Libri dalla categoria Pirati e Briganti
Che Guevara Visto da un Cristiano
Il significato etico della sua scelta rivoluzionaria
Autore/i: Girardi Giulio
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prima edizione, prefazione Gianni Minà, collana: Continente Desaparecido.
pp. 316, Milano
Un cristiano, teologo e sostenitore della nonviolenza attiva, esamina in profondità la vita, gli scritti, la morte del guerrigliero eroico, materialista e ateo, che ha combattuto il sistema oppressore con le armi in pugno, teorizzando e vivendo la rivolta. Un confronto serrato che esplora le fonti dell’impegno militante di Che Guevara, alla ricerca delle convinzioni e dei valori sottesi alla sua scelta rivoluzionaria. Le conclusioni sembreranno paradossali a molti lettori, avverte l’autore nel presentare il suo lavoro: le due visioni della vita e del mondo mostrano infatti molti punti di convergenza, la componente etica rivela la stessa forza in entrambe. Non si tratta di una provocazione, ma di un invito a misurarsi con un progetto sull’uomo che non è affatto superato, con un pensiero critico e creativo che è ancora vitale proprio perchè basato sui principi della giustizia e dell’amore universale. Un amore “in cerca di efficacia storica” che è stato, per il rivoluzionario che non perse mai la tenerezza, una guida e uno stimolo continuo a superare ogni modello prefissato di società, compresa la prospettiva marxista, a combattere tutti i sistemi autoritari, a mettere l’uomo e il popolo al centro della sua riflessione e della sua azione.
…”A noi cristiani, infine questo militante laico offre un aiuto insperato a comprendere il significato della nostra fede nel mondo di oggi, insegnandoci, con la sua ricerca, la sua vita e la sua morte, le tremende esigenze dell’amore: di un amore che aspira a essere storicamente efficace e trasformatore: insegnandoci anche che il nuovo internazionalismo, al di là delle frontiere religiose, razziali e culturali, è l’alleanza mondiale di tutti coloro che credono nella forza liberatrice e creatrice dell’amore, vale a dire nel protagonismo degli oppressi impegnati a costruire un mondo nuovo.”
Giulio Girardi nato a Il Cairo (Egitto) nel 1926, si è trasferito in Italia 1939, dove ha frequentato un collegio salesiano. Ha compiuto studi universitari di Filosofia e Teologia a Torino e a Roma e nel 1955 è stato ordinato sacerdote. Professore di Filosofia presso l’Università salesiana di Torino e Roma (1969-1973) e l’Istituto superiore Lumen vitae di Bruxelles (1970-1974), è stato espulso da queste istituzioni e in seguito dalla congregazione salesiana per le sue scelte politiche e teologiche. Dal 1978 al 1996 ha insegnato Filosofia politica presso l’Università di Sassari. È membro del tribunale permanente dei popoli fin dalla sua fondazione nel 1976.
Tra i suoi scritti ricordiamo: Marxismo e cristianesimo (1966), Cristianesimo, liberazione umana, lotta di classe (1971), Cristiani per il socialismo, perchè? (1975), La tunica lacerata (1986), La conquista dell’America. Dalla parte dei vinti (1992), Gli esclusi costruiranno la nuova storia? (1994), Cuba dopo la visita del papa (1999), Riscoprire Gandhi (2001), Resistenza e alternativa al liberalismo e ai terrorismi (2002).
Il Che, un incubo per il pensiero unico (Gianni Minà)
Presentazione
I. L’amicizia liberatrice, ispirazione della vita, della battaglia e della ricerca del Che
- Significato di una ricerca
- Una ricerca ispirata dal desiderio di libertà
- Amicizia liberatrice e scelta della professione medica
- Scoperta dell’America, identificazione con gli oppressi del continente, “odio alla civiltà”
- Identificazione con l’oppressione e la resistenza indigena
- Amore e liberazione
- L’esperienza guatemalteca: opzione per i popoli oppressi come soggetti e per la lotta armata
- L’identificazione con i popoli oppressi, motivazione profonda della rivoluzione cubana, latinoamericana e mondiale
- Amore e odio nella lotta rivoluzionaria
- Testimonianze significative sul Che come amico
- Conclusioni
II. Morte del Che e morte del marxismo: riflessioni sulla crisi dell’ottimismo storico
- La morte del Che nella lotta ideologica
- La morte del Che: atto supremo di libertà e dedizione
- La morte del Che: testimonianza del suo ottimismo storico
- L’ottimismo storico non si fonda sul determinismo economico
- L’ottimismo storico non si fonda sulla forza economica e politico-militare del campo socialista
- L’ottimismo storico non si fonda sull’invincibilità della guerriglia
- L’ottimismo storico si fonda sulla possibilità di plasmare un uomo nuovo e un popolo nuovo
- L’ottimismo storico, compito fondamentale dell’educazione popolare liberatrice
- L’ottimismo storico nella dialettica interna alla rivoluzione cubana
- L’ottimismo storico e il cristianesimo
III. La scelta di campo per gli oppressi come soggetti, istanza critica del socialismo reale e del marxismo dogmatico
- L’evoluzione del Che nella presa di coscienza delle contraddizioni tra socialismi e marxismi
- Ammirazione per il “compagno Stalin” e per l’Unione Sovietica
- Alice nel paese delle meraviglie
- Essere marxista è come essere newtoniano in fisica o pasteuriano in biologia
- Autocritica rivoluzionaria e messa in discussione del socialismo reale
- Critica dell’internazionalismo socialista e “crisi dei missili”
- Critica del marxismo oggettivista sovietico
- La scelta di stare a fianco degli oppressi come soggetti, istanza critica di Marx e Lenin
- Il socialismo reale e il marxismo-leninismo non sono alternativi al capitalismo
- Il socialismo reale e il marxismo-leninismo sovietico contraddicono il modello cubano di socialismo e marxismo
- Conclusione: la scelta di stare a fianco degli oppressi come soggetti, istanza critica del socialismo reale e del marxismo sovietico
IV. Marxismo cubano e materialismo ateo
- Marxismo o marxismi?
- Che cos’è il marxismo cubano
- Materialismo rivoluzionario e materialismo ateo
- Marxismo cubano e materialismo ateo
- Conclusione
V. “Uomo nuovo” e “popolo nuovo”, forgiatori di un mondo nuovo
- Il Che vive?
- Tratti essenziali dell’uomo nuovo e del popolo nuovo
- Validità del progetto di uomo e di popolo nuovi nel nuovo ordine mondiale
- Conclusione: la militanza rivoluzionaria tra passato e futuro
VI. Fecondità teorica dell’amore storicamente impegnato nella ricerca rivoluzionaria del Che e nella nostra
- La scelta dei popoli oppressi come soggetti storici, espressione dell’amore storicamente impegnato
- La scelta per i popoli oppressi, l’amicizia liberatrice tra loro e con loro, costituiva dell’uomo e del popolo nuovi
- Amore e tratti dell’uomo nuovo
- Uomo nuovo, avanguardia e popolo, presa di coscienza
- La scelta dei popoli oppressi, svolta intellettuale dell’uomo nuovo e dello stesso Che
- Scelta dei popoli oppressi e nuovo modo di pensare
- Dal marxismo economicista al marxismo umanista popolare
- Dal marxismo dogmatico al marxismo critico, euristico e partecipativo
- Conclusione: amore e genesi del marxismo umanista
VII. Materialismo e spiritualità della liberazione nel marxismo del Che
- Marxismo cubano e spiritualità della liberazione nel marxismo del Che
- L’amore storicamente impegnato fondamento della spiritualità della liberazione
- Senso dell’opzione fondamentale
- Amore e scelta di campo intellettuale
- Amore e impegno politico
- Amore storicamente impegnato ed educazione popolare liberatrice
- Amore storicamente impegnato e antropologia della liberazione
- Amore storicamente impegnato e ottimismo storico
- Amore storicamente impegnato e umanesimo ateo
- Conclusioni: marxismo umanista e spiritualità della liberazione
VIII. Camillo Torres ed Ernesto Che Guevara: miti del passato o germi di un futuro in gestazione?
- Itinerario di Camillo Torres verso l’impegno cristiano rivoluzionario
- Il rapporto tra marxismo e cristianesimo nel suo processo di maturazione politica e cristiana
- Camillo Torres e Ernesto Che Guevara: la confluenza
- Conclusioni: ha un futuro l’antimperialismo?
Un’opera di audacia intellettuale e politica (Orlando Borrego)
Protezioni Autistiche nei Bambini e negli Adulti
Titolo originale: The protective shell in children and adults
Autore/i: Tustin Frances
Editore: Raffaello Cortina Editore
traduzione di Franco del Corno.
pp. 208, Milano
Il guscio protettivo dei pazienti autistici, barriera ma anche rifugio contro la vulnerabilità, nell’opera più recente di Frances Tustin.
Genesi e Struttura della «Fenomenologia dello Spirito» di Hegel
Titolo originale: Genèse et structure de la «Phénoménologie de l’Espirit» de Hegel
Autore/i: Hyppolite Jean
Editore: La Nuova Italia
prima edizione, presentazione di Mario Dal Pra, traduzione di Gian Antonio De Toni.
pp. 562, Firenze
Dal testo:
«[…] Questo carattere della fenomenologia hegeliana che, invece di costruire, descrive, ossia presenta lo sviluppo spontaneo di un’esperienza quale essa si da alla coscienza e come le si da, ha molto colpito i commentatori. Se le differenze non fossero anche più profonde, essa sarebbe tale da avvicinare la Fenomenologia di Hegel alla fenomenologia di Husserl. Hegel ci vuol condurre dal sapere empirico al sapere filosofico, dalla certezza sensibile al sapere assoluto, proprio coll’andare effettivamente «alle cose stesse», considerando la coscienza come essa si offre. Questa Fenomenologia che si presenta veramente come una storia dell’anima, è dunque diversa dalla deduzione della rappresentazione di Fichte o dall’idealismo trascendentale di Schelling.
Ne differisce anche su un altro punto non meno importante. L’esperienza vissuta qui dalla coscienza non è solo l’esperienza teoretica, il sapere l’oggetto, ma ogni esperienza. Si tratta di considerare la vita della coscienza sia nel suo conoscere il mondo come oggetto di scienza, sia quando essa conosce se stessa come vita, o quando si propone uno scopo. Vi troveranno dunque posto tutte le forme di esperienze, etiche, giuridiche, religiose, poiché si tratta di considerare l’esperire della coscienza in generale. Qui il problema di Kant, «come sia possibile l’esperienza», è affrontato nel più generale dei modi, Se poc’anzi pensavamo di avvicinare la Fenomenologia di Hegel a quella di Husserl, ora ne possiamo scoprire una affinità coi filosofi esistenzialisti del nostro tempo.[…]»
Presentazione, di Mario Dal Pra
Abbreviazioni
I. Aspetti generali della «Fenomenologia»
1. Senso e metodo della «Fenomenologia»
2. Storia e «Fenomenologia»
3. Struttura della «Fenomenologia»
II. La coscienza ovvero la genesi fenomenologica del concetto
Introduzione
1. La certezza sensibile
2. La percezione
3. L’intelletto
III. Dall’autocoscienza naturale all’autocoscienza universale
Introduzione. Il passaggio dalla coscienza all’autocoscienza
1. L’autocoscienza e la vita. L’indipendenza dell’autocoscienza
2. La libertà dell’autocoscienza. Stoicismo e scetticismo
3. La coscienza infelice
IV. La Ragione sotto l’aspetto fenomenologico
1. La Ragione e l’idealismo
2. L’osservazione della natura
3. L’osservazione dell’individualità umana
4. La Ragione attiva. L’individualismo moderno
5. L’operare umano e la dialettica dell’azione
V. Lo spirito: dalla sostanza spirituale al sapere sé dello spirito
Introduzione
1. Lo spirito immediato
2. La prima forma del Sé spirituale
3. Il mondo della cultura e dell’alienazione
4. L’«Aufklärung» o la battaglia dei lumi contro la superstizione
5. La libertad assoluta e il Terrore, ovvero il secondo tipo di Sé spirituale
VI. Dal sapere sé dello spirito allo spirito assoluto
1. La concezione morale del mondo
2. Lo Spirito certo di se stesso. Il Sé o la libertà (terzo tipo del Sé spirituale)
3. La religione. Misticismo o umanismo?
VII. Conclusione
«Fenomenologia e logica». Il sapere assoluto
Elenco delle opere utilizzate
La Festa in Armi – Giostre, Tornei e Giochi del Medioevo
Autore/i: Balestracci Duccio
Editore: Editori Laterza
prima edizione, ricerca iconografica a cura di Maura Martellucci, le illustrazioni che corredano questo testo sono state scelte cercando di rispettare, nei limiti del possibile, l’arco cronologico intorno al quale è incentrata l’analisi storica.
pp. 250, nn. tavole a colori e b/n f.t., Roma
“Cavalieri esfide, armi e araldi, scudi e drappi: il grande spettacolo medievale dellla festa armata eprofana del coraggio”.
Dal testo:
«Il mese dopo la Pentecoste di un anno imprecisato, nella pianura sotto le mura di Edimburgo si concentrano manipoli di cavalieri. Le loro insegne variopinte sventolano nel cielo di Scozia facendo da contrappunto colorato allo sfolgorare degli scudi e degli elmi.
A un segnale convenuto, i cavalli si slanciano gli uni contro gli altri: le armi cozzano, le lance si spezzano, alcuni cavalieri sono sbalzati a terra. Su un cavallo bianco, alla testa della sua squadra, Erec travolge chiunque gli si para davanti: il primo a fare le spese della sua furia scatenata è l’Orgoglioso della Landa, sbattuto in terra, con il cavallo e tutto, da un colpo micidiale in pieno petto; poi è la volta di Randuran figlio della Vecchia di Tergalo; poi del Re della Rossa Città che pure è stimato cavaliere fra i più prodi.
Quella che Chrètien de Troyes racconta, tra il 1160 e il 1190, nel suo Erec e Enide è solo una delle innumerevoli esibizioni di coraggio e di destrezza che vedono protagonisti i cavalieri del ciclo arturiano cantato dal francese; l’avventura che vive Erec è, a sua volta, un episodio fra i più usuali per un cavaliere: il torneo.[…]»
Duccio Balestracci (Siena, 1949) insegna Storia medievale all’Università di Siena. Si è interessato di storia sociale delle città, delle campagne medievali e dei ceti contadini. Si è occupato di storia della guerra e ha analizzato la storia della festa negli aspetti economici e nelle manifestazioni di spettacolo presenti nelle esecuzioni capitali di età medievale.
I. Giochi di guerra
II. Cavalieri in lizza
III. Armi e armature, vestiti e livree
IV. La mostra del valore
V. Araldi e arbitri
VI. La scena dell’incontro
VII. Armeggeria politica e armeggeria d’amore
VIII. La fiera delle virilità.La donna e il torneo
IX. Il torneo per burla
X. Il torneo raccontato
XI. La Chiesa e il torneo
XII. Dal torneo allo spettacolo
XIII. Parenti stretti della giostra: «quintana» e «anello»
XIV. Le battagliole
XV. Il gioco del ponte
XVI. Le sassate
XVII. Castelli di legno
XVIII. Cecco Bau e i giocolieri: la festa in piazza
XIX. Il toro fa spettacolo
XX. Medioevo atletico: gare podistiche e pallonate
XXI. Chi paga la festa
XXII. La festa arte del demonio
XXIII. Il palio
XXIV. Lo spettacolo della corsa
XXV. «Pallium». Il premio al vincitore
XXVI. Storie di cavalli e di fantini del palio
XXVII. Il palio: una metafora della vita?
Bibliografia
Referenze iconografiche
Made in Japan – Autobiografia del Presidente della Sony
Titolo originale: Made in Japan
Autore/i: Morita Akio; Reingold Edwin M.; Shimomura Mitsuko
Editore: Edizioni di Comunità
prima edizione, traduzione di Alessandro Sarti.
pp. 358, Milano
Quarantuno anni fa, il 7 maggio 1946, una ventina di persone si riunirono in un magazzino devastato dagli incendi nel centro di Tokyo per costituire una nuova società, la futura Sony Corporation. Il fondatore, Masaro Ibuka, aveva trentotto anni; il suo socio, Akio Morita, era allora venticinquenne. Comincia cosi – dal niente, sullo sfondo apocalittico della guerra perduta – la storia della grande multinazionale dell’impero dello yen e dell’uomo straordinario che tuttora ne governa le sorti. Made in Japan è il romanzo appassionante di un’impresa che cresce a dismisura con invenzioni e brevetti azzeccati, mercati conquistati e prodotti realizzati (dal registratore a nastro e il transistor al televisore e il Walkman).
Ma è anche il ritratto freschissimo di un’epoca e un ambiente ricostruiti sul filo delle memorie di una vita.
S’intrecciano così il passato e il futuro, la tradizione e la modernità – come è tipico del dopoguerra giapponese. Quando scoppia la bomba a Hiroshima, Morita è un ufficialetto di marina appena laureato in fisica, ma alle spalle ha una famiglia che da 300 anni produce sake. Senza le quindici generazioni della Ditta Morita ci sarebbe mai stata la Sony Corporation?
Akio Morita è dal 1976 presidente del consiglio d’amministrazione e amministratore delegato della Sony Corporation.
Edwin M. Reingold ha diretto per undici anni l’ufficio di Tokyo del settimanale «Time».
Mitsuko Shimomura è un’autorevole giornalista giapponese, specializzata in politica e affari internazionali.
Ringraziamenti
Guerra
Sopravvivenza e speranza
Pace
Comincia una nuova vita
Vendere al mondo
Le tappe del mio apprendimento
A proposito di direzione aziendale
È tutto in famiglia
America e Giappone
Due stili diversi
La concorrenza
Il carburante dell’impresa giapponese
La tecnologia
Un esercizio di sopravvivenza
Il Giappone e il mondo
Tra conflitto e alleanze
Il commercio mondiale
Come evitare la crisi
Bioestesia – l’Uso del Pendolo nelle Terapie Alternative
Autore/i: Rinaldi Francesco
Editore: Edizioni Mediterranee
premessa e introduzione dell’autore, disegni di Donatella Bonci.
pp. 128, nn. illustrazioni e disegni b/n, Roma
Che cos’è l’universo? Esiste la facoltà telepatica?
È la manifestazione fisica della malattia che cosa realmente vuole esprimere?
Nelle piante esistono delle energie sconosciute?
È possibile «captare» e misurare tali energie?
Domande antiche quanto l’uomo vengono affrontate dall’autore con una razionalità lucida e consequenziale, offrendone una chiave di lettura moderna e chiara.
Attraverso una interpretazione delle leggi che sono alla base della telepatia, viene data al lettore la possibilità di impadronirsi di un metodo radiestesico che consente di individuare le malattie di qualsiasi organismo vivente e viene spiegato un metodo di cura con le erbe che, nella sua semplicità, racchiude una capacita terapeutica di incredibile efficacia. Volere è potere, sostiene l’autore e al lettore che vorrà seguire il cammino indicato nel libro alla fine tutte le domande si sommeranno in una sola, che lo porterà oltre la soglia, dove microcosmo e macrocosmo si fondono in un’unica realtà.
Francesco Rinaldi, nato nel 1949, fin dagli anni giovanili mostra un grande interesse per la natura ed in particolar modo per l’erboristeria. Laureatosi in Scienze Politiche nel 1974, consegue anche la laurea in Lettere e Filosofia, mentre inizia una intensa pratica del Judo, fino a diventare cintura nera. Insegna per alcuni anni questa arte marziale, ma rimane affascinato soprattutto dai risvolti metafisici e filosofici dello Zen e del Buddhismo, che ne ispirano il senso originario. Il decisivo incontro con lo Yoga di Paramahansa Yogananda gli offre la chiave di lettura per sviluppare in una visione globale gli insegnamenti radiestesici che, alla fine degli anni ’70, ha ricevuto dal maestro Pieroni. Scrive articoli, partecipa a convegni e seminari e, infine, decide di pubblicare integralmente il metodo radiestesico che ha messo a punto, la cui efficacia è stata verificata in centinaia di casi.
L’immagine della Città da Sparta a Las Vegas
Autore/i: Sica Paolo
Editore: Editori Laterza
introduzione dell’autore.
pp. 264, nn. fotografie b/n f.t., Bari
Dall’introduzione:
« Riproporre in qualche modo una storia della città che non voglia limitarsi ad un puro esercizio di compilazione, significa al tempo stesso avanzare una ipotesi interpretativa. In effetti, se dovessimo ripercorrere criticamente la serie dei più. importanti contributi storiografici di carattere generale, ci accorgeremmo facilmente che questi scaturiscono da posizioni di forte inclinazione dell’interesse critico, dove l’astrazione di un denominatore dominante (spesso derivato da una delle tante discipline che in un modo o nell’altro hanno qualche cosa da dire sull’ambiente umano, ma al tempo stesso al difuori di quelle) si risolve nelle preziose e cattivanti sintesi del metodo storico-compatativo, e insieme si confronta con le sue difficolta, nella elusione forzata (o nel declassamento al rango di accidenti) degli elementi devianti, che ridondano oltre l’ipotesi.
Non vogliamo qui addentrarci in una analisi delle categorie interpretative e classificatorie che hanno via via tentato la storiografia urbana, dall’assunzione del più facile funzionalismo (la difesa, il commercio, il luogo ecc.) al tipologismo più o meno scaltrito (il modello concentrico, ortogonale, radiale ecc.), alle letture in chiave ideologica e sociologica, sia nella loro applicazione alla sorgente (spiegazione dell’origine della città), o al presente (la sua base esistenziale). Vogliamo solo far notare che, comunque, questa molteplicità di letture ha una giustificazione, al di la degli errori e dei dogmatismi che produce, da un lato nella stessa complessità dei fenomeni urbani (per cui questi sono in effetti parte di un processo tecnico, ecologico, economico ecc.) dall’altro nel rifiuto – che ostinatamente si ripete – di una sospensione del giudizio insita in un atteggiamento del tutto empirico, in una enumerazione di casi particolari uno accanto all’altro, senza lasciare spazio a una comprensione sistematica di quei valori che trascendono la singolarità. […]»
Introduzione
LA CITTÁ ARCAICA: MITO E REALTÁ
1. La ricerca archeologica e gli studi di mitologia comparata
・La scuola antropologica inglese e la teoria rituale del mito
2. Uso politico degli elementi del mito
・Città e ordine cosmico
・Il rituale di fondazione: centralità e limitazione
・Il tempo ciclico
・Stabilita e rotondità della città antica
LA CITTÁ GRECA
- Il miraggio di Sparta nel mondo greco
- Clistene e l’equivalenza territoriale dello spazio
- Le elaborazioni teoriche sulla città: Platone e Aristotele
- La forma e la crescita urbana
L’ELLENISMO E L’IMPERO
- Evoluzione culturale del mondo mediterraneo
- Il nuovo paesaggio urbano nelle grandi città
- Ruolo sociale dell’artista
- Il simbolismo e le grandi realizzazioni tecniche
L’IDEA DI CITTA NEL MEDIOEVO
• La dissoluzione della civiltà urbana: le città retratte
• La nuova sintesi cristiana
• La metamorfosi della città classica: la struttura religiosa dello spazio
• L’immaginazione anacronistica
• Iconografia idealizzante
LE ELABORAZIONI DELL’UMANESIMO E DEL RINASCIMENTO
1. La città civile dei primi umanisti
・La forma utopica narrativa e i modelli geometrici della città ideale
・Implicazioni culturali della città ideale e sue costanti strutturali
2. Tentativi di applicazioni concrete
・Le vie operative del Brunelleschi e dell’Alberti
・Uso degli schemi della città ideale per una rifondazione del potere assoluto
・L’urbanistica militare
・La colonizzazione
・La festa urbana e il teatro
IL FENOMENO URBANO E LE PROPOSTE TEORICHE DELL’OTTOCENTO
1. Rivoluzione industriale e crisi della città
・Complessità e contraddizioni del dibattito culturale
・Le ricerche dell’architettura
2. Le proposte per la città
・Utopia retrospettiva e negazione della città industriale
・Utopia tecnologica e esaltazione della civiltà industriale
3. La storiografia della città e l’analisi dei fatti urbani
・Marcel Poste, Camillo Sitte, Raymond Unwin, Inigo Triggs – Geddes e Mumford
IL PENSIERO URBANISTICO CONTEMPORANEO
1. I tentativi per la costituzione di un metodo
・Howard: la citta-giardino
・Garnier: la città industriale tipologizzata
2. L’idea di città del razionalismo: il metodo generalizzante
・L’esperienza americana: mobilita e processualità
3. Modellistica urbana e sistemi di traffico
・Nuove chiavi interpretative: Meyer e Webber
・Edmund Bacon e il Feed-back politico
・Gli incrementalisti americani: l’architettura del luogo e il suo rapporto con la città
4. Il panorama italiano nel dopoguerra
・Il fenomeno del neo-liberty
・L’allargamento delle tematiche
・Critica tipologica e récherche patiente
・Innesti teorici recenti
5. Contraddizioni dell’utopia urbanistica
・La suggestione dell’immagine e la sperimentazione sulle possibilità concrete
L’INTERDISCIPLINARITÁ DELLA FRUIZIONE
1. Le dimensioni della fruizione del paesaggio urbano nei rapporti col metodo progettuale
2. La città riflessa nelle arti rappresentative e nella letteratura
・Valore e limiti dell’apporto conoscitivo
3. Omologia strutturale fra l’opera artistica e i modi di sviluppo urbano
・Consonanze di lettura e impenetrabilità operativa
4. Architetturacome linguaggio: dalla metafora al tentativo sistematico
・La semiologia e i mass media
・Il riflusso ludico dei movimenti artistici nello spazio urbano: la città come caos felice
CONCLUSIONI CRITICHE: VALORE E LIMITI STORICI DELL’IMMAGINE
- Significato dell’immagine nella città classica
- Il primato dell’immagine come fattore deviante nella città contemporanea
- L’invasione dei mass media e le conseguenze sul dibattito teorico
- Dall’immagine della città all’immaginazione per la città
Illustrazioni
TAVOLE
L’Architettura come Mestiere e Altri Scritti
Titolo originale: La arquitectura como oficio y otros escritos
Autore/i: Grassi Giorgio
Editore: FrancoAngeli
quinta edizione, avvertenze dell’autore.
pp. 240, 124, illustrazioni b/n f.t., Milano
Questa raccolta di scritti rappresenta una sorta di architettura parlata. Forse unico tra gli architetti italiani, la scrittura di Grassi percorre i suoi progetti con una coerenza non solo ideologica ma anche e soprattutto stilistica. Se la caratteristica del costruttore è quella di “decidere” la sua costruzione, per Grassi il mestiere è, per il momento, sospeso tra pensiero e disegno.
In questo senso si può affermare che tutti questi scritti di progettazione delineano una vocazione al mestiere. Una vocazione coltivata nella piena consapevolezza della difficoltà di consistere a fronte dei compromessi professionali con una tensione morale che porta i suoi progetti fatalmente ad una laconica rarefazione.
Ecco, questo è un altro grandioso “difetto” di Giorgio Grassi: progettare come “l’ape fa il miele”, senza clamori; cosi come un artigiano ama insegretire, più che esibire, il proprio mestiere.
Giorgio Grassi (n. Milano 1935), laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1960. Dal 1961 al 1964 membro del centro studi e poi della redazione della rivista Casabella-Continuítà diretta da Ernesto N. Rogers. Dal 1965 insegna presso le Facoltà d’architettura di Milano e di Pescara; attualmente è titolare della cattedra di composizione architettonica alla Facoltà di architettura di Milano.
Nel 1967 ha pubblicato La costruzione logica dell’architettura. I suoi scritti e i suoi progetti sono apparsi sulle principali riviste italiane e straniere.
Indice
Avvertenza
Elementi di analisi dell’architettura
1. Caratteri dell’abitazione nelle città tedesche
2. Per una ricerca sull’abitazione in Francia
Architettura del razionalismo
3. Introduzione a L. Hilberseimer
4. Analisi e progetto
5. La questione della decorazione
Progetto e città antica
6. Il castello di Abbiategrasso e la questione del restauro
7. Tipologie d’abitazione a Pavia (un progetto di laurea)
8. Das neue Frankfurt e l’architettura della nuova Francoforte
Normativa e architettura
9. Normativa e architettura (introduzione alla ricerca)
10. Rurale e urbano nell’architettura
L’architettura come mestiere
11. L’architettura come mestiere (introduzione a H. Tessenow)
12. Questioni di architettura e di realismo
13. Un parere sul disegno
14. Nota sull’architettura rurale
15. Sei risposte a 2C-Construccion de la Ciudad
Architettura e formalismo
16. Il formalismo nell’architettura moderna
17. L’architettura di Hilberseimer
18. Il progetto di una piccola casa
Illustrazioni
Launeddas
La Storia – Lo Strumento – I Protagonisti – La Discografia・21 Autori e 180 immagini per raccontare lo strumento musicale più antico della Sardegna
Autore/i: Autori vari
Editore: AM&D Edizioni・ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico
a cura di Giampaolo Lallai (associazione Cuncordia a Launeddas), prefazione di Michele Ciusa, introduzione di Giovanni Lilliu, fotografie di Nico Selis.
pp. 304, 180 illustrazioni a colori e b/n, Cagliari
Il libro racconta lo strumento musicale più antico della Sardegna: dalle rappresentazioni nei primi bronzetti dei popoli nuragici, alle miniature medievali fino all’ingresso nella musica rock.
L’intera storia della musica e della cultura in Sardegna viene rivisitata seguendo le testimonianze studiate e presentate da 21 autori tra storici, archeologi, musicologi, storici dell’arte, glottologi, giornalisti e appassionati suonatori.
I Protagonisti
Launeddas nell’arte. Le launeddas tra scrittori e viaggiatori. Il periodo d’oro tra l’800 e gli anni Trenta del ’900. Il declino. La crisi. Il recupero. Il launeddas nelle grandi feste popolari. Incontri con i suonatori. Le launeddas oltre la tradizione.
Le Radici Storiche
Dal bronzetto nuragico di Ittiri alle miniature spagnole medievali, ai bassorilievi dell’architettura popolare.
Lo Strumento
La raccolta delle canne. La costruzione dello strumento. La tecnica del fiato continuo. L’acustica delle launeddas. Conoscere e suonare le launeddas. Microstrutture melodiche della musica sarda.
La Discografia
La prima raccolta selezionata dell’intero patrimonio sonoro sulle launeddas che documenta gli autori e i suonatori più importanti dal 1930 ad oggi.
Gli autori:
Giovanni Lilliu, Salvatore Naitza, Maria Grazia Scano, Ermenegildo Lallai, Giampaolo Lallai, Antonio Romagnino, Giovanni Dore, Giacomo Serreli, Dante Tangianu, Luciano Montisci, Ignazio Zucca, Antonio Fanari, Gianfranco Meloni, Giulio Pala, Paolo Bernardini, Vincenzo Santoni, Giulio Pulis, Pietro Sassu, Giampaolo Mele, Ignazio Francesco Spano, Francesco Sirigu.
Perfidi Giudei Fratelli Maggiori
Autore/i: Toaff Elio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
seconda edizione.
pp. 258, Milano
L’autobiografia del Rabbino capo di Roma: l’uomo che ha ricevuto Giovanni Paolo Il nel Tempio, secondo papa dopo Pietro; che ha pianto sulle vittime delle stragi terroristiche davanti alla Sinagoga, che ha vissuto l’Olocausto e che ha mantenuto intatta la sua fede in Dio e negli uomini.
«Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori.»
Perché questa frase di Giovanni Paolo II potesse essere pronunciata il 13 aprile 1986 nella Sinagoga di Roma, è occorso mezzo secolo di orrori, di lotte, di pazienti operazioni politiche, di riflessioni che hanno maturato le coscienze dei cattolici e restituito agli ebrei la consapevolezza della loro dignità e della loro forza.
Elio Toaff, l’artefice principale della storica giornata che vide tornare un papa in Sinagoga per la prima volta dopo Pietro, ripercorre il cammino della sua vita e di quella dell’intera comunità ebraica italiana sin dagli anni in cui a Livorno e a Pisa i suoi confratelli erano considerati «perfidi giudei» e le leggi razziali li emarginavano dalla vita sociale del nostro e loro paese.
Toaff è un uomo dotato di quell’ironia che viene dall’intelligenza e di quella tolleranza che non esclude l’indignazione. In questo libro non c’è indulgenza per nessuno, neppure per i propri confratelli quando occorre, ma non c’è neanche livore. C’è la forza di un uomo che conduce una lotta per la giustizia e per l’armonica convivenza. C’è il ricordo di episodi troppo presto dimenticati, che vanno dalle aggressioni fasciste ai giovani ebrei nel dopoguerra, ai recentissimi attentati terroristici, ma anche ai grandi gesti d’amore come quello di Giovanni XXIII in quel giorno di primavera, quando passando in macchina sul Lungotevere bloccò il corteo tra la costernazione generale e benedisse gli ebrei che uscivano dal Tempio dopo la preghiera.
Una storia straordinaria, di piccola gente e di grandi personaggi, di ebrei coraggiosi e di ebrei pavidi, di preti intolleranti e di preti pieni d’amore, di rabbini, di uomini politici, di cardinali, di papi.
Elio Toaff è nato a Livorno il 30 Aprile 1915. Ha studiato al Collegio Rabbinico di Livorno sotto la guida di suo padre, Alfredo, rabbino di quella città, e giurisprudenza all’Università di Pisa. Laureato nei due istituti nel 1939, subì le conseguenze delle leggi razziali emanate dal fascismo.
Rabbino ad Ancona e poi a Venezia, dove insegnò lingua e letteratura ebraica nell’Università di Ca’ Foscari, venne chiamato nel 1951 a ricoprire la cattedra di Rabbino capo di Roma.
È autore di diverse pubblicazioni di pedagogia, di vari argomenti ebraici e di traduzioni di testi biblici. Dirige il Collegio rabbinico italiano e l’Annuario di studi ebraici.
- I – La vigilia della bufera
- II – Rabbino ad Ancona
- III – In fuga
- IV – I giorni della Resistenza
- V – La liberazione
- VI – Ricostruire
- VII – Quel giorno del ’47
- VIII – Rabbino a Roma
- IX – Il vento dell’odio
- X – Il papa nel Tempio
Epilogo
La Via del Wyrd – Un Viaggio Affascinante alla Scoperta degli Antichi Segreti della Spiritualità Celtica
Titolo originale: The Way of Wyrd
Autore/i: Bates Brian
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione Brunello Lotti.
pp. 274, Milano
Inviato in missione nelle foreste dell’Inghilterra pagana dell’Alto Medioevo, Wat Brand, un giovane scriba cristiano, scopre traumaticamente l’inadeguatezza della sua visione del mondo. Il paesaggio rassicurante della campagna inglese non è più quello che sembrava: improvvisamente si rivela popolato da spiriti misteriosi e attraversato da poteri e forze soprannaturali. Guidato da Wulf, uomo dalla carismatica fede mistica e dalle formidabili doti sciamaniche, Brand apprende la magia delle piante e delle rune e viene introdotto alla conoscenza del Wyrd: il principio e la potenza che determina il destino di ogni uomo, ma anche una filosofia che vede nel mondo un unico organismo vivente dove non ha più senso distinguere tra fenomeni spirituali e materiali: e dove ogni essere è in continua, diretta relazione con tutti gli altri. Il senso del viaggio intrapreso da Wat alla ricerca del Wyrd – e della propria anima – è un invito a noi uomini di oggi – lettori di questo appassionante romanzo – a riscoprire e riconquistare il nostro passato magico: un passato che è ancora dentro di noi e che deve essere solo riportato in superficie per restituirci a una più profonda vita spirituale.
Brian Bates lavora all’Università del Sussex a Brighton, dove è direttore del Programma di ricerche sciamaniche e tiene corsi di Coscienza sciamanica. La sua formazione è di psicologo – allievo fra gli altri di Alan Watts – ma i suoi studi si sono rivolti al sapere sciamanico dopo la scoperta dell’antico codice anglosassone Lacnunga.
La Via del Wyrd, pubblicato per la prima volta nel 1983, ha goduto da allora di un silenzioso ma incessante successo vendendo con la sola edizione tascabile 120.000 copie.
Parte prima: La via del Wyrd
1. Il Cerchio degli Spiriti dello stregone
2. Una foresta di fantasmi
3. Storie di poteri pagani
4. Liberate la forza vitale
5. Leggere i presagi del Wyrd
6. Vivere da guerriero
7. Scuotere la trama del Wyrd
Parte seconda: Viaggi nel mondo degli spiriti
8. Le Sorelle del Wyrd
9. Gli spiriti mi rubano l’anima
10. A caccia di un alleato
11. Il calderone del potere
12. Il nano del mondo sotterraneo
13. In cerca dello spirito guardiano
14. Un’anima di stregone
Epilogo
Nota dell’Autore
Bibliografia
La Vocazione del Superstite
Autore/i: Mazzonis Cesare
Editore: Giulio Einaudi Editore
prima edizione, collana: La ricerca letteraria 12
pp. 166, 1 tavola sinottica ripiegata in 3, Torino
Il libro di Mazzonis è un repertorio di situazioni classiche, anzi di frammenti di generi e figure retoriche nobilmente tradizionali: incontriamo l’autobiografia, in un senso più celliniano che memorialistico, il contrasto della città e della campagna, la fine del mondo, ben note figure mitologiche come Admeto, Eracle e Alcesti, e l’utopia; il tutto tenuto assieme da un sugo verbale fitto e denso, colto e caldo, cruccio degli epatici golosi; ma tutti codesti generi sono adoperati in forme sghembe e abilmente deformate: per cui l’autobiografia sarà affidata al dialogo di due escrementi umani, assumendo proporzioni insieme grandiose ed umilissime; escrementi pànici e di elegante cultura, non ignari di dolcezze mitico-dannunziane (“Ah Sigizie maree del plenilunio!”). Poco oltre, il lamento dell’Urbano, l’uomo afflitto dalla malattia
cittadina, è, fondamentalmente, la lamentazione di e per un gentiluomo (“Egli si lamenta che il mondo abbia veramente superato i limiti della normale sopportazione di un gentiluomo”): il quale, teologicamente ispirato, “sospira pensando a un mondo sem- (o cam- o jafet-)plificato, a un bel clistere da Diluvio universale”.
Gentiluomo d’ordine e classificatorio, costui vagheggia un ordine sensato delle cose, che allude alla Follia e all’Utopia. Dovrebbe esistere una specifica denominazione per quel disturbo mentale che si si propone di trovare un ordine razionale per una biblioteca: la distrofia degli scaffali, qui ampiamente illustrata.
Oltre all’Urbano, che dispone di un futuro e di un passato, entrambi allucinatori, personaggio rilevante è Teo, che comunica col mondo per mezzo di “un unico tubetto” nel quale si introducono “paludamenti lirici” e “notizie di disguidi”, mentre si procede alla fine del mondo e alla resurrezione dei morti. In questa sezione prevalgono i referti, i brevi e salaci documenti della decomposizione planetaria. Nota libertina, i morti “resurretti” si accoppiano senza distinzione di secoli e nazioni: mummie svergognate folleggiano con le bende indosso. Altro si potrà rinvenire in questa arcaica arca di generi salvati e insieme afflitti da mutazioni mostruose: una mutazione che investe lo stesso vascello, la letteratura, glorioso delle proprie inaudite deformità. (Giorgio Manganelli)
Cesare Mazzonis nasce a Torino nel 1936. Ha ricoperto diversi ruoli nell’ambito della cultura musicale italiana: è stato, infatti, direttore artistico dell’orchestra Rai di Roma, Direttore artistico della Scala per dodici anni, Direttore del Teatro del Maggio Musicale fiorentino per undici anni, consulente al Bolshoi di Mosca, ad Atene, e per Claudio Abbado. Dopo aver vissuto e lavorato a Buenos Aires, Londra, Roma, Milano e Firenze, è attualmente di stanza a Torino come direttore artistico dell’orchestra Rai. Oltre che alla musica, Cesare Mazzonis si è sempre dedicato anche alla scrittura: per Einaudi pubblica due romanzi: La vocazione del superstite e Il circolo della vela. Poi Feltrinelli pubblica La memoria fastosa. Traduce Arno Holz e Bertold Brecht per spettacoli di Luca Ronconi e Federico Tiezzi. Sempre per Ronconi scrive il testo dello spettacolo Nel bosco degli spiriti, dal libro edito da Adelphi. E il libretto da Cuore di cane di Bulgakov per l’opera di Raskatov andata in scena ad Amsterdam e a Londra, e che dovrà approdare alla Scala nella prossima stagione. Il suo ultimo libro si intitola Ragnatele sul nulla, pubblicato da Le Lettere: un insieme di riflessioni sul tempo, la morte, le illusioni umane, imbastito e compilato nel corso di molti anni di vita e di lavoro.
Il Libro della Fotografia – Tecnica e Applicazione
Titolo originale: Successful Photography
Autore/i: Feininger Andreas
Editore: Garzanti Editore
ottava edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Mario Bonini.
pp. 280, nn. illustrazioni b/n, Milano
Il famoso «manuale» di Feininger, uno dei più grandi fotografi viventi, partendo dall’ABC, non soltanto insegna ciò che si deve fare, ma anche ciò che « non si deve fare » per ottenere buone fotografie. Quando il lettore ha finito il libro, la fotografia non ha più segreti per lui. Non sa soltanto mettere a fuoco, comporre un’inquadratura, sviluppare una pellicola, stampare un ingrandimento: tutto questo, in fondo, si può imparare alla bell’e meglio anche senza uno studio accurato. Feininger insegna qualcosa di più: a influire sul soggetto, a disporre le luci, a improvvisare una camera oscura in casa, a riconoscere i difetti di un apparecchio usato, a trarre da una pellicola, da un obiettivo 0 da un filtro effetti impensabili. E, soprattutto, a «non sbagliare».
Andreas Feininger si è laureato in architettura e, dopo aver lavorato per un anno a fianco di Le Corbusier, si è specializzato nella fotografia industriale… e architettonica. Fotografo di «Life» dal 1943, è stato il pioniere della «picture-story» americana. Tra i suoi libri, considerati dei classici da professionisti e dilettanti, ricordiamo, oltre a questo volume, La nuova tecnica della fotografia, La fotografia a colori: nuove tecniche, Il libro della fotografia a colori, tutti editi da Garzanti.
La Donna di Sabbia – Romanzo
Titolo originale: Suna no onna
Autore/i: Kôbô Abe
Editore: Longanesi & C.
introduzione di Gian Carlo Calza, traduzione dall’originale giapponese di Atsuko Ricca Suga.
pp. XIX-312, Milano
Kôbô Abe, di un anno maggiore di Mishima, è nato nel 1924; ha percorso una strada non nuova per uno scrittore giapponese, quella degli studi di medicina. La sua preparazione non è dunque burocratica e amministrativa come quella dell’autore di Colori proibiti, ma segue piuttosto la corrente in cui il Giappone immerge, e non da oggi, la propria cultura, e cioè il meglio della scienza occidentale. Proprio per questo egli avverte il profondo turbamento che travolge il suo paese nell’affannosa ricerca di una nuova risposta agli assillanti quesiti posti dal processo di modernizzazione. L’armonia della tradizione, dell’ordine, dei rapporti, del proprio ambiente sociale, che è sempre stata cosi importante, viene sostituita da un deserto dove le vicende individuali finiscono per sfuggire come la sabbia tra le dita della mano. Tutto questo serve per spiegare come il presente romanzo abbia consacrato gli sforzi di Kôbô Abe (e non solo moralmente, giacché guadagnò il favoloso premio Yomiuri), perchè ha accolto meglio, e sviluppato in modo definitivo, questo grave e sentito problema. Il romanzo, infatti, narra la vicenda di un insegnante, entomologo per diletto, che recatosi a caccia di insetti su una remota costa sabbiosa del Giappone, viene fatto prigioniero dagli abitanti di un villaggio, o meglio da una donna che vive in una buca di arena, quasi fosse un formicaleone, in attesa di venire raggiunta da un uomo. A questo punto, nell’insegnante evaso dalla città opprimente, e dal suo piccolo mondo limitato, si scatena una incontenibile brama di libertà. Il fatalismo della donna che è al suo fianco, il suo erotismo e il suo senso d’abbandono al proprio destino, anche se in un primo tempo l’avevano affascinato, lo esasperano. La sua esistenza nella fossa diventa del tutto simile a quella degli insetti che egli voleva cacciare, e il sogno della libertà si realizzerà soltanto quando l’uomo riuscirà a capovolgere totalmente i concetti della vita che aveva prima.
L’Anima del Mondo
Conversazione con Silvia Ronchey
Autore/i: Hillman James
Editore: Rizzoli
pp. 176, Milano
James Hillman, americano di origini viennesi, psicanalista, seguace di Jung, ha riportato al centro della psicologia e del pensiero contemporanei un’idea antica e universale, ma accantonata in Occidente nel corso dell’ultimo secolo: l’idea di anima. Eppure non è un mistico né un contemplativo: è un intellettuale lucidissimo che ha indagato in libri acuti e spregiudicati (fra i tanti, quello che ha recentemente conosciuto un successo mondiale, Il codice dell’anima) le radici e lo spirito della nostra civiltà. «È un occidentale scettico, è un iconoclasta», come scrive Silvia Ronchey all’inizio di una conversazione che diviene ritratto e autoritratto del grande studioso e una riflessione ad alta voce sulla condizione umana. Che parli dell’anima che «ci sceglie per vivere la sua vita» o del marxismo come terapia per un mondo in cui «gli economisti hanno assunto un ruolo che un tempo era dei principi o dei preti», della natura come organismo vivente, animato, parlante o dell’importanza del «senso dell’irrealtà», Hillman scuote i nostri pregiudizi e illumina di un nuovo significato il mondo che ci circonda. Basti pensare alle pagine memorabili dedicate alla rinascita degli dei pagani nelle strutture portanti della vita odierna: Marte nella violenza e nella velocità della televisione, Venere negli allettamenti della pubblicità, Mercurio, messaggero divino, nella rete che ci unisce ovunque siamo, Internet… L’anima del mondo, che si conclude con un importante saggio critico di Silvia Ronchey e con la prima bibliografia completa delle opere di Hillman in italiano, diviene così l’introduzione ideale a uno dei pochissimi pensatori di oggi davvero capaci di rivoluzionare le nostre concezioni, il nostro modo di essere, questo mondo.
James Hillman (1926-2011) è stato uno dei maggiori filosofi contemporanei, oltre che il più illustre esponente della psicoanalisi di matrice junghiana. Autore di bestseller internazionali, per BUR ha pubblicato Il potere e il libro intervista con Silvia Ronchey, L’anima del mondo.
Silvia Ronchey è professore ordinario di Civiltà bizantina all’Università di RomaTre e collabora regolarmente a “la Repubblica”. Tra i suoi libri, sono disponibili in BUR Ipazia. La vera storia e L’enigma di Piero.
Il Sacro Cuore di Gesù – 2 Volumi
Autore/i: Falcioni Davide
Editore: Santa Anna
terza edizione, a cura di Paolo Gaetani, prefazione di dell’autore.
vol. 1 pp. 372, vol. 2 pp. 368, Città del Vaticano
Padre Davide Falcioni è nato a Rendinara (AQ) il 5/11/1913. Appartiene all’Ordine Agostiniano dalla prima gioventù. Sacerdote dall’8 agosto 1937, esercita il suo ministero pastorale dal 1948 nella parrocchia di S. Anna in Vaticano. Attualmente svolge il suo apostolato come Esorcista. Durante tutta la sua vita Padre Davide ha scritto moltissimo, trattando per lo più argomenti di carattere ascetico e mistico.
L’Arpa Celtica del Sidhe – Viaggio Attraverso Realtà, Leggenda e Mistero dello Strumento del “Sogno”
Autore/i: Seki Andrea
Editore: Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri
esemplare mancante di CD audio allegato, con un saggio di Myrdhin.
pp. 192, nn. illustrazioni b/n, Viterbo
Quella di Andrea Seki è la storia di un viaggio nello spazio e nel tempo, seguendo rotte interiori e musicali, sulle tracce dell’arpa celtica, strumento del passato fortemente legato alla ritualità e alla socialità di alcune aree europee. Il lettore viene guidato attraverso i luoghi dei celti ripercorrendo il viaggio di ricerca condotto dall’autore. Viaggio che l’ha portato ad avvicinarsi e a penetrare la magia di uno strumento strettamente legato alla cultura bardica. Seki racconta la musica che ama in forma di romanzo-saggio-libro di viaggio attraverso la storia del suo strumento e le leggende a esso legate, ricostruendo tradizioni e analogie tra le espressioni musicali del mondo celtico (e non solo) e il presente. Si viene così a scoprire quanto sia viva oggi la pratica dell’arpa celtica, nella musica popular grazie al moderno bardo Alan Stivell che l’ha introdotta nel rock e a nuove suggestioni come la collaborazione di Myrdhin al progetto della band Afro Celt Sound System, sponsorizzata da Peter Gabriel.
Andrea Seki è arpista e poli-strumentista, autore di musiche e testi. Iniziò studiando la chitarra, poi si appassiona alla musica indiana e al sitar. Dopo aver approfondito le sue conoscenze e la sua sensibilità con lo studio della musica antica e del liuto, si avvicina alla melodia celtica e all’Arpa. Divide il palco con Alan Stivell e studia con Herya Queffelan. Fondatore della band Elfic Circle, negli ultimi anni si è dedicato all’uso dei suoi strumenti nella musico-terapia.
Myrdhin (nome d’arte di Rèmi Chauvet) è uno dei pionieri della rinascita dell’arpa celtica. Nel corso degli anni ha collaborato con numerosi artisti, ricevendo diversi riconoscimenti (tra cui il Disco d’oro nel 1998 e la nomination ai Grammy Awards nel
2000). Dal 1984 dirige il Festival europeo di arpa celtica di Dinan. Con la compagna Zil ha dato vita al duo Ars Celtica.
- Inizio del viaggio
- Finistère
- Autunno “quimperoise”
- Battesimo bretone
- Una vita in Bretagna
- Kenavo
- Il primo incontro
- L’arpa nel mondo antico
- L’arpa gaelica
- L’arpa leggendaria di Tara
- La musica vedica indiana
- La musica celtica
- La musica irlandese
- La musisa scozzese
- La musica bretone
- Una realtà “sommersa”
- La leggenda della città di Ys
- L’arpa di Ys
- Il Bardo degli argonauti
- I popoli del mare
- Le “tracce” di Dan
- L’eredità “atlantidea”
- Percorsi bardici
- Il sogno perduto
- Arpa strumento di ri-evoluzione
- Verso nuovi sentieri
- Il mistero dei Bardi
- Il grande viaggio
- La musica del Sidhe
- La pratica dell’arpa celtica
- L’arpa del terzo millennio
- Il mondo eterno di Taliesin
- La renaissance de l’harpe celtique
- Le tre musiche
- Il Triskell dell’arpa
- La terapia
- Alcune applicazioni
- Le piante magiche
- Druidi, arpisti e guerrieri
- I Bardi del nostro tempo
- La mitologia dell’arpa celtica (di Myrdhin)
- Tempo di andare
- L’avventura continua
Ringraziamenti
Percorsi di Alchimia Personale – Mente Respiro Meditazione
Dinamiche mentali e strumenti di auto-conoscenza – La respirazione consapevole – La meditazione e l’ascolto del Sé Superiore
Autore/i: Holland Erica; Gnecchi Giovanni; Dorofatti Carlo
Editore: Anima Edizioni
pp. 232, Milano
Questo manuale pratico, semplice ed efficace, si suddivide in tre sezioni perfettamente coerenti tra loro, dedicate alla Mente, al Corpo e allo Spirito e curate rispettivamente dai tre Autori, i quali condividono da anni la passione per la ricerca e la divulgazione.
Erica Holland decodifica alcuni aspetti delle relazioni che intratteniamo quotidianamente con noi stessi, con gli altri, e con il mondo, allo scopo di offrire dei punti di vista differenti circa dinamiche fondamentali della nostra esistenza come apprendere, relazionarsi, e cambiare. Esplorare diversi punti di vista può essere il modo di riappropriarsi della titolarità di scegliere ciò che è più utile per la propria centratura ed evoluzione, eventualmente introducendo delle variabili nuove in quegli schemi di azione e reazione che creano e mantengono la nostra “realtà”.
Giovanni Gnecchi esplora tecniche e vantaggi della respirazione consapevole, sia a livello puramente fisico, sia sul piano mentale ed emotivo. Avrete la possibilità di capire come il respiro sia connesso al modo di vivere e come, modificandolo volontariamente e consapevolmente, sia possibile influire sugli stati d’animo, sui pensieri, sulle convinzioni e sulla salute. Dopo una breve introduzione teorica vengono spiegati diversi esercizi per ottimizzare le funzioni dell’apparato respiratorio, per renderlo più elastico e sciolto, e per impiegare correttamente la respirazione circolare in quanto vera e propria generatrice di cambiamento.
Carlo Dorofatti entra infine nel merito di una specifica tecnica di meditazione, compiutamente descritta e corroborata da una serie di commenti di carattere metafisico e di stimoli concreti per una realizzazione esistenziale responsabile e matura. La meditazione, vista come strumento di centratura, permette di recuperare coscienza di sé e acquisire più consapevolezza nella percezione della vita e del proprio potere personale.
The Teaching of Buddha
Autore/i: Anonimo
Editore: Bukkyō Dendō Kyōkai
eight hundred & ninety-third revised edition.
pp. 612, Tokyo
WHEEL OF DHARMA
The Wheel of Dharma is the translation of the Sanskrit word, “Dharma-cakra”. Similar to the wheel of a cart that keeps revolving, it symbolizes the Buddha’s teaching as it continues to be spread widely and endlessly. The eight spokes of the wheel represent the Noble Eightfold Path of Buddhism, the most important Way of Practice. The Noble Eightfold Path refers to right view, right thought, right speech, right behavior, right livelihood, right effort, right mindfulness, and right meditation. In the olden days before statues and other images of the Buddha were made, this Wheel of Dharma served as the object of worship. At the present time, the Wheel is used internationally as the common symbol of Buddhism.
La Strategia del Colibrì – La Globalizzazione e il Suo Antidoto
Autore/i: Morace Francesco
Editore: Sperling & Kupfer Editori
ringraziamenti, premessa e introduzione dell’autore.
pp. IX-104, Milano
Troverete in questo libro – che è più un manifesto di pensiero che un saggio – idee e suggestioni che hanno il compito di rendere vitale e incisivo un momento storico altrimenti drammatico e di difficile interpretazione; una collezione di stimoli per persone, associazioni e aziende che sentano questo momento come un’occasione irripetibile di crescita sociale, e che riconoscano nel Movimento di Porto Alegre, nelle «persone» che coinvolge, nelle sue proposte e nelle sue sensibilità, e anche nei suoi inevitabili errori, una scintilla per attivare la propria consapevolezza sul mondo in cui viviamo e sulle sue logiche di funzionamento. Invitiamo i colibrì a volare tra di noi. E invitiamoli, con le loro ali prodigiose, da 100 battiti al secondo, a impollinare le nostre vite e i nostri pensieri.
È un momento in cui è necessario fronteggiare gli eventi drammatici in cui siamo coinvolti, generando nuove occasioni di pensiero e nuovi paradigmi di comportamento. Il potente elettrochoc delle Twin Towers che si accartocciano su se stesse o – su scala diversa – delle violenze di Genova deve generare sensibilità ed esperienze che si allontanano dalle logiche schematiche del pro e del contro, per accelerare una dinamica di nuova consapevolezza. Esattamente come le riflessioni relative a una globalizzazione che non è più solo economica, ma civile, culturale, finanziaria, religiosa e purtroppo anche mafiosa e terrorista. In questo scenario bisogna introdurre e valorizzare la potente variabile dell’impollinazione, della generazione vitale di idee e di esperienze che non abbiano un’origine da difendere, ma esprimano la fertilità delle culture che sono colture, e che raccolgono in sè i semi per una nuova civiltà. Dobbiamo comprendere (e anche prendere con noi, nel senso della responsabilità) ciò che avviene come una opportunità storica per un salto di qualità nell’interpretazione del mondo che ci circonda. Qualcosa si è rotto definitivamente dentro e fuori di noi, nel nostro modo di valutare, giudicare, consumare e lavorare.
Francesco Morace, sociologo, scrittore e giornalista, vive e lavora a Milano, dove dirige il Future Concept Lab, un Istituto di Ricerca Internazionale specializzato nella consulenza su progetti e prodotti del futuro. Docente alla Domus Academy e al Politecnico di Milano, ha tenuto corsi e seminari in Italia e all’estero. È autore di numerosi saggi tra cui ricordiamo: Chi ha lasciato il segno? (1987) Controtendenze (1990), Iperspesa (1990) I boom (1990), I nuovi boom (1993), Metatendenze (1997) e PreVisiont e PreSentimenti (2001), gli ultimi tre pubblicati da Sperling & Kupfer.
Future Concept Lab è un Laboratorio di Ricerca e Consulenza che ha sede a Milano, corrispondenti in 25 paesi del mondo e clienti in Europa, Asia, Stati Uniti e Sudamerica. Il Laboratorio realizza interventi di ricerca integrati con metodologie innovative che conducono alla definizione di scenari di settore. L’obiettivo è quello di proporre a livello internazionale nuovi concept di prodotto, comunicazione e distribuzione per affrontare i mercati del futuro.
Ringraziamenti
Premessa
Introduzione
Parte Prima
Impollinazione creativa e globalizzazione: la strategia del colibrì
Parte Seconda
Genius Loci: motore Unico e Universale
Conclusioni
I caratteri e le strategie del Genius Loci, come futuro antidoto alla globalizzazione
Postfazione
Riflessioni a margine de La strategia del colibrì di Mario D’Andrea
Bibliografia