Libri dalla categoria Arti e Mestieri
Storia Greca – Dalle Origini all’Età Ellenistica
Titolo originale: Griechische Geschichte. Von den Anfängen bis zum Hellenismus
Autore/i: Lotze Detlef
Editore: Società Editrice Il Mulino
traduzione di Maria Cesa.
pp. 136, Bologna
La storia della Grecia antica coincide con la nascita stessa della civiltà occidentale. Inizia nel secondo millennio avanti Cristo e dietro di sé non ha che il silenzio enigmatico della preistoria: mille anni dopo, l’età classica offrirà l’immagine di una cultura straordinaria. Partendo dai palazzi minoici, il volume traccia il percorso che va dai secoli oscuri agli inizi della città-stato (la «pólis») e all’espansione della civiltà greca nel Mediterraneo. L’ascesa e l’apogeo della democrazia ateniese, il grande antagonismo tra Atene e Sparta, la breve alleanza tra le due città durante le guerre persiane, la costruzione dell’impero «mondiale» di Alessandro Magno, l’ellenismo, l’incorporamento dei regni ellenistici nell’impero romano: sono i momenti fondamentali su cui Lotze concentra la propria attenzione, soffermandosi sui tratti specifici dell’organizzazione politica e sociale antica. Il ritratto essenziale e completo di una vicenda che ha permeato di sé la storia successiva del mondo mediterraneo.
Detlef Lotze insegna Storia antica nell’Università di Jena. È specialista di storia sociale e costituzionale della Grecia antica. Ha collaborato tra l’altro a «I Greci. Storia, cultura, arte, società», a cura di S. Settis (Einaudi, 1996-97).
- I. – La protostoria
- II. – I secoli oscuri e l’età arcaica
- III. – L’età classica
- IV. – L’età ellenistica
Cronologia
Letture consigliate
Indice dei nomi
Giustiziateli sul Campo – Letteratura e Banditismo da Robin Hood ai Giorni Nostri
Autore/i: Nigro Raffaele
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autore collana: La Scala.
pp. 702, Milano
…Li briganti facevano li guappi, sfoggiavano tutti da signori granni, speravano di fare altri ricatti ma Gesù Cristu li mandò malanni…
La figura del bandito è fra le più ambigue e controverse della storia. Da personaggio leggendario circondato da un alone romantico come Robin Hood – il gentiluomo che rubava ai ricchi per donare ai poveri – al malvivente sanguinario che semina il terrore e calpesta la legge, come il terribile brigante Gasparoni, il bandito è sempre riuscito a ritagliarsi una posizione di spicco nel nostro immaginario. Che sia il difensore del popolo angariato dai potenti, o più banalmente un coraggioso furfante che ignora i vincoli del diritto, incarna in sé l’aspirazione universale dell’uomo alla libertà, e non può fare a meno di alimentare con le sue gesta una fiorita mitologia. La letteratura di ogni epoca, la pittura, e – ultimo ma solo in ordine di tempo – il cinema, si sono accostati con una molteplicità di vedute, interpretazioni e invenzioni al fenomeno del brigantaggio. Da Roque Guinart a Karl Moor a Garibaldi a Pancho Villa, da Fra’ Diavolo a Salvatore Giuliano, per culminare con Che Guevara, divenuto l’eroe simbolo di un’intera generazione, questi personaggi così diversi tra loro per ispirazione e intenti hanno praticato, nei secoli, forme di lotta e di rivolta che gli studiosi hanno successivamente classificato sotto le etichette di banditismo, brigantaggio e ribellismo. Del resto gli studi approfonditi su questo fenomeno sono recenti, e la prima analisi impostata in modo scientifico risale agli anni Sessanta del Novecento. Per questo l’opera di Raffaele Nigro appare ancora più meritoria e coraggiosa. Nel mare magnum di eventi e di storie, Nigro ha intrapreso il difficile compito di raccogliere e catalogare in uno studio unitario e imprescindibile la letteratura del e sul banditismo, scritta in Italia dal medioevo ai giorni nostri. Essenziali i riferimenti alle altre letterature, così come i legami e le contaminazioni continue con le altre arti, che portano l’autore a compiere una comparazione sistematica fra le più varie culture ed espressioni. Scaturisce da quest’analisi una riflessione puntuale e critica sulle motivazioni di un fenomeno affascinante, romantico e drammatico insieme. Riflessione che diviene politica, sui temi del brigantaggio postunitario, sulla Questione Meridionale e sugli influssi esercitati sul ribellismo armato del nostro tempo, ma che è anche storica nella ricostruzione di un percorso analizzato spesso in modo frammentario, e sociale, in quanto orbita intorno a una figura che resta sempre, universalmente, umana.
Raffaele Nigro di origini lucane, vive e lavora a Bari, dov’è stato caporedattore per la sede regionale RAI. Quella di Nigro può essere considerata una scrittura “sperimentale” e “antropologica”. Il suo lavoro è tipico di uno scrittore che si sforza di inventare una nuova tipologia letteraria in rotta di collisione con il convenzionale, in quanto va oltre le formule del realismo e si fonda sull’uso di metafore e di invenzioni proprie del realismo magico.
Tra le sue opere, tradotte in molte lingue, ricordiamo Viaggio a Salamanca (2001), Diario mediterraneo (2002), Burchiello e burleschi (2003); per Rizzoli ha pubblicato I fuochi del Basento (1987, Premio Supercampiello), Malvarosa (2005, Premio Selezione Campiello), Santa Maria delle Battaglie (2009, Premio Acqui Storia) e Fernanda e gli elefanti bianchi di Hemingway (2010).
Introduzione
- I. Scritture e scrittori del protobanditismo
- II. Ballate e cantate popolari
- III. Il Romanticismo europeo
- IV. La ribellione nella terra del papa
- V. Il brigantaggio postunitario
- VI. Il leggittimismo romantico
- VII. I briganti nella letteratura di secondo Ottocento
- VIII. Fucilateli sul campo! I tribunali di guerra e la reazione legittimista
- IX. Briganti in versi e in scena
- X. Stranieri alla carica a fine Ottocento
- XI. Diari e memorie di sequestrati
- XII. Biografie popolari a fine Ottocento
- XIII. La Sicilia e le sue questioni
- XIV. I briganti nelle fiabe e nelle favole
- XV. Memorie di cacciatori di teste
- XVI. Il banditismo di fine Ottocento e un centenario
- XVII. Il brigantaggio: una questione sociale
- XVIII. Contrasti di inizio secolo: tra Neoromanticismo e Socialismo
- XIX. Il dibattito sul legittimismo e la reazione antifascista
- XX. Cinema e teatro nel Ventennio
- XXI. Il dopoguerra: vecchi e nuovi traumi
- XXII. Dal bandito sociale al partigiano
- XXIII. La conquista del Sud
- XXIV. Il 1968, tra rivolte, rivisitazioni e femminismo
- XXV. Le indagini sulla provincia
- XXVI. 1970-1990. Vent’anni di fantasie rivoluzionarie
- XXVII. Lega e Antilega in Italia
- XXVIII. Analisi e revisioni di fine Novecento
- XXIX. Finalmente gli archivi pubblici
L’Esperienza della Meditazione
Titolo originale: The Experience of Insight: Natural Unfolding
Autore/i: Goldstein Joseph
Editore: Editori Laterza
prefazione e traduzione di Mauro Bergonzi.
pp. VIII-208, Bari
Questo libro di Joseph Goldstein, grazie a un’eccellente combinazione di semplicità, vigore e chiarezza, facilita non poco il compito a chi volesse informarsi circa la meditazione buddhista dell’attenzione/consapevolezza (vipassanā). Il contesto dottrinale entro cui si articola l’opera è quello del Buddhismo Theravāda, abilmente e correttamente semplificato. Perciò chi è orientato altrimenti, per esempio un cristiano, un vedāntin, un cercatore religioso indipendente, potrà non consentire su questo o quel punto, che sia la teoria del karma o quella del non-io, o altro.
Tuttavia va subito detto in primo luogo che non è frequente imbattersi in un Theravāda così aperto: non solo perchè dichiaratamente ecumenico in ambito buddhista (il Buddhismo Mahāyāna, attraverso il frequente e felice ricorso a testi zen e tibetani, è visto come un tutt’uno col Theravāda), ma anche perchè attento alla tradizione cristiana (san Giovanni della Croce e san Francesco di Sales), a quella taoista e ad alcuni celebri nomi della spiritualità laica moderna (Daumal, Hesse, Castaneda). In secondo luogo c’è da dire che l’enfasi dell’opera non è sulla dottrina, bensì sulla pratica: l’attività principale dell’Autore – che ha studiato e praticato meditazione in Asia per vari anni – è quella di insegnante di vipassanā intensiva e questo libro ce lo mostra, per dir così, in azione. Esso è infatti costituito dai discorsi e dalle istruzioni date giorno per giorno nel corso di un ritiro durato un mese, intermezzati da frequenti serie di domande e risposte con gli studenti. E l’utilità del libro, accanto alla nitidezza di impostazione, sta proprio in questo, che esso offre la possibilità di approfondire concretamente l’intelligenza del processo meditativo, osservandone lo svolgimento attraverso le varie reazioni dei meditanti e le spiegazioni, i chiarimenti e gli incoraggiamenti dell’istruttore. Ma oltre che utile e pratico, questo libro è importante. E lo è fondamentalmente per due ragioni: la prima è che esso contribuisce a individuare le basi essenziali della meditazione dell’attenzione, al di là delle sue forme culturali asiatiche; la seconda è che dall’anno della sua prima pubblicazione (1976) il libro è stato seme di una spinta assai vivace a prendere la meditazione sul serio, inducendo molti a fare meditazione, a farne parecchia e a nutrire un profondo rispetto – che non significa dipendenza dogmatica – nei confronti delle grandi tradizioni contemplative. (Corrado Pensa)
Prefazione di Maro Bergonzi
- Prima sera – Apertura del ritiro e istruzioni preliminari
- Seconda sera – Il nobile ottuplice sentiero
- Terza giornata – Istruzioni: sensazioni
- Quarta sera – Pura attenzione
- Quinta giornata – Istruzioni: i pensieri
- Quinta sera – Concetti e realtà
- Sesta giornata – Istruzioni: gli oggetti dei sensi
- Settimo pomeriggio – Storie
- Ottava giornata – Istruzioni: intenzioni
- Nona giornata – Istruzioni: mangiare
- Nona sera – Ostacoli
- Decima giornata – Istruzioni: coscienza
- Decima sera – Il guerriero
- Undicesima giornata – Il gioco della concentrazione
- Dodicesima sera – I tre pilastri del Dharma: parami
- Tredicesima sera – San Giovanni della Croce e san Francesco di Sales
- Quattordicesima sera – Le quattro nobili verità
- Quindicesimo pomeriggio – Risoluzione a metà strada
- Sedicesima sera – Karma
- Diciassettesimo pomeriggio – Istruzioni: rilassarsi. La mente che affonda
- Diciottesima sera – Purezza e felicità
- Diciannovesimo pomeriggio – Devozione
- Ventunesima sera – Genesi condizionata
- Ventiduesima sera – Morte benevolenza universale
- Venticinquesima sera – Tao
- Ventiseiesima sera – Fattori di illuminazione
- Ventinovesima sera – Sentieri buddhisti
- Trentesima giornata – Chiusura
Letture consigliate
Piccola Scuola del Pensiero Filosofico
Titolo originale: Kleine Schule des philosophischen Denkens
Autore/i: Jaspers Karl
Editore: Edizioni di Comunità
prefazione dell’autore, traduzione dal tedesco di Carlo Mainoldi.
pp. 144, Milano
Con mirabile chiarezza e concisione, Jaspers introduce il lettore ai principali problemi della vita: la natura, il cosmo, la storia, la politica, la dimensione pubblica, l’amore, la morte, nel tentativo di arrivare tramite la filosofia al «fondamento delle cose». Percorrere le vie del pensiero significa per Jaspers, principale rappresentante, con Heidegger, dell’esistenzialismo, comprendere i significati e gli orientamenti della nostra esistenza: compito della filosofia é scuotere il mondo dal torpore, preservare la dignità dell’uomo, suscitare nuovi problemi per inseguire la verità e il senso della nostra presenza nel mondo.
Questa «piccola scuola del pensiero filosofico» non è soltanto un’organica esposizione del pensiero di Jaspers, ma tocca anche le principali questioni della filosofia contemporanea e le singole tesi di autori fondamentali per il nostro secolo, quali Marx, Freud e Weber. Jaspers dedica inoltre una particolare attenzione alle possibili connessioni tra la filosofia e il vasto campo delle «scienze dell’uomo», in particolare la psicologia e la sociologia.
In questo contesto, e nei suoi rapporti con il mondo della politica, la filosofia ritrova la sua importanza per ogni singolo individuò: e «l’unica grande forza grazie alla quale l’uomo rinviene liberamente la sua via» e può trovare «l’indipendenza interiore».
Karl Jaspers (Oldenburg, 1883 – Basilea, 1969), dopo iniziali studi di diritto e medicina, si occupò di filosofia divenendo rappresentante primario dell’esistenzialismo tedesco. Nominato nel 1921 professore di filosofia all’Università di Heidelberg, nel 1937 venne allontanato dai nazisti, e solo nel 1945 poté riavere la sua cattedra. A partire dal 1948 insegnò all’Università di Basilea. Della sua vasta e fondamentale opera le Edizioni di Comunità hanno pubblicato «La. Germania tra libertà e riunificazione» e «Origine e senso della storia».
- I. – IL COSMO E LA VITA
- II. – STORIA E PRESENTE
- III. – IL SAPERE FONDAMENTALE
- IV. – L’UOMO
- V. – UNA DISCUSSIONE POLITICA
- VI. – IL DIVENIRE DELL’UOMO NELLA POLITICA
- VII. – CONOSCENZA E GIUDIZIO DI VALORE
- VIII. – PSICOLOGIA E SOCIOLOGIA
- IX. – LA DIMENSIONE PUBBLICA
- X. – LE CIFRE
- XI. – L’AMORE
- XII. – LA MORTE
- XIII. – LA FILOSOFIA NEL MONDO
Il Libro della Grande Potenza
Come ottenere ciò che si vuole con la magia della visione mentale
Autore/i: Forno Guido
Editore: Casa Editrice Meb
presentazione di Franco Ossola, prefazione dell’autore.
pp. 112, Padova
Dalla lettura di questo libro apprenderete nozioni e conoscenze che, certamente, vi risulteranno completamente nuove.
I metodi descritti sono stati custoditi dal più geloso segreto non per anni ma, addirittura, per secoli, patrimonio com’erano di società segrete ed adepti, i quali hanno sempre centellinato i loro insegnamenti solo a quei pochi discepoli che avevano prestato solenni giuramenti e superato ardue prove iniziatiche. L’Autore, invece, è del parere che ognuno non solo abbia la capacità, ma anche il diritto di esaltare le potenzialità psichiche e magiche che gli sono proprie e debba, quindi, potersi informare per operare in modo aperto e corretto, senza reticenze.
Un’avvertenza importante: leggete dalla prima all’ultima pagina praticando gli esercizi assegnati. Una volta che ve ne sarete impratichiti, rileggete il libro ogni mese per un anno intero. Il vostro motto dovrà essere: praticare, praticare, praticare, senza stancarsi mai.
Guido Forno è nato a Calosso (AT) nel 1947.
Fin da ragazzo si è interessato ai fenomeni della mente umana. Studioso di rabdomanzia ed ipnotismo, oltre che di scacchi – forse la sua passione più sentita – ha scritto e pubblicato numerosi articoli di psicologia applicata in Inghilterra ed Italia.
Attualmente vive e lavora a Torino.
Presentazione
Prefazione
Parte prima
Il potere della visualizzazione
- 1 Che cos’è la visualizzazione
- 2 Prima condizione indispensabile per la visualizzazione: la chiarezza d’idee
- 3 Seconda condizione indispensabile per la visualizzazione: la fede
- 4 Terza condizione indispensabile per la visualizzazione: la FAMP
Parte seconda
Le leggi che regolano la visualizzazione
- 5 Legge n. 1: il limite d’ottenibilità
- 6 Legge n. 2: la limitazione
Parte terza
Dalla teoria alla pratica
- 8 Decidete “veramente” ciò che volete
- 9 La cartina magica
- 10 La visualizzazione in pratica
Conclusioni
Tabella di visualizzazione
Il Pimandro – Ossia l’Intelligenza Suprema che si Rivela e Parla ed Altri Scritti Ermetici
Titolo originle: Poimandrēs
Autore/i: Ermete Trismegisto
Editore: Editrice Atanòr
terza edizione, tradotti per la prima volta dal greco in italiano e con un’introduzione di Giovanni Bonanni.
pp. XXIX-96, illustrazioni b/n, Roma
Sommario:
Introduzione
- I. – Pimandro
- II. – Discorso universale di Ermete Trimegisto ad Asclepio
- III. – Discorso sacro di Ermete Trimegisto
- IV. – Ermete Trimegisto a suo figlio Tat: Discorso del Cratere e della Monade
- V. – Ermete Trimegisto a suo figlie Tat: il Dio invisibile è visibilissimo
- VI. – Il bene è solo in Dio e non altrove
- VII. – Il più gran male per gli uomini è la ignoranza di Dio
- VIII. – Nulla muore: ma i cangiamenti sono, erroneamente, chiamati morte e dissoluzione
- IX. – Pensiero e sensazione. Il bello e il bene sono in Dio e non altrove
- X. – Ermete Trimegisto a suo figlio Tat: La Chiave
- XI. – L’Intelligenza a Ermete
- XII. – Ermete Trimegisto a Tat: Dell’intelligenza comune
- XIII. – Ermete Trimegisto a suo figlio Tat: Discorso segreto sulla montagna della rinascita e dell’ordine del silenzio
- XIV. – Ermete Trimegisto ad Asclepio: Della saggezza
Il Manuale dei Portafortuna
Talismani, pentacoli, gemme, colori, numeri cabalistici: tutto quello che devi sapere per trovare il tuo amuleto personale
Autore/i: Acampora Enzo
Editore: Editoriale Albero
introduzione dell’autore.
pp. 224, Milano
Talismani e amuleti, pentacoli planetari e sigilli, alfabeti magici e numeri cabalistici, filtri d’amore e pietre preziose, incantesimi e fiori, piante e colori, gemme e minerali: un’insolita ed esauriente panoramica – organizzata in ordine alfabetico, per una più agevole consultazione – su tutte le piccole e grandi cose che donano felicità in amore, riuscita nel lavoro, ricchezza e buona salute. Un’opera di grande fascino, che ci permette finalmente di conoscere in tutta la sua articolata complessità il mondo dei “portafortuna” ma che, soprattutto, può aiutare ciascuno di noi a individuare l’amuleto, il talismano o la “gemma portafortuna” che più gli è congeniale e che più potentemente può aiutarlo a convogliare su di sé il massimo degli influssi positivi.
Enzo Acampora, autore del libro, studia astrologia da vent’anni e, da otto, se ne occupa a tempo pieno in qualità di consulente astrologico, ricercatore e collaboratore di periodici di diffusione nazionale come “Sirio” e “Tuttostelle”. Per l’Editoriale Albero ha scritto in passato altre opere di grande interesse, fra cui ricordiamo “Oroscopo: modo d’uso”. “I rituali segreti del sesso” e il recentissimo “Sotto il segno della bellezza”.
Il Ponte Arcobaleno – Nuove Tecniche Spirituali per Costruire l’Antahkarana
Titolo originale: The Rainbow Bridge.
Autore/i: Stevens Norman; Stevens Josephin
Editore: Edizioni Nomina
prima edizione italiana, introduzioni e prefazione degli autori, illustrazioni di Gianfranco Caldarelli.
pp. 210, 8 tavole a colori f.t., nn. illustrazioni b/n, Roma
Un libro ricco di nuove tecniche spirituali per la costruzione dell’Antahkarana con la purificazione dei veicoli e la redenzione delle energie imprigionate in forme-pensiero non evolutive. Scritto da due discepoli del Maestro D.K. che hanno collaborato per molti anni con Alice e Foster Bailey.
Tutto è energia. Materia che può essere mutata in energia ed energia che può essere mutata in materia. La Saggezza Antica viene infatti definita come “Scienza dell’Energia Applicata” e tratta dei concetti mentali e dei processi mediante i quali l’evoluzione dell’uomo può essere rafforzata. Questo libro deve essere inteso come libro introduttivo anche se sono esposte nuove idee e tecniche che potranno essere afferrate completamente solo da studenti avanzati. È un lavoro basato su esperimenti pratici sull’uso della Scienza della Purificazione, Redenzione e Applicazione dell’Energia, con l’ausilio della chiaroveggenza. Le tecniche suggerite sono state ampiamente sperimentate e gli effetti del lavoro di meditazione svolto possono essere così classificati:
- Costruzione dell’Antahkarana
- Purificazione dei veicoli
- Redenzione delle energie imprigionate in forme-pensiero
- Costruzione del Corpo Causale
- Modificazione nel flusso energetico e nei suoi meccanismi
Pierre Klossowski – Sessualità, Vizio e Complotto nella Filosofia
Autore/i: Marroni Aldo
Editore: Edizioni Costa & Nolan
introduzione dell’autore, la traduzione dei brani citati nel testo sono dell’autore, in copertina: Pierre Klossowski, foto di Gérard Rondeau.
pp. 192, Ancona
L’opera multiforme ed enigmatica di Pierre Klossowski, che abbraccia la narrativa, la saggistica, la produzione artistica, rappresenta la risposta più estrema alla dilagante trivialità, un’arma potentissima per combattere l’asservimento dell’uomo a fini estranei alla sua natura.
Aldo Marroni attraversa gli scritti più radicali di Klossowski, Le Leggi dell’Ospitalità, Il Bagno di Diana, Sade Prossimo Mio, Nietzsche e il Circolo Vizioso, per separare dalla narrazione la trama filosofica del mito e portare alla luce i concetti intorno a cui si è articolata la sua riflessione: l’estetica della rappresentazione, l’essere, l’identità, la perversione, l’ambiguità del sacro, i delicato rapporto con la filosofia Nietzschiana.
Emerge così un’interpretazione acuta e brillante dell’opera di una delle personalità più complesse e affascinanti della cultura europea del novecento, il cui pensiero è stato assorbito e ridiscusso da filosofi quali Bataille, Baudrillard e Perniola.
Dall’introduzione:
«Con quali armi un sapere filosofico centrato sulla sessualità può vincere l’asservimento all’imperante gregarietà che omologa in basso sia i corpi sia le anime e li vincola a fini a essi estranei e oppressivi? Questo lavoro su Pierre Klossowski nasce per rispondere a tale domanda, cercando di mostrare nella sua opera la fecondità conflittuale e i diversi livelli di immanenza assunti dalla filosofia divenendo di volta in volta sessualità, vizio, complotto.
L’attenzione suscitata dalla recente proposta di inaugurare una philosophia sexualis (Perniola 1998), a partire dall’opera di Georges Bataille, sembra si possa coniugare anche con un pensiero filosofico il quale pone al centro dei suoi interessi il “vizio”. La ragione principale di questa associazione è connaturata alla stessa sessualità, ed è ravvisabile nel fatto che la viziosità tende ad approfondire e arricchire il dibattito sullo statuto dell’esperienza sessuale con altri concetti orientati ad ampliarne e differenziarne il senso filosofico. Accanto alla philosophia sexualis dobbiamo dunque ipotizzare la nascita di una filosofia viziosa, con lo scopo di modificare il sapere filosofico in qualcosa di totalmente mostruoso e ripugnante? E se la sessualità nella sua versione viziosa costituisse il presupposto di un inconfessato complotto?
Partiamo da una constatazione: alcune nozioni sono state da sempre ostaggio di un rifiuto netto manifestato dai “funzionari della filosofia” ai quali va addebitato un primato negativo in fatto di creazione di concetti. Tra le nozioni che hanno subito l’ostracismo delle “filosofie olimpiche vi sono sicuramente quelle della sessualità, di vizio e di complotto a cui pretendiamo rinviare il nucleo centrale del pensiero di Klossowski.
È a tutti noto che la tradizione filosofica occidentale ha costruito i suoi castelli teoretici partendo da un assunto mai messo in discussione, cioè la centralità dell’io pensante. Dire “pensiero” ha sempre significato dire “soggetto pensante”, e sulla base di questa sicurezza l’essere umano ha potuto disporre liberamente di tutto ciò che gli è sembrato non si potesse ricomprendere entro le sue categorie concettuali. Egli ha dominato il mondo organico e inorganico imponendo a tutti i suoi progetti e i suoi scopi, costituiti per lo più dal desiderio di possesso illimitato e dalla distruzione irrazionale delle cose, A partire da tale pacifica e soddisfatta autorappresentazione il soggetto pensante ha legittimato la sua opera, è cresciuto e si è propagato senza incontrare ostacoli insormontabili.
A questa lineare tradizione filosofica serenamente inneggiante all’imperialismo dell’io penso, alla quale hanno apportato il loro significativo contributo i maggiori filosofi, Klossowski oppone quella che proponiamo di chiamare filosofia viziosa. L’attribuzione alla filosofia di una sua intrinseca “viziosità” tuttavia rimane ancora oscura e torbida se non la si coniuga con il pensiero più limpido, intenso e libero. Infatti la filosofia viziosa non è, come si potrebbe credere, quel pensiero impegnato a progettare mostruosità sessuali, atti immorali e riprovevoli, essa invece spende tutte le sue forze nel faticoso lavoro di dissoluzione dell’io, per decretare la fine della sua centralità e la revoca di ogni finalismo. Questo progetto “dissoluto” appare ovviamente alla stragrande maggioranza dei filosofi accademici come un vero e proprio delitto perpetrato ai danni della coscienza intesa quale principio unico, a cui, nel rispetto di una consuetudine millenaria, tutto deve essere ricondotto. Allora, la paura sembra essere suscitata dalla domanda: se scompare l’io soggettivo come e da chi verrà esercitata la filosofia? Cosa ne sarà dell’armonia sociale? Il problema, infatti è che dobbiamo imparare a convivere con una desoggettivazione radicale a riconoscere forme di pensiero anche al di fuori del nostro mondo interiore, a renderci abitabili e possibili da forze e potenze benefiche provenienti dall’esterno. Tutto ciò prelude forse a una concezione della filosofia come alcunché di superfluo e inutile? Ci dobbiamo rassegnare a un pensare divenuto fiacco e miseramente condizionato da un potere più forte dell’io? Sembrerebbe proprio di no perché per essere all’altezza del circolo vizioso – a cui Nietzsche, per poterlo rilevare, ha pagato con la sua follia un altissimo tributo personale – è necessario iniziarsi a un pensiero energico, tanto forte da dichiarare coraggiosamente il declino dell’eterna immutabilità del sapere. E non si tratta solo di questo, perché intensità del pensiero vuol dire anche che l’atto del pensare passa dall’essere funzione di qualcosa e per qualche scopo all’essere fenomeno in sé tra gli altri fenomeni.
Il contributo apportato da Klossowski a questo progetto è di primaria importanza. Il suo programma teso a coniugare la dissoluzione del principio unitario metaorganico, rappresentato dall’anima occidentale, con una riflessione molto attenta alla sessualità, ci apre a nuove e impreviste forme di accettazione filosofica e di sovranità. Per tale motivo, sentita e declinata anche come perversione del pensiero, la sessualità, la cui pratica deve essere intesa nella sua accezione più pura e innocente, appare riabilitata con l’assegnazione di un compito altamente filosofico, compito tanto più impegnativo quanto più la sua costituzione perversa e le sue estremizzazioni preludono agli eccessi della filosofia, a partire dai quali il pensiero fonda la sua stessa scelleratezza. Infatti, il filosofo scellerato non è quel pensatore a cui difettano metodo e rigore o che rinnegando le sue responsabilità di fronte al genere umano si dedica esclusivamente alla deboscia morale, ma quel filosofiche, spingendo la riflessione al culmine del pensabile, ne coniuga gli esiti con la sessualità perversa, vale a dire non interpretata in relazione a fini gregari e procreativi. Se l’entusiasmo del pensiero è un’espressione alta dell’essere umano e l’esperienza sessuale un aspetto significativo, se non il più solido, dell’attività del soggetto, allora appare oltremodo legittimo coniugare filosofia ed erotismo, come fa il pensatore pervaso di scelleratezza. Ora, il sistema della sessualità pensato entro questa tonalità affettiva che abbiamo convenuto di chiamare “viziosa” ha le caratteristiche di una rivolta silenziosa, occulta, e per tale motivo più efficace di qualsiasi altra insurrezione divulgata pubblicamente (il cui rischio di essere a sua volta omologata dal potere di cui pretende essere l’alternativa sarebbe altissimo).
Il complotto vizioso è tale proprio perché mira alla distruzione dei tre cardini su cui l’occidente ha fondato il proprio potere e il proprio sapere: l’io pensante, l’utilità e la finalità. Quando il pensiero è riconosciuto come un vettore non più proveniente dall’interiorità dell’anima ma da un’ignota e tuttavia famigliare esteriorità, quando il principio di utilità sul quale l’economia borghese ha fondato la propria ideologia è ridicolizzato dalla gioiosa inutilità dell’erotismo, quando gli scopi imposti dalle convenzioni gregarie sono sopraffatti dagli stati impulsionali del singolo, allora, secondo Klossowski, siamo di fronte a un complotto ordito da un sapere filosofico divenuto sessualità, perversione e scelleratezza, insomma siamo già nel bel mezzo di una cospirazione pensata e sostenuta dalla filosofia viziosa. Da tale conflitto, da questa guerra senza ricompensa, sorge inaspettata una felicità, una serenità cosmica e terrena allo stesso tempo.»
Aldo Marroni (Giulianova 1952) è autore di: Klossowski (Pescara, Tracce, 1990); Klossawski e la coomunicazione artistica (Palermo, Aesthetica preprint, 1993); Filosofie dell’intensità (Milano, Mimesis, 1997); Klossowoski. Sessualità, vizio e complotto nella filosofia (Milano, Costa e Nolan, 1999); Inestetiche. Desoggettivazione e conflitto nel sentire contemporaneo (Pescara, Tracce, 1999); L’enigma dell’impuro (Roma, Carocci editore, 2007); Pierre Klossowski – La moneta vivente (Milano, Mimesis Edizioni, 2008); L’arte dei simulacri (Milano, Costa & Nolan, 2009); Muse ribelli – Complicità e conflitto nel sentire al femminile (ombre corte 2012); Estetiche dell’eccesso – Quando il sentire estremo diventa «grande stile» (Quodlibet Edizioni, Macerata 2012, pp.172); La decivilizzazione estetica della società. Sul sentire neo-cinico, Bruno Mondatori, Milano 2014.
Introduzione
Sessualità e complotto
- Anomalia e complicità
- Perversione e scelleratezza
- Cosa filosofia e intensità impulsionali
- Voluttà filosofica e monete viventi
- Singolarità e complotto
Il circolo vizioso dell’ospitalità
- L’ospitalità di Roberte
- La revoca del dono
- L’identità soffiata
- Il segno desoggettivante del pensiero
Simulacri impulsionali
- Le leggi del “tableau”
- L’immagine sospesa
- Il desiderio di Diana e la tragedia di Atteone
- L’immaginazione di Atteone e la curiosità di Diana
- L’innocenza dell’apparire
- La complicità artistica
- Dal simulacro allo stereotipo
- Simulacri corporali
Esercizi corporali
- Culto della sessualità e rito collettivo
- Il vizio di Sade
- Per una filosofia scellerata
- Monete impulsionali
Desoggettivazione e circolo vizioso
- Il complice Nietzsche
- Da Kierkegaard a Nietzsche
- Desoggettivazione dell’io e “fatum”
- Valetudine, eterno ritorno e oblio del soggetto
- I simulacri della dottrina Klossowski e l’esperienza del circolo vizioso
Bibliografia delle opere di Klossowski
- Scritti
- Traduzioni
- Numeri monografici di riviste
- Interviste
- Filmografia
Riferimenti bibliografici
Sette Sottane – Un’Autobiografia Involontaria
«Copia autografata da Monica Vitti»
Autore/i: Vitti Monica
Editore: Sperling & Kupfer Editori
collana: Narra.
pp. 204, Milano
…”Tutta la mia storia, i miei fatti mi vengono dietro in punta di piedi. Credono che io non me ne accorga. Però se mi giro si nascondono, non ci sono più. Quando cammino, sento la loro presenza e i loro passi poco distanti. Vogliono vedere dove li porto, dove andranno a finire. Hanno caratteri, pesi e colori diversi, a volte si fidano di me, a volte no. Io scivolo nei vicoli, sperando di perderli. Ma li ritrovo in fondo alla strada, con le braccia conserte, che ridono come pazzi. I fatti sono presuntuosi, pesanti, invadenti. Le emozioni sono leggere e indipendenti. Ti ballano intorno e sono pronte a distrarsi al primo colore.”…
Monica Vitti racconta qui per la prima volta la sua vita, e lo fa da par suo. Una curiosa, sincerissima, confidenziale autobiografia “involontaria”, come dichiara lei stessa – parole e fatti scivolati sulla pagina con leggerezza – in cui il lettore non trova nulla di celebrativo, nulla di gelidamente ufficiale, nulla di già noto. Non c’è l’ovvio elenco dei film interpretati, nè quello dei premi vinti, nè la lista delle commedie o dei successi teatrali e televisivi, mancano i personaggi famosi conosciuti e frequentati, sono pochi i pettegolezzi, ma non gli amori… e allora che cosa c’è in Sette sottane? C’è appunto, Monica Vitti, quella vera, che si è fatta da sè, che ha avuto bisogno di recitare prima ancora che di respirare, la bellissima che non era considerata tale, la creatura piena di slanci e di affetti, l’attrice di successo in mille tournée che detesta viaggiare e ha una gran paura dell’aereo, che perde tutto, che brucia l’arrosto… Nonostante le apparenze, non è stata un’esistenza facile, la sua, ma persino il racconto degli avvenimenti più tristi risulta irresistibilmente comico: un’allegria senza pari percorre infatti tutto il resto e il lettore, alla fine, ha l’impressione di aver conosciuto una persona davvero straordinaria e di avere un’amica in più.
Monica Vitti, nata a Roma, è diplomata all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico (dove oggi insegna); ha esordito prima con il teatro e la televisione, poi si è data al cinema diventando “la diva dell’incomunicabilità” ne L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto rosso sotto la regia di Michelangelo Antonioni. In seguito, avendo scoperto di “riuscire a far ridere”, ha interpretato figure indimenticabili ne La ragazza con la pistola, Dramma della gelosia, Ninì Tirabusciò, L’anatra all’arancia, Amore mio aiutami per non citarne che alcuni. Nel 1989 ha diretto e interpretato Scandalo segreto, sua opera prima cinematografica che ha ottenuto molti importanti riconoscimenti. È stata insignita di numerose onorificenze: è Commendatore e Grand’ufficiale della Repubblica italiana e Officier des arts et des lettres della Repubblica francese.
- Una frittata gialla
- Impreparata all’intervista
- Fuori dal gioco
I Romani e l’Eredità dell’Impero
Titolo originale: Nos ancêtres les Romains
Autore/i: Hanoune Roger; Scheid John
Editore: Electa / Gallimard
edizione italiana a cura di Martine Buysschaert, traduzione di Carlo Montrésor.
pp. 192, numerose illustrazioni e fotografie b/n e colori, Trieste
Dalla fondazione di Roma nel 753 a.C. al V secolo della nostra era, la civiltà dei romani copre più di dodici secoli di storia. Nel momento della sua massima espansione, l’impero di Roma si protende fino al nord dell’Inghilterra e al deserto dell’Arabia. Un’estensione immensa, quanto l’eredità trasmessa al mondo occidentale. Un modello di organizzazione politica e giuridica; una lingua universale, il latino; l’idea di città e di cittadinanza; un’architettura, un’arte, un modo di pensare. Una cultura che affonda le sue radici in quella greca. Eppure dietro la forza unificatrice di Roma si cela una straordinaria pluralità e gli indiscutibili legami con la nostra civiltà non devono oscurare quanto il mondo romano fosse lontano e diverso dal nostro.
- I. – DAL VILLAGGIO ALL’IMPERO
- II. – LA VITA QUOTIDIANA
- III. – IL MONDO DELLA CITTÀ
- IV. – RELIGIONE E “PIETAS”
- V. – DALLA DOMUS ALL’ARENA
- VI. – L’UNIVERSO DELLA CULTURA
TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
- Scene di un declino
- Ritratto di un potere
- Un impero poliglotta
- Tutte le strade portano a Roma
- Legioni e strategie
- Il romano “doc”
- Dalla parte della donna
- Il pranzo è servito
- L’editoria imperiale
- Disagi metropolitani
APPARATI
- Cronologia
- Indice delle illustrazioni
- Indice dei nomi
- Bibliografia
Il Taccuino Segreto di Cartesio
Storia di un genio del Seicento e della misteriosa formula matematica che non volle rivelare
Autore/i: Aczel Amir D.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione e prologo dell’autore, traduzione di Tullio Cannillo.
pp. 250, numerose illustrazioni in b/n, Milano
«Si, c’è un altro scritto, ma nessun altro lo ha mai visto prima. È un taccuino: il suo taccuino segreto. In ogni caso, non credo che lei lo capirebbe. Ci ho lavorato sopra per anni, ma nulla di quanto c’è dentro, simboli, disegni, formule, ha un senso. È completamente cifrato.»
Con «Cogito, ergo sum» ha inaugurato la filosofia moderna, laica e razionalista. Con l’invenzione del sistema di coordinate cartesiane ha permesso la comprensione matematica della geometria e dello spazio fisico. Ma Cartesio (1596-1650) aveva anche un lato misterioso, ed era affascinato dalle dottrine esoteriche.
È quasi certo, infatti, che fece parte della società segreta di studiosi e riformatori più famosa dei suoi tempi, la confraternita dei Rosacroce. E per tutta la vita tenne un taccuino di lavoro su cui scriveva con un codice cifrato, che è andato completamente perduto. Dopo la morte di Cartesio, Gottfried Leibniz, l’inventore del calcolo infinitesimale e uno dei massimi matematici e filosofi della sua epoca, si trasferì a Parigi alla ricerca di quel taccuino, riuscendo a rintracciarlo nella casa di un vecchio amico di Cartesio, Claude Clerselier. Ma Clerselier permise a Leibniz di copiare solo alcune pagine, che oggi sono tutto ciò che rimane del misterioso taccuino segreto.
Quali sono le ricerche che il grande Cartesio non ha mai avuto il coraggio di rendere pubbliche? Quale scoperta rivoluzionaria è rimasta nascosta per quasi tre secoli sotto una cifratura esoterica?
Per rispondere a queste domande, Amir D. Aczel ci guida attraverso la vita del grande pensatore francese in un esaltante viaggio tra scienza, sapienza occulta, cosmologia e matematica, alla ricerca del segreto perduto di Cartesio.
Amir D. Aczel insegna matematica al Bentley College di Boston. È autore di numerosi bestseller di divulgazione scientifica, tra cui: L’enigma di Fermat (1998), L’equazione di Dio (2000), Il mistero dell’Alef (2002), Entanglement: il più grande mistero della fisica (2004), Chance: dai giochi d’azzardo agli affari di cuore (2005), L’enigma della bussola: l’invenzione che ha cambiato il mondo (2005) e Pendulum: Léon Foucault e il trionfo della scienza (2006).
Introduzione
Prologo
La ricerca di Leibniz a Parigi
- I. – I giardini della Touraine
- II. – La matematica dei gesuiti e i piaceri della capitale
- III. – L’enigma olandese
- IV. – Tre sogni in una stanza sul Danubio
- V. – Gli ateniesi sono afflitti da un tremendo flagello
- VI. – L’incontro con Faulhaber e la battaglia di Praga
- VII. – La confraternita
- VIII. – Uno scontro in mare e un incontro nel Marais
- IX. – Cartesio e i Rosacroce
- X. – Le scoperte italiane
- XI. – Un duello a Orléans e l’assedio della Rochelle
- XII. – Il trasferimento in Olanda e il fantasma di Galileo
- XIII. – Un legame segreto
- XIV. – La filosofia di Cartesio e il Discorso sul metodo
- XV. – Cartesio viene a capo dell’antico problema di Delo
- XVI. – La principessa Elisabetta
- XVII. – Gli intrighi di Utrecht
- XVIII. – L’invito della regina
- XIX. – La misteriosa morte di Cartesio
- XX. – La caccia di Leibniz al segreto di Cartesio
- XXI. – Leibniz decifra il codice di Cartesio e risolve il mistero
Un epilogo del ventunesimo secolo
Note
Bibliografia
Ringraziamenti
Indice dei nomi
Aria di Siena – I Luoghi, gli Artisti, i Progetti
Autore/i: Brandi Cesare
Editore: Editori Riuniti
prima edizione, introduzione e cura di Roberto Barzanti, in copertina: il panorama di Siena visto da Villa Brandi a Vignano (foto di Costantino Turnau).
pp. 236, numerose tavole b/n f.t., Roma
«Per Siena ho sempre avuto un insieme di amore e di intolleranza»: così Cesare Brandi riassume il suo rapporto con la città natale e con la terra che gli è sempre nel cuore. Gli scritti raccolti in questo libro, che datano dagli anni cinquanta a oggi, sono una testimonianza di questo rapporto e uno squarcio sull’officina critica brandiana, applicata a una gamma svariatissima di esperienze artistiche e intellettuali. «Autobiografia e ricordo di perdute atmosfere, – scrive Barzanti nell’introduzione, – evocazioni di amicizie e personalità stanno accanto a notazioni ambientali, a recensioni di mostre, ad analisi dei risultati di un restauro o di un progetto urbanistico: e dunque non c’è unità di tono o di accostamento. Eppure una tensione vi circola che ne fa un itinerario, un insieme non incidentale di riflessioni o proposte: ad originarla è l’universo cui ci si riferisce.»
Cesare Brandi (Siena, 1906), già ordinario di storia dell’arte moderna nell’Università «La Sapienza» di Roma, è critico e storico dell’arte fra i più noti in Italia e in Europa. Fondatore nel 1939 dell’Istituto centrale di restauro, ha scritto opere di basilare importanza nel campo: ricordiamo Teoria generale della critica (Einaudi, 1975), Teoria del restauro (ivi, 1977), Disegno della pittura italiana (ivi, 1980).
Roberto Barzanti (Monterotondo Marittima, Grosseto, 1939), studioso di storia, già sindaco di Siena è deputato del Pci al Parlamento europeo.
Introduzione di Roberto Barzanti
Nota editoriale
Nota biobibliografica
Parte prima – Luoghi della memoria
- Siena mi fe’
- Festa a Sant’Agnese
- Il Palio da Vignano
- Postilla dantesca
- Aria di Siena
- Una misura lirica
- La piazza di Pienza
- Triangolo magico
- A Sant’Antimo
- La montagna di bronzo
- Belverde
- Ultimo lembo di Maremma
- Addio, Toscana
- Quella che è sovrana
- Piero Sadun, un pittore
- Ranuccio Bianchi Bandinelli, un umanista
Parte seconda – Arte e artisti
- Il Campo
- La Maesta di Duccio
- L’ombra di Duccio
- La presenza di Simone Martini
- Un omaggio a Simone
- I pentimenti di Simone
- Il mappamondo rotante
- Vero o falso? Alla chimica la sentenza
- Arte senese in Maremma
- Jacopo della Quercia
- Francesco di Giorgio: un protagonista del Quattrocento
- Un ingegnere della vecchia Siena
- Originalità di Rutilio Manetti
- Pienza e Manzù
- A San Quirico d’Orcia
- Giardini senesi
- Li passò il Barbarossa
- Ville abbandonate
- Quando il restauro è scoperta
- Barocceschi senesi
- Una collezione in pinacoteca
- Incisori a confronto
Parte terza – Una città tra piano e restauri
- L’Autostrada del Sole e il Piano regolatore di Siena
- Il discusso restauro del San Domenico
- Pericolosi ritocchi
- Il Duomo non ha bisogno di aggiunte
- Un’offesa al panorama
- Restauri a briglia sciolta
- Tre capolavori al posto giusto
- Un museo avvilito ad ospedale
- Nuova vita per l’acropoli
- Un centro polivalente per l’arte
- Siena e Arezzo fanno la pace
- Va troppo in giro il Prezioso Corporale
- Due nuovi musei
- Pienza città da custodire
- La cattedrale minacciata
- Un affresco dimenticato
- Le sculture di Sant’Antimo
- Un museo per la Maremma
- Una raffineria insidia il mare di Talamone
Indice delle fonti
Indice dei nomi e dei luoghi
Storia del Tibet – I Segreti di una Civiltà Millenaria
Titolo originale: Histoire du Tibet
Autore/i: Deshayes Laurent
Editore: Newton Compton Editori
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione e note all’edizione italiana di Lucio Chiavarelli.
pp. 352, nn. carte geografiche nel testo e nn tavv. b/n f.t., Roma
Più di mille anni fa gli imperatori “divini e miracolosi” del Tibet facevano tremare l’Asia, con guerre vittoriose contro gli Arabi, i Turchi, i Mongoli o i Cinesi. Alla caduta dell’impero, gli abitanti del paese si ritirarono sulle montagne. Il buddismo si diffuse a poco a poco sull’altopiano innevato e, a partire dal secolo XI, i monasteri presero il posto delle fortezze. Il Tibet conobbe così nuovo splendore oltre i propri confini. I suoi santi furono venerati da potenti imperatori mongoli e cinesi. Il potere politico e quello religioso divennero inseparabili: i monasteri iniziarono interminabili dispute e gli ordini religiosi si affrontarono in armi. Ne uscì vittoriosa, nel XVII secolo, la dinastia dei Guelug-pa. Governato dai Dalai-Lama imposti dai Mongoli, il Tibet entrò in una nuova era. Mentre i tibetani, sia laici che religiosi, si disputavano il potere, gli imperi cinese, russo e britannico cominciavano a tessere una complessa trama politica. Il Tibet divenne un giocattolo nelle loro mani e la Cina riuscì a fare accettare la sua sovranità sopra il “Tetto del mondo”. Oggi due Tibet tentano di sopravvivere: quello della religione autonoma, che giorno dopo giorno va perdendo la sua identità, e quello degli esiliati, riuniti attorno al quattordicesimo Dalai Lama.
La storia del Tibet è tuttora poco conosciuta, quasi ignorata. Questo libro, frutto di una fortunata serie di incontri e di felici scoperte storiche, offre al lettore un quadro di quel che era il Tibet in passato e di quel che è divenuto oggi, svelandone i molteplici volti.
Laurent Deshayes, profondo conoscitore della lingua tibetana, da cui ha tradotto numerose opere – in particolare un’antologia di canti mistici -, ha pubblicato diversi testi sulle scuole religiose buddiste di rito tibetano.
Contributo alla Luce della Vita
Autore/i: Giancola Luigi
Editore: Editori Laterza
unica edizione, prefazione dell’autore, esemplare a fogli chiusi.
pp. 114, Bari
Dalla prefazione:
« Se è vero che le idee sono la luce della vita, la sorgente della luce è la Prima Idea, Idea fatta carne: in principio c’era il Verbo, il Verbo è Dio, Egli si è fatto carne ed è la luce del mondo.Tutte le cose sono da questa Prima Idea, e quindi sono luce e riflesso luminoso nella misura della loro perfezione. Tra le realtà create una, l’uomo, è non solo riflesso luminoso della Prima Idea; ma, a sua volta analogamente a essa, sorgente di luce. La persona umana è essenzialmente spirito, essere cosciente; anche essa, quasi a similitudine del Verbo, è una parola di Dio fatta carne. Mentre, però, il Verbo Incarnato è Dio stesso, assolutezza di perfezione e quindi di luce, le tante parole di Dio, spazio-temporalmente dimensionate, ne sono sorgenti solo potenziali; esse, cioè, debbono sviluppare i principi intrinseci che delineano la propria natura o perfezione, e tra questi i fondamentali: la verità, la bontà, la bellezza. Questi principi, se naturalmente sviluppati, debbono razionalmente condurre lo spirito creato alla sua sorgente increata; diversamente irrazionale è stato lo sviluppo, sbagliata la strada seguita. […]»
Dal testo:
« L’immenso cosmo spaziale continuamente rivela le sue ricchezze all’occhio attento e indagatore di chi lo osserva per capirne i segreti e utilizzarli come elevazione dello spirito e ai fini pratici della vita umana. È bastata allo scienziato, molte volte, una banale e trascurabile rivelazione fenomenica da un oggetto altrettanto banale: come l’oscillazione di un pendolo, le reazioni di una rana scorticata, l’esame di una muffa… per scoprire un mondo ripieno di meraviglie fino alle impensabili conquiste del nostro tempo.
Se alla realtà mondana fosse mancata la possibilità di rivelarsi, sarebbe rimasta un mondo chiuso a sé, un libro inesorabilmente chiuso alla lettura dell’uomo. Al contrario, questa realtà cosmica perennemente si rivela attraverso una ricca fenomenologia, il suo linguaggio, e scopre il suo volto, quasi per richiamare l’attenzione della mente alla sua conoscenza. E poiché perenne è il suo rivelarsi, indefinita […]»
San Paolo e la Storia delle Religioni
Titolo originale: Rings um Paulus
Autore/i: Holzner Josef
Editore: Edizioni Paoline
seconda edizione, prefazione all’edizione italiana di Armando Rolla, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione integrale dal tedesco di Armando Rolla.
pp. 288, Roma
Quest’opera di Josef Holzner – che integra e approfondisce i grandi temi già analizzati nella sua biografia L’apostolo Paolo (Morcelliana, Brescia 1961, 5ª ed.) – era apparsa nell’edizione originale tedesca nel lontano 1947, cioè nell’immediato dopo-guerra, e di tale tormentato periodo conserva le stimmate. Ma al di là delle contingenze dei tristi giorni postbellici in cui ha visto la luce, la sua bruciante attualità perdura tuttora. Infatti, le attuali generazioni – affermava l’A. – si trovano in situazioni analoghe a quelle in cui vissero i popoli tra i quali operò l’apostolo Paolo. Il suo messaggio cristiano di salvezza, di conseguenza, è l’unica speranza valida e definitiva anche oggi, come fu duemila anni fa per il mondo greco-romano in avanzato processo di decomposizione.
«Dal 1947 ad oggi – scrisse la Civiltà Cattolica nel 1956 recensendo la nostra prima edizione italiana dell’opera – il mondo non ha camminato verso la luce, anzi le tenebre si sono infittite. Oggi, come al tempo del cristianesimo primitivo, l’umanità è in crisi dinanzi a un’alternativa di fratellanza e distruzione, l’antagonismo esasperato fra Oriente e Occidente minaccia una frattura irreparabile. E Paolo di Tarso, il convertito di Damasco messaggero di Gesù, ha qualche cosa da dire al mondo, richiamandogli il messaggio dell’autentico cristianesimo: l’universalismo e la fratellanza cristiani nell’unico Corpo mistico di Cristo, che soli potrebbero segnare l’ora della grazia e della salvezza».
La rivista Letture commentava: «L’A. mostra l’originalità dell’apostolo che, pur sapendo sfruttare gli stati d’animo e gli atteggiamenti religiosi del mondo col quale viene a contatto, realizza tutta la vitalità del cristianesimo sulle basi sicure del Vangelo, della tradizione e dell’esperienza Spirituale». «L’Holzner ha avuto il merito – afferma Il Ragguaglio librario – della sintesi, e in questo consiste la novità della sua opera, oltre all’altro non meno notevole di saper uscire dagli schemi e dal linguaggio dello specialista per esprimersi in maniera tutta moderna, adorna pure di grazia letteraria. È nel rapporto tra due età, distanti due millenni, nel raffronto col mondo antico e il primitivo cristianesimo, che l’Holzner ha saputo trovare anche una risorsa per un rinnovamento nell’avvenire».
Presentazione all’edizione italiana
Prefazione
Introduzione – IL CARATTERE ESCATOLOGICO DEL NOSTRO TEMPO
Capitolo primo – IL CRISTIANESIMO PRIMITIVO – LA VIA PAOLINA
Capitolo secondo – DOBBIAMO ABBANDONARE PAOLO PER RITORNARE A CRISTO?
Capitolo terzo – UN RITRATTO DEL MAESTRO E DEL DISCEPOLO
- Tarso e la sua cultura
- L’intransigenza di Paolo
- La trasformazione di Damasco
- Il dinamismo apostolico e l’unione mistica con Cristo
- La conversione dell’intelletto e del cuore
- La mistica della sofferenza e della Croce
Capitolo quarto – PAOLO E IL MONDO ANTICO
- Universalismo
- Logos e panteismo
- Dinamismo
- Desiderio di redenzione
- Intellettualismo eccessivo
- Mistica della divinizzazione
- Mancanza di speranza e solitudine
Capitolo quinto – I MISTERI GRECI E L’IDEA DELLA SALVEZZA
- I misteri leusi e la sete di salvezza prima di Cristo
- Dioniso e i suoi misteri
- L’orfismo
- I misteri greco-orientali
- Misteri pagani e mistero cristiano
Capitolo sesto – IL RUOLO DI PAOLO NELLA STORIA DEL MONDO E NELLA STORIA DELLA SALVEZZA
- Gerusalemme
- Paolo precristiano
- La conversione cristiana
- La nuova intelligenza della Sacra Scrittura
- La nuova moralità
- Atene
- Paolo scrittore
- Sete di redenzione
- Il Dio ignoto
- Il Dio dell’amore. «Dio nel Cristo»
- Angoscia del mondo e nuovo sentimento sul mondo
- Roma
- Attesa del Salvatore
- Espiazione
- Universalismo e sentimento sociale di vita
- Divinizzazione dell’imperatore
Capitolo settimo – PERSONALITÀ E CONCEZIONE MORALE DI SAN PAOLO
- Pratica paolina della nuova morale
- Nuovo sistema morale di Paolo
- Abolizione del Giudaismo
- Incorporazione in Cristo
- Presenza del peccato
- Legge interiore della grazia
- Santificazione e consacrazione totale della vita
Capitolo ottavo – PAOLO SACERDOTE
- «Uomo di Dio» e «Uomo divino»
- Assimilazione mistica con Cristo
- Vocazione
- Campo della sua attività sacerdotale
- Metodo pastorale
- Celibato sacerdotale
- Doti sacerdotali: sofferenza, delicatezza di sentimento, disinteresse
Capitolo nono – PAOLO PREDICATORE
I. Carattere della predicazione paolina
- Predicazione profetica
- Predicazione kerigmatica
II. La teologia della predicazione secondo lo spirito di San Paolo
1. La nuova conoscenza di Dio
2. Il nuovo ideale di moralità come conoscenza di sé
3. La nuova conoscenza del mondo (fede nella Provvidenza)
Capitolo decimo – PAOLO E LA MORTE
1. La concezione della morte nell’antichità greco-romana e giudaica
2. La morte cristiana
3. Martirio di San Paolo
CONCLUSIONE
Bibliografia
Indice analitico
La Vergine Appare a Medjugorje? – Un Messaggio Urgente Dato al Mondo in un Paese Marxista
Titolo originale: La Vierge apparaît à Medjugorje? – Un message urgent donné au monde dans un pays marxiste
Autore/i: Laurentin René; Rupčić Ljudevit
Editore: Editrice Queriniana
traduzione dal francese di Bruno Pistocchi.
pp. 200, numerose fotografie in bianco e nero fuori testo, Brescia
Le ultime apparizioni riconosciute hanno 50 anni. Erano le ultime della grande serie del XIX secolo: Rue de Bac, Lourdes, La Salette, Fatima…?
Le apparizioni di Medjugorje iniziarono il 24 giugno 1981. In Italia sono a malapena conosciute, ma hanno già una risonanza internazionale. Oltre due milioni di cristiani si sono recati in quell’angolo sperduto e inaccessibile della Jugoslavia. Riscoprono la la preghiera, il digiuno e l’urgenza di ritrovare Dio di fronte ai gravi problemi che minacciano il mondo.
È apparsa Maria a Medjugorje? Essa aveva lo stesso aspetto delle grandi apparizioni dell’altro secolo, giovane e nello stesso tempo materna verso questi ragazzi di campagna il cui fervore testimonia la vivacità della fede in un paese comunista.
La Chiesa non si è ancora pronunciata e il vescovo del luogo, invita alla tradizionale prudenza e a una critica esigente.
Cosa dobbiamo pensarne?
Per rispondere a questi interrogativi, padre René Laurentin ha realizzato un adattamento del lavoro di padre L. Rupčić, teologo croato è professore di esegesi, un racconto delle prime apparizioni.
Inoltre, padre René Laurentin si è recato sul posto, nel Natale 1983, dal momento che le apparizioni continuano. Ne ha riportato un reportage eccezionale, corredato da circa 50 foto inedite, riprodotte in questo volume, avendo potuto assistere a numerose apparizioni: «Finora avevo studiato le estasi da storico. Per la prima volta le ho viste. È un’esperienza unica e ho capito tante cose che mi sfuggivano».
Egli valuta e discerne da teologo questi avvenimenti eccezionali non ancora terminati.
Indispensabile per conoscere e comprendere ciò che succede a Medjugorje, questo libro chiarisce i grandi interrogativi spesso mal posti: che cos’è un’apparizione, è un fenomeno obiettivo, che significato può avere in un mondo in stato d’urgenza? Ciò che è nascosto ai grandi e ai sapienti é rivelato ai piccoli…
Incontri col Vampiro – Dalla Transilvania a Hollywood
Titolo originale: Reading the Vampire
Autore/i: Gelder Ken
Editore: Red Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione di Danila Moro.
pp. 232, Como
Perché la cultura moderna continua a produrre e riprodurre una creatura “antica” come quella del vampiro? Che cosa entra in gioco quando il vampiro compare sulla scena? Perché i vampiri popolano ancora il nostro immaginario?
Il libro analizza la letteratura popolare e la produzione cinematografica che ha per tema il vampiro: figura davvero immortale, capace di suscitare ancora oggi, a cent’anni dalla nascita, un diffuso interesse. Ken Gelder, docente di Letteratura presso l’Università di Melbourne (Australia), ne ripercorre le vicende: dai primi racconti di Byron al prototipo di tutti i vampiri, il Dracula di Bram Stoker (del 1897), fino ai recenti romanzi di Stephen King e Anne Rice. Ampio spazio è dato anche al cinema: dal Nosferatu di Murnau al Dracula di Francis Ford Coppola. L’autore inserisce di volta in volta la figura del vampiro nei contesti culturali che l’hanno prodotta, mostrando così la sua straordinaria capacità di trasmettere ansie e fascinazioni tipiche delle rispettive epoche.
Insaziabile brama di sangue, sessualità pericolosa, orrore dei non-morti, natura selvaggia… la leggenda del vampiro continua a perseguitare l’immaginazione popolare.
La Confraternita della Rosa Infinita sull’Amore e Altri Malintesi
Titolo originale: La Confradia de la la Rosa Infinita acerca del amor y otros malentendidos
Autore/i: Corradini Mario
Editore: Edizioni Life Quality Project Italia
prima edizione italiana, prologo di Alberto Sívori, traduzione dallo spagnolo di Laura Aga-Rossi con la collaborazione di Giovanni Agresti, Arabella Festa, Flavia Pieragostini, Marta Piragine, Loretta Vissani.
pp. 152, nn. fotografie b/n, Roma
Della Confraternita della Rosa Infinita fanno parte uomini e donne di ogni dove. Ci riuniamo a bere e a conversare su amori e disamori, personali e altrui. Ci raccontarono storie vere e anche inventate. […] poichè nelle riunioni parliamo dell’unico tema che abbia importanza: la ricerca dell’amore. Questo è il nostro segreto, la nostra rosa infinita, un fiore che continua ad aprirsi all’infinito, che ci copre e ci avvolge nella sua danza circolare.
De la Cofradìa de la Rosa Infinita forman parte hombres y mujeres de aquì y allá. Nos reunimos a beber y conversar sobre amores y desamores, propios y ajenos. Nos contamos historias verdaderas y también las inventamos. […] ya que en las reuniones hamblamos sobre el único tema que tiene importancia: la búsqueda del amor. Este es nuestro secreto, nuestra rosa infinita, una flor que se abre continuamente, nos cobija y nos envuelve en su danza circular.
Prólogo
Prologo
La Confradía
La Confraternita
El Vino
Il Vino
El Amor
L’Amore
Dizionario Universale del Natale
Titolo originale: The World Encyclopedia of Christmas
Autore/i: Bowler Gerry
Editore: Newton Compton Editori
prima edizione, saggio introduttivo di Claudio Corvino, prefazione dell’autore, traduzione di Erberto Petoia, collana: Grandi Manuali Newton n° 96.
pp. 402, nn. ill. a colori e in b/n, Roma
Il 25 dicembre è, per ciascuno di noi, una festa religiosa, popolare o consumistica, rispettata o snobbata, un’occasione per riunire la famiglia o una buona scusa per scambiarsi regali, ma in realtà è una festa antica e universale, che affonda le sue radici non solo nella cristianità, ma anche nelle tradizioni popolari tipiche delle culture che l’hanno successivamente rielaborata.
I paesi del Nord Europa hanno infatti consolidato simboli e riti legati al Natale ben diversi da quelli che troviamo, ad esempio, negli Stati Uniti o in Australia.
Questo dizionario esamina uno ad uno gli oggetti, i nomi e le usanze legati ai giorni di vigilia, Natale e Santo Stefano, che noi tutti conosciamo come familiari, ma di cui – spesso – ignoriamo l’origine o la simbologia. Finalmente un’opera completa ed esaustiva che ci spiega e ci racconta il significato della festa più importante del mondo.
Gerry Bowler, laureato in storia al King’s College di Londra, vive e lavora a Winnipeg. Autore di molti libri di successo sui più diversi argomenti, dalle monarchie del Rinascimento alle Spice Girls, ha lavorato alla stesura di questo dizionario per oltre dieci anni.
Claudio Corvino, è uno studioso i cui interessi spaziano dall’antropologia alla storia. Tra i suoi libri: Storia e leggende di Babbo Natale e della Befana (con E. Petoia); Lo sguardo del lupo; Il libro nero delle streghe; Maometto. Le radici dell’Islam per capire la nostra storia (con L. Capezzone); Orso. Biografia di un animale dalla Preistoria allo sciamanesimo. Scrive su vari quotidiani e riviste e cura la rubrica Un antropologo nel Medioevo per il mensile «Medioevo». Per la Newton Compton ha pubblicato Tradizioni popolari di Napoli, Miti e storie leggendarie degli animali e Napoli come non l’avete mai sentita.