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Il Libro di Mormon

Il Libro di Mormon

Racconto scritto dalla mano di Mormon sopra a tavole prese dalle tavole di Nefi

Autore/i: Anonimo

Editore: Missione Italiana

premessa.

pp. X-488, nn. tavole a colori f.t., Firenze

La figura di copertina è la copia di un rilievo che, ultimamente, gli archeologi hanno trovato a Izapa, Messico, su di una pietra massiccia. Sulla pietra si trova rappresentato chiaramente il sogno di Lehi circa “l’albero della vita”, come viene descritto anche nel Libro di Mormon nel I Nefi 8:2-36.

Decifrando completamente i geroglifici sul capo di due delle sei persone, si riconosce che si tratta di segni indicanti i nomi delle persone. Uno è decifrabile come un nome ebraico che si pronuncia Lehi e l’altro come un nome egiziano che si pronuncia Nefi. Il figlio di Lehi era Nefi.

Alcune Interessanti Indicazioni del Libro di Mormon

Chi erano i fondatori e costruttori delle culture americane primordiali i cui resti oggi vengono portati alla luce dagli studiosi?
Vedi Helaman 3:7-10, 6:9-12

Profezie sugli indiani d’america.
1 Nefi 13:14
1 Nefi 22:7-8
2 Nefi 10:18

Desidera il Signore che riceviamo più di quanto è contenuto nella Bibbia? Confronta 2 Nefi 29:2-3 con Ezechiele 37:16-17.

Come si può sviluppare la fede?
Alma 32.

Vedi il resoconto della meravigliosa conversione di Alma,
Mosia 27:8-32.

Riceviamo nuovamente il nostro corpo nella resurrezione?
Vedi Alma 11:40-45.

Dove va lo spirito umano dopo la morte?
Vedi Alma 40:11-14.

Vedi il resoconto di quanto avvenne sul continente Americano al momento della crocifissione di Gesu Cristo e di come Egli, dopo la sua resurrezione, apparve alle “altre pecore” in America. 3 Nefi dal cap. 8 all’11.

Cristo racconta ai Giudei delle “altre pecore” (Giovanni 10:16). Di chi par- lava? Vedi 3 Nefi 15:13-24.

L’introduzione del Sacramento. Chi può prendervi parte?
3 Nefi 18:1-14.

Perché furono necessari la caduta di Adamo e il sacrificio di Cristo?
Vedi 2 Nefi 27:14-27, 9:6-16, Alma 42:3-16.

Come si deve chiamare la Sua Chiesa?
3 Nefi 27:2-9, Confronta 1 Chor. 1:12-73.

A tre profeti Nefiti viene fatta una interessante promessa.
3 Nefi 28:1-12.

Sono Cristo e Dio un essere inseparabile informe e senza sembianze o l’uomo fu fatto a somiglianza del Figlio unigenito? Ether 3:3-16. Confronta Genesi 1:26-27,

Quei bambini che muoiono senza il battesimo, sono forse condannati ed esclusi dalla gloria eterna?
Vedi Moroni 8:5-23.

Una Promessa ai Lettori del Libro di Mormon

Moroni 10:4 e 27-34.

L’Io e il Mondo – Un’Interpretazione di Dante

L’Io e il Mondo – Un’Interpretazione di Dante

Autore/i: Santagata Marco

Editore: Società Editrice Il Mulino

ringraziamenti e introduzione dell’autore, collana: Collezione di Testi e di Studi Filologia e Critica Letteraria.

pp. 442, ill. a colori e in b/n, Bologna

Nell’offrire un’interpretazione complessiva dell’opera di Dante, l’autore si sofferma sui principali momenti della sua produzione, dalla Vita Nova al De vulgari eloquentia, alle Rime e alla Commedia, mettendone magistralmente in luce i tratti essenziali, la raffinata tecnica di costruzione dei personaggi e la fitta trama di rimandi che il poeta tesse consapevolmente in uno straordinario sforzo di sistematicità. Da questo sfondo emerge, sopra ogni altra cosa, l’io di Dante, autore, narratore e personaggio insieme, che sempre usa il dato autobiografico contingente per investirlo di una portata universale, trovando destino e fatalità dietro i fatti della sua stessa vita.

Marco Santagata ha insegnato Letteratura italiana all’Università di Pisa. Con il Mulino ha pubblicato Per moderne carte (1990), Quella celeste naturalezza (1994), Amate e amanti (1999), I frammenti dell’anima (2013), Pastorale modenese (2016). Oltre alla nuova edizione dantesca, per i Meridiani Mondadori ha curato anche il Canzoniere di Petrarca (nuova ed. 2008).

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Introduzione: Dante arcipersonaggio

Parte prima: Dante. La costruzione di un personaggio


I. Un autore sistematico

  • Una catena di libri
  • L’autobiografismo dantesco
  • Autobiografia e scrittura

II. Dal particolare all’universale

  • L’autoriflessione
  • Nobili e nobiltà

III. Varietà e sperimentalismo

  • Informazioni lacunose
  • Pluralità di generi e di scritture
  • Un precursore senza maestri e senza allievi

Parte seconda: Beatrice.  La costruzione di un mito

IV. La Vita Nova

  • I tempi della Vita Nova
  • L’”effetto romanzo”
  • Lirica e narrativa
  • I protagonisti

V. Una promessa non mantenuta

  • “Più degnamente trattare di lei”
  • Dalla Vita Nova al Paradiso Terrestre
  • Il Paradiso Terrestre e i suoi riti
  • Matelda

Parte terza: Fra storia e autobiografia

VI. La Commedia come libro d’attualità

  • I tempi della finzione e tempi della scrittura
  • La gabbia del 1300

VII. Attualità e scrittura

  • Brevitas e pubblico
  • Gli stili del personaggio

Appendici
Fonti delle illustrazioni
Bibliografia
Indice dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime

I Savoia – Novecento Anni di una Dinastia

I Savoia – Novecento Anni di una Dinastia

Autore/i: Oliva Gianni

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

Oscar storia 182, in copertina: fotomontaggio fotografico di tutti i membri di Casa Savoia eseguito negli anni dopo il 1868, Losanna, Fondazione Umberto II.

pp. 528, illustrazioni in bianco e nero su tavole fuori testo, due cartine in antiporta, Milano

In origine conti di Moriana, signori delle vie di Francia che passano per il Moncenisio e il San Bernardo; poi duchi di Savoia, dinastia per metà francese e per metà italiana che domina tra il Rodano e il Po; dal Settecento re di Sardegna, ormai inseriti negli equilibri della penisola; dal 1861, sino all’esilio, re d’Italia. Che cosa ha permesso a una famiglia feudale alpina di resistere alle ambizioni di vicini tanto più potenti e di sopravvivere per ben nove secoli? Qual è il segreto di una dinastia che ha saputo conquistare il trono ed è diventata la più longeva d’Europa? Partendo da queste domande Gianni Oliva traccia un inedito affresco in cui le vicende dei Savoia e dell’Italia si intersecano con la grande storia del continente.

Gianni Oliva è nato nel 1952 a Torino, dove insegna Storia contemporanea alla Scuola  d’Applicazione d’Arma. Studioso di storia delle istituzioni militari e della Resistenza, oltre a numerosi saggi su riviste specializzate ha pubblicato: Storia degli alpini (Rizzoli 1985), La Resistenza alle porte di Torino (Angeli 1989), I vinti e i liberati. 8 settembre 1943-25 aprile 1945 (Mondadori 1994; premi Rhegium Julii e Walter Tobagi per la saggistica), Le guerre del dopoguerra (Paravia 1997), La repubblica di Salò (Giunti 1997).

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Introduzione

  • I – Cronaca di un tramonto annunciato
  • II – I signori delle vie di Francia
  • III – Uno «Stato di passo» tra il Rodano e il Po
  • IV – La stagione dei tre Amadei
  • V – Una decadenza durata cent’anni
  • VI – Emanuele Filiberto e la restaurazione del dominio sabaudo
  • VII – Il Seicento, tra guerre, feste e amori
  • VIII – Vittorio Amedeo II, dal ducato al regno di Sardegna
  • IX – Gli alberi della libertà
  • X – Carlo Alberto, il re che «vuole» e «disvuole»
  • XI – Vittorio Emanuele II re d’Italia
  • XII – Fatta l’Italia, facciamo gli italiani
  • XIII – Un re troppo piccolo

Note
Tavole genealogiche
Referenze fotografiche
Indice dei nomi

Il Grande Mago – Vita, Morte e Miracoli del Conte di Cagliostro

Il Grande Mago – Vita, Morte e Miracoli del Conte di Cagliostro

Grandezza e miseria di un uomo che affascinò un secolo

Autore/i: Gervaso Roberto

Editore: Rizzoli

nuova edizione aggiornata, avvertenza dell’autore, in copertina: Anonimo, acquaforte del conte di Cagliostro, Civica raccolta delle stampe di Achille Bertarelli, Milano.

pp. 280, Milano

Chi fu veramente il conte di Cagliostro, nato Giuseppe Balsamo in un rione popolare di Palermo nel 1743 e morto nel 1795 prigioniero dell’Inquisizione nella rocca di San Leo? Fu “un miscuglio d’ingenuità e impostura, genio e ciarlataneria, misticismo e sregolatezza”, sostiene Roberto Gervaso in questa classica biografia, che tiene conto dei documenti d’archivio e dell’immensa mole di ricerche, interpretazioni, apologie e memoriali d’accusa che si è accumulata in due secoli. Fu un imbroglione che fin da ragazzo si servì dei suoi talenti di falsario e sbrigliò l’immaginazione – “facoltà che Giuseppe aveva eccezionalmente sviluppata” – per inventare truffe degne delle Mille e una notte. Crebbe alla scuola di un alchimista che pretendeva di aver scoperto la pietra filosofale e un unguento capace di riattaccare le membra recise, e che lo guidò alla scoperta delle isole greche, dell’Asia Minore e dell’Egitto. Fu un viaggiatore infaticabile, un avventuriero e un filantropo, fu iniziato alla Massoneria [e assunse il nome di conte di Cagliostro], divenne per dieci anni l’idolo di mezza Europa. Finché cadde vittima dei suoi stessi inganni e fu travolto da folli ambizioni, come quella di convertire il papa alla Massoneria “di rito egiziano” da lui fondata. Nelle vivide pagine di Gervaso, Cagliostro ci appare come una sorta di anti-Voltaire, l’incarnazione del lato oscuro di un secolo che, a dispetto dei “lumi”, coltivò con passione l’alchimia, le Scienze occulte, lo spiritismo. E la sua vita avventurosa continua a esercitare un fascino misterioso anche sulla nostra epoca, disincantata come il Settecento, e altrettanto disposta a cedere alle lusinghe di maghi e incantatori.

Roberto Gervaso è nato a Roma il 9 luglio 1937. Ha studiato in Italia e negli Stati Uniti e si è laureato in Lettere moderne, con una tesi su Tommaso Campanella. Collabora a quotidiani e periodici, alla radio e alla televisione, dove è commentatore politico e di costume, e da decenni si dedica alla divulgazione storica. Con Indro Montanelli, per la Rizzoli, ha firmato sei volumi della “Storia d’Italia”: L’Italia dei secoli bui, 1965 L’Italia dei comuni, 1966 – L’Italia dei secoli d’oro, 1967 – L’Italia della Controriforma, 1968 – L’Italia del Seicento, 1969 – L’Italia del Settecento, 1970. Ha pubblicato inoltre sei biografie: Casanova [Rizzoli 1974], I Borgia [Rizzoli 1976], Nerone [Rusconi 1978], Claretta [Rizzoli 1982], La Monaca di Monza [Bompiani 1984] e La Bella Rosina [Bompiani 1991]; un grande giallo storico, Scandalo a corte [Bompiani 1987]; una storia della Massoneria, I fratelli maledetti [Bompiani 1996]; una raccolta di ritratti femminili, Appassionate [Mondadori 2000]; cinque raccolte d’interviste: Il dito nell’occhio [Rusconi 1977], La pulce nell’orecchio [Rusconi 1979], La mosca al naso [Rizzoli 1980], Dente per dente [Rizzoli 1983], Sotto a chi tocca [Bompiani 1994]; una raccolta d’interviste immaginarie, A tu per tu con il passato [Bompiani 1994]; tre volumi di ritratti contemporanei, Spiedi e spiedini [Rizzoli 1981], I Sinistri [Mondadori 1997] e I Destri [Mondadori 1998]; un pamphlet politico sull’Italia di oggi, Peste e corna [Newton Compton 1996]; tre raccolte di aforismi: Il grillo parlante [Bompiani 1983], La volpe e l’uva [Bompiani 1989] e Aforismi [Newton Compton 1994]; una di confessioni, Di me tutto. Lettera a mia madre [Rizzoli 1985]; un galateo erotico, Se vuoi che t’ami… [Bompiani 1986]; e uno sui sentimenti, Voglia di cuore [Bompiani 1993]. Ha vinto numerosi premi, fra cui due Bancarella, con L’Italia dei comuni [1967] e Cagliostro [1973]. I suoi libri sono tradotti negli Stati Uniti, in America Latina, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Bulgaria, Polonia. Cagliostro è uscito in prima edizione nel 1972.

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Avvertenza

  • I. – Palermo
  • II. – Lorenza
  • III. – Gli anni della Bohème
  • IV. – La Massoneria
  • V. – Il Gran Cofto
  • VI. – Re, Principi, Imperatori
  • VII. – L’amico degli uomini
  • VIII. – La Bell’Eminenza
  • IX. – A un palmo dal traguardo
  • X. – La collana della Regina
  • XI. – Caccia all’uomo
  • XII. – Un uomo finito
  • XIII. – L’Urbe
  • XIV. – Nelle fauci dell’Inquisizione
  • XV. – La fossa dei serpenti
  • XVI. – Santo o impostore?

Bibliografia
Cronologia cagliostrana

La Regina Nuda – Delazioni e Congiure nella Roma dell’Ultimo Papa Re

La Regina Nuda – Delazioni e Congiure nella Roma dell’Ultimo Papa Re

Autore/i: Mormorio Diego

Editore: Il Saggiatore

in copertina: da una fotografia di J.E. Lecadre, Senza titolo (1871 ca.).

pp. 160, numerose tavole a colori fuori testo, Milano

“Costanza Vaccari Diotallevi aveva la bellezza ombrosa di molte giovani donne romane di quegli anni, come risulta da una fotografia che si trova fra le carte del processo Fausti-Venanzi e che viene qui pubblicata per la prima volta. I pochi che avevano in passato sfogliato i fascicoli non avevano purtroppo avuto l’interesse o la pazienza di riconoscere in quest’immagine Costanza. Ciò ha alimentato l’ipotesi di una certa somiglianza tra l’impunita e l’ex regina Maria Sofia .”

Nel 1862 corse voce a Roma che qualcuno avesse fatto pervenire a papa Pio IX e ad alcuni personaggi del potere e della diplomazia internazionale una serie di fotografie oscene. Ritraevano Maria Sofia di Wittelsbach, ex regina di Napoli e sorella dell’imperatrice Sissi, da un anno esule col marito Francesco II nella capitale pontificia; la diceria veniva dalle carceri di via Giulia in cui era rinchiusa tale Costanza Vaccari, maritata a un ex tenente dell’esercito papalino, anch’egli in prigione. Maria Sofia era giovane, bellissima e anticonformista, dichiaratamente anticlericale e soprattutto molto propensa a farsi fotografare. La sua presenza imbarazzava non poco i tradizionalisti della corte papale: Ma l’ex sovrana non era l’unico bersaglio di queste dicerie: le voci erano una piccola parte di una grande impostura, una delle più gravi mai consumate nelle stanze di polizia e nei tribunali dell’Ottocento. Un’impostura quasi perfetta nel disegno quanto terribile nei risultati.
Perché dalle carceri Costanza Vaccari testimoniava, firmava dichiarazioni di ogni tipo, su promessa di un adeguato compenso e, naturalmente, della libertà. Le sue “rivelazioni” nelle mani dello spregiudicato ministro delle Armi, il sacerdote e conte belga Xavier De Merode, dovevano servire per colpire i nemici politici, come i liberali filopiemontesi. O come il Segretario di Stato Giacomo Antonelli, il quale diversamente da lui pensava che la via diplomatica fosse l’unico modo per salvare il regno del papa re.
Nei fatti, le immagini oscene di Maria Sofia di cui raccontava “l’impunita” Costanza Vaccari non sono mai esistite. Che siano state lungamente e inutilmente cercate – e che ancora qualcuno le cerchi – è segno del successo di una congiura che ebbe drammatiche ripercussioni politiche, che vide cadere personaggi noti e vittime meno illustri. Congiura che la Storia conobbe grazie al presunto contenuto erotico di alcune fotografie che accesero la fantasia di un vasto pubblico nel corso di due secoli.
Nelle pagine di La regina nuda Diego Mormorio riporta in vita una Roma stendhaliana alla vigilia di un cambiamento epocale, una metropoli abitata da popolani, nobili, patrioti, impostori, e attraverso una rigorosa indagine documentale corredata da fotografie inedite fa giustizia di un clamoroso falso storico.

Diego Mormorio è saggista e storico della fotografia. Tra i suoi libri: Gli scrittori e la fotografia (Editori Riuniti, 1988), Un’altra lontananza (Sellerio, 1996), Tazio Secchiaroli. Dalla Dolce Vita ai miti del set (Motta, 1998), Vestiti. Lo stile degli italiani in un secolo di fotografie (Laterza, 1999), Paesaggi italiani dell’800 (Motta, 2000) e La lunga vacanza del barone Gloeden (Peliti, 2002). Ha diretto la collana in venti volumi “Storia fotografica della società italiana” pubblicata da Editori Riuniti.

Il Messia Prima di Gesù – Il Servo Sofferente dei Rotoli del Mar Morto

Il Messia Prima di Gesù – Il Servo Sofferente dei Rotoli del Mar Morto

Titolo originale: The Messiah before Jesus

Autore/i: Knohl Israel

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

unica edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Massimo Parizzi, in sovraccoperta: Caravaggio, Flagellazione di Cristo (part.), 1607, Rouen, Musée des Beaux-Arts.

pp. 162, illustrazioni in bianco e nero, Milano

Sulla base di una grande scoperta archeologica, l’avvincente vicenda del messia di Qumran che illumina di nuova luce la vita di Gesù e le origini del cristianesimo.

In un’opera destinata a destare scalpore e a sfidare le principali nozioni che hanno dominato gli studi neotestamentari per oltre cent’anni, Israel Knohl, uno dei maggiori esperti di esegesi biblica, offre le prove documentali dell’esistenza di un precursore di Gesù. Gli inni contenuti nei Rotoli del Mar Morto, scritti in aramaico intorno al 25 a.C. e rinvenuti a Hirbat Qumran nel 1947, delineerebbero, infatti, il ritratto di un capo messianico, «servo sofferente, disprezzato e reietto dagli uomini» ma anche seduto su un trono celeste attorniato da angeli.
L’analisi parallela di alcune opere contemporanee – tra cui l’Apocalisse e l’Oracolo di Istaspe, che Knohl ritiene riflettano la situazione generatasi nell’impero romano sotto Augusto – permette di ricostruire il contesto storico della vita e della morte del messia di Qumran, capo di una setta che l’autore identifica con quella degli esseni. Pur con la dovuta cautela richiesta dalla frammentarietà delle fonti, l’autore ipotizza per lui anche una precisa identità: si tratterebbe di Menahem, amico del re Erode ma, allo stesso tempo, segreto capo rivoluzionario. All’indomani della morte di Erode, egli non avrebbe più avuto remore nel dichiarare in pubblico le proprie virtù profetiche, e per questo sarebbe stato scomunicato e ucciso, nel corso della rivolta del 4 a.C., da soldati romani che ne avrebbero impedito la sepoltura. I suoi fedeli si convinsero che dopo tre giorni fosse risorto e cercarono nelle Scritture i passi che potessero predire tale destino: è qui che, secondo l’autore, bisogna datare l’emergere una concezione «catastrofica», finora ritenuta estranea alla cultura ebraica dell’epoca, in cui il processo di redenzione nasce dall’umiliazione, dalla sofferenza e dalla morte del messia. Un testo avvincente, ricco di ipotesi suggestive, che non mancherà di far discutere.

Israel Knohl è a capo del Dipartimento di studi biblici della Hebrew University di Gerusalemme. È autore di saggi tra cui The Sanctuary of Silence (1995), vincitore dello Shkop Award per gli studi biblici.

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Prefazione
Introduzione

I. – Il segreto messianico

  • Un giorno della vita del messia
  • Gli inni messianici
  • Gesù e l’eroe degli inni

II. – Dopo tre giorni

  • L’Oracolo di Istaspe
  • Il falso profeta nel Libro dell’Apocalisse
  • L’uccisione dei messia e la loro risurrezione
  • Guardando il messia trafitto
  • Il messia di Qumran e Gesù
  • Il segreto messianico
  • La notte al Getsemani

III. – Un altro Paraclito

  • Menahem, il prediletto del re
  • La scomunica
  • La rivolta e l’uccisione di Menahem
  • Il Paraclito

Poscritto

Appendici

  • Appendice A. Gli inni messianici
  • Appendice B. Fra Roma e Gerusalemme

Abbreviazioni
Note
Indice analitico

Il Comune di Firenze alla Fine del Dugento

Il Comune di Firenze alla Fine del Dugento

Autore/i: Ottokar Nicola

Editore: Giulio Einaudi Editore

ristampa della seconda edizione riveduta e corretta, introduzione di Ernesto Sestan, Biblioteca di cultura storica.

pp. XVIII-230, Torino

Apparsa in prima edizione nel 1926, e ristampata in questa collana nel 1962, l’opera di Ottokar resta un’acquisizione storiografica di primaria importanza.
Ottokar aveva posto al centro della propria ricerca il problema tipicamente europeo-occidentale della «città», e soprattutto la figura peculiare del Comune italiano, come organismo ampio e complessivo, come centro d’organizzazione di un mondo più vasto della città stessa, trascendente i suoi limiti e le sue particolari condizioni di vita. A differenza, però, del Salvemini, che circa trent’anni prima in Magnati e popolani aveva applicato le idee del materialismo storico alle vicende del Comune fiorentino, l’Ottokar è portato a sottolineare, piuttosto che le lotte fra le classi sociali, quelle tra i gruppi politici in contrasto per il potere. Come osserva Sestan nella sua ampia introduzione, «l’interpretazione storiografica dell’Ottokar è, a differenza della cosiddetta scuola economico-giuridica, piuttosto giuridico-politica; il punto di partenza è una particolare situazione giuridica, cioè di rapporti convenuti, che è sottoposta alla continua pressione ed erosione di forze politiche che per un verso tentano d’adeguarsi ad essa, ma che per un altro verso, adeguando visi, la deformano». A distanza di tanti anni, è possibile valutare ancora meglio l’originalità di molte interpretazioni dello studioso. Per la storia comunale in genere, e per quella fiorentina in specie, questo suo volume costituisce un punto di partenza obbligatorio.

Italiano di elezione, Nicola Ottokar nacque a Pietroburgo nel 1884, di nobile famiglia calvinista. Fu discepolo del medievalista J. Greaves e dal 1916 al ’21 insegnd all’università di Perm’, di cui fu anche rettore. Pubblicò nel 1919 il suo primo importante lavoro, Òpyty po istòrii frantsúzskich gorodòv v srèdnie vekà, più noto nella posteriore traduzione italiana dal titolo Le città francesi nel Medio Evo. Saggi storici (1927). Emigrato in Italia in seguito alla rivoluzione, si dedicò allo studio della storia del Comune di Firenze e delle città medievali italiane, pubblicando nel 1926 la sua opera di maggior impegno, Il Comune di Firenze alla fine del Dugento. Dal 1930 l’università di Firenze lo ebbe per quasi un trentennio prima incaricato, poi titolare di storia medievale; in quella città morì il 18 settembre 1957.
Tra le sue opere, oltre a quelle citate, ricordiamo: I comuni cittadini del Medio Evo (1936), studio apparso originariamente nell’«Enciclopedia Treccani», vol. XI, pp. 1725; Breve storia della Russia. Linee generali (1936, nuova ediz. 1950); e la miscellanea Studi comunali e fiorentini (1948).

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Introduzione di Ernesto Sestan

Il Comune di Firenze alla fine del Dugento

  • I. – L’istituzione del Priorato
  • II. – Il ceto dirigente
  • III. – Magnati e Popolani
  • IV. – La politica fiorentina degli anni 1285-92
  • V. –  Il movimento popolare degli anni 1293-94

Indice dei nomi

Giganti

Giganti

Titolo originale: Giants

Autore/i: Autori vari

Editore: Rizzoli

traduzione italiana a cura di Gaspare Bona e Giuseppe Picca, illustrazioni di Julek Heller, Carolyn Scrace, Juan Wijngaard, ideazione di David Larkin, testi di Sarah Teale.

pp. 192, interamente illustrato a colori, Milano

Gigante è, secondo una definizione che gli autori di questo libro ritengono sufficientemente attendibile, «una persona alta 160 cm più della media di una comunità». Alla straordinaria statura si uniscono generalmente una forza eccezionale e, quasi sempre, fattezze che incutono timore. Il gigante è dunque un «diverso». Al principio, gli uomini normali, colpiti dalle proporzioni smisurate, fronteggiarono questa stirpe o con la paura o con la venerazione. Col passare del tempo, conoscendola meglio, presero invece confidenza, si provarono a combatterla e a sconfiggerla; alla fine la relegarono tra gli «scherzi di natura». Oggi, notano tristemente gli autori, questa è una specie in estinzione, tanto rara da consentire il dubbio che non sia mai veramente esistita. Questo libro vuole anzitutto documentare che sulla terra i giganti hanno vissuto davvero. A guardar bene, ci si dice, si possono trovare tracce dappertutto: sagome di montagne, scogli marini, antri, cavità del terreno, grosse costruzioni in pietra, ecc. Ci sono inoltre le testimonianze dell’arte e della letteratura: alcuni si sono fatti, nella storia, un nome, come Polifemo o Pecos Bill, altri sono stati visitati da Gulliver, molti altri ancora popolano leggende del folclore di tutto il mondo. Oggi, i pochi superstiti lasciano orme impressionanti sulle nevi dell’Himalaya.
Raccontandoci le storie dei giganti e ragguagliandoci sui loro costumi, gli autori ci trasmettono un quadro commovente e finemente ironico di questi omaccioni spesso pieni di acciacchi, con la circolazione difettosa, bisognosi della clava per sostenersi, facili ad essere giocati dal coraggio di Golia o dall’astuzia di Ulisse, tardi d’ingegno e tanto spesso ridicoli. Implorano la compagnia e la cordialità dei comuni mortali, di cui tanto amerebbero eguagliare la destrezza nei giochi, la raffinatezza del cibo, la fortuna in amore. La poderosa statura e una certa mostruosità dell’aspetto – accuratamente testimoniate dalle illustrazioni – non devono dunque ingannare. Il «gigante» è una categoria in declino, assicurano gli autori, che invoca protezione come le altre specie in estinzione. E se non ci si lascia fuorviare dalla geografia esotica e dalle invenzioni delle leggende, entro le quali gli autori intessono la loro «gigantologia», può anche ricavarsi da questo libro, con sommo divertimento, una curiosa e istruttiva fenomenologia del «gigantesco».

Le Società Segrete che Dominano il Mondo

Le Società Segrete che Dominano il Mondo

Titolo originale: Les sociétés secrètes mènent le monde

Autore/i: Mariel Pierre

Editore: Vallecchi Editore

unica edizione, traduzione italiana di Paola Angioletti.

pp. 224, Firenze

Le società segrete iniziatiche hanno esercitato ed esercitano una profonda influenza sul corso della storia e sulla psicologia collettiva dei popoli. In Oriente come in Occidente, gli uomini di Stato sono spesso marionette manovrate da potenze occulte, da «superiori sconosciuti» che si combattono fra loro. Essi infatti concorrono tutti allo stesso scopo: spingere l’evoluzione delle nazioni e degli uomini in una direzione univoca, secondo un piano concertato. Ma quale è questo piano? E quali sono gli scopi di questa immensa partita di poker che si gioca sul globo terrestre? Come avviene che certi dirigenti vengano condizionati da volontà potentissime e occulte? L’autore di questo libro, il francese Pierre Mariel, è riuscito a svelare il segreto dei segreti grazie a una vasta esperienza personale e a un coraggio che, unito a una profonda erudizione storica, lo ha condotto a sfidare i fulmini degli adepti delle società segrete che tirano le fila del mondo. Mariel ha giocato e gioca ancora un ruolo non trascurabile in raggruppamenti particolarmente discreti e attivi. Quello che ci fa conoscere è dunque frutto di un’esperienza reale, di un autentico viaggio nelle sette iniziatiche.

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I. – In Europa

  1. Che cos’è una società segreta?
  2. Il vero volto della Massoneria
  3. Rosacroce e Templari
  4. La sopravvivenza templare
  5. Gli Illuminati di Baviera L’O.T.O.
  6. Edelweiss e Tule
  7. Saint-Yves d’Alveydre e la Sinarchia
  8. Sinarchia e germanesimo
  9. Cinque cadaveri

II. – In Oriente e in Africa

  1. La Triade
  2. Il Caodaismo
  3. La Soka-Gakkai
  4. Le confraternite, società segrete dell’Islam
  5. I Mau-Mau del Kenia

Conclusione

Allegati
Allegato A
Allegato B

Studi Copti

Studi Copti

Testi e documenti per lo studio dell’antichità – XXII

Autore/i: Orlandi Tito

Editore: Istituto Editoriale Cisalpino

pp. 148, Milano

Contiene:

  1. Un encomio di Marco evangelista
    di Giovanni di Shmun
    Note
  2. Le fonti copte della Storia dei patriarchi di Alessandria
    Note
  3. La leggenda di S. Mercurio e l’uccisione di Giuliano l’Apostata
    Note

Con i testi.

Il Cuore dell’Uomo – La Sua Disposizione al Bene e al Male

Il Cuore dell’Uomo – La Sua Disposizione al Bene e al Male

Titolo originale: The Heart of Man. Its Genius for Good and Evil

Autore/i: Fromm Erich

Editore: G. Carabba Editore

prefazione dell’autore, traduzione di E. Calzavara.

pp. 184, 1 illustrazione b/n, Roma

«La “grande impresa” di questo secolo è che la fede nelle cause divine o naturali della disuguaglianza umana, della necessità o legittimità dell’oppressione di un uomo da parte di un altro è stata sconfitta definitivamente. L’umanesimo rinascimentale, le rivoluzioni borghesi, le rivoluzioni Russa, Cinese e Colonialista, tutte si basano su un concetto comune: l’uguaglianza degli uomini».

«Lo sviluppo della tecnica eliminerà il bisogno di un gruppo di rendere schiavo e di opprimere un altro; l’uomo per la prima volta si innalzerà dal suo stato semi animale ad uno pienamente umano e non avrà bisogno di narcisistica soddisfazione per compensare la propria povertà materiale e culturale».

«Una vera rinascita della nostra tradizione umanistica intrapresa da tutti i sistemi politici e filosofici, da tutte le religioni che pretendono di rappresentare l’umanesimo, sfocerebbe, credo, in un notevole progresso verso la più importante “nuova frontiera” che esista oggi – l’evoluzione dell’uomo in un essere completamente umano».

Il presente e recentissimo libro di Fromm intende indagare l’essenza della umana natura, che si definisce, secondo l’Autore, come “contraddizione inerente la stessa esistenza umana”: pertanto viene qui analizzata partitamente la bivalenza costitutiva dell’uomo. E mentre Freud è dualista – ma in chiave hobbestana pessimistica -, il suo più influente revisionista, il neo-freudiano Fromm, è “armonista” e nutre una illimitata fiducia nelle possibilità umane di progresso. Da fiducioso riformatore – di stampo rousseauiano – le imperfezioni e le deformazioni della natura umana, appaiono a Fromm conseguenze deprecabili ma non incurabili della civiltà. Non dunque nell’uomo ma nella società – in ispecie quella contemporanea è la fonte del male e della irrazionalità: di qui trae origine il conflitto tra la “sana” natura dell’uomo e la società “malata”. La filosofia sociale di Fromm tende alla instaurazione di un “comunitarismo umanistico” capace di generare individui sani in una società sana. Il problema di etica sociale che Fromm si pone in quest’opera e com’è possibile creare un industrialismo umanistico contro l’industrialismo burocratico che regola oggi la nostra vita? A tal fine egli addita all’uomo, integro e razionale, di “mettersi in rapporto d’amore col mondo e associarsi ai suoi simili, onde debellare la nefasta irrazionalità (di cui sono esempi terrificanti Hitler, Stalin) per vivere “libero”.

In quest’opera – chiarificatrice, sgomentante, ma in definitiva confortante – l’Autore procede dunque alla analisi del dilemma, solo apparente, se l’uomo sia “lupo o pecora”, e passa poi ad esaminare le varie e differenziate forme di violenza, il dualismo irriducibile di biofilia-necrofilia, il narcisismo sociale, di gruppo, individuale, fino alle aberrazioni dei vincoli incestuosi, per concludersi con la disamina – esposta limpidamente – di un’altra triade di valori problematici: libertà, determinismo, alternativismo, il libro Il Cuore dell’Uomo riprende la fila di esemplari discorsi di Fromm, già noi al pubblico italiano; in più esso precisa il tema della polarità “amore per la vita” – “amore per la morte”, illustrando – dal doppio angolo visuale: del clinico e dell’antropologo – le sue opposte sindromi: l’una “di crescita’, l’altra di “declino”. Tale lettura appare quindi singolarmente utile e integrante, trattandosi di una esposizione etica, che lotta contro ogni forma di ebbra “filosofia vitalistica”, la quale – sotto forma di irrazionalismo – ha già fomentato ideologie distruggitrici e socialmente eversive.

E. Fromm ha studiato sociologia e psicologia all’Università di Heidelberg, Francoforte e Monaco e psicanalisi all’’Istituto di psicanalisi di Berlino.
Dal 1926 si è dedicato alla psicologia applicata e alla ricerca teoretica. Cittadino americano tiene corsi alla Columbia University, al Bennington College, all’Istituto di Psichiatria William Alanson White, alla New School for Social Research, all’Università Nazionale del Messico e all’Università di Yale. È autore di importanti pubblicazioni: Escape from Freedom, Man for Himself, The Forgotten Languagge, The Art of Loving.

Ricchezza e Povertà – Nel Cristianesimo Primitivo

Ricchezza e Povertà – Nel Cristianesimo Primitivo

Autore/i: Autori vari

Editore: Città Nuova Editrice

a cura di Maria Grazia Mara, collana: Studi Patristici.

pp. 304, Roma

Il commento dei Padri della Chiesa a due testi biblici – l’episodio del giovane ricco e la parabola del ricco stolto – consentono di comprendere in che modo le comunità cristiane dei primi cinque secoli elaborano il rapporto tra annuncio evangelico, beni terreni e istanze sociali. Le dieci grandi figure che vengono qui convocate per comporre una ricca antologia di interpretazioni – Clemente, Origene, Cipriano, Ilario, Basilio, Gregorio Nazianzeno, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Agostino e Cirillo – offrono un quadro delle diverse concezioni presenti nel cristianesimo primitivo. «Poiché i Padri sono gli uomini della Parola biblica – scrive Maria Grazia Mara – ci troviamo così a seguire una traccia di storia dell’esegesi: un’esegesi che, mentre esprime nei testi della letteratura cristiana di cinque secoli l’attenzione e la preoccupazione della comunità cristiana per i fatti sociali, economici e politici, non perde mai di vista la storia della salvezza».
L’opera, riportando fra l’altro brani tra i più significativi e “roventi” di tali prestigiosi autori, consente di cogliere con chiarezza una pluralità di voci che non porta a delle contraddizioni. Pluralità dovuta a determinate circostanze storiche, ambientali, personali dei singoli Padri, ma anche segno della inesauribile profondità della Parola biblica e di quel rispetto della libertà delle coscienze nei cui confronti si pone l’annuncio. E tuttavia pluralità che si fa concorde su alcuni punti irrinunciabili: la bontà delle cose, l’uguaglianza degli uomini, il dovere di condividere, sino a mutarla, la condizione del povero.

Maria Grazia Mara è ordinario di Storia del cristianesimo presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Roma La Sapienza. Si occupa di ricerche sul cristianesimo antico e moderno. Tra i suoi lavori: I martiri della via Salaria (ed. critica), Studium, Roma 1964; L’Evangile de Pierre (apocrifo), testo critico, traduzione, commento, coll. Sources Chrétiennes, Parigi 1975; Ambrogio. La storia di Naboth, ed. critica, traduzione, commento, Japadre, L’Aquila 1975; Paolo di Tarso e il suo epistolario. Ricerche storico-esegetiche, Japadre, L’Aquila 1983; L’influsso di Paolo in Agostino, in “Le epistole Paoline nei Manichei, nei Donatisti, nel primo Agostino”, Istituto Patristico Augustinianum, Roma 1989; Erasmo da Rotterdam. Parafrasi della Lettera ai Romani, japadre, L’Aquila 1990.

L’Amante dell’Imperatore – Amori, Intrighi e Segreti della Contessa di Castiglione

L’Amante dell’Imperatore – Amori, Intrighi e Segreti della Contessa di Castiglione

Autore/i: Petacco Arrigo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

Oscar storia 257, in copertina: Scherzo di follia (part.), la contessa di Castiglione fotografata da Pierre-Louis Pierson (1861-1867), Collezione privata.

pp. 258, Milano

Chi fu veramente Virginia Oldoini, contessa di Castiglione? La sincera patriota che sedusse Napoleone III per favorire l’unità d’Italia, o la scaltra cocotte che mise le proprie grazie a disposizione di Cavour per fini assai meno nobili? Una cosa è certa: fu una donna bellissima. Aristocratica, ricca e annoiata, la contessina aveva appena diciotto anni quando Vittorio Emanuele II decise di servirsi di lei per guadagnare l’imperatore francese alla causa italiana.
«Usate tutti i mezzi che vi pare» la esortò Cavour «ma riuscite.» E lei riuscì. Nell’alcova di Virginia passarono le più importanti teste coronate d’Europa, tanto che alla sua morte i servizi segreti sabaudi bruciarono tutti i documenti che la riguardavano, lasciandosi però sfuggire una quantità di lettere, diari e memoriali, grazie ai quali Arrigo Petacco è riuscito a ricostruire un’indimenticabile pagina della storia italiana.

Arrigo Petacco (Castelnuovo Magra, La Spezia, 1929) vive a Portovenere. Giornalista, inviato speciale, ha collaborato a «Grazia», «Epoca», «Panorama», «Corriere della Sera», «Il Tempo», «Il Resto del Carlino». È stato inoltre direttore di «Storia Illustrata» e «La Nazione».
Ha sceneggiato alcuni film e realizzato numerosi programmi televisivi di successo. Nei suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso verità giudicate incontestabili.
Fra gli altri ricordiamo: Joe Petrosino; Il Prefetto di ferro; Riservato per il Duce (nuova edizione L’archivio segreto di Mussolini); Dal Gran Consiglio al Gran Sasso (con Sergio Zavoli); Pavolini. L’ultima raffica di Salò (nuova edizione Il superfascista); I ragazzi del ’44; Dear Benito, caro Winston; La regina del Sud; La principessa del Nord; La signora della Vandea; La nostra guerra 1940-1945; Il comunista in camicia nera; Regina. La vita e i segreti di Maria José; L’armata scomparsa; L’esodo; L’armata nel deserto.

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  • I – Una partenza movimentata
  • II – Un’adorabile bugiarda
  • III – Un matrimonio senza amore
  • IV – Quanta noia nella «regal Torino»
  • V – Le strategie di Cavour
  • VI – La «proposta indecente» del conte di Cavour
  • VII – Nicchia trionfa alle Tuileries
  • VIII – Il Congresso si diverte
  • IX – La «pericolosa passione» dell’imperatore
  • X – La camicia da notte di Compiègne
  • XI – Un agguato sospetto…
  • XII – …e un attentato lampante
  • XIII – Le malinconie di Villa Gloria
  • XIV – I cospiratori di Plombières
  • XV – Nicchia va alla guerra
  • XVI – La rivincita
  • XVII – La sconfitta della crinolina
  • XVIII – L’avventura messicana e la guerra del ’66
  • XIX – Una giornata particolare
  • XX – «Sono la più bella creatura che Dio ha messo al mondo»
  • XXI – Gli occhi di Bismarck
  • XXII – Gli ultimi fuochi
  • XXIII – Il tramonto

Bibliografia essenziale
Indice dei nomi
Ringraziamenti

Dio, Angeli, Extraterrestri ed Esseri Multidimensionali

Dio, Angeli, Extraterrestri ed Esseri Multidimensionali

Titolo originale: Divine Encounters

Autore/i: Sitchin Zecharia

Editore: Gruppo Editoriale Futura

unica edizione, traduzione di Anna Maria Cerquetti.

pp. VII-456, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano

Gli incontri tra il genere umano e gli altri esseri celesti che popolano l’universo, registrati nelle sacre scritture e negli antichi testi, costituiscono un’affascinante epopea che spazia tra cielo e terra e parla di religione e devozione, eternità e morte, amore e sesso, gelosia e omicidio. Quanti di questi racconti si basano su fatti reali e quanti sono solo splendidi miti?
Con la passione del visionario e la cura per il dettaglio del ricercatore scientifico, Zecharia Sitchin ci dà un resoconto sorprendente delle relazioni tra esseri umani e viaggiatori celesti. La sua accurata ricerca suggerisce che i sogni profetici, le visioni, gli incontri con gli UFO e altri fenomeni insoliti corrispondano ad altrettanti interventi di emissari intergalattici, che avvicinano il genere umano per illuminarlo, guidarlo, o confortarlo nel momento del bisogno.
La ricerca e le teorie di Sitchin, illustrate con mappe e dati reali, sono la cronaca di un magnifico viaggio attraverso la storia, dall’alba della creazione all’avvicinarsi del nuovo millennio.

Sitchin, scienziato e studioso di antiche culture, dopo decenni di studi e approfondite ricerche rivela una teoria affascinante: migliaia di anni fa civiltà extraterrestri sono entrate in contatto diretto con gli abitanti di questo pianeta. Le leggende e le scritture sacre della maggior parte delle antiche culture sono ricche di aneddoti che descrivono la realtà di questi fantastici incontri ravvicinati. Gli incontri con personaggi divini sono l’esperienza umana suprema, il massimo possibile per i viventi, come quando Mosè incontrò il Signore sul Monte Sinai; sono l’esperienza finale e conclusiva, come quella dei Faraoni egiziani che, al momento della morte, entravano in un’esistenza eterna raggiungendo gli dei nella loro Dimora Divina. L’esperienza umana dell’incontro con la divinità, narrata nelle scritture e nei testi dell’antico Medio Oriente, è una saga estremamente affascinante e sorprendente. Costituisce un dramma pieno di emozioni che lega insieme il Cielo e la Terra, che vede da una parte adorazione e devozione, eternità e moralità, e dall’altra amore e sesso, invidia e assassinio, e poi ancora ascese nello spazio e viaggi nel mondo degli inferi. Un palcoscenico sul quale gli attori sono dei e dee, angeli e semidei, terrestri e androidi: una rappresentazione sacra espressa in profezie e visioni, sogni, oracoli, rivelazioni e segni premonitori.
È la storia dell’Uomo, che separato dal suo Creatore cerca di riallacciare il cordone ombelicale primordiale e, così facendo, raggiungere le stelle.
Secondo l’interpretazione di Sitchin, alieni, angeli ed esseri multidimensionali sono una realtà innegabile. Non siamo soli e siamo stati visitati più volte. Il prossimo incontro con civiltà extraterrestri non sarà quindi il primo, ma la continuazione di un rapporto che si svolge da tempo immemorabile.

Zecharia Sitchin, autore di numerosi best seller pubblicati in tutto il mondo, è uno dei rari studiosi in grado di leggere e capire la lingua dei Sumeri. Nato in Russia e cresciuto in Palestina, laureato in Storia all’Università di Londra, ha avuto modo di acquisire una profonda conoscenza della lingua ebraica antica e moderna, e di altri idiomi semitici e indoeuropei. Linguista, dunque, studioso della Bibbia e autorità mondiale in materia di storia e archeologia del Medio Oriente, è stato un famoso giornalista in Israele. Attualmente vive e scrive a New York.
Dello stesso autore in questa collana: La Genesi.

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  1. I primi incontri
  2. Quando perdemmo il paradiso
  3. I tre che ascesero al cielo
  4. I Nefilim: il sesso e i semidei
  5. Il diluvio
  6. I cancelli del paradiso
  7. Alla ricerca dell’immortalità
  8. Incontri nel Gigunu
  9. Visioni dalla zona del crepuscolo
  10. Sogni regali, oracoli del destino
  11. Angeli ed altri emissari
  12. La più grande teofania
  13. Profeti di un dio invisibile
  14. Conclusione: Dio, l’extraterrestre

Il Tempio Simbolo Cosmico – La Trasformazione dell’Orizzonte del Sacro nell’Età della Tecnica

Il Tempio Simbolo Cosmico – La Trasformazione dell’Orizzonte del Sacro nell’Età della Tecnica

Il Sacro e il Cemento Armato: la Tentazione dell’Assurdo? – Attraverso un’analisi dell’architettura sacra contemporanea ed una discussione dei nuovi problemi teologici, il filosofo individua le condizioni per l’edificazione del tempio nella nostra epoca.

Autore/i: Olivetti Marco M.

Editore: Edizioni Abete

introduzione di Enrico Castelli Gattinara.

pp. 180, 114 tavole in bianco e nero fuori testo, Roma

Il problema del tempio si presenta nell’età della tecnica con urgenza estrema. Lo studioso di filosofia, ponendosi come mediatore fra la costruzione concreta dell’architetto e il discorso speculativo del teologo, sembra l’unico in grado di mostrare i termini autentici di tale problema. Sta infatti al filosofo fornire una interpretazione critica del nuovo discorso che la nostra società va svolgendo intorno al sacro, e che una fenomenologia architettonica traduce in termini visivi.
È questo il compito che Marco M. Olivetti, assistente presso la cattedra di filosofia della religione nell’università di Roma, affronta nella presente opera.
L’Autore prende le mosse da una comprensione del tempio come luogo del sacro. Tempio da «temenos»: recinto, separato. La recinzione del tempio è il segno concreto di quella rottura del piano ontologico, oltre la quale si manifesta il sacro come totalmente altro. Data questa concettualizzazione filosofica, per la quale il tempio è non una manifestazione del sacro, bensì il luogo della manifestazione del sacro, cioè l’orizzonte formale del sacro, il problema del tempio appare all’Autore come il problema del significato dell’operazione esistenziale per cui questo orizzonte si costituisce. L’analisi del tempio contemporaneo sviluppata nell’opera diviene in tal modo l’analisi delle condizioni stesse della fede nell’eta della tecnica.

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ENRICO CASTELLI GATTINARA, Introduzione

Prefazione

  • Cap. I. – Il tempio, simbolo cosmico
  • Cap. II. – Il tempio e il tempo
  • Cap. III. – Il tempio contemporaneo
  • Cap. IV. – «Temnein»: liturgia e contraddizione

APPENDICE: Il tempio nel mondo di domani

BIBLIOGRAFIA

  • citata
  • sul tempio

INDICI

  • delle illustrazioni e riferimenti fotografici
  • dei nomi
  • degli architetti e degli artisti

Òy òy òy! : Umorismo e Sapienza nel Mondo Perduto dello Yìddish

Òy òy òy! : Umorismo e Sapienza nel Mondo Perduto dello Yìddish

Un classico dell’umorismo ebraico

Autore/i: Rosten Leo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

unica edizione, nota all’edizione italiana e cura di Elena Loewenthal, prefazione dell’autore, titolo originale: The Joys of Yiddish.

pp. VII-340, Milano

Goebbels, ministro della propaganda nazista, convoca un anziano rabbino e intima:
«Ebreo!,mi giunge voce che voi giudei abbiate una speciale forma di ragionamento, detta talmudica, cui va attribuita la vostra intelligenza. Insegnamela!»
«Temo siate un po’ vecchio per questo genere di cose» sospira il rabbino.
«Assurdo e perché?»
«Ecco, quando un ragazzo ebreo desidera studiare il Talmùd, noi per prima cosa lo sottoponiamo a un esame.»
«Fammi l’esame!»
«Va bane: due uomini cadono dentro un camino. Uno esce fuori sporco e coperto di cenere, l’altro pulito. Chi dei due va a lavarsi?»
«Quello sporco!»
«Sbagliato.»
«Quello pulito!»
«Sbagliato. La risposta è che questa è una domanda stupida. Come è possibile che due uomini caschino nello stesso camino e uno esca sporco e l’altro pulito? Come si può pensare di studiare il Talmùd se non si capisce che è una questione senza senso?»

Òy òy òy: non è solo una voce della lingua yìddish, ma una «miniera» di possibili esclamazioni, che vanno dall’espressione del piacere più triviale a quella del dolore più forte. Tale esplosione di gioia e sofferenza racchiude, nella sua istrionica ricchezza, lo spirito di questo libro, che è una vera e propria enciclopedia del più autentico umorismo ebraico, e insieme un’introduzione brillante ai fondamenti storici e spirituali del popolo d’Israele.
Attraverso le parole della straordinaria lingua franca delle comunità ebraiche sterminate al nazismo, attraverso la storia e le storie di questo vernacolo dalla vita secolare, dalla battuta pronta e dall’immenso patrimonio culturale, il lettore è invitato entro le mura dei ghetti e dei borghi ebraici d’Europa, nelle piazze del mercato, tra i banchi delle anguste sinagoghe, oltre la soglia delle case, fino a tavola e in camera da letto. Leo Rosten illustra le voci dello yìddish con notizie, storielle, battute, considerazioni d’ogni sorta, affidando alla pagina tutto il suo spirito e la sua sconfinata sapienza.
Questo libro è da decenni ormai un autentico oggetto di culto al di là dell’oceano, ma prima ancora rappresenta un modo unico per avvicinarsi alla lingua, alla vita e alla storia del popolo ebraico.

Leo Rosten (1908-1997) nasce a Łódź, in Polonia, che lascia da bambino per gli Stati Uniti. Ha studiato all’università di Chicago e alla London School of Economics and Political Science. È stato per anni consulente della presidenza degli Stati Uniti, in ambiti che vanno dalla Commissione di Difesa all’Ufficio per le informazioni di guerra, al Dipartimento cinematografico. Molti dei suoi libri sono dedicati all’arte di ridere e far ridere: a lui si deve la memorabile figura di Hyman Kaplan, immigrato alle prese con il Nuovo Mondo e i suoi risvolti linguistici, ritratto in un saggio umoristico e in un musical.

La Navigazione di San Brandano – Navigatio Sancti Brendani

La Navigazione di San Brandano – Navigatio Sancti Brendani

Autore/i: Anonimo

Editore: Bompiani

prima edizione, cura, introduzione, trascrizione del testo veneto e note di Maria Antonietta Grignani, trascrizione del testo toscano di Carla Sanfilippo.

pp. 288, Milano

La navigazione di San Brandano è uno dei testi più suggestivi e fabulosi della letteratura medievale: alla base sta un’opera latina del X secolo, la Navigatio Sancti Brendani, volgarizzata nel Medioevo in vari paesi d’Europa per il fascino che esercitava la materia avventurosa di un viaggio oceanico del grande monaco irlandese Brénainn mac Alta, fondatore di Clonfert, morto forse nel 578. In Italia alla fine del Duecento e ai primi del Trecento la Navigatio fu volgarizzata a Venezia, donde passò in Toscana. I due testi, che qui si offrono a ottima cura di Maria Antonietta Grignani, rappresentano per l’appunto le due tradizioni, veneziana e toscana (questa ultima inedita), giunte a noi in codici dell’inizio del Quattrocento. L’opera è deliziosa; il piacere che dà la sua lettura, irresistibile e costante: strane avventure di viaggio del gruppetto di monaci dall’animo armonioso, isole a sorpresa, che camminano nell’acqua o hanno forma di colonna bianca o sono dimora di esseri tranquillamente estranei a ogni verosimiglianza. Infine, al di là di fitte nebbie, l’Eden, montagna di pietre preziose e di letizia. Miti marinari dell’Irlanda celtica, temi dell’agiografia monastica, su cui si innesta lo spirito avventuroso duecentesco assorbito dal volgarizzatore: così nasce la mappa dell’universo di San Brandano.

Vita Bizantina di Barlaam e Joasaf

Vita Bizantina di Barlaam e Joasaf

Autore/i: Autori vari

Editore: Rusconi

prima edizione, introduzione, versione italiana, note e repertorio biblico a cura di Silvia Ronchey e Paolo Cesaretti, la documentazione iconografica è tratta dal libro di M.lle Sirarpie der Nersessian, L’Illustration du Roman de Barlaam et Joasaph.

pp. 320, Milano

Barlaam e Ioasaf, la maggiore fiaba agiografica del Medioevo orientale, già erroneamente attribuita a Giovanni Damasceno e qui presentata in prima edizione italiana dall’originale bizantino ad opera di due giovanissimi studiosi, trae origine da uno spunto narrativo tra i più fortunati di tutte le letterature. Ioasaf è il Buddha, ma Barlaam e Ioasaf è molto più che un re-writing cristiano della leggenda del Buddha. Sacra a oltre venti popoli di circa trenta lingue e dieci diverse confessioni, da Gibilterra al Pacifico, la storia del principe-filosofo ha ricevuto a Bisanzio la sua canonizzazione. Come nella vicenda del Buddha, anche qui un adolescente di educato intelletto e leggiadre sembianze cresce recluso dietro i cancelli di un palazzo, perché il re dell’India suo padre gli ha proibito di avere commercio col mondo che è fuori. Come nella vicenda del Buddha, lo spettacolo impreveduto dell’Anomalia e della Morte desta in lui un turbamento che solo il percorso saprà guarire. Sarà il vegliardo Barlaam, l’anacoréta di Senaaritide astutamente penetrato a palazzo, a distogliere dall’errore il principe grazie a una delle più ingenti rheseis pedagogiche della letteratura medievale: ad apologhi del Pañcatantra e a storie meravigliose di varia e remota origine si alterna qui la recitazione di un’antica biblioteca sapienziale – la Bibbia, i Padri greci, i classici – e la conversione di Ioasaf sarà in primo luogo la cronaca di un’audizione. La maturazione mistica del principe – ribelle al padre, alla «falsa sapienza degli pseudosacerdoti e degli pseudoeremiti», «solo contro moltitudini», allorché Barlaam avrà misteriosamente lasciato il palazzo, in un’Indoetiopia «avvolta in tenebra d’interlunio» e percorsa dalle trame di Araches e del Consiglio Segreto – si compirà con la fuga dal trono alla ricerca del padre spirituale in un deserto pullulante di mostri. Una sorpresa, nelle ultime pagine di questo libro, attende il lettore. Opera di controversa datazione (VIII-XI sec.) e ricca d’influssi asiatici (dall’originale indiano alle manipolazioni islamiche, manichee, persiane) sia nello svolgersi della narrazione che nelle dieci perfette fabulae che la tramano, la storia del principe e dell’anacoréta riceve il suo specifico di fiaba colta dal sorprendente innesto di una sapienza filosofico-scritturale antica di millenni su una ambientazione esotica splendida quanto densa di allusività letteraria e, forse, politica. Accolto con entusiasmo al suo apparire, il Barlaam e Ioasaf ricevette una prima traduzione latina intorno al 1050. La posteriore fortuna della leggenda è immensa: ispirò Rudolf von Ems e Gui de Cambrai, Shakespeare e Lope de Vega, Calderon, Hofmannsthal, Tolstoj. Testimonianza della grande cultura bizantina, della sua millenaria vocazione mediatrice fra oriente e occidente, questo libro andrà letto anzitutto quale prima smentita del pregiudizio che vuole la letteratura di Bisanzio arida e priva di capolavori.

In Cammino Verso l’Uomo Invisibile

In Cammino Verso l’Uomo Invisibile

Nuova traduzione riveduta e commento della conferenza di Rudolf Steiner «L’uomo invisibile in noi. L’elemento patologico quale fondamento della terapia, Dornach, 11.2.23, O.O. 221»

Autore/i: Calzolari Alessandro

Editore: Editrice Novalis

presentazione di Hermann Janach, premessa, citazioni e prefazione dell’autore.

pp. 296, 32 tavole a colori fuori testo, illustrazioni in bianco e nero, Milano

L’autore intende presentare l’opera di ricerca pluriennale e continua fatta da Rudolf Steiner per riconoscere l’immagine dell’Essere Umano in modo nuovo e completo dal punto di vista macrocosmico e microcosmico: nessuno prima di lui aveva descritto così chiaramente e dettagliatamente i quattro corpi costitutivi dell’uomo.
In questa nuova traduzione della conferenza sull’Uomo invisibile in noi, l’autore ha cercato di riproporre una versione da lui rielaborata e corretta: Rudolf Steiner ci dona anche e soprattutto, per la prima volta nella storia dell’umanità, la visione delle quattro Organizzazioni Spirituali, ovvero dei processi e delle forze che creano i corpi dell’essere umano.

Alessandro Calzolari è nato a Ferrara nel 1950, e lì si è laureato in Medicina e Chirurgia, si è specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione. Ha continuato la sua formazione professionale negli Stati Uniti e in Francia; ha studiato medicina cinese e si è occupato di filosofia e religioni orientali. Incontra l’Antroposofia nel 1982 e diventa membro della Società Italiana di Medicina Antroposofica e della Sezione di Medicina della Libera Università. Ha lavorato come medico in molte città italiane. Si è dedicato all’utilizzo dell’acqua arsenicale-ferruginosa di Levico. Si è interessato al movimento e alla vita delle Scuole Waldorf in Italia a Bologna e a Trento e a Lugano. Ha cercato di approfondire i temi legati alla biografia individuale, allo sviluppo dei talenti e delle risorse umane e alle problematiche sociali ed economiche della nostra epoca. Attualmente vive a Levico Terme, in Trentino.

Come Intuire i Caratteri dai Volti – Manuale Psicologico Pratico

Come Intuire i Caratteri dai Volti – Manuale Psicologico Pratico

Autore/i: Saponaro Aldo

Editore: Giovanni De Vecchi Editore

introduzione dell’autore.

pp. 618, numerose illustrazioni e tavole in bianco e nero, Milano

Dall’introduzione dell’autore:
«[…] Questo libro si prefigge, anzitutto, questo duplice scopo: insegnarvi, o aiutarvi a conoscere, il carattere vostro e quello degli altri. La tecnica, com’è facile comprendere, è la medesima in entrambi i casi: si tratta sempre di sottoporre a un esame psicologico un essere umano, siate voi stessi o una persona qualunque. Vi indicheremo i segni da osservare e il loro significato e valore, il procedimento migliore per rilevarli o scoprirli, e infine il modo per arrivare a una sintesi del carattere.
Non crediate, però, che “comprendere un uomo” sia un compito facile. Esso richiede tutte le vostre facoltà di attenzione, di perspicacia, di tatto, di critica, di intuizione.
Anzitutto, ricordatevi che non esistono caratteri puri. In pratica ci si incontrerà sempre con soggetti che presentano caratteristiche e aspetti caratteriali multipli, dissimili, a volte contraddittori. Il nostro sforzo consiste nell’ottenere il quadro più completo possibile delle diverse caratteristiche, e di vedere quali sono le note prevalenti o dominanti o risultanti.
In secondo luogo, non siate precipitosi o avventati nei giudizi, diffidate delle idee preconcette, dei giudizi a priori, non affrettatevi a “etichettare” una persona al primo sguardo. L’etichetta di “buon ragazzo” o di “imbecille” o di “tipo straordinario” o di “fanfarone”, che applichiamo d’acchito a una persona, risente sempre, più o meno, dello stato d’animo e della prevenzione con cui l’abbiamo abbordata. La vostra intuizione psicologica potrà talvolta colpire immediatamente nel segno; ma più spesso vi ingannerà, vi riserverà una delusione o una lieta sorpresa, costringendovi comunque a rettificare la vostra opinione. Siate cauti, soprattutto, nell’interpretare il linguaggio mimico o espressivo di una persona che vedete per la prima volta.
Sono rari, poi, gli individui fatti “tutti d’un pezzo”, sempre identici a sé stessi, che si comportano allo stesso modo in ogni circostanza. La maggioranza degli uomini ha un carattere malleabile, instabile, influenzabile; e ve ne sono di quelli che lo cambiano, commedianti inconsapevoli, dieci volte al giorno, a seconda del caso e delle situazioni sociali in cui si trovano. […]»