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Astrologia e Orientamento Professionale

Astrologia e Orientamento Professionale

Titolo originale: Astrodiagnostic d’orientation professionnelle

Autore/i: Barbault André

Editore: Edizioni Ciro Discepolo

prefazione di Enzo Acampora, traduzione di Clara Negri.

pp. 96, Napoli

Proponiamo un altro interessante testo di André Barbault che tocca un importantissimo settore della problematica astrologica applicata all’astrologia.
Tutti noi sappiamo quanto sia importante svolgere un’attività lavorativa congeniale alle nostre ambizioni, al nostro temperamento, alle nostre capacità. Ma quanti di noi sono sicuri di trovarsi al posto giusto? Quante sono le vocazioni mancate? Quanti penosi sforzi facciamo per un compito che sentiamo al di sopra o al di sotto delle nostre possibilità?
È a questi interrogativi che la presente opera di Barbault risponde in modo esauriente, attingendo alla inesauribile fonte della simbologia astrologica e alle tecniche di analisi psicologica più approfondite e moderne.

André Barbault, padre indiscusso dell’astrologia moderna, è da molti anni un amato e apprezzato caposcuola. Nel suo cenacolo si sono formati gli altri «grandi» dell’astrologia francese.
Iniziato ancora adolescente all’Arte di Urania dal fratello Armand – alchimista – André Barbault ha diretto dal 1953 al 1967 il Centro Internazionale di Astrologia.
Fra le sue opere di maggiore interesse vanno ricordate: L’Astrologia Mondiale, Dalla psicoanalisi all’Astrologia, Gli astri e la Storia, La crisi mondiale del 1965, Astrologia e previsione dell’avvenire, Giove & Saturno.
André Barbault è promulgatore dell’astrologia come psicologia dell’inconscio ed è uno dei più grandi conoscitori dell’animo umano attraverso la tastiera astrologica.

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Prefazione

  • Il problema delle attitudini professionali dalla tradizione ai nostri giorni
  • La teoria dell’orientamento professionale
  • Natura delle correlazioni nell’orientamento professionale
  • La tendenza alla vocazione
  • Le motivazioni profonde
  • Le tastiere professionali
  1. Motivazioni. Bisogni pulsionali. Tendenze
  2. Funzioni dominanti
  3. Azioni o mezzi professionali
  4. Luoghi professionali
  5. Oggetti professionali
  • Le coordianate psicologiche
  • I fattori di riuscita
  • La pratica dell’orientamento professionale

L’Esercito Romano – Armamento e Organizzazione

L’Esercito Romano – Armamento e Organizzazione

Da Augusto ai Severi – Volume II

Autore/i: Cascarino Giuseppe

Editore: Il Cerchio Iniziative Editoriali

introduzione e illustrazioni dell’autore.

pp. 352, numerose tavole a colori f.t., numerose illustrazioni b/n, Rimini

Con questo secondo volume sull’esercito romano, compilato con la consueta rigorosa attenzione per le fonti e per le evidenze letterarie, archeologiche e iconografiche, vengono analizzati nel dettaglio l’organizzazione, l’equipaggiamento, la tecnica militare e la vita quotidiana delle legioni e delle truppe ausiliarie nel periodo dell’alto impero, compreso tra il principato di Augusto e quello di Alessandro Severo, dove si concentra il maggiore interesse tra gli appassionati di storia militare romana. Una trattazione ampia e approfondita, per alcuni aspetti inedita, di tutti gli aspetti teorici, pratici e di vita comune dell’esercito più potente della storia, nei secoli in cui le legioni garantivano la sicurezza e il consolidamento della civiltà romana su un territorio che si estendeva dalle brume della Scozia ai deserti della Mesopotamia.

Giuseppe Cascarino (Padova, 1958), ingegnere meccanico con studi classici, vive e lavora a Roma. Appassionato di storia militare antica, in particolare Romana, di ricostruzioni storiche e di archeologia sperimentale, è fondatore della Società Italiana per gli Studi Militari Antichi.
Per IL CERCHIO ha curato la prima traduzione italiana dello Strategikon. Manuale di arte militare dell’Impero Romano d’Oriente (2006), attribuito all’Imperatore Maurizio, un’edizione critica illustrata de L’arte della Cavalleria di Senofonte (2007) e il primo volume de L’esercito romano dedicato al periodo dalle origini alla fine della Repubblica.

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INTRODUZIONE

Capitolo I
L’ORGANIZZAZIONE MILITARE NELL’ALTO IMPERO

Capitolo II
LE LEGIONI

Capitolo III
LE TRUPPE AUSILIARIE

Capitolo IV
L’ARMAMENTO

Capitolo V
LA TECNICA

Capitolo VI
LA VITA QUOTIDIANA DEL MILES

Capitolo VII
IL CAMPO DI EPOCA IMPERIALE

Capitolo VIII
POLIORCETICA E ARTIGLIERIA

BIBLIOGRAFIA
APPENDICI

Appendice I
AUTORI DI OPERE DI INTERESSE MILITARE DEL PERIODO IMPERIALE

Appendice II
DISLOCAZIONE DELLE LEGIONI DA AUGUSTO A DIOCLEZIANO

Appendice III
BASI LEGIONARIE DA AUGUSTO A DIOCLEZIANO

Appendice IV
PRINCIPALI UNITÀ AUSILIARIE DA AUGUSTO AL III SEC.

Appendice V
UNITÀ DI MISURA ROMANE

Appendice VI
CALENDARIO ROMANO

Appendice VII
GLOSSARIO MILITARE DEL PERIODO ALTOIMPERIALE

Appendice VII
CRONOLOGIA ROMANA DA AUGUSTO A DIOCLEZIANO

Appendice IX
CRONOLOGIA DEGLI IMPERATORI ROMANI DA AUGUSTO A DIOCLEZIANO

ABBREVIAZIONI
INDICE DELLE TAVOLE A COLORI

Quando le Cose non Accadono per Caso – Cogliere il Significato Nascosto di Coincidenze solo Apparenti per Cambiare il Proprio Destino

Quando le Cose non Accadono per Caso – Cogliere il Significato Nascosto di Coincidenze solo Apparenti per Cambiare il Proprio Destino

Titolo originale: Unexpected Miracles

Autore/i: Richo David

Editore: Armenia Editore

premessa di Pierre Teilhard de Chardin, traduzione di Bruno Bracco.

pp. 224, Milano

A tutti sono capitate curiose combinazioni che non si sono saputi spiegare e tutti saranno sollevati nel sapere che dietro l’apparente casualità di una serie di circostanze insolite non si cela un fato perverso, un genio burlone o un dio maligno. Un ordine nascosto della natura, una profonda interconnessione fra le cose, tra la mente e la materia, tra la fisica e la psiche, giustifica e conferisce un significato alle coincidenze. Questo è quanto sostiene la sincronicità, un’originale teoria che supera la connotazione convenzionale del tempo per evidenziare le autentiche strutture della realtà, nonostante il nome che può suonare difficile, dimostra di non essere un’astrazione nebulosa e arcana.
David Richo, in questo saggio, rileva e riprova infatti, con esempi concreti, come quotidianamente si verificano eventi che lasciano intuire affinità e legami armonici fra le cose e, spiegando come riconoscere le manifestazioni della sincronicità nella vita di ogni giorno, nei sogni e nella nostra immaginazione, illustra in che modo questa scoperta possa contribuire alla nostra crescita spirituale e psicologica, quindi alla nostra felicità.

Ritorno alla Vita – Le Testimonianze di Chi, Dopo Aver Varcato le Soglie della Morte è Tornato a Vivere

Ritorno alla Vita – Le Testimonianze di Chi, Dopo Aver Varcato le Soglie della Morte è Tornato a Vivere

Titolo originale: Coming Back to Life

Autore/i: Atwater P. M. H.

Editore: Armenia Editore

ringraziamenti, prefazione del prof. Kenneth Ring, introduzione dell’autrice, traduzione di Antonella Babini.

pp. 256, Milano

Nel 1977 Phyllis Atwater visse tre esperienze di pre-morte. Tre volte, in circostanze diverse, morì e tre volte torno in vita.
«Che cosa mi è successo?» si chiese e a questa domanda fecero seguito paura, angoscia, un grande senso di smarrimento. Atterrita dall’idea che all’origine dell’esperienza sussistessero avvisaglie di disturbi psichici, ma al contempo convinta che nella sua mente non albergasse il germe della follia, l’Autrice cominciò a cercare disperatamente attorno a sé la conferma che il suo non era un caso isolato, ma che, come lei, tante altre persone si erano trovate in punto di morte ed erano poi tornate a vivere.
Dopo aver incontrato, nel corso di lunghi anni di studi e ricerche, centinaia di queste persone, Phyllis Atwater ha deciso di raccogliere in un libro unico e straordinario le loro storie per capirne il significato e commentarne implicazioni e conseguenze.
Una luce di indicibile fervore, canti melodiosi, città dorate e templi incastonati di pietre preziose, incontri con persone amate e da tempo defunte, paesaggi verdi immersi in un quasi palpabile silenzio; questi sono gli elementi che ricorrono nelle testimonianze delle persone con le quali l’Autrice è entrata in contatto.

Phyllis Atwater ha voluto soffermarsi anche sull’aspetto più prosaico del ritorno alla vita e ha cercato di capire quali segni può lasciare una simile esperienza nella mente di un individuo, come può cambiare l’atteggiamento di quest’ultimo nei confronti della vita terrena e delle persone che, con scetticismo, ascoltano la sua storia, e, infine, ha voluto stabilire com’è possibile superare l’angoscia, la paura e, in taluni casi, persino il terrore a cui un’esperienza di pre-morte può dare origine.

Corso di Astrologia – Volume secondo

Corso di Astrologia – Volume secondo

Titolo originale: Kursus der Astrologie

Autore/i: von Klöckler H. Freiherr

Editore: Edizioni Mediterranee

introduzione all’edizione italiana di Tommaso Palamidessi, prefazione alla seconda edizione tedesca dell’autore, traduzione di S. Bonarelli, edizione riveduta, corretta e ampliata da Erich von Beckerath.

pp. 240, nn. illustrazioni e figure b/n, Roma

Approccio corretto all’interpretazione del tema natale: considerazioni epistemologiche e indicazioni metodologiche – valore simbolico tradizionale di segni zodiacali, pianeti, campi e sua derivazione strutturale – metodi interpretativi: individuazione delle «dominanti», punti cardinali e dignità planetarie, pianeti nei segni, pianeti nei campi, aspetti, valore delle stelle fisse e dei punti sensitivi.
Fedele alla sua visione non dogmatica, ma rigorosamente empirica dell’astrologia, l’Autore raccoglie in questo volume tutta la complessa gamma di significati simbolici tradizionali, giustapponendoli ai risultati delle sue ricerche sperimentali che li confermano, li integrano e li gerarchizzano, astenendosi nel modo più assoluto dal proporre arbitrarie generalizzazioni e equivoche ed unilaterali regole interpretative.
Si lascia quindi libero spazio alla fantasia, alla creatività, alla sensibilità del lettore, a quanto cioè di «arte» è presente, insostituibilmente, nella pratica astrologica e ci si limita a offrirgli strumenti e contributi validissimi alla considerazione di ogni tema astrologico come un caso a sè stante. Particolare attenzione è dedicata al problema della «libertà» e del «libero arbitrio» nei confronti delle influenze planetarie e stellari. In questo l’Autore dimostra di essere, oltre che un profondo ed esperto astrologo, anche un acuto filosofo della Natura. Egli vuole strappare l’astrologia psicologica, ordinaria e straordinaria, e destinica dalla «divinazione» per tenerla sul terreno positivo della sperimentazione; vuole che si faccia della previsione una solida scienza, come la chimica analitica, l’elettronica e l’astrofisica. Conclude il volume una lunga e succosa postfazione dove l’Autore, forte della sua esperienza pluriennale, chiarisce quali siano, a suo vedere, l’approccio e l’impiego corretto della diagnosi e della prognosi astrologica.

H.F. Von Klockler, medico tedesco, può essere considerato, col francese Choisnard e lo svizzero Krafft, uno dei padri storici della moderna rinascita dell’astrologia. Con serietà e competenza, egli si batté sempre, in prima linea, affinché a questa antichissima disciplina fosse riconosciuto il carattere di scienza sperimentale, divenendo l’elemento
catalizzatore di un gruppo qualificato di ricercatori che si radunò attorno alla rivista Sterne und Mensch, da lui fondata nel 1925 a Lipsia e diretta fino alla morte, nel 1950.
Nel corso di una vita di indagini condotte con esemplare rigore raccolse una mole immensa di materiale che venne ad arricchire considerevolmente il patrimonio interpretativo. Oltre al corso qui presentato, vera e propria summa di tutta la sapienza astrologica antica e moderna, e che fin dalla prima comparsa fu adottato come testo ufficiale dell’Associazione degli Astrologi tedeschi, suoi sono il famoso Astrologie als Erfahrungwissenschaft (1927) e l’altrettanto famoso Berufsbegabung und Schicksla (1929).

Dalle Metafore Ossessive al Mito Personale – Introduzione alla Psicocritica

Dalle Metafore Ossessive al Mito Personale – Introduzione alla Psicocritica

Titolo originale: Des métaphores obsédantes au mythe personnel

Autore/i: Mauron Charles

Editore: Il Saggiatore

introduzione dell’autore, traduzione di Mario Picchi.

pp. 464, Milano

Dopo nove anni di intensa e fortunata esistenza, La Cultura, la collana che ha rappresentato il perno della produzione del Saggiatore, pur serbando inalterata la sostanza del suo impegno muta veste e compie un ulteriore sforzo per ampliare e approfondire la propria ricerca.
L’uomo continua ad essere il centro degli interessi della Cultura: l’uomo, con la sua ansia di capire e di partecipare, non da sprovveduto o da fazioso, ma da individuo cosciente, spiritualmente aperto, attento alle fondamentali scoperte della scienza e del pensiero. La Cultura intende rispondere a questo bisogno dell’uomo di riatteggiare continuamente, dandole sempre nuovo equilibrio e significato, la sua presenza nel mondo e nella storia; di dialogare con i contemporanei ritrovandosi con essi su una piattaforma comune che consenta il superamento dei gerghi e della solitudine.
La Cultura rifiuta la nozione aristotelica del sapere come appannaggio di una élite, rifiuta anche la nozione di un «adattamento» del contenuto e del linguaggio dei temi culturali per i non «chierici». Per la cultura sono chierici tutti i desiderosi di conoscenza. Essa si propone quindi anche come un atto di fede nella necessità e possibilità di una cultura democratica che non escluda nessuno dal proprio dominio.
Il modesto prezzo dei suoi volumi è in armonia con questa impostazione.
Ora, dopo 108 titoli, individuati più chiaramente i propri destinatari e le loro esigenze, La Cultura può fare un altro passo, nel senso di una più complessa articolazione della propria produzione: non più quindi un’unica collana, ma molte collane che, restando ferma l’unità di impostazione e la severità delle scelte, esploreranno ciascuna una sfera culturale, differenziandosi anche nella veste grafica e offrendosi così con maggiore evidenza ai cultori delle varie discipline. Storia antica – storia medioevale e moderna – storia contemporanea – arte e letteratura – filosofia, psicologia e scienze umane – urbanistica – economia – scienze: queste saranno le voci della nuova Cultura.

Da qualche tempo, si stanno redigendo inventari, sempre più informati e motivati, delle «resistenze» che la cultura italiana ha opposte, e in parte ancora oppone, alla psicoanalisi. Nel campo della critica letteraria, quelle resistenze si sono spesso manifestate in forme addirittura allergiche. Era naturale d’altronde, che la psicologia del profondo apparisse mille volte sospetta, se già la vecchia psicologia, tanto più alla mano, era stata sconfessata dal maestro della nostra critica estetica, Benedetto Croce, come un ripiego arbitrario, storicamente incontrollabile, incapace di dare all’arte quello che è dell’arte. Ecco alcuni motivi che hanno consigliato di proporre alle discussioni, o eventualmente alle polemiche della cultura italiana questo libro, dove Charles Mauron accerta, in teoria e in pratica, l’applicabilità della psicologia del profondo alla critica letteraria.
Il Mauron non accampa pretese di pioniere: tutti sanno che Freud in persona e alcuni dei suoi discepoli avevano dato i primi esempi degli aiuti che la psiconalisi può fornire per una nuova e spesso più penetrante comprensione delle opere d’arte; mentre, con la psicologia analitica, Jung compiva prove analoghe su Joyce e su Picasso. Ma simili assaggi, nonostante i loro risultati spesso positivi, non valevano a fondare una coerente metodologia, che è viceversa il traguardo raggiunto dal Mauron con quella che egli battezza la psicocritica. Trent’anni di prove gli permetterebbero ormai di formularne, col massimo di generalità, le basi e i procedimenti; ma ancora adesso, in questo libro, egli preferisce attenersi al classico principio che il moto si dimostra camminando, e perciò aggancia il proprio discorso dottrinale a un gruppo di esperimenti condotti sia su poeti dell’eta «nevrotica» (da Nerval a Baudelaire a Mallarmè a Valèry) sia su poeti di tempi che convenzionalmente riteniamo più «sani» (Corneille, Molière, Racine).
Anche per il Mauron gli artisti sono coloro che creano «esseri di linguaggio»: la sua novità è che di questi «esseri» egli fa i suoi pazienti, li «prende in analisi», a differenza dei suoi predecessori che psicoanalizzavano l’artista per illuminare l’opera considerata come sintomo, o viceversa. Ma come ottenere da una poesia, da un romanzo, da un dramma il necessario flusso di libere associazioni, che il paziente in carne ed ossa fornisce all’analista? Il Mauron è arrivato a constatare che risultati in qualche modo equivalenti si conseguono in sede psicocritica, sovrapponendo i testi di un medesimo autore, fino a mettere in luce «reti autonome di immagini» nel caso della poesia, o di situazioni nel caso della narrativa o del dramma. Con ciò non presume di esaurire, in tutta la loro estensione, i compiti della critica letteraria: sussistono sempre ancora, con pieno diritto, la critica «classica».
Come il Mauron la chiama, comprendendovi quella estetica e quella storicistica) e critica tematica.
Per la critica classica, lo scrittore tiene una finestra, simmetrica, su quell’ambiente interiore che è l’inconscio. In confronto poi con la critica tematica, che cerca motivi, la psicocritica cerca strutture inconsce. Non è la pura coincidenza che la parola Struttura sta ad indicare come la psicocritica sia una tempestiva coetanea di quella critica strutturalista, che oggi gode di tanto favore. L’una e l’altra costruiscono, con elementi oggettivi dell’opera, sistemi di cui l’artista non prende coscienza, pur subendone l’impero. L’una e l’altra richiedono al critico, se vuol captare e riconoscere i tratti indispensabili a ricostruire quel sistema, la specifica attenzione che è indispensabile a tutti gli esercizi operativi ma, nel caso della critica, non si aguzza senza la sollecitazione della sensibilità, come un tempo si chiamava questa dote tuttora imprescindibile. Sovrapporre testi, come fa la psicocritica, o accostarli sincronicamente, come fa lo strutturalismo, rimangono atti meccanici di trasporto, sinchè la forza dello sguardo critico non vi scorge i rapporti, le analogie, gli echi, le rispondenze, che costituiscono già di per se stessi, come il Mauron chiede gli sia per lo meno riconosciuto, un «arricchimento della nostra lettura». E quale miglior collaudo di un metodo critico che una più intensa fruizione dell’opera?

Charles Mauron (Saint-Rèmy-de-Provence, 1899). Laureatosi in fisica, deve abbandonare l’attività di laboratorio per disturbi agli occhi. Si dedica a traduzioni dall’inglese, e in inglese pubblica tre opere originali di creazione e di ricerca, che si affiancano ad altre scritte in francese. Milita nelle organizzazioni antifasciste, dopo la guerra sarà per dieci anni sindaco della propria città, La perdita totale della vista (1940) sembra concentrarlo più profondamente sul mondo interiore con indagini, introspezioni, riflessioni che maturano il metodo della psicocritica, esposto in questo libro. Tappe precedenti: Mallarmè L’obscur (1941); Introduction a la Psychanalyse de Mallarmè (1950); Note sur la structure inconsciente de Van Gogh (1953); L’inconsctent dans oeuvre et la vie de Racine (1957); oltre un saggio in provenzale su Mistral: Estudi Mistralen (1953). Tappe successive: Psychocritique du Genre comique e Mallarmè par lui-mème (1964). Annuncia studi su Baudelaire e Hugo.

Tra il Martello e la Falce – Esperienza Personale di un Incontro con gli Ebrei dell’U.R.S.S.

Tra il Martello e la Falce – Esperienza Personale di un Incontro con gli Ebrei dell’U.R.S.S.

Titolo originale: Béin Happatísh Vehammaggál

Autore/i: Eliav Ariè

Editore: Barulli Editore

premessa dell’autore.

pp. XIII-352, i cartina b/n, Roma

“Come conseguenza della guerra dei sei giorni l’Unione Sovietica non soltanto ha rotto i rapporti diplomatici con Israele, ma ha dato l’avvio ad una intensa campagna di propaganda antisraeliana a mezzo della sua diplomazia e del suo apparato. E ciò è avvenuto in proporzioni molto più rilevanti che in passato. Israele è stato definito «l’erede del nazismo».
In queste circostanze l’identificazione spirituale delle masse ebraiche nell’Urss con lo stato di Israele è un gesto di vero e proprio eroismo. Dal tempo, relativamente recente, della stesura del mio libro nella versione inglese, alla quale aggiunsi un post-scriptum di aggiornamento (luglio ’69), si è avuta quasi una rivoluzione nell’ebraismo della Unione Sovietica. Scrivevo allora: «Esistono chiarissimi segni che il sentimento di identificazione ebraica continua a svilupparsi e a rinforzarsi soprattutto tra i giovani». Da allora non è più il caso di parlare di «segni» ma di una potente e coraggiosa manifestazione di solidarietà degli ebrei di Russia con il loro popolo. Questi giovani che sono nati e sono stati educati nel regime sovietico gridano a voce alta: «La nostra patria è Israele. Lasciateci partire per andare lì».
Nelle condizioni attuali del regime sovietico quanto si manifesti come contrario nel campo ideologico o culturale alla linea ufficiale, può ancora esprimersi, purché in maniera estremamente fievole e confusa, nell’ambito della famiglia o nella cerchia degli amici più sicuri.[…]”

Arié (Lioba) Eliav, è nato in Russia nel 1921, con la famiglia emigrò in Palestina nel 1924. Dopo aver servito nell’esercito inglese, nella Hagganà e nella marina militare israeliana come tenente colonnello, Eliav fu fedele collaboratore ed amico di Levi Eshkol, quando questi aveva la funzione di capo del Dipartimento per lo sviluppo agricolo. Da allora ha sempre avuto ruoli importanti in seno all’amministrazione del governo israeliano. Primo segretario dell’ambasciata di Israele a Mosca dal 1958 al 1960 è poi stato a capo di un ente israeliano per lo sviluppo nell’Iran. Membro della Kenesset, il parlamento di Israele, poi sottosegretario per l’immigrazione, e attualmente segretario generale del Partito del Lavoro, il più grande partito israeliano, in seno al quale si prodiga per la comprensione arabo-israeliana. Ha scritto diversi volumi tra cui, recentemente: «Il viaggio di Ulua» e «Nuovi obiettivi per Israele».

L’immaginazione della Natura – La Complessità, la Diversità e la Ricchezza del Mondo Animale e Vegetale

L’immaginazione della Natura – La Complessità, la Diversità e la Ricchezza del Mondo Animale e Vegetale

Titolo originale: The Beauty of the Beastly

Autore/i: Angier Natalie

Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati

prima edizione, introduzione dell’autrice, traduzione di Francesco Bruno, in copertina foto «Grazia Neri».

pp. 320, Milano

L’intento di questo libro è quello di schiudere davanti ai nostri occhi, spesso offuscati da pregiudizi e avversioni, la ricchezza, la diversità e la complessità del mondo naturale nelle sue forme visibili e invisibili. Per far ciò, l’autrice ha scelto di confrontarsi con una sorprendente varietà di argomenti: dal peso determinante della scelta femminile nell’accoppiamento ai misteri della biologia molecolare, dal rapporto tra genio e follia alle «astuzie» dei rituali di corteggiamento, al potere terapeutico della risata… Autentica miniera di informazioni sull’universo in costante evoluzione della scienza, L’immaginazione della natura è un viaggio appassionante alla scoperta dei segreti, e delle meraviglie, del mondo animale e vegetale.

«Natalie Angier riesce a trarre dalla scienza un significato che spesso sfugge agli scienziati stessi e a renderlo in uno stile arguto, brillante e scorrevolissimo.» (David Baltimore, premio Nobel per la medicina)

Natalie Angier scrive dal 1991 sul «New York Times» e i suoi articoli scientifici le hanno valso molti riconoscimenti, tra cui il premio Pulitzer. Ha ottenuto un grande successo con Donna. Una geografia intima, pubblicato in Italia da Longanesi.

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Introduzione

Parte prima
Amare

1. Compagni per la vita?
2. Voglia di coccole
3. Parenti serpenti
4. La scelta femminile: una forza evolutiva
5. Genitori: chi glielo fa fare?
6. Il corteggiamento del delfino: brutale, astuto e complesso
7. Epidermica?
8. La grande strategia delle orchidee

Parte seconda
Danzare

9. Il vero cuore della macchina
10. L’imballaggio del DNA
11. Proteine chaperon
12. Una chiave di longevità
13. Cosa succede quando il DNA si piega
14. Progetto embrione
15. Il testo inviolato del DNA

Parte terza
Strisciare

16. Ammiratori dello scorpione
17. Parassiti e sesso
18. Lo scarabeo, impareggiabile riciclatore
19. Non c’è niente come la blatta
20. Il crotalide: bizzarro, coraggioso, velenoso

Parte quarta
Adattarsi

21. L’importante è giocare
22. Ormoni e iene
23. Il primate più minacciato al mondo
24. Quanti pesci nel mare
25. Seguendo ghepardi
26. Operoso come un’ape?
27. Soltanto umano

Parte quinta
Guarire

28. Una nuova teoria sulle mestruazioni
29. Le verdure fanno bene
30. Grasso: destino dei mammiferi
31. Anatomia della gioia

Parte sesta
Creare

32. L’artistico dottore
33. Dalla follia al capolavoro
34. Scienziato all’opera: Victoria Elizabeth Foe
35. Scienziato all’opera: Mary-Claire King
36. Al Museo della Scienza con Stephen Jay Gould

Parte settima
Morire

37. La morte della cellula come chiave della vita
38. Il gene myc, arbitro di vita e di morte
39. L’altra faccia dei suicidio
40. Un altro chiodo nella croce
41. Timor di nipote

Indice Analitico

La Forza della Meditazione – Che Cos’è e Perchè può Renderci Migliori

La Forza della Meditazione – Che Cos’è e Perchè può Renderci Migliori

Titolo originale: The Meditative Mind

Autore/i: Goleman Daniel

Editore: Rizzoli

premessa introduzione dell’autore, traduzione di Laura Santini.

pp. 256, Milano

La nostra, oggi, è sempre più un’esistenza frenetica, ritmata da un’ossessiva ricerca di novità e satura di incombenze e preoccupazioni: in questo contesto la meditazione è diventata per molti un modo per trovare un nuovo equilibrio in una vita ripetitiva e organizzata fin nei suoi più piccoli dettagli.
Da sempre attratto dai legami tra le tradizioni orientali e occidentali, Daniel Goleman descrive con il consueto talento divulgativo le diverse tecniche meditative e il modo in cui rendono possibile una nuova percezione delle cose, più ricca di sfumature e piena di significato. Mostrando le implicazioni pratiche che la meditazione può avere nella vita quotidiana, Goleman ne illustra i benefici psicologici e spirituali, dimostra la sua efficacia in caso di stress e spiega perché, grazie a una nuova consapevolezza e a un nuovo sguardo sulle cose, essa rappresenti un efficace strumento per migliorare la qualità delle nostre giornate e delle nostre vite.

Daniel Goleman ha insegnato psicologia ad Harvard ed è stato per molti anni collaboratore scientifico del “New York Times”. È uno dei più apprezzati consulenti e conferenzieri a livello mondiale. Ha pubblicato i bestseller Intelligenza Emotiva (1996), Menzogna, autoinganno, illusione (1998), Lavorare con intelligenza emotiva (1998), Lo spirito creativo (2001), Essere leader (2002), Intelligenza sociale (2006), Intelligenza ecologica (2008), Leadership emotiva (2012) tutti disponibili in BUR.

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Premessa dell’autore
Introduzione

PARTE PRIMA
IL VISUDDHIMAGGA: UNA MAPPA PER IL TERRITORIO DELL’INTIMO

1. Prepararsi alla meditazione
2. Il cammino della concentrazione
3. Il cammino della penetrazione

PARTE SECONDA
CAMMINI DI MEDITAZIONE: UNA RASSEGNA

4. Bhakti induista
5. Cabala ebraica
6. Esicasmo cristiano
7. Sufismo musulmano
8 Meditazione trascendentale
9. Yoga ashtanga di Patanjali
10. Tantra indiano e yoga kundalini
11. Buddhismo tibetano
12. Zen
13. La quarta via di Gurdjieff
14. La consapevolezza senza scelta di Krishnamurti

PARTE TERZA
I CAMMINI DI MEDITAZIONE E LA LORO UNITÀ ESSENZIALE

15. Prepararsi alla meditazione
16. L’attenzione
17. Si vede quello che si crede
18. Stati alterati durante la meditazione

PARTE QUARTA
LA PSICOLOGIA DELLA MEDITAZIONE

19. L’abhidhamma: una psicologia orientale
20. Psicologia a Oriente e a Occidente
21. Ricerca sulla meditazione e sue applicazioni pratiche

Bibliografia

I Miti Indiani

I Miti Indiani

Autore/i: Morretta Angelo

Editore: Longanesi & C.

collana: Il Cammeo n° 216.

pp. 376, una cartina e nn. ill. in b/n, Milano

La mitologia indiana, benché più ricca di quella greca ed egizia, è rimasta fino a oggi stranamente lontana dalla curiosità e dagli interessi degli italiani, fors’anche perché è apparsa come un mondo confusamente popolato da ben trentatré milioni di dei. In verità non risultano più di una sessantina i personaggi dalla fisionomia essenziale, e questo libro riesce a offrirci un’immagine nitida e ordinata delle loro originali figurazioni come si sono allineate nel tempo. “I miti indiani” (già apparso con il titolo “Gli dèi dell’India” e giunto alla terza edizione) è diviso in due sezioni: la prima è dedicata agli dei del Veda, che costituiscono un mondo a sé, dal carattere inconfondibile; la seconda comincia con la Trimurti, sintesi dei più importanti movimenti di culto induista dal Medioevo ai nostri giorni, con a capo gli dèi maggiori (Brahma, Vishnu, Shiva), cui seguono i dieci Avatara di Vishnu (ove risaltano la storia di Rama e al complessa biografia di Krishna), le Devi-Shakti (mogli degli dèi nella cornice del Tantrismo) e gli animali deificati. Ogni deità è presentata con una o più illustrazioni antiche o moderne. Insieme alla descrizione degli dèi, l’antologia dei testi dal sanscrito e il glossario informano sullo sviluppo dei concetti basilari delle religioni e delle mitologie indiane. Il volume costituisce anche una guida per chi, viaggiando in India, voglia appropriarsi meglio dell’intimo significato dell’arte indiana: seguendo le immagini dei personaggi di tale mitologia, il loro sviluppo e il loro intrecciarsi con la vita quotidiana, si può ricostruire non solo ciò che gli indù intendono per tradizione, ma anche la cronaca delle varie società sovrapposte nella penisola attraverso cinquemila anni di storia.

Angelo Morretta, nato a Odessa da padre siciliano e madre romena, ha svolto tra le due guerre mondiali un’intensa attività culturale in Romania pubblicando parecchi romanzi e saggi. Stabilitosi in Italia nel 1951, è autore dei seguenti lavori: La resa dei conti (1957), Lo spirito dell’India (1960), Gli dei dell’India (1966; dal 1982 in questa stessa collana col titolo Miti indiani), Il pensiero Vedanta (1968), La parola e il silenzio (1970), Il Daimon e il Superuomo (1972), Manava Dharmasastra (1972), Aurobindo e il futuro dell’uomo (1974). Noto sinora come indologo e studioso qualificato delle antiche culture dell’India vedica e vedantica, negli ultimi anni si è dedicato alla conoscenza del mondo precolombiano, pur sempre dalla stessa prospettiva di una «antropologia del sacro», come si rileva dal suo Il quinto millennio (1979).

La Scrittura – Memoria degli Uomini

La Scrittura – Memoria degli Uomini

Titolo originale: L’écriture, mémoire des hommes

Autore/i: Jean Georges

Editore: Electa / Gallimard

edizione italiana a cura di Martine Buysschaert, traduzione di Carla Sacchi.

pp. 192, numerose illustrazioni e fotografie b/n e colori, Trieste

Seimila anni di storia: dalle rive del Tigri e dell’Eufrate a quelle del Mare Egeo e di tutto il Mediterraneo, dalle origini alla rivoluzione dell’alfabeto, dagli amanuensi all’invenzione della stampa. Protagonista è l’uomo, con i suoi strumenti di scrittura. Strumenti che producono segni, che interpretano nelle forme più diverse le culture dei popoli, che trasmettono il più grande patrimonio della civiltà: la scrittura, memoria degli uomini.

Visualizza indice
  • I. – UN ESORDIO CASUALE
  • II. – UN DONO DEGLI DEI
  • III. – LA RIVOLUZIONE DELL’ALFABETO
  • IV. – DAI COPISTI AGLI STAMPATORI
  • V. – GLI UOMINI DEL LIBRO

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

  • L’epopea di Gilgamesh
  • Un labirinto di libri
  • Alfa e beta
  • Bodoni, un vanto italiano
  • I piaceri della scrittura
  • Il mondo come scrittura
  • Lettere in rivolta
  • Come scrivono i poeti?
  • La scrittura, specchio dell’anima
  • Scrivere la musica
  • Il mondo del fumetto
  • La scrittura elettronica

APPARATI

  • Indice delle illustrazioni
  • Indice analitico
  • Bibliografia

Costumi Popolari Tibetani

Costumi Popolari Tibetani

Titolo inglese: Tibetan Folk Customs

Autore/i: Liming Chen

Editore: Anteo Edizioni

introduzione dell’autore, traduzione di Filippo Bovo dal libro di lingua inglese, traduzione dall’originale cinese ad opera di Liu Jun.

pp. 240, nn. fotografie a colori e binaco e nero,

I costumi popolari sono la rappresentazione culturale delle condizioni e degli stili di vita di una civiltà. Costumi Popolari Tibetani fornisce un profondo e dettagliato resoconto delle affascinanti e spesso uniche tradizioni delle popolazioni che vivono sull’innevato altopiano del Tibet. In questo libro i lettori possono trovare scorci e rappresentazioni della vita reale, passata e presente, in Tibet riguardanti per esempio le usanze in cucina e a tavola, le tradizioni da seguire dalla nascita alla morte e dalle nozze al funerale, per finire poi con la miriade di festival ed attività ricreative che provengono da diverse matrici culturali, senza dimenticare le profonde fedi religiose che spesso guidano proprio tali costumi.

Il professor Chen Liming dell’Università Minzu dello Xizang nell’antica città di Xianyang è un Esperto del Consiglio di Stato per le Indennità Speciali. Ha insegnato e compiuto ricerche sulla storia e la cultura tibetana e per molti anni, effettuando importanti scoperte sulle civiltà Himalayane così come sulla storia e la cultura generale del Tibet.
Ha pubblicato molti testi accademici, tra cui Cultura Popolare in Tibet e Una Passeggiata nelle Foreste Himalayane: il Percorso Culturale delle Popolazioni Monba e Lhoba in Tibet, oltre ad altri sessanta libri.

Dizionario Ragionato dei Nomi – Origine, Significato, Notizie Storiche, Curiosità, Segno Zodiacale, Numero Karmico e Talismani

Dizionario Ragionato dei Nomi – Origine, Significato, Notizie Storiche, Curiosità, Segno Zodiacale, Numero Karmico e Talismani

Sono presenti nomi stranieri, 101 schede, 1.111 nomi di testa ed un repertorio di oltre 7.000 voci incrociate

Autore/i: Francipane Michele

Editore: Rizzoli

prima edizione, premessa dell’autore.

pp. 512, Milano

Chi sospetterebbe che Wanda ha a che fare con i Vandali, i Veneti e Veneranda? O che Renato, Anastasia e Natalina son parenti stretti? Così son simili Ambrogio e Attanasio; Almira Regina e Sara; Vittoria, Nicola, Vincenzo e Nice… Un anagramma fa Orlando fratello di Rolando, un filo tiene ben saldi per mano Irene, Federico e Pacifica. Queste e altre sorprese: origine, significato, curiosità storiche, letterarie, artistiche, musicali sui nomi più belli, amati e familiari d’Italia in questo dizionario, originale per impostazione e contenuti.
La prima parte è uno schedario dei 101 nomi più diffusi da Ada a Zoe. Ogni scheda si conclude con dati esoterici: totem, animali, piante, segno zodiacale, pietre e talismani; numeri del lotto; numero karmico e fortunato da trovare grazie a una semplice tabella.
La seconda parte offre 1010 nomi, da Abele a Zuleika: da dove derivano, che significano e altre notizie.
La terza parte è un repertorio ragionato di circa 7000 nomi coi rispettivi giorni onomastici. Vera novità, la rete di rimandi utile a orientarsi nel labirinto che lega, come filo d’Arianna, un nome agli altri. Così sarà piacevole scoprire, per esempio, che Luisa e Luigi risalgono, nientemeno a Clodoveo, attraverso Lodovico, Aligi, Aloisio, Alvise, Luisio… Integrano la parte circa 3000 nomi stranieri.
L’introduzione e l’appendice col glossarietto dei termini tecnici sono una Chiave di lettura funzionale del libro. Nomen omen: il nome è il presagio, l’augurio, il buon auspicio. «Il dizionario ragionato dei nomi» guida a scegliere il nome più bello e adatto al neonato ma anche a capire il fascino misterioso racchiuso nel proprio.

Michele Francipane, direttore didattico e formatore di docenti in servizio, lavora in un Istituto di ricerca del Nord. Ha ideato e diretto collane scolastiche e di varia. Saggi di divulgazione scientifico-pedagogica, didattica e letteraria compaiono in varie pubblicazioni. È autore del «Giocabolario» (anche in versione Braille). Nel 1992 sono apparsi i «Ludogrammi, le parole giocose», nel 1993 «il somario» e «La scuola in gioco».

Con le Ali e con le Radici – Sotto il Segno del Gioco

Con le Ali e con le Radici – Sotto il Segno del Gioco

Autore/i: Pistorio Rosaria

Editore: Edizioni Greco

prima edizione, premessa e introduzione dell’autrice.

pp. 176, Catania

Se è vero che il gioco coglie l’intrinseco rapporto tra caso e necessità all’insegna del quale si snoda la vicenda cosmica, perchè non concepire sub specie ludi anche l’essenziale dell’essere uomo? Tra l’homo sapiens e l’homo faber vive uno sfondo, un confine esteticamente ambiguo che è luogo primigenio, non ancora determinato, frammezzo ludico che si fa ponte tra l’uomo e il modo. E l’homo ludens che attraverso la risorsa del gioco comprende meglio il valore della spontaneità regolata, dell’interesse disinteressato dell’inutilità finalizzata, della libertà impegnata, del rischio di vita o di morte, quest’uomo vuole incontrare Dio lungo questa «terza via», la via ludica. Perchè il rapporto stesso tra Deus ludens e homo ludens si rinviene nel chiaroscuro di un’esperienza irriducubilmente tragica, quella in cui si intersecano infinito e finito, le ali e le radici.

Rosaria Pistorio, ricercatrice confermata presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Antropologiche e Geografiche dell’Università di Catania, ha già pubblicato: Religione e Politica nell’Inghilterra del secolo XVII, Galatea Editrice, Acireale, 1977; La problematica religiosa nella ricerca di Paul Tillich, Galatea Editrice, Acireale, 1980; Critica ideologica e religiosità etica nei “Nuovi Filosofi”, Galatea Editrice, Acireale, 1986, Filosofia, ideologia e teologia nella Francia contemporanea, Galatea Editrice, Acireale, 1990; Antropologia e teologia nel pensiero francese contemporaneo, Ciurca Editore, Catania, 1993.

Da Edipo alle Nostre Nonne – Breve Storia dell’Enigmistica

Da Edipo alle Nostre Nonne – Breve Storia dell’Enigmistica

200 Indovinelli, 50 Sciarade, 150 Rebus e 30 Anagrammi e Logogrifi

Autore/i: Autori vari

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, testi di Giorgio Cusatelli e Italo Sordi, consulenza enigmistica di Filippo Baslini (Cielo d’Alcamo), ricerca bibliografica e iconografica di Gabriella Scamoni e Vanna Piazza Massarotti, impaginazione di Guido Villa.

pp. 256, nn. illustrazioni b/n e a colori, Milano

Questo libro vuole prima di tutto divertire: contiene indovinelli, sciarade, rebus, e ogni sorta di con simili trucchi fabbricati in equilibrio tra il mondo delle cose concrete è quello – che dovrebbe essere parallelo, ma invece si ribella sempre – delle parole.
Ci sono poi, nella materia e nelle intenzioni di chi l’ha messo insieme, aspetti culturali tutt’altro che insignificanti: l’enigmistica discende infatti da remotissimi rituali religiosi ed è andata di pari passo, per secoli, con la letteratura: sono stati enigmisti gli egizi e gli aztechi, lo sono stati – e lo vedrete qui – niente meno che Sofocle, Virgilio, Dante.
Del resto, il titolo spiega già tutto: questa lunga storia di trastulli e di poesia comincia proprio nel clima di quel dramma d’Edipo da cui prese le mosse Freud e si conclude negli ovattati interni borghesi dell’Italia umbertina: ma c’è anche un secondo finale a sorpresa, come una quinta che si spalanca improvvisamente sull’enigmistica e sugli enigmisti d’oggi, operosi come tante api: ecco giochi e rebus che arrivano persino a sfruttare effetti «stereoscopici».

Rasselas Principe d’Abissinia

Rasselas Principe d’Abissinia

Autore/i: Johnson Samuel

Editore: Il Saggiatore

a cura di Goffredo Miglietta, introduzione di Giuseppe Sertoli.

pp. 194, nn. tavole illustrative in bianco e nero, Milano

In un’epoca in cui il viaggiare era considerato il coronamento dell’educazione di un gentiluomo, la storia di Rasselas, principe d’Abissinia (1759) di Samuel Johnson, unico testo narrativo del grande critico e moralista, sfrutta le convenzioni del racconto orientale e del viaggio immaginario per costruire una parabola che ripete il monito biblico Nihil sub sole novum. Al di sotto infatti della varietà delle leggi e dei costumi, la natura umana si rivela sempre e ovunque la stessa e ciò che viaggiando s’incontra non è mai il diverso ma l’inedito. Se l’impulso al viaggiare, d’altra parte, è un impulso irresistibile, lo è perché ciò che attraversò il mutamento di un luogo che si cerca è un mutamento di sé. Promessa (illusione) di felicità, in tanto il viaggio seduce e rapisce in quanto promessa (illusione) dell’altro-da-sè.

Samuel Johnson, (1709 – 1784), il «dottor Johnson» per contemporanei e posteri ammirati dal suo sapere, resta una delle figure più rappresentative della cultura inglese del Settecento. Alla sua ascesa da origini provinciali e relativamente modeste alla posizione di incontrastato dittatore letterario della Londra augustea contribuirono un’instancabile attività di poligrafo, un’intensissima curiosità umana, e una visione già moderna del ruolo dell’intellettuale nella società. Sua la prima grande opera di lessicografia inglese, il celebre Dictionary (1755); sua un’ancora vivace serie di ritratti e di biografie letterarie, The Lives of the English Poets (1779 – 81); suo il sistematico e penetrante osservatorio critico dal quale volle seguire e orientare le attività culturali contemporanee, e per il quale si avvalse di giornali («The Rambler», 1750 – 62; «The Idler», 1758 – 60); di satire e poemetti morali (London, 1738; The Vanity of Human Wishes, 1749). Nel 1764, diede vita al Literary Club, frequentato anche dal Baretti. Tra i membri del club vi era J. Boswell, con il quale compì un viaggio in Scozia, descritto in Journey to the Western Islands of Scotland (1775).

Collezione TERRE/IDEE, diretta da Franco Marenco:
La cultura del viaggio, della ricerca e della scoperta del nuovo, ripercorsa nelle sue tappe più significative, e riproposta nei suoi testi più avvincenti e prestigiosi.
Viaggio come documento, ma anche come stimolo e calco della riflessione sul diverso: Ovvero le “terre”, obiettivi della conoscenza, insieme alle “idee” che sono servite a conoscerle: e il vissuto più immediato, l’esperienza quotidiana del mondo, accanto alle proiezioni creative, letterarie e filosofiche, delle grandi avventure che lo hanno percorso.

Volumi pubblicati:

  • John Mandeville Viaggi, ovvero trattato delle cose più meravigliose e più notabili che si trovano al mondo, a cura di Ermanno Barisone.
  • Walter Ralegh La ricerca dell’Eldorado con la relazione del secondo viaggio in Guiana di Laurence Keymis, a cura di Franco e Flavia Marenco.
  • L’esplorazione italiana dell’Africa, a cura di Francesco Surdich
  • Samuel Johnson Rasselas, principe di Abissinia.
  • Andrès Laguna Le avventure di uno schiavo der Turchi.
  • Louis-Antoine de Bougainville Viaggio intorno al mondo.

La Cultura del Sangue – Fatwā, Donne, Tabù e Potere

La Cultura del Sangue – Fatwā, Donne, Tabù e Potere

Titolo originale: La Culture du sang. Fatwas, femmes, tabous et pouvoirs

Autore/i: Zaoui Amin

Editore: Bollati Boringhieri Editore

traduzione di Isabella Negri.

pp. 128, Torino

Questo libro è una testimonianza e un’analisi della condizione in cui si trovano a vivere ormai da molti anni nel mondo arabo e musulmano gli intellettuali moderni che combattono per la libertà della cultura e per la democrazia in condizioni spesso disperate. Tra regimi militari che riprendono la liturgia statale del partito unico e i fondamentalisti islamici che profittano del malessere socioeconomico e della scontentezza politica delle popolazioni per trascinarle nell’oscurantismo e nella morte, lo spazio della terza evocata da Zaoui è ristretto, anche a causa del silenzio – arabo e internazionale – su quella che altri hanno chiamato la «malattia dell’islām». Invitando a superare questo silenzio su ciò che accade sulla riva sud del Mediterraneo, l’autore lascia un messaggio alle reti di intellettuali, scrittori, ricercatori, universitari e mediatori di cultura per una grande mobilitazione contro la barbarie contemporanea, per la tolleranza e il meticciato delle lingue, delle culture e delle vite. Alla degenerazione della «cultura del sangue» Zaoui contrappone la comunità di cultura che univa, per esempio, il filosofo francese di origine algerina Jacques Derrida e l’intellettuale di Orano Bakhti Benaouda, assassinato dagli integralisti nel 1995.

Amin Zaoui, nato nel 1956 a M’sirda (regione di Tlemcen, Algeria), romanziere, è autore tra l’altro di La Razzia, Haras de femmes (trad. it. Stazione di monta per donne, Argo, 2002) e Les Gens du parfum. Direttore del Palazzo delle arti e della cultura di Orano negli anni ottanta e animatore di una trasmissione letteraria alla televisione di Stato algerina, nel 1995 fu costretto a trasferirsi in Francia. Tornato in patria, dirige la Biblioteca Nazionale di Algeri.

Cura delle Malattie con Ortaggi, Frutta, Cereali e Argilla

Cura delle Malattie con Ortaggi, Frutta, Cereali e Argilla

Titolo originale: Traitment des maladies par les légumes, les fruits et les céréales

Autore/i: Valnet Jean

Editore: Giunti Barbèra

nuova edizione, premessa e introduzione dell’autore, traduzione di Maria Grazia da Mosto e Francesca Rovai.

pp. 432, Firenze

“Esistono alcune malattie che si curano solo con l’alimentazione”: insegnamento di Ippocrate, che l’avvento di tanti medicinali di sintesi sembrava aver fatto dimenticare, sta trovando da qualche anno nuovi entusiastici consensi, da parte di medici convinti dell’inefficacia – se non della nocivits – di molti farmaci, e soprattutto da parte di uomini e donne insoddisfatti di un rapporto passivo con la medicina. A tutti questi, uomini e donne, si rivolge Jean Valnet. Medico e presidente-fondatore della Società francese di fitoterapia e aromatoterapia, Valnet combatte da più di quarant’anni, con la sicurezza di chi possiede la verità, la sua battaglia contro gli aspetti deleteri della civiltà tecnologica, a favore delle terapie naturali e di una alimentazione biologicamente sana. Questo volume ci conduce attraverso il suo “orto”, rivelandoci principi, noti e meno noti, di frutta verdura e argilla: come sempre in maniera semplice, “naturale” Valnet tende, proprio come il suo lettore, a un più sano equilibrio, tra scienza e natura.

Medicina tradizionale e medicina alternativa, uomo e ambiente, scienza e natura: termini troppo spesso in contrapposizione fra loro. In questi anni però la contrapposizione va sempre più cedendo il passo di fronte ad una filosofia dell’”uomo totale”, che fa propri i più recenti risultati della ricerca scientifica, li rilegge alla luce di un più naturale equilibrio dell’uomo con se stesso e con ciò che lo circonda, e li sposa all’eredità di una tradizione millenaria.
Noi tra scienza e natura dà la parola ai protagonisti di questa piccola, immensa rivoluzione, illustra il senso e i risultati delle loro ricerche, offre un ventaglio di informazioni vario ed esauriente, che spazia dai più delicati meccanismi cerebrali alle proprietà terapeutiche di erbe e minerali.
Per questo motivo, per questa ricerca di “totalità e di “naturalità”, Noi tra scienza e natura va oltre il semplice titolo di una collana, per divenire la parola d’ordine di un comportamento, di una scelta di vita.

Sushi Taste and Technique

Sushi Taste and Technique

Autore/i: Barber Kimiko; Takemura Hiroki

Editore: DK Publishing Book

photography by lan O’Leary.

pp. 256, nn. illustrazioni e fotografie a colori, New York

Can fast food be good food? Kimiko Barber and Hiroki Takemura demonstrate than it can, with authentic yet foolproof techniques that succeed every time.

Create perfect scattered, stuffed, pressed, rolled, and hand-formed sushi from traditional, vegetarian, and fusion recipes, following simple step-by-step instructions.

Master sushi etiquette to maximize your enjoyment of this exciting ciusine.

Learn the master’s techiniques and trade secrets from Hiroki Takemura, previously head chef at London’s Nobu, and Asian fusion specialist Kimiko Barber

Elegant, compact, yet comprehensive: a must for anyone serious about sushi.

L’Occidente Cristiano Visto dai Cinesi – Verso la Fine del XIX Secolo (1870-1900)

L’Occidente Cristiano Visto dai Cinesi – Verso la Fine del XIX Secolo (1870-1900)

Titolo originale: L’Occident chrétien vu par les Chinois vers la fin du XIX siècle (1870-1900)

Autore/i: Chih André

Editore: Editoriale Jaca Book

prima edizione italiana, prefazione dell’autore, traduzione Patrizia Amati, collana: Di Fronte e Attraverso n° 44, in copertina: Veste di raso ricamata in seta su fondo oro, Cina, XVIII secolo.

pp. 302, Milano

…”La civiltà occidentale è materiale, la civiltà cinese è spirituale. Questa era l’affermazione comune agli intellettuali cinesi alla fine del XIX secolo. L’idea non è ancora del tutto scomparsa dalla loro mentalità fino al presente, benchè l’atteggiamento nei confronti di questa civiltà occidentale sia più volte mutato. Dove si trova l’origine di questa affermazione? Deriva dall’ignoranza dei cinesi sull’Occidente, oppure l’Occidente si è così presentato? Se è valida la prima ragione, a che punto arrivava la loro ignoranza? Se è valida la seconda, l’Occidente non era forse cristiano? Quale fu l’atteggiamento dell’Occidente e quale quello dei cinesi in questo incontro? Quale fu il motivo di tale atteggiamento? Hanno cambiato il loro punto di vista dopo il primo incontro? Se l’hanno mutato, per quale ragione ed in che senso? Che cosa fecero dopo aver avuto una certa conoscenza dell’Occidente? Infine, come sono arrivati ad affermare che la civiltà occidentale è materiale?”
Oggi che gli occhi del mondo sono puntati sulla Cina, queste domande che si rivolge l’autore del presente libro sono più che mai d’attualità. L’obiettivo del resto è fornire materiale per delle risposte, elementi fondamentali per risalire alle radici dei rapporti tra Cina e mondo occidentale.

André Chih, storico, specialista della Cina. Dottore dell’Università Gregoriana di Roma (nel 1962).

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Introduzione

I. I cinesi conoscevano l’occidente?

  • 1. Le prime opinioni dei cinesi
    • a) L’Impero del Centro, cuore della civiltà
    • b) I barbari mercanti d’oppio
    • c) I barbari sono cannibali?
    • d) I barbari sono immorali
  • 2) Allarmi e ricerche
    • Perchè i barbari sono potenti?

II. I cinesi scoprono le grandi qualità dell’occidente

  • 1) L’occidente è potente. Arte militare
  • 2) L’occidente è ricco! Civiltà materiale
  • 3) Le fonti della civiltà materiale: le scienze pratiche
  • 4) Il controllo della civiltà materiale: l’amministrazione e l’organizzazione:
    • a) Una riforma amministrativa
    • b) Una riforma sul modello occidentale
    • c) Una rivoluzione

III. Le discussioni sulla scoperta dell’occidente

  • 1) Bisogna imbarbarirsi? (1865-1898 circa)
  • 2) Tutte le qualità dell’occidente barbaro derivano dall’Impero del centro (1862-1898)
  • 3) Sarebbe possibile unire ed alleare le qualità della civiltà spirituale e quelle della civiltà materiale?

IV. Quale era il ruolo della religione cristiana nella civiltà materiale dell’occidente?

  • 1) I cinesi hanno trascurato la religione cristiana?
  • 2) Il pregiudizio del confucianesimo: la sacrosanta dottrina di Confucio è l’unica, vera e sublime via della morale
  • 3) L’influenza della vita occidentale
    • a) Gli avventurieri considerati cristiani
    • b) I cinesi scoprono la vita religiosa dell’occidente
    • c) L’uso abusivo del titolo di cristiano da parte dei malfattori
  • 4) Le lagnanze cinesi e l’odio contro l’occidente
  • 5) Tentativo di rimediare a questo stato di cose
  • 6) La conoscenza che avevano i letterati della religione cristiana

V. L’occidente e l’oriente

  • 1) La vita quotidiana occidentale vista dai cinesi
  • 2) L’occidente e l’oriente

Epilogo

Dopo la rivoluzione del 1911
Conclusione
Abbreviazioni
Note
Fonti e bibliografie