Libri dalla categoria Narrativa
Marlene Dietrich
Titolo originale: Marlene the Life of Marlene Dietrich
Autore/i: Higham Charles
Editore: dall’Oglio Editore
introduzione e prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Mercedes Giardini Ozzola.
pp. 330, ill. in b/n f.t., Milano
Sommario:
Introduzione
Prefazione
- La figlia di un ufficiale
- Una jazz baby
- La nascita dell’angelo azzurro
- A Hollywood
- Una minaccia di rapimento
- Una stella internazionale
- Verso la guerra mondiale
- Un soldato in gonnella
- La ripresa
- Da sola sul palcoscenico
- Incontro in capo al mondo
- I suoi settant’anni
I Films
Le interpretazioni teatrali
Shantaram
Titolo originale: Shantaram
Autore/i: Roberts Gregory David
Editore: Neri Pozza Editore
prima edizione, traduzione di Vincenzo Mingiardi, fotografia di Masahiro Ariga, collana: Le Tavole D’Oro.
pp. 1184, Vicenza
«Un capolavoro… un romanzo che tocca la mente e il cuore, che appassiona e fa pensare.» (Daily Telegraph)
«Un’opera d’arte straordianaria, un romanzo di eccezionale bellezza… Gregory David Roberts fa per Bombay quello che Lawrence Durrell ha fatto per Alessandria o Melville per i Mari del Sud.» (Pat Conroy)
«Una lettura sensazionale». (Publishers Weekly)
«Uno scrittore eccezionale, capace di passaggi di inesorabile bellezza». (Kirkus Reviews)
Il bus della scalcagnata Veterans’ Bus Service, una compagnia di veterani dell’esercito indiano, è appena arrivato al capolinea di Colaba, la zona di Bombay dove si concentrano gli alberghi a buon mercato. Greg è il primo a mettere piede sul predellino e a farsi largo tra la folla di faccendieri, venditori di droga e trafficanti d’ogni genere in attesa davanti alla portiera. Ha una chitarra a tracolla, un passaporto falso in tasca e un turbinio di pensieri ed emozioni in testa.
Nel tragitto dall’aeroporto a Colaba ha pensato di essere sbarcato in una città dopo una catastrofe. Davanti ai suoi occhi si è spalancata una distesa sterminata di miserabili rifugi fatti di stracci, fogli di plastica e carta, stuoie e stecchi di bambù. In preda allo stupore, Greg ha visto donne bellissime avvolte in stoffe azzurre e dorate incedere a piedi nudi in quella rovina, e uomini dai denti candidi e dagli occhi a mandorla, bambini dalle membra incredibilmente aggraziate. Ovunque, poi, aleggiava un odore acre e intenso. Quell’odore in cui, a Bombay, fiuti di colpo l’aroma del mare e il metallo delle macchine, il trambusto, il sonno, la lotta per la vita, i fallimenti e gli amori di milioni di esseri umani.
Greg è un uomo in fuga. Dopo la separazione dalla moglie e l’allontanamento dalla sua bambina, la vita si è trasformata per lui in un abisso senza fine. Era un giovane studioso di filosofia e un brillante attivista politico all’università di Melbourne, è diventato «un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell’eroina», un «filosofo che ha smarrito l’integrità nel crimine», uno dei «most wanted men» australiani, condannato a 19 anni di carcere per una lunga serie di rapine a mano armata, catturato e scappato dal carcere di massima sicurezza di Pentridge.
Eccolo ora a Bombay, nel bizzarro assortimento della sua folla, con i documenti di un certo Linsday in tasca e una strana esilarante gioia nel cuore… A Bombay, infatti, il destino ha calato per Greg la sua carta. A Bombay, diventerà uno Shantaram, un «uomo della pace di Dio», allestirà un ospedale per i mendicanti e gli indigenti, reciterà nei film di Bollywood, stringerà relazioni pericolose con la mafia indiana. Da Bombay partirà per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici…
Accolto al suo apparire come un vero e proprio «capolavoro letterario», capace di pagine di «inesorabile bellezza» (Kirkus Reviews), Shantaram non è solo «una saga gigantesca e vera» (London Daily Mail), ma anche uno di quei rari romanzi in cui l’ostinata ricerca del bene tocca realmente la mente e il cuore.
Gli Alberi – Storia e Leggende
Conoscere questi grandi amici dell’uomo
Autore/i: Brosse Jacques
Editore: Umberto Allemandi & C.
tavole degli alberi di Elio Mansuino, tavole delle foglie e dei frutti di Lina Muzzi, traduzione di Anna Zanatello.
pp. 212, 95 tavole a colori, 48 illustrazioni in bianco e nero, Torino
Troverai più nei boschi che nei libri.
Gli alberi ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.
Così aveva scritto san Bernardo, ma questo volume che racconta la storia e le leggende relative a una cinquantina di specie arboree presenti nei boschi e nei giardini italiani riesce a comunicare la profondità remota della cultura legata al mondo degli alberi.
Le colte spiegazioni etimologiche dei nomi latini e italiani, i numerosi accenni anche alla nomenclatura volgare straniera, i riferimenti mitologici, le notizie storiche e botaniche compongono questa lettura avvincente e nuova nello stile caratteristico di Jacques Brosse, lo studioso francese di fama internazionale.
Grandi inedite tavole illustrano di volta in volta il portamento e i colori della chioma di ciascuna specie, accurati disegni dei dettagli di foglie, fiori e frutti consentono un immediato riconoscimento di ciascuna pianta e il suo dono.
Questo libro bellissimo ci induce a recuperare la conoscenza dei protagonisti di una civiltà antichissima e la perduta confidenza con questi meravigliosi, eterni amici dell’uomo.
Koan Zen – L’Oca è Fuori
Domande e risposte spontanee a discepoli e visitatori ∙ 1 – 10 marzo 1981, Poona, India
Autore/i: Osho Rajneesh
Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova
prima edizione, introduzione di Swami Anand Videha, traduzione di Swami Svatantra Sarjano, Ma Prem Cristina, Swami Anand Videha, titolo originale: The Goose is Out.
pp. 312, illustrazioni in bianco e nero, Genova
“Questo è lo scherzo supremo, l’unica barzelletta in tutta l’esistenza: voi tutti siete Buddha che fingono di non esserlo… e il mio solo sforzo è mettervi a nudo, esporvi.
L’uomo vive sommerso da problemi, l’uomo vive infelice. Per vivere senza problemi, per vivere senza miserie, ci vuole coraggio. Per venticingue anni ho vissuto senza problemi, e riconosco che è una specie di suicidio. Nel momento in cui non vi sono problemi, la mente non esiste più, non c’è ego. L’ego e la mente possono assistere solo nel tumulto dei pensieri. Secondo me, l’uomo crea problemi solo per nutrire il suo ego. Se non esistono problemi reali, ne inventa. Ma deve inventarseli per forza, altrimenti la sua mente non può funzionare.
Tutto è divino, questa è la cosa più difficile da accettare per l’umanità. Per questo esiste tanta opposizione verso di me, perché io dico che siete Dio, siete Buddha, che all’infuori di voi stessi non esiste altro Dio. E questa è la cosa più difficile da accettare: preferiresti essere un peccatore, sentirti colpevole, vorresti essere scaraventato all’inferno, ma non puoi accettare di essere un Buddha, un illuminato, perché in questo caso ogni problema sarebbe risolto. E quando i problemi sono risolti, tu inizi a scomparire. E scomparire nel Tutto è l’unica cosa che abbia valore, la sola cosa che abbia significato.
Non mi dovete nessuna riconoscenza: avete scordato il linguaggio del vostro essere. Io sono arrivato a riscoprirlo: io ho ricordato me stesso. E il giorno in cui ho ricordato me stesso, mi sono trovato in una situazione strana: provo compassione per voi, e in profondità rido vedendovi, perché di fatto non vi trovate nei guai. Non avete bisogno di compassione, ma di essere martellati, avete bisogno di sonore martellate sulla testa… le vostre sofferenze sono finte. La vostra natura reale è l’estasi. Voi siete verità. Voi siete amore. Voi siete beatitudine. Voi siete libertà”.
Nessun essere umano potrà mai entrare nel XXI° secolo, senza aver lette questo libro.
La Psicometria – Stimolare le capacità Psichiche per Imparare a “Vedere” e Localizzare con il Tatto Persone e Oggetti
Titolo originale: How to Develop and Use Psychometry
Autore/i: Andrews Ted
Editore: Armenia Editore
ringraziamenti dell’autore, traduzione di Susanna Sinigallia.
pp. 224, nn. illustrazione b/n, Milano
La psicometria, psicoscopia, è l’abilità grazie alla quale un sensitivo, generalmente toccando un oggetto, ma anche venendo a contatto con una persona o un luogo, è in grado di raccontarne la storia o di descriverne gli episodi connessi.
In quanto associata al naturale senso del tatto, la psicometria è ritenuta una facoltà psichica fra le più semplici da mettere a frutto, nonchè da sviluppare in coloro che, pur possedendo questa innata capacità, non se ne sono mai avvalsi.
- spiega che cos’è la psicometria;
- illustra le teorie sulla sua natura;
- offre un programma graduale per riconoscere le proprie impressioni intuitive e per affinare le proprie percezioni psichiche imparando a “vedere” attraverso il tocco;
- insegna ad applicare la psicometria nella vita di tutti i giorni in famiglia o con gli amici, ma anche ad esercitarla pubblicamente per trovare oggetti perduti e persone scomparse
Ted Andrews, dedito a studi di carattere metafisico e spirituale, si occupa inoltre di numerologia, cabala, interpretazione dell’aura, tarocchi, nonchè di medicina alternativa e guarigione olistica. Dello stesso autore: Nel regno dell’invisibile (Armenia 1993), Abbracciati dall’aura (Armenia 1996) e Terapia dei colori (Armenia 1996).
Raffaello – Il Trionfo di Eros
Titolo originale: Le Gloire de Raphaël ou Le Triomphe d’Eros
Autore/i: Chastel André
Editore: Neri Pozza Editore
introduzione, traduzione e cura di Francesco P. Di Teodoro, premessa all’edizione francese di Dominique Cordellier.
pp. 98, nn. tavole b/n f.t., Vicenza
Andrè Chastel ha dedicato all’arte di Raffaello alcuni studi, tutti nel segno di una lettura erotica o venerea, che sono riuniti in questo volume.
Lo storico francese illumina il motivo che ha guidato l’arte dell’Urbinate: l’idea dell’umanità sub specie amoris. Idea che l’artista mutua dagli umanisti frequentati a Urbino e alla corte di Leone X, dove venivano rielaborati i temi neoplatonici del Convito ficiniano. Nel rapporto tra le aspirazioni umanistiche della corte papale e le conquiste formali cui Raffaello perviene a Firenze, studiando l’opera di Leonardo e di Michelangelo e fondendola con un’innata sensibilità disegnativa, si compie l’evento della nascita dell’arte classica del Rinascimento. L’arte di Raffaello diviene espressione perfetta e compiuta dell’anima riconciliata nell’accordo tra Amore divino ed Eros terrestre. Scrive Chastel, memore di un saggio del suo maestro Focillon: «il suo disegno (di Raffaello) assimila tutte le forme senza lasciarsi dominare da nessuna; la sostanza stessa dell’arte antica può fondersi con la sensibilità moderna; e con ciò stesso tutto ciò che di delizioso esiste al mondo sarà salvato e nobiliato». La Santa Cecilia e la Madonna Sistina vengono esemplificate come capolavori di questa sintesi magistrale di tutte le maniere in un’unica maniera classica. Maniera classica che trova nei ritratti e nelle madonne dipinti tra il 1510 e il 1519 la perfezione che farà la gloria di Raffaello ma anche, assunti a modello per quella accademia del disegno che affliggerà la pittura fino alla metà del XIX secolo, sarà la causa di quell’antiraffaellismo che caratterizzerà questo secolo.
Chastel riesce convincente anche quando mette in risalto l’influsso dell’arte di Leonardo, del suo moderno studio dei moti – le manifestazioni esterne dei sentimenti – e delle sue ricerche sull’espressione, sulla maniera classica di Raffaello: «La lezione è perfettamente assimilata e, il che non accadeva con Leonardo, portata a compimento». Lo storico può così permettersi una conclusione scandalosa e stimolante: «Nel 1504-1505 Leonardo definiva con tanta autorità la modernità che Raffaello non poteva svilupparsi e affermarsi a propria volta che sottomettendosi a questa lezione straordinaria e difficile. Egli aveva così ben compresa, così ben esplicitata e generalizzata che dieci anni più tardi Leonardo non esite ad abbandonare il primato romano al protetto di Giulio II e a prendere, malinconicamente, forse, nel 1516, la via della Francia».
Il ritratto di Raffaello esce da queste pagine delineato al meglio, nella sua consistenza storica e nella sua genialità d’artista capace di trasporre su un piano ideale la sensibilità erotica incarnando, nell’ideologia artistica neoplatonica, il principio di Eros così come, seguendo Chastel, possiamo parlare di Hermes-Leonardo e Saturno-Michelangelo.
Introduzione di Francesco P. Di Teodoro
Avvertenze
Ringraziamenti
Premessa di Dominique Cordellier
- La gloria di Raffaello: il trionfo d’Eros
- Raffaello perduto e ritrovato
- Leonardo e Raffaello
- Gli «scarabocchi poetici» di Raffaello
- Amor sacro e profano nell’arte e nel pensiero di Raffaello
- André Chastel e il Rinascimento italiano: bibliografia scelta
Indice dei nomi
Indice delle illustrazioni
Primero Dios – Vita di Oscar Romero
Autore/i: Morozzo della Rocca Roberto
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore.
pp. 448, Milano
«Non è odio che predica la Chiesa, ma amore. E se talvolta la parola è violenta, è per sradicare dal regno del peccato e convertire al Signore.
Non è marxista la Chiesa, e non si è impegnata a favore di nessun sistema sociale. Nei sistemi, la Chiesa solo difende la sua etica religiosa, e così come dice che il comunismo ateo è incompatibile con la trascendenza e la fede in Dio, anche ha detto che il materialismo del capitalismo liberale è ateo, idolatra, perché adorando il proprio denaro e difendendo il proprio denaro calunnia senza riguardo la dignità altrui.» (Oscar Romero)
Oscar Arnulfo Romero divenne arcivescovo di San Salvador, la capitale di El Salvador, il 22 febbraio 1977. Fu assassinato tre anni dopo, il 24 marzo 1980, sull’altare. Il tempo trascorso dalla morte violenta ha accresciuto la leggenda di Romero. Tuttavia la sua figura resta controversa e carica di opposti significati: profeta e sovversivo, martire e rivoluzionario, uomo della Chiesa e uomo della politica, pastore d’anime e caudillo, fautore del dialogo e agitatore della piazza. In patria vengono ormai tributati a Romero larghi onori. Si erigono statue di Romero, si affliggono suoi ritratti in luoghi pubblici. Questo è dovuto alla riconosciuta grandezza del personaggio, non a una memoria storica pacificata. Ancora vale l’osservazione di Romero stesso: «In San Salvador si fanno due ritratti dell’arcivescovo: per alcuni egli è la causa di tutti i mali, una specie di mostro malefico; per altri, grazie a Dio, soprattutto per il popolo semplice, è il pastore».
Apparentemente Romero non fu un mediatore, un arbitro, un assertore della terza via cattolica fra socialismo e capitalismo. Ma si potrebbe anche sostenere validamente il contrario. Ci sono documenti in favore dell’una come dell’altra tesi. Le sue prese di posizione erano nette, ferme, inequivoche. Eppure nessuno più di lui, in El Salvador, era disponibile alla mediazione, all’incontro, al dialogo. L’affanno quotidiano di Romero era trovare «soluzioni» per il bene comune che fossero accettate dalle opposte fazioni. Finché egli visse, El Salvador non precipitò nella guerra civile. Questa iniziò proprio all’indomani della morte, venendo meno il suo impegno di pacificatore.
Chi fu veramente Romero? Qual è la sua collocazione storica?
Per comprendere bisogna uscire dagli approcci ideologici alla sua biografia. Questo libro tenta di capire l’umanità di Romero e le ragioni della sua crescente popolarità, fino all’eco universale della morte. Tra le fonti utilizzate, segnalo principalmente le carte del ricco archivio personale di Romero che è tutt’uno con l’archivio arcidiocesano di San Salvador. Non meno importanti le migliaia di pagine di suoi scritti, discorsi, omelie. Leggere queste pagine con pazienza è necessario per entrare in qualche modo nella mente e nel cuore di Romero. (Roberto Morozzo della Rocca)
Roberto Morozzo della Rocca è nato a Roma il 20 Gennaio 1955.
Ha insegnato nell’Università «La Sapienza» di Roma e nell’Università della Calabria. Attualmente è ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Roma Tre.
I suoi interessi scientifici, inizialmente riguardanti la storia italiana, si sono poi volti anche ai paesi dell’Europa orientale e del Sud Est.
Particolarmente indagato è stato il rapporto fra nazione e religione in Russia, Polonia, Jugoslavia, Albania. Le crisi balcaniche degli anni Novanta sono state oggetto di sue numerose analisi e interventi.
Ha pubblicato un centinaio di saggi e contributi scientifici, ed in particolare i volumi: Le Chiese ortodosse. Una storia contemporanea, Roma 1997 (nuova ed. 2002); Albania. Le radici della crisi, Milano, 1997 (ed. albanese 2000); Maria dell’eremo di Campello. Un’avventura spirituale nell’Italia del Novecento, Milano, 1998; Kosovo. La guerra in Europa. Origini e realtà di un conflitto etnico, Milano, 1999. Ha curato il volume Oscar Romero. Un vescovo centroamericano tra guerra fredda e rivoluzione, Milano, 2002 (ed. spagnola 2003).
Introduzione
I. Da Ciudada Barrios a San Miguel (1917-1967)
II. El obispo que van a tener es pastor
III. Arcivescovo di San Salvador
IV. «Fede e politica: unificazione ma non identificazione»
V. Sentir con la Iglesia
VI. Romero e Roma
VII. L’ultimo Romero
Note Indice dei nomi
I Segreti dell’Alchimia – Presupposti e Fondamenti, l’Alchimia Oggi
Autore/i: Tresoldi Roberto
Editore: De Vecchi Editore
prefazione di Simone Bedetti, introduzione e illustrazione dell’autore.
pp. 192, nn. illustrazioni b/n, Milano
- L’Alchimia offre un percorso speciale all’interno della spiritualità e della tradizione occidentale
- I concetti base dell’Alchimia e i suoi presupposti nel pensiero magico delle società tradizionali
- La sua storia, i principi filosofici ed esoterici, i procedimenti più conosciuti, la vita e le imprese degli alchimisti più famosi
- Gli influssi sulla pratica spirituale, sullo studio della natura e sulle scienze attuali (omeopatia, radionica)
Roberto Tresoldi, laureato in lettere all’Università Cattolica di Milano, ha svolto attività di studio e ricerca in Italia e all’estero. Biopranoterapeuta e radioestesista, si interessa da tempo di pensiero tradizionale e di terapie complementari. Nella sua attività di divulgatore ha scritto articoli, dispense e libri su radioestesia, radionica, pranoterapia, Alchimia, magia.
Prefazione
Introduzione
I principi dell’Alchimia
- L’origine del termine e le forme di Alchimia
- Il linguaggio alchemico
- Ricerca dell’oro: una grande illusione?
- L’alchimista
- Sacro e profano
- La creazione del mondo nel pensiero tradizionale
- Altri aspettidel pensiero tradizionale
- Alchimia e Astrologia
- La Magia
- La Natura
- Il mondo secondo gli alchimisti
- La commistione degli elementi
- I grandi principi dinamici
- Le sette operazioni
- I segreti della pratica di laboratorio
- Dallo spirito a nuove forme di energia
- La realizzazione della Pietra Filosofale
- La Scorciatoia del Sentiero
- Il Libro delle figure geroglifiche
- Le dodici Chiavi della filosofia
- Il segreto della pietra filosofale
- Alchimia e Omeopatia
- La Radionica
- La sperimentazione
- I protagonisti
- Paracelso
- Un alchimista di oggi
Il Golem di Praga – Leggende Ebraiche dal Ghetto
Autore/i: Anonimo
Editore: Vitalis Editore
traduzione di Manuela Boccignone.
pp. 64, nn. illustrazioni b/n, Torino
Da molti secoli Praga è una delle città più significative dell’ebraismo europeo. Oltre ai grandi monumenti in pietra (la Sinagoga Vecchia-Nuova, la Sinagoga Pinchas, l’antico cimitero ebraico o il Municipio israelita), di questa cultura si sono conservate soprattutto le saghe e le leggende provenienti dall’antico, misterioso ghetto. Le storie che ruotano intorno a personaggi come il saggio Rabbi Löw, il rozzo Golem o il ricco Mordechai Meisel, fanno rivivere nella nostra immaginazione il mondo ormai lontano della Praga ebraica.
- In che modo giunsero gli Ebrei in Boemia
- La Sinagoga Vecchia-Nuova di Praga
- Mordechai Meisel
- L’ebreo silenzioso
- Il fidanzamento di Rabbi Löw
- Rabbi Löw, il benefattore degli ebrei praghesi
- Il vinaio e il suo cocchiere
- Il Vicolo Belele
- La creazione del Golem
- La Thora caduta
- Il Golem diventa furioso
- La distruzione del Golem
- Rabbi Löw e la rosa
- Il Vicolo Pinchas
Vedere con gli Occhi dell’Anima – Vivere con le Immagini della Luce Perduta
Autore/i: Fischnaller Nikolaus
Editore: Athesia Spectrum Editrice
pp. 188, Bolzano
Nikolaus Fischnaller, che perdette progressivamente la vista già nell’adolescenza, racconta in modo vivo ed efficace l’interessante storia della sua vita, descrivendo la situazione e le usanze del suo paese montano in tempi ormai passati, in cui le condizioni materiali e la mentalità erano diverse da quelle attuali.
Stupiti e quasi increduli, apprendiamo come una famiglia numerosa e disagiata, colpita dalla tragedia di quattro figli diventati ciechi, viveva dignitosamente e serenamente, sostenuta dalla fede e dall’ingegnosità dei genitori.
L’autore espone in questa pubblicazione i gravi disagi procuratigli dalla sua menomazione e come lentamente riuscì a superare i suoi complessi, ad accettare la vita da disabile, ad acquistare sicurezza ed indipendenza.
Le sue esperienze servono a quanti si trovano svantaggiati in varie forme; costoro possono ricavarne suggerimenti e spunti per superare gli ostacoli anche con le proprie forze.
Il libro può dare informazioni utili a coloro che devono confrontarsi con persone disabili, e lancia un messaggio che invita alla fiducia ed alla solidarietà. Nella narrazione sono inseriti anche episodi curiosi che vivacizzano il testo; vecchie fotografie completano il volume, che coinvolge e che si legge con interesse e con profitto.
(Dott. Ernst Parschalk)
Le Mappe dei Miei Sogni
Titolo originale: The Selected Works of T.S. Spivet
Autore/i: Larsen Reif
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione di Martino Gozzi, collana: Strade Blu.
pp. 380, nn. ill. a colori e in b/n, Milano
La storia è narrata dal punto di vista del dodicenne Tecumseh Sparrow (T.S.) Spivet, un appassionato disegnatore di mappe che abita in un ranch nelle vicinanze di Divide, un piccolo villaggio presso Butte (Montana), praticamente sullo spartiacque continentale. Il primo nome del protagonista, che è ricorrente tra i membri maschi della sua famiglia, deriva dal capo indiano Tecumseh (ca. 1768 – 1813), mentre il suo secondo nome è quello inglese del passero. Per questo, uno scheletro del volatile compare sulle copertine dell’edizione originale e di quella italiana. La madre di T.S., a cui egli si riferisce sistematicamente come “dottoressa Clair,” è un’entomologa dedita – o, per lo meno, così sembra – alla ricerca di una specie d’insetto di dubbia esistenza, il “coleottero tigre dai denti a sciabola”. Il padre, un ranchero emotivamente distaccato senz’alcuna comprensione del mondo dell’indagine scientifica, ha un’opinione di T.S. basata unicamente – o così sembra – sulle sue inesistenti abilità di cowboy. Il fratello minore di T.S., Layton, che seguiva lo stile di vita e gli interessi di cowboy del padre, è stato ucciso in un esperimento, portato avanti assieme al fratello, che riguardava l’indagine scientifica dello sparo con la pistola. Sua sorella maggiore, Gracie, è un’adolescente superficiale, incline a violenti sbalzi d’umore.
L’amore di T.S. per la ricerca scientifica l’ha portato a diventare amico del dottor Yorn, un collega di sua madre che all’insaputa degli Spivet ha mandato diversi lavori del ragazzo a varie riviste e associazioni. Un giorno, T.S. riceve una telefonata da un funzionario dello Smithsonian che, pensando che T.S. fosse uno scienziato adulto, lo informa che ha vinto il prestigioso Premio Baird ed è invitato a tenere un discorso alle cerimonie dell’istituzione. Senza dirlo ai famigliari, T.S. decide di scappare di casa per partecipare all’evento, viaggiando clandestinamente su un treno merci. Nascondendosi in un camper Winnebago che viene trasportato sul treno, T.S. si sistema per il lungo viaggio, immaginando che il camper sia un compagno di conversazione lungo il tragitto. La parte centrale del romanzo consiste in gran parte di testo estratto da uno dei quaderni della madre, che T.S. per istinto aveva preso con sé. Divergendo sorprendentemente dalle fissazioni scientifiche della dottoressa Clair, il quaderno contiene un racconto parzialmente immaginario di un’antenata degli Spivet che era stata essa stessa una grande ricercatrice e cartografa. Questo rivela a T.S. una lato di sua madre del quale non era a conoscenza, e man mano che il treno avanza lungo i binari un mistero inizia a formarsi.
Haiku – Poesia Breve
Grandi poeti giapponesi
Autore/i: Autori vari
Editore: Editrice Galeati
prefazione ed edizione a cura del Prof. Mario Montanari, traduzione e commenti di Sandro Danieli.
pp. 144, Imola
Lo haiku è, forse, la forma più breve di poesia che esista e costituisce uno dei più notevoli contributi della letteratura giapponese a quella mondiale, non fosse altro, perchè riesce a dimostrare quale grandi effetti si possano ottenere con un minimo di parole. Alcuni studiosi giapponesi la considerano la più alta forma di poesia raggiunta in Giappone.
Consiste in 17 sillabe, senza ritmo fisso e senza rima anche la norma delle 17 sillabe non è assoluta e noi troviamo haiku più lunghi, come ne troviamo di più brevi anche presso i poeti che sono considerati classici.
Da Cintura Bianca a Cintura Nera – Judo e Nozioni di Karate – Aikido Arti Marziali Giapponesi
Autore/i: Betti-Berutto Tommaso
Editore: Centro Judoista «Sakura»
quinta edizione, premessa dell’autore, prefazioni, disegni di Orlando Sorgini.
pp. 704, riccamente illustrato in bianco e nero, Roma
Si può affermare senza ombra di esagerazione che tutti coloro che in Italia sono interessati al Judo hanno consultato questa «Bibbia» per ricercare una notizia, per fugare un dubbio, per rafforzare un convincimento. Da cintura bianca a cintura nera non è solo «l’excursus» tecnico che deve compiere l’allievo che si avvicina a questa meravigliosa disciplina, ma è anche l’evoluzione storica del Judo italiano: dai primi passi, dalle prime iniziative dei pionieri – e Betti è tra questi – alla consolidata struttura organizzativa dei nostri giorni.
Storia Augusta
Autore/i: Autori vari
Editore: Rusconi
prima edizione, presentazione di Luigi Alfonsi, traduzione, introduzioni e note di Federico Roncoroni, fotografie di Mario Monge, in copertina: Mosaico di Dioscuride di Samo, proveniente dalla Villa di Cicerone a Pompei (Napoli, Museo Nazionale).
pp. 952, 1 cartina a colori f.t., numerose fotografie a colori e in bianco e nero f.t., Milano
La Storia Augusta costituisce la migliore fonte storica sul Medio e Basso Impero romano, cioè sui secoli II e III d.C. Secondo la tradizione, sei diversi autori scrissero nel secolo IV trenta biografie di imperatori, da Adriano a Carino e Numeriano: più di un secolo e mezzo di storia, dal 117 al 284-285 d.C. Mancano, per una lacuna del testo, le vite di Filippo l’Arabo, di Decio, di Treboniano Gallo, di Volusiano, e la maggior parte della vita di Valeriano, per un arco di tempo che va dal 244 al 253. Non è escluso che, sull’analogia di casi consimili, la Storia Augusta si legasse all’opera di Svetonio e si aprisse quindi con le vite di Nerva e Traiano, i successori dei «dodici Cesari».
Nella Storia Augusta prevale, come in Svetonio, l’interesse biografico e il gusto dell’aneddoto: gli autori tendono soprattutto al particolare piccante, all’episodio curioso. Le vicende sociali, i rivolgimenti politici e le campagne militari, che pure occupano tanta parte dell’opera, fanno da sfondo alla narrazione della vita dei personaggi, quasi avessero un’importanza minore nell’economia dell’opera. Ne è un celebre esempio la vita di Eliogabalo, in cui l’autore si sofferma quasi esclusivamente sulle follie e sulle perversioni raffinate di quell’imperatore adolescente.
Come rileva Luigi Alfonsi nella Presentazione, non tutto quel che è narrato nella Storia Augusta è attendibile: essa contiene, accanto a buoni dati storici, desunti da fonti inappuntabili, anche un gran numero di falsificazioni e di asserzioni per lo meno sospette, dovute probabilmente alla particolare impostazione politica dell’opera. La Storia Augusta infatti si manifesta decisamente filosenatoria.
Parallelo a questa devozione al senato è lo spirito conservatore, che si traduce nell’esaltazione degli imperatori che combattono i barbari, in una velata ostilità contro i cristiani e in un altrettanto cauto filopaganesimo. Questi elementi permettono di determinare l’ambiente politico in cui l’opera è stata concepita: un ambiente senatorio, attento a difendere, nei limiti del possibile, l’antica costituzione contro il progressivo strapotere degli Augusti.
Per offrire al lettore una maggiore comprensione del testo si sono inserite, prima di ogni vita, brevi introduzioni che inquadrano ogni imperatore nel suo tempo e restaurano, quando è necessario, certi fatti storici stravolti o ignorati dall’autore. Due preziose appendici – una breve storia dell’evoluzione della costituzione romana dalla Repubblica al Basso Impero e una tavola cronologica degli imperatori e le loro «dinastie» – completano questa opera eccezionale, curata da Federico Roncoroni e arricchita da una serie di ritratti di imperatori romani, fotografati a colori e in bianco-nero da Mario Monge.
«Volle che a teatro le scene erotiche, anziché essere solo mimate, come si fa normalmente, fossero rappresentate al naturale. Acquistò delle meretrici, facendosele vendere dai loro lenoni, per concedere poi loro la libertà. Un giorno, durante una conversazione, qualcuno si domandò quante potessero essere in Roma le persone sofferenti di ernia: allora Eliogabalo, incuriosito, volle che gliene fosse portato un elenco completo. Quando lo ebbe, noncurante del fatto che tra essi vi erano persone degne del più grande rispetto, costrinse tutti coloro che vi erano indicati a presentarsi presso i suoi bagni, per farsi vedere e prendere il bagno con lui… Anche quando era ormai diventato imperatore, esigeva cose ridicole e stupide, come quella di farsi portare diecimila topi in una volta, oppure mille donnole o mille topiragni. Aveva al suo servizio pasticceri abilissimi che sapevano preparargli dolci perfettamente identici alle vivande e alla frutta che i cuochi gli allestivano. Imbandiva ai suoi convitati finte vivande fatte di vetro, e faceva disporre sulla mensa tanti tovaglioli ricamati quante sarebbero state le varie portate, ciascuno con l’immagine delle diverse vivande che sarebbero state servite. Altre volte imbandiva quadri raffiguranti le più diverse pietanze, stuzzicando cosi l’appetito dei convitati che poi lasciava a stomaco vuoto…
Le sue carrozze preferite erano quelle dorate e tempestate di pietre preziose, mentre disdegnava quelle con le rifiniture in argento, in avorio o in bronzo. Talvolta sceglieva un certo numero di donne particolarmente belle, le invitava a spogliarsi, ne aggiogava due, tre, quattro, o anche di più a un carrozzino e si faceva portare in giro per lo più nudo come loro.
Aveva anche l’abitudine di invitare a cena otto persone tutte calve oppure otto persone strabiche, otto persone sofferenti di podagra o anche otto sordi, otto individui tutti di carnagione scura, oppure otto spilungoni o otto grassoni, divertendosi, nel caso di questi ultimi, a osservare gli equilibrismi cui dovevano ricorrere per prender posto intorno alla tavola.» (dalla Vita di Antonino Eliogabalo)
Le Streghe nell’Europa Occidentale
Titolo originale: The Witch – Cult in Western Europe
Autore/i: Murray Margaret A.
Editore: Tattilo Editrice
prefazione di Sir Steven Runciman, premessa di M. S. Murray, introduzione dell’autrice, traduzione dall’inglese di Maria Laura Petrelli.
Stregoneria; Europa; Studio Pratica e Ricerca; Pratiche Rituali
È troppo facile ridere di una moda, di un interesse che coinvolge milioni di persone, come una improvvisa ventata di irrazionalismo in un mondo che apparentemente ha decretato la divinità – della scienza. La passione, l’autentica, violenta passione, che suscita nelle masse tutto ciò che muove e sommuove le nostre ben celate inquietudini, dalla parapsicologia alla demonologia, dalla stregoneria al satanismo, è qualche cosa di più di un fenomeno passeggero, legato al successo di un film come L’ESORCISTA. È la parte oscura, ma non per questo meno reale, di noi, che tenta di farsi strada in questo «secolo di troppi lumi». In quest’ambito, dunque, va visto il senso della pubblicazione di un’opera ormai classica, come questa di Margaret Murray, famosa antropologa inglese. Quando apparve circa quarant’anni fa IL CULTO DELLE STREGHE NELL’EUROPA OCCIDENTALE, suscitò scandalo, polemiche, dissensi. Eppure, questo volume ricco di intuizioni felici, di scoperte inattese, di spiegazioni sorprendenti. (secondo l’Autrice, infatti, il culto delle streghe non rappresenta niente altro che la sopravvivenza di una religione precristiana, sorta probabilmente in Egitto, che lei chiamò «culto di Diana»), conserva ancora oggi tutto il suo fascino, e ci ripropone in maniera piacevole ma non certo superficiale, interrogativi cui avevamo creduto di aver risposto da tempo. Un «classico», dunque: ma un classico da leggere e da meditare, senza preconcetti razionalistici e senza prevenzioni fantascientifiche. Perché qualcosa è certo.. La Murray non parla di qualcosa che non ci appartiene più: che lo vogliamo o no, le streghe sono fra noi.
Margaret Murray ha cominciato la sua fortunata carriera, studiando all’University College di Londra, dove si distinse presto per il suo interesse nei confronti dei problemi archeologici connessi all’archeologia. Divenuta un’affermata egittologa, si dedicò in seguito a quella che sarebbe divenuta la passione dominante della sua vita: la stregoneria e le sue connessioni storiche, sociali, morali. Abbandonato l’insegnamento nel 1935, divenne negli anni fra il 1953 e il 1955 presidentessa della Folklore Society. Morì nel 1963, pochi giorni dopo il suo centesimo compleanno, lasciando numerosi saggi sulla stregoneria che, ancora oggi, sono considerati dei classici, dei punti di partenza fondamentali per ogni ulteriore ricerca.
Prefazione
Premessa
Introduzione
Capitolo primo
Continuità della religione
Capitolo secondo
La divinità
- Dio
- Essere umano
- Identificazione
- Animale
Capitolo terzo
Cerimonie di affiliazione
- Aspetti generali
- La presentazione
- L’abiura e i voti
- Il patto
- Il battesiemo
- Il segno
Capitolo quarto
Le assemblee
- Sabba
- Esba
Capitolo quinto
I riti
- Aspetti generali
- Omaggi
- Le danze
- La musica
- Il banchetto
- Candele
- Il sacramento
- Sacrifici
- Formule magiche
Capitolo sesto
I riti (continuazione)
- Aspetti generali
- Rito della pioggia
- Fertilità
Capitolo settimo
L’organizzazione
- L’ufficiale
- Le congreghe
- I doveri
- La disciplina
Capitolo ottavo
Famigli e trasformazioni
- I famigli usati per la divinazione
- Lo spirito familiare
- Metodi per ottenere i famigli
- Trasformazioni in animali
APPENDICI
Appendice prima
- Fate e streghe
Appendice seconda
- Processo a Silvain Nevillon e Gentien le Clerc
Appendice terza
- A) Nomi delle streghe nelle congreghe
- B) Nomi delle streghe
Appendice quarta
- Giovanna d’Arco e Gilles de Rais
Appendice quinta
- Unguenti per volare
Note
Bibliografia
Indice dei nomi
Uomini Erbe Salute
Autore/i: Mességué Maurice
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Danilo Montaidi.
pp. 424, Milano
«Se domani mi impedissero di curare, non conoscerei più la felicità. Per me, curare è la mia funzione su questa terra. Se non avessi avuto questa fede, se si fosse trattato solo di interesse, avrei rinunciato…»
Nato in campagna, abituato sin dall’infanzia a riconoscere e ad amare i fiori e le piante, Maurice Mességué ha ereditato dal padre, un contadino del Gers, l’arte di curare e guarire con le erbe. Un’arte che Mességué ha coltivato e approfondito con amore, intelligenza e tenacia e che lo ha condotto al successo e alla notorietà internazionale. Tra i suoi pazienti figurano personaggi famosi come Churchill, Herriot, Utrillo, Cocteau, Mistinguett e vari principi e sovrani, ma si contano a migliaia le persone meno note che egli ha guarito, tra cui molti poveri ai quali non ha chiesto alcun compenso. Mességué interviene dove la medicina ufficiale si dichiara a volte impotente: con bagni alle mani e pediluvi guarisce numerose affezioni croniche – asma, ulcera, infarto, sterilità, ecc. – ma disdegna quei ciarlatani che pretendono di curare il cancro e altre malattie per le quali, fino a oggi, solo la chirurgia può qualcosa. “Curare i malati, non le malattie” questo è il suo motto: posseduto da un vero e proprio furore di guarire, di aiutare gli altri, Mességué, questo geniale innovatore di un’arte empirica, non rifiuta il sostegno delle cognizioni fondamentali della medicina – che ha studiato – né l’accordo di molti medici, anche se è avversato dall’Ordine. Uomini erbe salute è il racconto di una meravigliosa avventura umana, la storia avvincente, viva e spesso commovente, di una vita coronata dal successo, ma densa di difficoltà, lotte, contrasti. Una storia che, in un’epoca di smog e di inquinamenti, seduce per la freschezza di certe pagine, odorose come un bosco in primavera, e per l’incanto di certi nomi – biancospino, regina dei prati, timo, viola, menta – i nomi delle erbe selvatiche, le migliori amiche dell’uomo, come ci insegna Mességué. La narrazione è completata da un “dizionario delle ricette” con le principali preparazioni di base che l’autore adopera per ogni malattia e da una “guida” per un’alimentazione sana.
L’Egitto dei Grandi Faraoni
Titolo originale: L’Egypte des grandes pharaons
Autore/i: Jacq Christian
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Alessandra Benabbi, in sovracoperta: Osiride, Camera funeraria di Ramses I (part.).
pp. , numerose tavole in bianco e nero fuori testo, 1 cartina in bianco e nero, Milano
Chi erano i Faraoni?
Leader politici o maghi?
Sacerdoti o condottieri?
Uomini o semidei?
Nella complessa evoluzione della civiltà dell’antico Egitto, dai suoi remotissimi albori all’epoca tolemaica, c’è un fondamentale motivo di continuità: la figura del faraone, che non è una semplice autorità politica, ma un re-dio, una personalità sacra, garante dell’armonia fra gli uomini e le forze sovrannaturali.
In questo appassionante saggio, Christian Jacq, che ha fatto conoscere al grande pubblico il fascino della cultura egizia, ci aiuta a penetrare, attraverso una vivace galleria di ritratti, nel mistero che avvolge l’istituzione dei faraoni. Leggendo le vicende di Menes, Cheope, Chefren, Micerino, Sesostri, Hatshesput, Thutmosi II, Akhenaton, Ramses II, scopriamo così che i trecentocinquanta monarchi egizi furono ben più che leader politici, ma che «vegliavano» sulla terra ricevuta in eredità direttamente dagli dei e che ne organizzavano la vita materiale e spirituale. Era convinzione comune, infatti, che il benessere del paese dipendesse direttamente dal faraone, il quale distribuiva e convogliava le energie divine e umane. Dotato di poteri magici, anello di congiunzione fra terra e cielo, egli aveva il compito di sconfiggere le tenebre, di impedire al caos di prendere il sopravvento e di mantenere l’equilibrio cosmico.
Attraverso l’analisi di diverse testimonianze – dalle iscrizioni e pitture rinvenute sulle pareti di templi e di tombe alle statue dei re e dei loro familiari, ai Testi delle piramidi -, Jacq risale al nucleo centrale di tutto il mondo egizio per mostrare come quell’antica, affascinante civiltà, sviluppatasi attorno a un punto di riferimento rimasto immutato nel tempo, si sia gradualmente trasformata, «costruendo, creando, reinventando continuamente la propria essenza». L’Egitto dei grandi faraoni, che in Francia ha ricevuto il premio Maisons de la Presse dell’Académie Française, è perciò una lettura importante per comprendere lo spirito di una ricca cultura passata che ha improntato la nostra sensibilità.
Christian Jacq, egittologo, saggista e romanziere, ha riscosso in Francia straordinario successo con i suoi libri sull’antico Egitto. I suoi romanzi del ciclo di Ramses – Il figlio della luce, La dimora millenaria, La battaglia di Qadesh, La regina di Abu Simbel, L’ultimo nemico – e di Kheops – L’inferno del giudice, Il testamento degli dei, Il ladro di ombre – e i saggi Le donne dei faraoni, Il mondo magico dell’antico Egitto, La sposa Nefertiti, Conoscere l’antico Egitto e L’insegnamento del saggio egizio Ptahhotep, pubblicati da Mondadori fra il 1997 e il 1998, sono diventati dei best seller.
Introduzione
- I – Il re Scorpione e gli albori di una civiltà
- II – Menes e la nascita della nazione
- III – Gioser il magnifico
- IV – Snefru il costruttore
- V – Cheope, Chefren, Micerino e le piramidi di Giza
- VI – Pepi II o il regno più lungo della storia
- VII – Sesostri, il faraone sorridente
- VIII – Ahmosi il liberatore
- IX – Hatshepsut, regina faraone
- X – Thutmosi, il Napoleone egizio
- XI – Amenofi II, il re sportivo
- XII – Thutmosi IV e la Sfinge
- XIII – Amenofi III o il regno della luce
- XIV – Akhenaton l’eretico
- XV – Tutankhamon lo sconosciuto
- XVI – Seti I, l’uomo del dio Seth
- XVII – Ramses II e l’esaltazione della potenza
- XVIII – Ramses III, l’ultimo grande faraone
- XIX – Nectanebo II, re pacifista e religioso
- XX – Cleopatra assassinata
Un ultimo sguardo
Cronologia
Bibliografia
Dizionario Universale di Mitologia
Autore/i: Sechi Mestica Giuseppina
Editore: Rusconi Libri
prima edizione.
pp. 422, Milano
Spaziando dalle leggende greche, romane e celtiche a quelle scandinave e slave, dal mondo africano e arabo fino all’estremo Oriente, dalle credenze dei Pellerossa e dei Messicani ai miti tribali dell’Oceania, senza trascurare i siti archeologici di civiltà scomparse, i luoghi di culto, le caste e i testi sacri le cui origini misteriose si perdono nella storia delle diverse etnie, questo Dizionario universale di mitologia, la prima enciclopedia originale e completa sul «pensiero mitico» espresso dalle culture primigenie, introduce allo studio dei miti di tutto il mondo, i quali, malgrado tutto ciò che si è detto e scritto da due secoli a questa parte, serbano pressochè intatto il loro misterioso fascino.
L’autrice non considera infatti il patrimonio della mitologia come un materiale archeologico muto, aridamente fissato nel tempo, ma come oggetto di studio ancora vivo e operante: e lo documenta efficacemente in queste pagine, attraverso l’analisi delle rispondenze simboliche che fanno da ponte fra gli albori della Storia e i nostri giorni e il repertorio delle tradizioni fabulatorie, che esprimono le «verità» rivelate all’inizio dei tempi, quando i racconti di dèi ed eroi rappresentavano il modello sacrale, la norma da non trasgredire, la risposta al Caos primordiale. Con le sue migliaia di voci, in tre sezioni dedicate rispettivamente alle mitologie indo-europea, afro-asiatica e americana-oceaniana, il Dizionario di Giuseppina Sechi Mestica si propone così come agile strumento informativo, ma anche come ideale veicolo d’interpretazione fantastica e antropologica della realtà che ci circonda.
Giuseppina Sechi Mestica ha insegnato Lingue e Letteratura Anglo-americana a Roma e a Perugia. Nei primi anni Sessanta è stata collaboratrice del C.E.A. (Centro di Educazione Artistica), sotto il patrocinio del Provveditorato agli Studi di Roma, indirizzando le sue ricerche sulle metodologie e sulle sperimentazioni didattiche dell’Europa e dell’America, con particolare attenzione alle esperienze educative-artistiche.
Sezione prima
Mitologia Indoeuropea
Sezione seconda
Mitologia Afro-Asiatica
Sezione terza
Mitologia Americana-Oceanica
Bibliografia
Il Palazzo dei Normanni
Autore/i: La Duca Rosario
Editore: S. F. Flaccovio Editore
premessa dell’autore, in copertina: Particolare della pianta di Palermo incisa nel 1581 da Franz Hogemberg, vi si può osservare la massiccia sagoma del Palazzo Reale.
pp. 184, nn. illustrazioni bianco e nero, Palermo
Le vicende dell’antico Palazzo Reale di Palermo, odierno Palazzo dei Normanni, si sono sviluppate lungo un arco di tempo di circa nove secoli, sicchè l’edificio si presenta con una complessa struttura edilizia, fedele specchio della sua storia. Le trasformazioni avvenute nel tempo lo fanno oggi apparire come un prezioso palinsesto architettonico che, soprattutto attraverso indagini di tipo archeologico, ci ha consentito di mettere in luce altri elementi delle sue originarie fabbriche arabo-normanne, sinora ritenute scomparse.
In questo libro, Rosario La Duca, dopo avere tracciato una breve storia del Palazzo, si sofferma su alcuni dei suoi principali aspetti storici e architettonici, apportando nuovi elementi di conoscenza e, nel contempo, rettifica errate convinzioni di autori del passato, spesso riproposte in modo acritico.
Rosario La Duca (Palermo, 1923), ingegnere, già docente universitario, viene considerato il più autorevole studioso delle vicende storico-urbanistiche della città di Palermo. È autore di numerose pubblicazioni.
La Divina Roulette
Guida ai grandi casinò d’Europa, ai giochi noti e meno noti, ai sistemi, ai trucchi…
Autore/i: Lanza Cesare
Editore: SugarCo Edizioni
introduzione dell’autore.
pp. 304, numerose tavole a colori fuori testo, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano
Quali sono i migliori casinò d’Europa? E cosa offrono roulette, chemin de fer, black jack, dadi o le slot-machines che hanno trovato soprattutto nel gentil sesso un pubblico entusiasta al turista più o meno amante del gioco che si trovi, per lavoro o per diporto, a trascorrere qualche giorno o anche qualche ora in una delle svariate località europee sedi di casinò? In questa guida l’autore passa in rassegna i principali casinò del nostro continente, ne elenca pregi e difetti, assegna a ognuno un «voto» (dai a 36, quanti sono i numeri che la pallina della roulette, sospinta da una fortuna bendata, può privilegiare), ne racconta la storia, spesso animata da personaggi inconsueti (chi ha perso una fortuna al gioco e chi invece l’ha vinta, chi è stato protagonista di scandali che hanno fatto epoca e chi ha lasciato sgomenti croupier e clienti del casinò con un suo «invincibile» sistema…) e, pensando probabilmente alle ore in cui il casinò è chiuso e l’impaziente giocatore si chiede come trascorrerle, fornisce rapide indicazioni su ciò che la città può offrire di allettante, come musei, chiese e così via. Inoltre, in una specie di dizionario del gioco, spiega i termini usati in un gergo affatto particolare dai giocatori di professione, illustra in che cosa consistano i giochi che si praticano nei casinò, quali trucchi vengano più frequentemente messi in opera da abili lestofanti, parla dei sistemi per far «saltare il banco». Un compagno di viaggio indispensabile, dunque, per chi è un appassionato frequentatore di case da gioco e un manuale divertente e utile per chi giocatore non è, ma vuole forse diventarlo.
Cesare Lanza, giornalista e scrittore, è nato nel 1942. È stato vice direttore del «Secolo XIX», direttore de «Il Lavoro» e del «Corriere d’Informazione». Ha pubblicato libri inchieste e alcuni romanzi.