Libri dalla categoria Rosa-Croce
Anatomia della Dipendenza – Un’Interpretazione del Comportamento Sociale dei Giapponesi
Titolo originale: The Anatomy of Dependence
Autore/i: Doi Takeo
Editore: Raffaello Cortina Editore
prima edizione, presentazione di Jorge Canestri, traduzione di Dario Gibelli.
pp. 188, Milano
Questo libro, che all’estero ha già conosciuto un enorme successo, può definirsi una reinterpretazione della cultura giapponese alla luce di un concetto-chiave, l’amae, termine che in Giappone fa parte del lessico quotidiano e che vale a esprimere una condizione umana di portata universale: la dipendenza affettiva dagli altri. Tuttavia, oltre a questo particolarissimo termine – che non ha corrispettivo in nessun’altra lingua – il giapponese conosce anche un vasto vocabolario e una ricca rete associativa di significati che a esso fanno riferimento, rivelando così la peculiare sensibilità al mondo dell’amae e l’enorme importanza che esso riveste nella vita mentale e, dunque, nella struttura sociale e in ogni espressione culturale di questo popolo. L’analisi originale e appassionante di Takeo Doi offre al lettore non soltanto la chiave per comprendere in una prospettiva nuova il mondo giapponese, ma trova, ancora una volta nell’amae, una spiegazione ai comportamenti, anche i più trasgressivi, dell’uomo di oggi.
Takeo Doi, uno tra i più influenti psichiatri giapponesi, è nato nel 1920 e si è laureato all’università di Tokyo nel 1942. È stato docente presso importanti istituzioni e università in Giappone e negli Stati Uniti, ed è autore di numerosi saggi che hanno per tema la psicopatologia e la psicoterapia nelle diverse culture.
(Presentazione di Jorge Canestri)
Il Viaggio di Teo – Un Libro che Rappresenta per le Religioni Quello che «Il Mondo di Sofia» è per la Filosofia
Romanzo
Autore/i: Clément Catherine
Editore: Longanesi & C.
prima edizione, traduzione di Lidia Perria, consulenza specialistica di Manuela Giolfo e Michele Sampaolo, collana: La Gaja Scienza n° 546, titolo originale: Le Voyage de Théo.
pp. 626, Milano
«Ho capito! Faremo il giro del mondo delle religioni!» Si, è proprio questo il viaggio che la stravagante zia Marthe propone al quattordicenne nipote Teo. Ma perché un filo conduttore così singolare? Perché Teo, pur vivacissimo e curioso (talvolta fino all’impertinenza), soffre di una misteriosa “malattia” che, a detta dell’intraprendente Marthe, difficilmente potrà essere curata soltanto con gocce e pastiglie. Infatti quella di Teo è soprattutto una malattia dell’animo, nata da un insaziabile desiderio di conoscere e di capire, di dare una risposta a quelle domande che lo tormentano e che gli adulti “razionali” sembrano non porsi affatto: che cos’è la vita? Che cosa significa credere in qualcosa? Può la spiritualità avere un ruolo nell’esistenza quotidiana? Quando si parla di “Dio”, che cosa s’intende? Questi gli interrogativi che il ragazzo porterà dentro di sé di tappa in tappa e che emergeranno davanti alla Grande Piramide, nelle catacombe di Roma, vicino al Muro del Pianto a Gerusalemme, nei templi di Benares, tra i baobab del Senegal, nel ghetto di Praga… Ovunque troverà qualcuno disposto ad ascoltarlo, a spiegargli il significato di culti antichissimi, di cerimonie misteriose, di riti pubblici o privati; e ognuno gli porterà in dono la propria visione del mondo alla luce della fede. E allora Teo si renderà conto che la vera salvezza, per se stesso ma forse anche per il mondo, si può trovare soltanto nel contatto con il soffio divino universale, con la forza misteriosa alla radice di tutte le cose, con “Dio”, quale che sia il suo nome. E sarà proprio questo divino sentito un pò dappertutto, a dargli nuova energia e a permettergli di affrontare il vero viaggio: quello della vita.
Nata in una famiglia per metà cattolica e per metà ebrea, Catherine Clément trascorse gran parte della sua infanzia sulle rive della Loira con sua nonna cristiana. All’epoca, quando era partita per l’India, aveva già pubblicato cinque romanzi e otto saggi. Ha scritto numerosi saggi di antropologia e di psicoanalisi. L’India la ispira con diverse opere For the Love of India (Flammarion, 1993), Le Voyage de Théo (Seuil, 1998), Walk with the Gods of India (Panama, 2005), The begging princess (Panama , 2007). Ora è anche membro del Forum franco-indiano che si sforza di “cambiare l’immagine del marchio dell’India in Francia. Ha scritto numerosi saggi di antropologia e di psicoanalisi.
La collera degli Dei
- La famiglia di Teo
- Farou
- Una malattia misteriosa
- Panico a bordo
Una storia alla Marthe
- Una zia stravagante
- L’arrivo di zia Marthe
- Le sorprese della prima cena
- I misteri dei prerparativi
- La Pizia trasmette un messaggio
- Natale in anticipo
- L’anello di Melina
L’anno prossimo a Gerusalemme
- Ebrei, cristiani e musulmani
- Due feste di Pasqua e alcuni Messia
- Al principio la confusione
- Le tre prime guide di Teo. L’Essere che detta la Legge
- Il Dio sacrificato
- L’ultima rivelazione di Dio
- Guerra e pace
- Abramo sull’ombelico del mondo
L’Immagine e il Suo Doppio – Dall’Era dell’Idolo all’Alba dell’Arte
Autore/i: Vernant Jean-Pierre
Editore: Mimesis Edizioni
introduzione di Pietro Conte, in copertina: Giulio Paolini, Mimesi, 1975.
pp. 146, Milano
Pochi temi hanno occupato Jean-Pierre Vernant lungo tutto l’arco della sua carriera quanto quello dell’immagine e del suo statuto teorico. L’apertura dell’antropologia in direzione della psicologia storica gli ha consentito di riconoscere che il concetto di «rappresentazione figurata» non è un dato semplice e immediato, acquisito una volta per tutte, univoco e permanente, ma costituisce, al contrario, una categoria mentale con una sua specifica storia, anzi con tante specifiche storie che riflettono, e al contempo incentivano, i cambiamenti delle società. Concentrandosi sul suo terreno d’indagine elettivo, quello della grecità, Vernant tratteggia una storia dell’immagine che prende le mosse dalle svariate, spesso aniconiche forme di idoli e simboli religiosi per giungere alle soglie del V secolo, quando la rappresentazione degli Dei in forma umana segna l’avvento dell’immagine in senso proprio, cioè della resa figurativa del reale. È l’alba dell’arte: il simbolo si libera dalla sua dimensione religiosa e ritualistica e si fa rappresentazione, vale a dire apparenza, imitazione, somiglianza. L’immagine si rende autonoma, ma il prezzo di questa conquista è il confinamento alla sfera della parvenza e la contrapposizione al reale, all’essere, al vero. Indagando la paradossale compresenza di visibile e invisibile, di dato materiale e stratificazione simbolica, di elemento percettivo e piega immaginativa, Vernant delinea una vera e propria fenomenologia dell’immagine, capace di interessare – e non di rado di provocare – non solo l’antropologia e la storia delle religioni, ma anche e forse soprattutto l’estetica. È in questa prospettiva che si colloca la presente antologia, che raccoglie i testi fondamentali dedicati da Vernant al problema dell’immagine e li inquadra nella cornice teorica di quella «svolta iconica» che negli ultimi anni ha caratterizzato il panorama dei visual studies e ha spinto la scienza dell’arte in direzione di una ben più ampia scienza dell’immagine.
Jean-Pierre Vernant (1914-2007), uno dei più eminenti studiosi di antichità classica del Novecento, ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo e all’innovazione degli studi di antropologia e psicologia storica. Tra le sue opere principali ricordiamo: Le origini del pensiero greco (1962), Mito e pensiero presso i Greci (1965), L’individuo, la morte, l’amore (1989) e Figure, idoli, maschere (1990).
INTRODUZIONE di Pietro Conte
NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA
NOTA AL TESTO
- NASCITA DI IMMAGINI (1975)
- DALLA PRESENTIFICAZIONE DELL’INVISIBILE ALL’IMITAZIONE DELL’APPARENZA (1983)
- RAFFIGURAZIONE E IMMAGINE (1990)
- FIGURAZIONE DELL’INVISIBILE E CATEGORIA PSICOLOGICA DEL DOPPIO: IL KOLOSSOS (1965)
- IL SIMBOLO PLASTICO (1975-1976)
- LA FIGURA DEI MORTI I (1976-1977)
- LA FIGURA DEI MORTI II (1977-1978)
FONTI
Genî Dee e Guardiani – Arte e Politica nella Crisi della Modernità
Autore/i: Duque Félix
Editore: Edizioni Scientifiche Italiane
introduzione dell’autore, traduzione e cura di Lucio Sessa, in copertina: F. Goya, Superstizione (dai «Capricci», disegno).
pp. 200, Napoli
Questi saggi ruotano intorno ad una malattia dell’Occidente (e cioè: propria del tramonto), e individuano il pharmacon che, tentando la cura di quella permanente crisi, accentua invece la piaga «Europa». Si agitano in essi, come spettri, l’emergere soggettivo della natura nel Genio, a stento dominato dal cauto Kant, il sogno dell’unificazione politico-religiosa di questo Vecchio Continente e il suo frustrato compimento attraverso una teologia della storia, ardentemente propagati entrambi da un romanticismo apolide e ucronico, prima della sua «domesticazione» borghese. Chiudono l’opera tre scritti sulla “mitologia politica” di Heidegger e la tentazione che lo condusse a camminare sull’orlo dell’abisso nazionalsocialista. Due crudeli Deità si disputano l’interpretazione dei suoi testi: Cibele, la dea castratrice venerata a Roma, e la selvaggia Artemide, greca. In fondo alla serpeggiante strada del Moderno, il Guardiano della Legge freddamente sorride, al di là del tempo. Ecco il sorriso silenzioso e mortale della metafisica. Forse l’Occidente avrà da imparare a vivere per sempre assumendo la già avvenuta minaccia della sua morte.
Fèlix Duque (Madrid 1943) si occupa di problemi di filosofia del mito e del simbolo, soprattutto nell’àmbito dell’Idealismo tedesco e del Romanticismo, attraverso metodi ispirati all’ermeneutica ed alla fenomenologia. I suoi interessi si allargano anche alla filosofia della tecnica e della natura. Sta preparando un’edizione integrale commentata della Scienza della Logica hegeliana e dirige un gruppo di ricerca sull’ultimo Schelling. Tra i lavori più recenti in italiano: L’oggettività come atto logico di traduzione della teologia nelle scienze moderne (nel volume Hegel e la comprensione della modernità, a cura di V. Vitiello, Milano, 1991); La residenza dell’uomo superficiale (in La città come destino dell’uomo, a cura di G. Zarone, Napoli, 1994); Al di là della persona. Il tempo della libertà nella comunità (in Individuo e modernità. Saggi sulla filosofia di Hegel, a cura di M, D’Abbiero e P. Vinci, Milano, 1995); Bellezza e terrore in Platone (in Platone e la dialettica, a cura di P. di Giovanni, Roma-Bari, 1995) e il libro Il fiore nero. Satanesimo e paganesimo nella fine della Modernità, (Milano, 1995). Tra i suoi numerosi saggi non tradotti in italiano, si ricordano: Filosofia de la técnica de la naturaleza (Madrid, 1986) e La humana piel de la palabra. Una introducción a la filosofia hermenéutica (Universidad Autonoma Chapingo, Mèxico, 1994). Insegna Storia della Filosofia alla Universidad Autonoma di Madrid.
Roma Viaggio nell’Anima – Percorsi Misteriosi alla Ricerca della Luce
Autore/i: Balboni Francesca
Editore: Edizioni Scientifiche Italiane
prefazione di Marco Guidi, introduzione dell’autrice.
pp. 112, numerose illustrazioni a colori e in bianco e nero, Napoli
Innumerevoli i libri su Roma passati ad imperitura memoria, non poche le immagini della caput mundi. È, questo di Francesca Balboni, un libro nato da esperienze vissute insieme ad appassionati della loro città, sempre più emozionati, sempre più coinvolti dalla conoscenza di Roma attraverso i suoi mille volti visibili ed invisibili. Si riannodano i fili della storia, ci si ricongiunge con il passato, affacciandosi, quasi timidamente alle diverse forme d’approccio con l’antico. Il contatto col mondo passato sollecita curiosità antiche, rimuove emozioni sepolte, quasi in parallelo con la vita interiore in un gioco sottile di rimandi, di richiami evocatori di una conoscenza sempre più profonda.
Morfologia della Fiaba
Con un intervento di Claude Lévi-Strauss e una replica dell’autore
Autore/i: Propp Vladimir Jakovlevič
Editore: Giulio Einaudi Editore
a cura di Gian Luigi Bravo, nota dell’editore, prefazione dell’autore.
pp. X-238, 1 tavola in bianco e nero ripiegata, Torino
La Morfologia della fiaba di Vladimir Ja. Propp ha avuto una sorte curiosa. Pubblicata nel 1928, a Leningrado, solo in questi ultimi anni ha riscosso una risonanza mondiale, anzi è diventata un classico delle scienze umane, un’opera che non solo ha precorso genialmente le moderne ricerche strutturaliste, ma che apre ancor oggi prospettive nuove e feconde di ricerca in una sfera che supera certamente quella del folclore, cui il libro di Propp si dedica. La scoperta di Propp ha la semplicità rigorosa e originale d’ogni rilevante scoperta: per portare ordine nella congerie del materiale favolistico bisogna individuare l’unità fondamentale non nel personaggio, ma nella «funzione» che esso assume nella fiaba. Indagando con profondità ed esattezza di metodo la ricorrenza sistematica di queste funzioni, Propp arriva alla tesi dell’omogeneità strutturale di tutte le fiabe. La presente edizione della Morfologia della fiaba è arricchita da un importante saggio che Claude Lévi-Strauss ha dedicato a questo fondamentale libro di Propp e di uno studio inedito che lo stesso Propp ha scritto appositamente per i lettori italiani, e che svolge un’interessante, attuale polemica, col grande etnologo francese.
Vladimir Jakovlevic Propp ( Pietroburgo 1895 – Leningrado 1970) compi gli studi di filologia slava nell’università della sua città in cui, a partire dal 1932, insegnò prima lingua tedesca, e folclore poi. È autore di Le radici storiche dei racconti di fate (Einaudi, 1949), Russkij geroičeskij epos (L’epos eroico russo, 1958), I canti popolari russi (Einaudi, 1966), Edipo alla luce del folclore (Einaudi, 1975).
L’Anatra Mandarina e Altri Scritti
Autore/i: Claudi Claudio
Editore: Franco Angeli Editore
presentazione dell’autore a cura di Rosario Assunto.
pp. 208, Milano
Nato nel 1914 a Serrapetrona, defilato paese appenninico in provincia di Macerata, da una famiglia della piccola borghesia locale, Claudio Claudi compiuti gli studi liceali a Perugia era familiarmente destinato a frequentare la locale Facoltà di Farmacia, ma l’incontro con il professor Gaetano Chiavacci (natio di Sanseverino e prossimo vicedirettore della Normale di Pisa) cambio il suo destino. Chiavacci parlò col padre di Claudio convincendolo a lasciare che il figlio affrontasse l’esame di accesso alla prestigiosa Scuola; male che fosse andata, sarebbe diventato farmacista e avrebbe affiancato il padre nella gestione della locale farmacia di Serrapetrona. Claudi, vinto il concorso da convittore interno per la classe di lettere, entrò alla Normale nel novembre 1932, legandosi di salda amicizia con Dessi e Marletta. Appena cinque mesi dopo tuttavia, ammesso di aver partecipato in notturna alla celebrazione di goliardici funerali della libertà, veniva espulso dalla Scuola assieme a Salani, Fradelli, Lo Bue e Pedrini. Passato all’Università di Firenze, frequentò assiduamente “Le Giubbe Rosse” in compagnia costante di Mario Luzi, Alfonso Gatto e Sergio Baldi. Legato sentimentalmente a Imelde Della Valle (successivamente docente di Sanscrito all’Università di Philadelphia), suo tramite tornò in contatto con Aldo Capitini già frequentato a Perugia, rimosso anch’egli dalla Normale, dal ruolo di segretario-economo, per aver rifiutato la tessera del Pnf. Chiamato alle armi nel 1937-38, Claudi frequentò il corso allievi ufficiali di Salerno, poi a Macerata ebbe una prima supplenza al Liceo, ma incomprensioni e polemiche con le locali autorità religiose (con relativi esposti ed eco ministeriali) lo costringeranno ad abbandonare la via appena intrapresa dell’insegnamento. Fu un vero periodo di crisi nervosa e fisica. Ammalatosi gravemente sarebbe stato ricoverato in Valtellina, per poi far ritorno, a guerra in corso, a Serrapetrona. Dopo la guerra raggiunse parte della famiglia trasferitasi a Roma. Anni di disagio e l’impossibilità pratica di riprendere non solo l’insegnamento ma qualsiasi attività a causa del protrarsi della sue precarie condizioni di salute, ne determinarono un isolamento psicologico grave e costante, rotto appena dalla cura familiare e dall’attenzione dei sopravvissuti rapporti con gli antichi amici cultori di poesia. Morì nel maggio del 1972 dopo anni di sofferenze e malattia, testimoniati nell’amarezza dei racconti e nel lirismo delle sue poesie.
Con questo volume (fortemente voluto dal fratello Vittorio, autentico promotore di mecenatismo culturale e patrocinato dalla Fondazione Claudi, destinata a sostenere iniziative nel campo della letteratura e dell’arte), inizia la pubblicazione delle sue opere edite e inedite.
Chiesa e Modernizzazione
Autore/i: Roggero Elio; Bof Giampiero
Editore: Casa Editrice Marietti
prefazione di Giannino Piana, in copertina: Particolare da «San Francesco che dona il mantello al povero» di Giotto, Assisi (sec. XIII).
pp. 152, Torino
I contributi presenti nel volume:
CHIESA E SOCIETÀ INDUSTRIALE: EVOLUZIONE STORICA DI UN RAPPORTO di E. Roggero
- Industrializzazione e visione del mondo «borghese»
- Il tramonto della borghesia e le trasformazioni del sistema capitalistico
- Al di la della società opulenta
INATTUALITÀ E PROFEZIA DELLA CHIESA IN UN MONDO SECOLARE di G. Bot
- Modelli interpretativi dei rapporti tra Chiesa, società ed economia
- Istituzione ecclesiale, condizionamento socio-economico ed evangelizzazione
- La realtà economico-sociale e la teologia
- Per un intervento nella situazione presente
- Il modello della povertà
Il Risorgimento Vissuto dagli Ungheresi
Autore/i: Jászay Magda
Editore: Rubbettino Editore
unica edizione, introduzione dell’autrice.
pp. 396, Soveria Mannelli (Catanzaro)
Gli studi contenuti nel volume prendono in esame i vari aspetti dei rapporti che si venivano formando nel corso dello storico biennio del 1848-49 e nel decennio successivo tra Italiani e Ungheresi impegnati a realizzare i loro rispettivi programmi nazionali. Oltre all’analogia degli ideali liberali e alla comunanza delle finalità politiche che ispiravano i patrioti di vari paesi europei, il carattere particolare dei legami tra Italia e Ungheria nel periodo in questione era determinato dall’influenza che l’Impero asburgico esercitava nella vita politica di entrambe le nazioni.
Con la maturazione della crisi che portò allo scoppio delle guerre d’indipendenza nei due paesi, veniva gradualmente scomparendo la divisione artificiale e l’incomprensione create dal regime poliziesco di Vienna, per dar luogo alla simpatia e alla solidarietà dell’opinione pubblica manifestate‘nella stampa, quindi a progetti concreti di cooperazione militare contro il comune nemico cooperazione che non poté essere messa in atto per la mancata sincronia delle operazioni belliche.
Dopo la repressione dei moti insurrezionali, fu l’emigrazione politica ungherese a riallacciare i contatti con l’Italia, in particolare col Regno di Sardegna continuatore del programma di emancipazione italiana. Cavour, d’intesa con l’ex—governatore ungherese Kossuth, si adoperò per inserire l’azione degli esuli magiari nella guerra del 1859, risuscitando l’insurrezione armata in Ungheria. Dopo Villafranca, gli emigrati furono attirati dalla campagna garibaldina nel Mezzogiorno che prometteva di estendersi verso il Veneto con la possibilità di coinvolgere anche l’Ungheria. Gli scritti pubblicati dei partecipanti di quelle vicende mettono in evidenza la passione politica, le speranze e le delusioni di coloro che consacravano l’opera alla causa del proprio paese.
Magda Jászay si è laureata all’Università di Budapest in Storia della civiltà italiana, dopo studi di perfezionamento in Italia come borsista. Ha lavorato per cinque anni all’Istituto di Studi Storici a Budapest, quindi ha prestato servizio per tre decenni presso l’Istituto Italiano di Cultura per l’Ungheria. Dopo la svolta politica del 1989 è stata chiamata a insegnare nel Dipartimento di Italianistica dell’Università di Budapest, dove è attiva tuttora come libera docente. Ha pubblicato sei volumi e più di una trentina di studi in Italia e in Ungheria, che trattano i rapporti storici tra i due popoli. Ha partecipato a numerosi congressi e convegni organizzati nei due Paesi, ha tenuto conferenze a Palermo, Roma, Bologna. Per la sua operosità il Governo italiano l’ha insignita della croce di cavaliere e successivamente di quella di commendatore al merito della Repubblica.
Storia dell’Indifferenza – Geometrie della Distanza dai Presocratici a Musil
“Le immagini del mondo investono e attraversano il soggetto da parte a parte. Ne attraversano lo sguardo, lo trascinano emotivamente. Lo coinvolgono, virtualmente in modo sempre più realistico, nel mondo.
Se è così, come è possibile allontanarsi dal mondo quando il mondo ci trafigge con il suo sguardo? Come è possibile criticarlo, esserne indifferente?”
Autore/i: Ghisu Sebastiano
Editore: BESA Editrice
introduzione dell’autore.
pp. 500, Nardò (LE)
“Le immagini del mondo investono e attraversano il soggetto da parte a parte. Ne attraversano lo sguardo, lo trascinano emotivamente. Lo coinvolgono, virtualmente in modo sempre più realistico, nel mondo.
Se è così, come è possibile allontanarsi dal mondo quando il mondo ci trafigge con il suo sguardo? Come è possibile criticarlo, esserne indifferente?”
Queste domande guidano un viaggio attraverso le pieghe del pensiero occidentale alla ricerca di quell’altrove, di quella fortezza in cui si rifugia l’indifferenza che volge le spalle al mondo. Ma da quello stesso altrove, prodotto dell’arte della distanza, la critica può osservare il mondo degli uomini, per giudicarlo, conoscerlo, svelarne l’essenza.
Non è possibile vivere l’indifferenza assoluta, realmente assoluta. Ma è possibile aspirarvi, immaginarla, auspicarla, desiderarla. Viverla, nella massima intensità, per qualche istante. Approssimarvisi. Nell’arte, nella religione, nella filosofia, nei mondi possibili della letteratura. Parleremo dell’indifferenza come meta. Dell’indifferenza desiderata. Dei tentativi di descriverla, di descrivere l’indescrivibile e di dire l’ineffabile. Di rappresentare l’irrappresentabile. Lo spazio in cui le identità o le differenze del mondo si dissolvono. […]
Dai nostri scavi archeologici emergerà come la non-indifferenza può esser considerata – non meno e forse più dell’indifferenza – causa di sofferenza e ingiustizia, presupposto d’intolleranza. È dunque bene allontanarsi dall’uso abituale del termine indifferenza e dalle connotazioni negative che lo rivestono. Noi, non abbiamo potuto farne a meno.
Sebastiano Ghisu (Nuoro 1961) insegna all’Università di Sassari. A Berlino ha conseguito il dottorato alla Freie Universität. Le sue ricerche si sono prevalentemente orientate verso le modalità attraverso cui il pensiero occidentale ha costruito l’idea di soggetto e il concetto di identità soggettiva. Tra le sue opere: Simmel, l’ideologia dell’individualità (Cagliari 1991), Althusser e la psicanalisi (Cagliari 1991), Ewigkeit der Ideologie, Ewigkeit des Unbewuβten (Hamburg 1995). Ha inoltre curato la parte relativa alla figura di Platone in: Filosofie nel Tempo (Roma 2001).
Jātaka – Altre Storie Buddhiste
Autore/i: Anonimo
Editore: Tranchida Editori
introduzione e cura di Massimo Bonaria.
pp. 112, Milano
È possibile estinguere le radici del male, il desiderio, l’odio e l’errore camminando sulla strada della saggezza che la compassione indica. In queste nuove quattordici storie che seguono lo straordinario successo di Dieci storie buddhiste, il Buddha appare reincarnato sotto varie forme; come scimmia si immola per la salvezza del gruppo, come signore dei pesci combatte la siccità, come picchio pratica l’umiltà, come lepre dona se stesso all’ospite, come daino salva il nemico, come cigno offre la propria libertà in segno di amicizia e come re governa gli uomini seguendo le leggi degli Dèi.
L’insegnamento plurimillenario di queste nascite, trasmesse ancora oggi in India, risiede nella semplicità. Con l’amore, l’amicizia e il dono gratuiti l’uomo attraversa il ponte che lo separa dagli Dèi e lentamente si avvicina alla contemplazione pura.
Nel mondo occidentale al termine del Secondo millennio, dove la parola felicità sembra appartenere a lontane utopie o a memorie obsolete, questa raccolta di brevi storie porta un messaggio l‘intenso, profondo e di grande senso per tutti,;La pace, la tolleranza, l’interazione tra uomo e natura, temi cari al buddhismo, appaiono oggi quanto mai attuali e si rivolgono a lettori di ogni età e pensiero.
Jātaka (libro delle rinascite) raccolte di storie delle vite anteriori del Buddha. La redazione risale probabilmente al secolo V d.C., i racconti sono certamente più antichi.
Racconti edificanti; la narrazione è piacevole, semplice, vivace, per nulla appesantita dagli intenti morali. La popolarità dei Jātaka è grandissima e l’arte buddhista ha tratto da essi i suoi temi preferiti.
La Conoscenza del Bene e del Male
Autore/i: Bontempelli Massimo
Editore: Editrice C. R. T.
prima edizione, in copertina: Il mito biblico di Adamo ed Eva che nel giardino di Eden sono tratti in tentazione dal serpente (Miniatura del X secolo).
pp. 160, Pistoia
Questo saggio filosofico-storico è destinato a lettori interessati a temi di ordine morale e sociale, ma soprattutto agli studenti ed agli insegnanti della scuola secondaria superiore. Il suo scopo è quello di mostrare come l’archetipica distinzione tra il bene e il male non sia né arbitraria, né artificiosa, né illusoria, ma sia l’oggetto di una conoscenza possibile, le cui condizioni sono diventate inintelleggibili a causa del lato nichilistico del percorso storico-culturale della modernità.
La prima parte è una libera propedeutica alla filosofia morale, che offre una vasta gamma di spunti per la riflessione etica. La seconda parte è una ricostruzione storico-culturale che illustra alcune pietre miliari del percorso definito dall’autore come razionalizzazione irrazionale, cioè di quel percorso che ha potenziato sempre più il dominio della razionalità umana in ambiti di conoscenza sempre più settorializzati, al prezzo di oscurare sempre più i fondamenti etici della convivenza umana.
Ciascun autore scelto come pietra miliare è trattato attraverso un’esposizione sintetica del suo pensiero etico-politico. Autori come Condorcet, Sieyès e Constant sono di cruciale importanza per la comprensione del quadro ideologico della rivoluzione francese e della nascita del liberalismo moderno, ma i manuali di storia e di filosofia dedicano loro solo brevissimi cenni. L’autore mostra come la razionalità emergente in quel periodo abbia contribuito anche ad oscurare le condizioni che rendono possibile la conoscenza del bene. Weber viene introdotto per mostrare dove culmini un determinato processo di razionalizzazione. La terza parte tenta prima di tematizzare le più profonde strutture costitutive dell’orizzonte storico contemporaneo (discutendo criticamente l’ipotesi metafisica heideggeriana e l’epilogo della razionalizzazione razionale), poi di individuare alcuni punti di riferimento per una futura metafisica alla loro altezza. Si tratta di quelle che Platone avrebbe chiamato «le cose di maggior valore» della filosofia.
Massimo Bontempelli è nato a Pisa il 26-1-1946, e si è laureato in questa città in filosofia del diritto. Vive a Pisa, dove insegna storia e filosofia nel locale Liceo classico Galilei.
Come studioso, si è occupato prevalentemente di storia antica e di dialettica platonica e neoplatonica.
Su questi argomenti ha pubblicato, tra l’altro, Antiche civiltà e loro documenti (Trevisini, Milano, 1994), e, in collaborazione con un altro studioso pisano, Fabio Bentivoglio, Percorsi di verità della dialettica antica (SPES, Milazzo, 1996). Profondamente impegnato nella trasmissione del sapere filosofico ai giovani, ha pubblicato, in collaborazione con Fabio Bentivoglio, un manuale di filosofia per i licei, Il senso dell’essere nelle culture occidentali (Trevisini, Milano, 1992). Due dei suoi libri più importanti, scritti insieme al filosofo torinese Costanzo Preve, con il quale ha maturato da tempo una profonda convergenza teorica, sono usciti nella nostra collana «La crisalide»: Nichilismo, verità, storia (CRT, Pistoia, 1997), e Gesù. Uomo nella storia. Dio nel pensiero (CRT, Pistoia, l997).
Introduzione
L’ALBERO DEL GIARDINO DI EDEN
LA MORTE E LA CURA
LA RAZIONALITÀ DEL BENE
I FISIOCRATICI
- Scheda bio-storico-bibliografica: FRANÇOIS QUESNAY
CONDORCET
- Scheda bio-storico-bibliografica: JEAN MARIE CONDORCET
SIEYÈS
- Scheda bio-storico-bibliografica: EMMANUEL SIEYÈS
CONSTANT
- Scheda bio-storico-bibliografica: BENJAMIN CONSTANT
WEBER
- Scheda bio-storico-bibliografica: MAX WEBER
L’EPILOGO DELLA RAZIONALIZZAZIONE IRRAZIONALE
LA METAFISICA DELLA RAZIONALIZZAZIONE IRRAZIONALE
Indice analitico-tematico
Scimmie Cacciatrici – Il Regime Carnivoro all’Origine del Comportamento Umano
Titolo originale: The Hunting Apes
Autore/i: Stanford B. Craig
Editore: Longanesi & C.
prima edizione, premessa e ringraziamenti dell’autore, traduzione di Isabella C. Blum, collana: La Lente di Galileo.
pp. 256, ill. in b/n n.t., Milano
…Le specie che consumano una dieta di elevata qualità nutrizionale (cioè con carne) mostrano un maggiore sviluppo del cervello rispetto a quelle che consumano diete più povere. Questo deve ancora essere dimostrato. Tuttavia, il concetto che una dieta di elevata qualità liberi il metabolismo di un ominide in via di evoluzione così da consentirgli di sviluppare un cervello sempre più voluminoso è estremamente affascinante perché spiegherebbe sia la tendenza verso una maggiore encefalizzazione, sia quella verso l’introduzione di maggiori quantità di carne nella dieta, entrambe effettivamente verificatesi nel corso dell’evoluzione della stirpe umana [p. 58]…
Che cosa ha reso l’uomo la specie di maggior successo sulla Terra? Per molti scienziati la risposta risiede nell’insolita dimensione del cervello umano, responsabile delle capacità di pensare, comunicare, servirsi di utensili e camminare eretti. Craig Stanford offre un’intrigante risposta alternativa fondata su un’osservazione scientifica diretta, condotta sul campo. Per l’autore ciò che ha reso unici gli esseri umani è stata la carne o, meglio, il desiderio di essa, il mangiare, il cacciare e il condividere la carne. Alla luce delle attuali interpretazioni del ruolo dei due sessi nelle società umane l’autore giunge a elaborare l’ipotesi più provocatoria: l’impiego strategico e politico della carne sarebbe all’origine delle società patriarcali. Questo desiderio, condiviso da molti primati, ha indotto i maschi a organizzare battute di caccia e ad avere sulle femmine un potere derivante dalla distribuzione della preda. Per l’autore l’espansione del cervello nel corso degli ultimi 200.000 anni sarebbe stata incentivata dalle capacità richieste dalle strategie di caccia e di condivisione della carne; da queste due attività sarebbero derivati effetti profondi, ancora oggi visibili, sulle strutture sociali. Per illustrare la sua teoria, Stanford non si serve di terminologie astruse né dà sfoggio di dati sperimentali complessi, ma presenta le proprie tesi in modo comprensibile anche al lettore non specialista. Il volume costituisce un prezioso contributo nell’esplorazione delle ipotesi relative all’evoluzione umana.
Craig Stanford è professore di scienze biologiche e antropologia all’Università della California del sud. È anche ricercatore associato nella sezione erpetologica del Museo di storia naturale della contea di Los Angeles. È noto per i suoi studi sul campo sul comportamento, l’ecologia e la biologia della conservazione di scimpanzé, gorilla di montagna e altri animali tropicali, e ha pubblicato più di 140 articoli scientifici e 17 libri sul comportamento degli animali, l’evoluzione umana e la conservazione della fauna selvatica. È noto soprattutto per il suo studio sul campo dell’ecologia predatore-preda di scimpanzé e degli animali che cacciano nel Gombe National Park, in Tanzania, e per il suo studio a lungo termine sul comportamento e l’ecologia di scimpanzé e gorilla di montagna nel Parco nazionale impenetrabile di Bwindi, Uganda.
Premessa e ringraziamenti
Lo stampo indelebile
- La teoria dell’Uomo-Cacciatore rivisitata
- Darwinismo: un campo in espansione
L’Uomo-Cacciatore e altre storie
- Antiche dimore
- I primati come modelli dei primi esseri umani
- Altre origini
- L’anello mancante, non è un anello e non manca affatto
- Primi ominidi, tipi gracili
- L’Uomo-Cacciatore
- Una buona storia
- Adattamenti chiave
La natura delle antropomorfe
- Le quattro grandi antropomorfe
- Il comportamento predatorio delle grandi antropomorfe
La prospettiva dal Pliocene
Le popolazioni di cacciatori
- Condivisione ed egalitarismo
Il fantasma nel gorilla
- Una mente nella foresta
- Intelligenza e caccia
- Cognizione, cooperazione e arti del negoziato
- La condivisione del cibo e le radici della cognizione umana
Il patriarcato della carne
Note
Bibliografia
Indice analitico
Lo Straordinario Potere delle Pietre Preziose
Guida pratica agli usi e alle proprietà terapeutiche, esoteriche, magiche ed astrologiche di 57 pietre preziose
Autore/i: Tuan Laura; Zachariel
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
unica edizione, introduzione degli autori, disegno di copertina di Francesca Sabatini.
pp. 264, illustrazioni b/n, Milano
Quanti conoscono le origini, le caratteristiche, i poteri magici delle pietre preziose? E soprattutto quanti sanno quale pietra si addice loro di più? Questo volume, oltre a fornire utili indicazioni per riconoscere e classificare le pietre preziose, guida a scoprire la pietra personale, come, perché, quando portarla. Infine si potranno conoscere la storia, le caratteristiche, gli aneddoti e le curiosità di 57 meravigliose pietre preziose.
Manuale di Pranologia – Principi • Funzioni • Applicazioni
Autore/i: Giacalone Giovanni
Editore: U. Mursia Editore
unica edizione, presentazione di Nicola Carlone, prefazione di Camillo Cinalli.
pp. 192, 5 disegni e 52 fotografie a colori fuori testo,
In questo volume vengono finalmente esposti in modo accessibile anche al grande pubblico i principi teorici della pranologia; accanto ad essi, inoltre, sono illustrati i risultati conseguiti dall’applicazione di questa nuova scienza nei vari campi (umano, vegetale, inorganico). Tuttavia, pur nella sua semplicità, l’opera espone esaurientemente e con estrema chiarezza le basi scientifiche degli effetti di campo subatomici responsabili dell’aggregazione molecolare e del controllo inerente ai processi biochimici.
Gli incontestabili risultati ottenuti dall’Autore (ed esemplificati nella Parte seconda del volume) aprono una nuova via all’indagine sulla biomateria ed offrono soluzioni nuove e positive a problemi che la medicina tradizionale aveva ritenuto irrisolvibili.
Giovanni Giacalone, nato a Carini (Palermo) nel 1944, si è diplomato nel 1978 dopo aver frequentato corsi specifici di pranologia, ottenendo l’autorizzazione sanitaria all’esercizio professionale. Dal 1984 è docente di pranologia presso il C.I.R.S. (Centro Italiano Radiestesia Sperimentale). La sua attività in campo medico (in collaborazione con Specialisti che controllano l’esito delle sue terapie praniche) è continua e si espleta anche presso cliniche e ospedali. Egli svolge inoltre attività sperimentale nel campo vegetale in collaborazione con agronomi e biologi. Alcuni suoi lavori (Distrofia muscolare progressiva, 1984; Contributo della pranoterapia nella Myasthenia Gravis, 1986) gli hanno valso la nomina a professore presso l’Accademia degli Abruzzi per le Scienze e le Arti (1987). Attualmente è direttore dell’Istituto delle Scienze Alternative ed Avanzate della suddetta Accademia e ricercatore ad honorem presso l’Università di Milano.
Perchè Bodhi Dharma è Partito per l’Oriente?
Autore/i: Yong-Kyun Bae
Editore: Mikado Film
a cura di Cinzia Romani, introduzione dell’autore.
pp. 96, numerose illustrazioni in bianco e nero, Roma
Dall’introduzione dell’autore:
«Tre uomini per i vasti e boscosissimi monti della Corea del Sud: un anziano maestro di Buddhismo Zen, un suo discepolo, ancora insicuro, un orfano.
E intorno a loro, la Natura che li domina con i suoi elementi: l’acqua, il fuoco, la terra, il vento e la luce. Questo semplice scenario basta a Yong-kyun Bae per far sentire la vita come un’avventura interiore e collettiva: i suoi tre personaggi si possono intendere come tre età, o stadi, di un unico uomo sul cammino del vero Essere, della piena armonia, della libertà interiore. Perché abbiamo bisogno di tutta una vita, per scoprire il senso dell’esistenza, per risolverne i problemi? Con questa domanda, il coreano Bae s’immerge nella sua cultura, per creare una parabola di universale validità; la forza spirituale e figurativa del suo film procura, con eloquenti silenzi, un turbamento profondo anche a quegli spettatori ai quali risulti estraneo il modo di vivere coreano, impregnato di buddhismo. Da outsider radicale, Yong-kyun Bae ha lavorato otto anni al suo film, internazionalmente riconosciuto come un capolavoro straordinario, curandone anche la sceneggiatura, i dialoghi, la fotografia, il sonoro, le riprese, la scenografia, il montaggio e la produzione, col forte appoggio di sua moglie, Kyoung-myoung Min, artisticamente attiva, come Bae, nel campo della pittura. […]»
Per Dio la Patria e la Coca-Cola • La Vera Storia (Non Autorizzata) della Bibita più Famosa del Mondo
Finalmente svelata la formula segreta, i retroscena e le incredibili vicende della bibita più famosa del mondo
Autore/i: Pendergrast Mark
Editore: Edizioni Piemme
unica edizione, traduzione italiana a cura di Maria Massarotti, revisione delle note a cura di Elena Fazzini, titolo originale: For God, country and Coca-Cola. The Unauthorized History of the Great American Soft Drink and the Company that Makes it..
pp. 672, numerose fotografie e illustrazioni in bianco e nero fuori testo, Casale Monferrato (AL)
Come è potuto accadere che una banalissima bevanda, contenente più del 99% di acqua zuccherata, sia diventata «l’essenza sublimata» dell’America e di tutta la sua cultura?
Era un ingegnoso farmacista di nome John Pemberton, viveva ad Atlanta nel profondo sud degli Stati Uniti, e si divertiva a inventare pillole, lozioni e sciroppi strani. Nel maggio del 1886, proprio mentre a New York veniva innalzata la Statua della Libertà, nella modesta bottega di Pemberton nasceva la Coca-Cola.
Pemberton non ebbe fortuna, si coprì di debiti e per 550 dollari vendette la Coca-Cola con la sua formula a un astuto commerciante che aveva intuito il valore della bevanda. Vennero gli anni gloriosi dell’inizio secolo: sotto la guida di Asa Candler la Coca-Cola crebbe con una rapidità impressionante fino a diventare il più importante prodotto per i consumatori americani. Il segreto del successo: una pubblicità presente sempre e ovunque, capace di creare tendenze e miti collettivi.
Poi, nel 1923 venne Robert W. Woodruff, l’imperscrutabile «boss» che ha guidato con pugno di ferro la Coca-Cola per oltre sessant’anni. Con la Seconda Guerra Mondiale le truppe americane si portarono al seguito le ormai famose bottigliette panciute che divennero, nel bene e nel male, il simbolo stesso del mito americano.
L’accettazione o il rifiuto della bevanda hanno avuto profonde ripercussioni sugli affari politici ed economici di molte nazioni.
Oggi la Coca-Cola è presente in ogni angolo del pianeta e si può dire che assomigli essa stessa ad una nazione: gli Stati in cui c’è una sede della bevanda sono più di quelli membri dell’ONU, il bilancio consolidato della Compagnia supera quello di molte nazioni ed è stato calcolato che il consumo totale di Coca-Cola nel mondo raggiunge circa 40.000 bibite al secondo.
«Nel libro è riportato l’elenco degli ingredienti e la tecnica per preparare la bevanda. Gli ingredienti non erano del tutto sconosciuti; ciò che rimaneva segreto erano le quantità e soprattutto le famose “7x”, cioè gli ingredienti misteriosi che in altre formule erano racchiuse sotto la voce “aromatizzanti”, senza nessuna spiegazione. Ora Mark Pendergrast precisa grammi, litri, nomi e proporzioni». (Rosa Baldocci, Sorrisi e Canzoni TV)
«Il libro di Mark Pendergrast non è soltanto la storia di una impresa commerciale, ma un affascinante viaggio nel microcosmo di oltre un secolo di storia americana e mondiale, visto attraverso il prisma di una bottiglia ghiacciata di Coca-Cola. Alcuni lettori resteranno ammirati dal ruolo svolto da questa bibita nella nostra cultura e mentalità; altri ne resteranno inorriditi. Ma certo nessuno potrà fare a meno di esserne colpito, o forse di esclamare: gulp!». (E. J. Kahn)
«Un tempo è esistito “il sogno americano”; la Coca-Cola ne è stata il simbolo e il profeta. Il libro di Mark Pendergrast è la storia affascinante non solo della bevanda, ma di tutto ciò che la Coca-Cola rappresenta. Forse questa è la più grande storia americana». (Michael M. Thomas, New York Observer)
Mark Pendergrast è nato ad Atlanta, non distante dalla sede della Coca-Cola, ed è vissuto fino a diciott’anni sulla West Pace Ferry Road, conosciuta da!la gente del posto come «Coca-Cola Row». Dopo aver concluso gli stadi ad Harvard, è diventato un giornalista specializzato in problemi economici e finanziari. Vive a Stowe, nel Vermont.
Dal Folle al Buddha – I Tarocchi : un Percorso alla Scoperta di Sé
Autore/i: Costantini Utsavo
Editore: Edizioni Re Nudo
pp. 160, numerose illustrazioni in bianco e nero, Colle di Val d’Elsa (SI)
Il folle e il Buddha non sono la stessa cosa, ma ambedue si incontrano in noi. La possibilità che il folle possa diventare li Buddha esiste: bisogna mettere ordine. Il folle e il Buddha sono due fasi della nostra crescita e finché non diventiamo consapevoli del folle, della follia interiore, non conosceremo l’armonia interiore del Buddha.
I tarocchi sono uno specchio chiaro e luminoso dove ti puoi riflettere e capire chi sei, cosa cerchi, dove stai andando.
Il viaggio proposto è un itinerario alla ricerca di se stessi.
Approfittando dei simboli racchiusi nelle carte, potrai fare un viaggio nel tuo inconscio, ma non solo.
Il libro è improntato soprattutto sulla meditazione, sulla sperimentazione delle figure dei tarocchi, e vi sono racchiuse molte opportunità per osservarci nella parte più profonda del nostro essere, quella più vera, innocente e incontaminata. Si tratta anche di un manuale di apprendimento per la lettura delle carte a se stessi e agli amici.
Utsavo Maria Grazia Costantini ama, studia, legge e narra i Tarocchi da più di venti anni. È discepola del Maestro spirituale Osho dal 1981. La ricerca interiore è la sua più grande passione.
La Mistica del Buddismo
Autore/i: Jasink Bernardo
Editore: Fratelli Bocca Editori
unica edizione, introduzione dell’autore.
pp. 328, Torino
Queste letture furono fatte alla Biblioteca Filosofica di Firenze nella primavera del 1921. Esse riproducono, in forma alquanto ridotta e modificata, conferenze tenute dall’Autore a Zurigo nel 1920 e pubblicate a Lipsia. L’edizione tedesca non contiene l’ultima lettura, fatta all’Associazione del «Progresso Morale e Religioso» di Firenze e già apparsa sull’organo di quell’Associazione (fascicolo luglio-agosto 1921). [B. J.]
- I. Introduzione
- II. Lo sviluppo religioso in Occidente e in Oriente
- III. Il Buddha come Superuomo. – La sua Dottrina nelle linee generali
- IV. La Sofferenza o il Dolore
- V. Il Buddha e il Mondo di là
- VI. Il Dolore e la Liberazione
- VII. Il Sentiero. – La Disciplina Morale
- VIII. Il Sentiero. – La Meditazione
- IX. Il Sentiero. – La Sapienza superiore e i Poteri magici
- X. La Catena Causale
- XI. L’essenza del Buddhismo
- XII. Il Mahâyâna
- XIII. Il Cristianesimo
- XIV. Riassunto.- Il valore mistico del Buddhismo
La Metafora Freudiana – verso un Cambiamento del Paradigma in Psicoanalisi
Eloquente e provocatorio, persuasivo e sconvolgente, il libro dimostra il grande potere del pensiero metaforico in ambito scientifico e clinico
Autore/i: Spence Jonathan D.
Editore: PSYCHO di G. Martinelli & C.
prefazione di Jerome Bruner, traduzione di Gabriele Noferi, titolo originale: The Freudian methaphor – Toward Paradigme Change in Psychoanalysis.
pp. 224, Firenze
Freud usava intenzionalmente un linguaggio figurato per far capire l’avvenimento psichico in un modo nuovo e convincente.
Tuttavia, mentre la teoria psicoanalitica si è sviluppata, molti hanno perduto di vista la natura metaforica di molti dei suoi concetti centrali.
Spence cerca di ricatturare parte della naturale freschezza freudiana mettendo in guardia contro il tentativo di reificare quello che era solo ipotetico.