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Libri dalla categoria Informazione

Vodoun Riti e Misteri d’Africa

Vodoun Riti e Misteri d’Africa

Autore/i: Burzio Mauro

Editore: Rusconi

prima edizione, presentazione di Ambrogio Fogar, introduzione, testo, fotografie e didascalie dell’autore, gli acquerelli sono tratti dal libro di Hector Julio Paride Bernabò, detto Carybè, Iconografia dos Deuses Africanos no Candomblè da Bahia.

pp. 242, nn. foto a colori e acquerelli, Milano

Il Vodoun è il culto africano più praticato e misterioso; appartiene a un mondo incantato, fatto di prodigi, cerimonie di iniziazione, preghiere, fede e popolato da potenze divine e soprannaturali. Alcune sequenze fotografiche, di rara intensità e di notevole valore documentaristico, illustrano cerimonie vodoun, solitamente inaccessibili ai non adepti, durante le quali i sacerdoti e gli eletti cadono in trance posseduti dallo spirito e dalla tremenda energia vitale delle divinità. Il testo non è solo un’accurata analisi storica ed antropologica dell’argomento, ma contiene anche avvincenti reportage di impronta giornalistica, in cui l’autore ci racconta di una realtà tanto affascinante quanto sconosciuta o travisata dai luoghi comuni occidentali e parla di emozioni ed esperienze vissute personalmente.

Questo libro, che unisce alla serietà della ricerca antropologica e alla ricchezza della documentazione storica un eccezionale repertorio fotografico di soggetti “proibiti”, è la prima opera italiana del genere. Il risultato di un lungo e faticoso lavoro condotto per tre anni, in condizioni ambientali e psicologiche spesso estreme, in Togo, Ghana e Benin, per studiare e fotografare il Vodoun, religione esoterica e misteriosa. Il primo capitolo ne analizza, classifica e definisce i fondamenti teologici. Il secondo è dedicato al calvario, durato quattro secoli, degli schiavi neri, i dannati della terra che portarono nelle piantagioni del Nuovo Mondo la loro religione, fondamentale strumento della loro sopravvivenza umana e culturale. Nel terzo viene affrontata in modo esauriente la trance di possessione, il momento della discesa degli dèi. Oggetto dei capitoli seguenti sono l’antichissima divinazione dei Fa e alcune delle principali divinità del pantheon vodoun: Legba, il portiere guardiano dell’altro mondo; Hèvioso, il dio del fulmine e del tuono; Ogoun, il potente dio del ferro; Dan, il dio serpente che avvolge la terra come un arcobaleno; Mami Wata, la dea del mare, che ha conosciuto uno straordinario successo in Brasile; Kokou e Tron, bellicose divinità della guerra. Seguono gli Egungun, coloro che ritornano dall’altro mondo e l’intervista con il capo supremo del Vodoun del Benin, la terra di origine di questa religione. Il lavoro prosegue con la visita del Papa ai capi vodoun e si conclude con un viaggio nell’affascinante mondo della stregoneria e della magia. Fotografie straordinarie, di rara qualità e di grande impatto emotivo, accompagnano e integrano il testo, in una suggestiva sinergia di parole e immagini, guidandoci in questo stupefacente viaggio nello spirito africano.

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PREFAZIONE di Ambrogio Fogar

INTRODUZIONE

  • I – I VODOUN
  • II – I VODOUN ATTRAVERSANO IL MARE
  • III – LA CAVALCATA DEGLI DEI
  • IV – LA DIVINAZIONE DI IFA
  • V – DEI DELLA GIOIA E DEL DOLORE
  • VI – SHANGO-H»VIOSO
  • VII – MAMI WATA
  • VIII – I MISTERI DEL VODOUN
  • IX – KOKOU
  • X – L’ALDILÀ E GLI EGUNGUN
  • XI – IL PAPA NELLA PATRIA DEL VODOUN
  • XII – MAGIA E STREGONERIA

BIBLIOGRAFIA

RINGRAZIAMENTI

La Vera Essenza della Vita (Sadhana)

La Vera Essenza della Vita (Sadhana)

Titolo originale: Sadhana. The Meaning of Life

Autore/i: Tagore Rabindranath

Editore: Ugo Guanda Editore

prima edizione, prologo dell’autore, prefazione di Brunilde Neroni, traduzione di Brunilde Neroni, collana: Biblioteca della fenice.

pp. 128, Parma

Tra il 1912 e il 1913 Rabindranath Tagore pronunciò per gli studenti di Harward, ideali rappresentanti dell’Occidente le otto conferenze basate sugli insegnamenti della sua scuola di Santiniketan che oggi presentiamo nella traduzione di Brunilde Neroni dall’originale bengali. Questo libro ha il significato di un incontro: il grande poeta indiano, l’autore de Il giardiniere e Gitanjali, si fa interprete della propria civiltà e della propria cultura, isolando alcuni temi fondamentali ed eterni (l’amore, il lavoro, la bellezza) ed esplorandone l’importanza che essi hanno avuto per i due mondi: quello in cui è nato e quello a cui si presenta. Lo fa con una prosa che ha la semplicità dei suoi versi, e che ci offre considerazioni di straordinaria attualità, affidate indifferentemente a una citazione di S. Agostino o a un versetto delle Upaniṣad. La sua voce è quella di una civiltà antica e affascinante, che si è posta le stesse eterne domande dell’Occidente e ha dato risposte complesse e suggestive: nessuno poteva illustrarcele con più suadente autorità di Tagore.

Rabindranath Tagore nacque a Calcutta nel 1861 da una famiglia dell’aristocrazia. Dopo i primi studi, il viaggio in Europa e la scoperta della cultura occidentale all’University College di Londra. Il ritorno in patria segnò l’inizio di un’instancabile attività artistica e di un impegno generoso nella vita pubblica, interrotto, nel 1901, dal volontario esilio di Santiniketan, dove Tagore fondò la sua celebre scuola sperimentale ispirata agli antichi ideali indiani dell’Ashram. Nel 1913 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Morì nel 1941.
Di Tagore Guanda ha pubblicato Fogli Strappati, Immagini dal Bengala (Biblioteca della Fenice), Sissu, Balaka, Ali della Morte, Il Giardiniere e Sfulingo.

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Prefazione

  • La vera essenza della vita
  • Prologo dell’Autore
  • La persona e l’universo
  • La coscienza dell’anima
  • Il problema del male
  • Il problema dell’io
  • La realizzazione nell’amore
  • La realizzazione nel lavoro
  • La realizzazione della bellezza
  • La realizzazione dell’Infinito

Psicologia e Alchimia – Opere Volume 12

Psicologia e Alchimia – Opere Volume 12

Titolo originale: Psychologie und Alchemie

Autore/i: Jung Carl Gustav

Editore: Bollati Boringhieri Editore

premessa di Luigi Aurigemma, prefazioni dell’autore, traduzione di Roberto Bazlen, interamente riveduta da Lisa Baruffi.

pp. 546, nn. illustrazioni b/n, Torino

Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: comincia cosi a studiare i testi degli alchimisti. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume, che rimane fra i suoi testi più affascinanti. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l’oro, la pietra filosofale, dall’altra la “presa di coscienza” della psicologia moderna.
L’alchimia e espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell’esperienza in conoscenza: vuole portare alla luce il lato divino che dorme nell’oscurità degli istinti, ed e quindi una psicologia che non dice il suo nome, qualcosa di affine alla moderna psicoterapia. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che, pur appartenendo a epoche e a luoghi lontanissimi, hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano essere in realtà il ritrovamento di antichissime e universali esperienze che, appunto per questo, egli definisce “archetipiche”.

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Premessa di Luigi Aurigemma

Prefazioni

PARTE PRIMA
Introduzione alla problematica psicologico-religiosa dell’alchimia


PARTE SECONDA
Simboli onirici del processo d’individuazione: contributo alla conoscenza dei processi dell’inconscio quali si manifestano nei sogni

Considerazioni preliminani

  • Il materiale
  • Il metodo

I sogni iniziali

Il simbolismo dei mandala

  • I mandala
  • I mandala nei sogni
  • La visione dell’orologio universale
  • I simboli del Sé

PARTE TERZA
Le rappresentazioni di liberazione nell’alchimia: contributo alla storia delle idee dell’alchimia

I concetti alchimistici fondamentali

  • Considerazioni preliminari
  • Le fasi del processo alchimistico
  • Le rappresentazioni della meta e i loro simboli

La natura psichica dell’opera alchimistica

  • La proiezione dei contenuti psichici
  • L’atteggiamento mentale verso l’opera
  • Meditazione e immaginazione
  • Anima e Corpo

L’opera

  • Il metodo
  • Lo spirito nella materia
  • L’opera di redenzione

La materia prima

  • Designazione della materia
  • L’increatum
  • Ubiquità e perfezione
  • Re e figlio del Re
  • Il mito dell’eroe
  • Il tesoro nascosto

Il parallelo Lapis-Cristo

  • Il rinnovamento di vita
  • Testimonianze a favore dell’interpretazione religiosa

Il simbolismo alchimistico nella storia delle religioni

  • L’inconscio come matrice dei simboli
  • Il paradigma dell’Unicorno

Epilogo

Bibliografia

Elenco e fonti delle figure

Indice dei testi antichi citati

Indice analitico

Cronologia degli scritti di C. G. Jung

Elenco degli scritti secondo la data di pubblicazione

Opere di C. G. Jung

Istinto e Aggressività – Introduzione a un’Antropologia Sociale Marxista

Istinto e Aggressività – Introduzione a un’Antropologia Sociale Marxista

Titolo originale: Instinkt, Aggression, Charakter. Einleitung zu einer marxistischen Sozialanthropologie

Autore/i: Heller Ágnes

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

unica edizione, prefazione di Pier Aldo Rovatti, traduzione dal tedesco di Laura Boella (Parte seconda), Guido Neri (Parte prima), in prima di copertina: Particolare da La morte di Giulio Cesare di Vincenzo Camuccini (1771-1844).

pp. 184, Milano

La teoria degli istinti rappresenta l’introduzione critico-negativa all’antropologia sociale che Agnes Heller sta da anni elaborando. Per la Heller l’uomo agisce “istintivamente” quando le oggettivazioni da lui stesso prodotte gli si contrappongono come un potere estraneo, una vera e propria forza di natura intrascendibile, quando cioè non ha la possibilità di disporne, di partecipare attivamente alla creazione delle condizioni e delle regole sociali nell’ambite delle quali viene prodotta la ricchezza materiale della società. Scomponendo sistematicamente i vari elementi confluiti nel concetto di istinto, uno dei più ideologici, dice la Heller, con cui ha operato la scienza, la storia appare un processo graduale di “abolizione” degli istinti: una volta definito l’uomo, sulla Scia di Gehlen, come “essere non specializzato”, capace cioè di svariate coordinazioni di movimento, l’istinto si presenta come infinitamente variabile, non meccanico nè specifico; si riduce a “residuo” in via di eliminazione.
Le principali tendenze della teoria degli istinti vengono discusse dalla Heller in relazione al tema dell’aggressività. Riuniti sotto il comun denominatore del naturalismo, vengono criticati il behaviorismo, la teoria dei gruppi e la teoria neofreudiana dell’aggressività. Confrontandosi con correnti di pensiero molto diffuse nella cultura contemporanea e soprattutto fortemente, anche se non sempre esplicitamente, impegnate in una diagnosi della società moderna e del conflitti che la caratterizzano, la Heller mira a prendere posizione contro tutte le forme di neoilluminismo umanistico, convinte di poter eliminare l’aggressività con un processo lineare di rischiaramento delle coscienze, mettendo tra parentesi la totalità dei fattori psico-sociali che si frappongono tra presente e futuro in favore di un‘idea di liberazione fondata su una sostanziale mitologa dell’essenza umana. In questa luce, la Heller discute la teoria antropologica di Fromm e in particolare il libro Anatomia della distruttività umana. È cosi che il progetto di un’antropologia sociale appare il tentativo di ripercorrere le tappe di una fondazione materialistica della soggettività, tesa ad evidenziare le forme del soggetto che svolgono e svolgeranno una funzione decisiva nel processo di liberazione dell’umanità.

Ágnes Heller è nata a Budapest nel 1929. Allieva di Lukács dal 1947 e sua assistente nel 1956 è stata espulsa per aver sostenuto le idee “false e revisioniste” del maestro. Nel 1963 è divenuta ricercatrice presso l’Istituto di Sociologia dell’Accademia ungherese delle Scienze, e nel 1968, per protestare contro l’intervento sovietico in Cecoslovacchia, ha firmato il manifesto della Scuola estiva di Korçula.
Licenziata dall’Accademia nel 1973, ha lasciato quest’anno l’Ungheria per un incarico triennale di insegnamento a Melbourne. Delle sue opere principali sono state pubblicate in Italia: Per una teoria marxista del valore (Editori Riuniti, Roma 1974), Sociologia della vita quotidiana (Editori Riuniti, Roma 1975), L’uomo del Rinascimento (La Nuova Italia, Firenze 1977), La teoria dei bisogni in Marx (Feltrinelli, Milano 1978) Fa parte della redazione di “Praxis” (che si stampava fino al 1974 a Zagabria) di “aut-Aut” (dal 1974) e di “Social Practice” (Toronto).

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Prefazione
Il percorso impuro dei bisogni di Pier Aldo Rovatti

Parte prima
Illuminismo e radicalismo. Critica della teoria dell’aggressività di Erich Fromm

  1. La dissoluzione della personalità e l’“antropologia della fede”
  2. Il naturalismo della teoria della personalità
  3. Aggressività
  4. Estraneazione e natura umana
  5. Istinti
  6. Superamento dell’estraneazione
  7. Carattere
  8. Bisogni esistenziali on
  9. Società concorrenziale e aggressività strumentale
  10. Razionalismo illuministico

Parte seconda
Sugli istinti. Studio di antropologia sociale

Introduzione

  1. Che cosa sono gli istinti?
  2. Le teorie dell’istinto aggressivo o il naturalismo tradizionale
    • Da dove viene l’agressività – Le prove biopsichiche – Le prove sociali
  3. L’aggressività come fenomeno sociale generale o l’ambientalismo
    • Il concetto di aggressività della teoria dei gruppi – La teoria dell’aggressività dei “neo-freudiani”
  4. La “terza corrente” dell’antropologia o il naturalismo della teoria della personalità
    • Critica del naturalismo della teoria della personalità – La teoria dell’aggressività della “terza scuola”
  5. Domande

Il Dio dei Filosofi – Dall’Idealismo Tedesco a Heidegger – Volume 2

Il Dio dei Filosofi – Dall’Idealismo Tedesco a Heidegger – Volume 2

Fondamenti di una teologia filosofica nell’epoca del nichilismo

Autore/i: Weischedel Wilhelm

Editore: Il Melangolo

nota e cura di Letterio Mauro, traduzione di Roberto Brusotti e Letterio Mauro (Capitolo VI).

pp. 368, Genova

Aristotele nella Metafisica definisce la filosofia in duplice modo: come scienza dell’Essere – in termini moderni ontologia – e come scienza del divino – teologia. Per oltre due millenni, fino a Hegel, quest’ultima definizione ha determinato la storia del pensiero, sicché la storia della filosofia ha coinciso con la storia della teologia filosofica.
Dopo Hegel, al contrario, e in particolare dopo la sentenza di Nietzsche sulla morte di dio, la teologia è progressivamente scomparsa dal novero delle discipline filosofiche e il pensiero umano ha trovato sulla propria strada lo spettro imbarazzante del Nulla: il nichilismo.
Prendendo le mosse da questa indiscutibile diagnosi del nostro tempo Wilhelm Weischedel traccia ne Il Dio dei filosofi la storia dell’ascesa e del tramonto della teologia filosofica al fine di verificare se all’ombra del nichilismo sia ancora possibile una concezione di Dio unicamente fondata sulla ragione finita dell’uomo.

L’Odio Antico – L’Antisemitismo Cristiano e le Sue Radici

L’Odio Antico – L’Antisemitismo Cristiano e le Sue Radici

Nella lotta del cristianesimo contro l’ebraismo per il possesso esclusivo della verità rivelata, la prima, tragica storia di moderna propaganda ideologica

Autore/i: Mannucci Cesare

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, nota dell’autore, in sovracoperta: Paolo Uccello, Miracolo dell’ostia profanata (particolare), Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, nei risguardi: La profanazione dell’ostia a Passau, 1477; incisione dell’epoca.

pp. 312, Milano

«Per l’insegnamento cristiano tradizionale (rimasto immutato fino al 1965, l’anno della dichiarazione Nostra Aetate al Concilio Vaticano II) il popolo ebreo ha respinto e ucciso Gesù, cioè colui che i cristiani dichiarano figlio di Dio e considerano fondatore della loro religione e oggetto del loro culto.» A partire da questa semplice constatazione storica, troppo spesso sottovalutata nelle sue conseguenze, Cesare Mannucci svolge la sua indagine rigorosamente laica sul fenomeno «politico-ideologico» forse più rilevante che si sia prodotto all’interno della civiltà occidentale: ovvero l’affermazione e la diffusione della nuova verità cristiana a scapito di quella ebraica da cui pure derivava.
Senza entrare mai nel campo imperscrutabile della fede, ma servendosi sempre dei soli argomenti storici e filologici, L’odio antico propone per la prima volta in Italia una lettura non confessionale di questa vicenda: dalla personalità di Gesù alle circostanze della sua vita, del processo e della condanna, alla interpretazione che della sua natura e del suo ruolo nella «storia della salvezza» diede San Paolo, fino alla nascita di quella che l’autore definisce «l’ideologia cristiana sugli ebrei», cioè un insieme di credenze coerenti e indiscusse che costituiranno la base dei rapporti tra cristiani ed ebrei dall’antichità fino a un recentissimo passato.
Proprio alle conseguenze di questa ideologia dedicata la seconda parte del libro, in cui, sulla base delle radici evangeliche e paoline, assistiamo allo sviluppo dell’antisemitismo cristiano nelle sue varie forme: dalla diffamazione, alla degradazione socio-economica, alla legislazione antiebraica che sfocia infine nella segregazione e nella persecuzione.
Nonostante la revisione dell’ideologia cristiana sugli ebrei intervenuta a seguito del genocidio, è difficile dopo aver letto questo libro non concordare con Jules Isaac il quale, nella memoria presentata a Giovanni XXIII in preparazione della dichiarazione conciliare Nostra Aetate, concludeva che «l’antisemitismo cristiano è il ceppo potente, dalle profonde e molteplici radici, sul quale sono venute a innestarsi in seguito tutte le altre varietà di antisemitismo anche anticristiane come il razzismo nazista».

Dalla nota dell’autore:
«Qual è la genesi di questo libro? Che cosa mi ha spinto a occuparmi di questo argomento? Il pentimento di un cristiano, quel senso di colpa che hanno provato dopo il 1945 illustri scrittori cattolici come François Mauriac e Julien Green o protestanti come Paul Ricoeur, e altri meno famosi?
Non rientro in quel novero, anche se le famiglie dalle quali provengo sono tutte cristiano-cattoliche, e nel corso delle generazioni hanno prodotto prelati, madri superiore, semplici suore, terziari francescani. In tempi più recenti sono apparsi in esse, sebbene non numerosi, dapprima deisti e poi, in mezzo a credenti nel complesso piuttosto tiepidi e lontani dalla mentalità cosiddetta clericale, veri e propri miscredenti.
Il peso del costume prevalente nei paesi cattolici ha comportato che nell’infanzia e nella prima adolescenza io abbia ricevuto un’istruzione catechistica standard, quella corrispettiva alla somministrazione dei previsti sacramenti. Non ho avuto occasione di imbattermi in persone e libri religiosamente capaci di suscitare interesse o far sorgere interrogativi di qualche genere (se non in età adulta), e già nella seconda adolescenza è cessata di fatto la mia appartenenza alla comunità cattolica, non sostituita in seguito da altre appartenenze religiose.
Dopo la guerra un ragazzo antifascista scopriva nella nostra società tre grandi aree politico-culturali: oltre alla cattolica-clericale, quella marxista e quella cosiddetta laica.[…]»

Cesare Mannucci é nato a Milano nel 1926. Dopo la laurea in giurisprudenza e studi di storia e filosofia a Roma sotto la guida di Carlo Antoni, tra il 1951 e il 1954 ha collaborato a fianco di Ferruccio Parri alla rivista «Mondo economico». Nel 1953 ha contribuito come segretario ai lavori della Inchiesta parlamentare sulla miseria. In seguito ha collaborato regolarmente per un decennio alla rivista «Nord e Sud» diretta da Francesco Compagna e al «Mondo» di Pannunzio. Entrato nel movimento Comunità di Adriano Olivetti nel 1955, ne ha diretto centri culturali e successivamente ¢ diventato redattore e vicedirettore della rivista «Comunità». Ha partecipato alla fondazione dell’Aiss (Associazione italiana scienze sociali). Tra le sue opere principali: Lo spettatore senza liberta. Radiotelevisione e comunicazioni di massa (Laterza, 1962), La societa di massa. Analisi di teorie sociopolitiche (Edizioni di Comunita, 1967, 1971), Antisemitismo e ideologia cristiana sugli ebrei (Unicopli, Milano 1982).

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Nota dell’autore

Parte prima
GESÙ E LE ORIGINI DELL’INIMICIZIA CRISTIANA PER GLI EBREI

  • Capitolo Primo – Storicità di Gesù
  • Capitolo Secondo – La Palestina del tempo di Gesù
  • Capitolo Terzo – Gesù ebreo e i vangeli
  • Capitolo Quarto – Il processo e la condanna
  • Capitolo Quinto – Paolo contro la «chiesa di Gerusalemme»
  • Capitolo Sesto – Paolo il greco
  • Capitolo Settimo – I vangeli sinottici
  • Capitolo Ottavo – La nascita dell’ideologia cristiana sugli ebrei

Parte seconda
L’INIMICIZIA CRISTIANA PER GLI ERBRE DALL’ANTICHITÀ ALLA FINE DEL MEDIOEVO

  • Capitolo Primo – L’«accaparramento» cristiano delle scritture giudaiche e la diffamazione degli ebrei
  • Capitolo Secondo – La chiesa cristiana e le leggi contro gli ebrei
  • Capitolo Terzo – Chiesa, potere politico e società nell’alto medioevo e nella prima eta feudale
  • Capitolo Quarto – Le crociate: nemici esterni e nemici interni
  • Capitolo Quinto – Le accuse di omicidio rituale
  • Capitolo Sesto – Declino economico degli ebrei europei
  • Capitolo Settimo – La morte nera
  • Capitolo Ottavo – Persecuzione e deportazione: il ghetto

Postfazione
Indice dei nomi

Parole che Contano

Parole che Contano

Da amicizia a Volontà piccolo dizionario politico-filosofico

Autore/i: Bencivenga Ermanno

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore.

pp. 236, Milano

Ermanno Bencivenga, da anni impegnato a rendere accessibile la filosofia anche ai lettori non specialisti, ha deciso di scrivere un vero e proprio dizionario politico-filosofico, in cui definire nel modo più chiaro possibile tanti termini che utilizziamo quotidiana- mente – parole come ”libertà”, “destra”, “sinistra” – ma il cui significato è diventato nel tempo sempre più vago o ambiguo, deformi» to, forzato alle esigenze dell’argomentazione. Per fornire gli strumenti necessari a sostenere con la massima chiarezza i valori a cui più teniamo e per rallentare questa deriva semantica, Bencivenga mette a disposizione dei lettori un vero e proprio “prontuario semantico”. Partendo dalla definizione e dall’uso quotidiano di centocinquanta parole chiave, l’autore ricostruisce da una prospettiva nuova il grande puzzle del linguaggio, di cui rivela le verità, gli equivoci, le banalità e perfino una certa pericolosità. Un libro da consultare all’occorrenza, ma anche da leggere come un racconto in cui i protagonisti sono le parole, la cui vera comprensione ci aiuterà a parlare più propriamente, a pensare in modo corretto e a dialogare meglio con il mondo che ci circonda.

Ermanno Bencivenga (Reggio Calabria, 1950), docente di filosofia all’Università di California (Irvine), è autore di numerosi saggi di logica, filosofia del linguaggio e storia della filosofia. Nella collezione Oscar: La filosofia in trentadue favole, Giocare per forza, Filosofia: istruzioni per l’uso, Filosofia: nuove istruzioni per l’uso, Plutone, amico mio e I delitti della logica.

Il Giardino della Felicità – Consigli, Segreti e Ricette di Maurice Mességué

Il Giardino della Felicità – Consigli, Segreti e Ricette di Maurice Mességué

Autore/i: Mességué Maurice

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, a cura di Gabriella Piccioni, presentazione dell’autore.

pp. 264, Casale Monferrato (AL)

Dall’esperienza, dalla carica umana, dalle vaste conoscenze erboristiche di Maurice Mességué una conversazione appassionata e appassionante sulle età della vita e un ricchissimo manuale di cure naturali per la salute e la bellezza.
Suggerimenti, idee, consigli, rimedi colti nel suo “giardino della felicità” per vivere serenamente.

Nato nel sud della Francia il 14 dicembre 1921 da una famiglia contadina di antica tradizione erboristica (documenti che parlano di membri della famiglia Mességué autorizzati all’esercizio dell’arte dell’erboristeria risalgono al 1600), Maurice Mességué, dopo il diploma, viene assunto come “tutor” in un collegio. E lì che, per aiutare i ragazzi a lui affidati, inizia a curare con le erbe, l’arte imparata dal padre.
Ben presto la sua fama di erborista, valicando le mura del collegio, lo travolge. Si fa conoscere e apprezzare in tutto il mondo, diventando l’erborista di fiducia delle più grandi personalità della politica, dello spettacolo, dell’arte, dello sport, dell’economia, del commercio. Tra i molti ricordiamo Winston Churchill, il duca di Windsor, re Faruk, Robert Schumann, Adenauer, papa Giovanni XXIII, Grace Kelly, Cocteau, Utrillo, von Karajan, Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Maria Callas…
La sua grande fama gli crea non pochi nemici e gli causa ben venti processi per “abuso di professione medica”; ne esce “in piedi” grazie alla sua coerenza e al suo spirito battagliero. Numerosi medici testimonieranno a suo favore e alcuni di questi diverranno suoi cari amici.

Lezioni di Sociologia

Lezioni di Sociologia

Titolo originale: Soziologische Exkurse

Autore/i: Autori vari

Editore: Giulio Einaudi Editore

settima edizione, premessa e cura di Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, traduzione di Alessandro Mazzone.

pp. 244, Torino

Queste Lezionzi, frutto del lavoro di un gruppo di studiosi dell’« Institut für Sozialforschung» di Francoforte, elaborato per la pubblicazione da M. Horkheimer e T. W. Adorno, hanno il carattere di una discussione libera e vivace su dodici temi-chiave della sociologia: concetti e campi di ricerca che giungono a saldarsi in una visione unitaria, pur senza giungere a definizioni statiche e conclusive. Il discorso affronta la definizione di individuo e di gruppo, di società e di massa, la sociologia dell’arte e della musica: tra informazione e analisi critica, sono pagine ricche di spunti, di suggerimenti, di contestazioni feconde.

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Premessa

  • I. – L’idea di sociologia
  • II. – Società
  • III. – Individuo
  • IV. – Gruppo
  • V. – Massa
  • VI. – Civiltà e incivilimento
  • VII. – Sociologia dell’arte e della musica
  • VIII. – Sociologia e ricerca sociale empirica
  • IX. – Famiglia
  • X. – Studi di comunità
  • XI. – Pregiudizio
  • XII. – Ideologia

Nota del traduttore
Indice dei nomi

L’Icona Arte e Fede

L’Icona Arte e Fede

Autore/i: Massone Aurelio; Manasse Pierugo

Editore: Fratelli Palombi Editori

introduzione degli autori.

pp. 54, 63 tavole a colori e b/n, Roma

Immagine e contemplazione, bellezza e preghiera: queste le parole-chiave per chi si accosti senza riserve alla lettura. Pagine che dietro il velo di sequenze storiche, di stili, di note precise sulla tecnica d’arte, fanno trasparire lo spirito ardente e delicato del mondo orientale, insinuano il gusto di una bellezza tutta da intendere e da riscoprire.
Icona-simbolo, magie di puri colori, sguardi emblema, vicende e figure nell’ombra.
Un libro-avventura che ci conduce sino all’antica Russia, un libro-invito per i collezionisti e per tutti gli appassionati di un bello prezioso, soffuso di mistero.

Aurelio Massone, diplomatico, conoscitore e studioso di icone e Pierugo Manasse, antiquario, Perito della Camera di Commercio di Roma in preziosi e argenti antichi, hanno trovato nel comune interesse per la pittura sacra cristiano-ortodossa l’incentivo a dar vita a questa pubblicazione.
Intento degli autori è stato di colmare un vuoto nella vasta produzione bibliografica in materia, ricca di opere specializzate ma priva di un testo sintetico e di agevole lettura. Si è voluto così mettere a disposizione del collezionista una raccolta di tutte le più necessarie ed utili notizie sul mondo delle icone.

La Porta Senza Porta

La Porta Senza Porta

Seguito da 10 Tori di Kakuan e da Trovare il Centro

Autore/i: Mumon

Editore: Adelphi Edizioni

a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, traduzione di Adriana Motti.

pp. 132, 11 tavole b/n, Milano

«Lo Zen non ha porte. Le parole di Buddha hanno lo scopo di illuminare gli altri. Quindi, lo Zen dev’essere senza porte». Così scriveva Mumon (1183-1260) introducendo una raccolta di koan dedicata a un gruppo di monaci suoi allievi, che ebbe appunto il titolo La porta senza porta e sarebbe poi stata celebrata come uno dei testi essenziali dello Zen. Sono quarantotto storie fulminee, seguite da un commento in prosa e in versi, un ausilio prezioso, misterioso e inesauribile per chi voglia attraversare quella «porta senza porta» di là dalla quale «si cammina liberamente fra cielo e terra». Come nel caso delle 101 storie Zen, Nyogen Senzaki e Paul Reps hanno tradotto queste pagine con mano felice e lieve, accompagnandole con due altri brevi e folgoranti testi mistici. Il primo è i 10 Tori di Kakuan (1100-1200), una sequenza di immagini dove «i dieci tori rappresentano le tappe successive della realizzazione della propria vera natura». L’altro è un testo sacro dello shivaismo kashmiro: le 112 istruzioni con cui Shiva chiarisce i dubbi della sua amata Devi, ciascuna corrispondente a una diversa via della meditazione.

Camici Bianchi e Impronte Digitali

Camici Bianchi e Impronte Digitali

La medicina nella letteratura gialla

Autore/i: De Cataldo Giancarlo; Pomes Tiziana

Editore: Il Pensiero Scientifico Editore

prefazione degli autori, gli autori ringraziano sentitamente il professor Sergio Kraiski, Ph. D. in adduzione e molte altre discipline dello spirito, edizione speciale fuori commercio per la Merck Sharp & Dohme (Ialia) S.P.A.

pp. 308, Roma

Psichiatra geniale, spietato assassino, ospite di un manicomio criminale di massima sicurezza, collaboratore prezioso dell’FBI: questo è Hannibal “The Cannibal” Lecter, solo uno tra i più attuali mostri letterari che nascono dalla stretta identità tra malattia e crimine, clinico ed investigatore. Ma a questo rapporto risalgono anche altre storie e altre figure di medici-detective, da Guglielmo da Baskerville a Sherlock Holmes. Si possono incontrare nei racconti e nei brani riportati in questo volume che intende cosi evidenziare l’intimo legame esistente tra la figura del medico e quella dell’investigatore: stesse capacità di osservazione, analisi e deduzione, stessa ambizione alla guarigione intesa come ripristino dell’ordine e dell’armonia.

Giancarlo De Cataldo, magistrato, ha pubblicato nel 1989 per Interno Giallo, Nero come il cuore da cui è tratto un film interpretato da Giancarlo Giannini

Tiziana Pomes, avvocato, ha scritto con Giancarlo De Cataldo cinque radiogrammi della serie Detective Grimm, trasmessi da RAI 1 nel maggio 1991.

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Prefazione: Il medico, l’investigatore: linee per un’identità

Parte prima: La diagnosi criminale

  • Il metodo
  • Il corpo rivelatore
  • La morte apparente

Parte seconda: La malattia criminale

  • La malattia come delitto dissimulato
  • Simulazione di malattia

Parte terza: Rapporto terapeutico

  • Il medico criminale
  • La vittima criminale

Parte Quarta: Untori e veleni

Parte quinta: I crimini della mente

  • I mostri sacri
  • Serial-Killer: nostro mostro quotidiano

Appendice

Ajaṇṭā e Oltre – La Pittura Murale in India e Asia Centrale

Ajaṇṭā e Oltre – La Pittura Murale in India e Asia Centrale

Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”

Autore/i: Autori vari

Editore: Artemide Edizioni

cura e introduzione di Laura Giuliano, con la collaborazione di C. P. Venditti, prefazione I di Francesco Gennero (sopraintendente del Museo Nazionale Giuseppe Tucci), prefazione II di Gisella Capponi (Direttore dell’Istituto Superiore di Restauro).

pp. 304, nn. tavole a colori e b/n, Roma

Il Convegno Ajaṇṭā e oltre: la pittura murale in India e in Asia Centrale. La ricerca italiana. Nuovi studi e prospettive, che ha visto la partecipazione di orientalisti e studiosi italiani, si è svolto durante le Giornate europee del Patrimonio 2009, il 25 e il 26 settembre, presso il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’, ed è stato una delle manifestazioni organizzate a latere dell’esposizione fotografica di Benoy Behl Murals of India – realizzata in collaborazione con l’Ambasciata dell’India a Roma e l’Indian Council for Cultural Relations.
Questi Atti raccolgono la maggior parte degli interventi presentati durante il Convegno, e rappresentano un panorama degli orientamenti attuali della ricerca italiana in questo campo, erede della illustre tradizione di studi inaugurata da Giuseppe Tucci e da Mario Bussagli, autore de La Peinture de l’Asie Centrale (Geneve, 1963) e de Le Grotte di Ajanta (Firenze, 1965)[1] proseguita poi, solo per citare alcuni nomi, da Arcangela Santoro, che molta parte delle sue ricerche ha dedicato alle pitture delle grotte di Kizil e da Chiara Silvi Antonini, che nel 2004 ha pubblicato il volume Da Alessandro Magno all’Islam. La pittura dell’Asia Centrale[2].
Il titolo del Convegno e di questi Atti fa riferimento ad Ajaṇṭā perché questo è ‘il luogo’ per eccellenza della pittura indiana, un sito che rappresenta un unicum per completezza e conservazione nel panorama dell’arte del subcontinente precedente al periodo islamico, da cui non è possibile prescindere per comprendere la tradizione pittorica contemporanea e successiva; il particolare richiamo ad Ajaṇṭā si impone inoltre perché durante le due giornate di studi sono stati dedicati ben tre interventi al progetto conservativo nella grotta 17, realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro in collaborazione con il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’, un progetto fortemente voluto dal Segretariato Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in accordo con l’Archaeological Survey of India, che si inserisce nel solco della tradizione degli studi italiani. Ma nel titolo del Convegno e di questi Atti si fa riferimento anche a una dimensione ‘oltre’ Ajaṇṭā, ovvero a quella tradizione pittorica parietale che da Ajaṇṭā prende le mosse e che talora nel corso del tempo evolve in forme totalmente autonome e indipendenti, o per la quale, finanche nei territori centroasiatici, essa rappresenta un utile termine di paragone, tanto per gli aspetti iconografici, decorativi, di composizione spaziale, stilistici, quanto più specificamente per i procedimenti tecnici adottati.
Le sezioni in cui è diviso il volume rispettano la sequenza dei lavori esposti durante le due giornate di studio: la prima parte è dedicata alla pittura murale del subcontinente indiano, con un saggio sull’ideale estetico della figura umana nelle arti dell’India, seguito dalla presentazione del progetto indo-italiano per la conservazione delle pitture della già citata grotta 17, con interventi che espongono i risultati dell’analisi dell’ambiente, delle indagini diagnostiche, dello studio della tecnica di esecuzione e dello stato di conservazione delle superfici murarie compiuti durante le missioni ad Ajaṇṭā; quindi si passa ad approfondire alcuni aspetti della tradizione successiva ad Ajaṇṭā: dalle pitture di Ellora di epoca rāṣṭrakūṭa, a quelle rinvenute nel tempio Rājarājeśvaram di epoca cōḻa, fino a giungere agli esempi pittorici più recenti del Palazzo e delle magioni di Udaipur, del Gaṛh Mahal di Jhālāvāṛ, e alle pitture murali di Mithilā, che venivano eseguite dalle donne della comunità sulle pareti delle case di villaggio fino agli anni Sessanta del secolo scorso.
La seconda parte del volume è invece dedicata alla pittura parietale dell’Asia Centrale e del Tibet: vi vengono approfonditi alcuni temi figurativi caratteristici di pitture rinvenute a Tepe Shotor in Afghanistan, a Kara Tepe e Fayaz Tepe nell’oasi di Termez, in Uzbekistan – esempi non lontani cronologicamente dalle realizzazioni di Ajaṇṭā; sono poi analizzate alcune delle famose pitture murali di Pendžikent, in Tajikistan, e del sito di Mogao nelle vicinanze di Dunhuang, nel Gansu; vengono presentati infine i più antichi dipinti parietali di Sam.ye, nel Tibet orientale, e quelli rinvenuti a Lha.lung nel Tibet occidentale, oggi nello stato indiano dello Himachal Pradesh. (Laura Giuliano)

[1] 1 Anche se non direttamente correlato al tema della pittura parietale, dello stesso autore si segnala inoltre: La miniatura indiana, pubblicato a Milano nel 1966.

[2] L’interesse degli studiosi italiani per la pittura orientale in genere è d’altra parte testimoniato dai molti lavori e ricerche che esulano dall’ambito geografico trattato in questa raccolta: a tal proposito, ma solo a mo’ di esempio, si ricorderanno gli studi sulla pittura cinese condotti da Maria Teresa Lucidi e il volume di Maria Vittoria Fontana La pittura islamica dalle origini alla fine del Trecento, edito a Roma nel 2002.

Dall’introduzione:
« […] Il titolo del Convegno e di questi Atti fa riferimento ad Ajaṇṭā perchè questo è “il luogo” per eccellenza della pittura indiana, un sito che rappresenta un unicum per completezza e conservazione nel panorama dell’arte del subcontinente precedente al periodo islamico, da cui non è possibile prescindere per comprendere la tradizione pittorica contemporanea e successiva; il particolare richiamo ad Ajaṇṭā si impone inoltre perchè durante le due giornate di studi sono stati dedicati ben tre interventi al progetto conservativo nella grotta 17, realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro in collaborazione con il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, un progetto fortemente voluto dal Segretariato Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in accordo con l’Archaeological Survey of India, che si inserisce nel solco della tradizione degli studi italiani. Ma nel titolo del Convegno e di questi Atti si fa riferimento anche a una dimensione “oltre” Ajaṇṭā, ovvero a quella tradizione pittorica parietale che da Ajaṇṭā prende le mosse e che talora nel corso del tempo evolve in forme totalmente autonome e indipendenti, o per la quale, finanche nei territori centroasiatici, essa rappresenta un utile termine di paragone, tanto per gli aspetti iconografici, decorativi, di composizione spaziale, stilistici, quanto pili specificamente per i procedimenti tecnici adottati.

Le sezioni in cui è diviso il volume rispettano la sequenza dei lavori esposti durante le due giornate di studio: la prima parte è dedicata alla pittura murale del subcontinente indiano, con un saggio sull’ideale estetico della figura umana nelle arti dell’India, seguito dalla presentazione del progetto indo-italiano per la conservazione delle pitture della già citata grotta 17, con interventi che espongono i risultati dell’analisi dell’ambiente, delle indagini diagnostiche, dello studio della tecnica di esecuzione e dello stato di conservazione delle superfici murarie compiuti durante le missioni ad Ajaṇṭā; quindi si passa ad approfondire alcuni aspetti della tradizione successiva ad Ajaṇṭā: dalle pitture di Ellora di epoca rāṣṭrakūṭa, a quelle rinvenute nel tempio Rājarājeśvaram di epoca cōḻa, fino a giungere agli esempi pittorici più recenti del Palazzo e delle magioni di Udaipur, del Gaṛh Mahal di Jhālāvāṛ, e alle pitture murali di Mithilā, che venivano eseguite dalle donne della comunità sulle pareti delle case di villaggio fino agli anni Sessanta del secolo scorso.

La seconda parte del volume è invece dedicata alla pittura parietale dell’Asia Centrale e del Tibet: vi vengono approfonditi alcuni temi figurativi caratteristici di pitture rinvenute a Tepe Shotor in Afghanistan, a Kara Tepe e Fayaz Tepe nell’oasi di Termez, in Uzbekistan – esempi non lontani cronologicamente dalle realizzazioni di Ajaṇṭā; sono poi analizzate alcune delle famose pitture murali di Pendžikent, in Tajikistan, e del sito di Mogao nelle vicinanze di Dunhuang, nel Gansu; vengono presentati infine i più antichi dipinti parietali di Sam.ye, nel Tibet orientale, e quelli rinvenuti a Lha.lung nel Tibet occidentale, oggi nello stato indiano dello Himachal Pradesh.[…]»

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Prefazione di Francesco di Gennaro
Prefazione di Gisella Capponi
Introduzione di Laura Giuliano

SEZIONE PRIMA
LA PITTURA MURALE IN INDIA

Fenomenologia della figura umana nelle arti dell’India: ideali estetici a confronto (Elisa Ganser)

Il Progetto indo-italiano per la conservazione delle pitture murali della grotta 17 di Ajaṇṭā

I dipinti murali delle grotte di Ajaṇṭā. Lo studio dell’ambiente e la diagnostica preliminare per la realizzazione di un progetto conservativo (Annamaria Giovagnoli, Marcella Ioele, Elisabetta Giani, Maria Pia Nugari, Maurizio Mariottini)

Ajaṇṭā. Il restauro dei dipinti murali della grotta 17: studio di fattibilità (Francesca Capanna, Anna Maria Marcone, Emanuela Ozino Caligaris, Lidia Rissotto)

Il Visnudharmottara Purana e l’arte della grotta 17 di Ajaṇṭā: tradizione testuale e pratica pittorica a confronto (Laura Giuliano)

A Mural Painting in a Cave of the Ganega Lena and the Role of Lingodbhavamirti at Ellora (Laura Giuliano)

Scenes of Music and Dance in the Mural Paintings at the Rājarājeśvaram Temple (Tañjāvūr, 11˚ century): Inter-textual and Multidisciplinary analysis (Tiziana Leucci)

Gli europei nelle pitture murali di Udaipur kosa (Maria Cimino)

Creatività e tradizione nella pittura rajasthana agli inizi del XX secolo.
Analisi preliminare di alcuni affreschi del Garh Mahal di Jhalavar e del contributo artistico di Ghasiram di Nathdvara
(Isabella Nardi)

Le pitture murali delle donne di Mithila. La camera degli sposi (kohbar ghar) (Giovanna Iacono)

TAVOLE A COLORI

SEZIONE SECONDA
LA PITTURA MURALE IN TIBET EIN ASIA CENTRALE

Gli incontri di Siddhartha, il Buddha ascetico, monaci meditanti sulla morte, raffigurazioni di scheletri e crani: pitture e sculture dal Gandhara all’Asia Centrale (Anna Maria Quagliotti)

La pittura buddhista in Asia Centrale: l’oasi di Termez (Ciro Lo Muzio)

I dipinti murali di Pendzikent (Donatella Mazzeo)

Il rapporto di influenze e interscambi attestato, tra Cina e Asia Centrale, da opere pittoriche eseguite a Dunhuang. L’esempio offerto dalla raffigurazione della meditazione della regina Vaidehi davanti al tramonto del sole (Pierfrancesco Fedi)

Due antiche pitture parietali tibetane del tempio centrale di Samye (Paola Mortari, Vergara Caffarelli)

The Paintings repainted of Lha.lung: the Goddess and the Guardians of the door – A case to study (Marialaura Di Mattia)

The Heavenly Abode of Vairocana: about a Western Himalayan Wall Painting: representing the architecture of the mandala (Marialaura Di Mattia)

ABSTRACTS

La Sicurezza Alimentare in Cina

La Sicurezza Alimentare in Cina

Titolo originale: Min yi he shi wei tian. Zhongguo Shipin anquan xianzhuang diaocha

Autore/i: Zhou Qing

Editore: Spirali Edizioni

prima edizione, traduzione dal cinese di Lu Huizhong, in copertina: la tragedia dei «bambini con la testa grossa».

pp. 496, nn. fotografie a colori, Milano

Un documento eccezionale sulla disastrosa situazione alimentare in Cina e sul pericolo connesso alle esportazioni di prodotti cinesi all’estero. Un resoconto dettagliato – attraverso le testimonianze di produttori di generi alimentari, itticoltori, commercianti, ristoratori, contadini, medici, ricercatori e semplici consumatori – sull’utilizzo di anticoncezionali, ormoni, pesticidi, coloranti, anabolizzanti, additivi tossici nella produzione e nella conservazione dei prodotti alimentari.
Questo libro, uscito in Cina nel 2006, è stato immediatamente messo all’indice dal governo cinese. Nello stesso anno, è stato premiato a Berlino al Lettre Ulysses Award for the Art of Reportage.
Dice l’autore: “Il terrore di un regime dittatoriale ha fatto convergere l’interesse dei cinesi in un’unica direzione. Vista l’impossibilità di partecipare all’attività economica e politica, il cibo diventa parte essenziale della vita quotidiana, assurge a status symbol, a dimostrazione del valore dell’esistenza. La realtà in cui viviamo non ci garantisce più il minimo indispensabile… occorre scoprire il terrore e le menzogne su cui si regge questo regime. Io ho deciso d’incominciare dal problema del cibo, perché in questo ambito siamo arrivati a una situazione esasperante”.

Estratto del libro:
Sotto i raggi gentili del sole e con le brezze che increspano il mare, nell’allevamento di gamberi di una grossa azienda nell’arcipelago di Zhoushan della regione dello Zhejiang, un gruppo di ragazze in abiti estivi dai colori sgargianti e di poco prezzo chiacchiera mentre sguscia i gamberi appena presi. Capita di sentire, ogni tanto, un gridolino. Ancora una volta, una ragazza si è tagliata un dito con i gusci duri e taglienti dei gamberi.
Davanti a una nuova ferita e a tante ferite già vecchie ormai rimarginate, queste ragazze, dal volto annerito da anni e anni di lavoro sotto i raggi del sole, non si scompongono. Tirano fuori dalla tasca del vestito una confezione di pomata di cloramfenicolo, la applicano sulla ferita e, come se nulla fosse successo, tornano a lavorare chiacchierando con le amiche.
Ecco perché si dice che oggi la terra sta diventando sempre più simile a un villaggio globale, dove se uno ha l’influenza, l’altro comincia a starnutire.
Capodanno 2001, siamo a Vienna, nella capitale austriaca rinomata come città della musica, in tutt’altra atmosfera: davanti a un Carrefour normalmente poco frequentato, ci sono tantissime persone che protestano urlando e sbandierando, con tale energia da far sciogliere la neve sul tetto del supermercato. La protesta è stata organizzata dalla sezione locale di Greenpeace e a causarla è stato il risultato di un controllo svolto da un ente statale sui gamberi surgelati del supermercato, dopo che non pochi consumatori avevano denunciato sintomi di allergie a seguito del consumo di questo prodotto. Il controllo ha portato alla scoperta che la maggior parte dei gamberi, distribuiti dalla ditta tedesca Ristic, conteneva cloramfenicolo. Ulteriori indagini hanno chiarito che questi gamberi erano stati importati dall’arcipelago Zhoushan, in Cina.
“Non sappiamo cosa dire, purtroppo il livello d’istruzione delle donne nei nostri villaggi di pescatori è troppo basso. Proprio le medicine che queste donne usano da anni per curarsi le ferite causano l’inquinamento dei gamberetti nelle vasche di allevamento, e l’esportazione di questi gamberi surgelati ha causato un’ondata di proteste internazionali, che sono costate allo stato qualche miliardo di RMB”.
Questa è stata la giustificazione fornita dai responsabili cinesi del settore di fronte ai cronisti provenienti da tutto il mondo per ottenere spiegazioni sull’accaduto. La dichiarazione era la classica risposta usata in vari ambienti per tappare la bocca agli interlocutori, una presa in giro allo scopo di coprire il più possibile la realtà che nei grandi allevamenti di prodotti ittici vengono impiegate elevate quantità di sostanze tossiche…

Zhou Qing vive e lavora a Pechino. Giornalista, redattore e esperto di storia antica cinese, studia anche le attuali condizioni di vita della sua gente. Dopo avere lavorato come primo redattore al “Folk Magazine” e all’”Economy & Trade”, oggi dirige lo Xi’an Cang Xie Cultural Research Institute ed è redattore della rivista “Oral Museum”. Arrestato nel 1989 per la partecipazione alle contestazioni in piazza Tiananmen, ha rifiutato la rieducazione e tentato la fuga: per questo è stato sottoposto al rigoroso piano di “riabilitazione” tipico dei regimi totalitari. Membro dell’Independent Chinese Pen Association, dal 2002 s’interessa di questioni di sicurezza alimentare.

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Introduzione Il destino dell’uomo è sulla bocca di tutti

Parte prima – Dalla guerra dell’oppio a quella per la sicurezza alimentare

Parte seconda – Come la carne magra è diventata un mostro in Cina

  • I carnivori
  • Come la carne magra in Cina è diventata un mostro che fa impallidire solo a nominarlo
  • I maiali gestiti collettivamente

Parte terza – Il cielo è andato in frantumi

  1. La trasformazione del millenario xiaochi
    • Le verdure fermentate nel Sichuan, un biglietto da visita per questa regione
    • La zuppa di pesce in agro del Guizhou
    • Il pesce bollito e il granchio piccante fragrante
    • La sfoglia di riso fredda dello Shanxi
    • Gli zongzi della festa Duanwu (festa delle barche a forma di drago)
    • Il tofu, delicatezza cinese tramandataci da millenni, come è potuto diventare un problema abnorme?
  2. I più recenti casi di problemi per la sicurezza alimentare
    • Un terzo dei tumori è causato dal cibo
    • L’uso di additivi vietati nella preparazione dei prodotti del cocco di Hainan
    • I boccioli di giglio emerocallide avvelenati invadono la Cina
    • Un alimento di uso quotidiano gravemente adulterato: il sale da cucina
    • Casi diversificati d’intossicazione alimentare
    • Storie di trattamenti di bellezza, di lifting e di ringiovanimento degli alimenti
  3. Indagine sull’attuale situazione alimentare di un ceto sociale debole: gli operai di origine contadina
  4. La vicenda del latte in polvere avvelenato della città di Fuyang nell’Anhui: la punta dell’iceberg

Parte quarta – La nuova storia di Nüwa che ripara il cielo
Una mano, per quanto grande, non può coprire il cielo: l’apertura nell’ambito della sicurezza alimentare ai mass media è da considerarsi l’unico mezzo per migliorare la situazione attuale

  1. Il problema principale è come proteggere i diritti dei giornalisti
  2. Combattere perché il giornalista Zi Beijia possa avere l’occasione di difendersi dall’accusa di avere diffuso la notizia falsa dei baoziripieni di cartone di Pechino
  3. Avvertimento al Ministero della propaganda del governo centrale: evitate di provocare ulteriori scontri sociali per proteggere gli interessi di poche persone
  4. Zi Beijia non è colpevole. L’avvocato nutre seri dubbi sulkle motivazioni della condanna relativa al caso dei baozi ripieni di cartone

Postfazione – Chi non ha il senso del dovere viene eliminato

Inserto fotografico

Appendici

  • Avvertenze alimentari per un visitatore in viaggio in Cina
  • Il Lettre Ulysses Award for the Art of Reportage
  • Presentazione del libro alla giuria del Lettre Ulysses Award for the Art of Reportage dell’anno 2006

Documentazione e Biblioteconomia – Manuale per i Servizi di Informazione e le Biblioteche Speciali Italiane

Documentazione e Biblioteconomia – Manuale per i Servizi di Informazione e le Biblioteche Speciali Italiane

Autore/i: Autori vari

Editore: FrancoAngeli

a cura di Maria Pia Carosella e Maria Valenti, presentazione di Paolo Bisogno.

pp. 512, 10 illustrazioni b/n f.t., Milano

Articolato in dieci capitoli, il manuale tratta dei problemi tecnici relativi alle biblioteche speciali e agli enti di informazione, tenendo costantemente presente gli interessi dell’utente. Locali e attrezzature, acquisizione, ordinamento, ricerca, diffusione e utilizzazione dei documenti 2 delle informazioni, automazione e micrografia, sono alcuni dei principali temi presi in considerazione cui va aggiunto l’esame della “situazione attuale” italiana ed internazionale. Per uno studio più approfondito degli argomenti trattati, ogni capitolo – opera di uno specialista – è corredato da una scelta e aggiornata bibliografia e, ove sia il caso, da esempi pratici, da diagrammi, da illustrazioni. Non manca un utile indice analitico.
Il manuale rappresenta il primo lavoro del genere in lingua italiana, e quasi totalmente di autori italiani, che abbia una certa pretesa di completezza; finora infatti non esistevano che contributi molto parziali, e il ricorso a pubblicazioni straniere. Rispecchiando più da vicino le particolari esigenze del mondo scientifico italiano, il manuale solleciterà quindi l’interesse degli addetti ai lavori – bibliotecari e documentalisti – nonché di tutti coloro che Gebbono affrontare concorsi o esami nel campo dell’informazione. Le competenze professionali dei due curatori del volume si completano. In precedenza hanno già collaborato in articoli specializzati. Inoltre hanno curato la raccolta Progetti di automazione nelle biblioteche italiane, AB, 1973; hanno partecipato alla stesura della norma UNI 6392/1976 Cataloghi alfabetici di periodici ed hanno collaborato alla traduzione in italiano del volume di R.T. Kimber, “Automazione nelle biblioteche”, ISRDS-AIB, 1977.

Maria Pia Carosella, laureata in lettere, all’inizio degli anni ’30 è entrata a far parte dell’allora Centro nazionale di documentazione scientifica del CNR, fino a diventarne responsabile nel corso degli anni 60. Attualmente è coordinatore del Reparto Studi sulla documentazione dell’Istituto di studi sulla ricerca scientifica del CNR. Cura, tra l’altro, l’edizione completa italiana CDU, giunta alla fine del 1981 al suo 18° volume, è autrice di articoli specializzati e di relazioni a congressi italiani ed internazionali e pubblica i resoconti della sua esperienza nei Quaderni dell’ISRDS, Dal 1980 è responsabile del CRID (Centro nazionale di riferimento per DIANE) che opera in seno allo stesso Istituto. È membro di comitati e di gruppi di lavoro di enti nazionali ed internazionali del settore documentario: CIDST, FID/CCC, AIB, UNI/ DRD, ecc…. Fa parte del Consiglio scientifico del Bollettino d’informazioni dell’AIB, dove contribuisce regolarmente a varie rubriche. Dal 1973 collabora, per la letteratura italiana, alla sezione 101. Documentation. Sciences de l’information del Bulletin signalètique del CNRS francese.

Maria Valenti, laureata in lettere, ha lavorato per 22 anni nella Biblioteca dell’istituto superiore di sanità fino ad assumerne la direzione. Nel 1973, lasciata questa attività, ha intensificato la sua collaborazione con enti internazionali e nazionali del settore bibliotecario: in particolare con l’IFLA e ancor più con l’AIB. Ha operato in numerosi gruppi di lavoro di quest’ultima associazione. ha fatto parte del suo Consiglio direttivo ed è Stata presidente della Sezione regionale Lazio. Dal 1974 al 1978 ha curato la redazione del Bollettino d’informazioni dell’AIB, arricchendolo di rubriche e di quaderni. Ha pubblicato articoli in altre riviste specializzate italiane ed estere. Negli ultimi anni della sua vita (è scomparsa alla fine del 1979) sempre nell’ambito dell’AIB, ha svolto un intensa attività didattica e di formazione professionale. Ha partecipato ed organizzato numerosi corsi, seminari, convegni di lavoro nel settore bibliografico e biblioteconomico.

Hanno collaborato al manuale i seguenti esperti: Vilma Alberani, Istituto superiore di sanità, Roma; Laurence James Anthony, ASLIB, Londra; Maria Bruna Baldacci, Istituto per l’elaborazione dell’informazione del CNR, Pisa; Ettore Bertazzoni, Glaxo, Verona; Enrico Novari, Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica del CNR, Roma; Oreste Porello, CSELT, Torino; Carlo Revelli, Biblioteca Civica, Torino; Matilde Salimei, Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica del CNR, Roma; A. Maria Stein, Laboratorio chimico delle dogane, Roma; Claudio Todeschini, IAEA, Vienna; Mirella Vito Colonna, ENCC, Roma; per la parte grafica; Stefano Rocca, Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica del CNR, Roma.

La presentazione è  opera del prof. Paolo Bisogno, Presidente del Comitato tecnologiche del CNR e direttore dell’Istituto di studi sulla ricerca scientifica del CNR.

L’Identità Genealogica e Araldica – 2 Volumi

L’Identità Genealogica e Araldica – 2 Volumi

Fonti, Metodologie, Interdisciplinarità, Prospettive

Autore/i: Autori vari

Editore: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Ufficio Centrale per i Beni Archivistici

vol. 1 pp. 594, vol. 2 pp. 595-1138, nn. illustrazioni a colori e b/n, Roma

Atti del XXIII Congresso internazionale di scienze genealogica e araldica – Torino, Archivio di Stato, 21-26 settembre 1998.

Via dal Nido – Un’affascinante Avventura dello Spirito

Via dal Nido – Un’affascinante Avventura dello Spirito

Titolo originale: Running From Safety

Autore/i: Bach Richard

Editore: Rizzoli

prima edizione, introduzione ed epilogo dell’autore.

pp. 272, Milano

“Un’affascinante avventura dello spirito”.

«C’e voluto un bel pò perché la mia verità si perfezionasse…» Cinquant’anni fa, Richard Bach aveva preso un importante impegno con se stesso: quello di ripercorrere con la mente la sua vita, alla ricerca di ciò che essa gli avesse realmente insegnato, nel tentativo di “distillare” il significato della propria esistenza. Un impegno accantonato, dimenticato, sepolto dall’affanno della routine quotidiana, fino all’imprevedibile incontro con un bambino di nove anni, Dickie Bach, il quale imperiosamente esigeva che l’antico impegno venisse ora mantenuto. In questo straordinario romanzo, Richard si accinge a mostrare a Dickie le cose che veramente contano nella vita, ma si accorge ben presto che il suo insegnamento non procede secondo i piani. Un angelo, un bambino, l’ebbrezza del volo…
In un affascinante racconto autobiografico, l’autore dell’indimenticabile Gabbiano compie una serie di riflessioni sul suo passato, sull’amore e il dolore, sul valori perduti dell’infanzia, la solidarietà, le illusioni, il coraggio di abbandonare la sicurezza del nido per realizzare pienamente la propria vita, trovando insolite, sorprendenti risposte a domande eterne: una suggestiva e struggente avventura della mente e del cuore, che si rivolge «al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi tutti».

Richard Back è l’autore di successo di molti libri, tra cui Uno, Un ponte sull’eternita, Hlusionie Il gabbiano Jonathan Livingston. Vive con la moglie, Leslie Parrish-Bach, su un’isola.

Il Triangolo Maledetto – E Altri Misteri del Mare

Il Triangolo Maledetto – E Altri Misteri del Mare

Titolo originale: Invisible Horizons

Autore/i: Gaddis Vincent

Editore: Armenia Editore

traduzione di Loredana Musso.

pp. 320, nn. tavole b/n f.t., Milano

Chi non ha mai pensato, qualche volta, agli innumerevoli misteri che il mare custodisce gelosamente? E chi, almeno una volta non ha sentito parlare di navi fantasma o di equipaggi scomparsi? Dove finisce la leggenda e dove invece comincia la realtà?
In questo libro troviamo la descrizione di avvenimenti reali, riportati da fonti attendibili quali il Notices to Mariners pubblicato dalla U.S. Navy Hydrographic Office.
Vincent Gaddis, uno scrittore specializzato nello studio di avvenimenti che stanno al confine tra la leggenda e la realtà, ha svolto personalmente delle accurate ricerche sugli avvenimenti più strani e misteriosi del mare. Qui ci sono tutti i veri, grandi misteri, ci sono gli strani, sconcertanti “appuntamenti” di navi, aerei e persone con un destino tragico e sconosciuto.
Fatti inesplicabili, terrificanti, che non hanno una spiegazione logica o scientifica. Alcuni di essi sono talmente incredibili che ci costringono a considerare tutto in modo completamente nuovo.
Che cosa si può fare, infatti, quando una nave scompare per ventitrè anni e poi riappare sulle coste del Sud America, con il ponte in pezzi, le vele coperte di muffa e l’equipaggio ormai ridotto a dei cadaveri ben conservati?
Perché la bara con il corpo di un uomo seppellito nel Texas fu trascinata in mare da un uragano e poi navigò per più di 2000 miglia fino a che raggiunse la spiaggia del villaggio in cui l’uomo era nato? Quale forza misteriosa spinse un vecchio piroscafo, senza equipaggio e a motori spenti, a rompere gli ormeggi e ad entrare in mare aperto la notte in cui il suo vecchio ed unico padrone morì?
Come è possibile che una nave, con a bordo un equipaggio di morti, abbia superato il famoso Passaggio a Nord-Ovest molti anni prima che il Passaggio fosse scoperto?
Come spiegare le misteriose sparizioni di navi ed aerei, nel Triangolo delle Bermuda? C’è una risposta al mistero del Mary Celeste, la più famosa nave abbandonata?

L’Alcolismo – Patologia e Terapie del Bere

L’Alcolismo – Patologia e Terapie del Bere

Titolo originale: Alcoholism

Autore/i: Kessel Neil; Walton Henry

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

premessa editoriale di G. M. Carstairs, prefazione degli autori, traduzione dall’inglese di Sandra Bertagnoli.

pp. 184, Milano

Sul grave, complesso problema dell’alcoolismo – la cui rilevanza e individuale e sociale a un tempo – questo libro fornisce un quadro drammatico e insieme rassicurante. La drammaticità della situazione in cui l’alcoolista viene a trovarsi può infatti mutarsi nel suo pieno definitivo ricupero qualora l’approccio terapeutico sia giusto e siano disponibili le strutture sanitarie e sociali alle quali il paziente possa far ricorso anche nella fase successiva alla guarigione.
Gli autori, due esperti psichiatri, forti di una particolare esperienza nel campo del trattamento e della cura dell’alcoolismo, scrivono per il lettore comune, e del problema dell’alcoolismo esaminano tutti gli aspetti, da quello psichiatrico, a quello psicologico, a quello sociale. E una trattazione chiara, sintetica, esauriente. Kessel e Walton evitano con scrupolo facili generalizzazioni e non si disperdono in casi particolari; nella loro opera ogni metodo di cura, ogni possibile soluzione del problema, sia |’offerta di un medicinale come l’antabuse o una singolare associazione come quella degli Alcoolisti Anonimi, riceve meditata considerazione.

Neil Kessel è docente di psichiatria e preside della facoltà di medicina dell’Università di Manchester. Dirige il reparto psichiatrico della Manchester Royal Infirmary.

Henry Walton è responsabile del dipartimento psichiatrico dell’Università di Edimburgo e dirige il reparto psichiatrico universitario al Western General Hospital.

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Premessa editoriale di G. M. Carstairs

Prefazione

Capitolo primo
Che cos’e un alcoolista?

Capitolo secondo
La natura dell’alcool e i suoi effetti intossicanti

Capitolo terzo
Danni fisici prodotti dall’alcool. Danni cerebrali

Capitolo quarto
L’organizzazione sociale e il bere

Capitolo quinto
La personalità dell’alcoolista

Capitolo sesto
Cause

Capitolo settimo
Tipologia delle abitudini alcooliche

Capitolo ottavo
Stadi dell’alcoolismo

Capitolo nono
La famiglia dell’alcoolista

Capitolo undicesimo
Risultati del trattamento

Capitolo dodicesimo
L’alcoolista astinente

Capitolo tredicesimo
L’alcoolismo come problema di salute pubblica

Mezzanotte e Cinque a Bhopal

Mezzanotte e Cinque a Bhopal

Titoli originali: Il Était minuit cinq à Bhopal – Era Medianoche en Bhopal

Autore/i: Lapierre Dominique

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, lettera ai lettori dell’autore, traduzione di Elina Klersy Imberciadori.

pp. 384, 1 pianta della città di Bhopal, nn. tav. a colori f.t., Milano

Una storia vera. Una tragedia nel cuore del nostro tempo. Dopo la città della gioia, la nuova straordinaria epopea d’amore, eroismo, fede e speranza.

«Un racconto vibrante, in cui ritroviamo l’eroismo quotidiano del piccolo popolo dell’India sul cammino di una catastrofe.» (Le Figaro Magazine)

«Un libro sensibile e riccamente documentato sull’India di oggi, i suoi sogni, i suoi drammi, i suoi ricchi e i suoi poveri. Una magnifica epopea… Chiudendo questo volume, straziante daga di passioni e di speranze, il lettore non può che amare di più l’India.»

Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, a mezzanotte e cinque, una nube di gas tossico fuoriesce da una fabbrica americana di pesticidi, costruita nel cuore dell’antica città indiana di Bhopal. Ha inizio cosi la più grande catastrofe industriale della storia, con un numero imprecisato di morti – tra i sedicesimi e i trentamila – e oltre cinquecentomila feriti.
Dominique Lapierre e Javier Moro raccontano, come in un thriller, l’avventura umana e tecnologica che ha portato allo scatenarsi di questa tragedia.
Gli avvenimenti si susseguono con matematica precisione: l’esodo forzato dei contadini indiani, scacciati dalla loro terra da orde di pidocchi assassini, la scoperta di tre entomologi di New York di un pesticida miracoloso, che un gigante della chimica produce usando un gas mortale, l’idealismo di alcuni giovani ingegneri occidentali che partono per l’India convinti di poter salvare il terzo mondo dalle carestie, la costruzione a Bhopal di un impianto “innocuo come una fabbrica di cioccolato”… In un crescendo di drammaticità la storia si trasforma in una tragedia annunciata che nessuno, per un meccanismo infernale, sembra in grado di fermare.
A Bhopal, tra le feste le gioie dei dannati di una bidonville, gli eunuchi e le principesse che ammaliano i tecnici venuti dall’America, il delirio di un operaio pazzo di poesia che proclama l’apocalisse, si consuma in una notte il dramma di migliaia di persone. L’incanto da Mille e una Notte di questa splendida e meravigliosa città è distrutto per sempre. Morte, follia, piccole meschinità e atti di esemplare altruismo – fra cui quello di un piccolo gruppo di medici-eroi che muoiono rianimando le vittime con la respirazione bocca a bocca – si sovrappongono nel caos di poche ore. Centinaia i situazioni, eventi si intrecciano in questo affresco pieno d’amore, d’eroismo di fede e di speranza.
Una tragedia vera e attuale che è anche un avvertimento per tutti gli apprendisti stregoni che minacciano l’avvenire del nostro pianeta.

Dominique Lapierre, giornalista, scrittore, non ha mai smesso di percorrere il mondo all’inseguimento della grandi epopee umane,. Da anni ha avviato un’intensa attività benefica, e ha avviato un’intensa attività benefica, e ha fondato, insieme alla moglie, l’associazione “Action pour des enfants des lépreux de Calcutta”, alla quale devolve la metà dei suoi diritti d’autore, per il finanziamento di dispensari medici, scuole e centri per la lotta alla lebbra e alla tubercolosi. Si è associato a Larry Collins per scrivere «Parigi brucia?», Alle cinque della sera, Gerusalemme! Gerusalemme!, Stanotte la libertà, Il quinto cavaliere e ha poi scritto da solo La città della gioia, Più grandi dell’amore e Mille soli (tutti editi da Mondadori). Tutti i suoi libri sono best seller internazionali, pubblicati in oltre trenta lingue eletti da milioni di persone.

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Pianta della città di Bhopal
Lettera ai lettori

Prima parte
UNA NUOVA STELLA NEL CIELO DELL’INDIA
1. Petardi che sterminano, vitelli che muoiono, insetti che uccidono
2. L’olocausto planetario di miliardi di insetti devastatori
3. Un quartiere chiamato Orya basti
4. Un miliardario visionario e la sua crociata contro la fame
5. I tre forzati delle rive dell’Hudson
6. L’eroismo quotidiano del popolo dei basti
7. Una vallata americana che regnava sul mondo
8. Un topolino sotto le panche dei treni di Bhopal
9 Un veleno che ha l’odore del cavolo lesso
10. Meritavano la misericordia di Dio
11. Una mano per l’avvenire
12. Una terra promessa sulle rovine di un regno da una notte
13. Un continente di trecento milioni di contadini che parlano seicento lingue
14. Prosseneti molto particolari
15. «Uno stabilimento innocuo come una fabbrica di cioccolato»
16. Una nuova stella nel cielo dell’India
17. «Non oseranno mai lanciare i bulldozer»
18. Viaggio della paura sulle strade del Maharashtra
19. Il Circolo dei poeti pigri
20. «La Carbide ha fatto imputridire la nostra acqua!»
21. Le prime gocce mortali della “bella fabbrica”
22. Tre cisterne decorate come per carnevale
23. «Mezzo milione di ore di lavoro senza una sola giornata perduta»
24. Affondare le radici nella terra della Spianata nera

Seconda parte
UNA NOTTE BENEDETTA DAGLI ASTRI

25. Un gas che fa ridere prima di uccidere
26. “Sarete tutti ridotti in polvere”
27. Un tesoro di Ali Baba per gli eroi della Spianata nera
28. L’arrivo di un finanziere amante del buon whisky
29. «La mia bella fabbrica stava perdendo l’anima»
30. I fidanzati dell’Orya basti
31. Fine di un sogno per un giovane indiano
32. La vendetta del popolo della Spianata nera
33. Feste che accendevano i cuori
34. Una domenica diversa dalle altre
35. Una notte benedetta dagli astri

Terza parte
TRE SARCOFAGI SOTTO LA LUNA

36. Tre sarcofagi sotto la luna
37. «E se hi astri fossero in sciopero?»
38. I geyser della morte
39. Polmoni che scoppiano nel cuore della notte
40. «Qualcosa che va al di là di ogni intendimento»
41. «Qui c’è l’inferno»
42. Un sant’uomo seminudo in mezzo a vapori mortali
43. La danzatrice non era morta
44. «A morte l’assassino Anderson!»
45. «La Union Carbide ha fatto di noi il centro del mondo»

Epilogo

APPENDICI

  • I protagonisti
  • Ringraziamenti
  • “Tutto ciò che non viene donato va perduto”
  • Come potete aiutarci a proseguire la nostra azione di solidarietà nei confronti di uomini, donne e bambini tra i più diseredati del mondo