forza positiva e produttiva, utilizzando un approccio che richiama idealmente l’indagine di Donne che corrono coi lupi. I modelli comportamentali della società e della famiglia richiedono che la donna reprima il fuoco della propria furia. Ma se la rabbia rivolta verso l’esterno dà luogo a comportamenti violenti e socialmente inaccettabili, qualora la furia venga introiettata può avere effetti ancora più devastanti, arrivando a provocare disturbi emotivi e fisici quali depressione, anoressia, bulimia, dissociazione della personalità. Mettersi in contatto con la propria « Medusa interiore » è il primo passo verso una sana e matura presa di coscienza: Medusa era sì il mostro con serpenti al posto dei capelli e uno sguardo che pietrifica, ma dalla sua testa mozzata sono venuti alla luce Crisaore e Pegaso, simboli di forza interiore e creatività. Con questo saggio appassionato e stimolante – corredato di illustrazioni e di due test di autovalutazione -, che spazia da Freud a Kundera e a casi di attualità come quello di Lorena Bobbitt, attraverso un indimenticabile campionario di personaggi femminili del nostro presente, da Thelma e Louise a Basic Instinct, a I ponti di Madison County, ogni donna può imparare a rapportarsi a un’energia tanto potente come la rabbia e a canalizzarla in positivo verso il raggiungimento dei propri obiettivi, facendola diventare un fuoco di cui si può e si deve non avere paura.
«Una rabbia indifferenziata e indiscriminata può contaminare e distruggere Unterà esistenza di una donna. […] Ma la donna che intraprende il viaggio per tornare a Medusa esplorandone la storia e comprendendo la realtà della sua rabbia comincia a capire quale potente arma ha in suo possesso. La rabbia è la via maestra verso V asserzione di sé, verso un più profondo sviluppo psicologico e il benessere emotivo.»
«Le dinamiche della rabbia e della vendetta sono operazioni psicologiche complesse e intricate che occorre riconoscere, poi comprendere e infine affrontare in modo accurato e consapevole. […] Il fine è di raggiungere l’autenticità nella nostra esistenza senza far del male agli altri, ma neppure a noi stesse.»
«La rabbia è normale; è umana, è reale. Nella nostra ricerca, abbiamo dovuto andare ben al di là delle nostre paure, del nostro rifiuto di vedere la verità della nostra esistenza e di quella delle altre donne. Ci auguriamo che le lettrici vadano anch’esse oltre queste barriere e si confrontino con la Medusa che è in loro.»
Mary Valentis, laureata in Letteratura inglese e americana, è attualmente docente di Letteratura alla State University of New York di Albany. Ha scritto una raccolta di saggi sulla poesia americana e tiene corsi di psicologia, letteratura e cultura popolare.
Anne Devane, laureata in Letteratura irlandese e americana, è attualmente docente di Letteratura alla State University of New York. Scrive testi per la televisione e tiene corsi di cultura popolare con grande attenzione all’universo femminile.
Le 12 Case Astrologiche – Il Significato delle Case nel Tema Natale e in Relazione al Transito dei Pianeti Lenti
Titolo originale: Les 12 Maisons Astrologiques
Autore/i: David Ferdinand
Editore: Armenia Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Enzo Acampora.
Astrologia; Osservazioni Astrologiche; Tecniche Astrologiche; Studio Pratica e Ricerca
Lo studio delle case costituisce uno dei grandi capitoli della scienza astrologica. Esse infatti descrivono e delimitano le dodici principali sfere d’esperienza della vita umana: dalla creatività all’amore, dalla salute alle finanze.
Se il rapporto che intercorre fra i pianeti, gli aspetti e i segni indica la qualità dell’energia vitale di cui dispone il soggetto al momento della nascita, la casa nella quale si verifica questa relazione precisa invece in quale settore si esprimerà in modo particolare la stessa energia, rivelando quindi le attitudini e le potenzialità dell’individuo, i suoi difetti e i suoi aspetti vulnerabili.
Concepito e maturato da Ferdinand David, docente di astrologia e materie esoteriche, durante i suoi dieci anni di insegnamento a Strasburgo, questo libro costituisce un corso completo sul ruolo delle case nel tema natale.
Nella seconda parte del volume, l’Autore amplia la trattazione sviluppando un’originale interpretazione del transito dei cinque pianeti lenti in ciascuna delle case e proponendo una visione attuale e personale sulla definizione e le relazioni reciproche di pianeti e case.
Un’opera destinata sia agli studiosi e ai professionisti dell’astrologia, sia a coloro che, ancora profani, troveranno in essa un indispensabile strumento di lavoro e di riflessione.
Yoga – Il Metodo Iyengar • La Nuova, Definitiva Guida alla Forma di Yoga più Diffusa
Titolo originale: Yoga – The Iyengar Way
Autore/i: Mehta Silva; Mehta Mira; Mehta Shyam
Editore: Edizioni Mediterranee
premessa di B.K.S. Iyengar, prefazione e introduzione delle autrici, traduzione Maria Cristina Coldagelli.
pp. 192, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Roma
L’antichissima pratica dello Yoga è stata considerata per lungo tempo un efficace sistema per alleviare la tensione emotiva, curare le malattie del corpo e raggiungere un equilibrio personale.
Yoga: il metodo Iyengar è una guida pratica, completa e autorevole al più popolare e accessibile dei sistemi Yoga. Sviluppato dal maestro nel corso degli ultimi cinquant’anni, il metodo Iyengar è l’unico approccio allo Yoga articolato sistematicamente, mettendo un accento particolare sulla precisione del movimento per poter trarre il massimo del beneficio.
Yoga: il metodo Iyengar è un manuale serio e completo per il principiante come per l’allievo più avanzato, interpreta e presenta lo Yoga in modo adatto al lettore occidentale. Espone oltre cento posizioni, ciascuna illustrata chiaramente nelle diverse fasi da fotografie e istruzioni dettagliate, e classificate secondo il livello di difficoltà. Sono inoltre forniti consigli e idee per aiutare a progredire il principiante e chi è meno flessibile, oltre che per spiegare i dettagli più raffinati delle posizioni per gli allievi più avanzati.
Il libro dedica inoltre una sezione al Pranayama, l’arte della respirazione, alla meditazione e alla storia della filosofia Yoga, insieme a corsi progressivi per la pratica e a programmi terapeutici per un buon numero di disturbi comuni. Riccamente illustrato da fotografie, scrittore dimostrato da allievi che hanno studiato per oltre trent’anni sotto la guida di B.K.S. Iyengar, Yoga: il metodo Iyengar è la guida decisiva per gli allievi di tutto il mondo.
Silva Mehta (1926-1994) ha dedicato la sua vita alla continuazione dell’opera di Iyengar. Ha cominciato a insegnare yoga nel 1960 e le è stato affidato il primo corso per insegnanti di yoga del Regno Unito, patrocinato a Londra dalle autorità responsabili dell’istruzione.
Mira Mehta, figlia di Silva, è laureata in lettere all’università di Londra e si è specializzata all’università di Oxford in sanscrito, religioni e filosofia dell’India. Ha cominciato a insegnare yoga nel 1973 e segue le orme materne nel diffonderlo a tempo pieno. Con le Edizioni Mediterranee ha pubblicato Yoga spiegato.
Shyam Mehta, figlio di Silva, laureato in matematica a Cambridge, ha una brillante carriera come matematico attuariale. Insegna yoga dal 1974.
In Terra d’Israele
Titolo originale: Lo vesham be’eretz Israel
Autore/i: Oz Amos
Editore: Casa Editrice Marietti
prima edizione, prefazione di Lucia Annunziata, traduzione dall’ebraico di Arno Baehr, in copertina: Terra d’Israele, dal trattato “Peregrinatio in Terram Sanctam” di Bernhard von Breydenbach, 1486.
pp. XVIII-198, 1 cartina b/n, Genova
«Ho raccolto il materiale per questi appunti durante i miei viaggi attraverso Israele nell’ottobre e nel novembre 1982.1 colloqui che ho avuto non sono stati registrati dal vivo, e a causa della loro durata non sono riportati per esteso. Nella maggioranza dei casi prendevo gli appunti mentre si svolgeva la conversazione; in due o tre occasioni, subito dopo la fine della medesima. Tutti gli interlocutori sono persone vere e vive – sia quelli che ho nominato che gli altri.
Tutti i capitoli, salvo l’ultimo, sono stati pubblicati sul supplemento settimanale del quotidiano “Davar” nel novembre e nel dicembre 1982 e nel gennaio 1983.
Non considero questi appunti come “immagine rappresentativa” o come “caratterizzazione media” di Israele oggi; non credo a immagini rappresentative e neppure a caratterizzazioni medie. Ogni luogo è un mondo a sé e ogni persona è un intero universo, e io ho visitato soltanto alcuni luoghi e ho parlato con poche persone – e durante queste visite ho potuto vedere e sentire soltanto una piccola parte di quello che c’era da vedere e da sentire.
Ci sono due modi per risolvere una tragedia. Uno è quello di Shakespeare e l’altro quello di Cechov. In Shakespeare alla fine tutti sono morti. La scena è coperta di sangue, e la Giustizia svolazza su tutto. In
Cechov sono tutti frustrati e arrabbiati, col cuore a pezzi, ma vivi. E tutto quello che voglio è che ci sia una fine cechoviana alla nostra tragedia». (Amos Oz)
Amos Oz è considerato lo scrittore più importante della nuova generazione israeliana. Nato a Gerusalemme nel 1939, durante la guerra dei Sei giorni e quella del Kippur ha combattuto nel Sinai e sulle alture del Golan. Attualmente vive a Arad, una piccola città non lontana dal Mar Morto, e insegna letteratura presso le università di Gerusalemme e di Be’ar Sheva.
Quasi tutti i suoi libri sono stati tradotti in varie lingue; in Italia è stato pubblicato il romanzo Michele mio (Bompiani) e sono in corso di pubblicazione, presso Guanda, Scatola nera e Conoscere donna.
Il Sogno della Croce e Liriche del Duecento Inglese sulla Passione
Autore/i: Autori vari
Editore: Pratiche Editrice
introduzione, note e traduzione e cura di Domenico Pezzini.
pp. 172, Parma
«Vedevo il legno della gloria, adorno di vesti regali, scintillante di luce, coperto tutto d’oro; gemme avevano avvolto di fulgore l’albero del potente». Così nel Sogno della Croce (IX-X sec.) una superba visione ripropone al cristiano il mistero della Passione, ed è la Croce stessa a parlare, ricordando l’incontro con il Dio – «Tremai quando il guerriero mi abbracciò, ma non osai piegarmi a terra» – incontro che la trasformò per sempre da strumento di angoscia in cammino di vita. Accompagnano questo capolavoro della poesia anglosassone, rutilante di antiche gemme, alcune liriche sulla Passione del xm secolo, non meno intense ma molto diverse. Indugiando ossessivamente sui dolori di Cristo, sulla devastazione del suo corpo, sulla vergogna della sua nudità, sull’abbandono dei discepoli, sulle sofferenze di Maria, esse sono espressione della nuova «pietà affettiva», si inseriscono nel grande movimento di rievangelizzazione delle plebi cristiane condotto dagli ordini dei Predicatori. L’«albero della vittoria» del Sogno della Croce, simbolo insieme di umiliazione e di trionfo, cosmico equilibrio di morte e vita, è divenuto qui dolente meditazione creaturale, imago pietatis.
I Due Titanic – L’Enigma di un Disastro Voluto e di una Truffa Colossale. Il Vero Titanic non è Mai Partito!
Titolo originale: The Riddle of the Titanic
Autore/i: Gardiner Robin; Van der Vat Dan
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, prefazioni degli autori, traduzione a cura di Stefania Manetti.
pp. 480, numerose illustrazioni b/n f.t., Casale Monferrato (AL)
Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, mentre il Titanic si inabissava in seguito a un rovinoso scontro con un iceberg portando con sé in fondo al mare più di mille passeggeri inermi, forse in qualche altra parte del mondo qualcuno sapeva e voluta-mente non faceva nulla per evitare la tragedia. Anzi, forse tutto era stato preordinato; forse quella nave che colava a picco non era il Titanic…
Quel che è certo è che la compagnia di navigazione White Star, armatrice del Titanio, aveva gravi problemi finanziari e aveva stipulato per la traversata del Titanic una assicurazione esorbitante; il Titanic aveva una nave gemella, l’Olympic, che aveva già avuto numerosi incidenti ed era stata ferma in un cantiere per lavori di manutenzione proprio nel periodo precedente la partenza del Titanic.
Stranamente, anche gli ufficiali e l’equipaggio presenti sul Titanic al momento della tragedia erano quelli dell’Olympic. Ancor più stranamente, le indagini anglo-americane successive all’incidente vennero presto archiviate e tutti i relativi documenti distrutti. Seguendo indizi, tracce e sospetti, Robin Gardiner e Dan Van der Vat ricostruiscono con meticolosa precisione tutti i particolari della vicenda e giungono ad una conclusione sconvolgente: l’incidente del Titanic venne orchestrato dalla White Star per incassare il premio dell’assicurazione e la nave che veramente si inabissò non fu veramente il Titanic!
Perché il Capitano Smith ignorò l’allarme lanciato dall’equipaggio e accelerò la corsa della nave contro i ghiacci?
Perché le indagini vennero ritardate e i relativi documenti distrutti?
Perché la compagnia proprietaria del Titanic la White Star, non mandò sul luogo del disastro una nave di soccorso che era nelle vicinanze?
Perché la White Star tenne nascosta in un porto la nave sorella del Titanic, la Olympic?
«Una indagine appassionante, ben scritta e documentata con rivelazioni e scoperte totalmente inedite.» (Times Literary Supplement)
Robin Gardiner vive a Oxford. Da sempre affascinato dalla storia del Titanic, per circa dieci anni ha raccolto tutta la documentazione disponibile relativa al disastro marittimo più grave del nostro secolo. Ha pubblicato molti articoli rivelando le sue scoperte che mettono in dubbio la versione ufficiale fornita a proposito della tragedia.
Dan Van Der Vat vive a Londra. È stato corrispondente di «The Times» e attualmente è uno dei principali collaboratori di «The Guardian». È autore di sei libri sulla storia marittima del ventesimo secolo, due dei quali hanno vinto importanti premi letterari.
Guerra alle Balene
Titolo originale: Harpoon
Autore/i: Darby Andrew
Editore: Longanesi & C.
prologo dell’autore, traduzione di Elisabetta Valdré.
pp. 336, Milano
Perché si continua a uccidere le balene? Per rispondere a questa domanda bisogna compiere un viaggio a ritroso nella storia della caccia ai cetacei, seguendo le rotte delle prime baleniere. Un viaggio che ha inizio nel Nord Atlantico, a sud dell’Islanda, quando il comandante Thomas Welcome Roys sparò il primo colpo del suo cannoncino a spalla da quindici chili, uccidendo una balenottera azzurra e dando inizio alla mattanza che avrebbe portato sull’orlo dell’estinzione la specie di maggiori dimensioni del pianeta. Era il 1855. Nel corso del ventesimo secolo, quando la caccia alla balena raggiunse l’apice, la grande carneficina dell’emisfero australe abbatté più di due milioni di individui. E ai giorni nostri alcune nazioni – su tutte il Giappone – rivendicano il proprio diritto a continuare lo sterminio, nel nome della sovranità territoriale e di antiche tradizioni di pesca.
Scritta da un giornalista impegnato in prima linea per la conservazione dell’ambiente marino, Guerra alle balene è una documentatissima denuncia di quanti, si tratti di balenieri norvegesi o artiglieri giapponesi, nonostante il divieto praticano ancora oggi una caccia spietata. Ma è anche un racconto che ci restituisce tutto il fascino, e talvolta il mistero, del mondo marino e dei suoi magnifici abitanti.
Andrew Darby, giornalista, si occupa della lotta contro la caccia alle balene da oltre vent’anni. Vive a Hobart, in Tasmania.
Capire i Disagi dei Bambini – Le Richieste d’Aiuto che Preoccupano i Genitori
Autore/i: D’Ambrosio Cleopatra
Editore: Edizioni Centro Studi Erickson
con la collaborazione di Carla Bertazzi, introduzione dell’autrice.
pp. 200, Gardolo (TN)
Figli che fingono di essere malati per non andare a scuola, che soffrono per l’arrivo di un nuovo fratellino, bambini che litigano con i compagni di scuola, che mentono continuamente, adolescenti che rispondono male agli insegnanti e scappano di casa.
Si tratta di episodi quotidiani, poco eclatanti e forse proprio per questo erroneamente sottovalutati da genitori e educatori, che tendono a sdrammatizzare, a ricondurre tutto a un capriccio passeggero, oppure reagiscono assestando uno sculaccione «educativo» o attaccando con bruschi rimproveri.
L’autrice, psicologa e psicoterapeuta, avvalendosi di storie comuni, in cui ciascuno si può riconoscere e confrontare, opera un’attenta analisi in due direzioni: da un lato indaga le cause di questi comportamenti problematici e i disagi che possono averli originati, dall’altro fornisce all’adulto utili suggerimenti per compiere le scelte più opportune e guidarlo verso la soluzione del problema.
Io Vivrò – La Mia Lotta Contro la Malattia nella Lunga Notte Artica
Titolo originale: Ice Bound
Autore/i: Nielsen Jerri
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prologo dell’autrice, traduzione di Anna Martini.
pp. 324, illustrazioni b/n f.t., Milano
Eccezionale dramma umano e moderna allegoria dei limiti della tecnologia, l’avventura della dottoressa Jerri Nielsen ha emozionato il mondo intero. Durante la sua permanenza al Polo Sud come responsabile medico della base americana, si è autodiagnosticata un tumore al seno. Bloccata dalle proibitive condizioni climatiche, è rimasta prigioniera per otto interminabili mesi nella lunga notte artica, isolata dalla civiltà come un naufrago dell’Ottocento. Unico legame con chi poteva salvarle la vita, a ventimila chilometri di distanza, Internet. Raggiunti via e-mail, i medici hanno chiesto l’immediata evacuazione della Nielsen dal Polo e il suo ricovero. Impossibile. L’inverno artico – con una temperatura che può superare i 70 gradi sotto zero – non consente l’atterraggio agli aerei. Costretti a far fronte ai mali estremi con estremi rimedi, gli specialisti hanno anche valutato l’eventualità che Jerri dovesse operarsi da sola. Intanto, con l’aiuto di dettagliate istruzioni via e-mail, la coraggiosa dottoressa, senza nessuna esperienza di cure oncologiche e con il supporto di colleghi senza alcuna preparazione medica, inizia una chemioterapia che le ha consentito di resistere fino a quando è stato possibile riportarla negli Stati Uniti. Jerri Nielsen era finita al Polo quasi per caso. A quarantasei anni, con un’esistenza difficile alle spalle, decide di lasciare l’ospedale di Cleveland dove lavora per trasferirsi alla stazione Amundsen-Scott, in Antartide: «il posto più alto, più secco, più freddo, più ventoso e più vuoto della Terra». Lì, all’interno di una cupola geodetica, vive una quarantina di tecnici e scienziati americani che per diversi mesi all’anno rimangono isolati dal resto del mondo. Una comunità in cui Jerri ha scoperto una nuova dimensione professionale ed esistenziale, fatta di tempi dilatati come gli spazi bianchi che si estendono a perdita d’occhio in tutte le direzioni. Grazie a Internet milioni di persone hanno saputo della sua lotta e per settimane hanno seguito con il fiato sospeso i tentativi di cura e gli spericolati progetti per anticipare il più possibile la sua partenza. Una storia di tenacia e coraggio, ma anche di solidarietà umana e di piccole gioie, arricchita da straordinarie testimonianze fotografiche.
Il Rito Hako – Una Cerimonia della Tribu dei Pawnee
Titolo originale: The Hako
Autore/i: Fletcher Alice C.
Editore: La Nuova Italia
unica edizione, presentazione di Elémire Zolla, traduzione di Elena Potsios.
pp. XX-168, illustrazioni b/n, Firenze
«Si dice rito sacro quell’azione che intona musiche a profumi, a gesti e pose di danza, a visioni di sacri colori e forme, a meditazioni e a sospensioni d’ogni pensiero. I cinque sensi sono coinvolti, intrecciati e annodati come sopra un telaio i fili d’un ordito; chi partecipa è fuor di sé, fuor del tempo grazie al puro ritmo che si apre sul silenzio, fuori dello spazio grazie all incardinamento in un centro che diventa il centro dell’universo. Al culmine del rito, i cinque sensi sono colmati fino all’orlo di impressioni auguste, stilizzate, il sentimento è assorto nella gioia della lode, la ragione è tutta compresa nell’analisi dei riferimenti simbolici. Queste potenze dell’uomo sono trascese per eccesso, l’energia pura dell’uomo è allora sospinta fuor di sé (è questo il significato di estasi) e intende ciò che non è sensibile, né sentimentale, e non è raziocinante perché è la fonte d’ogni razionalità». (Elémire Zolla).
Alice C. Fletcher assistette alla cerimonia Hako eseguita da Indiani Omaha attorno al 1880.
Tentò di preservarne la sublime memoria, ma prima che lo potesse, l’ultimo maestro di cerimonie morì. Nel 1898 potè rivedere lo Hako, eseguito dai Pawnee. Le ci vollero quattro anni per trascriverlo, con l’aiuto di un Pawnee e grazie alle rivelazioni di Tahirussawichi, un sacerdote di settantanni, cerimoniario, esperto di reliquie, di simboli, di erbe, il che si dice in una parola, in pawnee: ku’rahus. Risultato di quel lungo lavoro, questo libro ci preserva uno dei sommi riti sacri, fra quanti si conoscono, lo Hako, un rito per stringere un’altra amicizia. Chi partecipa non è detto che sappia enunciare la teoria del rito, basta che senta in sé la metamorfosi grazie a una vigile, abbandonata attenzione, ricevendo, grazie alla qualità incantatola dei gesti, dei profumi, delle visioni, dei canti, dei significati più o meno intravisti, un influsso che non è materiale, che non è psichico e non è razionale perché impone una così ardua, tenace decrittazione di sensi metafisici, da spingere al di là del povero discorrere, del semplice ragionare. Tutto in un autentico rito è puro e casto, dei suoi colori si può dire che sono caritativi, cioè senza debolezza, senza voluttà. Chi giunga al piano non umano, spirituale, prova il bisogno di aiutare con qualche stilla di quel refrigerio coloro che tutto ignorano di quella possibilità e potenza: si sente mosso da carità, deve contemplata aliis tradere. Ma come? Largendo la più pura sostanza del suo spirito sì da riempirne l’altrui vuoto, come il pellicano che nutre i figli col proprio sangue, come il sommo cerimoniario dello Hako, uno dei tanti maestri spirituali dell’umanità, Tahirussawichi, che accondiscese a svenarsi metaforicamente, gettando in pasto al pubblico i suoi segreti, rischiando così di invilirli, e affrontò perfino l’oltraggioso viaggio alle città dei nemici per trasmettere qualche grano del suo oro filosofico, prima che se ne estinguesse la fonte, proprio a loro, come più tardi farà Alce Nero.
Il Naufragio della Speranza – La Letteratura Francese dall’Illuminismo all’Età Romantica
Autore/i: Macchia Giovanni
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, prefazione di Italo Calvino, premessa dell’autore, in sopracoperta: Caspar David Friedrich, Il naufragio della «Speranza» (1821) Amburgo, Kunsthalle.
pp. XVIII-508, Milano
Nato a Trani il 18 novembre 1912, Giovanni Macchia compì i suoi studi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Roma. Profondamente interessato alla critica dell arte, dedicò la sua tesi a Baudelaire critico, saggio che, pubblicato nel 1939, apriva nuove prospettive; fu ristampato nel 1988 con una prefazione di Gianfranco Contini. L’opera di Baudelaire, ove si enunciano tutti gli aspetti della sua modernità letteraria e pittorica, è uno dei punti di riferimento del pensiero di Giovanni Macchia. Al poeta consacrò una nuova opera, Baudelaire e la poetica della malinconia (1946, 1975, 1992), studiò uno dei suoi scenari di teatro e preparò un’edizione critica delle Fleurs du Mal. Baudelaire gli faceva incontrare Poe, Delacroix, Wagner. Pisa, Catania e Roma segnarono le tappe di una grande carriera universitaria, nel corso della quale Giovanni Macchia formò generazioni di studiosi, molti dei quali sono diventati gli attuali maestri della storia letteraria francese nelle università italiane. L’interesse di Macchia per le poetiche dell’età moderna non escludeva comunque un interesse molto vivo anche per i moralisti e i pensatori politici dell’epoca classica. Studiando questi generi letterari e queste correnti di pensiero, egli metteva in evidenza numerosi legami tra i grandi autori italiani e i loro imitatori o continuatori francesi. Egli vedeva anche consolidarsi, attraverso i secoli, dei rapporti molto significativi tra i sentimenti che si affermavano nelle diverse epoche: senso di colpa, malinconia, riso, gusto del segreto. Come studioso della malinconia, ha saputo rendere considerazione e giustizia ai generi letterari della derisione. E, poiché vedeva nel teatro il luogo anche per la manifestazione delle passioni, dedicò gran parte dei suoi sforzi alla sistemazione di istituzioni e di pubblicazioni consacrate alla storia del teatro e dello spettacolo. Nella sua produzione personale, lo studio dei grandi autori drammatici – Molière, Pirandello, Artaud – occupa un posto importante. Il saggio su Watteau, ne I fantasmi dell’opera (1971), costituisce un modello del grado di comprensione che può essere raggiunto attraverso il confronto delle arti. Non è più possibile, oggi, riprendere il mito di Don Giovanni senza riferirsi ai mirabili studi che Giovanni Macchia ha consacrato ai vari libretti e canovacci di commedie che hanno preceduto l’opera di Mozart e Da Ponte. E si riscontra davvero in lui una vena di drammaturgo. A Parigi, a Roma, a Spoleto e in altri teatri (Belgio, Grecia, Canada, Inghilterra) sono stati messi in scena con successo e con molte repliche i dialoghi del Principe di Patagonia e della Figlia di Molière. La commedia moderna, attorno a Proust, ha attirato fortemente la sua attenzione, ma egli è rimasto sensibile soprattutto ai problemi cruciali di un’opera incompiuta e i cui grandi personaggi centrali sono stati la malattia e l’«angelo della notte». Il suo criterio, lo si vede in questa occasione, consiste nel capire ciò che ha reso possibile o impossibile la trasformazione in opera; esso permette di rendere giustizia alla biografia e alla sociologia letteraria, senza attribuire a esse un posto non dovuto. Ogni studio di Macchia, perfettamente sistemato in un suo ambito preciso, incanta per la nitidezza delle sue proporzioni e del suo disegno, per l’intelligibilità del suo proposito, senza mai dimenticare la parte dell’ombra, dei mostri, della follia (e ne è esempio Il principe di Patagonia, 1978). Come notava Italo Calvino, il pensiero della catastrofe è sempre presente in libri quali La caduta della luna o Le rovine di Parigi. Ma avendo saputo riconoscere la parte avuta dalla déraison e dall’oscurità nei testi e nella storia, Giovanni Macchia ha acquisito il diritto di dare tutto il suo valore alla luce, che egli esalta in uno dei suoi ultimi testi: Elogio della luce (1990). Giovanni Macchia, che è Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei, ha ottenuto numerosi premi per le sue opere. In Francia, il Premio Médicis Essais 1988 gli è stato attribuito per Paris en ruines. (Jean Starobinski, dalla relazione al premio internazionale Balzan)
La Cronodieta – Far Dimagrire Scegliendo gli Orari per i Pasti e le Combinazioni Alimentari
Autore/i: Todisco Mauro
Editore: Tecniche Nuove
introduzione dell’autore.
pp. VII-88, Milano
Le caratteristiche qualitative della dieta, e cioè la composizione e la distribuzione giornaliera dei pasti, possono influenzare il peso corporeo anche direttamente, attraverso meccanismi indipendenti dall’apporto calorico globale e quindi dalle determinanti dietetiche.
Gli studi condotti in questo senso hanno portato alla scoperta che esistono rapporti ben precisi tra alimentazione e sistemi nervoso centrale ed endocrino nonchè alla conoscenza dei meccanismi attraverso i quali distribuzione e composizione dei pasti influenzano il peso , consentendo di giungere alla formulazione di schemi dietetici qualitativi applicabili nel trattamento del sovrappeso corporeo.
In questo libro vengono descritti quei provvedimenti dietetici che trovano una applicazione nella conduzione di un programma dimagrante, e che sono supportati dalle attuali conoscenze sui correlati neuroendocrini delle principali varianti di obesità e sulle interazioni tra alimentazione e sistemi integrativi dell’organismo.
Mauro Todisco si laurea con lode in medicina e chirurgia a Roma, nell’82. Studioso di neuro-chimica del comportamento alimentare e di crono-biologia, vive e lavora a Grottammare, nelle Marche. Ne! ’91 ha pubblicato La Crenodieta (Tecniche Nuove), primo testo di cronodietetica, e nel 93, sempre con lo stesso editore, Cronobiologia, depressione e obesità.
Nel ’94, insieme con Paolo Marconi, ha pubblicato Dimagrire con la cronodieta (Rizzoli, edizioni BUR).
Enzo Ferrari – Un Eroe Italiano
Autore/i: Turrini Leo
Editore: Longanesi & C.
la presente edizione è la versione riveduta e ampliata del volume dal medesimo titolo uscito nel 2002.
pp. 342, Milano
Uscito nel 2002 e riproposto ora in un’edizione riveduta e ampiamente arricchita, il saggio di Leo Turrini ripercorre la vita di Enzo Ferrari, l’uomo che con le sue automobili ha creato un vero e proprio mito, un protagonista assoluto di quella stagione irripetibile che ha segnato il passaggio dell’Italia da paese contadino a potenza industriale. Sulla leggenda del «cavallino rampante» c’è molto da raccontare e ancora tanto da scoprire. I trionfi e le sconfitte, i drammi, la politica e soprattutto gli amori: Leo Turrini ricostruisce l’avventura pubblica e privata di un uomo che ha segnato un’epoca, svelandone i sogni e i tormenti: le speranze della giovinezza, la tragedia di un figlio perso troppo presto, il segreto di un erede amatissimo, il difficile rapporto con la fede, le polemiche con il Vaticano, fino all’ultimo amore. Ma anche gli incontri con le star dello spettacolo, i rapporti con i leggendari campioni, da Nuvolari a Niki Lauda, e le relazioni privilegiate con personaggi che hanno fatto la storia d’Italia, da Mussolini a Togliatti, da Pertini a Gianni Agnelli.
«Un’avventura affascinante che meritava di essere raccontata.» (La Tribuna di Treviso)
Gli Uomini Lasciano Amare
Titolo originale: Männer Lassen Lieben
Autore/i: Wieck Wilfried
Editore: Longanesi & C.
unica edizione, traduzione dal tedesco di Carlo Mainoldi, in copertina: Adamo ed Eva, in un dipinto del Domenichino (part.), Grenoble, Musée de Peinture et de Sculpture.
pp. 208, Milano
“L’uomo lascia amare. Lascia che ad amare sia la donna. Si lascia amare. Lui però non ama. Se lei vuole essere amata, lui le lascia l’amare. Poi tutto gli diventa difficile…”
Dopo lunghi anni di femminismo radicale e di riflusso, l’uomo, il «maschio», così vilipeso e odiato, riprende la parola. Ma non per contestare o ribellarsi, bensì per riconoscere i propri errori, mostrare le proprie insicurezze più profonde, chiedere – e non esigere – un colloquio sereno e maturo con il mondo femminile. Gli uomini lasciano amare è il lucido racconto di questo non facile percorso, intrapreso con coraggio da uno psicologo che, a un certo punto della sua vita, decide di affrontare il proprio essere uomo senza più nascondersi dietro gli stereotipi dell’onnipotenza virile e dell’incrollabile solidità emotiva del maschio. Ne risulta una serie di interventi, di «lezioni», in cui l’autore ripercorre le vicende salienti della propria evoluzione psicologica (il rapporto con la madre, la sofferta fase dell’adolescenza, i difficili tentativi di costruire un legame basato sulla «naturale» differenza tra uomo e donna) e che propongono la nascita di un nuovo «umanesimo», fondato su valori tipicamente femminili quali l’empatia, la capacità comunicativa e la ricerca di conciliazione. Un libro indispensabile per gli uomini che vogliono – finalmente – imparare a guardare dentro se stessi ma soprattutto ricco di ,preziosi consigli per ogni donna che voglia amare ed essere amata.
Wilfried Wieck, nato nel 1938, è laureato in psicologia. La sua attività di consulente presso un centro sociale lo porta quotidianamente a contatto con i problemi del rapporto uomo-donna, che egli affronta all’interno di gruppi di analisi sia maschili che femminili (questi ultimi in collaborazione con la sua compagna, Irmgard Hülsemann).
Il Disordine Perfetto – L’Avventura di un Matematico nei Segreti della Simmetria
Titolo originale: Finding Moonshine
Autore/i: du Sautoy Marcus
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Daniele Didero, Massimo Scaglione, Roberta Zuppet, in copertina: Chocolate box, M.C. Escher.
pp. 512, illustrazioni b/n, Milano
Nel 1770, il quattordicenne Mozart si trovava in Italia per un giro dell’Europa assieme a suo padre. Il Giovedì Santo, andò ad assistere alla funzione celebrata nella Cappella Sistina per ascoltare il celebre Miserere di Allegri, l’incantevole pezzo corale che, per esplicito decreto del papa, poteva essere eseguito solo a Roma durante la Settimana Santa. Il ragazzo ne rimase talmente colpito che, tornato nel suo alloggio, si mise a sedere e scrisse di getto, basandosi su quanto ricordava, l’intero spartito a nove voci. Fu solo la prodigiosa memoria del giovane musicista a rendere possibile questa impresa?
Ne Il disordine perfetto, Marcus du Sautoy mostra che l’atto di ricrearlo non fu tanto un merito della sua memoria, quanto piuttosto una conseguenza della straordinaria capacità di Mozart di cogliere la struttura logica interna della composizione, di catturarne la simmetria e di sfruttarla per ricostruire il pezzo a partire da quegli elementi che gli erano rimasti impressi. Ma quello di Mozart è solo uno degli infiniti esempi della potenza della simmetria, una caratteristica che pervade e anima ogni aspetto del mondo naturale e umano: dalle molecole esotiche di carbonio alle pietre di Stonehenge, dai mosaici dell’Alhambra ai codici informatici, dai coralli del Mar Rosso ai solidi platonici, dai virus alla musica fino al funzionamento stesso della mente umana, che sembra programmata per cercare ovunque le tracce di questo contrassegno essenziale della realtà. Nel suo libro, du Sautoy ci propone un viaggio nell’universo della simmetria e delle sue varie sfaccettature che è, al contempo, un viaggio nell’avvincente lavoro svolto dalla matematica per comprenderla, interpretarla e classificarla – soprattutto negli ultimi due secoli, dalle ricerche di Galois all’Atlante di Cambridge, fino all’incontro con il Mostro, un «atomo di simmetria» che esiste in uno spazio di 196.883 dimensioni. E, nell’intreccio di questi due aspetti, l’autore ha modo di presentare anche il suo personale cammino in questo mondo, offrendoci un’esperienza concreta di che cosa significhi fare matematica. «La scienza» afferma l’autore «ha a che fare con la scoperta, ma anche con la comunicazione. È difficile dire di avere un’idea se non si è in grado di risvegliare questa stessa idea nella mente di un altro.»
Marcus du Sautoy insegna Matematica all’Università di Oxford. Nel 2001 ha vinto il Berwick Prize della London Mathematical Society. Collabora con il “Times”, il “Daily Telegraph”, il “Guardian” e la Bbc. Per Rizzoli ha pubblicato L’enigma dei numeri primi, L’equazione da un milione di dollari e Il disordine perfetto, disponibili in BUR.
Emozione e non Passione – Viaggio nel Mondo Emozionale della Medicina Tradizionale Cinese
Autore/i: Cospito Angelo
Editore: Selecta Medica
introduzione dell’autore.
pp. XII-250, numerose illustrazioni a colori, Pavia
Il libro Emozione e non Passione – Viaggio nel Mondo Emozionale della Medicina Tradizionale Cinese vuole essere un primo tentativo di fornire all’uomo occidentale, immerso nella varietà dei suoi stress quotidiani, la possibilità di riflettere in modo nuovo su se stesso e sulle patologie fisiche ed emozionali che ormai sono presenti in ognuno di noi.
Ogni essere umano è il risultato del suo passato, del modo in cui vive il presente e di cosa si aspetta dal suo futuro. Purtroppo, totalmente immersi ed assorbiti dalla nostra vita, spesso ci dimentichiamo i saggi insegnamenti di chi ha vissuto prima di noi e non ci rendiamo conto che se non abbiamo cura di noi stessi attraverso l’alimentazione, la respirazione, sane abitudini fisiche e mentali, una corretta sessualità , non ci potrà mai essere il futuro a cui tanto aspiriamo.
Di questo se ne erano resi conto molti secoli fa gli orientali che, attraverso la loro concezione della vita, miravano già allora a diffondere una medicina preventiva piuttosto che curativa. Scopo di questo libro è proprio quello di fornire a chi vorrà coglierli gli strumenti per operare in maniera preventiva sulla propria salute fisica e psichica.
Alimentazione in Gravidanza – Nove Mesi per Stare Bene in Due – Menù, Ricette, Cure Naturali per una Nuova Vita
Autore/i: Nava Leonella
Editore: Red Edizioni
pp. 144, illustrazioni b/n, Como
Volete un figlio sano, sereno, i cui primi anni di vita non siano un susseguirsi di malattie? È questa la speranza e l’ambizione di tutti i genitori.
Spesso non si pensa però che i presupposti della sua salute vengono gettati nel corso dei nove mesi trascorsi nel grembo materno. Scegliere acqua, aria, cibo di qualità sarà allora un modo per creare l’ambiente entro il quale il nuovo essere possa svilupparsi nel migliore dei modi.
E il parto? Certamente il più naturale possibile. Ma come riuscire a partorire naturalmente se le nostre abitudini di vita sono ben lontane da quelle naturali? Occorre prepararsi, non lasciare la gravidanza al caso.
Questo libro offre numerose indicazioni affinché un parto felice e un figlio sano siano la più normale e spontanea è conclusione di una gravidanza ben vissuta.
Leonella Nava si occupa da molti anni di alimentazione e salute. Ha promosso e programmato corsi di educazione alimentare nelle scuole e ha partecipato all’ideazione della rivista di ecologia alimentare Il girasole.
È pubblicista e collabora per i settori pedagogia, infanzia e salute con variigiornali.
Fa parte attiva della sezione italiana de La Leche League, l’organizzazione nata negli Stati Uniti che si propone la diffusione dell’allattamento al seno.