Libri dalla categoria Sociologia
Il Medioevo Fantastico – Antichità ed Esotismi nell’Arte Gotica
Titolo originale: Le Moyen Âge Fantastique. Antiquitiés et Exotismes dans l’Art Gothique
Autore/i: Baltrušaitis Jurgis
Editore: Adelphi Edizioni
introduzione di Massimo Oldoni, prefazione dell’autore, traduzione di Fulvio Zuliani e F. Boboli, illustrazioni al tratto dell’autore, in copertina: Miniatura tratta da un codice dell’Apocalisse (Scuola francese del XIII sec.). Bibliothèque de Cambrai.
pp. 386, Milano
Origini e trasformazioni – dall’Oriente estremo fino all’arte gotica e a Bosch – di ciò che fu chiamato il «mostruoso», il «macabro», il «fantastico», il «demoniaco». Un’opera capitale di storia delle immagini – e quindi non solo di storia dell’arte, ma della civiltà.
Simboli della Scienza Sacra
Titolo originale: Symboles Fondamentaux de la Science Sacrée
Autore/i: Guénon René
Editore: Adelphi Edizioni
terza edizione, traduzione di Francesco Zambon, in copertina: Nicola d’Antonio degli Agli, 1480, Biblioteca Apostolica Vaticana.
pp. 404, illustrazioni b/n, Milano
La coppa del Graal e la Lingua degli Uccelli, il loto e la rosa, lo Zodiaco e il Polo, la montagna e la caverna, la cupola e la ruota, l’Albero del Mondo e l’Albero della Vita, il ponte e i nodi, il cuore e il granello di senape, la Tetraktys e la bevanda dell’immortalità, l’uovo del Mondo e le porte solstiziali, la Terra Santa e la Città divina – sono questi, e molti altri, i «simboli della Scienza sacra» di cui Guénon ci svela e rivela i molteplici significati in questo libro insostituibile.
Beowulf
Il testo piú importante della letteratura anglosassone.
Autore/i: Anonimo
Editore: Giulio Einaudi Editore
testo originale a fronte, a cura di Ludovica Koch, con un saggio introduttivo, bibliografia e commento, in copertina: Paolo Uccello, San Giorgio uccide il drago (particolare).
pp. LIII-284, cartina b/n, Torino
Questo poema senza nome d’autore e senza titolo, di datazione incerta (VII secolo?), è il più antico testo poetico lungo, scritto in un volgare europeo. È l’unica epica compiuta delle letterature germaniche antiche.
È il testo più importante e ricco della letteratura anglosassone. Ed è il solo poema al mondo interamente dedicato a uno dei temi mitici più antichi e universali: il combattimento tra un uomo e un mostro. In poco più di tremila versi il poema racconta la strenua lotta di un giovane di nome Beowulf con un drago devastatore e assassino, intersecando elementi mitici, favolistici, leggende eroiche e fatti storici documentabili e datati. Un racconto di forte fascinazione che mette al centro della narrazione la paura e il desiderio dell’imprevedibile e nello stesso tempo l’impossibilità da parte dell’uomo di controllarlo e adattarlo alla propria ragione.
Poesie Amorose Poesie Teologiche
Autore/i: Donne John
Editore: Giulio Einaudi Editore
cura, introduzione e traduzione di Cristina Campo
pp. 128, Torino
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema alla ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a destarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu cosí vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti parve
meglio per me non sognar tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Virginia Woolf ha notato come la qualità che piú avvince in Donne non sia tanto il significato, pur carica com’è di significato la sua poesia, quanto l’esposione con la quale egli rompe nel discorso. «Ogni prefazione, ogni parlamento è consumato, egli piomba nella poesia per la via piú breve», come un amante salta dalla finestra in una stanza, chiudendo fuori tutto il resto: epoca, luogo, universo. Ci arresta con un gesto «Stand still… Ferma… comanda. E fermarci dobbiamo». Il ciclo dei suoi poemi d’amore per Anne More ci ricorda quello, di poco piú tardo, delle scene familiari di Rembrandt e Saskia. Conosciamo ogni mobile delle loro stanze, ogni riflesso delle loro finestre, ogni bagliore dei calici in cui brindano, ogni piega dei cortinaggi del loro letto, ma del mondo esterno non si curano di dirci nulla. (Dall’introduzione di Cristina Campo)
Eclissi dell’Intellettuale
Autore/i: Zolla Elémire
Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani
terza edizione, collana: Portico Critica e Saggi.
pp. 232, Milano
L’uomo massa è un giocatore d’azzardo, figlio della società industriale. Vive in uno stato irreale di torpore e di incubo e accetta i fatti collettivi come i comportamenti individuali intessuti nella vita quotidiana senza più avvertirli. Una fondamentale indifferenza regna fra persona e persona, perché ormai i moti generali e quelli particolari sono coordinati da forze esterne, per lo più anonime. L’uomo ha perduto il gusto diretto del vivere, e tuttavia lo cerca disperatamente. Partendo dalle strutture del mondo industriale, Elémire Zolla interpreta lo stato della letteratura e delle arti dal romanticismo all’astrattismo, insieme a tutta la condizione moderna. I movimenti generali vengono infatti sempre ricondotti alla situazione della società e alle modificazioni che ne subisce l’uomo, centro e paradigma di questi saggi. Con una scrittura chiara, che va diretta all’essenziale, qui all’uomo meccanizzato si contrappone l’uomo profondo. E la riflessione vuol insegnare a svegliarsi dalla forza delle abitudini e dalla passività, riprendendo con il reale un contatto efficace. Soccorso dall’ironia o dall’amore della vita, l’uomo deve riconquistare la capacità di decidere pacatamente lui stesso i suoi atti e ritrovare quel senso della « festività » che è la libertà spirituale. Elémire Zolla si era rivelato come narratore vincendo il premio Strega opera prima nel 1956 con Minuetto all’inferno, un romanzo deliberatamente speculativo. I saggi di Eclissi dell’intellettuale, imprevedibili nelle esemplificazioni quanto inediti nei sondaggi, ripensando con originalità la moralistica contemporanea, da Croce a Gramsci, da Musil alla Weil e a Adorno, s’inseriscono ora in un clima europeo. Sono i problemi del nostro sopravvivere in quanto uomini liberi.
Architettura e Comunicazione – Preceduta da Elementi di Analisi del Linguaggio Architettonico
Autore/i: Koenig Giovanni Klaus
Editore: Libreria Editrice Fiorentina
pp. 286, Firenze
Sommario:
Nota introduttiva
Elementi di analisi del linguaggio architettonico
- Introduzione
- Segno e linguaggio: definizioni generali
- Perché l ’architettura è linguaggio
- L ’articolazione del linguaggio architettonico
- I segni costitutivi dell ’architettura
- Permanenza ed emergenza del linguaggio architettonico
- Semantica, sintattica e pragmatica
Bibliografia ragionata dei testi citati
Il processo comunicativo nell’architettura
Nota sui codici lessicali adottati
- Architettura e comunicazione
- L’emittente del segnale
- Codici e lessici
- Il segnale
- Il canale
- Il segnale fisico
- Il rumore fisico
- Il ricettore
- Il messaggio significante
- Codici e lessici del ricettore
- Il rumore semantico
- Il destinatario
- Il messaggio significato
- Il triangolo di Ogden e Richards nel linguaggio arcaico
Note bibliografiche
Indice dei nomi
La Mia Ricerca degli Assoluti
Titolo originale: My Search for Absolutes
Autore/i: Tillich Paul
Editore: Ubaldini Editore
unica edizione, introduzione di Ruth Nanda Anshen, con disegni di Saul Steinberg, traduzione di Giuseppe Sardelli.
pp. 108-VI, numerosi disegni b/n, Roma
La mia ricerca degli assoluti è un’autobiografia spirituale unica e, nello stesso tempo, il risultato di una collaborazione unica.
Ecco l’autobiografia intellettuale di Paul Tillich la cui ricerca della verità, della realtà e del significato di Dio, durata tutta la vita, sta alla vera e propria radice della rivoluzione ecumenica ed esistenziale dei nostri tempi. In La mia ricerca degli assoluti Tillich esplora, a un livello personale, le fonti delle sue idee, il rapporto della sua vita con il suo pensiero, l’emergere delle sue convinzioni… Discute, entro lo schema di una vita, questioni fondamentali come «Assoluto e Relativo nell’Incontro dell’Uomo con la Realtà», «Assoluto e Relativo nelle decisioni morali», «Assoluto e Relativo nella Religione» e la ricerca da parte dell’uomo di un significato ultimo.
La mia ricerca degli assoluti sarebbe di per sé un libro di grande valore e importanza, l’ultima opera principale di una figura fuori del comune. Ma, in aggiunta, è il risultato di una rara sintesi tra un grande filosofo-teologo e un grande artista. Perché Paul Tillich e Saul Steinberg erano amici intimi e reciprocamente ammiratori entusiasti delle loro opere. Per questo Steinberg ha dato un’interpretazione figurativa analogica della teologia di Tillich. Le idee di Steinberg riflettono graficamente una concezione dell’universo e dell’uomo in chiave con il pensiero stesso di Paul Tillich, e apportano una ulteriore dimensione di comprensione a La mia ricerca degli assoluti.
Paul Tillich è nato in Prussia nel 1886. Insegnò filosofia e teologia nelle università di Marburgo, Dresda, Lipsia e Francoforte. Venuto in aperto conflitto col Nazismo – era a capo del Movimento Socialista religioso – fu costretto nel 1933 a emigrare negli Stati Uniti. Dal 1933 al 1955 insegnò nell’Union Theological Seminary di New York, quindi nella Chicago University. È morto il 22 ottobre 1965.
Le Scomode Figlie di Eva – Le Comunità Cristiane di Base si Interrogano sui Percorsi di Ricerca delle Donne
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni com nuovi tempi
pp. 160, Roma
Scomode sono le donne quando rimettono in discussione ruoli precostituiti e mistificanti, paradigmi culturali e certezze dogmatiche, «poteri» consolidati. Scomodi, perché complessi e non pacifici, sono i loro percorsi di ricerca.
Nella società, sono i saperi e e le pratiche fondate sul principio dell’autodeterminazione e sulla nuova categoria della differenza.
Nelle chiese, è il processo di affermazione della donna come soggetto di fede non per avere un “ruolo” in una gerarchia sacrale, che esse comunque contestano, ma perchè la Parola di Dio sia detta anche con la parola delle donne e perchè i gesti «sacri» diventino gesti di tutte e di tutti nel popolo di Dio.
Questi percorsi attraversano, non solo da oggi ma oggi in modo più consapevole, anche la prassi di fede e la riflessione teologica delle comunità cristiane di base: questo libro ne è la testimonianza.
Diario di una Giurata Popolare al Processo delle Brigate Rosse
Autore/i: Aglietta Adelaide
Editore: Milano Libri Edizioni
prefazione di Leonardo Sciascia, collana: Prima pagina.
pp. 160, illustrazioni b/n, Milano
Adelaide Aglietta, torinese, trentotto anni, è entrata nei Partito radicale nel 1974. Dopo aver militato per mi anno nel CISA per la depenalizzazione e la liberalizzazione dell’aborto e poi nel Partito radicale del Piemonte, è stata capolista radicale a Torino nelle elezioni del SO giugno 1976. Nel novembre successivo è stata eletta segretaria nazionale del partito, carica che le è stata riconfermata per il 1978 al Congresso di Bologna.
Estratta a sorte, nel marzo 1978, come giurata popolare nel processo di Torino alle Brigate Rosse, ha accettato l’incarico dopo che si erano verificati più di cento rifiuti da parte di altrettanti cittadini. Adelaide Aglietta è stata dunque il primo segretario di partito a partecipare aduna giuria popolare: il suo diario nasce da quest’esperienza al confine del lavoro politico e della vita privata, fra le tensioni e contraddizioni che il ruolo di giudice popolare, soprattutto in un processo politico, non può non creare. Attualmente è tesoriere nazionale del partito.
Gli Inni Cosmici dei Veda
Titolo originale: «The Vedic Experience – Mantramañjarī Part VII: Twilight»
Autore/i: Panikkar Raimon
Editore: Rizzoli
prima edizione, edizione italiana a cura e traduzione dall’inglese di Milena Carrara Pavan.
pp. 148, Milano
Questa breve antologia costituisce la settima e ultima parte dell’opera I Veda, una traduzione dei passi più significativi e pregnanti delle Sacre Scritture degli hindū curata da Panikkar e pubblicata in questa stessa collana. Pur indirizzata principalmente a un uso liturgico, essa è tuttavia essenziale per comprendere il mondo vedico, il senso di solidarietà cosmica, fratellanza universale e unione con il divino custodito come un tesoro segreto nel “tempio interiore” di ciascun uomo.
Gli inni cosmici ci guidano alla scoperta di una Verità estranea alla speculazione filosofica e concepita in termini di adorazione, devozione e invocazione religiosa. Un’apertura alla preghiera centrata su due grandi temi, l’alternarsi delle stagioni e il sorgere e il calar del sole, che scandiscono la vita degli uomini e rappresentano il ritmo stesso dell’universo.
Raimon Panikkar, uno fra i maggiori pensatori della nostra epoca, ha tenuto corsi di storia e filosofia nelle principali università d’Europa, India e Stati Uniti.
Tra la Parola e l’Immagine – L’Encomio e la Catechesi • la Catechesi – Epitafio per la Madre di Teodoro Studita
Contiene il testo critico della Catechesis – epitaphius in matrem suam
Autore/i: Pignani Adriana
Editore: M. D’Auria Editore
unica edizione, prefazione dell’autrice, in copertina: Frammento di affresco con la testa diun santo, (XI-XII sec.), Monastero di Monte Papikion.
pp. 264, Napoli
Sommario:
Abbreviazioni bibliografiche
Prefazione
I. L’encomio
- L’ideologia dell’encomio
- Le metodiche dell’encomio
- I kephalaia
- L’encomio cristiano
- L’immagine
II. La catechesi
Premessa
- Il testo e la sua storia
- Il genere, i generi
- I tèmi
Theodori Studitæ
Catechesis – Epitaphius in matrem suam
Teodoro Studita
Catechesi – Epitafio per madre
Indici
Index verborum notabilium
Index nominum
Index locorum in apparatu
Indice degli autori moderni
Evoluzione del Cervello e Creazione dell’Io
Titolo originale: «Evolution of the Brain: Creation of the Self»
Autore/i: Eccles John C.
Editore: Armando Editore
prefazione di Sir Karl R. Popper, introduzione dell’autore, traduzione di Leonardo Lopiano, Lucia Moriondo, supervisione di Piergiorgio Strata.
pp. 344, illustrazioni b/n, Roma
La conoscenza del cervello umano, l’esplorazione sistematica dei suoi meccanismi e del suo funzionamento, la scoperta dei suoi segreti e delle sue potenzialità: uno scienziato del cervello guida il lettore in uno dei viaggi più affascinanti, seguendo un itinerario di cui egli stesso, attraverso mezzo secolo di studi e di ricerche, ha segnato i punti di riferimento.
Il libro non è un trattato di fisiologia del cervello, pur potendone costituire l’introduzione più efficace e suggestiva. Esso batte, piuttosto, la via dei filosofi della scienza, cercando una chiave interpretativa che dia accesso all’enigma più profondo dell’essere umano: il passaggio dagli aspetti puramente fisiologici del cervello alla coscienza e al pensiero. Seguendo la storia evolutiva del cervello degli ominidi, Eccles ricostruisce l’origine e i vari livelli del linguaggio, le caratteristiche dell’affettività, della creatività artistica, dell’apprendimento e della memoria, il rapporto tra l’Io e il suo cervello, l’evoluzione culturale dell’uomo.
John C. Eccles, Premio Nobel nel 1963, è uno dei più prestigiosi scienziati e pensatori del nostro secolo. Nato in Australia, è stato allievo di Charles Sherrington in Inghilterra con il quale ha collaborato per molti anni. Professore di Fisiologia ad Otago (Nuova Zelanda) dal 1944 al 1951, ha poi fondato all’Australian National University di Camberra una delle più prestigiose scuole di neurofisiologia. Nel 1966 si è trasferito all’lnstitute for Biomedicai Research dell’American Medicai Association di Chicago e nel 1968 alla State University di New York a Buffalo come Professore di Fisiologia e Biofisica. Tra le innumerevoli pubblicazioni ricordiamo in queste edizioni: Affrontare la realtà. Le avventure filosofiche di uno scienziato del cervello; La meraviglia di essere uomo; (con K. R. Popper) L’Io e il suo cervello (3 volumi).
Statistica per la Ricerca Sociale
Titolo originale: Social Statistics
Autore/i: Blalock jr. Hubert M.
Editore: Società Editrice Il Mulino
premessa dell’autore, traduzione di Vittorio Mortara.
pp. 736, illustrazioni b/n, Bologna
Una delle caratteristiche di maggior rilievo riscontra nei più recenti sviluppi delle scienze sociali – dalla psicologia alla sociologia, dall’economia alla scienza politica – è la crescente utilizzazione di analisi quantitativa, con largo impegno di tecniche statistiche sempre più raffinate. Frutto di una vasta esperienza di ricerca e di insegnamento, questo testo di statistica è stato scritto specificamente per studiosi e ricercatori nel campo delle scienze sociali. Rispetto ai manuali tradizionali di statistica generale presenta due caratteristiche che lo valorizzano in modo particolare: nella sua impostazione di fondo si riallaccia specificamente alle premesse metodologiche proprie delle scienze sociali, mentre nello sviluppo della materia dà largo spazio agli aspetti che più da vicino interessano gli scienziati sociali, comprese certe applicazioni «di frontiera» elaborate dallo stesso Blalock.
Hubert M. Blalock jr. insegna sociologia alla North Carolina University, a Chapel Hill (N. C.). In precedenza aveva insegnato alla Yale University, occupando un posto di rilievo nel Dipartimento di sociologia. È autore di numerosi contributi metodologici, di logica e statistica, e ha condotto ricerche nel campo delle relazioni fra gruppi etnici e della stratificazione sociale. Oltre a questo volume ha di recente pubblicato un testo avanzato di metodologia della ricerca sociale («Methodology in Social Research», New York, McGraw-Hill, 1968) e un volume che riassume su piano teorico i risultati di parte della sua attività di ricerca («Toward a Theory of Minority Groups Relations», New York, Wiley, 1967). In lingua italiana è stato di recente tradotto un suo testo su «L’analisi causale in sociologia» (Padova, Marsilio, 1967).
Poetiche della Creatività – Un Saggio Interculturale sulle Teorie della Letteratura
Titolo originale: Comparative Poetics. An Intercultural Essay on Theories of Literature
Autore/i: Miner Earl
Editore: Armando Editore
prefazione di Michael Jakob, premessa e introduzione dell’autore, nota e traduzione di Gian Paolo Castelli.
pp. 352, Roma
Se la letteratura comparata, secondo quanto preconizzato da René Etiemble, non può in definitiva che condurre alla poetica comparata, questo libro di Earl Miner costituisce esattamente il primo tentativo di raggiungere tale ambizioso obiettivo. Frutto di anni di studio e di insegnamento dell’autore negli Stati Uniti e in Asia, esso affronta da un punto di vista interculturale le teorie dei principali sistemi poetici occidentali e orientali, e in particolare di quello occidentale-europeo, cinese e giapponese. Le “poetiche originative” di tali culture vengono discusse in relazione ai loro tre generi di fondazione: il dramma, la lirica e la narrativa, facendo così emergere alcune caratteristiche comuni a questi tre generi nelle differenti culture, ma anche divergenze e sfumature. Senza risparmiare esplicite polemiche nei confronti di alcune correnti critiche del Novecento, Miner avanza le sue proposte sulla poetica comparata. Ma il suo merito principale risiede soprattutto nel fatto che vediamo in esso schiudersi la complessità e la bellezza delle letterature orientali, troppo spesso ignorate dal nostro eurocentrismo dominante. Alle numerose versioni dei drammi di Anfitrione e di Don Giovanni, ad esempio, vediamo così affiancato il nō giapponese Matsukaze; insieme alle liriche di Donne e della Dickinson, leggiamo quelle cinesi del Libro delle poesie o altre tratte dalle principali raccolte imperiali giapponesi; e accanto ai romanzi di James o di Twain troviamo la Storia dei tre regni cinese o il capolavoro della letteratura giapponese, Storia dei Genji. Il libro affronta inoltre alcune problematiche fondamentali (come il concetto stesso di poetica comparata, il dualismo realtà/finzione e il relativismo culturale), senza una chiara visione delle quali ogni discussione letteraria, e a maggior ragione se condotta da un punto di vista comparativo, rimane inevitabilmente confusa o falsata da pregiudizi.
Earl Miner è nato nel 1917. È professore di Inglese e Letteratura Comparata presso l’Università di Princeton. Ha pubblicato, in collaborazione con Hiroko Odagin e Robert E. Morrell, The Princeton Companion to Classical Japanese Literature e ha tradotto, con H. Odagin, The Monkey’s Straw Raincoat and Other Poetry of the Bashō School. Ha pubblicato, inoltre, The Restoration Mode from Milton to Dryden ed ha curato i testi Literary uses of Typology from thè Late Middle Ages to the Present e Principles of Classical Japanese Literature.
Linguaggio e Comportamento Sociale
Titolo originale: Language and Social Behaviour
Autore/i: Robinson W. Peter
Editore: Società Editrice Il Mulino
unica edizione, presentazione e cura di Bruna Zani, traduzione di Carla Bazzanella.
pp. 268, Bologna
Questo volume affronta il problema del rapporto tra linguaggio e comportamento sociale secondo una prospettiva d’analisi psicosociologica, focalizzando l’attenzione sul modo in cui il linguaggio viene usato per comunicare significati ad altre persone e su cosa sono questi significati. il pregio maggiore consiste nell’aver sviluppato un quadro concettuale di riferimento che permette di analizzare sia la struttura che le funzioni del linguaggio, elementi entrambi necessari per capire come il linguaggio operi nel contesto sociale. Nei capitoli centrali del libro l’autore esamina in dettaglio quelle funzioni del linguaggio che sono particolarmente rilevanti per il comportamento sociale: caratterizzare gli stati emotivi dell’emittente; essere un indicatore della personalità e dell’identità sociale degli interlocutori; definire le relazioni di ruolo; regolare i rapporti interpersonali (insieme a fattori non verbali, para ed extra linguistici). Nella parte conclusiva del volume si affronta un tema di particolare interesse che riguarda i rapporti tra classi sociali, linguaggio e socializzazione, su cui vengono forniti contributi originali nell’ambito della teoria di Bernstein.
W. Peter Robinson, «Professor of Education» all’Università di Bristol, ha condotto una serie di ricerche raffinate e puntuali sull’uso del linguaggio nelle diverse classi sociali, esaminando in particolare il comportamento verbale dei bambini e delle madri in situazioni di dialogo. È autore di numerosi saggi apparsi su riviste specialistiche di livello internazionale. Ultimamente si è dedicato all’analisi di come si sviluppano nel bambino le capacità di comunicazione basate sul linguaggio. Assieme a S. Rackshaw ha pubblicato nel 1972 A Question of Answers.
Presentazione
- I. Introduzione
- II. Funzioni del linguaggio
- III. Descrizione delle funzioni del linguaggio
- IV. Caratteristiche dell’emittente: caratterizzazione degli stati emotivi
- V. Caratteristiche dell’emittente: caratterizzazione della personalità e dell’identità sociale
- VI. Caratterizzazione della relazione di ruolo
- VII. Regolazione degli incontri e incontri come regolatori
- VIII. Classe sociale e linguaggio
- IX. Classe sociale, linguaggio e socializzazione
- X. Conclusioni
Indicazioni bibliografiche per ulteriori approfondimenti.
Tendenze della Psicologia Sociale Contemporanea
Titolo originale: Theories in Social Psychology
Autore/i: Deutsch Morton; Krauss Robert M.
Editore: Società Editrice Il Mulino
prefazione degli autori, traduzione di B. Zani Gemelli.
pp. 336, illustrazioni b/n, Bologna
Questo libro intende offrire un panorama aggiornato ed esauriente delle idee più significative apparse ne campo della psicologia sociale nel contesto degli orientamenti teorici da cui sono emerse. Sulla base dei metodi di ricerca impiegati e dei più importanti risultati scientifici ottenuti, gli autori esaminano sistematica-mente cinque fondamentali prospettive teoriche, con intenti sia descrittivi che critici: la teoria della «Gestalt», la teoria di campo, la teoria del rinforzo, la teoria psicanalitica e la teoria del ruolo, a cui vanno ricondotti i contributi di autori come Asch, Heider, Lewin, Festinger, Dollard e Miller, Bandura e Walters, Skinner, Thibaut e Kelley, Freud, Erikson, Kardiner, Parsons, Adorno e Frenkel-Brunswik, Rokeach, Mead, Merton, Goffman.
Morton Deutsch ha insegnato per vari anni psicologia e pedagogia all’Università di Columbia. Attualmente è presidente della Psychological Association dello stato di New York. È stato anche presidente, per il settore Personalità e Psicologia sociale, dell’American Psychological Association.
Robert M. Krauss è professore di psicologia al Livingston College di Rutgers ed ha condotto studi di ricerca in psicologia sociale presso i Bell Telephone Laboratories di Murray Hill dal 1958 al 1966.
I Volti di Gesù
«Geza Vermes è lo studioso che ha fatto più di ogni altro per restituirci il mondo ebraico del primo secolo.» (A. N. Wilson)
Autore/i: Vermes Geza
Editore: Bompiani
unica edizione, prologo dell’autore, traduzione di Alessio Catania.
pp. 354, 1 cartina b/n f.t., Milano
Un ritratto del Gesù “storico” tracciato da uno tra i massimi studiosi mondiali di cultura semitica.
Come è avvenuta la trasformazione di una oscura figura di profeta palestinese nel Salvatore celeste della tradizione cristiana? In che modo i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le lettere di san Paolo riflettono la verità storica di fatti avvenuti duemila anni fa? E in che misura il Cristianesimo rappresenta, nei secoli, la religione realmente predicata e praticata da Gesù? Procedendo a ritroso, dal “moderno” Vangelo di Giovanni fino ai racconti dei tempi più remoti, Geza Vermes legge i testi antichi come se fossero testimonianze storiche, rivelandoci la figura nascosta di Gesù che si nasconde sotto la tradizione della letteratura cristiana.
Geza Vermes raccoglie in questo saggio di straordinaria chiarezza, destinato a un pubblico di non specialisti, i risultati di una vita dedicata alla ricerca.
Geza Vermes è nato in Ungheria nel 1924 in una famiglia di origini ebraiche; ha ricevuto un’educazione cattolica e ha preso gli ordini religiosi per poi successivamente ritornare alle proprie radici ebraiche. Ha studiato a Budapest e a Lovano dove nel 1953 ha presentato una tesi di dottorato sui Manoscritti del Mar Morto. Dal 1957 al 1991 ha insegnato in Inghilterra, nelle Università di Newcastle e di Oxford. Le sue ricerche pionieristiche sulla figura storica di Gesù e sui Manoscritti del Mar Morto sono considerate fondamentali e hanno reso possibile la creazione della prima cattedra di Studi ebraici a Oxford. Tra le opere di Vermes tradotte in italiano, ricordiamo Gesù l’ebreo (1983).
Terracarne – Viaggio nei Paesi Invisibili e nei Paesi Giganti del Sud Italia
Autore/i: Arminio Franco
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 360, Milano
“La paesologia è una via di mezzo tra l’etnologia e la poesia. Non è una scienza umana, è una scienza arresa, utile a restare inermi, immaturi. La paesologia non è altro che il passare del mio corpo nel paesaggio e il passare del paesaggio nel mio corpo. È una disciplina fondata sulla terra e sulla carne. È semplicemente la scrittura che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo.” La paesologia è la scienza di Franco Arminio. Una scienza inafferrabile eppure concretissima, umorale ma a modo suo esatta. Una disciplina in cui si fondono poesia e geografia: la poesia di una scrittura limpida e visionaria, lavorata col puntiglio e la cura propri della grande letteratura; la geografia del nostro Sud. Arminio gira per i paesi della sua Irpinia, per quelli della Lucania e della Daunia (i paesi invisibili) e della cintura napoletana (i paesi giganti), sconfina in Molise, in Abruzzo, in Salento, si allontana fino alle Marche e al Trentino, e ovunque applica il suo metodo, mette in pratica il suo particolare modo di attraversare i territori e di raccontarli. Il suo sguardo non trascura nulla: le piazze, le strade, i bar, i cimiteri, i paesaggi più sublimi e gli scempi della modernità, lo sfinimento e la desolazione, i lampi e gli slanci. Ne viene fuori un referto preciso e accorato della situazione del Mezzogiorno d’Italia. Un referto che – e questa è una delle singolarità del “metodo Arminio” – prevede annotazioni anche su chi la visita la fa: sull’autore stesso e il suo io errante. E la diagnosi è spietata, però mai cattiva, lucida e al tempo stesso utopica. Perché i luoghi marginali, i paesi più appartati, che Arminio ha eletto come nessun altro a luogo di indagine e di ispirazione, sono anche quelli dove si può meglio immaginare un nuovo modo di abitare il mondo, prendendo atto una volta per tutte che il centro è rotto e non ha visioni del futuro. Con questo libro mite e appassionato, Arminio sembra dirci che se il Sud una volta era oppresso dai “galantuomini”, adesso va difeso dalla congiura dei deboli che hanno deciso di affossare l’innocenza e conservare l’avarizia, di taglieggiare l’immaginazione e tutelare la sfiducia. La paesologia diventa allora anche una nuova forma della politica, un modo di resistere allo sgretolamento del presente e di prepararsi al furore del tempo venturo.
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato Viaggio nel cratere (Sironi 2003), Circo dell¿ipocondria (Le Lettere 2007), Vento forte tra Lacedonia e Candela (Laterza 2008, premio Napoli), Nevica e ho le prove (Laterza 2009), Cartoline dai morti (Nottetempo 2010, premio Dedalus), Oratorio bizantino (Ediesse 2011), oltre a sei raccolte di versi. È anche documentarista e animatore di battaglie civili, come quella contro l’installazione di una grande discarica sulle alture del Formicoso. Di recente è uscito con Deriveapprodi un film sul suo lavoro intitolato Di mestiere faccio il paesologo. Collabora con diverse testate locali e nazionali come “il manifesto”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Corriere del Mezzogiorno” e sulla rete anima il blog della paesologia “Comunità provvisorie”.
Lombardi e il Fenicottero
Autore/i: Patrignani Carlo
Editore: L’Asino d’oro edizioni
pp. 204, illustrazioni b/n, Roma
Obiettivo del libro è recuperare l’immagine di un politico atipico, eretico, che per onestà, coerenza, genialità, immaginazione, lungimiranza, fu portatore di un’identità umana assolutamente diversa rispetto alla idea di una politica ridotta a pura gestione del potere, lontano com’era dalle logiche opportunistiche. Ma non solo. Il libro ripropone anche la figura di Ena Viatto, il Fenicottero del titolo, staffetta partigiana, la compagna di Lombardi, la quale ebbe un ruolo importante nella vita dell’Ingegnere socialista che, come sin dal 1984 ebbe a dire uno dei migliori sindacalisti della Cgil degli anni ’80.
Il libro non vuole essere il classico, tradizionale ricordo postumo ma la riproposizione di uno dei politici italiani più ammirati e meno seguiti per la sua aticipità, originalità, eresia, tipicamente non italiana.
La sua attenzione, vicinanza e comprensione senza appiattimenti e condanne, di quanto in quegli anni ribolliva nel mondo giovanile, studentesco ed operaio ma anche nel mondo femminile, ne hanno fatto uno dei punti di riferimento affidabili ed insostituibili, un argine solido alla violenza, anche verbale: la sua prassi politica, la non-violenza, non è stata affatto rinuncia alla contestazione dell’esistente, dello status quo, tutt’altro.
Lombardi per tanti, tantissimi giovani di ogni epoca, è stato il faro per orientarsi, un uomo di cui ci si poteva fidare a occhi chiusi: non ha vinto, quanto a consensi e voti, ma non è stato sconfitto dalla storia: il suo riformismo rivoluzionario non è finito sotto le macerie del Muro di Berlino come il comunismo. Il suo rammarico, la sua amarezza mai taciute ma sempre ribadite sono state la mancata ‘rivoluzione democratica e liberale’ nel passaggio dal ventennio fascista alla Repubblica, quando alla Costituente fu tolto il compito di legiferare, cioè intervenire per riformare, quando all’epurazione si preferì l’amnistia, quando ancora si inserirono i Patti Lateranensi nella Costituzione.
Carlo Patrignani, è nato a Roma il 24 maggio 1953, laureato in Scienze Politiche con una tesi in Diritto del Lavoro, dal gennaio 1977 al luglio 1979 è stato al settimanale della Cgil “Rassegna Sindacale”, per passare poi all’Ufficio Stampa della Filcea-Cgil fino al marzo 1983. Ha collaborato alla rivista specializzata “Lavoro Informazione”, fondata dal giuslavorista Gino Giugni. Dal primo marzo 1985 è all’Agenzia Giornalistica Italia di Roma. Professionista dal giugno 1987, è inviato speciale dal 1992. Cronista sindacale ed economico, dal 1997-1998 si è occupato dei fatti di cronaca, soprattutto nera, con particolare attenzione al fenomeno degli omicidi e suicidi in famiglia, e relativi risvolti in ambito psichiatrico, guiridico e sociale. Ha allargato, quindi, i suoi interessi alla genetica, alle neuroscienze, alle scoperte scientifiche in medicina, alla sanità in generale. Conta numerose collaborazioni a quotidiani, settimanali e riviste specializzate nonché la conduzione di programmi per televisioni private.
Aristotele Detective
Titolo originale: Aristotle Detective
Autore/i: Doody Margaret Anne
Editore: Sellerio Editore
nota di Emanuele Ronchetti, postfazione di Beppe Benvenuto, traduzione di Rosalia Coci.
pp. 464, Palermo
«Ascoltami, o musa Clio, e aiutami nella stesura di questa storia…. Io, Stefanos, figlio di Nichiarco, cittadino di Atene, intendo esporre qui le strane e terribili avventure che mi capitarono nel primo anno della 112ª Olimpiade. Si vedrà così come un uomo della mia casa fu calunniato, come fu riconosciuto innocente, e come un malvagio fu consegnato alla giustizia, per opera degli Dei onnipotenti…».
Senza Aristotele niente Sherlock Holmes. È questa, verosimilmente, l’idea alla base di questo giallo investigativo. Il metodo del tipo di detective alla Sherlock Holmes – di enumerare indizi, trarne ipotesi, dedurne nuovi particolari, sino alla spiegazione del delitto e la scoperta conseguente del colpevole – non sarebbe stato possibile se non applicando il metodo dimostrativo della logica aristotelica al crimine. Stefanos, un simpatico giovanetto dell’Atene del IV secolo, dunque, guidato dallo Stagirita che non si muove di casa come Nero Wolfe, indaga sull’assassinio di un ricco oligarca, di cui è accusato ingiustamente il cugino, esule per un precedente errore. Al primo omicidio, ne segue un secondo, e tra colpi di scena, travestimenti, testimonianze reperite avventurosamente, Aristotele alla fine scioglie l’enigma e consente al giovane di smascherare il vero assassino. Ma Aristotele detective è qualcosa di più dello stratagemma curioso per un giallo giudiziario e dimostrativo di taglio classico e denso intreccio. È una specie di esperimento. La scrittrice, Margaret Doody, studiosa di letteratura comparata in una università americana, e convinta di una certa ipotesi sulla nascita del genere romanzesco, vi ha voluto provare l’adattabilità del mondo della Grecia antica (ricostruito con fedeltà filologica e storica) alle emozioni, alle psicologie, alle peripezie del romanzo moderno.
Margaret Anne Doody, canadese, è professore di letteratura comparata. I romanzi con Aristotele detective, sono diventati caso letterario anche per l’esattezza dell’ambientazione storica: Aristotele detective (del 1978 e pubblicato da questa casa editrice nel 1999), Aristotele e il giavellotto fatale (2000), Aristotele e la giustizia poetica (2001) (ora raccolti nel volume del 2010 Aristotele detective. I primi casi), Aristotele e il mistero della vita (2002), Aristotele e l’anello di bronzo (2003), Aristotele e i veleni di Atene (2004), Aristotele e i Misteri di Eleusi (2006), Aristotele e i delitti d’Egitto (2010), Aristotele e la favola dei due corvi bianchi (2012), Aristotele nel regno di Alessandro (2013), Aristotele e la Casa dei Venti (2018), Aristotele e la Montagna d’Oro (2021). Il romanzo Gli alchimisti e il saggio La vera storia del romanzo sono stati pubblicati nel 2002 e nel 2009.