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Libri dalla categoria Telepatia

I Segreti di Via Poma

I Segreti di Via Poma

Autore/i: Tornielli Andrea

Editore: I Libri Neri

prologo dell’autore, si ringrazia Detective & Crime Magazine per le fotografie.

pp. 90, illustrazioni b/n, Roma

Nulla è più terrificante della realtà… I mostri più crudeli, i crimini più atroci. Non li trovate nei romanzi dell’orrore, ma sulle pagine dei giornali. E sui Libri Neri. Nei Libri Neri leggerete la cronaca integrale dei fatti più sconvolgenti del nostro secolo. Se avete coraggio, iniziate la lettura…

I Segreti di Via Poma narra nei dettagli la vicenda che più ha colpito l’opinione pubblica romana e italiana. Ogni possibile ipotesi viene sondata e considerata attraverso ampie fonti documentali e una frequentazione esperta degli ambienti giudiziari della capitale.
Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni? L’orribile delitto di Via Poma, consumato in un afoso pomeriggio d’agosto del 1990, è ancora senza colpevole. Ora, per la prima volta, un libro tira le fila del mistero. C’è qualcuno che non dice ciò che sa, e qualcuno che dice cose che non sa. Ma la soluzione, forse, è più semplice di quanto si pensi.

Andrea Tornielli
30 anni, giornalista, è nato a Chioggia, in provincia di Venezia. Vive e lavora a Roma.
È attualmente redattore del mensile internazionale 30Giorni, per il quale ha svolto numerose inchieste di cronaca giudiziaria. Una di queste, riguardante l’assassinio del cardinale messicano Posadas Ocampo, ha fatto riaprire nell’ottobre del 1993 un caso considerato ormai chiuso.

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Prologo: Con gli occhi di Simonetta

I. – Il portiere Pietrino Vanacore

  • La scoperta del delitto
  • Il portiere Pietrino Vanacore
  • Una nuova pista?
  • L’architetto Izzo esce di scena
  • La difesa di Vanacore
  • Il primo giallo del sangue
  • Le macchie sull’ascensore
  • Il portiere torna in libertà
  • Il Mostro di Firenze nel caso Cesaroni
  • Si ritorna nel buio

II. – “Dead Ce Ok”: la pista Videotel

III. – Federico Valle

  • Il nuovo giallo del sangue
  • Rinvio a giudizio?
  • La prima sconfitta di Catalani
  • La seconda sconfitta di Catalani

IV. – La mano dell’assassino

  • Destro o mancino?
  • La controperizia
  • Il sangue di Mario Vanacore
  • Pro e contro della nuova teoria

V. – Un volto senza nome?

Appendice: il mistero dei fiori e del computer

Intervista al legale dei Cesaroni

Cronologia
Indice dei nomi
Illustrazioni

Introduzione alla Semiologia

Introduzione alla Semiologia

Titolo originale: Clefs pour la Sèmiologie

Autore/i: Martinet Jeanne

Editore: Newton Compton Editori

prima edizione, a cura di Anna Maria Scaiola, nota del curatore.

pp. 192, Roma

Già Ferdinand de Saussure, nel suo “Corso di linguistica generale”, aveva prefigurato la semiologia come “la scienza generale di tutti i sistemi di segni (o di simboli) grazie ai quali gli uomini comunicano tra loro”. “La semiologia – ha scritto più recentemente Roland Barthes – ha quindi per oggetto tutti i sistemi di segni, quali che possano essere le sostanze e i limiti di questi sistemi: le immagini, i gesti, i suoni melodici, gli oggetti e i complessi di queste sostanze – rintracciabili in riti, protocolli o spettacoli – costituiscono, se non dei “linguaggi”, per lo meno dei sistemi di significazione”. Al di là delle diverse sistematizzazioni che ha ricevuto nel tempo il rapporto fra la linguistica e la semiologia, quest’ultima ha finito per assumere una sua autonomia di campo, uno status epistemologico e una dignità scientifica indipendente. Questo manuale espone, secondo un criterio fondamentalmente tematico, le nozioni di base di tale nuovo punto di vista che si pone, a volte, come totalizzante nei confronti della realtà. I singoli argomenti sono poi discussi in riferimento alla letteratura specialistica e numerosi esempi pratici contribuiscono a renderne quanto più chiara e pratica la comprensione.

La Nascita del Dio Vivente – Studio Psicoanalitico

La Nascita del Dio Vivente – Studio Psicoanalitico

Titolo originale: The birth of the living god

Autore/i: Rizzuto Anna Maria

Editore: Borla

presentazione all’edizione italiana di Gemma Corradi Fiumara, prefazione e introduzione dell’autrice, traduzione di Ludovica Grassi.

pp. 368, illustrazioni b/n, Roma

Sebbene il titolo induca a pensarlo, questo volume non è un libro di religione, ma uno studio clinico, ossia una ricerca psicoanalitica sulle origini delle personali rappresentazioni di Dio e sulle loro successive elaborazioni. L’autrice psicoanalista e docente di psicologia clinica, analizza il rapporto che intercorre nel profondo fra la persona e le sue rappresentazioni di Dio: quindi il suo metodo di ricerca tratta esclusivamente di esperienze psichiche. A partire da Freud, i contributi scientifici nella letteratura psicoanalitica rivelano una tradizionale tendenza a ignorare le vicissitudini con cui l’individuo si costruisce o trasforma le proprie rappresentazioni del divino, sia che affermi di credere o di non credere. Questa ricerca è stata avviata come progetto pilota al Boston State Hospital dove l’autrice lavorava come psichiatra, e poi compiuta attraverso una lunga indagine condotta su pazienti di un ospedale psichiatrico privato. L’opera, come rileva Gemma Corradi Fiumara nella presentazione a questa edizione italiana, non tratta dei rapporti tra psicoanalisi e religione, ma è un rigoroso studio psicoanalitico focalizzato su un aspetto centrale dell’esperienza religiosa: la formazione, la trasformazione e l’uso delle rappresentazioni di Dio nel corso del ciclo vitale, Sotto il profilo clinico non può venir sottovalutato il senso profondo di un Dio personale inteso come struttura psichica. Altrettanto illuminante si rivela la trasformazione o l’eliminazione di questa significativa costruzione interna. Quindi ignorare la funzione del divino nelle vicissitudini maturative dell’individuo comporta una notevole sottrazione di informazione relative agli sviluppi psichici della persona.

Ana Maria Rizzuto analista didatta al Psychoanalytic Institute di New England negli Stati Uniti e docente di Psichiatria alla Tufts University School of Medicine. Vive e lavora a New York.

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Gemma Corradi Fiumara
Presentazione all’edizione italiana

Prefazione

Parte prima

Capitolo primo
Introduzione


Capitolo secondo
Freud

  • Le spiegazioni di Freud: il processo antropologico
  • Genesi delle rappresentazioni di Dio e del Diavolo
  • La teoria freudiana della rappresentazione oggettuale implicita nella precedente descrizione
  • Il balzo teoretico di Freud
  • L’implicita teoria freudiana della rappresentazione oggettuale
  • Rappresentazione oggettuale e fede in Dio
  • Gli allievi dissenzienti di Freud: Jung e Adler
  • La ricerca svolta dagli allievi di Freud nelle scienze affini
  • Contributi recenti alla teoria psicoanalitica

Capitolo terzo
Oltre Freud

Capitolo quarto
La rappresentazione degli oggetti e le modalità di funzionamento della psiche umana

  • Oggetti del passato ed equilibrio psichico
  • Tipi di rappresentazione dell’oggetto e di sé
  • Il concetto di rappresentazione mentale int psicoanalisi
  • Rassegna della letteratura propositive

Parte seconda

Capitolo quinto
Introduzione alla ricerca clinica

Capitolo sesto
Un Dio senza barba e baffi

  • La storia di Fiorella Domenico
  • La rappresentazione di Dio di Fiorella Domenico ed il suo significato per l’equilibrio psichico della paziente

Capitolo settimo
Un Dio allo specchio

  • La storia di Douglas O’Duffy
  • La rappresentazione di Dio di Douglas O’Duffy ed il suo significato nell’equilibrio psichico del sogetto
  • Caratteristiche ed origini della rappresentazione di Dio di Douglas O’Duffy

Capitolo ottavo
Dio, l’Enigma

  • La storia di Daniel Miller
  • La rappresentazione di Dio di Daniel Miller ed il significato di tale rappresentazione nella sua esperienza psichica

Capitolo nono
Dio, il mio nemico

  • La storia di Bernardine Fisher
  • La rappresentazione di Dio di Bernardine Fisher ed il suo significato nell’equilibrio psichico di questa donna
  • Caratteristiche ed origini della rappresentazione di Dio di Bernardine Fisher

Parte terza

Capitolo decimo
Conclusioni

  • Il processo di sviluppo e la formazione e gli usi della rappresentazione di Dio
  • Implicazioni di questo studio per la teoria e la tecnica psicoanalitica
  • Valore diagnostico del rapporto passato e presente del paziente con il suo Dio
  • Indicazioni per genitori, educatori e pastori
  • Implicazioni di questa ricerca per lo studio scientifico della religione

Capitolo undicesimo
Epilogo

Appendice
Bibliografia
Indice analitico

Alterando il Destino dell’Umanità

Alterando il Destino dell’Umanità

Il futuro della scienza e i suoi dilemmi nei contributi dei relatori alla XVII edizione di Spoleto Scienza

Autore/i: Autori vari

Editore: Editori Laterza

prefazione e cura di Pino Donghi, traduzione di Bruna Tortorella.

pp. XIII-162, illustrazioni b/n, Bari

I computer quantici, la pervasività del Web, il miglioramento genetico, l’allungamento della vita e, ancora, i dilemmi etici, i problemi politici, le risorse economiche: sui rapporti che regolano scienza e politica, oggi si proietta la percezione di una fase storica rivoluzionaria. Alterando il destino dell’umanità risponde all’esigenza di chiedere alla scienza quali siano gli scenari futuri compatibili con i risultati che stanno emergendo dai laboratori della fisica, della chimica, della biologia. «Vogliamo saperlo e vogliamo decidere, sapendo che si tratta di scelte difficili, perché la società non può accettare una guida politica che si appoggia a un argomento da robivecchi come la demonizzazione della tecnica, così come sarebbe inaccettabile un governo in mano agli esperti, una democrazia che prevede la scelta di pochi.»

Pino Donghi, autore di testi sulla comunicazione scientifica, è editor del Festival della Scienza Medica di Bologna. Promotore per ventitré anni di Spoletoscienza, ha collaborato con Luca Ronconi e, come professore a contratto, ha tenuto corsi presso l’Università di Bergamo e dal 2010 presso la Sapienza Università di Roma.

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Prefazione. Il tempo delle scelte difficili di Pino Donghi

  • Appunti sul destino astrale dell’umanità (si può fare l’avvocato senza conoscere il teorema della probabilità di Bayes?) di John D. Barrow
  • La sfida della crittografia quantistica: il destino della sicurezza dell’informazione di Arthur Ekert
  • Il destino dell’informatica onnipresente: il computer come agente del cambiamento sociale di Harold Thimbleby
  • Strategie per un invecchiamento trascurabile ingegnerizzato di Aubrey de Grey
  • Chi ha paura del miglioramento genetico? di Gregory StockMacchine molecolari e controllo dell’espressione genica di Giuseppe Macino
  • Riparare o ricostruire? di Giulio Cossu
  • «Per comandare alla natura bisogna prima obbedirle» di Sherwin Nuland
  • La nostalgia di come saremo di Remo Bodei
  • L’estensione dell’umano e la valorizzazione delle identità multiple di Mauro Ceruti
  • Scienza, scienziati e democrazia di Gilberto Corbellini
  • Internet: un esperimento senza concessioni di Pietro Corsi
  • Ripensare la democrazia tecnologica di Paolo Fabbri
  • Sulla dimensione «tecnica» dell’impresa scientifica: è ora di sfumare le dicotomie troppo rigide di Giulio Giorello

Gli autori

Storia del Libretto – Nel Teatro in Musica come Testo o Pretesto Drammatico – 3 Volumi

Storia del Libretto – Nel Teatro in Musica come Testo o Pretesto Drammatico – 3 Volumi

Volume primo, secondo e terzo

Autore/i: Bragaglia Leonardo

Editore: Trevi Editore

vol. 1 pp. 176, vol. 2 pp. 224, vol. 3 pp. 190, Roma

«Storia del Libretto nel teatro in musica come testo o pretesto drammatico»

Mentre qli storici della musica, da una parte, e i critici letterari dall’altra – ciascuno a proprio modo di vedere – tentano di “giustificare” la “contaminazione” attraverso le testimonianze di una grave crisi, sia nell’uno che nell’altro campo, il Bragaglia ha tentato (per la prima volta) di mettere insieme tutto il materiale esistente sul l’argomento, per costruire una storia del melodramma partendo dall’utopia meravigliosa di riproporre la Tragedia Greca (“Camerata fiorentina“) per approdare al trionfo assoluto del canto.
Dalla parola parlata o recitata, alla parola cantata – che è moto dell’anima – il passo è gigantesco e travolgente; travolgente tutte le più affascinanti teorie: da quella severa riforma di Apostolo Zeno, alla fantastica riforma di Ranieri dé Calzabigi, dal “Wortton-drama” wagneriano alla contraddizione in termini del teatro verista in musica. Anni di ricerche appassionanti hanno portato l’autore a considerare le fonti latine e greche – mitologiche e storiche o pseudo storiche – del libretto per il teatro in musica, molto spesso più pretesto che non testo vero e proprio.
Si arriva così – per una strana “legge” delle cose dell’Arte per cui due più due non fa mai quattro, ma uno o diecimila, a seconda dei casi – al paradosso secondo il quale il libretto più musicale è quello meno ricco di poesia ma “aperto” e pronto per essere musicato, e non già saturo di musica, come – per esempio – i libretti metastasiani o quelli derivanti dalle tragedie dannunziane.
Parallelamente alla storia del melodramma, attraverso i libretti ed i librettisti, si fa la storia delle rappresentazioni e degli interpreti più significativi.
I tre volumi sono corredati da note bibliografiche, indici dei nomi, lunghi elenchi di libretti e librettista, dati, documenti rari ed inediti, ecc.

Attore, regista, saggista, critico ed autore drammatico, Leonardo Bragaglia è nato a Roma il 9 novembre 1932 da una illustre famiglia di teatranti.
A soli sedici anni era scritturato Come attore e “segretario” nella Compagnia Drammatica di suo zio Anton Giulio Bragaglia.
L’anno seguente vincerà un studio all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Silvio d’Amico.
Da allora militerà per oltre vent’anni ininterrottamente nelle compagnie di Memo Benassi e di Antonio Gandusio, di Lamberto Picasso e di Maria Letizia Celli ecc. Teatro Atenio e Piccolo Teatro della città di Roma.
Parallelamente inizierà a svolgere attività di pubblicista e saggista nonché di aiuto regista.
In qualità di attore ed aiuto regista resterà al Teatro del Convegno di Milano diretto da Eligio Possenti dal 1960 al 1965, anno nel quale debutterà come regista firmando a “quattro mani” con l’Autore la novità di Riccardo Bacchelli “Giorni di verità“.
In seguito allestirà spettacoli per la R.A.I., per la Compagnia del Dramma Italiano di Giorgio Prosperi, per la Compagnia della Commedia (“Le tableau” di Ionesco), per il Teatro dei Commedianti (“La contessa” di Druon) e per il suo Teatro del Conventino ove nelle due clamorose stagioni 1968-1969 presenterà il “Recital Spaziale” di Paola Borboni, “Cavalleria Rusticana” di Verga, “Rosario” di De Roberto con Wanda Capodaglio, “La tancia” di Michelangelo Buonarroti il giovine, ecc.
Attualmente (1970) svolge intensa attività di pubblicista e saggista, di regista radiofonico e di soggettista e sceneggiatore cinematografico, e di regista teatrale (Teatro Stabile di Roma: “La professione della signora Warren” di Shaw).
Ha pubblicato “La difficile arte del recitar cantando” (Editrice Ancora, Milano, 1956), “Ruggero Ruggeri in sessantacinque anni di storia del teatro rappresentato” (Trevi), “Interpreti pirandelliani (Trevi 1969), l’adattamento della Tancia” del Buonarroti e questa “Storia del libretto” in tre volumi.
Mentre si annuncia un suo debutto nella regia d’opera, è in preparazione uno studio su “Ricciardi e il teatro del colore“. Per Trevi dirige una collana, “Teatro vivo“, di testi teatrali pronti per la rappresentazione, con note di regia.

Che cos’è l’Etnologia

Che cos’è l’Etnologia

Titolo originale: Clefs pour l’ethnologie

Autore/i: Guiart Jean

Editore: Editoriale Jaca Book

unica edizione italiana, nota e traduzione di Gabriele Piazza, introduzione dell’autore, in copertina: Maschera della Nuova Guinea, foto di A. Hay.

pp. 260, Milano

«L’esperienza della vita solitaria, a confronto con una società diversa, è una delle esperienze più ricche che esistano… se uno le sopravvive. Se ne esce in effetti per lo meno storditi. È un’esperienza che non si può graduare né condividere. La logica stessa della situazione in cui egli si immerge, e in cui potrebbe annegare, dovrebbe condurre l’etnologo almeno per qualche tempo ad assomigliare più a Padre de Foucauld che a un funzionario in missione. Un poco più di volontà di renderci umili tra gli umili ci libererebbe forse dal pericolo intravisto di una pedanteria istituzionale.»

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Nota del traduttore

Introduzione

I
L’etnologia e il suo linguaggio

  • Analisi di alcuni termini

II
Le strutture cosiddette sociali

  • Riguardo al termine tribù e alle sue implicazioni
  • La parentela classificatoria
  • Il metodo genealogico
  • Radcliffe-Brown e i Kariera
  • Gli Aranda
  • I troppo famosi Murngin
  • Il caso Ambrym

III
I sistemi politici

  • Statuti sociali a trasmissione ereditaria
  • Stratificazioni sociali apparenti
  • Gli statuti a trasmissione elettiva
  • Statuti a fondamento economico apparente
  • IV
  • Intorno ai molteplici livelli di significato del mito
  • Terra di Arnhem
  • Mito e analisi strutturale
  • Onomastica e proprietà fondiaria
  • Contenuto operativo del mito
  • I limiti dell’analisi strutturale

V
L’etnologo e l’etnologia

  • L’etnologo al passato
  • L’etnologo al presente
  • A quale pubblico rivolgersi?
  • La porta aperta
  • L’etnologo e gli altri
  • La materia prima
  • Un uomo solo
  • L’altro
  • Riguardo alla santità necessaria all’etnologo
  • A cosa serve l’etnologo?
  • Cinismo in etnologia!
  • Riguardo alle vere e false reputazioni
  • Antropologia applicata
  • Etnologia impegnata
  • L’etnologo a casa sua
  • Qual è l’apporto dell’etnologia?
  • Etnologi tra di loro
  • L’etnologia utopica

Conclusione

Il Partito Cristiano al Potere – La DC di De Gasperi e di Dossetti 1945 / 1954

Il Partito Cristiano al Potere – La DC di De Gasperi e di Dossetti 1945 / 1954

Autore/i: Baget Bozzo Gianni

Editore: Vallecchi Editore

terza edizione, premessa dell’autore.

pp. 576, Firenze

Da oltre trent’anni la Democrazia Cristiana condiziona la scena politica del nostro paese, ma che cosa sia la Democrazia Cristiana e che cosa abbia rappresentato, con le sue luci e le sue ombre, nella storia ancora controversa dell’Italia post-fascista rimane un interrogativo del tutto aperto. L’autore, che ha preso parte attiva alla vita del partito, ricerca in questo libro la figura e il significato della formazione politica che tanto peso ha nel governo del paese e ne analizza in particolare le componenti tipiche ed essenziali, le correnti, viste nelle loro origini, nei momenti creativi dello scontro tra uomini e interessi spesso contrastanti. Gli anni tra il 1945 e il 1954 furono in questo senso significativi per la Democrazia Cristiana e per i protagonisti «dentro» e «fuori» del partito: da De Gasperi, a Dossetti, a Gronchi, fino agli interlocutori «straordinari» come Pio XII. Nato come una «ricerca del tempo perduto» e concepito in chiave critica nei confronti del partito cristiano, il libro di Baget-Bozzo, insieme con il successivo «Il partito cristiano e l’apertura a sinistra», rappresenta un primo tentativo di interpretazione storica della Democrazia Cristiana. Nella letteratura politica italiana colma un vuoto di cui gli stessi democristiani avvertono per primi l’oscuro paradosso.

Gianni Baget-Bozzo è nato a Savona nel 1925. Ha partecipato alla vita politica della Democrazia Cristiana dalla Resistenza alla svolta di centro-sinistra. Abbandonata ogni attivita politica e diventato sacerdote nel 1967. Dopo questo volume, uscito in prima edizione nel 1974, ha pubblicato, sempre da Vallecchi, «Il partito cristiano, il comunismo e la società radicale» (1976), «Il partito cristiano e l’apertura a sinistra» (1977), «I cattolici e la lettera di Berlinguer» (1978). Dirige a Genova la rivista «Renovatio» e insegna teologia.

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Premessa
IL PARTITO CRISTIANO AL POTERE

Cristianesimo e politica

  • Gesù come modello politico
  • I tipi di teologia della politica
  • La fine della cristianità
  • La nascita del partito cristiano
  • Pio X e il partito cristiano
  • Benedetto XV e la soluzione di Sturzo
  • Pio XI e lo Stato italiano
  • Pio XII e lo schema agostiniano
  • Dopo il secondo concilio Vaticano

La Democrazia cristiana alla vigilia del potere

  • Popolari e neoguelfi
  • L’antifascismo cristiano
  • Il sorgere della Dc
  • De Gasperi e Sturzo
  • La minoranza repubblicana

Tra azionismo e qualunquismo

  • De Gasperi candidato alla direzione dci governo
  • L’«assemblea» della Dc
  • Il qualunquismo
  • Lo scioglimento del partito della sinistra cristiana
  • La scelta repubblicana
  • La stagione dei congressi
  • Gonella e il progetto costituzionale della Dc
  • Il pronunciamento filo-repubblicano
  • La scelta istituzionale, le elezioni per la Costituente e la partenza del re

Il governo dei partiti di massa

  • Un monarchico a capo della repubblica
  • I contrasti nel governo quadripartito
  • Il dissenso nel partito
  • La scissione socialista e l’uscita di «Cronache sociali»
  • La fine del tripartito

L’urto frontale con le sinistre

  • «Cronache sociali» e il comunismo
  • Il piano Marshall
  • Il movimento giovanile, i sindacalisti cristiani, il secondo congresso della Dc
  • Il «partito nazionale»

La Dc e l’ideologia politica della Costituzione

  • Gli organi costituzionali
  • I diritti dei cittadini
  • I patti lateranensi
  • Le garanzie costituzionali

Il 18 aprile

  • Il rimpasto governativo e l’apertura della campagna elettorale
  • L’unità dei cattolici e i Comitati civici
  • L’elezione del presidente della repubblica
  • Il nuovo governo centrista

Nascono le correnti

  • L’attentato a Togliatti e la fine dell’unità sindacale
  • Il ruolo del partito
  • «Politica sociale» al convegno di Pesaro

I dossettiani e i Comitati civici

  • Il «partito programmatico»
  • «Unità sì, ma intorno a che cosa?»
  • Il dibattito sul ruolo politico dell’Azione cattolica

Il congresso delle riforme

  • L’adesione al patto atlantico
  • La ricomparsa delle destre e la lotta di Piccioni alle correnti
  • Il «terzo tempo sociale»
  • De Gasperi, l’affermazione dossettiana e le polemiche post-congressuali

La polemica sulla politica economica

  • Una «democrazia senza aggettivo»
  • L’ostruzionismo alle riforme e la crisi socialdemocratica
  • «Venti mesi di interim»
  • La segreteria Gonella-Dossetti

Il centro-sinistra difficile

  • La nuova linea tattica di Fanfani e le conseguenze politiche della guerra di Corea
  • Le opposizioni convergenti
  • La crisi della segreteria dc e le elezioni amministrative nel Centro-Sud
  • Il compromesso di Fanfani e la sconfitta di Piccioni e Dossetti

Da «Cronache sociali» a «Iniziativa democratica»

  • I convegni di Rossena e lo scioglimento della corrente dossettiana Bilancio del dossettismo
  • Le ripercussioni della fine di «Cronache sociali» sul movimento giovanile dc e la filosofia di Balbo
  • L’emergere della «seconda generazione»
  • La «corrente della Dc»

Il Mezzogiorno all’opposizione

  • Il potenziamento del ruolo dell’Azione cattolica
  • Il problema degli «apparentamenti» elettorali e la cosiddetta «operazione Sturzo»
  • La responsabilità di De Gasperi
  • Lo sgretolamento della leadership degasperiana e il disagio di Iniziativa democratica dopo il consiglio nazionale di Anzio

L’ideologia centrista e la «difesa democratica»

  • La sortita di Gronchi
  • La Dc fra «cristianesimo sociale» e «democrazia protetta»
  • Lo «Stato forte» e i neofiti del degasperisrno
  • Una polemica contro le «utopie» e lo scontro sulla riforma elettorale
  • L’apertura della campagna elettorale: il «dialogo» di Arcinazzo

L’ultimo De Gasperi

  • La sconfitta del «polipartito»
  • Un governo senza maggioranza e il tentativo centrista di Piccioni
  • Il monocolore del presidente: Pella al governo
  • Il ritorno di De Gasperi alla segreteria e la crisi del «governo amico»
  • La protesta di La Pira

La seconda generazione al potere

  • Il monocolore Fanfani: De Gasperi abbandona la prospettiva centrista
  • Il «neo-centrismo» e l’inasprimento del dibattito nella Dc
  • Lo schieramento delle correnti di fronte al congresso nazionale
  • Il disegno politico dell’ultimo De Gasperi
  • L’alternativa di Granchi e l’imbarazzo di Iniziativa democratica
  • Un nuovo assetto del partito: la segreteria politica a Fanfani
  • La morte del leader

Tre riviste post-dossettiane

  • «Lo spettatore italiano» e il limite corporativo delle forze democratiche
  • «Terza generazione»: un nuovo modello morale e civile
  • «La base»: una figura autonoma e laica per il partito cristiano

Conclusione
Nota dell’editore
Indice dei nomi
Indice generale

Comunismo, Famiglia, Morale Sessuale

Comunismo, Famiglia, Morale Sessuale

Autore/i: Kollontaj Aleksandra

Editore: Savelli

introduzione e cura di Mariella Gramaglia, traduzione dal francese di Gilda Piersanti.

pp. 192, Roma

Nel leggere i saggi di Aleksandra Kollontaj non è possibile scindere le sue analisi sul sesso e la famiglia dalle sue concezioni del potere politico. Dirigente bolscevica «sessualmente emancipata» – ma pur sempre dirigente bolscevica – scissa tra l’esaltazione del libero amore e della realizzazione di sé, e lo sforzo di trasfigurare questa carica vitale in uno scopo più alto, la Kollontaj sceglie senza apparenti contraddizioni la seconda strada: il primato dell’oggettività sulla soggettività, il primato dell’efficienza e della produttività sulla «qualità della vita». Dare alla Kollontaj quello che è della Kollontaj, ma toglierle quello che è dell’attuale movimento femminista in una lettura critica che tenga conto della situazione politica ed economica della Russia sovietica di allora.

Nata nel 1872, Aleksandra Kollontaj entra giovanissima nel Partito socialdemocratico russo e in una prima fase aderisce alla corrente menscevica. Costretta all’esilio dopo il 1905, nel ’14 rompe con i menscevichi e collabora con Trotskij; tornata in Russia nel ’17, è tra i pochi che appoggiano la linea di Lenin sull’insurrezione, ostacolata dai maggiori dirigenti bolscevichi. Dopo l’ottobre è l’unica donna a occupare un posto di rilievo all’interno del gruppo dirigente bolscevico: Commissario del popolo agli affari sociali nel 1917-18, si occupa in particolare della questione femminile; nel 1921, di fronte all’accentuazione autoritaria del nuovo potere, si unisce all’«Opposizione operaia» di Sljapnikov, che rivendica l’autonomia dei sindacati, il controllo operaio e la democrazia socialista. Nel 1922, dopo la sconfitta dell’«Opposizione», si ritira a Christiania dove scrive il romanzo Vassilissa, l’ultimo atto di una Kollontaj viva e combattiva; emarginata da Stalin e relegata al lavoro diplomatico, morirà a Mosca nel 1952. Di Aleksandra Kollontaj l’editore Savelli ha pubblicato Vassilissa.

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Introduzione di MARIELLA GRAMAGLIA

LA CRISI DELLA FAMIGLIA

  • La fine del matrimonio monogamico
  • La libera unione

LA DONNA NUOVA

  • Donne nubili

SESSUALITÀ E LOTTA DI CLASSE

  • L’amore e la nuova morale

PRIME ESPERIENZE

  • La società di domani
  • Rivoluzione nella vita quotidiana

LA DONNA LIBERATA

  • L’amore di tre generazioni

I Diversi – Tre Aspetti della Diversità: la Donna, l’Ebreo, l’Omosessuale. Miti, Personaggi, Destini Reali in un Vasto Originalissimo Saggio che Affronta Insieme la Letteratura e la Storia

I Diversi – Tre Aspetti della Diversità: la Donna, l’Ebreo, l’Omosessuale. Miti, Personaggi, Destini Reali in un Vasto Originalissimo Saggio che Affronta Insieme la Letteratura e la Storia

Titolo originale: «Aussenseiter»

Autore/i: Mayer Hans

Editore: Garzanti Editore

premessa dell’autore, traduzione dal tedesco di Ludovico Bianchi.

pp. 496, Milano

Dove maggiori sono l’inquietudine e il dubbio nella nostra cultura e nella nostra società; e quando anche i prorammi diuna cultura e di una società nuove sembrano inadeguati; allora incontriamo le parole che indicano il nodo non sciolto, il viluppo mestricabile. Queste parole sono: differenze, anormalità, emarginazione, esclusione. L’enfatica invocazione all’uguaglianza degli uomini resta ipocrita e contraddittoria finchè si fonda su una presunta regola e norma dell’umano (finchè ignora che differenze possono darsi nell’umano oltrochè nel sociale).
È lo scoglio che ogni illuminismo incontra sulla sua strada, e intorno a esso molto si è discusso soprattutto negli ultimi decenni, ma sempre o quasi sempre rifacendosi a principi di carattere generale, insomma cercando di dialettizzare, superare, dissolvere, e assumendo nel discorso il tema della differenza solo per meglio svaporarlo. L’originalità di questo vasto e importante saggio di Hans Mayer sta nell’affrontare il problema non solo da un punto di vista, ma anche secondo un metodo e un cammino contrari. Senza mai ricorrere alla prospettiva diun riscatto dell’umanità tale da riassorbire e cancellare le reali sofferenze degli individui, Hans Mayer punta su alcune costellazioni storicamente viventi della diversità (diversità femminile, diversità omosessuale, diversità ebrea…) e mostra le mutevoli configurazioni che esse hanno assunto, sia nell’immediatezza dei processi storici, sia attraverso la mediazione delle opere dello spirito. I diversi di Mayer può essere considerato una sorta di enciclopedia. Da Giuditta a George Sand alle femministe, da Edorado II a Oscar Wild a Genêt, dall’Ebreo errante a Shylock alle vittime di Auschwitz, Mayer rilegge centinaia di figure del mito e di destini reali portando alla luce tensioni e conflitti occultati, e articolando le differenze nella loro concretezza, secondo un disegno e un intento che trovano il loro punto di partenza nel pensiero critico di Adorno e Horkheimer e in particolare nella loro fondamentale Dialettica dell’illuminismo.

Hans Mayer, professore di letteratura tedesca al politecnico di Hannover, per gli studi su Goethe, su Thomas Mann, Georg Buchner, Bertold Brecht, sul Classicismo e il Romanticismo, è uno dei massimi germanisti d’oggi.

Vivere l’Ultimo Istante – Morire nella Tenerezza

Vivere l’Ultimo Istante – Morire nella Tenerezza

Titolo originale: Mourir dans la tendresse

Autore/i: Jomain Christiane

Editore: Edizioni Paoline

editoriale di Sandro Spinsanti, introduzione dell’autrice, versione integrale dal francese di Leonardo Zardi, revisione di Silvio Riolfo Marengo.

pp. 216, Cinisello Balsamo (Milano)

Medici, infermieri e personale ospedaliero esperimentano ogni giorno le necessità del malato che, oltre alle cure, ha bisogno di tanta umanità e tenerezza. Sembra una novità, ma è una realtà obbligante: “il morente è un vivente”.

È noto che, oggi, il 70% delle persone muore in ospedale. In pochi anni. Der motivi professionali, l’Autrice di questo libro ha avvicinato più di ottocento morenti. In base a questa esperienza e alla certezza che «i luoghi dove si può morire hanno un ruolo altrettanto prezioso di quelli dove si permette di nascere», Christiane Jomain e la sua équipe hanno imparato a scoprire la realtà dei morenti, a superare i timori connessi alla loro presenza, ad accoglierne i desideri, a prestare aiuto e conforto alle loro famiglie.
Questo libro è, dunque, il resoconto di una esperienza professionale vissuta con grande ricchezza e sensibilità umana. Ma è anche un modo di rispondere agli interlocutori in buona salute che spesso chiedevano alla sua autrice: «Lei, che ha tanta esperienza, mi dica: è difficile morire?». Una domanda umanissima, che ognuno di noi può porsi, per se stesso e per coloro che ama. La risposta è che tutti, anche in ospedale, possono avere la speranza di morire serenamente. Per giungere a questa conclusione la Jomain articola il discorso in diverse sezioni concatenate. Comincia a descrivere alcune situazioni esemplari, attinte alla sua lunga pratica di caposala in un ospedale di lunga degenza, poi allarga l’indagine alle famiglie dei morenti e al personale curante. In questo modo la sua analisi prende atto dei problemi legati alla fine della vita nella loro totalità, sotto il profilo psicologico, religioso, medico, sociologico e istituzionale.
È in base a questa analisi che la Jomain può affermare senza mezzi termini – ed è questo il momento forte del libro – che «anche il morente è un vivente». Anch’egli è ricco di sentimenti, affezioni, desideri: per questo deve essere posto in grado di vivere la propria morte da un’équipe consapevole, attenta e perspicace che lo accompagni fino all’ultimo istante. Ecco perchè la parte finale del libro diventa, di fatto, una guida pratica per l’equipe medico-infermieristica: la Jomain attesta che è possibile imparare a curare i morenti e propone, perciò, una vera e propria iniziazione professionale capace di unire in permanenza la competenza tecnica alla sensibilità e alla maturazione personale.

Christiane Jomain, dirigente infermiera, assistente sociale, diplomata in gerontologia alla facoltà di Scienze Sociali di Grenoble. Attualmente è responsabile della formazione permanente all’ospedale di Chambéry. È membro fondatore dell’Associazione “Fino alla morte, accompagnare la vita”.

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Editoriale, di Sandro Spinsanti
Introduzione

PARTE I
LA MORTE E NEL FRATTEMPO

1. CHI E IL MORENTE?
TENTATIVO DI UNA DEFINIZIONE
LA SITUAZIONE NELLA PRATICA

2. DALLA VITA AL TRAPASSO

3. I SEGNI PREMONITORI DELLA MORTE
LA PRIMA SERIE DI SEGNI È DI ORDINE FISICO E FISIOLOGICO
IL SECONDO RISVOLTO CARATTERISTICO DELLO STATO DEL MORENTE E DI ORDINE PSICOLOGICO
Angoscia
Agitazione
Gli stadi del morente

PARTE II
IL MORENTE E GLI ALTRI

1. UN LUOGO PER MORIRE: L’OSPEDALE

2. SOLITUDINE DEI MORENTI ALL’OSPEDALE: MITO O REALTÀ?
A) IL PUNTO DI VISTA DEL PERSONALE SANITARIO Solitudine o abbandono?
Contro la presenza dei morenti in ospedale
A favore dell’accompagnamento dei morenti
B) IL PUNTO DI VISTA DELLE FAMIGLIE
Ragioni psicologiche
Il contesto sociologico
Sicurezza e competenza – Tecnicismo delle cure
C) I MORENTI CHE NON HANNO FAMIGLIA

3. CHE FARE DEI MORENTI?
A) SOLUZIONI POSSIBILI
L’impossibilita di morire
Sopprimere la morte
Sopprimere i morenti
Assistere i morenti
B) LE RISPOSTE UFFICIALI

PARTE III
IL MORENTE È UN VIVENTE

1. FIN CHE C’È VITA
LA MORTE CHE TARDA
LA VITA PIÙ FORTE
ACCANIMENTO TERAPEUTICO O MIRACOLO DELLA MEDICINA

2. LA VITA CHE CONTINUA
UN PRESENTE LEGATO AL PASSATO
L’ISTANTE PRESENTE
LEGAMI CHE SI CREANO
COMPLETARSI
L’INCOSCIENZA

3. VIVERE LA PROPRIA MORTE
IL PROBLEMA DELLA VERITÀ
COLORO CHE PARLANO DELLA PROPRIA MORTE IL GIORNO E L’ORA
Vederla in faccia
Fallimento o riuscita dei sanitari?

PARTE IV
IMPARARE A CURARE I MORENTI

1. PROPOSTA «FORMAZIONE»:
UNA RISPOSTA?

2. SAPERE E COMPRENDERE
L’OSPEDALE: NECESSITÀ FA LEGGE
IL PERSONALE CURANTE: UN RUOLO AMPLIATO

3. VERSO UNA NUOVA PROSPETTIVA
IL PROGETTO PROFESSIONALE: CHE COSA SIGNIFICA CURARE?
LA MORTE?… NON LA CONOSCO
La morte come problema generale
Incontrare la fine dell’altro
La morte propria

4. CURE ALLE PERSONE IN FINE DI VITA
UNA SPECIFICITA
ACCOMPAGNARE LA VITA FINO AL TERMINE
Il piano fisico: finire in bellezza
Il piano fisiologico: dotato di vita
L’aspetto psicologico: amare, essere amato
Vita sociale e cure: cittadino a pieno diritto
Vita spirituale e cure: al di là di se stesso

5. IL CAMPO: PASSAGGIO ALL’AZIONE
INSERIMENTO NELLE SITUAZIONI ALL’INIZIO DELLA PORMAZIONE
Il COLLOCAMENTO NEI REPARTI
CONCLUSIONE

ALLEGATI

1. IO E LA MORTE

2. IL TESTAMENTO DI VITA

3. ACCOMPAGNARE LA VITA FINO ALLA MORTE

Bibliografia

Apologia Pro Vita Sua

Apologia Pro Vita Sua

Titolo originale: Apologia pro vita sua

Autore/i: Newman John Henry

Editore: Editoriale Jaca Book

seconda edizione, introduzione di Luca Obertello, traduzione di Margherita Guidacci, Giovanni Velocci, in copertina: Figura dell’uomo in corsa. mosaico del primo quarto del V secolo. Basilica cimiteriale cristiana, Delfi.

pp. 410, Milano

L’Apologia pro vita sua è forse lo scritto più largamente noto e amato di Newman, un classico insieme della letteratura e della spiritualità moderne. Stesa di getto in pochi mesi, nella primavera 1864, questa autobiografia singolare e fors’anche unica nel suo genere fu non solo suggerita, ma in qualche modo imposta a Newman dalle vicende di una controversia con Charles Kingsley, esponente di spicco del “socialismo cristiano”, il quale aveva avanzato pesanti insinuazioni sull’attaccamento del clero cattolico, e in particolare di Newman, alla verità. La risposta di Newman consistette nell’esposizione lineare ed esattamente documentata dell’evoluzione graduale delle proprie convinzioni religiose, dalla giovinezza su su attraverso l’insegnamento ad Oxford, la partecipazione determinante al Movimento Trattatario, infine la conversione alla Chiesa cattolica: un quadro vivace, ricco di avvenimenti epocali, di incontri memorabili e di riflessioni illuminanti, uno straordinario documento storico ed umano che ci consente di entrare in rapporto diretto con una personalità affascinante per amabilità di tratto, altezza di pensiero e doti di ineguagliabile stile.
Pubblicata poco dopo in forma unitaria, l’opera conobbe immediatamente un successo senza precedenti, ed è rimasta da allora un punto di riferimento obbligato per chi voglia ripercorrere le vicende dello spirito europeo nella sua incessante ricerca della verità, e in primo luogo della Verità religiosa.

John Henry Newman
(1801-1890) è stato un cardinale, teologo e filosofo inglese. Già presbitero anglicano, visse con disagio la fase di secolarismo in cui si trovava la Chiesa d’Inghilterra nel XIX secolo: entrato a far parte del Movimento di Oxford, ne divenne uno degli animatori.
Convertitosi al cattolicesimo, fu di nuovo ordinato prete nella Chiesa cattolica, impiantando sul suolo britannico la società di vita apostolica degli Oratoriani, di cui aveva deciso di essere membro. Elevato al cardinalato nel 1879 da Leone XIII, morì nel 1890.
Particolarmente osteggiato da una parte della gerarchia cattolica del suo tempo, per la decisa convinzione che anche i laici dovessero partecipare alla vita della Chiesa, fu invece considerato uno dei “padri assenti” del Concilio Vaticano II per l’influsso che il suo pensiero teologico e filosofico ebbe sull’assise vaticana, decine di anni dopo la sua morte. È stato considerato da alcuni uno dei più grandi prosatori inglesi e il più autorevole apologista della confessione cattolica che la Gran Bretagna abbia prodotto, e uno dei più importanti nella storia del cristianesimo. Sul piano filosofico, contribuì allo sviluppo della filosofia dell’azione. Per la sua tolleranza e mitezza è stato apprezzato anche in ambienti non cattolici.
Sulla sua tomba è scolpito l’epitaffio da lui stesso composto, che doveva narrare, secondo l’intento di Newman, la sua evoluzione confessionale: “Ex umbris et imaginibus in veritatem” (“Dall’ombra e dai simboli alla verità.”)

Wabi-Sabi・Per Artisti, Designer, Poeti e Filosofi

Wabi-Sabi・Per Artisti, Designer, Poeti e Filosofi

Titolo originale: Wabi Sabi for Artists, Designers, Poets and Philosophers

Autore/i: Koren Leonard

Editore: Ponte alle Grazie

introduzione dell’autore, traduzione Guido Calza.

pp. 96, nn. illustrazioni b/n, Milano

Wabi-Sabi: uno stile di vita, un cammino spirituale, un modello filosofico, un ideale estetico, ma soprattutto un’esperienza interiore che cambia il nostro modo di vedere gli oggetti, di vivere gli istanti, di abitare la natura, che esalta la nostra capacità di trovare l’armonia anche nelle cose apparentemente più dimesse, nei riti più semplici un modo di pensare che investe tutti gli ambiti della vita e che porta la bellezza, l’eleganza e l’essenzialità nel quotidiano.
Arriva dal Giappone, ma è un concetto universale, prezioso e seducente, che può arricchire e completare la cultura occidentale, capace di restituire all’arte del vivere saggezza ed equilibrio.

Wabi-Sabi è la bellezza delle Cose Imperfette, Temporanee e Incompiute, la Bellezza delle Cose Umili e Modeste la Bellezza delle Cose Insolite.

Leonard Koren è architetto, ma non ha mai costruito nulla all’infuori di un’eccentrica casa da tè giapponese. Ha invece creato WET, The Magazine of Gourmet Bathing, una delle riviste di avanguardia più importanti degli anni ’70 e ha pubblicato diversi libri sul design e l’estetica tra cui Undesigning the Bath, Gardens of Gravel and Sand e 13 Books.
Koren vive tra gli Stati Uniti e il Giappone.

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Introduzione

  • Una confusione antica
  • Una definizione provvisoria
  • Un paragone con il modernismo
  • Una breve storia

L’universo del Wabi-Sabi

  • Prospetto
  • Il fondamento metafisico del Wabi-Sabi
  • Lo stato d’animo del Wabi-Sabi
  • I principi morali del Wabi-Sabi
  • Le qualità materiali del Wabi-Sabi

Note
Didascalie e crediti fotografici

La Grammatica della Lingua Napoletana

La Grammatica della Lingua Napoletana

Autore/i: Fierro Aurelio

Editore: Rusconi

prima edizione, l’autore ringrazia Rosaria Menna per la sua collaborazione, prefazione di Antonio Ghirelli, in sovracoperta: Gaetano Dura, Scrivano, litografia acquarellata del 1834, Civica Raccolta Stampe Bertarelli, Milano.

pp. 286, nn. illustrazioni monocrome rosse, Milano

Lingua o dialetto? Non sussistono più dubbi: lingua. Fra gli altri lo riafferma Aurelio Fierro che, con bella persuasione, cosi intitola la sua opera: Grammatica della lingua napoletana. A dargli man forte interviene il dizionario: dialetto è la parlata particolare di un paese, di una regione; lingua è invece idioma usato stabilmente e concordemente da tutto un popolo. E nessuno può negare che quello partenopeo sia un popolo.
Dopo avere interpretato tante splendide melodie, Aurelio Fierro si è fatto araldo e ambasciatore della lingua napoletana mettendo a frutto gli anni dedicati alle ricerche e agli studi nella sua città e nell’interland. Questo serio e impegnativo lavoro «sul campo» gli ha consentito di comporre un manuale impeccabile, preciso ed esatto, nel quale espone scientificamente le regole grammaticali, morfologiche e sintattiche della più genuina favella di Posillipo, di Mergellina, del Vomero.
«Fierro ha prodotto ed esportato amore tutta la vita», scrive il napoletanissimo Antonio Ghirelli nella nota introduttiva. E ha ragione. Ora che la parlata napoletana sopravvive quasi esclusivamente negli strati più emarginati della città, il libro di Fierro rappresenta anche un gesto d’amore per la civiltà e la cultura della sua gente. Ed è inoltre un intervento provvidenziale per la salvezza di questa meravigliosa lingua oggi minacciata da vicino, come dice ancora Ghirelli, dall’«italiese della politica o della televisione». Prima che sia troppo tardi.

Aurelio Fierro, nato a Mantella in provincia di Avellino, studia presso i Padri Francescani, si arruola volontario in Aviazione e frequenta la Facoltà d’Ingegneria. La passione artistica è però sempre in lui dominante. Vince infatti, nel 1950, un concorso di voci nuove e viene scritturato dalla Durium. Inizia cosi la sua carriera canora, partecipando alle più importanti manifestazioni, tra cui i Festival di Napoli e Sanremo.
Nel 1970, dopo aver contestato le nuove correnti festivaliere, presenta la sua candidatura al Consiglio Comunale di Napoli e il consenso popolare lo acclama vincitore.
Nel 1977 torna al teatro, va in Giappone dove una trionfale tournèe lo decreta «Artista nel Mondo»; inizia così il girovagare artistico dell’«ambasciatore» della Canzone Napoletana: Svizzera, Germania, USA, Canada, Venezuela, Brasile.
L’amore per la propria città lo spinge ad organizzare spettacoli esclusivamente per la nostra penisola e ad aprire, infine, nella più bella piazza del centro storico della sua Napoli, un elegante ristorante al fine di salvaguardare costumi, storia, tradizione.

Le illustrazioni del volume, tratte da una Raccolta di incisioni di Gaetano Dura (Napoli 1840), sono state concesse dallo Studio Bibliografico «Il Collezionista», Milano.

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Prefazione di A. Ghirelli

La nostra lingua

FONOLOGIA
Alfabeto
Uso della maiuscola

Ortoepia e Ortofonia
Ortografia e fonetica
Ortografia

Accento
Accento tonico
Accento grafico
Accento fonico
Accento metrico

Apostrofo
Elisione
Apocope
Aferesi

Vocali
Vocale a
Vocale e
Vocale i
Vocale o
Voeale u
Dittonghi e Trittonghi
Dittongo
Trittongo
lato
Metafonia e Apofonia

Consonanti
Fonetica delle consonani

Sillabe
Divisione delle sillabe

MORFOLOGIA
Parti del discorso
Declinazione
Coniugazione
Parti variabili
Parti invariabili
L’analisi grammaticale

Nome (o Sostantivo)
Nomi comuni, propri, collettivi
Nomi derivati
Nomi alterati
Nomi composti
Genere del nome
Nomi di genere comune
Nomi di genere promiscuo
Nomi mobili
Numero del nome
Declinazioni
Nomi indeclinabili
Nomi difettivi
Nomi sovrabbondanti

Articolo
Articolo indeterminativo
Uso dell’articolo determinativo

Aggettivo
Gradi dell’aggettivo Comparativi e superlativi irregolari
Alterazione degli aggettivi
Aggettivi sostantivati
Aggettivo determinativo
Aggettivi possessivi
Aggettivi dimostrativi (o indicativi)
Aggettivi indefiniti
Aggettivi interrogativi ed esclamativi
Aggettivi numerali

Pronome
Pronomi personali
Particelle pronominali
Pronome riflessivo
Pronomi possessiv1
Pronomi dimostrativi (indicativi)
Pronomi relativi (o congiuntivi)
Pronomi interrogativi
Pronomi esclamativi
Pronomi indefiniti

Il verbo
Tempi
Tempi semplici
Tempi composti
Transitivi e intransitivi
Coniugazione

Verbi ausiliari
Uso dei verbi ausiliari

Forma del verbo
Verbi transitivi
Verbi intransitivi
Verbi riflessivi

Coniugazioni
Le tre coniugazioni
Verbi regolari
Verbi servili
Verbi composti
Verbi irregolari
Verbi difettivi
Verbi impersonali

L’avverbio
Avverbi di luogo
Forme avverbiali improprie di luogo
Avverbi di tempo
Avverbi di quantità
Avverbi di affermazione
Avverbi di negazione
Avverbi di dubbio e approssimazione
Avverbi di modo o maniera
Locuzioni avverbiali improprie
Locuzioni (o modi di dire) avverbiali

Preposizione
Preposizioni proprie
Preposizioni improprie
Preposizioni composte

Congiunzione
Coordinative
Subordinative
Osservazioni

Interiezione

SINTASSI
Attributo
Apposizione
Sintassi semplice
Complemento oggetto (o diretto)
Complementi indiretti

Sintassi composta o del periodo
Proposizione principale, proposizioni secondarie Proposizioni principali o indipendenti

Tipi di periodi

Coordinazione (o paratassi)
Subordinazione (o ipotassi)

Proposizioni subordinate
Proposizioni oggettive
Proposizioni soggettive
Proposizioni relative
Proposizioni temporali
Proposizioni causali
Proposizioni finali
Proposizioni condizionali e periodo ipotetico
Proposizioni modali
Proposizioni consecutive
Proposizioni concessive
Proposizioni comparative
Proposizioni eccettuative
Proposizioni interrogative indirette

NOZIONI DI STILISTICA NAPOLETANA

METRICA
Sillabe
Figure metriche
Versi parisillabi
Versi imparisillabi
Versi composti
Rime
Strofe
Componimento lirico e metri poetici
Metri di origine medievale
Dal Rinascimento a oggi
Metrica barbara
Metriche popolari

BIBLIOGRAFIA

Feng Shui – L’Arte di Creare Ambienti Accoglienti e Salutari

Feng Shui – L’Arte di Creare Ambienti Accoglienti e Salutari

Titolo originale: Feng Shui – Leben und Wohmen in Harmonie

Autore/i: Sator Günter

Editore: Red Edizioni

ringraziamenti, avvertenza e introduzione dell’autore, traduzione dallo’originale tedesco di Viviana Chiarlo.

pp. 118, nn. ill. e fotografie a colori e b/n, Milano

Il Feng Shui è l’antica arte cinese che insegna come creare un ambiente (una casa, uno studio, un ufficio) accogliente, salutare, in armonia con le forze della natura e con il nostro mondo interiore: in una parola, ecologico. Se i principi sui quali si basa risalgono alla concezione taoista della vita (secondo cui tutto è in relazione con tutto), la versione che questo breve manuale ne da privilegia gli aspetti immediatamente operativi, adottabili da chiunque in casa propria.

  • Come individuare le zone negative della casa.
  • Come disporre correttamente i mobili e orientare i letti.
  • Come migliorare l’ambiente utilizzando colori, specchi, suoni, luci, piante e profumi.
  • Come rendere armoniosa e stimolante ogni singola zona: sala da pranzo, cucina, soggiorno, camera da letto e cameretta dei bambini.
  • Scegliere una casa nuova oppure ristrutturarne una vecchia.
  • Come creare un luogo di lavoro favorevole e massimamente produttivo.

Gunther Sator, ingegnere, è uno dei maggiori esperti europei di Feng Shui, il primo che ha messo in pratica quest’arte dopo averla resa più affine alla mentalità occidentale.

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Introduzione
VIVERE E ABITARE IN ARMONIA

Che cos’è il Feng Shui?

  • Una scienza antichissima
  • Un successo in tutto il mondo
  • Come influisce sulla nostra vita il modo di abitare
  • Che cosa si vuole cambiare?
  • Come state?
  • Com’è la vostra casa oggi?

LA SAPIENZA E GLI STRUMENTI DEL FENG SHUI

QI: energia vitale

  • L’energia deve circolare
  • Il Qi tagliente: lo Sha Qi
  • Tutto è in relazione con tutto il resto
  • Yin e yang: l’equilibrio della vita
  • I cinque elementi dinamici
  • I cicli della Creazione e del Controllo
  • Importante: fidarsi dell’intuito
  • «Do simple things well…»

Bagua: I nove campi della vita
Campo mancante o ampliamento?
Le zone del Bagua

La casa ideale nel posto giusto

  • Ciò che hanno in comune una casa e una poltrona
  • Il giardino
  • Le piante: fonti del Qi
  • Sha-Qi intorno alla casa?

Le basi di una vita “dentro”

  • La camera da letto nella zona del “Matrimonio”?
  • I mobili per sentirsi bene
  • Creare “rapporti chiari”
  • Raggi dalle pareti
  • Vene acquifere e altre zone di disturbo
  • Il punto di forza di una stanza

Gli oggetti di arredamento che rinforzano il Qi

  • Il bilancio energetico
  • I colori che rinforzano gli elementi

LISTA DI CONTROLLO “CASA E GIARDINO”

Dall’esterno all’interno

  • Un giardino pieno di energia
  • Invitare gli “spiriti benigni”
  • Rinforzare i campi
  • I mancanti del Bagua
  • Benvenuti a casa!
  • I tappeti orientano L’energia

L’appartamento ottimale

  • La camera da letto rigenerante
  • Le qualità “nutritive” della cucina
  • La sala da pranzo: uno spazio senza tensioni
  • La zona dello svago: la camera dei bambini
  • Un punto d’incontro: il soggiorno
  • La zona creativa: lo studio
  • Solo per gli Ospiti?
  • Infine: la vostra camera
  • Un argomento scabroso: stanza da bagno e servizi igienici
  • Le scale: i binari del Qi
  • I ripostigli: zone di ristagno
  • Il “regno delle ombre”: la cantina

Bibliografia

I Veicoli Pensanti – Saggio di Psicologia Sintetica

I Veicoli Pensanti – Saggio di Psicologia Sintetica

Autore/i: Braitenberg Valentino

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, testo italiano a cura di Nicola Bruno e Lidia Martinuzzi, disegni di Caterina Tosoni, presentazione di Paolo Bozzi, introduzione dell’autore.

pp. 132, nn. figure b/n, Milano

A tutti piacerebbe sapere come funziona il cervello, come si formano istinti e sentimenti, pensieri e ragionamenti. E piacerebbe anche agli scienziati che il cervello lo studiano. Qualcosa, per la verità, si comincia a capire, qualcosa si  intuisce, qualcosa si riesce anche a spiegare attraverso modelli molto semplici. Quelli che Valentino Braitenberg ci presenta sono modellini di veicoli (Vehicles è il titolo del libro, che sta per uscire in edizione americana) all’inizio molto semplici, ma via via più complicati. Il più semplice, una sorta di automobilina con motore a reazione collegato con una fotocellula, ci mostra come nascono l’amore e l’odio. Un altro, più complicato, spiega il libero arbitrio.
Con un linguaggio di estrema semplicità, che non è mai banale, ma invece fitto di osservazioni argute, spesso irriverenti, Braitenberg ci conduce per i meandri del cervello, attraverso sentimenti e passioni, in un saggio che si legge come un romanzo-d’avventura o un racconto fantastico. Un libro leggero e un pò surreale, ma pieno di saggezza e, soprattutto, di scientificità: una lettura per tutti, divertente, ma che fa pensare.
I lettori più esigenti troveranno nell’appendice e nella bibliografia le ricerche e le scoperte compiute su esseri viventi (dalla mosca all’uomo) che forniscono la giustificazione scientifica di ciascun modello.
Valentino Braitenberg, nato a Bolzano, è co-fondatore e direttore del Max- Planck-Institut fur Biologische Kybernetik a Tubinga. Laureato in medicina a Roma, specialista in neurologia e psichiatria, libero docente in cibernetica e teoria dell’informazione, si e sempre dedicato allo studio del cervello e si e interessato in particolare all’interpretazione di strutture cerebrali in termini di macchine calcolatrici. Oltre a numerose pubblicazioni scientifiche, ha scritto Gehirngespinste (1974), tradotto in inglese, italiano (I tessuti intelligenti, Boringhieri 1980) e, parzialmente, in russo (1983).

Paolo Bozzi, che ha scritto la presentazione all’edizione italiana, è professore ordinario di Metodologie delle scienze del comportamento all’Università di Trieste. Oltre a numerose pubblicazioni scientifiche, ha scritto Unita, identità, causalità (1970).

Storia della Psichiatria

Storia della Psichiatria

Titolo originale: A History of Medical Psycology

Autore/i: Zilboorg Gregory; Henry W. George

Editore: Nuove Edizioni Romane

edizione italiana e premessa a cura di Marcella Fagioli, prefazione di Gregory Zilboorg, introduzione degli autori, traduzione di Marisa Edwards.

pp. XI-660, Roma

«Psichiatria: la definizione ebbe la sua autonomia, in Italia, circa trent’anni fa liberandosi dal fratello siamese che era il termine neurologia che componeva quella strana immagine mostruosa che era neuropsichiatria.
Poi, questa libertà della parola non ha corrisposto ad un’identità e ad un’immagine che proponevano la propria realtà se non comprensibile almeno individuabile…» (dalla Premessa di Marcella Fagioli).

Gregory Zilboorg
nacque a Kiev nel 1890 e si laureo in medicina nel 1911; si specializzo in psichiatria nel 1917. Medico dell’Armata Rossa dal 1915 al 1917 lascio Kiev all’occupazione dei tedeschi ed emigro negli Stati Uniti nel 1919. Laureato alla Columbia University nel 1926 lavoro e insegno a New York dove mori nel 1960. E autore di numerose pubblicazioni tra cui One Hundred Years of American Psychiatry e The Psychology of Criminal Act and its Punishement.

A George W. Henry Zilboorg affidò la stesura degli ultimi due capitoli dell’opera che rappresentano un importante studio per la valutazione della storia della psichiatria.

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Premessa di Marcella Fagioli

Storia della psichiatria
Prefazione

Capitolo primo
Introduzione

Capitolo secondo
Psicologia medica primitiva e orientale

Capitolo terzo
Greci e romani

Capitolo Quarto
Il grande declino

Capitolo Quinto
Resa incondizionata alla demonologia

Capitolo Sesto
Il “martello delle streghe”

Capitolo Settimo
La prima rivoluzione psichiatrica

Capitolo Ottavo
L’epoca della ricostruzione

Capitolo Nono
La scoperta della nevrosi

Capitolo Decimo
L’epoca dei sistemi

Capitolo Undicesimo
La seconda rivoluzione psichiatrica

Capitolo Dodicesimo
Epilogo

Capitolo Tredicesimo
Malattie mentali organiche

Capitolo Quindicesimo
Ospedali per malattie mentali

W. George Henry

Indice dei nomi

Il Re degli Schnorrer – Romanzo

Il Re degli Schnorrer – Romanzo

Titolo originale: The King of Schnorrers (1894)

Autore/i: Zangwill Israel

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

terza edizione, con saggio di Eugenio Levi, traduzione dall’inglese di Marta Navarra.

pp. 160, Milano

Nell’Inghilterra di Carlo III, a cavallo tra Sette e Ottocento, i diritti della minoranza ebraica non sono ancora riconosciuti, e il ghetto è un mondo a sé, con sue norme e consuetudini rigidamente stabilite. In questo ambiente, anche la figura dello Schnorrer, del mendicante o del vagabondo, è inquadrata nelle norme, e ha i suoi diritti e i suoi doveri. Tra i primi, quello di poter usufruire dell’assistenza dei ricchi della comunità. Tra gli Schnorrer, il sefardita (ebreo di origine iberica) Manasse Bueno Barzillai Azevedo da Costa è indubbiamente “il re degli Schnorrer,” e merita ampiamente il suo titolo per la suprema e travolgente maestria nell’arte di schnorrare. Egli riesce spavaldamente a scroccare ai ricchi con la sua sovrana arroganza, la sua arte della citazione biblica e talmudica, la sua spudorata abilità parolaia. Seguito da una “spalla” che va istruendo, come Don Chisciotte da Sancio, Ollio da Stanlio, o Totò da Peppino, egli passa da impresa a impresa sconvolgendo il rigido universo del ghetto. Romanzo storico di straordinaria finezza, commedia di maschere e caratteri, Il re degli Schnorrer è un gioiello della produzione letteraria ebraica di lingua inglese, che nasce appunto con Zangwill, una delle opere più divertenti di una pur ricchissima produzione umoristica, dal taglio tutto particolare, com’è quella ebraica – che ha dato autori come Aleichem e Singer e continua a prosperare nel filone newyorkese dei Bellow e dei Philip Roth, e che ha dato comici come Chaplin e i fratelli Marx, Jerry Lewis e Woody Allen. Stupirà però il lettore scoprire in questo libro anche l’eco della grande letteratura e pittura inglese (da Tom Jones a Hogarth), e soprattutto la consonanza di questa storia con una più universale storia dell’”arte di arrangiarsi.” sotto tutte le latitudini.

Israel Zangwill (1864-1926), creatore, in lingua inglese, della letteratura ebraica moderna, figlio di profughi dalla Russia, è autore di una vasta serie di racconti e romanzi: I figli del ghetto (1892). Tragedie del ghetto (1893). Il re degli Schnorrer (1894). I sognatori del ghetto (1898). Commedie del ghetto (1906). Fantasie italiane (1910). eccetera.

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Israel Zangwill di Eugenio Levi

IL RE DEGLI SCHNORRER

Capitolo primo

  • Dove si racconta come uno strano filantropo venisse trasformato in un portatore di pesce

Capitolo secondo

  • Dove si racconta come regnasse il re

Capitolo terzo

  • Dove si racconta come Sua Maestà andasse a teatro e fosse applaudito

Capitolo quarto

  • Dove si racconta dei preparativi per il matrimonio reale

Capitolo quinto

  • Dove si racconta come il re sciogliesse il consiglio del Mahamad

Capitolo sesto

  • Dove si racconta come il re arricchisse la sinagoga

Il Sistema Sindona – Scandali Bancari e Manovre Politiche nella Crisi Italiana

Il Sistema Sindona – Scandali Bancari e Manovre Politiche nella Crisi Italiana

Autore/i: Gracchus

Editore: De Donato Editore

premessa dell’autore.

pp. 224, Bari

«Che cos’é svaligiare una banca di fronte al fondare una banca?» La domanda – pronunciata davanti alla forca dal semplice artigiano del crimine protagonista dell’Opera da tre soldi – è la stessa che deve essersi rivolta all’inizio della propria folgorante carriera Michele Sindona, il protagonista palese della ben più moderna «Opera dei miliardi» a lungo recitata, e con enorme successo, all’ombra dei circoli più influenti della nostra vita politica e finanziaria: direzioni di banche e di partiti, ambasciate straniere e monopoli pubblici. Perché questo dice subito Gracchus nello scoprire i meccanismi segreti del «sistema Sindona»: nessuno si illuda che il fallimento di una banca sia un incidente tecnico e il finanziere fallito un prestigiatore sfortunato. Come per l’Italia giolittiana lo scandalo della Banca Romana, il crack della Banca Privata e del Gruppo Sindona è la spia inequivocabile di un terremoto politico, di una redistribuzione dei ruoli e del potere fra gli uomini e le consorterie che ne hanno incoraggiato, favorito, utilizzato l’ascesa vertiginosa. Ecco allora che risultano evidenti i bersagli reali e assai più occulti dell’analisi di Gracchus: il funzionamento del sistema bancario italiano e la sua gestione politica, la ragnatela di complicità che crea e protegge uomini come Sindona, le manovre politiche all’origine delle complesse alchimie di potere che determinano gli equilibri al vertice della politica italiana. Al termine di questo modello di prosa civile, mordace e documentatissimo, il lettore sarà indotto a concludere che il «sistema Sindona» è assai più diffuso e scandaloso dell’«affare Sindona». Quod erat demonstrandum.

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Premessa

Parte prima

  • Il sistema Sindona
  • Deviazione costituzionale
  • Per Sindona o per l’Italia?
  • Il Gruppo Banca d’Italia
  • Il potenziale di corruzione
  • Banca e movimento operaio

Documenti

  • I. – Il ministro sa, e firma
  • II. – Una serie di interrogativi
  • III. – Spaccato del Banco di Roma
  • IV. – La risposta è il silenzio
  • V. – La carta del «buon padrone»
  • VI. – Organizzatori di evasioni fiscali
  • VII. – Mano tesa alla speculazione edilizia
  • VIII. – La difesa del monopolio
  • IX. –  Un documento ignorato

Parte seconda

  • Stipendio e ideologia: il rapporto di lavoro nelle banche
  • Regolamenti e integrativi aziendali
  • Il salario in banca
  • I fondi previdenziali
  • L’organizzazione del lavoro

Quattro Prove per un Insegnamento della Psicoterapia

Quattro Prove per un Insegnamento della Psicoterapia

Autore/i: Cancrini Luigi

Editore: La Nuova Italia Scientifica

prima edizione.

pp. 112, Roma

Quattro prove per l’insegnamento della psicoterapia è un titolo scelto al termine di una lunga riflessione. Rispecchia insieme la difficoltà estrema del compito e l’incertezza di chi lo ha tentato. Propone al lettore la necessità di non dare per scontato né il termine psicoterapia né il termine insegnamento.
Le esperienze di crescita e di maturazione possibili all’interno di un contesto educativo e di un setting analitico o relazionale rischiano di essere trasformate, nella moderna società dei consumi, in merci più o meno costose e raffinate. Cronaca di un tentativo di ricondurle al loro significato originario di fronte agli studenti, agli operatori dei servizi e ai terapeuti in aggiornamento, questo piccolo libro ha l’ambizione di svolgere il ruolo che un tempo fu proprio al diario di viaggio. Così, allora, gli esploratori informavano delle loro scoperte: raccontando dei fatti, stimolando delle curiosita; dimostrando, soprattutto, che il viaggio era possibile.

Luigi Cancrini è nato a Roma nel 1938. Docente di Psichiatria e Psicoterapia all’università di Roma, si occupa di tossicomanie dal 1967. Sull’argomento ha pubblicato tra altro: Droga: chi come perché, ma soprattutto che fare, Sansoni, Firenze 1973; Bambini. diversi a scuola, Boringhieri, Torino 1974; Esperienza di una ricerca sulle tossicomanie giovanili in Italia, Mondadori, Milano 1977; Tossicomanie, Editori Riuniti, Roma 1980; Quei temerari sulle macchine volanti, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1982.

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Insegnare agli studenti: la ricerca di aiuto di Robert, Otto, Paula e Leinbach

Il racconto – La lettera e il mito – L’effetto devastante della saggezza: riflessioni sulla follia del terapeuta – La domanda di aiuto al fratello Otto – Commenti alla risposta di Otto – La domanda di aiuto al dottor Leinbach – Commento – La domanda di aiuto a Paula – Commento – Osservazioni conclusive – Epilogo – Appendice

Riorganizzare una terapia: il caso di Giovanni, di Nunzia e dei loro terapeuti

Il caso – La terapia di coppia – Commento alla terapia di coppia – L’acting di Nunzia – La mappa delle alleanze – Una manovra – II punto
del contendere – Il minimo comune denominatore – Consulenza, supervisione e training – Insight del terapeuta e riorganizzazione della terapia – Lavoro sull’esperienza soggettiva del contesto e processi di formazione

Una situazione di passaggio: la costruzione di un setting terapeutico

La prima volta che se ne parla – Una scultura complessa – Una simulazione ancora più complessa – Commento – Appendice: formare i terapeuti all’interno di un servizio

Una situazione più definita: insegnare ai terapeuti

Il caso di Andrea, di Carla e di Antonia – La presentazione del caso – Il primo intervento di supervisione – Commento – II secondo intervento
di supervisione – Una previsione paradossale maturata nel corso del lavoro di supervisione – Commento – La supervisione del caso di Andrea

Il contesto in cui si sono svolte le prove

In nome di chi parlo – Psicoanalisi, terapia familiare e psichiatria alternativa – Una funzione “a gradino”: il problema degli orientamenti di scuola – Il concetto di contesto – Supervisione e consulenza – L’esperienza di difficoltà – II principio della reciprocità e la questione delle scuole

Piedi di Cerva sulle Alte Vette – Viaggio a Dio Attraverso il Cantico

Piedi di Cerva sulle Alte Vette – Viaggio a Dio Attraverso il Cantico

Titolo originale: Hinds’ feet on High Places

Autore/i: Hurnard Hannah

Editore: Piero Gribaudi Editori

premessa dell’editore, introduzione dell’autore, traduzione Daniela Guglielmino.

pp. 176, Torino

Questo libro offre un nuovo tipo di lettura spirituale. Descrive il viaggio mistico dell’anima a Dio sotto forma di un racconto allegorico-simbolico che è, insieme di  immediata comprensione, di gusto saporoso, di profonda sostanza.
Nei paesi anglosassoni continua a ottenere da anni uno straordinario successo.
Nel nostro paese, in un momento di sete spirituale ardente ma sovente insoddisfatta come l’attuale, riteniamo sia fra le opere oggi più adatte per introdurre un vasto pubblico nel mondo segreto, non facile ma l’unico pacificante, dell’ascesi mistica. L’opera intende liberare l’anelito, radicato in ogni cuore nonostante la sua miseria, ad essere riunito con Dio e rivela la chiave per una «vita vittoriosa» vissuta sulle «Alte Vette» dell’Amore. Il «Cantico dei Cantici» è il filo conduttore per questa piena realizzazione di sé nel dono totale. Come accettare il male e trionfare su di esso: come famigliarizzare con l’angoscia, i dubbio, il dolore trasformandoli in qualcosa d’incomparabilmente prezioso; come purificarsi da ogni forma di egoismo per vivere infine una comunione totale con Dio, e quindi con i fratelli: ecco le vere lezioni di questo «viaggio al di la di sé» Una lettura che lascia dapprima sorpresi, poi scossi, poi commossi, infine convinti. Un’indicazione precisa, concreta verso quella gioia il cui prezzo esitiamo sempre a pagare.