Libri dalla categoria Fitoterapia
Erodoto e l’Analogia
Autore/i: Corcella Aldo
Editore: Sellerio Editore
unica edizione, introduzione dell’autore, in copertina: incisione di Edo Janich.
pp. 316, Palermo
Dall’introduzione dell’autore:
“«Analogy is Herodotean first principle of order in arrangement of material»: l’analogia è il primo principio di ordine usato da Erodoto nella sistemazione del suo materiale. Con questa affermazione Henry Wood apre un acuto saggio dedicato all’analisi della struttura formale delle Storie erodo tee, aggiungendo però subito dopo che l’analogia occupa nella prassi storiografica erodotea un ruolo più ampio e più importante che non quello di mero principio di organizzazione formale, e andrebbe studiato in tutta l’ampiezza dei suoi usi.
Il presente lavoro si propone appunto questo: studiare in Erodoto quel complesso di metodi di conoscenza (ma anche di selezione e di organizzazione concettuale) che possono ricondursi alla analogia, ossia al riscontro di somiglianze tra due o più oggetti con lo scopo di rendere chiaro un oggetto non direttamente visibile e conoscibile (detto in greco, aphanés). […]”
Filosofia del Liguaggio – Un’Introduzione Contemporanea
Titolo originale: Philosophy of Language. A Contemporary Introduction
Autore/i: Lycan William G.
Editore: Raffaello Cortina Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, edizione italiana a cura e traduzione di Annalisa Coliva.
pp. XVII-310, Milano
William Lycan, uno dei più noti e qualificati filosofi del linguaggio e della mente, affronta i principali temi della filosofia analitica del linguaggio contemporanea. Il testo è diviso in quattro parti: la prima è dedicata alle teorie del riferimento linguistico, la seconda alle teorie del significato linguistico, la terza alla pragmatica e agli atti linguistici e la quarta a un fenomeno assai diffuso nella lingua ma non sempre attentamente studiato dai filosofi analitici del linguaggio, e cioè la metafora.
Il volume ha chiari intenti didattici. Ogni capitolo contiene una sinossi iniziale e un riassunto ragionato finale. L’esposizione è discorsiva e gli esempi discussi molto divertenti. Le obiezioni alle differenti teorie e le risposte a queste ultime sono chiaramente enucleate ed evidenziate nel testo. Alla fine di ogni capitolo vi sono una serie di domande e consigli per letture ulteriori. Il volume è corredato da un utile glossario dei termini tecnici.
William G. Lycan è professore emerito all’University of North Carolina. Tra le sue pubblicazioni Logical Form in Natural Language (1984), Consciousness (1987), Judgement and Justification (1988), Modality and Meaning (1994), Consciousness and Experience (1998). Per le nostre edizioni Filosofia del linguaggio (2002).
Comunità Cristiane nell’Islam Arabo – La Sfida del Futuro
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli
unica edizione, a cura di Andrea Pacini, traduzione di Arturo Mercandetti.
pp. XII-420, illustrazioni b/n, Torino
Preesistenti alla conquista musulmana del Medio Oriente, inserite nell’ordine politico dell’Islam che per secoli ha conferito ai soli musulmani la pienezza dei diritti, le comunità arabe cristiane hanno rappresentato un importante elemento di pluralismo all’interno della società araba meridionale e hanno dato apporti rilevanti alla sua storia fino all’epoca contemporanea.
La fine del secolo XX sembra però segnare una data cruciale per le comunità arabe cristiane, la cui consistenza è passata dal 24 per cento della popolazione nel 1914 all’attuale 7 per cento.
La forte emigrazione da cui esse sono colpite è il segno più evidente di una situazione di forte disagio, che fa presagire ad alcuni una possibile scomparsa.
I contributi di questo volume, partendo da un’analisi sintetica del ruolo avuto dai cristiani arabi nella storia, si propongono di illustrare le ragioni delle loro presenti difficoltà e le sfide che oggi essi devono affrontare, esaminando in dettaglio la loro situazione attuale nei vari stati del Medio Oriente: statuto giuridico, dinamiche sociali, economiche politiche, dialogo e confronto con le varie espressioni della cultura islamica maggioritaria.
Introduzione, Andrea Pacini
- Gli arabi cristiani: dalla questione d’Oriente alla recente geopolitica delle minoranze, Joseph Maïla
- I cristiani arabi dell’Oriente: una prospettiva demografica, Philippe Fargues
- Le comunità cristiane, soggetti attivi della società araba nel corso della storia, Samir Khalil Samir
- Le chiese del Medio Oriente: origini e identità, tra radicamento nel passato e apertura al presente, Jean Corbon
- Il diritto dello stato/nazione e lo status dei non musulmani in Egitto e in Siria, Bernard Botiveau
- L’emigrazione degli arabi cristiani: dimensioni e cause dell’esodo, Bernard Sabella
- La produzione culturale dei cristiani arabi oggi: espressione di identità nella società a maggioranza musulmana, Camille Hechaïmé
- Le dinamiche politiche dei copti: rendere la comunità un protagonista atti, Dina El Khawaga
- La posizione e il ruolo attuale dei copti nell’economia egiziana: tradizioni e specializzazioni, Adel A. Beshai
- Le dinamiche dei cristiani libanesi: tra il paradigma delle ‘āmmiyyāt e il paradigma Hwayyek, Elizabeth Picard
- Le comunità cristiane e la situazione economica e sociale in Libano, Boutros Labaki
- Dinamiche comunitarie e sociopolitiche dei cristiani arabi in Giordania, in Israele e nei territori palestinesi autonomi, Andrea Pacini
- I cristiani di Siria, Habib Moussalli
- I cristiani in Iraq, Yūsuf Habbi
- Il contributo delle comunità arabo-cristiane al futuro delle società arabe del Medio Oriente: alcune prospettive, Maurice Borrmans
- I riti delle chiese orientali
Glossario
Riferimenti bibliografici
Le Sultane Dimenticate – Donne Capi di Stato nell’Islam
Titolo originale: Sultanes Oubliées. Femmes Chefs d’État en Islam
Autore/i: Mernissi Fatima
Editore: Casa Editrice Marietti
prima edizione, prefazione di Biancamaria Scarcia Amoretti, traduzione di Mirella Gordini.
pp. XVI-264, Genova
Esistono domande che contengono in sé tutto ciò che le società occultano. Una di queste è certamente il ruolo della donna nell’Islam. Così quando Benazir Bhutto fu eletta Primo ministro del Pakistan nel 1988, nessuno in Occidente si era resoconto della frattura che questo avvenimento aveva provocato nella storia dei paesi islamici. L’inchiesta storica e sociologica di Fatima Mernissi nasce da questo avvenimento. Essa indaga quindici secoli di storia dell’Islam, dalla storia delle dinastie ai fondamenti del linguaggio politico religioso, per scoprire il ruolo spesso nascosto delle sultane. Anche le domande più scottanti e attuali sullo stato della donna in Islam non sono assenti dall’indagine. Fatima Mernissi fa parte infatti di questa umanità e vive in prima persona i problemi della condizione della donna nel mondo musulmano. Tale condizione viene riassunta mirabilmente dall’autrice attraverso il concetto di «medina democrazia»: «Noi, abitanti delle “medine-democrazie”, stiamo girando, presi nel vortice tra cielo e terra, cosmonauti malgrado noi stessi, senza tuta né maschera a ossigeno, abbandonati in questa danza planetaria, la faccia scoperta e i palmi aperti. Con una differenza tutt’altro che trascurabile: che noi donne dobbiamo fare tutte queste giravolte con in più il velo».
Breve Storia dei Mongoli
Titolo originale: The Mongols
Autore/i: Morgan David
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, introduzione dell’autore, nota e traduzione di Barbara Massari, in copertina: Kirghiso in abito tradizionale (1890), Fototeca Storica Nazionale.
pp. 240, Milano
L’impero mongolo dei secoli XIII e XIV è stato il più vasto, compatto e duraturo nella storia del mondo. I suoi confini si estendevano dalla Corea all’Ungheria e, a eccezione dell’India e del sud-est asiatico, comprendevano la maggior parte dell’Asia e diverse regioni dell’Europa orientale. I Mongoli hanno considerevolmente influenzato il corso storico dell’Europa. Nonostante il suo epicentro fosse in Estremo Oriente, l’impero mongolo fu talmente vasto da costituire per oltre un secolo il vicino asiatico più pericoloso e maggiormente temuto dagli europei. L’influenza dell’impero mongolo in Europa ha lasciato tracce significative dal punto di vista politico, commerciale e religioso. E su questa importante prospettiva storica che si basa il presente saggio, focalizzando la sua attenzione sulle relazioni fra l’impero dei Mongoli e l’Europa senza dimenticare al tempo stesso i rapporti che i Mongoli ebbero con i paesi limitrofi, in particolare con la Cina. Sulla base delle poche fonti in lingua originale esistenti e con il confronto con le moltissime fonti non originali antiche e contemporanee e con una vastissima bibliografia, il saggio rappresenta un contributo importante sulla storia dei Mongoli dagli albori della loro civiltà fino ai giorni nostri.
David Morgan è lettore di storia del Medio Oriente presso la S.O.A.S. (School of Oriental and African Studies) dell’Università di Londra.
Il Piccolo Libro del Sognatore
Autore/i: Bambarén Sergio
Editore: Sperling & Kupfer Editori
unica edizione.
pp. 122, Milano
Da quando ho cominciato a pubblicare i miei libri in Italia, ho sempre sentito il grande affetto che i lettori hanno per me e le mie storie. È una delle ragioni principali per le quali continuo a scrivere: rimanere nel cuore delle persone che, come me, hanno creduto e credono nei valori dell’amicizia e dell’amore universale, verso gli altri e verso la Natura. Per ringraziarli, ho voluto raccogliere in questo piccolo libro i pensieri che abbiamo condiviso in tanti anni, un regalo da conservare per i momenti più belli, per superare quelli bui e per trasmettere a tutti coloro che amiamo i nostri sogni più veri e profondi. (Sergio Bambarén)
Sergio Bambarén, è un autore australiano, nato in Perù e vissuto molti anni negli Stati Uniti. Esperto surfista, sensibile alle battaglie ecologiste per la salvaguardia dei mari, ha scritto libri di grande successo, il primo dei quali, Il Delfino, è diventato un piccolo classico. La conoscenza dell’ambiente marino e la volontà di salvaguardare i cetacei hanno reso Sergio Bambarén vicepresidente dell’Organizzazione Ecologica Mundo Azul (Blue World), e lo hanno spinto a viaggiare continuamente, nello sforzo costante di preservare gli oceani e le creature che li abitano.
Il Paradiso Musulmano
Titolo originale: Le Paradis Musulman
Autore/i: Autori vari
Editore: Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri
unica edizione, a cura di Omar Austin, traduzione di Emanuela Galanti, illustrato da François-Louis Schmied.
pp. 104, numerose illustrazioni a colori, Roma
L’epoca visionaria del Paradiso musulmano è lo scrigno che cela un autentico e affascinante breviario della sapienza mistica ed esoterica dell’Antico Oriente arabo-islamico.
Al progetto letterario di Mardrus offrono una splendida veste le tavole di Schmied, innovatore delle arti del libro nella stagione più alta dell’Art-Decò.
Il Pellegrinaggio in Oriente
Titolo originale: Die Morgenlandfahrt
Autore/i: Hesse Hermann
Editore: Adelphi Edizioni
diciassettesima edizione, traduzione di Ervino Pocar.
pp. 106, Milano
Il pellegrinaggio in Oriente (1932), il più perfetto dei romanzi brevi di Hesse e quasi lo stemma di tutta la sua opera, racconta un’esperienza unica e inaudita, che ha luogo, non a caso, in quel «periodo torbido, disperato, e tuttavia così fertile che seguì la prima guerra mondiale». Uniti in una misteriosa Lega, le cui regole paradossali e sapienti ripetono – riflesse nello specchio del Bund romantico – quelle di antichi gruppi iniziatici, uomini disparati si mettono in cammino verso una meta che non è un luogo ma una dimensione altra della realtà. Ricercatori del tao e della kundalini, silenziosi aiutanti, il pittore Paul Klee, lo stesso Hermann Hesse, che è il protagonista, e tanti altri personaggi partecipano a questo singolare viaggio che non ha certo inizio con loro ma è un incessante movimento che percorre il tempo da sempre, e in cui tutti i nomi della storia possono comparire quali momentanei compagni. Ma questo è solo il primo dei molti e conturbanti segreti che incontrerà il lettore nei meandri di una favola che insegna un nomadismo radicale da una realtà che ci è imposta verso un’altra, sfuggente, beffarda e piena di tranelli, che però poi si rivelano essere mezzi pedagogici di un violento svezzamento, usati per dissolvere le ultime, tenaci resistenze al viaggio senza ritorno verso Oriente. Non meraviglia – dato questo schema e la felicità con cui è sviluppato – che il piccolo libro sia stato riscoperto ed esaltato in questi ultimi anni da tanti che hanno sentito di soffocare nell’aria in cui erano nati.
Breviario di Estetica – Quattro Lezioni
Autore/i: Croce Benedetto
Editore: Editori Laterza
avvertenza dell’autore.
pp. 168, Bari
Sommario:
Avvertenza
- I – «Che cosa è l’arte»
- II – Pregiudizi intorno all’arte
- III – Il posto dell’arte nello spirito e nella società umana
- IV – La critica e la storia dell’arte
- Inizio, periodi e carattere della storia dell’Estetica
- Il carattere di totalità della espressione artistica
Appendice – Le due scienze mondane: l’Estetica e l’Economica:
- I – Spirito e senso
- II – Spirito e natura
Le Forme della Malinconia • Ricerche sul Sonetto in Inghilterra (1748-1800)
Autore/i: Castorina Giuseppe G.
Editore: Pàtron editore
prefazione dell’autore
pp. 192, Bologna
Campo d’indagine di questo libro è il revival del sonetto in Inghilterra nella seconda metà del Settecento, seguito nelle sue vicende formali e tematiche dalle prime sporadiche pubblicazioni di eruditi all’enorme diffusione degli ultimi due decenni del secolo. Frutto di una ricerca condotta su rari testi settecenteschi, copre spazi finora inesplorati, quali il dibattito critico sulla questione delle forme che, partendo da posizioni dogmatiche, approfondisce via via le più importanti questioni sulla natura e la struttura del sonetto, approdando a una prima e ben articolata applicazione del principio del parallelismo e a conclusioni teoriche alle quali ben poco le indagini dei secoli successivi hanno aggiunto. Fra gli aspetti nuovi ed essenziali di questo studio vi sono la funzione che i poeti minori del revival ebbero nel rinnovamento del linguaggio poetico fino a influenzare Coleridge e Wordsworth, l’importanza del contributo femminile, la presa del fenomeno su un vasto pubblico raggiunto anche tramite la stampa periodica e il romanzo popolare ove il sonetto comparve come parte integrante del tessuto narrativo. Lo studioso del Petrarca troverà interessanti le parti dedicate alla fortuna e all’influenza del nostro poeta, che si manifesta con un fervore di studi e traduzioni.
Giuseppe G. Castorina, allievo di Gabriele Baldini, laureato all’Università di Roma in Lingue e letterature straniere, è assistente ordinario alla 1ª cattedra di Lingua e Letteratura Inglese della Facoltà di Magistero dell’Università di Roma. È stato professore incaricato di Lingua e Letteratura Inglese presso la Facoltà di Lettere dell’Università della Calabria ed è attualmente incaricato della stessa disciplina presso l’Università dell’Aquila. Si occupa, secondo un’angolazione prevalentemente linguistico-strutturale, di poesia e teatro inglese moderno. Oltre a diversi saggi e recensioni su riviste (“La Cultura”, “Critica letteraria”, “Paragone”) ha pubblicato “G.M. Hopkins. Journals and Papers”, Bari 1975.
Storia della Sociologia Moderna – Idee, Uomini, Correnti, un Manuale Essenziale ed Esauriente
Titolo originale: A hundred Years of Sociology
Autore/i: Mitchell G. Duncan
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Fausta Malingri di Bagnolo.
pp. 360, Milano
L’attuale vivo e crescente interesse del pubblico per la sociologia, interesse che per estensione si avvicina ormai a quello per le materie storiche, richiede un preciso strumento di informazione e di aggiornamento sulla natura e sulla portata, oltre che sulle prospettive future, di questa che è una delle più importanti tra le scienze umane. G. Duncan Mitchell, in questa sua Storia della sociologia moderna, dà un quadro completo dello sviluppo della sociologia e dei reciproci rapporti con l’antropologia sociale e culturale e la psicologia sociale. Dai primi studi sociologici sistematici nella prima metà dell’Ottocento in Gran Bretagna, in Francia e negli Stati Uniti d’America, allo studio comparativo dei sistemi sociali, via via anche attraverso i maggiori autori di sociologia quali Durkheim, Weber e Pareto, al cui pensiero sono dedicati interi capitoli, giungiamo alle teorie e alla ricerca sociologiche contemporanee. Pur facendo la vera e propria storia della sociologia, questo libro è anche un manuale pratico di consultazione e un ricco repertorio bibliografico di tutta la materia.
Bioinformatica – Elementi per una Nuova Biologia
I libri de l’ignoto
Autore/i: Alvarez Lopez José
Editore: Hobby & Work Italiana Editrice
prologo dell’autore.
pp. 130, illustrazioni b/n, Milano
Perché invecchiamo? Perché la malattia e perché la morte? Qual è l’origine del deterioramento della vita e quale la causa della decomposizione di tutto ciò che esiste? Tutte domande rimaste finora senza risposta, o almeno, senza una risposta scientifica. Talvolta, però, può essere una nuova interpretazione dell’Informatica, applicata con metodo deduttivo, lo strumento in grado di fornirci la chiave per dischiudere le porte di numerose questioni trascendenti. Riferendoci in concreto alla Biologia, è logico pensare che una considerazione autenticamente scientifica della stessa contribuirà allo sviluppo di una Medicina di analogo livello, molto diversa da quella puramente empirica che viene praticata oggi, più vicina all’arte che a una vera e propria metodologia scientifica. Questo nuovo concetto di Biologia si sta affermando negli esperimenti laboratorio e tutto sembra indicare che, adattandoci ad un circuito obbligato – basato sulla scienza pura, sulla matematica e non sulla magia – giungeremo allo stesso livello dell’antichissima tradizione indù del “prana”. La vita e la morte sono sul essere spiegate. Questo è quanto si deduce dal presente libro, assolutamente rivoluzionario, scritto da José Alvarez Lopez.
Casanova o la Dissipazione
Titolo originale: Casanova ou La Dissipation
Autore/i: Abirached Robert
Editore: Sellerio Editore
unica edizione, introduzione di Leonardo Sciascia, traduzione di Elina Klersy Imberciadori, in copertina: incisione di Mino Maccari, collana: La civiltà perfezionata n. 12.
pp. XV-204, Palermo
«Le tragedie di Shakespeare non sono di Shakespeare, ma di uno sconosciuto che si chiamava esattamente come lui». Questa battuta di Mark Twain si potrebbe adattare alla questione casanoviana. «La Storia della mia vita non è di Giacomo Casanova, ma di uno sconosciuto che si chiamava esattamente come lui»: perché a forza di interpretarlo… Casanova rischia di diventare uno sconosciuto. Il vero Casanova, diciamo… che attraverso pochissime mediazioni ci è dato di raggiungere. E una è certamente questa di Robert Abirached. (Dall’introduzione di Leonardo Sciascia)
Le Religioni nel Tempo
Autore/i: Zaragoza Gonzalo
Editore: Fenice 2000
unica edizione, traduzione di Madi Rigoselli.
pp. 192, riccamente illustrato b/n, Milano
Sorta agli albori dell’umanità e prima della storia, la religione – con le sue meraviglie e i suoi timori, e poi i riti, le fedi, le chiese – ne ha ininterrottamente accompagnato sviluppo variamente intrecciandosi con le culture e i sentimenti d’identità, le costituzioni sociali, le strutture del potere. Il libro ambisce a descrivere, in una sintesi storica piana e rigorosa, l’evoluzione delle idee e delle pratiche religiose nel corso e nel contesto dei secoli, dalle prime incerte tracce rinvenute dall’archeologia ai fenomeni di oggi. Si tratteggiano quindi le forme della religiosità più antica; poi lo sviluppo delle grandi religioni che hanno vinto il tempo: l’induismo, l’ebraismo, il buddhismo, il confucianesimo, il cristianesimo; insieme si dà conto di altre – lo zoroastrismo, il giainismo, il mitraismo – il cui cammino si è in parte interrotto; infine si affronta la geografia religiosa dei nostri giorni, complessa e in instabile equilibrio, frutto del confronto e dello scontro tra le fedi e le chiese, delle espansioni e dei ripiegamenti, degli scismi, delle scelte.
Gonzalo Zaragoza Ruvira, docente di storia, americanista, è autore di numerosi volumi di argomento storico e ha una specifica esperienza di divulgazione e didattica storica.
Māṇḍūkyakārikā
Autore/i: Gauḍapāda
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
segue il testo sanscrito traslitterato, traduzione dal sanscrito e commento di Raphael.
pp. 192, Roma
La Māṇḍūkyakārikā di Gauḍapâda è l’opera più profonda e significativa, in senso filosofico e dottrinario tradizionale, del Vedânta Advaita. Da sola costituisce il fondamento della Realizzazione Metafisica, e contiene la soluzione dell’Essere e del non-Essere, dell’Uno e dei molti, della Realtà come tale e dell’apparenza fenomenica in quanto mâyâ. (Raphael)
Il problema più arduo dibattuto dai filosofi di tutti i tempi è quello dell’Essere e del non-essere, dell’Uno e dei molti e, di conseguenza, quello che si riferisce alla generazione.
L’Essere-assoluto è Unità, Dualità, Molteplicità o Non-Dualità?
Il mondo dei nomi e delle forme è creato ex nihilo, è manifestato o emanato? E, ancora, è reale, non reale oppure, paradossalmente, è l’uno e l’altro?
Da Talete a Pitagora, da Platone a Plotino fino alla filosofia più recente, a tali problemi si sono date risposte a volte valide, a volte incomprensibili, a volte inaccettabili.
Che cosa ha da dire a questo proposito la filosofia Vedānta, l’Upaniṣad e lo stesso Gauḍapāda?
Si può asserire che il testo in questione, profondamente filosofico e metafisico, affronta questi interrogativi dando non solo una risposta che è nuova per l’Occidente, ma indicando un sentiero (asparśa yoga) per la realizzazione dell’Identità dell’ente con l’Essere.
Gauḍapāda, radicato intensamente nel metafisico, dimostra come l’Essere supremo è attualità pura che esclude non solo ogni molteplicità, dualità e unità ontologica, ma ogni passaggio dalla potenza all’atto.
Nell’eterno e infinito essere sempre presente parlare di una distinzione di fasi, sia pure teorica, è impossibile. Il Sempre presente non ha storia, non ha attuazione, non ha movimento perché non ha generazione (ajāti).
L’Essere puro è ciò che è, non ciò che era o ciò che sarà. E se la stessa Upaniṣad parla di “tre stati” è perchè si rivolge alla mente degli uomini – intessuta di alterità e di aporie -, e solo per strapparla dall’illusione del “due” e dell’”uno”. Il “molteplice”, il “due” e l’”uno”, vale a dire il pluralismo, il dualismo e l’unità matematica esasperano e deludono perché inconsciamente si tende al Non-due (puro Essere) o all’Assoluto che è onnipresente e rende possibile e il pensiero e l’apparenza fenomenica.
Se l’Assoluto è «quello che è libero da relazioni, ossia che esiste ed è quello che è, senza bisogno di essere in rapporto con altro, o ciò che è pienamente sufficiente, autosufficiente, indipendentemente da qualunque altra cosa o realtà» (G. Zamboni, Dizionario filosofico, Milano), allora in questi suoi sūtra-aforismi Gauḍapāda propone il vero sentiero yoga metafisico che porta alla realizzazione dell’Assoluto Essere non qualificato. Asparśa significa infatti: libero da relazioni, senza rapporto con altro, ciò che è autosufficiente, ciò che ò non-generato (ajāti).
La Via del Fuoco Secondo la Qabbālāh – ’Ehjeh ’Ašer ’Ehjeh • Io Sono Colui che Sono
Autore/i: Raphael
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
pp. 112, Roma
Questa sintetica esposizione della Qabbālāh ci da la chiave per comprendere l’Albero Sephirotico nella sua esatta configurazione, mettendone in evidenza la Via Mediana o Via del Fuoco.
Questo libro, ’Ehjeh ’Ašer ’Ehjeh o La Via del Fuoco secondo la Qabbālāh, non è né un saggio su questa dottrina né uno studio storico sulle sue origini, ma una presentazione sintetica, in forma di aforismi-sūtra, per poter “comprendere” e “realizzare” l’insegnamento in essa contenuto. L’espressione ’Ehjeh ’Ašer ’Ehjeh, che significa «Io sono Colui che sono» o «l’Essere è l’Essere», rappresenta la conoscenza di identità e la Qabbālāh, come ogni autentica dottrina tradizionale, non costituisce semplice erudizione ma esperienza di vita; ogni verità ha senso se viene integrata nel vivere coscienziale, ogni “filosofia” ha la sua ragion d’essere se viene coscientizzata.
La Qabbālāh ha come simbolo l’Albero Sephirotico in cui sono compendiate le indefinite possibilità espressive (Sephiroth) del micro e del macrocosmo, al di là del quale si trova la sfera di Ain Soph Aur (Assoluto) che corrisponde all’Uno-senza-secondo (advaita), al Brahman inqualificato (nirguna) della dottrina Vedānta; così per far comprendere come la “visione” tradizionale è una con differenti adattamenti spazio-temporali, nel testo vi sono frequenti accostamenti tra l’insegnamento Advaita Vedānta e quello cabbalistico.
Raphael tenendo conto che la Qabbālāh rappresenta, quindi, un insegnamento completo, cerca di evidenziare soprattutto il sentiero metafisico finora poco trattato dai vari cultori cabbalistici, i quali si sono interessati generalmente ad aspetti minori e, a volte, persino poco iniziatici. Così nel capitolo Sentiero metafisico viene additata e ampiamente chiarita la sfera metafisica (Ain Soph Aur) alla quale deve tendere chi segue la “Via del Fuoco”, quella “Via” che ogni discepolo, a qualunque ramo tradizionale appartenga, percorre per realizzare l’identità con la propria Essenza; questa via “operativa” è la “Via Mediana”, la “Via della Freccia” che si snoda lungo il pilastro centrale dell’Albero Sephirotico.
Ma chi segue la “Via del Fuoco” deve abbandonare le immaginazioni, le rappresentazioni e le concettualizzazioni; deve morire con coraggio ad ogni tipo di oggettivazione mentale e non farsi coinvolgere dal moto di relazione, dal moto esteriorizzante delle Potenze. Leo Schaya nell’introduzione al suo libro L’uomo e l’Assoluto secondo la Cabala scrive: «La sola attività razionale non porterà mai l’uomo ad assimilare la realtà di ciò che è pensato… Il pensiero lascia sussistere il dualismo tra soggetto conoscente e la cosa conosciuta… È questo dualismo intrinseco al pensiero la causa dei dubbi e degli errori… La verità non può quindi essere raggiunta attraverso la sola attività razionale, vale a dire grazie ad una facoltà che, appunto per la sua natura dualistica, non possiede i mezzi per valicare l’abisso del proprio dubbio interiore».
Raphael ci dà la chiave per un giusto accostamento alla “Via del Fuoco” presente anche nella Qabbālāh: «… Lascia il pensare prolisso e discorsivo e spalanca le porte della ragion pura. La “Via del Fuoco” non si studia ma si carpisce con la folgore dell’intuizione, con la comprensione del cuore e con l’immedesimazione coscienziale».
La Lunga Oasi – Uomini e Luoghi dell’Antico Egitto
Il mondo del bibliofilo
Autore/i: Vanetti Pietro S.I.
Editore: Gruppo Editoriale EDICART
unica edizione, introduzione e postfazione dell’autore.
pp. 240, riccamente illustrato a colori, Legnano (MI)
Cinquemila anni di storia dell’Egitto Antico visti attraverso le immagini più pregnanti che l’obiettivo del grande fotografo gesuita padre Pietro Vanetti ha fissato: una sequenza avvincente dal punto di vista sia iconografico sia archeologico. Una presa diretta nei monumenti e dei reperti raccolti nei principali musei egizi, attraverso la quale è possibile ritrovare l’afflato della poesia e il senso della vita di giorni lontani; una guida alla realtà e alla spiritualità della grande civiltà faraonica. Completa il volume un breve saggio che ne spiega, in modo sintetico ma avvincente, i vari periodi storici e artistici e situa in un preciso contesto ambientale ciò che rimane del pensiero e delle opere legati a quella sottile fascia di terra adagiata lungo le rive del Nilo.
Introduzione
- L’età delle piramidi
- La necropoli tebana
- Tebe dalle cento porte
- Le città del Nilo
Postfazione
L’Italia Nichilista – Il Caso di Marco Donat Cattin, la Rivolta, il Potere
Autore/i: Stajano Corrado
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 274, Milano
Marco Donat Cattin, figlio dell’uomo politico che è stato più volte ministro della Repubblica, è un terrorista implicato in una serie di azioni sanguinose. Nella sua storia italiana di figlio di famiglia brulicante di parenti e di amici, sono coinvolti funzionari dello Stato, generali, dirigenti dei servizi segreti, deputati; persino il capo del governo, messo sotto accusa dal Parlamento per complicità e favoreggiamento. Corrado Stajano, ancora una volta interprete di quella vasta Italia sommersa che aspira a regole civili di convivenza, si interroga sul significato di questo episodio e sulle sue implicazioni. E senza ricorrere agli espedienti ingegnosi dei detective da telefilm, ma solo utilizzando e combinando con pazienza dati e informazioni che sono a disposizione di tutti, scopre verità clamorose. La prima delle quali è che viviamo in una realtà di cui siamo inconsapevoli: non avevamo misurato l’estensione di quel fenomeno che nelle sue punte estreme prende il nome di terrorismo. Partendo dalla Torino industriale e dalla sua moralistica borghesia intellettuale al di sopra di ogni sospetto, si arriva ai velluti rossi dei ministeri romani; partendo dai licei famosi che furono la culla della contestazione studentesca, si arriva a tracciare la mappa incredibilmente estesa e dettagliata di una rivolta giovanile che, da un lato, confluisce con impressionante naturalezza psicologica nelle organizzazioni del terrorismo, e dall’altro rispecchia in modo non mitologico la condizione dei giovani di oggi.
Come negli altri suoi libri, Corrado Stajano anche nell’Italia nichilista cerca in un caso concreto la risposta a domande sulla realtà italiana nel suo complesso. E con un accumulo di reperti, di documenti, di testimonianze, di cui egli non aveva forse previsto l’effetto ossessivo e romanzesco, arriva a individuare una malattia nichilista ciecamente distruttiva e autodistruttiva che intacca tessuti vitali della nostra società. Nichilisti risultano non soltanto i giovani che uccidono senza sapere bene chi e perché (e poi partono per le vacanze) ma anche, e a maggior titolo, troppi governanti corrotti e incompetenti e troppi politici senza bandiere e senza progetto, in lotta solo per il potere.
Corrado Stajano, giornalista, è autore del Sovversivo, vita e morte dell’anarchico Serantini, e di Africo, cronaca di un paese della Calabria fra mafia e ribellione. Ha scritto inoltre un libro di narrativa, La città rossa, e un ritratto critico di Franco Antonicelli, La pratica della libertà, è autore, con Marco Fini, della Forza della democrazia, la strategia della tensione in Italia negli anni Settanta e, con Giovanni Russo, di Terremoto, il Mezzogiorno dopo la tragedia del 23 novembre 1980.
Costume come Civiltà
Autore/i: Elia Mario
Editore: ERI – Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana
unica edizione, prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 304, Torino
Tratto dai testi di trasmissioni radiofoniche redatti dall’A., questo saggio esamina le usanze e le fogge collettive più significanti, per stabilire un rapporto tra forme e valori sociali. Le forme sono considerate unitariamente, nei loro vari aspetti, in relazione al modo di vivere (abbigliamento, arredo, rapporti sociali, maniera d’amare, di divertirsi, cucina, ecc.) nella storia. Il Costume è considerato come linguaggio simbolico, nel suo carattere di comunicazione, di sistema segnico, espressione dell’età. Si tende dunque a confrontarlo con l’Arte dell’epoca. Esso manifesta i gusti, e dunque le abitudini, le possibilità, i bisogni. È dunque collegato alla tecnologia, ai modi di produzione, agli interessi: forma che rivela la sostanza non solo nel suo aspetto estetico, ma in quello normativo, di ordinamento, di sistema linguistico e di complesso di regole e valori. La moda è dunque intesa come dialettica, proposta di riforma del Costume. L’indagine parte dal naturismo dei cacciatori paleolitici, nomadi e dalla stilizzazione, dal geometrismo, degli agricoltori neolitici. Parte dal colore africano e dalla musicalità asiatica: dalla estroversione della danza tribale d’Africa, in onore di deità femminili, e dall’introversione del canto asiatico, magico, carismatico, in onore di deità maschili, di Capi. Attraverso voli panoramici, come meglio consentito dai limiti spaziali dell’edizione, si perviene così al naturismo barbarico, rabbioso, della rivolta giovanile dei nostri Anni Sessanta, col suo vestito «trovato», a casaccio. Si perviene al culturalismo degli Anni Settanta, con l’ironia e l’imitazione (derisoria) delle vecchie fogge: coi suoi abiti «cercati», studiati. Si incontrano, ovviamente, la «salopette», azzurrina, da giardiniere, dell’estate 1973, e la massificazione delle forme, che i giovani impongono agli adulti. L’età industriale, superando l’esclusiva, e la gerarchia, pone in crisi lo «status symbol», per le sue necessità diffusive di mercato. Intanto, crolla la teoria di Veblen, della «classe agiata» e si afferma la nuova teoria di Halbwachs, della «rappresentazione di classe», dacché non si imitano più i padroni, ma ogni gruppo ostenta pluralisticamente le sue forme e tenta di imporle, in contestazione col manager, mentre i giovani impongono agli adulti, agli «arrivati», la loro moda. Il Costume di massa diventa problema di massa. Gli studi sul gusto interessano così non solo la ricerca specializzata, ma, oltre la cultura, l’industria e il gran pubblico dei consumatori. Per questo lo studio del Costume assume interesse attuale ed importanza, si eleva a rango universitario, si diffonde, diventa ramo d’insegnamento professionale (a Roma c’è l’«Accademia di Costume e di moda») come la moda è diventata settore produttivo, industriale, con catene di montaggio e produzioni succedanee. Per questo, il presente volume intende rivolgersi, con uno stile adatto ai non specializzati, agli operatori culturali, ai produttori, ai consumatori, a tutti.
Mario Elia oltre a saggi di Costume (La moda espressione dell’epoca, Il teatro come processo) ha pubblicato opere di sociologia (Matrimonio in crisi, Il silenzio dei giovani, Società industriale e Diritto), di narrativa (romanzi storici sulla Sanfelice e su Maria Sofia di Baviera ultima regina di Napoli) e di poesia (Io le cose, E nuovo è il mondo). È anche scrittore di monografie giuridiche e magistrato di Cassazione. È nelle giurie del Premio «Strega» e del «David di Donatello». Ai nostri lettori è noto anche per il libro Origini e funzione del diritto, presentato in Campidoglio nel 1972.
Gente in Aspromonte
Autore/i: Alvaro Corrado
Editore: Garzanti Editore
pp. 232, Milano
«La esuberanza dei motivi umani e letterari che confluiscono nella prosa di Alvaro, creando una fitta trama di riferimenti morali e di simboli, spiega quel che di fermentante, di irrequieto, di torbido, di saltuario, s’avverte talvolta nella struttura delle sue invenzioni e nello stile. Ma dove egli tocca i suoi temi più congeniali, allora anche lo stile, con raffollarsi delle immagini dense e indefinite, con rimpasto greve ed acceso dei colori… s’intona appieno alla materia…» (Natalino Sapegno)
«Nel racconto di Alvaro tutto è avvenuto, il mondo stesso è avvenuto, la tragedia è scoccata, gli uomini e le cose sono fermi a una specie di statu quo, di situation faite, e non chiedono che la celebrazione solenne. Lo scrittore li colpisce in posa come un obbiettivo, specificatamente pittore o musico.
Ci potrebbe dare il romanzo delle favole, e ci dà la favola delle favole, il racconto del racconto. E tanto più si allontana dal racconto quanto più alza il tono della voce, quanto più si eleva, verso il sublime. Egli canta, descrive quello che potrebbe narrare. Un periodo segue all’altro, una battuta di dialogo risponde a un’altra, un passo è avanzato, un gesto è mosso, in una successione di spazio, come momenti di paesaggio.» (Elio Vittorini)
«Nei racconti di Gente in Aspromonte la tematica di fondo regionale dell’Alvaro dispiega intero il suo potere di fantasia nella trasfigurazione, spesso di intonazione mitica, della vita dei pastori e contadini della sua terra. …l’ispirazione regionale oltrepassa nettamente i consueti limiti veristici del racconto provinciale di fine Ottocento, sia in virtù di una originale lievitazione poetica che investe daH’intimo il contenuto locale della sua novellistica, sia in virtù di molteplici esperienze letterarie e umane promosse in lui dalla narrativa europea contemporanea.» (Giovanni Titta Rosa)