Libri dalla categoria Vita di Santi
La Ruota dell’Aquila Bianca – 46 Carte per Vivere la Saggezza Pellerossa
46 carte a colori della ruota di medicina – Volume illustrato con istruzioni complete sull’uso delle carte – Saggezza pellerossa applicabile alla vita di tutti i giorni – Come risolvere i problemi attraverso la nostra guarigione spirituale
Autore/i: Wa-Na-Nee-Che; Harvey Eliana
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
prefazione, introduzione e presentazione degli autori, fotografie delle carte di Stephen Marwood, collana: Saggezza Pellerossa.
pp. 132, 46 carte a colori, numerose illustrazioni in b/n, Vicenza
La Ruota di Medicina dell’Aquila Bianca è un’opera ideata per essere una guida semplice, passo dopo passo, ai sacri insegnamenti dei Nativi Americani. Usando il volume illustrato ed il suo potente mazzo di carte, e con Wa-Na-Nee-Che come guida, progrediremo attraverso tre livelli di apprendimento. Ci verrà insegnato come comunicare con gli animali, che ci mostreranno le loro vie di medicina. Scopriremo come accedere alle energie e agli insegnamenti dei nostri antenati e impareremo come utilizzare le quattro fonti creative di potere attraverso i loro simboli archetipi.
La Ruota di Medicina dell’Aquila Bianca costituisce un valido aiuto per la soluzione dei problemi in tutti i campi della vita. Ben presto si realizza che i suoi insegnamenti generano ispirazione ed un considerevole potere di intuizione.
I popoli nativi d’America sono molto preoccupati per il modo in cui stiamo trattando il nostro pianeta e sentono che siamo sull’orlo del disastro sociale ed ecologico. Essi credono che questo possa essere evitato solo attraverso una più profonda comprensione spirituale di noi stessi e del mondo della natura. Fino a poco tempo fa i Nativi Americani erano riluttanti a condividere la loro saggezza col mondo occidentale. Ma ora, col beneplacito degli anziani e dei consiglieri spirituali dei nativi del Nord America, Wa-Na-Nee-Che ed Eliana rivelano come questa sacra conoscenza possa essere d’aiuto per tutti noi. Wa-Na-Nee-Che, che nel linguaggio Lakota significa Colui di cui il popolo ha bisogno, è uno dei pochi nativi che desiderano far conoscere la saggezza originale del vecchio modo di vivere. Egli ci aiuterà a scoprire la saggezza dentro di noi. Impareremo come vivere in armonia, non solo con noi stessi, ma con tutti gli esseri viventi attorno a noi e con tutti i figli di Madre Terra.
Wa-Na-Nee-Che, di madre Ojibwa e padre Lakota, discende da una lunga tradizione di uomini di medicina e sciamani. È uno dei pochi nativi americani ancora desiderosi di condividere la saggezza originale dei vecchi modi di vita e, come sciamano e consigliere spirituale, offre insegnamenti sacri in modo adeguato al mondo occidentale, sotto forma di seminari e workshop. Wa-Na-Nee-Che lavora nel campo dei diritti civili e ha collaborato con comitati educativi e consultivi nel tentativo di migliorare le condizioni dei popoli nativi. Ha iniziato il primo Programma di Studi Indiani degli Stati Uniti e tiene regolarmente conferenze sullo stile di vita dei Nativi Americani presso università e college.
Eliana Harvey è terapeuta e scrittrice con un profondo interesse per la cultura e la tradizione dei Nativi Americani. È co-fondatrice dello Spiritual Quest Centre di Dorset, in Gran Bretagna, e si trova sul cammino spirituale dal 1960. Tiene regolarmente workshop sugli insegnamenti sciamanici delle tradizioni nativa americana e celtica. Il suo nome di Medicina, datole da Brooke Medicine Eagle, è Bear Grandmother Calls Her (Grande Nonna Orsa La Chiama).
Prefazione
Introduzione
Presentazione
Capitolo I. – Livello dell’apprendista
Carte degli animali
- Aquila
- Orso
- Tasso
- Castoro
- Ragno
- Farfalla
- Cavallo
- Bisonte
- Formica
- Lontra
- Coniglio
- Serpente
- Porcospino
- Puma
- Libellula
- Cane
- Delfino
- Tartaruga
- Cervo
- Balena
- Alce
- Volpe
- Coyote
- Lince
- Corvo
- Colibrì
- Gufo
- Falco
Come usare le carte degli animali
- Ruota di Medicina delle 4 Direzioni
- Ruota di Meddelle 4 Direzioni, Tipo elaborato
- Capanna del sudore
- Cerimonia del tabacco
- Guarigione della Tana dell’Orso
- Ruota di Medicina Completa
- Trovare l’Animale di Potere
Capitolo II. – Livello dello studente
Carte dei grandi Nonni e delle grandi Nonne
- Grande Nonno Portatore di Pipa
- Grande Nonno Tessitore di Sogni
- Grande Nonno Danzatore del Sole
- Grande Nonno Uomo di Medicina
- Grande Nonno Spirito Guerriero
- Grande Nonno Approvvigionatore
- Grande Nonno Custode delle Memorie
- Grande Nonna Tessitrice
- Grande Nonna Levatrice
- Grande Nonna Donna di Medicina
- Grande Nonna Osservatrice delle Stelle
- Grande Nonna Custode di Saggezza
- Grande Nonna Danzatrice dell’Arcobaleno
- Grande Nonna Cantastorie
Come usare le carte dei Grandi Nonni e delle Grandi Nonne
- Concilio dei Grandi Nonni e dGrandi Nonne a 2 carte
- Concilio dei Saggi
- Sacro Sentiero
- Passaggio
- Ricerca della Visione
Capitolo III. – Livello dell’anziano
Carte Totem
- Capanna del Sudore
- Tamburo
- Ruota di Medicina
- Palo del Totem
Come usare le Carte Totem
- Ruota di Medicina
- Sacra Pipa
- Cerimonia d’Iniziazione
- La Grande Cerimonia
Cerimonie e rituali
- Creare un Altare
- Cerimonia della Decisione
- Cerimonia della Ricerca della Visione
Cerimonia Finale
Conclusione
Glossario
Tribù Native americane
Letture consigliate
Ringraziamenti
La Potenza dello Spirito e i Suoi Segreti
Autore/i: Lorayne Harry
Editore: Edizioni Europost
traduzione italiana di Lidia Ventura.
pp. 256, Brescia
L’autore di questo metodo – unico nel suo genere – che si propone di aiutare ogni essere umano a raggiungere un completo sviluppo mentale, mostrandogli appunto le meravigliose risorse ch’egli possiede in sé e delle quali non tiene conto, si chiama Harry Lorayne.
Molto conosciuto in America, Harry Lorayne non lo è ancora in Italia, ma la sua notorietà non tarderà ad essere diffusa anche da noi, grazie a questo «corso» che apparirà ben presto indispensabile a tutti, per il suo contenuto veramente provvidenziale, incoraggiante e vivificante.
Harry Lorayne, ha consacrato tutta la sua carriera allo studio dello spirito, della sua organizzazione e del suo sviluppo. Assistito nei suoi lavori dalla moglie, egli ha presentato al pubblico americano un’opera stupefacente che ha suscitato entusiasmo: «Come sviluppare una memoria superiore e ultrapotente».
Harry Lorayne appare spesso alla televisione americana in compagnia di personaggi molto noti in America come Jack Paar, Garry Moore, ecc. Una volta Paar, sentendo Lorayne chiamare per nome persone che gli erano state presentate molte ore prima, ha esclamato: «Stupefacente, prodigioso!».
Il suo primo libro «Come sviluppare una memoria superiore e ultrapotente» è diventato in certo qual modo la Bibbia della Memoria. 250.000 esemplari di quest’opera sono stati diffusi in America, ora essa sta percorrendo tutto il mondo.
Nel suo corso consacrato a «La potenza dello spirito e i suoi segreti», Harry Lorayne ha svelato i risultati delle sue ricerche sull’organizzazione dello spirito. Le idee esposte nel libro, insegnano come pensare con chiarezza e con efficienza, come utilizzare la curiosità, l’interesse, l’immaginazione, la personalità. La lettura di questo libro, che ha preso qui veste di «corso», risulta ancora più efficace dell’opera primitiva perché più interessante e seducente. Essa assicura la riuscita e, in fin dei conti, la felicità.
Harry Lorayne… l’uomo dalla memoria più straodinaria del mondo. (New York Times)
Harry Lorayne ha scritto sulla memoria il libro più pratico, più chiaro e più preciso che sia mai stato stampato. (Wichita, Kan. Eagle)
Quest’opera è interessante e piacevole ed è inoltre utile a ciuascuno di noi. (Herald Press, Los Angeles, Calif.)
Introduzione
- Prima lezione – Organizzare il vostro pensiero per ottenere il massimo risultato
- Seconda lezione – Coltivate l’interesse fino a raggiungere il successo
- Terza lezione – Risvegliate il vostro entusiasmo, aumentate la vostra energia
- Quarta lezione – Pensate con «efficienza» per ottenere risultati migliori
- Quinta lezione – Ragionate secondo la logica e nessuno potrà contraddirvi
- Sesta lezione – Pensate per creare. Uscite dai sentieri battuti
- Settima lezione – Trovate tempo per ogni cosa
- Ottava lezione – Aumentate il vostro rendimento abituandovi alla concentrazione
- Nona lezione – Cercate di conoscere a fondo i vostri problemi per risolverli meglio
- Decima lezione – Rafforzate le buone abitudini e sbarazzatevi di quelle cattive
- Undicesima lezione – Abbiate fiducia negli altri se volete riuscire
- Dodicesima lezione – Anche la curiosità può portare al successo
- Tredicesima lezione – Voi POTETE imparare ciò che VOLETE veramente conoscere
- Quattordicesima lezione – Imparare a sviluppare le vostre facoltà di osservazione
- Quindicesima lezione – Imparate a ricordare qualsiasi cosa con il minimo sforzo
- Sedicesima lezione – Imparate a ricordare i nomi e i visi delle persone
- Diciassettesima lezione – Imparare a farvi amare. Scoprite il segreto della personalità
- Diciottesima lezione – Imparare a diventare un oratore eloquente, a dimenticare il panico
- Diciannovesima lezione – Sappiate dominare le vostre preoccupazioni e i vostri pensieri. Scoprite il segreto della tranquillità di spirito
- Ventesima lezione – Imparate a reprimere la paura, a sormontare le difficoltà inevitabili
- Ventunesima lezione – Sostituite l’azione concreta al pensiero concreto
- Ventiduesima lezione – Qual’è la forma di successo che desiderate?
- Venritreesima lezione – Sappiate ciò che dovete fare affinché la fortuna vi sorrida
- Ventiquattresima lezione – Quando bisogna cominciare?
Indice
La Proiezione del Corpo Astrale
Titolo originale: The Projection of the Astral Body
Autore/i: Muldoon Sylvan; Carrington Hereward
Editore: Casa Editrice Astrolabio
unica edizione, prefazione di Sylvan Muldoon, introduzione di Hereward Carrington, traduzione di Bernardo Draghi.
pp. 332, Roma
Il corpo astrale, o corpo di energia, conosciuto con molti nomi fin dall’antichità e ben noto agli antichi egizi e ai tibetani, corrisponde esattamente al corpo fisico e in alcuni casi può distaccarsi da esso e proiettarsi nello spazio fino a distanze incredibili.
Questo libro, frutto della collaborazione tra Sylvan Muldoon e il noto ricercatore psichico Hereward Carrington, espone con la massima chiarezza e semplicità le esperienze del viaggio astrale dando chiarimenti e istruzioni sulla tecnica della proiezione del corpo astrale.
Muldoon non intende convincere gli scettici della verità dei fenomeni da lui vissuti e ripetuti centinaia di volte; egli si limita a raccontare i suoi “viaggi” senza tentare alcuna spiegazione scientifica.
Come dice il professor Carrington nell’introduzione: “In questo libro non vengono mai formulate asserzioni assurde circa ciò che è stato compiuto durante tali “viaggi astrali”. Muldoon non afferma di avere visitato pianeti lontani, e di essere tornato per descriverci i loro modi di vita; non sostiene di avere esplorato immensi e bellissimi “mondi degli spiriti”; non pretende di essere penetrato nel passato o nel futuro, di avere rivissuto qualcuna delle sue “incarnazioni” precedenti… Asserisce semplicemente di aver potuto lasciare il suo corpo fisico a volontà, e viaggiare nel presente, nelle sue immediate vicinanze, con questo o con quel veicolo, restando perfettamente conscio”.
Introduzione all’Alchimia Indiana
Autore/i: Schwarz Arturo
Editore: Editori Laterza
unica edizione, premessa dell’autore.
pp. XI-220, numerose fotografie b/n, Bari
Niente può sembrare più lontano dalle nostre preoccupazioni quotidiane, dalle problematiche scientifiche e filosofiche del nostro tempo quanto l’alchimia in generale e quella indiana in particolare.
Eppure, questa grande avventura spirituale ha precorso i principali e più attuali filoni del pensiero contemporaneo: dalla visione ecologica del mondo, dell’uomo e dell’universo, al rifiuto della camicia di forza dell’ancora imperante logica aristotelica e del principio della causalità; dalla teoria dei sistemi a quella della struttura della materia; dalla medicina psicosomatica all’esaltazione dell’amore e dell’erotismo.
L’alchimia, vera e propria filosofia della vita, riposa interamente sul presupposto della perfettibilità continua dell’individuo e della fiducia nelle sue capacità intellettive e fisiche. Per questo l’alchimia è un sistema di pensiero fondamentalmente ottimista, e in quanto tale è il luogo dove si sciolgono tutte le contraddizioni della logica occidentale.
Per l’alchimista è giustificato negare l’esistenza di un dio creatore e nello stesso tempo affermare che ne siamo parte integrante: natura maturata che si trasforma in natura naturante. L’alchimia è una filosofia materialista e essoterica e allo stesso tempo idealista e esoterica. Afferma l’unita del Tutto solamente per poter giocare sui due aspetti di questa totalità, la visione dell’alchimista è quindi monista e dualista contemporaneamente.
Nulla dimostra meglio il carattere eurocentrico della nostra cultura quanto il fatto che questo libro è la prima monografia dedicata all’alchimia indiana, che ha precorso di molti millenni quella occidentale, mentre non si contano le pubblicazioni dedicate a quest’ultima. Con l’aggravante che all’eurocentrismo si somma anche un cronocentrismo: la maggior parte dei testi sull’alchimia occidentale si sofferma solamente sul periodo più recente, quello medievale, in cui, contaminata dalle tre “grandi” religioni monoteiste, l’alchimia si era trasformata da visione libertaria e salvifica in una sordida pratica operativa, dimentica che, nella visione alchemica dell’individuo, l’oro, chiamato appunto filosofale, non rimandava al metallo, ma all’iniziato.
Le 17 rare illustrazioni che corredano il volume documentano le divinità, le pratiche operative, e alcuni momenti significativi dei riti sessuali, associati all’alchimia indiana. (Arturo Schwarz)
Premessa
Nota su pronuncia e traslitterazione
Sigle
I. Il grande rifiuto
II. L’alba: la morte, il sangue, la donna
1. Rosso: il colore dell’immortalità
2. Il sangue nei riti funerari e vitali
3. Il regressus ad uterum: rito funerario e tecnica alchemica
4. La morte alchemica
III. Il meriggio: l’alchimia spirituale
1. Definizione del termine
2. La liberazione attraverso la conoscenza del Sé
3. L’unità del Tutto
4. La dualità teologica
5. La dualità cosmologica
6. La dualità biologica
7. La dualità psicologica
8. La Pietra filosofale
IV. L’alchimia soteriologica
1. Il Signore della Trasformazione (Matangeśvara)
2. Il Signore del Rasāyana (alchimia)
3. Il Signore dell’Ayurveda (il sapere sacro relativo alla longevità)
4. Il Soma e la luna, principi dell’immortalità
5. L’alchimia corporale: Nātha siddha e Hatha Yoga
V. Il tramonto: l’alchimia operativa (Rasāyana)
1. La storia
2. Il rasa: definizione e ruolo
3. Il terzo momento: il rasa fluido vitale e elisir vegetale
4. Il quarto momento: il rasa agente di trasmutazione chimico e elisir vitae
5. Il quinto momento: il rasa nel contesto della agrochimica
Conclusione
Illustrazioni
Bibliografia
I Segreti del Dragone Rosso
La Forza Magica – Il Mana – L’Orenda – Il Wakan – I Malefici d’Amore – Erbe, Piante e Filtri Magici – La Stregoneria Beneventana – Difesa Antimagica – La Magia Salomonica – Il Segreto dell’Ouroboros – I Talismani – L’Osirificazione – La reincarnazione.
Autore/i: Daries Corrado
Editore: Libreria Editrice Corrado Rocco
il disegno di copertina è di Pier Luca Pierini.
pp. 180, nn. illustrazioni b/n, Napoli
Dal testo:
«Recenti indagini di ordine parapsicologico, etnologico e biologico, promosse da scienziati di aperta mentalità, come il prof. Aldo Cipriani e il prof. William Mackenzie, hanno mostrato che una forza paranormale presiede a tutti i fenomeni vitali, i quali, secondo i detti ricercatori, non dipendono da fattori semplicemente naturali.
L’indagine sui fenomeni paranormali, limitata all’uomo – ai medium, ai paragonati – non aveva recato alcun vero contributo alla soluzione del problema della vita, data la rarità, la fugacità e la frammentarietà delle loro manifestazioni; ma quando si scoprirono fenomeni analoghi nel regno vegetale e animale, caratterizzato questa volta da continuità e da obbligatorietà, fu evidente, almeno allo spirito degli scienziati meno misoneisti, che la vita era gestita da un potere occulto, che, per noi, è solo il residuo di quella immensa forza originaria che nel corso del presente lavoro denominiamo magica.
Fra le manifestazioni animali e vegetali che condussero a siffatte conclusioni figurano: la ricerca dei sessi, la previsione degli eventi atmosferici e tellurici, il parassitismo, la cova, la muta, le geocosmopatie, gli spostamenti pendolari di masse di individui da un’area all’altra per riprodursi e per svernare, la distribuzione geografica delle specie, le cure parentali alla prole.
«Da ciò deriva – scrive il Mackenzie – la certezza che il carattere parapsicologico e costituzionale degli esseri viventi in genere, che spinge le sue radici fino al fondo della biologia».[…]»
Capitolo I – La Forza Magica
Capitolo II – Il Mana, l’Orenda, il Wakan
Capitolo III – La Grande Magia Atlantideo-Egizia
Capitolo IV – Filtri, Malefici d’Amore, Sortilegi e Stregonerie
Capitolo V – La Filosofia Occulta e la magia Salomonica
Il Sentiero del Cielo – La Conoscenza Segreta degli Indiani d’America
Autore/i: Braschi Vincenzo
Editore: Idea Libri
prima edizione, in copertina «il sentiero del cielo» dipinto di Vincenzo Braschi (Bisonte Che Corre).
pp. 288, nn. fotografie b/n, Rimini
“L’Albero della Vita è il Cerchio Sacro che racchiude in sé ogni espressione dell’esistenza dell’intero universo: perchè tutta la vita è collegata, tutta la vita è una sola cosa.”
“Per noi un uomo è ciò che la natura o i suoi sogni decidono. È una cosa che riguarda solo lui” diceva un tempo un Uomo Sacro lakota.
“Noi rispettiamo un uomo per quello che è” gli fa eco, oggi, un giovane appartenente alla tribù degli Omaha.
Il trascorrere del tempo, la catena che salda le varie generazioni fra loro resta inossidabile per i Nativi Americani: sopra ogni cosa essi pongono il rispetto per tutto ciò che la Creazione ha posto sulla Madre Terra, animato o apparentemente privo di vita, come ingannevolmente percepiscono i nostri sensi. Così, il mondo degli uomini “diversi da tutti gli altri”, gli Heyoka della tradizione lakota (altrove chiamati Chifone, Koshare, Hoxnoka, Kwirana, Koyemsi…), ovvero i “Sacri Pagliacci” che vivevano la vita al “contrario”; o delle “Donne con Due Facce”, le “Donne Cervo”, gli “Uomini Alce”, o ancora degli Winkte gli “Uomini-donna”,o delle “Donne-uomini” -, per la prima volta vengono raccontati in quest’ultimo libro di Vincenzo Braschi sulla cultura dei Nativi Americani. Così come ci viene raccontato dell’”imparentamento” dell’intero genere umano coi “Contrari del Mondo di Sopra”: le Katchinas degli indiani Hopi, i Muxul – “I Guardiani delle Stelle” degli antichi Maya -, il Piccolo Popolo dei Cherokee, dei Seneca, dei Mohawk, dei Mi’kMaq… Perché il Grande Spirito ama le diversità e che le diversità si riconoscano in Lui e si amino per quello che sono. E perché conoscere altro no è se non ricordare, ed è giunto il momento in cui tutti dobbiamo ricordarci che siamo una sola cosa, qui su questa terra come lassù, nel Cielo, il cui sentiero che non si è mai interrotto attende finalmente di essere ripercorso come all’inizio del tempo.
Vincenzo Braschi è nato a Genova, dove si è laureato in Filosofia discutendo una tesi sulla spiritualità dei Nativi Americani delle Grandi Pianure.
Attore televisivo e cinematografico, a tale attività affianca quella di scrittore, alternando lavori comici a lavori impegnati. Dal 1996 a oggi ha preso parte ogni anno alla Danza del Sole (la cerimonia più sacra dei Nativi delle Grandi Pianure del Nord America) fra i lakota Minneconjou e i lakota Sicangu delle Riserve di Cheyenne River e Rosebud (Sud Dakota).
In seguito a una visione, dal capo Blackfoot Rufus Goodstriker (Seen from Afar), ha ricevuto il suo nome indiano: Iniumah-kà, “Bisonte Che Corre”. Sempre sulla cultura dei Nativi Americani, Vincenzo Braschi ha pubblicato anche: “Il Popolo del Grande Spirito”, “Sono tra noi”, “Il cerchio senza fine”, “Questa Terra è la Madre di Tutti”, “Vicini alla Creazione”.
Capitolo I
- Un uomo buffo
Capitolo II
- Un mondo al contrario
- Donne con due facce
- Donne cervo, uomo alce
Capitolo III
- Uomini-donne, donne-uomini
Capitolo IV
- I “contrari” del mondo di sopra
Capitolo V
- Il sacro albero della vita
Capitolo VI
- Il mondo che abbiamo voluto
Capitolo VII
- Il sentiero del cielo
- Iktoni Wicahpi Wicohan
- Unci Iktomi Wicahpi Wicohan
Il Cervello Emotivo – Alle Origini delle Emozioni – Alle Radici delle Emozioni
Titolo originale: «The Emotional Brain. The Mysterious Underpinnings of Emotional Life»
Autore/i: LeDoux Joseph
Editore: Baldini & Castoldi
prefazione dell’editore, traduzione dall’americano di Sylvie Coyaud
pp. 406, nn. fig. e fotografie b/n, Milano
«Una magnifica guida alla comprensione della nostra vita emotiva e al suo territorio d’origine: il cervello. Con Il cervello emotivo, LeDoux condivide con il lettore le proprie ricerche d’avanguardia, in uno stile scorrevole e suadente. Un libro che raccomando vivamente.» (Daniel Goleman, autore di Intelligenza emotiva)
«In questo libro meraviglioso, LeDoux ci guida attraverso le più recenti conoscenze delle emozioni, sia da una prospettiva comportamentistica che da una visione neurobiologica, il tutto con uno stile chiaro, coinvolgente e accessibile a chiunque. Il cervello emotivo ci regala un senso nuovo, più profondo, della nostra personale vita emotiva.» (Eric K. Kandel, Columbia University)
«Con un dialogo semplice e chiaro con il lettore, LeDoux porta anche i meno esperti lungo un affascinante percorso che attraversa alcuni dei territori più complessi della biologia e della psicologia… un quadro molto aggiornato di quello che sappiamo (o crediamo di sapere) su come il cervello usa, genera e reagisce alle emozioni.» (Floyd E. Bloom, direttore di Science)
«Joseph LeDoux narra la storia delle emozioni, della coscienza e del cervello, e riesce a svelare i misteri del cervello emotivo.»
(Howard Eichenbaum, Istituto di Psicologia della Boston University)
Cosa succede nel cervello quando proviamo paura e amore, gioia e odio, rabbia e felicità? Esiste un modo per controllare le emozioni o sono loro, sempre e comunque, a controllare noi? Gli animali provano emozioni? E come mai episodi della nostra infanzia, anche quelli che abbiamo dimenticato, continuano a influenzare i nostri comportamenti da adulti? Sono queste, e tante altre per la verità, le domande che hanno spinto Joseph LeDoux, neurobiologo di fama mondiale, a scrivere Il cervello emotivo. Il risultato è un libro di grande efficacia, capace di aggiornarci – con chiarezza e semplicità – sulle ricerche che hanno portato a quella «rivoluzione emotiva» che negli ultimi tempi ha invaso i settori e le discipline più disparate, dalla psicologia alla letteratura al marketing.
LeDoux, ispiratore e protagonista del libro di Daniel Goleman, Intelligenza emotiva, indaga in maniera spregiudicata tra i meccanismi cerebrali alla base delle nostre emozioni e che solo ora si vanno rivelando ai ricercatori. A differenza dei sentimenti consci, quelli di cui siamo pienamente consapevoli, le emozioni hanno origine a un livello ben più profondo della mente e sono il risultato di sofisticati sistemi neurali comparsi nel corso dell’evoluzione con un obiettivo preciso: garantire la sopravvivenza dell’individuo. Nel funzionamento del cervello emotivo i sentimenti consci sono irrilevanti, mentre sono le emozioni ad avere un ruolo determinante. Anche se si tratta di meccanismi neurali, ciò che le scatena può mutare attraverso l’esperienza.
Proprio questa – dice LeDoux – è la chiave per capire, e forse per cambiare, la nostra costituzione emotiva. Con le sue implicazioni per la comprensione della natura umana, Il cervello emotivo è un resoconto sorprendente e intrigante di come la scienza, la neurobiologia in particolare, stia cambiando il nostro modo di vedere – e vivere – le nostre emozioni.
Joseph LeDoux è considerato uno dei più importanti studiosi di neurobiologia.
Docente al Center for Neural Science della New York University, ha ricevuto importanti riconoscimenti dal National Institute of Mental Health come il Merit Award e il Research Scientist Development Award. Le sue ricerche sono state finanziate dalle più prestigiose società scientifiche, come la National Science Foundation e l’American Heart Association.
Prefazione
1. Che cosa c’entra l’amore?
2. L’anima nel freezer
3. Sangue, sudore e lacrime
4. Il Santo Graal
5. Com’eravamo
6. Alcuni gradi di separazione
7. Alla ricerca delle emozioni perdute
8. Il lato selvaggio
9. Da capo, con sentimento
Note
Bibliografia
Indice dei nomi
Indice tematico
Il Capitale Intellettuale – La Nuova Ricchezza
Titolo originale: Intellectual Capital – The New Wealth of Organizations
Autore/i: Stewart Thomas A.
Editore: Ponte alle Grazie
prefazione e prefazione alla seconda edizione dell’autore, traduzione di Marina Astrologo ed Elena Recchia.
pp. 368, nn. fig. b/n, Milano
«Il capitale fisso oggi necessario per creare ricchezza non è la terra né il lavoro fisico né le macchine utensili né gli stabilimenti: è un capitale fatto di conoscenza.»
«Il capitale intellettuale è tutto quel materiale – sapere, informazione, proprietà intellettuale, esperienza – che può essere messo a frutto per creare ricchezza. È brainpower collettivo. È difficile da individuare e ancor più difficile da dispiegare in modo efficace. Ma chi lo trova e lo sfrutta, vince.»
Nell’Era dell’informazione, il sapere è diventato il fattore chiave della vita economica.
E così oggi la vera ricchezza delle aziende non sono più le risorse naturali né i macchinari, e nemmeno il capitale finanziario: la materia prima più preziosa è il capitale intellettuale.
Dall’osservatorio privilegiato di Fortune, la più importante rivista americana di economia, Thomas A. Stewart ha raccolto il materiale per una teoria dalla dirompente forza rivoluzionaria. Ne è scaturito un libro che offre una visione precisa e convincente del futuro, corredato da un rigoroso apparato di consigli dall’immediata applicazione pratica per trasformare il capitale di conoscenze di un’azienda (o di se stessi) nell’arma con cui vincere il gioco della competizione.
Con una scrittura brillante costellata di esempi e aneddoti, Stewart mostra come liberare le risorse nascoste di una società, come trovarle nel talento dei dipendenti, nella lealtà dei clienti e nel sapere collettivo insito nella cultura, nei sistemi e nei processi di un azienda. E suggerisce il modo di mettere a frutto questi beni vitali che finora sono stati ignorati o sottovalutati.
Thomas A. Stewart lavora come editor per la rivista americana Fortune. È stato tra i primi al mondo a occuparsi di “capitale intellettuale” in una serie di articoli fondamentali che gli hanno fatto guadagnare la fama internazionale di esperto assoluto del settore e gli importanti riconoscimenti dell’istituto Planning Forum e del gruppo di ricerca britannico Business Intelligence.
Prefazione
Prefazione alla nuova edizione
Ringraziamenti
Parte prima – L’Era dell’informazione
Capitolo 1
L’economia del sapere
Capitolo 2
L’impresa della conoscenza
Capitolo 3
Il lavoratore della conoscenza
Parte seconda – Il capitale intellettuale
Capitolo 4
Il tesoro nascosto
Capitolo 5
La mappa del tesoro
Capitolo 6
Il capitale umano
Capitolo 7
Il capitale strutturale
Capitolo 8
Il pericolo di investire troppo in conoscenza
Capitolo 9
Il capitale-clienti. Guerre e alleanze dell’informazione
Parte terza– La rete
Capitolo 10
La nuova economia dell’informazione
Capitolo 11
L’organizzazione di rete
Capitolo 12
La vostra carriera nell’Era dell’informazione
Postfazione
Appendice
Note
Indice dei nomi
Il Mago della Guerra – Seconda Guerra Mondiale. L’Incredibile Storia dell’Uomo che Fece Scomparire il Canale di Suez
Titolo originale: The War Magician
Autore/i: Fisher David
Editore: Longanesi & C.
introduzione dell’autore.
pp. 440, Milano
In guerra, uomini normali dotati di capacità speciali possono diventare eroi. Questa è la storia di uno di loro, un soldato davvero fuori del comune. Nato in una famiglia di illusionisti, Jasper Maskelyne si guadagna la vita sbalordendo il pubblico. È un tranquillo padre di famiglia e un marito affettuoso. Ma quando la guerra divampa e lo spettro del nazismo minaccia il suo Paese, non ha esitazioni: servirà l’Inghilterra anche a costo della vita. Jasper, uomo infaticabile e d’ingegno, è convinto di poter essere più utile alla patria applicando i «trucchi di famiglia» sul campo di battaglia che non con un fucile in mano. In fondo, la strategia si basa sul depistaggio e l’illusione, due cose che conosce benissimo. Le sue proposte, accolte dapprima con un certo scetticismo, convincono il genio militare inglese ad affidargli una piccola ma autonoma brigata che chiamerà Banda dei Miracoli. Mentre Rommel, la «volpe del deserto», sembra inarrestabile nella sua marcia verso Il Cairo e le sorti della guerra appaiono sempre più incerte, Maskelyne e soci vivono avventure a volte paradossali, spesso pericolose, giocando a rimpiattino con il controspionaggio tedesco. Spostano il porto di Alessandria, fanno sparire il canale di Suez, creano armate e flottiglie fantasma in un intersecarsi di vicissitudini risvolti amorosi compresi – che rendono questo libro appassionante come un romanzo.
Con uno stile piacevolissimo e accurate descrizioni dei «marchingegni» della Banda, il volume racconta tutte le fasi più drammatiche della campagna del Nordafrica sino alla battaglia decisiva non solo per le sorti della guerra nel deserto, ma di tutto il secondo conflitto mondiale: El Alamein. Nella quale Jasper Maskelyne – l’arma più segreta degli inglesi – realizzò dal nulla il proprio capolavoro: un esercito di cartone in prima linea con tanto di carri armati e trasporti truppe per creare la più grande illusione sotto il fuoco, autentico, dei cannoni nemici.
David Fisher, giornalista e scrittore inglese, ha pubblicato, tra gli altri, diversi volumi sulla seconda guerra mondiale, tra cui Operation Lucy: The Most Secret Spy Ring of the Second World War e Kristallnacht: The Beginning of the Holocaust. Vive a New York con la moglie e due figli.
La Spia Penkovskij
Titolo originale: The Penkovskij Papers
Autore/i: Penkovskij Oleg
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, nota all’edizione e introduzione generale di Frank Gibney, prefazione di Edward Crankshaw, commento personale di Greville Wynne, traduzione dall’inglese di Laura Grimaldi.
pp. XVI-448, 23 illustrazioni b/n f.t., Milano
Chi era Oleg Penkovskij? Un colonnello dell’esercito sovietico più volte decorato al valor militare, ufficiale dei servizi segreti del suo paese, esperto in relazioni internazionali. Era però anche una spia a favore dei paesi occidentali. Lavorò in stretto contatto con i servizi segreti anglo-americani, finché, nel 1963, venne arrestato, processato e condannato a morte. Il governo sovietico tentò di minimizzare l’operato di Penkovskij e di far passare il colonnello per un semplice ufficiale della riserva. Poi, quando tutto sembrava ormai dimenticato, scoppiò la bomba: in Inghilterra furono pubblicati i diari di Penkovskij. L’opinione pubblica mondiale fu scossa. Un altro caso di spionaggio ad altissimo livello con implicazioni politiche e militari tali da mettere a repentaglio la pace mondiale? L’ambasciatore sovietico a Londra presentò una nota di protesta e smentì l’autenticità dei diari. Scrittori autorevoli come John Le Carré si occuparono vivamente dell’«affaire». Funzionari della CIA e dell’Intelligence Service, violando la regola del silenzio, concessero interviste esplosive ai maggiori quotidiani e ai più importanti settimanali del mondo. Insomma, si sviluppò una reazione a catena che sortì il risultato opposto a ciò che il governo sovietico aveva desiderato: il caso Penkovskij assunse proporzioni gigantesche. Il colonnello fu paragonato a Fuchs, ad Abel, a Sorge. I suoi diari vennero attentamente studiati, commentati, annotati brano per brano. Ma che cosa rappresentano, in realtà, questi diari? Per il colonnello Penkovskij, un testamento spirituale. Per i servizi segreti, una ricca documentazione sul metodi di spionaggio. Per i governi, una lezione di cautela. Per il lettore uno straordinario racconto spionistico che supera qualsiasi costruzione romanzesca. Scritti sotto l’assillo della paura, in corsa con il precipitare degli eventi, i diari di Penkovskij rivelano in più punti la frammentarietà delle annotazioni rapide e furtive, e assumono la drammaticità di un estremo messaggio affidato alla bottiglia. Il messaggio di un uomo che ha pagato di persona la sua solitaria rivolta.
Nota all’edizione americana
Prefazione di Edward Crankshaw
Un commento personale di Greville Wynne
Il carteggio Penkovskij
Introduzione generale
I. L’ambiente in cui vivo
Introduzione al capitolo secondo
II. L’oscuro mondo del GRU
Introduzione al capitolo terzo
III. La lezione di Prichodko
Introduzione al capitolo quarto
IV. Il Comitato di Penkovskij
Introduzione al capitolo quinto
V. Il culto di Chruščëv
Introduzione al capitolo sesto
VI. L’esercito di Chruščëv
Introduzione al capitolo settimo
VII. Note spionistiche
Introduzione al capitolo ottavo
VIII. I grandi
Introduzione al capitolo nono
IX. Armi atomiche e missili
Introduzione al capitolo decimo
X. Complicazioni a Mosca e all’estero
Epilogo: Il processo
Appendici
Tavole
L’Automobile negli Anni ’30-40
Titolo originale: Cars of the Thirties and Forties
Autore/i: Sedgwick Michael
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, edizione italiana a cura di Aldevano Becarelli.
pp. 242, 450 illustrazioni di cui 200 a colori, Milano
Gli anni Trenta segnano l’inizio dell’era dell’automobile che, fra l’inizio di questo decennio e la fine del successivo, diventò un normale e diffuso mezzo di trasporto, mentre i più avanzati metodi di produzione completavano il processo di trasformazione dell’automobile da passatempo per ricchi a prodotto di consumo per milioni di lavoratori.
Questo libro ripercorre lo straordinario progresso tecnico compiuto dall’automobile negli anni Trenta e continuato negli anni Quaranta, con capitoli sui principali miglioramenti meccanici – trazione anteriore, sospensioni indipendenti, sincronizzatori, cambio automatico – e sui perfezionamenti della carrozzeria monoscocca, compresa l’introduzione delle curve raccordate, della corretta ventilazione e della linea aerodinamica.
L’autore, dopo aver esaminato lo sviluppo dell’industria automobilistica nei paesi maggiori produttori, passa a trattare altri argomenti di notevole interesse: dal tipo di pubblicità usato per reclamizzare le automobili ai veicoli speciali come le auto sportive e quelle a trazione integrale.
Oltre 450 illustrazioni (200 a colori) di grande precisione e bellezza forniscono all’appassionato dell’automobile una documentazione di questo importante periodo della storia dell’auto moderna.
Michael Sedgwick è un’autorità nella storia dell’automobilismo: è stato per otto anni curatore del Montagu (ora National) Motor Museum in Gran Bretagna, di cui è tuttora consulente. Ha scritto molti libri e collabora regolarmente a riviste specializzate in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. È stato per vent’anni redattore del Veteran and Vintage Magazine e si è occupato assiduamente della catalogazione delle automobili antiche destinate alle aste.
Prefazione
- L’eredità degli anni Venti
- Il perfezionamento tecnico
- Le carrozzerie: bellezza e altro
- La pubblicità è l’anima del commercio
- Lusso al tramonto
- Ciascuno a suo gusto
- Il dopoguerra
Bibliografia
Indice analitico
Perché si Ride
Umorismo, Comicità, Ironia
Autore/i: Autori vari
Editore: Moretti & Vitali Editori
a cura di Paolo Francesco Pieri, testi di: Giuseppe Di Giacomo, Adriano Fabris, Enrico Ghidetti, Vladimir Jankélévitch, Mauro La Forgia, Luca Lupo, Paolo Francesco Pieri, Antonello Sciacchitano, Carlo Sini, Davide Sparti, Antonio Trizzino.
pp. 184, Bergamo
L’umorismo è come Dio: se ne può dire solo quello che non è. È sempre qualcos’altro […]. Nell’umorismo non c’è un segreto da comprendere o da indovinare, come nella battuta o nel gioco di parole. È l’intero pensiero a esser rivestito di umorismo […]. L’umorista in quanto tale […] non fa giochi di parole – se non per falsa grossolanità. Anzi, in un umorista sottile, la volgarità può essere persino una ricercatezza dell’ingegno: un’ingegnosità al quadrato. […]
L’umorismo comporta sempre un polo che espone e la coscienza dell’altro. (Vladimir Jankélévitch)
In copertina: Paul Klee, La rivoluzione del viadotto (1937)
PREFAZIONE
Umorismo e innovazione della conoscenza. La transizione dei codici simbolici e lo sconquasso nel corpo dei saperi, Paolo Francesco Pieri
PARTE PRIMA
- L’umorismo è la rivincita dell’uomo debole, Vladimir Jankélévitch
- Umorismo alla lettera, Carlo Sini
- Verso una poetica dell’esistenza: L’umorismo di Pirandello, Enrico Ghidetti
- Il pozzo e la scala. L’umorismo etico di Wittgenstein, Luca Lupo
PARTE SECONDA
- Morire dal ridere. Quattro figure del Comico, Antonio Trizzino
- Sul ridere in alcune prospettive religiose, Adriano Fabris
- Perché nella scienza non si piange e non si ride?, Antonello Sciacchitano
PARTE TERZA
- Note su ironia, consapevolezza e processo conoscitivo, Mauro La Forgia
- Ironia e romanzo, Giuseppe Di Giacomo
- Tea for two. L’ironia nel jazz di Thelonious Monk, Davide Sparti
DIALOGO CON VLADIMIR JANKÉLÉVITCH
Gli Autori
Diario Spirituale di un Monaco Cristiano – Samnyāsīn Hindū 1948 – 1973
Titolo originale: La montée au fond du coeur. Le Journal intime du Moine Crétien-samnyāsīn hindou 1948 – 1973
Autore/i: Le Saux Henri
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
cura e prefazione di R. Panikkar, traduzione di Claudio Lamparelli, con la collaborazione di Milena Carrara Pavan.
pp. 520, 2 carte geografiche b/n e nn. tavole b/n f.t., Milano
“Mi sento nello stesso tempo profondamente cristiano e profondamente hindū… L’induismo si fonderà con il cristianesimo senza perdere nessuno dei suoi valori positivi… Non si tratta, dunque, né nella mia vita né nei miei sogni di una impossibile conciliazione di elementi contraddittori, né di un trascendimento mistico di questi elementi divergenti. La realtà è molto più profonda e bella.”
Questo diario, come tutti i grandi documenti spirituali, non è stato scritto per essere pubblicato. Tuttavia la vita terrestre di Henri Le Saux è rimasta nascosta agli occhi del grande pubblico, a cominciare dalla scelta a 19 anni di entrare nell’abbazia benedettina di Kergonan in Bretagna. Sempre più attratto dall’India, nel 1948, all’età di 38 anni, vi si stabilì definitivamente. Qui ebbe inizio una straordinaria avventura spirituale, che l’avrebbe portato alla trasformazione radicale testimoniata dal Diario.
In pagine sofferte, luminose, talora al punto da risultare come infuocate, si assiste alla lotta di un cristiano alle prese con se stesso.
Per restare fedele alla verità, ne viene travolto: «Sono venuto qui per farti conoscere dagli amici hindū, ma sei tu che ti sei fatto conoscere da me grazie a loro», scriverà nel Novembre del 1956. Ne nasce un dilemma che Le Saux supererà solo grazie alla certezza che era Cristo stesso, nel suo cuore, a mostrargli la verità della spiritualità hindū. Ciò che Le Saux viveva solitariamente a metà del secolo scorso, è divenuto ormai un’esperienza reale per gli uomini d’oggi, destinati a scontrarsi sempre più con l’enigma della pluralità delle fedi religiose. Ciò che Le Saux sperimentava nella sua carne incontrando la spiritualità hindū, è ormai una sfida quotidiana per molti cristiani d’oggi che vivono con a fianco coi fedeli di altre religioni. Questo Diario è la testimonianza straordinaria di chi, senza rompere con il passato, senza ripudiarlo, è stato capace di trasformarlo grazie alla fede e alla fedeltà.
Henri Le Saux (Svāmī Abhisiktānanda), monaco benedettino francese, nasce a Saint-Briac in Bretagna) nel 1910. Nel 1948 lascia l’Europa per unirsi a Padre Jules Monchanin nell’āśram di Śantivanam nel Sud dell’India. Qui «scopre» l’advaita attraverso la meditazione delle Upaniṣad e grazie all’incontro con due grandi maestri: Rāmaṇa Mahāṛṣi e Gnānānanda. Divenuto samnyāsin, trascorre lunghi periodi da eremita prima su Aruṇācala poi sull’Himalaya, vivendo nella profondità della sua coscienza l’esperienza, spesso dolorosa e angosciante, dell’incontro tra due tradizioni culturali e spirituali apparentemente inconciliabili, quella di provenienza e quella cui approdava con grande attenzione e stupore. Solo raggiungendo la Sorgente, simbolicamente rappresentata dal santo Graal, Henri le Saux riuscirà a trascendere ogni tensione e a scoprire la pienezza della gioia (ananda). Muore nel 1973 e i suoi libri diventano ben presto un riferimento importante nel dialogo interreligioso. In Italia sono stati pubblicati: Tradizione hindū, mistero trinitario (1989); Alle sorgenti del Gange: pellegrinaggio spirituale (1994); Risveglio a sé, risveglio a Dio (1996); Il padre nostro. Un cammino iniziatico (1996),
Raimon Panikkar (Barcellona 1918), considerato fra i maggiori pensatori della nostra epoca, partecipa di una pluralità di tradizioni: indiana ed europea, hindi e cristiana, scientifica e umanistica. Laureato in chimica, filosofia e teologia, ordinato sacerdote nel 1946, ha tenuto corsi e lezioni nelle maggiori università d’Europa, India e America.
Autore di numerosi libri e articoli su argomenti che vanno dalla filosofia della scienza alla metafisica, alla teologia e alle religioni comparate. Tra le sue opere apparse in italiano si segnalano: Trinità ed esperienza religiosa dell’uomo (1989); La nuova innocenza (1996); La pienezza dell’uomo. Una cristofania (2000); L’esperienza filosofica dell’India (2000); Mito, fede ed ermeneutica. Il triplice velo della realtà (2000); L’incontro indispensabile: il dialogo delle religioni (2001); I Veda, Antologia dei testi fondamentali della rivelazione vedica (2002).
Prefazione
Cronologia
Bibliografia
Sigle e abbreviazioni
- 1948. Arrivo nelle Indie: la realizzazione di un sogno
- 1949. Immersione nel Tamil Nadu
- 1950. L’āśdsram della Trinità
- 1951. La cristallizzazione di una vocazione
- 1952. Nelle grotte di Aruṇācala
- 1953. Approfondimento della sua fede cristiana attraverso un’esperienza hindū
- 1954. Lacerato dall’esperienza religiosa
- 1955. Sull’orlo dell’abisso
- 1956. Sempre più in solitudine
- 1957. Un anno di transizione
- 1958. Lo sguardo interiore si apre sul mondo esteriore
- 1959. Il richiamo dell’Himālaya
- 1960. Cittadino indiano di Śāntivanam1961. Un rifugio sull’Himālaya
- 1962. La vita attiva di un contemplativo
- 1963. Fondatore o eremita?
- 1964. Un pellegrinaggio alle sorgenti
- 1965. Verso la Saggezza
- 1966. Un cristocentrismo non settario
- 1967. Un «no» all’Occidente e un nuovo progetto
- 1968. Eremita di Gyansu
- 1969. Uomo di Chiesa
- 1970. Pellegrino sessantenne dell’Himālaya
- 1971. Svāmī dell’India cristiana
- 1972. Il guru trova il suo discepolo
- 1973. Il passaggio sull’altra riva
Glossario
Indice dei nomi
Indice degli argomenti
I Fondamenti del Misticismo Tibetano – Secondo gli Insegnamenti Esoterici del Grande Mantra Om Mani Padme Hum
Titolo originale: Foundations of Tibetan Mysticism
Autore/i: Lama Anagarika Govinda
Editore: Ubaldini Editore
unica edizione, prefazione dell’autore, tavole fotografiche di Li Gotami, traduzione di Maria Chiara Celletti.
pp. 316, 1 tavola b/n f.t., numerose illustrazioni b/n, Roma
Dalla prefazione:
«L’importanza della tradizione tibetana per il nostro tempo e per lo sviluppo spirituale dell’umanità è dovuta al fatto che il Tibet è il nostro ultimo legame vivente con le civiltà di un lontano passato. I culti misterici dell’Egitto, della Mesopotamia e della Grecia, degli Incas e dei Maya, sono periti con la distruzione delle loro civiltà e, se si toglie qualche frammento sparso, sono perduti per sempre.
Le antiche civiltà dell’India e della Cina, pur se ben conservate nella loro arte e letteratura, e pur se ancora restano accese qua e là sotto le ceneri del pensiero moderno, sono ricoperte e compenetrate da tanti strati di differenti influenze culturali che è difficile, se non impossibile, separare i vari elementi e riconoscere la loro natura originale.
Il Tibet, grazie al suo naturale isolamento e alla sua inaccessibilità (rinforzata dalle circostanze politiche degli ultimi secoli) è riuscito non solo a preservare ma a mantenere in vita le tradizioni del remotissimo passato, la conoscenza delle forze nascoste dell’anima umana e le somme conquiste e gli insegnamenti esoterici dei santi e dei saggi indiani.
Ma nel turbine degli avvenimenti che trasformano il mondo, a cui nessuna nazione della terra può scampare e che trascinerà anche il Tibet fuori del suo isolamento, queste conquiste spirituali andranno perdute per sempre se non diventeranno parte integrante di una futura civiltà superiore dell’umanità.
Anticipando il futuro, Tomo Géshé Rimpoché (tro-mo dge-bśes rin-po-che), uno dei sommi maestri spirituali del Tibet moderno e un vero maestro della visione interiore, lasciò il suo remoto eremitaggio sulle montagne, in cui aveva praticato la meditazione per vent’anni, e proclamò che era venuto il momento di aprire al mondo i tesori spirituali celati e custoditi nel Tibet per più di mille anni. Infatti l’umanità si trova al crocevia delle grandi decisioni: davanti a sé ha la Via del Potere, attraverso il controllo delle forze della natura – una via che conduce alla schiavitù e all’autodistruzione – e la Via dell’Illuminazione, attraverso il controllo delle forze dentro di noi – che porta alla liberazione e all’autorealizzazione.»
Morte, Stato Intermedio e Rinascita nel Buddhismo Tibetano
Titolo originale: Death, Intermediate State and Rebirth in Tibetan Buddhism
Autore/i: Lati Rinpoce; Hopkins Jeffrey
Editore: Ubaldini Editore
unica edizione, premessa del Dalai Lama, prefazione di Jeffrey Hopkins, traduzione di Fabrizio Pregadio.
pp. 96, Roma
Dalla premessa:
«Attraverso le afflizioni del desiderio, dell’odio e dell’ignoranza, si compiono karma (azioni) contaminati, che instaurano nella mente delle forze sotto forma di predisposizioni. Quando finisce una vita, una persona con tali predisposizioni rinasce nell’esistenza ciclica, con una mente e un corpo appropriati, sulla base di queste cause contaminate.
Alcune persone muoiono dopo che si è completamente esaurito l’impeto di quell’azione che, in un’altra vita, aveva posto le fondamenta di questa. Altre muoiono senza aver usato tutto il tempo loro concesso, per il mancato adempimento delle cause con cui si sostiene la vita, per esempio per mancanza di beni necessari. Questa è detta morte prematura, o morte per la consumazione del merito; perché l’impeto dell’azione che aveva stabilito questa vita rimane, ma lo stesso non avviene con le circostanze esterne concordanti, ottenute attraverso altre azioni meritorie nelle vite precedenti.
Una persona muore in uno stato mentale positivo, negativo o neutro. Nel primo caso, la persona morente potrebbe avere nella mente un oggetto positivo – come i Tre Gioielli (il Buddha, la sua Dottrina e la Comunità Spirituale) o il proprio lama – generando in questo modo uno stato mentale di fede. Oppure potrebbe coltivare un’equanimità incommensurabile, divenendo libera dal desiderio e dall’odio verso qualsiasi essere senziente, oppure meditare sul vuoto o coltivare la compassione. Questo può esser fatto o perché uno si ricorda da sé di farlo o perché qualcun altro lo spinge. Se questi atteggiamenti sono coltivati in punto di morte, si muore con uno stato mentale positivo, e in questo modo si migliora la propria rinascita. È bene morire in questo modo.»
Premessa di Sua Santità il Quattordicesimo Dalai Lama
Prefazione
Morte, Stato Intermedio e Rinascita di Yang-jen-ga-way-lo-drö
Introduzione
- Gli stadi della morte
- Gli stadi del raggiungimento dello stato intermedio
- Il prender nascita
- Fermare la morte
Bibliografia
Note
Indice analitico
Cabbala e Mistica Giudaica
Autore/i: Di Nola Alfonso M.
Editore: Carucci Editore
prefazione di Elio Toaff, appendice di Riccardo Di Segni.
pp. 208, Roma
Dalla prefazione:
«Questa nuova opera di Alfonso di Nola affronta il tema della Kabbala ebraica. Quel pensiero mistico trasmesso dal lontano passato attraverso le generazioni, dapprima come dottrina segreta riservata solo a po hi eletti e poi (verso il XIV secolo) come materia di studio per tutti coloro che si sentivano attratti da questo importante filone del pensiero ebraico. Come ogni altro misticismo anche quello ebraico si riferisce ad un ordinamento soprannaturale del mondo nel quale l’uomo assume un ruolo importante essendo stato creato per elaborare con Dio nell’opera della creazione. Proprio in vista di questo suo compito da svolgere nel mondo l’uomo è stato dotato delle capacità e dei mezzi necessari per controllare e ridurre le cose a vantaggio suo ed anche della creazione. Ciò è possibile in quanto l’uomo possiede i segreti del “modus operandi” della collaborazione con il divino.
Ma il problema fondamentale che il misticismo ebraico si pone è quello di scoprire Dio e di individuare la maniera per potersi avvicinare a lui. Una volta raggiunto questo scopo, la pin grande aspirazione del mistico diventa quella di possedere D. per poter arrivare a comprendere l’Infinito (En Soph) e cioè il Dio segreto e inaccessibile che è la causa e la forza che fa vivere tutto.
Alfonso di Nola passa in rassegna in questa sua opera tutte le fasi attraverso le quali il misticismo ebraico è passato nei secoli […]»
Prefazione (Elio Toaff)
Caratteri generali della mistica ebraica
Modalità ed Ipostasi di Dio nella Bibbia
- Il nome di Dio nei Targumim. I precedenti delle dottrine segrete del Talmud. Gli Esseni e i Terapeuti
- L’influenza di Filone e la commistione con la filosofia ellenistica
- Le dottrine segrete del Talmud. La Via del Trono
- Le dottrine segrete nel Talmud. L’Opera della Creazione
- La Shekhinah nei Midrashim
- La speculazione intorno ad Adamo. L’Adam Kadmon
- Rapporti con la religione iranica (Gayômart) e con lo gnosticismo
- Il Sefer Jesirah: i rapporti con le scuole gnostiche
- Il Sefer Jesirah: i rapporti con la religione mesopotamica ed egiziana
- Il Sefer Jesirah: l’ideologia del linguaggio come creazione. Paralleli mesopotamici ed egiziani. L’alfabeto di rabbi Aqiva
- Il Sefer Jesirah: le sephiroth e la prima fase di creazione. Analogie con la cosmologia fenicia
- Il Sefer Jesirah: la seconda fase della creazione attraverso le lettere. Il problema del male. L’Antrophos sefirotico
- L’età di transizione fra l’antica mistica e l’hasidismo
- Il hasidismo tedesco: l’estasi, la mistica della preghiera, il Golem
- La Cabbala. Caratteri generali. Il cabbalismo estatico e il cabbalismo teosofico
- Il cabbalismo estatico. Tecniche di Abulafià
- In che senso situò parlare di cabbalismo di tipo yogico.
- Analogie del sistema di Abulafià con lo yoga, con il sufismo e con il misticismo cristiano (Scuola Vittorina e Esicasti)
- Il cabbalismo teosofico. Caratteri. Cenni sulle principali fonti
- Temi della Cabbala teosofica: l’En Sof e la creazione. La creazione come Parola, come Luce. come Lettere. come Torah
- L’aporia fondamentale della Cabbala circa la creazione
- I due piani di realtà e la loro solidarietà
- Temi della Cabbala teosofica: Il mondo sefirotico. L’Albero, la Casa, l’Anthropos. La conciliazione delle dualità in Dio
- Il contatto con il divino, come scopo funzionale e del cabbalismo teosofico. I vari veicoli di contatto e le loro premesse
- I veicoli unitivi nella Cabbala teosofica: il sesso e il matrimonio
- I veicoli unitivi nella Cabbala teosofica: la preghiera liturgica. La Kawwanàh
- I veicoli unitivi nella Cabbala teosofica: la concentrazione, la lettura della Torah, le osservanze rituali (Sabato e sacrificio)
- La Cabbala pratica. Gli elementi magici nel cabbalismo.
- La magia e la stregoneria
Bibliografia
Appendice (Riccardo Di Segni)
Al Discepolo della Saggezza – Lettere a Charrot
Autore/i: Lévi Éliphas
Editore: Nardini Editore
unica edizione, introduzione di Bruno Nardini, traduzione dal manoscritto originale di Claudio Di Benedetto.
pp. 96, numerose illustrazioni b/n, Firenze
Dall’introduzione:
«Éliphas Lévi, chi non lo conosce? Ma più di nome che di fatto. I suoi libri non sono di facile lettura, i suoi temi non sono adescanti come quelli di magia, o di stregoneria, cerimoniali.
Con Éliphas Lévi si va incontro a una magia bianca, cioè sacra, attraverso il passaggio obbligato della purificazione cristiana: «per essere maghi – ripeterà più tardi Kremmerz – bisogna prima diventare santi». Éliphas Lévi era consapevole di questa necessita e aveva posto il mistero cristiano come principio e fine del suo cammino iniziatico. Cristo, per lui, era il solare impulso dell’evoluzione interiore, sinonimo di luce, di sapienza, di verità.
Éliphas si rivolgeva ai suoi seguaci chiamandoli «discepoli della saggezza», aspiranti alla luce, fratelli nella «sapienza santa», perciò discepoli anche di Cristo. E la Chiesa, dalla quale si era separato, gli sembrava la legittima custode di questa «sapienza sacra» specialmente in virtù di una liturgia che tramandava, con cautela e fedeltà, i segreti del «grande Arcano», invisibili ai profani, evidenti agli iniziati.
(Questo, d’altronde, era cid che aveva dichiarato e insegnalo, prima di Lévi, quel grande dissonnatore di coscienze che fu Martinez de Pasqually e che costituiva un nucleo essenziale del primo martinismo).»
Stregoneria
Esiste realmente la magia nera?
Cosa sono e perchè funzionano le formule magiche?
Una spiegazione scientifica del potere che uccide e guarisce.
Autore/i: Finley Hurley J.
Editore: Armenia Editore
unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Mario Monti, titolo originale: Sorcery.
pp. 272, Milano
Il mago borbotta una formula magica sopra una fotografia di una ragazza malata e questa guarisce, oppure infilza uno spillo in una bambola di cera e la vittima designata, anche se molto distante, urla di dolore. Assurdo? Ridicolo? Certamente è quello che comunemente si pensa ma un gran numero di testimonianze inducono a pensare che invece queste cose possono accadere e accadono conformemente a determinati e razionali principi.
Questo volume, basato sulle più recenti scoperte della scienza, vi mostrerà come la vecchia stregoneria fatta di formule magiche che uccidono o guariscono, può essere un procedimento in armonia anche con il punto di vista moderno e scientifico.
Senza abbandonare la razionalità potrete quindi scoprire come è fatta e perché funziona una formula magica: le implicazioni sono sorprendenti e forse non vi faranno dormire tranquilli…
Introduzione
- Realtà dello stregone
- Menti entro menti
- Pensieri nella carne
- Trance percettive
- Il senso inconscio
- La somma è stregoneria
- Un libro di magia scientifico
- Sulle tracce dello sciamano
- Un mondo diverso
Chiave per le fonti principali
Fonti principali
Immortalità e Reincarnazione – Pratiche e Dottrine in Cina • Tibet • India
Titolo originale: Immortalité et Réincarnation
Autore/i: David-Neel Alexandra
Editore: Alkaest
prefazione dell’autrice, traduzione di Rosalba Mattiauda, in copertina: Thanka tibetano del XIX secolo proveniente dal Nepal di proprietà del traduttore.
pp. 144, Genova
Le ipotesi e le credenze sull’aldilà in atto in Cina, India e Tibet. Le pratiche magiche, i rituali, il culto dei morti. I paradisi e gli inferni. I viaggi nell’oltretomba. Il Bardo Thödol (il “Libro tibetano dei morti”). La filosofia del popolo. I racconti, le leggende, i miti. I resoconti di fatti inconsueti e straordinari vissuti anche in prima persona.
Alexandra David-Neèel è nata a Parigi, il 24 Ottobre 1868, padre francese di estrazione ugonotta e da madre cattolica di origine scandinava. Scoprì Jules Verne da bambina e si ripromise di emulare i suoi eroi.
A quindici anni fuggì in Inghilterra. A diciassette anni, munita solo di un impermeabile e di una piccola edizione delle Massime di Epitteto raggiunse a piedi il San Gottardo e scoprì i laghi italiani e Milano, dove andò a riprenderla la madre.
Dopo aver fatto studi approfonditi di filosofia e di lingue orientali, partì per il Tibet dove incominciò la sua iniziazione al Buddhismo e agli insegnamenti dei Mistici.
Visse in Estremo Oriente per più di trent’anni. Una mattina disse a suo marito: “Parto per diciotto mesi!” Ritorno tredici anni dopo…
A piedi e mendicando, dalla Cina alle Indie, attraversò tutto il Tibet, in seguito pubblicò diverse opere documentarie e filosofiche.
Tornò poi a stabilirsi in Francia con suo figlio adottivo, il lama Yongden, morto a Digne nel Novembre 1955, mentre lei morì a Samten Dzong l’8 Settembre 1969 a centouno anni.
Rispettando le sue ultime volontà, le sue ceneri come quelle del lama Yongden sono state trasportate in India e gettate nel Gange il 28 Febbraio 1973.
Lo Strano il Famigliare e il Dimenticato – Un’Anatomia della Coscienza
Titolo originale: The strange, familiar, and forgotten
Autore/i: Rosenfield Israel
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Fiamma Bianchi Bandinelli.
pp. 210, Milano
«Israel Rosenfield è un pensatore originale e vigoroso, convinto che l’impostazione classica della neurologia, nonostante tutti i suoi grandi risultati, è oggi disastrosa, e che è impossibile comprendere lo stato di salute o di malattia neurologica senza far riferimento all’immagine corporea in continuo cambiamento, alla coscienza e all’essere dell’individuo. In questa nuova importante opera Rosenfield reinterpreta svariati casi “classici” e ci mostra quante notizie si possono ricavare dai loro sintomi a proposito del sè, dell’effettivo centro dell’individuo. La sua scrittura è ricca e originale, personale e vivace; ci sembra di vedere davanti a noi, in carne e ossa, i pazienti che egli descrive, e magari di comprenderli per la prima volta. Questo libro affascinerà tutti coloro che si domandano che cosa significhi essere coscienti e umani.» (Oliver Sacks)
Per più di un secolo la neurologia e la psicologia sono state dominate dall’idea che le principali attività del cervello sono inconsce e a noi ignote, e che la coscienza rappresenta solo un piccolo fattore all’interno della funzione mentale. La nuova e ardita tesi sostenuta da Israel Rosenfield è che la coscienza costituisce di fatto la principale attività del cervello. Egli mostra per la prima volta in che modo i ricordi, il linguaggio, i pensieri e le pulsioni responsabili del senso che noi diamo giorno dopo giorno alla nostra vita costruiscono la struttura multiforme e fragile della coscienza.
Riesaminando famosi casi neurologici – come pure nuovi dati della scienza cognitiva – Rosenfield delinea un’«anatomia della coscienza» che suggerisce nuovi modi affascinanti di pensare le funzioni mentali, i processi corporei e la conoscenza umana. I casi clinici interessanti e spesso bizzarri che riferisce – la paziente che non può accettare come proprio un arto paralizzato se non quando lo vede allo specchio; il paziente che sa distinguere i colori e tuttavia sostiene che chiamarli rosso, blu o giallo è «falso»; la donna con personalità multiple contrastanti su cui scrisse William James – tutti hanno in comune un guasto dei meccanismi neurologici che creano la coscienza, che determinano in che modo ognuno percepisce il mondo e da ad esso un senso. Infatti, mentre nella vita normale noi diamo per scontato il familiare e possiamo facilmente dimenticarlo o ricordarlo, una lesione cerebrale può trasformare ciò che era familiare in qualcosa di inatteso, di alieno o di falso, e far scomparire del tutto un ricordo che prima era accessibile.
Respingendo le ben note argomentazioni sul carattere innato o fisicamente localizzato dei centri della memoria, del linguaggio e di altre funzioni mentali specifiche, Rosenfield presenta un quadro più complesso e convincente di come il cervello funziona. Egli concentra la sua attenzione sull’«immagine corporea» dinamica e sempre mutevole che tutti abbiamo, il quadro di riferimento fondamentale mediante il quale organizziamo gli stimoli e trasformiamo l’esperienza in ricordo. Quando una lesione cerebrale altera la capacità di una persona di conservare immagine corporea e di creare ricordi, cambia anche il sè di quella persona.
Lo strano, il familiare e il dimenticato è una importante sfida alle idee che dominano la neurologia e la psicologia correnti e una superba interpretazione delle origini della creatività e dell’individualità umana.
Israel Rosenfield, laureato in medicina a New York e in filosofia all’Università di Princeton, insegna alla City University di New York. È autore di Freud: Character and Consciousness, di DNA for Beginners (in collaborazione con Edward Ziff) e di L’invenzione della memoria, uscito in questa stessa collana.
Ringraziamenti
1. La coscienza, principale attività del cervello
2. La gamba falsa e il fallimento della neurologia classica
3. In un mondo senza tempo
4. Il linguaggio
5. Personalità multiple: che cosa c’è in un nome?
Note
Indice analitico