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Percorsi Mitici e Analisi Testuale

Percorsi Mitici e Analisi Testuale

Autore/i: Autori vari

Editore: FrancoAngeli

prima edizione, introduzione e cura di Annamaria Laserra.

pp. 240, illustrazioni b/n, Milano

Chiunque si sia accostato agli studi sul mito e sulla mitologia conosce l’ampiezza e la varietà disciplinare dei campi da essi investiti. Applicandosi all’individuazione e al repertoriamento delle loro proprietà essenziali, la riflessione dei filosofi e degli storici della religione e del sacro si è man mano accompagnata a quella di antropologi, etnologi, sociologi, psicoanalisti, studiosi del folklore. Nel corso degli anni, dalla loro comune ricerca si è precisata l’evidenza della componente epistemica del fenomeno mitico ed è emerso come, nonostante le differenze nell’oggetto di studio dei vari settori disciplinari interessati, questi abbiano finito per arricchirsi di illuminazioni e rimandi reciproci, e abbiano insieme contribuito a verificare l’esistenza di una fenomenologia dell’immaginario mitico in grado di dare informazioni sul carattere unitario dell’attività conoscitiva.
Sulla base di tali premesse, gli studi qui raccolti si interrogano sulle forme acquisite dal mito in aree geografiche che spaziano tra quattro continenti e coprono una vasta pluralità di campi disciplinari. Il volume si apre su una riflessione sui modi di articolazione tra mito, letteratura e storia (“Mito, storia e racconto”), per analizzare poi, nelle due successive sezioni (“Miti territoriali ed erranze” e “Figure del trascendente e dell’alterità”) alcune espressioni legate alla geografia, alle origini, all’erranza, al rapporto con l’”altro”, a fenomeni inquietanti vissuti come tramiti verso il metafisico.
I contributi raccolti sono stati presentati a un convegno tenutosi all’Università di Salerno nel settembre 2010 a conclusione delle attività del Dottorato di ricerca in “Testi e linguaggi nelle letterature dell’Europa e delle Americhe”, di cui Annamaria Laserra è stata coordinatrice, e dell’inaugurazione del Dottorato in “Studi letterari e linguistici”, di cui è stata organizzatrice.

Contributi di: Daniela Allocca, Nadine Benz, Fina Calì, Olga Desiderio, Paola Di Gennaro, Linda Fasano, Immacolata Forlano, Pierino Gallo, Piero Gorza, Mara Imbrogno, Maria Izzo, Mena Marotta, Giulia Nuzzo, Marco Peretti, Mara Quintarelli.

Annamaria Laserra, ordinaria di Letteratura francese presso l’Università di Salerno, è autrice di numerosi studi sulle particolarità di integrazione tra letteratura, storia, mito, sacro e scienza. Tra i suoi studi novecenteschi sul mito e sul sacro, ha dedicato monografie a Roger Caillois (Bulzoni 1990, Unipress 2002), Joè Bousquet (Bulzoni 1994) e Georges Bataille (Einaudi 1996). Ha pubblicato inoltre numerosi saggi su autori come André Malraux (Aracne 2003), Maurice Blanchot (Minard, 2010) o su argomenti attinenti al Collège de Sociologie sacrée (di cui nel 1991 ha tradotto per Bollati Boringhieri le conferenze di Caillois), e al linguaggio mitico e sacro del Collège (Pacini, 2005).

La Mia Vita da Geisha – La Testimonianza dell’Unica Donna Occidentale che ha Vissuto nel Misterioso Mondo delle Case da Tè

La Mia Vita da Geisha – La Testimonianza dell’Unica Donna Occidentale che ha Vissuto nel Misterioso Mondo delle Case da Tè

Titolo originale: Geisha

Autore/i: Dalby Liza

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Alessandra Petrelli.

pp. XXI-281, ill. in b/n f.t., Milano

Geisha, ovvero “l’ombelico” della società nel Paese del Sol Levante, in una terra dove il nome è tutto: un lavoratore è un lavoratore, una prostituta è una prostituta, una moglie una moglie e una geisha un’”artista”. Donna-angelo dai modi impeccabili, semplicemente perfetta nelle raffinatezze delle movenze e della parola, la geisha è colei che sa dare corpo ai sogni maschili, e quindi anche – ma non necessariamente – diventare sacerdotessa del sesso, bambola di porcellana confezionata in un kimono multistrato che è un invito a farsi scartare, o più propriamente simbolo stesso della bellezza.
Decisa a condurre in prima persona uno studio approfondito sul Giappone tradizionale e sul mondo segreto delle geishe, l’autrice, per oltre un anno, ha vissuto alla scuola per geishe di Kyoto, assumendo il nome di Ichigiku e rispettando le regole e i dettami di quell’istituzione. L’intento è quello di avvicinare, carpendone i segreti dall’interno, il complesso mondo delle geishee i valori che vi ruotano attorno, ancora vivi nonostante le battaglie planetarie del femminismo. Il risultato è un reportage autobiografico, un vero album di istantanee (e non solo per l’inserto fotografico di cui dispone), che rivela il dietro-le-quinte delle case da tè.

Liza Crihfield Dalby (1950) è un’antropologa e scrittrice statunitense specializzata nello studio della cultura giapponese. Nel 1975 la Dalby si recò in Giappone per effettuare ricerche ai fini della sua tesi di dottorato. Il suo libro La mia vita da geisha narra appunto questa esperienza, vissuta all’interno di una vera okiya (case delle geisha) situata nel quartiere di Pontochō, a Kyoto, uno dei più noti quartieri di geisha della città e dell’intero Paese.
La sua esperienza, unica sotto molti punti di vista, la portò a essere una delle persone intervistate da Arthur Golden quando lavorava alla stesura del suo futuro romanzo di successo Memorie di una geisha. L’autore la descrisse nei ringraziamenti del libro come “l’unica donna americana che sia mai diventata una geisha”.

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Introduzione: Geishe e antropologia – Ventiquattro anni dopo…

Parte prima: Relazioni

  • Sorelle
  • Kyoto
  • Legami che uniscono
  • Pontochō di tanto tempo fa
  • Il rinnovamento delle geishe
  • L’inizio delle cose
  • Generazioni
  • Feste di geishe

Parte seconda: Variazioni

  • Le geishe sfuggenti
  • Geishe del centro
  • Arte e vita
  • Geishe di campagna

Parte terza: Sensibilità

  • Geishe e raffinatezza
  • Kimono
  • Esotismi e prospettive

Note
Glossario

Il Sergente delle Milizie

Il Sergente delle Milizie

Titolo originale: As Memorias dum Sargento de Milicias

Autore/i: De Almeida Manoel Antonio

Editore: Fratelli Bocca Editori

traduzione dal Portoghese di Cesare Rivelli.

pp. 254, Milano

Il sergente delle milizie è uno di quei libri che sembrano nati sotto la stella del successo tardivo. Quando apparve per la prima volta a Rio de Janeiro, passò praticamente inosservato; ed è occorso più di un secolo perchè ad esso e all’autore, Manoel Antonio de Almeida, si rivolgesse l’attenzione della critica e del pubblico. Ma oggi, Il sergente delle milizie trionfa, e non soltanto nella patria di origine. Anche l’estero lo ha scoperto, e centinaia di migliaia di lettori di varie nazionalità traggono diletto da questo piccolo capolavoro, ancora miracolosamente fresco, nel quale si rispecchia il volto gaio, sentimentale, ingenuo e talvolta picaresco, della capitale brasiliana al tempo di «el Rey», e che ci presenta nel modo più divertente costumi, credenze, personaggi di un’epoca ormai sommersa.
Un critico parigino, parlando di Manoel Antonio de Almeida, lo ha definito «l’Anatole France del Brasile». Indubbiamente sono molti i punti di contatto fra il grande francese e lo scrittore brasiliano.
A quest’ultimo, tuttavia, mancò il tempo indispensabile per dimostrare la stessa fecondità di Anatole France. La sua vita, purtroppo, non fu se non una corta avventura: nato nel 1831, si laureò in medicina e subito dopo si dedicò al giornalismo; nel 1861, a soli trent’anni, perì in un naufragio. E fu una grande perdita per le lettere.
Se la notte non lo avesse avvolto così presto, con ogni probabilità Manoel Antonio de Almeida avrebbe lasciato ai posteri un patrimonio ben più rilevante di quello costituito da Il sergente delle milizie e da qualche centinaio di articoli pubblicati dai più importanti quotidiani brasiliani del secolo scorso.

Scacchi Inesauribili

Scacchi Inesauribili

Titolo originale: Neiscerpájemye scháhmaty

Autore/i: Karpov Anatolij Evgen’evič; Ghik Evghenij

Editore: Dima Scacchi Editori

prefazione degli autori, traduzione di David Zilberstein.

pp. 408, numerose illustrazioni in bianco e nero, numerose fotografie in bianco e nero fuori testo, Roma

Dalla prefazione degli autori:
“La letteratura scacchistica conosciuta spazia in molti campi: monografie sulle aperture; libri di teoria sul centro-partita e sui finali; storie del gioco degli scacchi e della composizione scacchistica; interi volumi dedicati alle combinazioni ed alla creatività dei Grandi Maestri; raccolte di partite dai tornei e antologie di curiosi casi scacchistici, ecc.
Noi abbiamo voluto operare un tentativo, quello di accorpare dentro una sola copertina quasi tutti i generi sopra elencati, il che ci ha offerto la possibilità di toccare un gran numero di argomenti: dagli incontri per il titolo mondiale agli studi e ai problemi. Abbiamo voluto raccontare gli scacchi da punti di osservazione del tutto diversi; richiamare l’attenzione sull’affinità degli scacchi con altre attività dell’Uomo; mostrarne la ricchezza, la bellezza, la drammaticità. In altre parole, l’inesauribilità degli scacchi.
Il lettore troverà in questo libro i racconti del match di Merano e del torneo commemorativo dell’URSS; compirà una breve escursione nella storia della lotta per la corona mondiale; richiamerà alla memoria alcune famose «partite decisive»; riprodurrà sulla scacchiera le migliori creazioni dei Grandi Maestri; si estasierà davanti a celebri studi ed a combinazioni spettacolari dei campioni del mondo; farà conoscenza con le sorprese in apertura; leggerà dei campionati del mondo tra computers e delle acquisizioni scacchistiche dei grandi e piccoli calcolatori; incontrerà studi e problemi insoliti, con «scherzi» e «rompicapi». […]”

Segreti e Saggezza del Corpo – Medicina delle Profondità

Segreti e Saggezza del Corpo – Medicina delle Profondità

Titolo originale: Secret et sagesse du corps – Médecine des profondeurs

Autore/i: Salmanoff Alexandre

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

traduzione dal francese di Mario Mancini.

pp. 360, Milano

Accanto alla medicina cosiddetta “ufficiale” esistono correnti di “medicina naturale” che spesso si ama definire, talvolta con orgoglio, talvolta con diffidenza, medicina “eretica”. Contro un esame specializzato delle malattie e l’apparato delle cure mediche normali, fondate sull’uso delle specialità farmaceutiche e sulla terapia dell’organo isolato, la medicina eretica risponde con un richiamo all’unità del corpo, allo studio dell’organismo umano nel vivo dei suoi “segreti” e della sua profonda “saggezza”.
La cura del malato allora non consiste nel soffocare un sintomo o più sintomi, ma nel ricostruire un bilancio energetico generale, una pace dell’organismo.
Questa medicina eretica ha avuto i suoi detrattori e i suoi pionieri: oggi Alexandre Salmanoff ne costituisce una delle figure più importanti e discusse.
Nomade e curioso insaziato, controllore dei treni a Mosca, capomastro nei cantieri della Transiberiana, dottore in legge e filosofia, esiliato dal governo zarista, medico personale di Lenin, riorganizzatore, dopo la Rivoluzione, della lotta antitubercolare e delle stazioni termali in Russia, di nuovo pellegrino per l’Europa attraverso le cliniche mediche di vari paesi, oggi questo sconcertante vegliardo di 88 anni dirige a Parigi un gabinetto medico dove affluiscono, come in una rinnovata e felice corte dei miracoli, i “rifiuti” della medicina ufficiale, gli ammalati giudicati inguaribili alla luce della scienza medica corrente.
Il nucleo della teoria di Salmanoff consiste in uno studio dell’organismo alla luce del sistema dei capillari sanguigni. Riconducendo ogni disturbo dell’organismo a una alterazione dei capillari, Salmanoff agisce su di questi stimolando la pelle attraverso la balneoterapia. Lo slogan “basta una vasca da bagno” (con cui recentemente la capillaroterapia di Salmanoff veniva presentata da un suo discepolo italiano che è anche il traduttore di questo volume) può generare numerose perplessità nel lettore. Ma è certo che, quando si sarà lasciato condurre da Salmanoff attraverso i segreti dell’organismo umano, in quelle “profondità” di cui egli ci parla con un discorso suggestivo, permeato di una sorta di afflato cosmico (dove naturalmente la medicina non manca di sfociare nella speculazione filosofica), chi leggerà queste pagine incomincerà a intravedere nella balneoterapia di Salmanoff una tecnica affascinante attraverso la quale il medico cerca di affrontare ogni tipo di alterazione organica, dalle semplici dermatosi alle artrosi, le malattie bronchiali e polmonari, i disturbi nervosi, le malattie del ricambio, e in definitiva, tutte le manifestazioni morbose, non escluse quelle tumorali.

Yama – 1: Quattordici Lezioni di Raja Yoga • 2: Lezioni di Raja Yoga – 2 Volumi

Yama – 1: Quattordici Lezioni di Raja Yoga • 2: Lezioni di Raja Yoga – 2 Volumi

Autore/i: Rai Clotilde E. S.

Editore: Edizioni Mediterranee

prefazione e introduzione dell’autrice, traduzione italiana dall’originale inglese di Giuliano Giannini.

vol. 1 pp. 176, vol. 2 pp. 194, Roma

Yama – Quattordici Lezioni di Raja Yoga – Primo Volume
Il termine Yama deriva dalla prima disciplina del Raja Yoga. L’Autore ha saputo magistralmente abbinare alcune norme tratte dall’antica tradizione indiana con i metodi della psicologia moderna e ha creato un nuovo agile sistema per conseguire la serenità interiore.
Questo manuale si propone di mettere a disposizione di tutti, indipendentemente dalle condizioni sociali, dalla cultura e le eventuali credenze religiose del lettore, una serie di esercizi destinati ad affrancare l’individuo dalle ansie che il mondo moderno infligge quotidianamente a ciascuno.
L’opera sarà indubbiamente un ausilio prezioso per tutti coloro che hanno responsabilità educative, ma i suoi veri destinatari sono i giovani, affinché essi possano formare precocemente il loro carattere ispirandosi a immortali principi di amore per il prossimo e per la Natura.
La scoperta del proprio «io interiore» è una tappa fondamentale – per raggiungere uno stato di perfezione, che presuppone il controllo degli istinti e dei desideri.
Non è possibile seguire la dottrina Yoga senza possedere i requisiti che soltanto lo Yama può fornire. La meditazione, la contemplazione, l’«autorealizzazione» hanno bisogno di una solida base psicologica e mentale, e gli esercizi descritti in questo libro aiuteranno il lettore a costruire metodicamente tale base.

Yama – Lezioni di Raja Yoga – Secondo Volume
Il secondo volume sullo «Yama» aiuta il lettore a liberarsi definitivamente di tutte quelle abitudini sbagliate che gli impediscono di raggiungere i più importanti traguardi della vita. L’Autore ha elaborato un metodo quasi infallibile mediante il quale, giorno dopo giorno, il nostro spirito elimina le sensazioni di ansia, di angoscia, le passioni inutili, gli stimoli più materiali. Una volta spezzate certe catene che sembravano eterne, possiamo finalmente volgere lo sguardo verso orizzonti più vasti e più sereni. La nostra esistenza diventa improvvisamente più ricca e più piena e lo stesso mondo in cui viviamo, che tanto spesso ci appare grigio e meschino, s’illumina di quella luce radiosa, che soltanto chi ha saputo scavare profondamente in se stesso è in grado di vedere.
L’Autore illustra anche alcuni antichissimi riti tibetani, quasi completamente ignorati in Occidente, che ci permettono di scoprire, o almeno di intuire, concezioni straordinarie e sorprendenti sull’Universo e sulla nostra missione di uomini nel nostro tempo.
La lettura e l’assimilazione dei concetti esposti in questa opera non mancheranno di lasciare una traccia profonda in chiunque si accosterà ad essi con la precisa volontà di migliorare se stesso.

C.E.S. Rai si dedica da molti anni allo studio e all’insegnamento dello Yoga. Avendo vissuto lungo tempo in India, ha approfondito i diversi aspetti della dottrina e della pratica Yoga. Attualmente vive in Svizzera, dove dirige una Scuola di Yoga.
C.E.S. Rai – 6926 Montagnola, Ticino (Svizzera).

Risorse Architettoniche e Culturali : Valutazioni e Strategie di Conservazione

Risorse Architettoniche e Culturali : Valutazioni e Strategie di Conservazione

Una Analisi Introduttiva

Autore/i: Fusco Girard Luigi

Editore: FrancoAngeli

prefazione e introduzione dell’autore.

pp. 604, illustrazioni in bianco e nero, Milano

È possibile migliorare le scelte di intervento sulle risorse architettonico/culturali – che troppo spesso fanno riferimento all’emergenza, ovvero al solo valore culturale – affinché esse siano effettuate tenendo conto contemporaneamente anche del valore sociale e della dimensione economica? Quale relazione esiste tra questi diversi valori? Più in particolare, qual è il valore economico di queste risorse e come può stimarsi?
È a tali quesiti che il volume intende dare alcune risposte, proponendo una serie di riflessioni intorno agli aspetti estimativi i relativi al “valore della qualità”.
Con la proposta del “valore sociale composto” si cerca di superare l’interpretazione connessa allo scambio o al processo di produzione: il valore di scambio e di costo sono parametri che non colgono infatti tutte le valenze economiche di questi beni. Al “valore sociale composto” si può ancorare una procedura per il risarcimento dei danni al patrimonio architettonico/ambientale e per l’individuazione di priorità d’intervento rispetto a criteri culturali, sociali ed economici.
La riflessione proposta è tesa a migliorare le scelte pubbliche nel settore. Essa cerca di contribuire ad individuare – nelle strategie di sviluppo in cui va collocata la conservazione – nuove mediazioni tra qualità e quantità, tra bellezza ed efficienza, tra bello e utile, conciliando fin dove è possibile elementi di per sé eterogenei e spesso conflittuali.

Luigi Fusco Girard (Roma, 1946) insegna Estimo ed Esercizio Professionale presso il Dipartimento di Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali dell’Università di Napoli.
Ha contribuito alla redazione del “Manuale delle opere di urbanizzazione” (Milano, Angeli, 1983) relativamente agli aspetti economico-estimativi. Ha pubblicato numerosi saggi sugli aspetti economici della conservazione delle risorse architettonico-culturali.

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Introduzione

  • Capitolo I. Considerazioni generali sull’economia nella conservazione delle risorse culturali architettoniche
  • Capitolo II. Strategia economica (o mancanza di strategia) nella conservazione, a livello di governo centrale, regionale e locale
  • Capitolo III. Valori extra-economici, valori ambientali, valori economici: dall’approccio economico-estimatvo alla proposta del “valore sociale composto”
  • Capitolo IV. La stima del valore dei benefici fruiti dagli utenti diretti
  • Capitolo V. La stima del valore dei benefici fruiti dagli utenti indiretti
  • Capitolo VI. La stima del valore dei benefici agli utenti potenziali e futuri
  • Capitolo VII. Il rapporto tra valore sociale composto e l’analisi estimativa: alcuni aspetti
  • Capitolo VIII. Riqualificazione delle risorse architettonico-culturali e variazioni del valore sociale
  • Capitolo IX. Un primo approccio verso l’individuazione di strategie di conservazione
  • Capitolo X. Il “valore sociale” dei progetti per la individuazione di strategie integrate di conservazione
  • Capitolo XI. I costi della riqualificazione
  • Capitolo XII. I problemi attuativi della strategia integrata verso un nuovo rapporto pubblico-privato

Conclusioni
Bibliografia

La Concezione Materialistica della Storia

La Concezione Materialistica della Storia

Titolo originale: K voprosu o razvitii monističeskogo vzgljada na istoriju

Autore/i: Plechanov V. Georgij

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione italiana, nota introduttiva e cura di Mario de Stefanis, prefazione alla seconda edizione di N. Beltov, traduzione di Mario de Stefanis, Silvana de Vidovich e Raffaele Rinaldi.

pp. XII-196, Milano

La presente traduzione è la prima di un’opera fondamentale nella storia del pensiero socialista. Scritta allo scopo di rispondere agli attacchi sferrati da Michailovskij contro i marxisti sulla rivista “Russkoe Bogatstvo”, organo dei populisti liberali, essa chiude tutto, un periodo della maturazione intellettuale e politica di Plechanov. Da una critica a volte feroce, sempre brillante, del pensiero-utopistico, attraverso un’autorevole esposizione delle teorie filosofiche di cui tale pensiero era il corollario, giunge al reperimento delle contraddizioni fondamentali che immobilizzavano tali dottrine e alla loro soluzione nel pensiero di Marx. Da questo lavoro di scavo epistemologico si giunge a una critica dei “marxisti” russi, dei populisti, e in particolar modo della famosa “via russa al socialismo” basata su una ventata specificità sociale di tale paese rispetto ai paesi occidentali. Le coordinate di tale critica dovevano essere riprese in seguito da Lenin nella sua famosa polemica contro i populisti, fondata su una differente interpretazione di Marx e del materialismo storico. Si può dire che è impossibile capire Lenin, capire cioè le ragioni del suo distacco da Plechanov, senza avere prima acquisito la problematica di quest’ultimo.
Questo libro ci conduce quindi alle fonti della rivoluzione russa, alle corrette scelte pratiche e teoriche che risalgono alla seconda metà del secolo scorso, delle quali senza dubbio l’autore è stato il maggiore artefice.

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Nota introduttiva

Prefazione alla seconda edizione

Capitolo primo
Il materialismo francese del XVIII secolo

Capitolo secondo
Gli storici francesi della Restaurazione

Capitolo terzo
I socialisti utopisti

Capitolo quarto
La filosofia idealistica tedesca

Capitolo quinto
Il materialismo contemporaneo

Conclusione

La Fortuna dei Medici – Finanza, Teologia e Arte nella Firenze del Quattrocento

La Fortuna dei Medici – Finanza, Teologia e Arte nella Firenze del Quattrocento

“Le doti finanziarie ma anche gli espedienti e gli intrighi che assicurarono fama e ricchezza ai Medici”

Autore/i: Parks Tim

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione di Silvia Artoni, titolo originale: Medici money – Banking, Metaphysics, and Art in Fifteen-Century Florence, in sovracoperta: Sandro Botticelli, Ritratto d’uomo con la medaglia di Cosimo il Vecchio (part.), Firenze.

pp. 234, nn. tavole b/n fuori testo, Milano

La fortuna dei Medici comincia nel 1397, quando Giovanni di Bicci, insieme ad alcuni soci, fonda una piccola banca a Firenze. Un’impresa remunerativa, ma carica di imprevisti: prestare denaro ai mercanti significa farsi carico dei rischi del commercio (pirateria, guerre, strade disagevoli e pericolose), mentre i nobili non sempre sono debitori affidabili. Ma Giovanni di Bicci non deve preoccuparsi solo delle difficoltà pratiche del suo mestiere. Secondo la Chiesa di Roma, infatti, prestare denaro contro interesse equivale a commettere il peccato di usura e può costargli il bene più prezioso: la sua anima più immortale.
Per evitare l’accusa di usura il prestito figura come operazione di cambio di valuta mentre l’interesse è soltanto un’elargizione, un «dono»: tutta l’attività è coperta da un velo di formale ipocrisia. In questo modo, la banca Medici può prosperare senza esporre i suoi titolari alla temuta condanna alle fiamme eterne. Per quasi cento anni, un accorta gestione e una sofisticata organizzazione societaria, sostenute da un’abile strategia politica e propagandistica, consentono ai Medici di espandersi in tutta Europa (Londra, Bruges, Venezia, Ginevra), in una irresistibile ascesa al potere.
Non si tratta solo di artifici legati e scappatoie teologiche: molti dei guadagni della banca vengono utilizzati per restaurare conventi, decorare chiese e commissionare opere ai maggiori artisti del periodo. Con gli affreschi del Beato Angelico Lippi, il figlio di Giovanni, Cosimo, non solo si assicura meriti e indulgenze per la salvezza della sua anima, ma inaugura la tradizione di mecenatismo che renderà grande Firenze e i Medici. I quali, a partire dalla generazione successiva, attraversando incolumi guerre interminabili, rivolte popolari e congiure patrizie, giocheranno una partita sempre più politica e sempre meno finanziaria per la supremazia cittadina, trasformandosi da facoltosi banchieri in politici influenti e infine in signori incontrastati di una Firenze sempre meno repubblicana. Intanto la banca, trascurata nei decenni di ascesa politica, è fallita nel 1494, ma ormai la ricchezza della famiglia non viene più dal commercio: «I nuovi Medici del Cinquecento e del Seicento ordinarono sfarzosi monumenti, finanziati con le tasse riscosse, per crearsi un’aura di legittimità. Tutta la feconda ambiguità di Cosimo, tutta la fiera tensione tra il denaro e la metafisica erano scomparse».
La saga familiare dei Medici e della loro banca consente a Tim Parks di ripercorrere con l’occhio del romanziere la storia modernissima e affascinante del Quattrocento italiano, dal nascente sistema finanziario continentale ai fasti dell’arte toscana del primo Rinascimento, dal mondo ideale della metafisica e della teologia alle ferree logiche della lotta politica e militare.

Tim Parks, nato a Manchester nel 1954, è cresciuto a Londra e ha studiato a Cambridge e Harvard. Nel 1981 si è trasferito in Italia e abita tuttora nei pressi di Verona. Ha scritto undici romanzi, tra cui: Lingue di fuoco (1995), La doppia vita del giudice Savage (2005) e Il silenzio di Cleaver (2006), tre libri di non fiction, in cui descrive la vita nell’Italia del Nord, e due raccolte di saggi. Insegna traduzione letteraria allo IULM di Milano e ha tradotto in inglese importanti autori italiani, tra cui Moravia, Tabucchi, Calvino e Calasso.

I Signori del Crimine

I Signori del Crimine

Titolo originale: Les seigneurs du crime

Autore/i: Ziegler Jean

Editore: Marco Tropea Editore

in collaborazione con Uwe Mühlhoff, traduzione di Maria Cristina Reinhart.

pp. 320, Milano

«I cartelli della criminalità organizzata costituiscono lo stadio supremo e l’essenza stessa del modo di produzione capitalista, e beneficiano largamente della “deficienza immunitaria” dei dirigenti della società capitalista contemporanea. La globalizzazione dei mercati finanziari indebolisce lo stato di diritto, la sua sovranità e la sua capacità di risposta, mentre l’ideologia neoliberista, che legittima o (peggio ancora) naturalizza le pratiche delle oligarchie finanziarie mondiali, ignora la legge, debilita la volontà collettiva e priva gli uomini della possibilità di decidere liberamente della propria vita.»

Lo spettro della criminalità organizzata si aggira per l’Europa: da diversi anni sono comparse nuove mafie che hanno tratto vantaggio dal crollo del comunismo e dalla crisi in cui versano alcuni paesi dell’Est, come quelli nati dalle spoglie dell’Unione Sovietica o della Iugoslavia. Perché queste organizzazioni sono così pericolose? Non soltanto per la minaccia costante sotto cui tengono le società democratiche del nostro continente, ma anche per la dimensione planetaria dei loro traffici. Le nuove mafie sono perfettamente integrate nella globalizzazione dei mercati finanziari, nel flusso immediato delle informazioni che Internet rende possibile: da questo scenario ricavano profitti e forza, arrivando a condizionare, se non a ricattare, lo stesso potere politico. A causa del trionfo dell’ideologia neoliberista, le società occidentali mostrano di fronte a questo fenomeno una grave “deficienza immunitaria”. Sono prive ormai di quei valori che permetterebbero di resistere all’aggressione e all’ingerenza dei cartelli.
Ma questa economia perversa (con la simbiosi tra capitale criminale e legale, con il traffico di armi, con la complicità degli istituti bancari) è anche all’origine delle tante guerre che hanno insanguinato i nostri anni; come del fiorire di quei “delinquenti di stato” che, nei Balcani e in altre parti del mondo, stanno perpetrando impunemente i peggiori crimini contro l’umanità.
L’analisi di Ziegler prende forma in un racconto incalzante, che ci rivela realtà insospettate e tremende. L’esame di dati e informazioni provenienti da archivi prima inaccessibili è reso vivace dalle testimonianze che lo accompagnano: magistrati e ufficiali di polizia di tutta Europa, impegnati ogni giorno in un lotta contro un nemico sfuggente, spesso nascosto sotto la maschera della legalità.
In queste pagine infuocate, le vicende italiane (di cui Ziegler è un ottimo conoscitore) si inseriscono nella mappatura completa, dettagliata e aggiornatissima di un flagello che non ha più frontiere.

Jean Ziegler insegna Sociologia all’università di Ginevra ed è stato eletto più volte deputato al parlamento svizzero. Ha scritto numerosi saggi di successo in cui ha criticato la politica e il sistema finanziario del suo paese. In Italia, fra gli altri, sono stati tradotti: I vivi e la morte (1980), Le mani sull’Africa (1982), La Svizzera lava più bianco (1990), La felicità di essere svizzeri (1994), I banchieri di Hitler (1997), La Svizzera, l’oro e i morti (1998), La fama nel mondo spiegata a mio figlio (Pratiche Editrice, 1999).

Nuovo Ordine Mondiale – Tra Imperialismo e Impero

Nuovo Ordine Mondiale – Tra Imperialismo e Impero

Autore/i: Adinolfi Gabriele

Editore: Società Editrice Barbarossa

introduzione di Maurizio Murelli, premessa dell’autore, in copertina: «Sole Marietti» Rougena Zarkova, 1920 – Roma, Collezione Luce Marinetti.

pp. 320, Cusano Milanino (MI)

«Se la sinistra mutua la sua analisi a partire dalla concezione marxista e quindi non va più in là dell’ipotizzare il sistema delle multinazionali, la visione della destra radicale dei primi anni ’80 è più complessa. Le multinazionali sono intese come strumenti che al pari di quello finanziario, militare e politico sono al servizio di un progetto per l’inveramento di un mondo nuovo. E appunto la teorizzazione del “mondialismo” di concezione complottista. Da questa posizione prettamente plastica e non dinamica si discostano le analisi del Centro Studi Orientamenti e Ricerca animato a Parigi da Gabriele Adinolfi e Walter Spedicato.
«Ma nella seconda meta degli anni ’80 sulle pagine della rivista “Orion” comincia ad imporsi una visione diversa del mondialismo che, pur non escludendo l’esistenza di organizzazioni complottiste ideologicamente o religiosamente ispirate, prescinde dal “Grande Complotto”. Lo sviluppo fulminante della globalizzazione è la conseguenza di una trasformazione della natura del potere e dei suoi meccanismi di gestione a loro volta accresciutisi per mole, forza e importanza. Si tratta della “tecnica” e quindi del “sistema di comunicazione”. L’implosione del quadro geopolitico è dovuta alla convergenza di più fattori (ma dove “tecnica” e “comunicazione” non sono estranei), la ricomposizione del quadro successivo – oggi in fase di sviluppo accelerato – ha nella “tecnica” e nella “comunicazione” gli elementi centrali. (…) Questo saggio di Adinolfi è il primo e più riuscito tentativo di fornire un’idea organica della struttura fisica del mondialismo e dei processi sinergici ispirati dalle diverse centrali occulte e palesi che determinano la globalizzazione. E pur senza avere la pretesa di essere esaustivo – anche perché si tratta di analizzare un processo tutt’altro che compiuto – costituisce una base di partenza fondamentale e imprescindibile per chi cerca di capire». (dall’Introduzione di Maurizio Murelli)

«Dunque la mondializzazione non solo esiste, è ufficialmente riconosciuta: non si tratta di un’allucinazione nevrotica di subculture emarginate. Eppure, perché se ne iniziasse a parlare comunemente, si è dovuta attendere una strampalata sarabanda, quella del cosiddetto “popolo di Seattle” il quale, forte del supporto politico e propagandistico che manca alla destra radicale, ha messo in luce la tematica della “globalizzazione”. Una tematica affrontata in modo improprio, inesauriente e fuorviante, andando tra l’altro a sostenere alcuni gruppi transnazionali ed alcuni interessi specifici come quelli della famiglia Rockefeller». (Dalla Premessa di Gabriele Adinolfi).

Cacce Sottili

Cacce Sottili

Titolo originale: Subtile Jagden

Autore/i: Jünger Ernst

Editore: Ugo Guanda Editore

prima edizione, traduzione di Alessandra Iadicicco, collana: Biblioteca della Fenice.

pp. 274, Parma

… Ricordo che in un angolo del bosco nei pressi di Santos rimasi in questo modo affascinato da una morphos regale. Quando le ali si richiudevano avevano riflessi d’oro come di broccato, dispiegate, sembravano uno specchio argentato dal fondo azzurro. Il suo nome viene dal colore del cielo coelestes. L’aria era serena, ed il sole ardeva splendente; l’incantesimo diventava sempre più forte, come lo sguardo di un occhio che, ad ogni batter di ciglio, ipnotizza sempre più intensamente. Con il piacere cresce anche un senso di paura, il presagio di un pericolo che incombe. La bellezza vuole rapirci ciò che ci appartiene; se diventa troppo forte, finirà col sottrarci anche il tempo, come al monaco di Heisterbach… (da Antaeus, p. 29)

… Dietro alla molteplicità, di qualunque specie essa sia, si nasconde un mistero. Allo stesso modo, il testo di un grande autore è costituito di lettere, segni, frasi, paragrafi, e qualcuno lo legge senza coglierne la composizione. Ma la stessa composizione fa segno verso qualcosa di completamente diverso. Quando il lettore lo ha compreso, interrompe la lettura per abbandonarsi alla gioia di un’intesa muta… (da Ancora cicindela, p. 80)

… Nei giardini come questo si dimenticano tutti i nomi, anche il proprio. Le cose parlano con la loro forza senza nome. Ci invade un senso di gioia, sorge il presagio dell’ora in cui ci lasceremo alle spalle non solo il nome, ma anche le cose.
Il sole splende, tutto è tranquillo qui fuori; ora il padrone esce dalla casa dove gli avevamo reso omaggio. Si nutre ancora ed è vivo: in casa lo abbiamo venerato, qui, ora lo amiamo… (da Polvere colorata, p. 272)

Ernst Jünger (Heidelberg 1895 – Riedlingen, Alta Svevia, 1998) scrittore tedesco. Volontario nel primo conflitto mondiale, idealizzò la guerra come prova di coraggio e presa di coscienza di ignote dimensioni psichiche, nel diario di guerra Tempeste d’acciaio (In Stahlgewittern, 1920), nei racconti di Fuoco e sangue (Feuer und Blut, 1925) e Ludi africani (Afrikanische Spiele, 1936), nei saggi La lotta come esperienza interiore (Der Kampf als inneres Erlebnis, 1922) e Il cuore avventuroso (Das abenteuerliche Herz, raccolti nel 1929). Nel saggio L’operaio (Der Arbeiter, 1932) polemizzò con il romanticismo politico e identificò nel lavoratore-soldato il rappresentante dell’epoca moderna, che ha distrutto in sé ogni individualità. Jünger fu nazista, ma già nel romanzo Sulle scogliere di marmo (Auf den Marmorklippen, 1939) si avverte il suo distacco dall’ideologia nazionalsocialista. Egli condannò quindi l’attacco alla Francia nel diario Giardini e strade (Gärten und Strassen, 1942), che fu proibito. Fra i suoi scritti successivi si ricordano il diario della seconda guerra mondiale Irradiazioni (Strahlungen, 1949), i romanzi allegorici Heliopolis (1949), Le api di vetro (Gläserne Bienen, 1957), e una serie di saggi, tra cui Cacce sottili (Subtile Jagden, 1967) e Numeri e Dei. Filemone e Bauci (Philemon und Baucis, 1973). La sua vasta produzione è continuata con il racconto Il problema di Aladino (Aladins Problem, 1983), il poliziesco Un incontro pericoloso (Eine gefährliche Begegnung 1985), l’autobiografico Due volte la cometa (Zwei Mal Halley, 1987, il cui titolo allude al fatto di aver visto due volte nella propria vita – 1910 e 1986 – la cometa di Halley) e con il volume Le forbici (Die Schere, 1990). La prosa di Jünger, limpida sino alla freddezza, tende a trasfigurare la realtà in allegoria.

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  • Ricordi di Rehburg
  • Carabus
  • Antaeus
  • Mylabris
  • Typhoeus
  • Cicindela
  • Ancora cicindela
  • Passeggiate sulla spiaggia
  • Retrospettiva
  • Collezionista e sistematico
  • Johore
  • Determinazioni di luogo
  • Khartoum
  • Mangrovie
  • Cicindela senza fine
  • Collyris
  • Steglitz
  • Naturalisti e antiquari
  • Goslar nello Harz
  • Delimitazioni
  • Il verdemuschio
  • Sull’isolotto
  • La cava di trachite
  • Incidenti
  • Nella tempesta
  • Funghi
  • I funghi e i loro ospiti
  • Ferdinand e Jaköbli
  • Rondini
  • Al davanzale
  • Polvere colorata

Pensare la Morte?

Pensare la Morte?

Titolo originale: Penser la mort?

Autore/i: Jankélévitch Vladimir

Editore: Raffaello Cortina Editore

prima edizione, introduzione e traduzione di Enrica Lisciani-Petrini, premessa di Françoise Schwab.

pp. 120, Milano

È possibile parlare con leggerezza e humour intorno al più grave e serio degli argomenti: la morte? È quanto spesso ha tentato di fare Vladimir Jankélévitch nelle sue opere. Invece di proporre una nuova teoria “sulla morte”, l’autore invita piuttosto a guardare alla vita dal difficile margine che separa l’esistenza dal nulla. Ne deriva un punto di vista sul mondo e sulle cose che, alleggerito da qualsiasi dogmatismo, affronta ogni questione con il sorridente beneficio dell’ironia.

Vladimir Jankélévitch
(1903-1985), dopo aver insegnato nelle facoltà di Lettere di Tolosa e Lilla, è stato dal 1951 al 1978 professore di Filosofia morale alla Sorbona di Parigi. Intensa è stata la sua produzione in campo filosofico e musicologico. Tra i suoi scritti più importanti tradotti in italiano: La musica e l’ineffabile (Napoli 1985), Il non-so-che e il quasi-niente (Genova 1987), Debussy e il mistero (Bologna 1991), Henri Bergson (Brescia 1991).

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Introduzione di Enrica Lisciani-Petrini
Premessa di Françoise Schwab

  • L’irrevocabile
  • Riflessioni sulla morte
  • A proposito dell’eutanasia
  • Corpo, violenza, morte

Lo Zen e l’Arte dello Snowboard

Lo Zen e l’Arte dello Snowboard

Dalla saggezza delle nevi eterne l’insegnamento di un monaco buddista per raggiungere l’illuminazione spirituale, l’amore e la fiducia in se stessi

Autore/i: Lenz Frederick

Editore: Sperling & Kupfer Editori

unica edizione, traduzione di Laura Sgorbati Buosi, titolo originale: Surfing the Himalayas.

pp. 182, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano

Preparatevi a una ventata di energia e a un viaggio tra le folgoranti rivelazioni che hanno trasformato la vita del protagonista di questa storia, un giovane americano con due grandi passioni: la neve e lo snowboard. Immaginatevi quest’«eroe» degli anni Novanta approdato in Nepal per sfidare con la sua tavola il Tetto del mondo, l’Himalaya. Il ragazzo si aspetta i brividi di ogni snowboarder – che nei suoi sogni più arditi si vede compiere folli acrobazie su quelle immense distese innevate – e invece si trova coinvolto nell’esperienza più trascendente che abbia mai potuto concepire. In un incontro che l’Occidente definirebbe casuale e l’Oriente buddista chiamerebbe karmico, egli conosce un monaco tibetano, maestro Fwap, che lo «attendeva» e che lo farà suo discepolo, iniziandolo alle saggezze del Buddismo tantrico. Con questa singolare guida che accompagna l’atleta in una girandola di «esperienze limite» alla scoperta di se stessi e delle regole dell’universo, l’arte dello snowboard diventa il mezzo o, meglio, la via per arrivare all’illuminazione… Perché c’è solo un modo per vivere la montagna, liberare la mente, mettere alla prova la parte oscura di noi ed eccellere in qualsiasi sport: «La tavola sei tu», come suggerisce un moderno detto Zen, ma per arrivarci… l’Oriente e l’Occidente devono prima incontrarsi.

Frederick Lenz è un poliedrico e versatile scrittore californiano al suo terzo libro.
Fuoriclasse nello snowboard, cintura nera di karate, appassionato di musica techno, insegnante laureatosi in Letteratura inglese alla State University di New York, ha interessi e attività anche sul versante dei prodotti hi-tech, in particolare nel software. È possibile incontrare questo curioso personaggio – di credo buddista, e che pratica la meditazione da quando aveva diciannove anni – nelle strade di New York, Santa Fe e Londra, città tra le quali si divide attualmente.

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  1. In viaggio verso il Nepal
  2. Come conobbi il maestro Fwap
  3. La strada per Katmandu
  4. Un secondo sogno insolito
  5. Faccio visita al maestro Fwap
  6. Il maestro Fwap spiega il karma
  7. Una domanda
  8. Il segreto del Rae Chorze-Fwaz
  9. Il maestro Fwap tiene un breve corso sui cicli terrestri e sui modelli dell’aura
  10. Il sogno profetico del maestro Fwaz Shastra-Dup
  11. Una illuminante tazza di tè
  12. La tavola sei tu
  13. Storie di neve
  14. Snowboard gerarchico e snowboard relazionale
  15. Esperienze limite

Ultimo capitolo. Il vuoto della neve

Trattamento Dolce delle Psiconevrosi – Senza Farmaci, Psicoterapie e in Tempi Brevi

Trattamento Dolce delle Psiconevrosi – Senza Farmaci, Psicoterapie e in Tempi Brevi

Autore/i: Vittoz Roger

Editore: Macro Edizioni

prefazione di Augusto Timperanza, introduzione dell’autore.

pp. 112, illustrazioni in bianco e nero, Diegaro di Cesena (FC)

Sempre più persone soffrono di una condizione pressoché continua di nervosismo o di eccitabilità, subiscono cambiamenti improvvisi di umore e vivono stati più o meno evidenti di apatia, stanchezza o addirittura perdita del normale piacere di vivere: un pericoloso circolo vizioso che può portare all’isolamento progressivo.
La grande scoperta del dottor Vittoz fu quella di intuire la base organica funzionale di queste malattie considerate comunemente soltanto psichiche. Infatti alla base del suo metodo c’è l’evidenza secondo cui ogni caso di nevrastenia, psiconevrosi o psicastenia è dovuto a un difetto di funzionamento del cervello, e quindi ha una causa organica.
Il Trattamento dolce delle Psiconevrosi è ormai sperimentato da più di un secolo e ha dato e continua a dare risultati eccellenti sia nel campo del trattamento specifico delle psiconevrosi, sia come metodo preventivo. .

Questo trattato di straordinaria efficacia spiega al malato o a chi soffre il perché della sua malattia e dei suoi disagi e soprattutto come guarire attraverso la rieducazione del controllo cerebrale. E un metodo di cura veramente alternativo, non prevede alcun farmaco e nessun tipo di lunga esplorazione dell’infanzia, alla quale la psicologia ci ha da tempo abituati, e ha come scopo fondamentale l’autonomia del malato in tempi brevi.

La scoperta del dottor Vittoz, che lega alla guarigione del cervello la diagnosi e la cura, apre orizzonti di conoscenza e intervento di grande importanza per la nostra società.

Molte Vite, un’Anima Sola – Il Potere della Guarigione delle Vite Future e la Terapia della Progressione

Molte Vite, un’Anima Sola – Il Potere della Guarigione delle Vite Future e la Terapia della Progressione

Titolo originale: Same Soul, Many Bodies. Discover the Healing Power of Future Lives Through Progression Therapy

Autore/i: Weiss Brian

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

nota e introduzione dell’autore, traduzione di Ma Anand Tea Pecunia e Daria Restani.

pp. 264, Milano

“Proprio come abbiamo vite passate illimitate, così abbiamo illimitate esistenze future. Usando la nostra conoscenza di ciò che è accaduto e di ciò che deve ancora accadere, possiamo plasmare il nostro futuro e quello del mondo.”
(La nuova straordinaria sfida dell’autore di Molte vite, molti Maestri)

“Mi si spalancavano dimensioni di cui avevo sempre ignorato l’esistenza. Ero entusiasta, sbalordito… e spaventato. Chi mi avrebbe creduto? Io stesso ci credevo? Ero impazzito? Mi sentivo come un bambino a conoscenza di un segreto che, se rivelato, avrebbe cambiato per sempre il modo in cui vediamo la vita. […] Oggi, però, sono nuovamente scioccato ed elettrizzato dalle conseguenze della mia ultima scoperta: ora posso portare i miei pazienti nel futuro e vederlo insieme a loro. […] Mi ci sono voluti ventiquattro anni per cogliere la semplice verità che sta alla base di questo libro. Noi siamo immortali. Noi siamo eterni. La nostra anima non morirà mai. […] Preparandoci all’immortalità placheremo le paure presenti, avremo un’opinione migliore di noi stessi e cresceremo spiritualmente. E, allo stesso tempo, guariremo le nostre vite future.”
Stupefacente e innovatore come sempre, con questo libro Brian Weiss rompe un’altra barriera e un altro tabù: quello del futuro. Diventato celebre per le sue sedute di regressione, nelle quali faceva rivivere ai propri pazienti le vite precedenti, inaugura adesso la tecnica della terapia della progressione. Scritto con il suo consueto stile semplice e coinvolgente, Molte vite, un’anima sola riesce al medesimo tempo a stordire e a consolare, e regala un viaggio indimenticabile e benefico nelle vite che saranno.

Brian Weiss, laureato alla Columbia University e alla Yale Medical School, ha diretto per anni il dipartimento di Psichiatria al Mount Sinai Medical Center di Miami, città dove vive. Oggi ha uno studio privato con cui collaborano psicologi che praticano la terapia della regressione e utilizzano le tecniche di psicoterapia spirituale. Tiene seminari, corsi e programmi di training in tutto il mondo. Con Mondadori ha pubblicato Molte vite, un solo amore (1996), Molte vite, molti Maestri (1997), Oltre le porte del tempo (1998), Messaggi dai Maestri (2000) e Lo specchio del tempo (2004).

L’Albergo Bianco

L’Albergo Bianco

Titolo originale: The White Hotel

Autore/i: Thomas D. M.

Editore: Edizioni Frassinelli

nota dell’autore, traduzione di Marco Amante, illustrazione di Fred Marcellino.

pp. 312, Milano

Pubblicato in quindici paesi del mondo, L’albergo bianco è stato dappertutto acclamato dai critici e dal pubblico come uno degli avvenimenti letterari più interessanti di questi ultimi anni. In parte caso clinico, in parte fantasia delirante, in parte poesia, in parte ricostruzione storica, L’albergo bianco tratta gli avvenimenti fondamentali per la coscienza del ventesimo secolo, quali la nascita della psicoanalisi e l’olocausto. Ma il nucleo del romanzo è rappresentato dalla narrazione, lucida e partecipe, della vita di una donna la cui malattia psichica si evolve in fatto storico: dalla follia angosciosa del caso singolo a quella ben più spaventosa di un’intera società.

Donald Michael Thomas nasce in Cornovaglia nel 1935. Inizia l’attività letteraria come poeta e dal 1978 si dedica anche alla narrativa. I suoi primi due romanzi sono Birthstone e The Flute-Player.

Storia e Civiltà dei Semiti

Storia e Civiltà dei Semiti

Autore/i: Moscati Sabatino

Editore: Editori Laterza

prefazione dell’autore.

pp. XV-248, XXXII tavole in bianco e nero fuori testo, illustrazioni in bianco e nero, Bari

Dalla prefazione dell’autore:
«L’intento di questo libro è di fornire una introduzione allo studio delle antiche civiltà semitiche: solo una base ed un punto di riferimento, oltre il quale procedere nella specializzazione.
L’insegnamento universitario mi ha fatto a volte pensare che un manuale di tal genere potesse essere di qualche utilità; e non mi è stato possibile trovarne uno in italiano, nè so che di recente se ne siano pubblicati all’estero. D’altronde il succedersi delle scoperte archeologiche ed epigrafiche rende necessaria una periodica revisione del quadro generale delle singole culture, al fine di integrarlo o di modificarlo.
Forse, la divulgazione non è del tutto inutile in un settore di studi come quello semitico, in cui l’informazione generale è particolarmente lacunosa. Bisognava naturalmente, ed appunto per ciò, evitare il più possibile l’appesantirsi dei nomi e delle cifre, sviluppando all’opposto le linee generali delle singole culture, su un tono quasi di conferenze.
La bibliografia finale avvierà ad un approfondimento ulteriore. Essa segue il criterio di indicare alcuni libri essenziali. Con particolare riguardo alle pubblicazioni in italiano ed alle fonti di ulteriori informazioni. […]»

Nuovi Argomenti : Rivista Bimestrale ∙ N. 30 Gennaio – Febbraio 1958

Nuovi Argomenti : Rivista Bimestrale ∙ N. 30 Gennaio – Febbraio 1958

diretta da Alberto Moravia e Alberto Carocci

Autore/i: Autori vari

Editore: Giulio Einaudi Editore

pp. 212, Torino

Sommario:

  • Ultime cose su Saba, Giacomo Benedetti
  • Una giornata laboriosa, Mario Devena
  • Perdita della presenza e crisi del cordoglio, Ernesto De Martino
  • Distrazioni, Sergio Solmi
  • Antropologia negativa, Elemire Zolla
  • Intellettuali e classe operaia nella Germania Orientale durante la crisi del 1956, Benno Sarel
  • Gramsci nella cultura italiana, Eugenio Garin
  • La metodologia del marxismo nel pensiero di Antonio Gramsci, Cesare Luporini

Si può Insegnare la Fede? – Riflessioni e Orientamenti per una Pedagogia della Fede

Si può Insegnare la Fede? – Riflessioni e Orientamenti per una Pedagogia della Fede

Titolo originale: La foi s’enseigne-t-elle?

Autore/i: Coudreau François

Editore: Editrice Elle Di Ci

presentazione di P.-A. Liégé O.P., prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Germano Battaglia.

pp. 168, Colle Don Bosco (Asti)

L’opera di François Coudreau ha svolto un ruolo determinante nel movimento catechistico degli ultimi trent’anni.
Iniziatore infaticabile e perseverante tanto nel campo della pedagogia quanto in quello della riflessione teologica, spettava a lui fare il bilancio di questo periodo di ricerche, di dibattiti, di esperienza e di creatività.
Non per scrivere una storia, ma per evidenziare le linee portanti di una evoluzione e nello stesso tempo per dibattere i problemi più cruciali. Infatti il momento presente non è soltanto caratterizzato da un profondo cambiamento nella pastorale, nella pedagogia e nella teologia, ma dal porsi di problemi più radicali. Fra questi uno interessa particolarmente coloro che si occupano dell’educazione alla fede: Si può insegnare la fede? Non si tratta di una questione di parole, ma di un problema importante per il pensiero e la pratica della Chiesa oggi. Infatti dal modo di rispondere a questa domanda dipende il concetto che ci si fa della missione e della pedagogia da adottare.
Perché tante esitazioni nel rispondere? Perché le risposte sono così diverse e spesso contrastanti?
In questo libro un testimone della fede spiega le sue ragioni, con coraggio e chiarezza, per spiegare le proprie scelte pastorali e per dare loro un senso.

François Coudreau
, nato a Poitiers nel 1916, è sacerdote della Compagnia di S. Sulpizio. Dottore in teologia, ha insegnato dogmatica a Clermont-Ferrand e poi a Parigi, dove è stato creatore di varie iniziative: l’Institut Supérieur de Pastorale Catéchétique (1950), Il catecumenato dell’archidiocesi (1958), L’insegnamento della teologia per laici (1969). Dal 1964 al 1970 esercita l’azione pastorale in una grande parrocchia, mentre assume la carica di aumònier général du Bureau International Catholique de l’Enfance (1962-1972). Eletto segretario dell’UER de théologie de l’Institut catholique de Paris nel 1973, oltre agli impegni universitari, si assume l’animazione di numerosi incontri e corsi di catechetica in Europa, Africa e America. Conferenziere in vari Congressi nazionali e internazionali, ha anche scritto molti articoli e libri e diretto numerose collane di pastorale e di catechesi.