Libri dalla categoria Mesopotamia
Tempo e Significato
Autore/i: Jacobelli Isoldi Angelamaria
Editore: Edizioni Abete
unica edizione, introduzione dell’autore.
pp. 400, Roma
Dall’introduzione:
«Filosofia e scienze umane, alleate nel tentativo di chiarire la situazione di crisi odierna, debbono innanzi tutto prendere atto di una fondamentale contraddizione. Nell’ultimo secolo lo sviluppo del pensiero è stato caratterizzato da un decisivo approfondimento di quel processo critico che, sfiorato più volte nella storia umana, aveva cominciato a diffondersi con sempre maggior forza fra il sei e il settecento. In quanto questo acutizzarsi dello spirito critico combatte la dogmatica imposizione di un tradizionale atteggiamento sistematico e mette in discussione la validità di principi formulati in situazioni storiche ormai superate, esso costituisce una efficace forza di rinnovamento culturale e viene esaltato come il fondamento di un più profondo senso di responsabilità degli uomini di fronte alla vita. Di fatto si realizza, in contrapposizione all’astratta e inconcludente ricerca metafisica, un prodigioso sviluppo della ricerca scientifica a cui si collega una inesauribile serie di conquiste tecniche, fonte di accresciuta potenza e di benessere.
Non tardano però ad affiorare aspetti negativi sempre più gravi.[…]»
Introduzione
- L’esperienza del tempo nei primitivi
- La teorizzazione del tempo nel pensiero greco e cristiano
- Il prevalere dell’accezione quantitativa del tempo nell’età moderna
Seconda Parte
- Kant. Il superamento della concezione matematico-meccanica del tempo
- Husserl. Tempo e intenzionalità nell’orizzonte del significato
- Heidegger. Il tempo e la domanda esistenziale intorno all’essere
- Appendice: Il tempo-durata di Bergson
Parte Terza
- L’antinomicità delle attuali teorizzazioni del tempo
- La prospettiva del significato e la conseguente accezione del tempo
Conclusione
Indice dei Nomi
Indice Sommario
Prove d’Autore
Catalogo della mostra (Lodi, 7 maggio-11 luglio 2010)
Autore/i: Battiato Franco
Editore: Skira Editore
edizione italiana e inglese.
pp. 64, ill. a colori, Milano
…Una volta pensavo che la mia totale incapacità nel disegno dipendesse dalla mancanza di una naturale predisposizione, come nel caso di uno stonato che non riesce ad emettere la stessa nota che ha in testa. Col tempo ho scoperto invece che avevo un’idea astratta, archetipa, dell’oggetto che osservavo; quello che mi mancava era la possibilità di coglierlo nella sua esatta forma.
Per analizzare praticamente questo genere di chiusura, vent’anni fa iniziai a dipingere, per pura sfida: questa terapia riabilitativa mi sta privando di quel difetto, pilastro di certa consacrata pittura moderna…
La galleria di immagini qui raccolte ripercorre la produzione di Battiato pittore dagli anni Novanta a oggi, e trova nel rapporto fra musica e pittura il suo tema conduttore, nel quale il dipinto diviene rappresentazione di un universo personale, dove la purezza del segno e del suono musicale vivono in tensione dialettica; un universo nel quale la figura umana respira e si muove al ritmo di un suono limpido, prolungato, evocante ricordi di trascorse fioriture. Accanto alle circa 25 opere presentate (tra cui uno splendido Trittico di straordinaria forza, mai esposto prima, dove Battiato ritrae se stesso) è possibile ammirare il suo primo “libro d’artista” sull’opera Gilgamesh e il suo documentario dedicato allo scrittore Gesualdo Bufalino, presentato all’ultima mostra del cinema di Venezia.
Psicologia delle Relazioni Interpersonali
Edizione originale: The Psycology of Interpersonal Relations
Autore/i: Heider Fritz
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione di Paolo Bozzi, traduzione di Mario Baccianini.
pp. XXIII-448, Bologna
Una delle convinzioni di fondo di quest’opera ormai classica è che la psicologia non sia ancora una scienza pienamente sviluppata «bensì tuttora a uno stadio infantile per cui… non dovrebbe essere svezzata prematuramente dal pensiero intuitivo e informale». Volendo darle un altro titolo, l’autore proporrebbe quello di «Appunti per una preteoria dei rapporti interpersonali». Muovendo da una impostazione cognitivistico-gestaltistica egli ritiene doveroso evitare, specialmente nell’esame dei rapporti interpersonali di perdere il contatto con «la dimensione del pensiero comune». Heider si occupa dei fenomeni di «superficie», ovvero degli eventi che hanno luogo nella vita quotidiana a un livello conscio, piuttosto che dei processi inconsci, convinto che questi rapporti umani «ovvii» e intuitivamente trasparenti possono essere altrettanto problematici e psicologicamente significativi dei fenomeni più opachi e più profondi. Attraverso un’analisi tutt’altro che ingenua, emerge come i concetti della psicologia «ingenua» possano essere tradotti nel linguaggio dei concetti di base che coordinano un ampio numero di rapporti umani correnti in modo sistematico.
Fritz Heider nato a Vienna nel 1896, si è laureato nell’Università di Graz. Trasferitosi successivamente negli Stati Uniti, ha insegnato allo Smith College, passando quindi alla Kansas University, dove ha chiuso la sua carriera nel 1966 come professore emerito. Nel 1959 gli è stato attribuito il Lewin Memorial Award. L’acutezza dei suoi contributi allo studio delle relazioni interpersonali ne ha fatto uno dei più fecondi interlocutori e studiosi di psicologia sociale nell’ultimo ventennio. Oltre a questo volume, che costituisce il suo testo fondamentale, è autore di contributi apparsi sulle principali riviste di psicologia, in parte raccolti nel volume «On Perception and Event Structure, and the Psychological Environment» [New York, 1959].
Introduzione all’edizione italiana, di Paolo Bozzi
Premessa
- I. – Introduzione
- II. – La percezione delle altre persone
- III. – L’altra persona come soggetto percipiente
- IV. – L’analisi ingenua dell’azione
- V. – Desiderio e piacere
- VI. – Effetti ambientali
- VII. – Il sentimento
- VIII. Dovere e valore
- IX. – Richiesta e comando
- X. – Benefici e danni
- XI. – La reazione alla sorte dell’altra persona
- XII. – Conclusioni
Appendice
Bibliografia
Fase Seconda – Studi sulla Nuova Musica
Autore/i: Bortolotto Mario
Editore: Giulio Einaudi Editore
pp. 296, numerose illustrazioni in bianco e nero, Torino
Sommario:
La Nuova Musica, il tempo e la maschera
Nota
Contributi italiani
- Le missioni di Nono
- Luciano Berio, o dei piaceri
- Le capriole di Niccolò
- Una poetica artigiana
- Evangelisti, “Insula Dulcamara”
- Le cinque tentazioni di Bussotti
- Le idee di Franco Donatoni
Nota
Catalogo delle opere
Indice dei nomi
Mario Bortolotto ha pubblicato Introduzione al Lied romantico (Milano 1962), Il cammino di Goffredo Petrassi (Torino 1964.) e alcuni saggi su problemi di musica contemporanea in «Paragone», «Il Verri», «La Biennale», «Il Veltro», «Aut-Aut», «Lo Spettatore Musicale», «Chelsea», «The Musical Quarterly», «New Music», «Melos», «Alea», «Ruch Muzyczny» e altrove.
Il saggio Un paradisus interruptus: è apparso nel volume miscellaneo Avanguardia e neoavanguardia (Milano 1966).
Fra le traduzioni, alcuni saggi di Manuel de Falla (Milano 1962), il Versuch über Wagner di Th. W. Adorno (Torino 1966) e, proprio ora, gli scritti di Karlheinz Stockhausen.
Con Duilio Courir e Alberto Pironti dirige «Lo Spettatore Musicale».
Rudolf – La Biografia di un Principe Ribelle che fa Piena Luce sulla Tragedia di Mayerling
Titolo originale: Rudolf. Kronprinz und Rebell
Autore/i: Hamann Brigitte
Editore: Longanesi & C.
prefazione dell’autrice, traduzione dall’originale tedesco di Giorgio Cuzzelli.
pp. 416, 37 illustrazioni b/n fuori testo, Milano
«La fine ingloriosa a Mayerling minacciò di compromettere per sempre un giudizio storico obiettivo sulla figura di Rudolf. Dopo Mayerling “scomparvero” anche le ultime fonti che avrebbero potuto illuminarci. Per ventisette lunghi anni, fino alla morte dell’imperatore Francesco Giuseppe, il nome del principe ereditario non potè essere pronunciato a Corte.»
Da quasi un secolo un «giallo storico» continua ad attrarre l’attenzione degli specialisti e di un pubblico estremamente vasto: la tragedia di Mayerling, protagonisti l’erede al trono d’Austria, Rudolf d’Asburgo, e la diciassettenne baronessina Mary Vetsera. I fatti sono noti: al mattino del 29 gennaio 1889, il giovane arciduca viene trovato morto, accanto alla giovanissima amante, in una stanza del castello di caccia di Mayerling, entrambi con il cranio fracassato da una revolverata sparata a bruciapelo. Il resto – tutto il resto – è avvolto da una fitta nebbia di comunicati ufficiali dapprima falsi e poi contraddittori, di deposizioni, rapporti di polizia, perfino reperti autoptici, tutti almeno in parte menzogneri. Districarsi fra tante falsità e tante fantasie è uno dei compiti che si è assunta Brigitte Hamann, già biografa della madre di Rodolfo, la sventurata Sissi. Le ricerche della Hamann, svoltesi negli archivi pubblici e privati di mezza Europa (compresi i paesi dell’Est), consultando le carte ma anche interpellando i discendenti dei personaggi allora alla ribalta, simulano il lavoro di un ipotetico giudice istruttore, meticoloso nella sua indagine e rigoroso nelle sue deduzioni, ma a esso affiancano la figura dello psicologo, che sottopone a una vera e propria analisi la personalità e l’operato dell’infelice protagonista. La Hamann ridimensiona decisamente la storia d’amore del principe ereditario, il quale porta con sé nella morte la giovane Vetsera non certo per concludere una impossibile e proibita vicenda sentimentale (le sue relazioni extraconiugali non si contano). Le ragioni del suicidio di Rodolfo sono in effetti molte e diverse: le frustrazioni personali nel disturbato rapporto con il padre, l’impossibilità di far prevalere una sua concezione politica liberale e costituzionale nell’ambiente gretto e retrivo della Corte viennese, i suoi entusiasmi, il filosemitismo, il concetto della borghesia come valvola di sicurezza per uno Stato sclerotizzato, in parte anche il suo affetto per la madre non ricambiato con particolare calore, o il gelo della sua vita coniugale, tutto si assomma per creare nell’uomo quel malessere, quel disagio esistenziale che presto inciderà funestamente su una struttura psichica che già nella prima adolescenza ha mostrato le sue debolezze e che per di più è tarata dagli aspetti negativi del patrimonio genetico dei Wittelsbach. Rodolfo psichicamente è davvero figlio di Sissi, passionale e gelido, turbolento, inquieto, idealista e al tempo stesso disincantato come lei, ma più concreto, forse più intelligente, con un’intelligenza stimolata da buoni maestri che gli hanno insegnato molte cose senza peraltro badare a irrobustirgli il carattere. Ma Rodolfo non è il fantoccio, vacuo e vanesio, che spesso è stato descritto. Nettamente in contrasto con il padre, dalle cui durezze e imposizioni gli parve di potersi liberare, cresciuto in solitudine e quindi tanto più esposto agli influssi – culturali e poi politici – che gli vennero dall’esterno, mirante a una propria autonoma realizzazione come fautore di ideologie innovatrici, generoso e intrepido giornalista o solerte studioso di scienze naturali, fin con lo scontrarsi con se stesso, in una rinnovata situazione di solitudine e infelicità, che gli parve senza ulteriori vie d’uscita. E, per una beffa del destino, gli toccò in sorte di diventare celebre più per la sua morte, tanto chiacchierata, che per la sua vita, tanto combattuta.
Brigitte Hamann è autrice di una fortunatissima biografia sulla vita di Elisabetta d’Absburgo (Sissi), già apparsa in questa collana, e dell’album fotografico Elisabeth. Bilder einer Kaiserin.
Io non mi Lamento – Come Smettere di Lamentarsi e Migliorarsi la Vita
Titolo originale: A Complaint Free World
Autore/i: Bowen Will
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Fabrizio Pezzoli.
pp. 208, illustrazioni b/n, Milano
«Lamentarsi è parlare di quello che non vogliamo anziché di quello che vogliamo.
Parole negative attirano cose negative.
È la cosiddetta legge dell’Attrazione.»
“Il segreto per trasformare la vostra vita è nelle vostre mani. Vi sembra una dichiarazione impegnativa? Sì, certamente lo è, ma ho visto che ha funzionato per molte, molte persone…”.
Il metodo “Io non mi lamento – A Complaint Free World” ha contagiato già sei milioni di persone nel mondo. Perché è semplice, divertente e può migliorare veramente la vostra vita.
Funziona così. Si indossa il braccialetto con la scritta “Io non mi lamento” che trovate in libreria (ma si può fare anche con un elastico o un sassolino da mettere in tasca) e da allora inizia la sfida: stare tre settimane senza lamentarsi. Ogni volta che cadiamo nella tentazione della lagna, si cambia polso al braccialetto e si ricomincia a contare i giorni da capo. È dura, ma ne vale la pena. Smettere di lamentarsi infatti non è solo un fatto di buona educazione. Disintossicarsi da questo vizio vuol dire vedere la propria vita cambiare magicamente faccia, e imparare a godersela davvero.
Will Bowen, pastore della Christ Church Unity di Kansas City, è l’inventore del metodo “Io non mi lamento – A Complaint Free World“.
All’Origine – La Fonte dell’Essere
Autore/i: Osho Rajneesh
Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione di Swami Anand Videha, Ma Anand Pryatama
pp. 228, Genova
«Se l’Occidente comprenderà l’Oriente, e l’Oriente capirà l’Occidente, otterremo il reciproco guadagno di un emisfero del globo e, al tempo stesso di entrambe le sfere, quella interiore e quella esteriore, in cui si dispiega la vita dell’essere umano, il suo processo di coscienza: questa intera terra ci appartiene, tutte le conquiste fatte nei secoli dall’intero genere umano, non importa in quale epoca, in quale paese, in quale campo, in quale sfera – della materia, della mente, della psiche, dell’essere – sono un nostro patrimonio, sono un’eredità che è tempo di rivendicare se si vuol vivere questa vita per ciò che essa è: un viaggio della consapevolezza dall’infinito all’Infinito cosmico» (Osho Rajneesh)
Osho Rajneesh gioca con le coordinate mentali dell’Occidente, con i suoi paradigmi, dilatandoli oltre i limiti del tutto artificiali che abbiamo creato, che ci siamo imposti, definendoli «il nostro patrimonio culturale».
In quest’opera Osho porta il lettore a conseguire l’intima coscienza di quei valori che è necessario inglobare, se si desidera acquisire un equilibrio esistenziale più armonioso, più sano, più umano, vivo e vitale.
Abile affabulatore, Osho riesce ad aprire gli occhi, a far partecipare alla dimensione in cui si è dispiegata un’intera civiltà, quella indiana, che, egli dice: «È la sola terra in tutto il mondo ad aver dedicato ogni suo talento in uno sforzo concentrato, teso a vedere la verità e a essere il vero».
Un libro stimolo, dunque, a ridimensionare la prospettiva della nostra realtà culturale, per ricondurla alla sua funzione di strumento di crescita, vuoi dell’individuo, vuoi della collettività. Un invito e un aiuto a compiere i primi passi verso il superamento della condizione dissodante in cui la psiche occidentale si trova immersa da secoli.
Le Due Astrologie – Ragioni dell’Astrologia
Autore/i: Graziano Giuseppe
Editore: Trevi Editore
unica edizione, prefazione dell’autore.
pp. 168, nn. illustrazioni b/n, Roma
“Gli «Educatori» al cui Destino è legato ogni altro Destino, dall’era precristiana fino ad oggi, e le speciali Influenze Astrali fra gli uni e gli altri, che determinano ogni singolo Destino, nella buona o nella cattiva sorte.
In questo Calderone gli ingredienti più vari si Unificano dando origine alla Sofferenza o al Piacere; alla Malattia o alla Salute; alla Povertà o all’Abbondanza; all’Odio o all’Amore; alla Guerra o alla Pace. Ma sempre l’Uomo sarà l’Artefice delle sue vicende; incessantemente il Costruttore del suo fato; Eternamente l’Artigiano della sua Storia.”
Ciò che si vuole dimostrare, con questa edizione, è il particolare, difficilmente contestabile, per cui, essere nati in un certo giorno, in un certo posto, a una certa ora, non è la medesima cosa che essere venuti al mondo in un’altra giornata, in un diverso luogo, in un differente orario.
Giuseppe Graziano, nato a Naso (Sicilia), la fine di agosto 1928, si è dedicato, ancora giovanissimo, all’Astrologia. Egli pensava che, se l’Uomo parla e scrive da millenni di Astrologia, qualcosa che giustifichi – e dimostri – la fondatezza, la giustezza di questo sempre vivo interesse, doveva pur esserci. Entusiasmato da questo pensiero, sin dal 1959, l’autore inizia una serie di ricerche, controlli, verifiche, riscontri, esami, osservazioni.
Vengono vagliati gli avvenimenti storici, politici, sociali, umani; catalogati i personaggi forgiatori dei destini dell’uomo in campo Politico Religioso Artistico Diplomatico Economico Editoriale Filosofico Finanziario Imprenditoriale Giornalistico Giudiziario Letterario Militare Scientifico ed Universitario.
Sono analizzate le loro opere; esaminati i riscontri caratteriali: comparati alla loro azione, al loro lavoro, alle loro imprese, così che, il dato statistico (uguale quantità) e i loro nomi (uguale qualità), stanno qui a provare – non solo o soltanto – l’attendibilità dell’Astrologia; ma pure la necessità di non ignorarla, di proseguire oltre, di indagare ancora meglio – con l’apporto di altre discipline -; e di usarla, infine, per il bene degli uomini sopravvissuti.
Uomini ” EL “
Personaggi Antichi e Moderni
Autore/i: Maffii Maffio
Editore: Aldo Chicca Editore
unica edizione, avvertimento dell’autore.
pp. IX-326, Tivoli
Dall’avvertimento dell’autore:
«[…] La presente raccolta consta di due parti: la prima è dedicata ad Uomini del passato remoto e prossimo, nei quali scorgemmo aspetti poco noti o per solito trascurati; la seconda contiene ritratti, istantanee, brevi rievocazioni di personaggi a noi più vicini, o che l’autore personalmente conobbe ed amò, ed ai quali non ritiene sta stata resa sempre giustizia pari al talento, ai meriti, agl’intendimenti, all’animo.
Vi abbiamo aggiunto una terza parte, più breve, dedicata a personaggi minori, ma resi notevoli da intenti, disinteressati, da moti dell’animo protesi verso l’avvenire.
Non dovranno stupirsi i lettori se in queste parti del libro, accanto a personaggi insigni, s’è introdotta qualche figura così detta secondaria, o sconosciuta dai più. […]»
I Mangiatori di Civette
I Magnasoéte – Seguito da «Supermarket Provinciale»
Autore/i: Scapin Virgilio
Editore: Neri Pozza Editore
Introduzione di Fernando Bandini, in appendice: Glossario del dialetto della zona di Breganze
pp. 140, Vicenza
I Mangiatori di Civette
Il paesaggio di questi racconti di Scapin non è certo quello che si usa dire un paesaggio «tòpico». È quello riconoscibilissimo di un’area appartata del vicentino, con la dolce scalata dei verdi di alberi e campi che si dispongono sulla collina, in un’aria sgombra e chiara che raccoglie correnti in arrivo dall’altopiano. È lo sfondo appena accennato ma non per questo meno visibile in cui lo scrittore colloca, quasi per successive monografie o variazioni sul tema, la vicenda di Firmino, contadino piccolo proprietario. La figura di Firmino è tratteggiata da Scapin con profonda cordialità e simpatia, non senza episodi di ,compiaciuta identificazione (quello che nel linguaggio tradizionale dei critici si dice «calarsi nel proprio personaggio»).
In questo ambiente arioso e terragno, che costituisce l’orizzonte unico della sua vita, Firmino affonda radici tenacissime e affronta la dura serie delle opere e dei giorni. Ma è già l’esemplare di una razza in estinzione e grandeggia nello sfondo dei suoi miti con frequenti evasioni dalla quotidianità verso zone di ruzzantesco «super-umano». Sospeso tra passato e presente, miracolosamente indenne alle trasformazioni socio-culturali degli ultimi anni (anche se guida l’auto e il trattore e a casa sua c’è il televisore), egli si trascina dietro una visione ancestrale del mondo fruita ormai unicamente come ritualità, con qualche minimissima crepa di consapevolezza e ironia. (F. B.)
Supermarket Provinciale
Salumiere e sottaniere rinomato, campione di acrobatici volteggi tra prosciutti da disossare e clienti da servire, il pirotecnico A. Scanagatta si lascia tentare dal Faust del commercio moderno e trasforma la sua premiata ditta a conduzione familiare in un Supermarket provinciale a gestione societaria. I carrelli che invadono l’antica drogheria sono spinti da ferree logiche di vendita, politiche di prodotto, campagne pubblicitarie, gadget a profusione. E le strategie escogitate dai «pierre» sostituiscono il baciamano alle signore, spontaneo quanto sorpassato omaggio d’uno Scanagatta sempre più smarrito ma teso, forse, a un residuo scatto di ribellione all’inarrestabile avanzata del demone consumistico all’ingrosso.
Abrasivo divertimento, Supermarket provinciale proprio oggi vede confermato il suo valore di ammiccante e maliziosa profezia.
Nell’Italia del 1969, epoca della prima pubblicazione del racconto, la parola «marketing» apparteneva davvero a un vocabolario straniero. Forse che l’unica «rivoluzione culturale» avvenuta in quegli anni è stata quella della spesa? (A. S.)
Virgilio Scapin (Vicenza 1932-2006) ha pubblicato con Longanesi Il chierico provvisorio e La giostra degli arcangeli; con Neri Pozza Il bastone a calice, Premio Selezione Campiello 1995, I mangiatori di civette. I magnasoéte e, nel 1998, Una maschia gioventù.
Ripensare la Vita – La Vecchia Morale Non Serve più
Titolo originale: Rethinking Life & Death
Autore/i: Singer Peter
Editore: Il Saggiatore
ringraziamenti, prefazione all’edizione italiana e prologo dell’autore, traduzione di Stefano Rini.
pp. 244, Milano
Una giovane donna, abbattuta mentre stava compiendo una rapina, giace in coma irreversibile in un ospedale della California. Il suo cervello è morto ma il cuore continua a battere. E la donna è incinta. Qualche mese dopo, grazie a cure mediche intensive, dà alla luce un maschietto sano e vispo. Qualche commentatore grida al miracolo. Qualcun altro parla di spreco. Il miracolo è costato 400.000 dollari.
Un bambino, colpito al capo da un pallone, è in coma. A diversi mesi dal ricovero, i genitori rassegnati vorrebbero spegnere il respiratore ma l’ospedale si oppone. Un giorno il padre allontana il personale con la minaccia di una pistola, libera il figlio dal respiratore e lo culla tra le sue braccia fino alla fine…
Fatti di cronaca finora impensabili mettono a dura prova i modi tradizionali: ci pensare la vita e la morte. In un mondo di respiratori e di embrioni conservati per anni nell’azoto liquido la morale della sacralità della vita non basta più. Ripensare la vita propone esempi estremi e analisi coraggiose dei problemi pratici posti dai progressi della medicina e della genetica. Secondo Peter Singer, filosofo, autorità mondiale nel campo della bioetica, non è possibile affrontare i temi cruciali della definizione di morte, dei trapianti di organi, dei limiti da porre all’aborto e alla fecondazione artificiale, dell’eutanasia, dei diritti degli animali se non ci si sbarazza della vecchia morale e non si costruisce qualcosa di nuovo.
Peter Singer (Melbourne, 1946) ha insegnato nelle università di Oxford, New York, Colorado (Boulder), California (Irvin) e alla La Trobe University. Dirige il Center for Human Bioethics presso la Monash University, Melbourne. Tra le sue opere, Liberazione animale (1991), diventata famosa come la bibbia del movimento animalista internazionale, e Etica pratica (1989). Singer è condirettore della rivista «Bioethics».
Elémire Zolla – Il Conoscitore di Segreti. Una Biografia Intellettuale
Autore/i: Marchianò Grazia
Editore: Rizzoli
prima edizione.
pp. 650, Milano
…Tra mistici, sciamani e alchimisti, il ritratto di un eretico del Novecento…
«Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli, è l’atto più bello che si possa compiere. Quasi nemmeno ci rendiamo conto delle nostre tacite obbedienze e automatiche sottomissioni, ma ce le possono scoprire, dandoci un orrore salutare, i momenti di spassionata osservazione, quando scatta il dono di chiaroveggenza e libertà, e per l’istante si è padroni, il destino sta svelato allo sguardo.» (Elèmire Zolla)
Elémire Zolla è stato uno degli intellettuali eretici del Novecento. Dopo aver esordito come narratore ha insegnato Letteratura angloamericana e ha fatto propria l’analisi critica della civiltà di massa sviluppata dalla Scuola di Francoforte. Poi la svolta, con l’immersione nella sapienza extrastorica della tradizione occidentale e orientale, dello sciamanesimo, dell’alchimia, dell’astrologia, dell’esoterismo. La moglie Grazia Marchianò traccia una biografia intellettuale usando testi dello stesso Zolla per comporre l’autoritratto di un uomo di genio.
In un continuo oscillare tra parola e memoria, emerge in queste pagine un percorso dalle straordinarie ramificazioni che riunisce in un solo respiro saggi letterari su Joyce, Kafka, Pasternak, Melville, e incursioni nell’antropologia, nell’astrologia, nei nuovi orizzonti della realtà virtuale. Sono qui raccolti per la prima volta i profili zodiacali compilati da Zolla sotto l’eteronimo di Bernardo Trevisano, i racconti dei viaggi in Nuovo Messico, India e Giappone e, accanto agli scritti polemici giovanili nei confronti dell’industria culturale, trovano spazio i saggi della vecchiaia dove è prefigurato un nuovo corso della spiritualità a venire oltre le barriere delle singole fedi.
Grazia Marchianò, moglie di Elèmire Zolla, orientalista di origine arbëreshë, già professore ordinario di Estetica all’Università di Siena-Arezzo e dottore honoris causa presso la Open University di Edimburgo, ha posto al centro dei suoi scritti in italiano e inglese una conoscenza integrata del pensiero filosofico e religioso di Oriente e Occidente.
Premessa
Parte prima: Sprazzi di una biografia scancellata
- Una vita per la scrittura
- I primi trent’anni a Torino 1926-1956
- Il periodo romano 1957-1991
- Esodi
- Esodi nell’altrove: il destino e lo zodiaco
- L’approdo: i lembi si congiungono
- Note
Parte seconda: Scritti di quattro stagioni
- Premessa
- Saggi letterari
- Scritti sulfurei
- Nuove terre cieli nuovi
- Scritti zodiacali
- Appunti sul futuro
- Epifanie
Lessico zolliano
Bibliografia
Indice dei nomi
Graal – Saggio sul Mistero del Sacro Amore
Autore/i: Scaligero Massimo
Editore: Perseo
pp. 164, Roma
“Là dove non è possibile ulteriore discesa, perché manca una sostanza prima da ulteriormente degradare, può accadere che venga tentata la spiritualizzazione del grado della caduta, secondo il valore concepibile a tale livello, epperò sia proposto il compito di una reintegrazione di ciò che è morto: la vivificazione del cadavere. Così il sesso, caduto nel generale automatismo, che è la sua astrattezza riempita di hybris istintiva, giunge oggi ad avere il suo esoterismo, non perché in simili condizioni possa disporre di controparte esoterica, ma in quanto, a tale livello, qualsiasi dottrina può piegarsi a giustificare il suo contenuto.
In realtà, oggi, al grado in cui si è, dottrine di reintegrazione del subumano, divenuto stato esistenziale, non possono esservi, ma solo tecniche operative della coscienza su se medesima. Ciò è comprensibile, se si ammette che, quale che sia il grado di abiezione raggiunto, questo, comunque, è possibile in quanto v’è una coscienza che vi s’identifica, o lo sopporta.
Sul piano in cui non è più possibile operazione interiore che separi l’idea di sesso da quella di amore, onde non è distinguibile la mitizzazione del sesso, dall’amore quale principio metafisico, ogni metodo di reintegrazione che non abbia mezzi per avvertire di contro a sé il massiccio impedimento costituito dall’attuale condizione dialettica della coscienza, è destinato ad alimentare l’equivoco. Che è l’estremo tentativo del subumano: la propria dignificazione spirituale. […]”
- I. – La via adamantina d’Occidente
- II. – L’Androgine e l’Eden
- III. – La Donna Celeste
- IV. – La Pietra Lunare
- V. – Riconquista dell’accordo originario
- VI. – Il potere della Luce e del Fuoco. Kundalini
- VII. – Circuito metafisico della forza
- VIII. La fedeltà come scelta sacrale
- IX. – Trascendimento, non sublimazione
- X. – Senso dell’«amore platonico»
- XI. – Il segreto iniziatico del Serpente
- XII. – Restituzione dell’Albero della Vita
Scavi a Mozia – Le Stele
I. Testo – II. Illustrazioni • 2 Volumi in Cofanetto
Autore/i: Moscati Sabatino; Uberti Maria Luisa
Editore: Consiglio Nazionale delle Ricerche
presentazione di Sabatino Moscati, Pubblicazioni del Centro di studio per la civiltà fenicia e punica n. 23
vol. 1 pp. 316, vol. 2 56 pagine di figure, CC pagine di tavole, Roma
Dalla presentazione di Sabatino Moscati:
«Con il presente volume, assolviamo il compito del rapporto definitivo sulle stele fenicio-puniche scoperte nel tofet di Mozia durante gli scavi effettuati, in collaborazione con la Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale, negli anni 1964-1973. Gli scavi furono per parte nostra promossi dall’Istituto di Studi del Vicino Oriente dell’Università di Roma fino al 1968; nel 1969 subentrò all’Istituto il Centro di Studio per la Civiltà Fenicia e Punica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, presso l’Istituto stesso.
Convergono nel catalogo anche le stele rinvenute precedentemente nell’isola, generalmente note come collezione Whitaker, poiché si devono a J.I.S. Whitaker le prime ricerche che cominciarono a riportare alla luce le antiche testimonianze di Mozia, già identificati alla fine dell’800 con l’isoletta di S. Pantaleo, nello Stagnone di Marsala. Alcune notizie sugli scavi effettuati dal Whitaker erano state anticipate da B. Pace, ed in esse non mancano riferimenti specifici anche alle stele. La provenienza di tali reperti fu tuttavia evidenzia solo più tardi, sicché essi furono registrati nel giornale di entrata del Museo nel 1924 come provenienti dallo scavo della necropoli. Soltanto tre anni prima che riprendesse la messa in luce dell’area votiva ad opera della nostra missione, nel 1961, P. Cintas, nell’ambito della missione inglese nell’isola diretta da B.S.J. Isserlin, effettuò un sondaggio nella zona occidentale del santuario.
Le Stele rinvenute dalla nostra missione nei primi anni degli scavi (1964-1968) furono oggetto di una catalogazione sistematica nei rapporti preliminari, dovuta a Marina Forte e a Bice Pugliese; a quest’ultima si deve anche il catalogo della collezione Whitaker. Il catalogo fu corredato nei primi quattro rapporti preliminari da uno studio critico a cura di Giovanni Garbini, al quale si deve anche la lettura delle prime dediche votive apposte alle stele, mentre dal 1969 tale compito fu assolto da Maria Giulia Guzzo Amadasi. […]»
La Danza delle Streghe
Culti e credenze dell’arcipelago eoliano
Autore/i: Maffei Macrina Marilena
Editore: Armando Editore
pp. 288, nn. fotografie e illustrazioni b/n, Roma
Nell’oscurità della notte un gruppo di donne giovani e festanti irrompe nella casa di un uomo che dorme e, al suono di una musica, inizia a danzare. Un bagliore di luci le illumina rilevando allo sguardo del maschio la nudità delle danzatrici. Da dove arriva quella compagnia di donne? Chi sono? Streghe? Streghe! Affermano molti! Seguendo la via dei cunti, esse giungevano nelle isole, da sole o in piccoli gruppi, per farsi le volate, banchettare, divertirsi, ballare. Perché allora sono nemiche degli uomini? In un affascinante percorso che esplora la millenaria e misteriosa figura delle streghe attraverso le voci dei narratori raccolti in quasi trent’anni di ricerche sul campo, l’Autrice ci riporta volti di figure lontane. Eredi delle ninfe, delle melusine medievali, connubi tra Diana, Erodiade e Ecate, le Majare eoliane sono legate alle nuvole e al vento. Ma esse non provengono solo dal mondo del mito: l’Autrice individua infatti un’immagine di strega che ha una referenza storica e territoriale. In queste isole, infatti, le donne erano pescatrici. La scena delle donne che andavano a mare, profondamente radicata nella memoria insulare, ha dato vita a una delle storie più diffuse nell’oralità popolare. Non solo. Dai racconti passati di bocca in bocca nell’arco di millenni, prende corpo in questo volume un altro essere arcaico e misterioso: la serpe con i capelli. I documenti etnografici di tradizione orale riuniti in quest’opera contribuiscono a tracciare un’identità dei luoghi. In un tempo in cui turismo e globalizzazione vanno velocemente omologando le isole ad altri territori, essi fanno conoscere tratti e peculiarità delle cultura delle isole Eolie, definite dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Macrina Marilena Maffei, antropologa, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche, Socio Fondatore dell’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale, ha raccolto in Italia centro-meridionale e nelle isole più di mille racconti di tradizione orale popolare. Numerose le sue pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: La fantasia, le opere e i giorni. Itinerari antropologici nelle Isole Eolie (2000, Premio all’Opera “Costantino Nigra” 2001); I confini irreali delle Eolie. Spiriti e diavoli nella tradizione orale (2002); La Grande Guida dei Musei del Mare del Mediterraneo. Dall’ingegno all’incanto (in collaborazione con R. Parisi, 2003), Timori di popolo e corse di santi. Sul rito dell’Affruntata a Dasà (2007).
Introduzione
- Il fiato del fuoco e il racconto degli uomini
- Scrivere la voce
- Se sogni, sei ricco
- Gli escrementi del cielo e l’universalità del pegno
- La strega senza regole dell’arcipelago
- Rubando sulle rive del Mediterraneo
- La metamorfosi della strega
- Le pescatrici delle isole
- Un tocco di erotismo
- La danza
- Il manifesto
- Spiriti e serpi
- Capelli di serpe
- La serpe si maschera: occhio da Gorgone, testa da santa
- Criteri di traduzione
- Ringraziamenti
Capitolo primo: IL TESORO NASCOSTO
Capitolo secondo: LE STREGHE
Capitolo terzo: GLI SPIRITI E LE SERPI CON I CAPELLI
APPENDICE
- Il dialetto
- Criteri di trascrizione
- I. O Chianuconti c’era una…
- II. A mamma mia, sua matri…
Indici
- delle cose e degli esseri fantastici
- delle parole magiche
- dei luoghi realistici e simbolici
- dei luoghi dove avvenivano i balli, i banchetti e le riunioni delle streghe
- dei motivi narrativi dominanti
- dei voli magici
Bibliografia
Il Gioco del Don Juan – Byron e la Satira
Autore/i: Brilli Attilio
Editore: Edizioni A. Longo
unica edizione, introduzione dell’autore.
pp. 296, Ravenna
Gioco del Don Juan: lo si intenda come scacco al mitico eroe e come rilancio del canone eversivo del singolo nei confronti del sistema; ma con la differenza appunto che un tempo era la società ad invocare la pena eterna per l’eroe, mentre ora è l’eroe che mette alla gogna la società. Lo si intenda allora come straniamento dell’umano contesto ad opera di un simbolo astratto, di un’idea provocatoria che costringe allo scoperto l’astuzia mimetizzatrice dell’uomo e della parola.
Picarescamente peregrinante sul filo dell’avventura, l’idea-simbolo trasla a dimensioni iperboliche, in contrasti insanabili, costumi e ideologie altrimenti fruibili nella letteratura per tenui opposizioni. Gioco quindi dei ribaltamenti prospettici che, come avviene comunemente nella satira, con l’istituzione di inconsueti punti di vista: «prima» o «dopo» la vita, «sopra» o «sotto» il piano dell’umano, inquadrano una realtà non deformata nelle sue linee costitutive, bensì per semplice processo di straniazione. Gioco infine di Byron con se stesso, nella emarginazione del satanico come altro da sé, e con il lettore, nel continuo processo di innesco e disinnesco della prospettiva straniante, di partecipazione e oggettivazione critica della colpa e della pena comuni.
Che poi l’elemento ludico raggiunga l’apice nella lingua e nello stile, nel folto intersecarsi della lingua letteraria comunitaria con quella del clan, nell’ambiguità ove lingua dello spirito e lingua delle funzioni fisiologiche si scambiano le parti, nella codificazione retorica con la narcisistica effusione, cui corrisponde la sfuggente tecnica digressiva, tutto ciò referenzia il generale disegno eversivo del Don Juan byroniano, della maggiore satira romantica pur così densa di fermenti razionalistico-settecenteschi, «dentro» e «fuori» ad un tempo la propria epoca.
L’autore è attualmente incaricato di lingua e letteratura inglese nella Facoltà di Magistero dell’Università di Siena e assistente nel Magistero di Urbino. Laureato in lettere e in lingue, si è dapprima interessato alla poesia metafisica inglese del Seicento pubblicando uno studio sulle fonti latine delle poesie amorose di John Donne.
Con un saggio sul Leopardi satirico, Satira e Mito nei Paralipomeni Leopardiani, Urbino, 1968, si è in prevalenza orientato alla ricerca nel campo della satira, della parodia e del grottesco. Oltre alla traduzione di satire romantiche (Byron, Austen, Peacock) ha in preparazione uno studio sulle retoriche e antiretoriche della satira inglese.
Introduzione
- Don Juan, Scelta e Funzione di un Mito
- Metafora e Simbolo
- Lingua, Retorica e Stile
Indicazioni bibliografiche:
Indice dei Nomi
Il Primo Libro di Logica – Introduzione ai Metodi della Logica Contemporanea
Autore/i: Bencivenga Ermanno
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prefazione dell’autore.
pp. 232, Torino
Questo libro è un’introduzione alla logica. In quanto “introduzione”, intende essere chiaro e autosufficiente. In quanto introduzione “alla logica”, intende presentare questa disciplina come disciplina autonoma, che si avvale certo di strumenti matematici e solleva delicati e interessanti problemi filosofici, ma non per questo si riduce a una parte della matematica o della filosofia. Scopo della logica è l’analisi e la valutazione del ragionamento. L’analisi può essere condotta a livelli crescenti di profondità, che trovano espressione in linguaggi artificiali di complessità crescente. Il libro ne esamina sei: il linguaggio delle funzioni di verità, il linguaggio dei quantificatori, il linguaggio modale proposizionale e quantificato, e infine linguaggi con identità e descrizioni. L’ultimo capitolo tratta di metalogica e introduce strumenti che permettono di provare la correttezza e l’adeguatezza dei vari sistemi considerati.
L’opera è scritta con chiarezza e sapienza didattica, e il lettore si avvicina per gradi alla logica, condotto dalla mano ferma dell’autore attraverso spiegazioni, esercizi, soluzioni degli esercizi e riepiloghi dei concetti principali.
Il libro si rivolge primariamente agli studenti universitari e medie e ai loro insegnanti, ma si propone anche di soddisfare la semplice e legittima curiosità culturale di quanti non sono specialisti né aspirano a diventarlo.
Ermanno Bencivenga è professore associato di filosofia presso l’Università della California a Irvine. Nato nel 1950 a Reggio Calabria e laureatosi in filosofia nel 1972 a Milano, nel 1976 ha conseguito, sempre a Milano, il titolo di specialista in filosofia e nel 1977 a Toronto (Canada) il dottorato di ricerca; ha insegnato all’Università di Pittsburgh e alla Rice University a Houston. Per questa collana ha scritto Una logica dei termini singolari e ha curato l’antologia Le logiche libere.
Prefazione
Concetti fondamentali
1. Argomentazioni 2. Mondi possibili 3. Verità logica ecc. Riepilogo dei concetti principali
Identificazione e chiarimento delle argomentazioni
1. Teoria e applicazioni 2. La forma normale delle argomentazioni
Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Proposizioni: funzioni di verità
1. Considerazioni introduttive 2. Il linguaggio artificiale L, 3. Traduzione 4. Tavole di verità 5. Derivazioni Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Proposizioni: modalità logiche
1. Logica modale primaria 2. Logica modale secondaria 3. Derivazioni Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Termini: quantificatori
1. Considerazioni introduttive 2. Il linguaggio artificiale L, 3. Derivazioni Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Termini: modalità logiche
1. Logica modale (secondaria) quantificata 2. Derivazioni Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Identità e descrizioni
1. Identità 2. Descrizioni Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Elementi di metalogica
1. Logica e metalogica 2. Insiemi, funzioni ecc. 3. Induzione 4. Correttezza 5. Adeguatezza 6. Decidibilità Riepilogo dei concetti principali Esercizi
Appendice 1. Sistemi assiomatici
Appendice 2. La formalizzazione delle teorie
Appendice 3. Ulteriori approfondimenti dell’analisi logica
Soluzioni degli esercizi
Suggerimenti per ulteriori letture
Il Saggio è Senza Idee o l’Altro della Filosofia
È attraverso l’Altro che meglio possiamo conoscere noi stessi
Autore/i: Jullien François
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Mario Porro, titolo originale: Un sage est sans idée.
pp. IX-220, Torino
Da anni François Jullien scandaglia i presupposti della cultura dell’Occidente, passando attraverso la cultura della Cina, un «altrove» formatosi in modo del tutto indipendente da noi. Grazie ad un luogo altro in cui il pensiero si è sviluppato secondo forme di coerenza e intelligibilità differenti dai nostri, possiamo gettare uno sguardo spaesato sui partiti presi che tanta parte hanno nella costruzione delle nostre basi culturali. In questo libro, forse quello centrale di Jullien, il confronto fra la Cina e l’Occidente verte sui rapporti fra saggezza e filosofia. È convinzione comune che spetti ai Greci l’avvento del logos: ed è a partire da quella biforcazione che la saggezza, salvo rare eccezioni, è stata relegata ad un ruolo minoritario. Ricostruendo la logica senza logos dei saggi orientali riscopriamo un fondo del pensiero e dell’esperienza che l’Occidente ha abbandonato. Di questo fondo privo di rilievo, le formule della saggezza, in apparenza banali e insipide, continuano a parlare: senza pretendere di spiegare, sono osservazioni che invitano a prendere coscienza di quell’evidenza ordinaria che ci rimane nascosta proprio perché l’abbiamo quotidianamente sotto gli occhi. Il pensiero cinese passa accanto alle forme che la ragione occidentale ha promosso; ignora i dualismi, le definizioni e le prescrizioni che hanno scandito la storia della filosofia, non fa della verità una fissazione. La saggezza esorta a diffidare delle idee, a non sostenere idee proprie da opporre a quelle altrui. Il saggio non vuole chiudersi in una posizione esclusiva, ma si mantiene aperto a tutte le possibilità, evitando che un punto di vista parziale renda impraticabile la via (il Tao) lungo la quale il mondo continua a procedere.
Simboli e Segreti – I Significati Nascosti nei Grandi Dipinti
Autore/i: Crenshaw Paul; Tucker Rebecca; Bonfante-Warren Alexandra
Editore: Rizzoli
quarta edizione, introduzione di Philippe Daverio, traduzione di Daria Rescaldini, Antonella Gallino/Ultreya, Elena Cantoni, in copertina e in retro copertina: Johannes Vermeer, L’atelier del pittore (particolare), 1665, Vienna, Kunsthistorisches Museum.
pp. 308, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano
Un paesaggio idilliaco, una natura morta, un ritratto: ogni quadro racconta una storia e, a saperne cogliere anche gli aspetti meno immediati, ci parla del tempo e del luogo in cui è nato.
I grandi pittori del Rinascimento vivevano immersi nella cultura umanistica, fondata sulla filosofia greca e romana e sui valori cristiani. Il vocabolario delle allegorie messe in scena nei dipinti era, quindi, molto più comprensibile per il pubblico dell’epoca rispetto a quello dei nostri giorni perché i secoli hanno oscurato e reso illeggibili molti dei significati stratificati nelle immagini.
Questo volume analizza nel dettaglio sessantadue capolavori dal XIV al XIX secolo, dal Giudizio universale di Giotto a Giove a Semele di Gustave Moreau. Ogni opera è corredata da una pagina con “finestre” che mette in evidenza i tratti più importanti e ne dà una spiegazione specifica. Inoltre vengono discussi ed evidenziati dettagli della flora, della fauna, dei riferimenti ai miti classici e alle leggende, in pagine che mettono in luce le ricorrenze dei diversi simboli in luoghi ed epoche diverse.
Il celebre Trittico Portinari di Hugo van der Goes, per esempio, rappresenta una scena di Adorazione del Bambino, ma un’osservazione più approfondita permette di scoprire decine di particolari da interpretare e da decifrare: dallo zoccolo in legno (allusione al piede scalzo di uno degli adoranti e di conseguenza all’umiltà di chi si pone davanti alla scena sacra), al vaso in ceramica decorato con tralci d’uva (allusione alle sofferenze della Passione), ai gigli bianchi e rossi (i bianchi simboleggiano la purezza della Vergine e i rossi alludono alla Passione di Cristo).
Un libro unico, che permette una lettura a più livelli, per scoprire le storie e i segreti nascosti dai pittori nelle loro opere. Un affascinante viaggio dentro le immagini accompagnato, nell’edizione italiana, dalla curiosità e dall’acutezza di uno dei più grandi “investigatori” delle arti figurative, Philippe Daverio.
Paul Crenshaw è professore associato di Storia dell’Arte presso il Providence College del Rhode Island. Specialista in arte olandese del XVII secolo; è stato assistente e curatore alla Washington University di St. Louis, al Metropolitan Museum of Art e alla Frick Art Reference Library di New York.
Rebecca Tucker ha conseguito un dottorato presso l’Institute of Fine Arts della New York University ed è specializzata in Arte Moderna e in Storia della Committenza. È professore associato di Storia dell’Arte presso il Colorado College.
Alexandra Bonfante-Warren vive a New York, ha pubblicato The Louvre, The Musée d’Orsay, The Uffizi Gallery Museum e The Pitti Palace Collections.
Philippe Daverio è nato nel 1949 a Mulhoùse, in Alsazia. Assessore alla Cultura a Milano dal 1993 al 1997, si è occupato del restauro e del rilancio di Palazzo Reale. Opinionista per “Panorama”, “Liberal”, “Vogue”, “Gente” e consulente per la casa editrice Skira, dal 1999 comincia a collaborare con Rai Tre in qualità di inviato speciale della trasmissione Art’è e, nel 2000, come conduttore di Art.tù. Attualmente è autore e conduttore di Passepartout, programma d’arte e cultura che ha ottenuto notevoli riconoscimenti di pubblico e critica.
Professore di Storia dell’Arte presso lo IULM e di Storia del Design presso il Politecnico di Milano, dal 2006 è professore ordinario di Sociologia dei Processi Artistici presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo. Da marzo 2008 è direttore della rivista d’arte “Art e Dossier”.
Il Cristianesimo Antico
Titolo originale: Le christianisme antique
Autore/i: Guignebert Charles
Editore: Ubaldini Editore
cura, nota introduttiva, prefazione all’edizione italiana e traduzione di Sosio Pezzella, prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 160, Roma
Una delle Opere più Significative del Grande Storico Francese, Anche se Meno Nota in Italia delle Altre Sue Ricerche. Una Sintesi Scientificamente Accurata della Moderna Storiografia sulle Origini del Cristianesimo.
Quando nel 1950 fu tradotto e pubblicato in Italia il “Gesù” di Charles Guignebert, questi poteva apparire al lettore italiano quasi come uno sconosciuto, ma non agli storici e agli specialisti. Professore di Storia del Cristianesimo alla Sorbona di Parigi, Guignebert aveva al suo attivo una vasta opera di studioso e di ricercatore indefesso – aveva pubblicato un altro volume su “Cristo” e lavori dedicati alla storia del giudaismo, ai dogmi, al cristianesimo medievale e moderno, a Tertulliano e ai rapporti tra il Cristianesimo e l’Impero romano ecc. – che gli avevano, a ragione, procurato un posto di grande rilievo nell’ambito della storiografia contemporanea.
“Le Christianisme antique”, che viene presentato al lettore per la prima volta in traduzione italiana, fu pubblicato a Parigi nel 1921 e rappresenta un tentativo di sintesi, scientificamente fondato pur nella linearità di un discorso volto soprattutto a spiegare e a chiarire, con un linguaggio il più semplice possibile, i complessi e difficili problemi che sempre si presentano a chi intraprende a trattare problemi relativi a quell’età. Un compito, quindi, che soltanto studiosi come il Guignebert, grazie alla incredibile padronanza delle fonti cristiane e della vasta e sempre rinnovantesi letteratura bibliografica che mostra di avere, possono affrontare e condurre a compimento. E, ancora, una non meno vasta conoscenza del giudaismo, delle religioni orientali e del paganesimo greco si rivelano indispensabili per ricostruire storicamente la genesi e il primo sviluppo dei cristianesimo: ed è proprio in questa realtà che il Guignebert innesta solidamente i primi momenti della predicazione messianica di Gesù, l’evoluzione dottrinaria che seguirà con Paolo e gli altri protagonisti di quest’epoca, mettendo in chiara luce le influenze dirette e indirette che per lo storico francese hanno contribuito a dar vita a quel grandioso fenomeno storico che va appunto sotto il nome di cristianesimo. L’edizione italiana di questo volume è stata curata dal prof. Sosio Pezzella, docente di Storia del Cristianesimo nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari.
Prefazione del curatore
Prefazione
Introduzione
- L’iniziativa di Gesù
- Il fallimento di Gesù
- L’opera degli apostoli
- L’ambiente paolino
- La formazione cristiana di Paolo
- L’opera dell’apostolo Paolo
- Il cristianesimo religione autonoma
- La fondazione e l’organizzazione della Chiesa
- La fondazione della dottrina e della disciplina
- Il conflitto con lo stato e con la società
- Il significato del trionfo
Conclusione