Libri dalla categoria Piramidi
Verso il Tramonto
Titolo originale: Reise in die Abenddämmerung
Autore/i: Yeshilöz Yusuf
Editore: Tranchida Editori
traduzione dal tedesco di Claudia Zonghetti.
pp. 176, Milano
IL ROMANZO DEI CURDI: «Beato è colui che può dire di essere turco» si legge nel cartello che i profughi si lasciano alle spalle abbandonando Istambul.
Haso e Fate sono marito e moglie e hanno due figli. Haso fa il pastore, e un giorno si trova a dividere pane e tisi sulle montagne per sfuggire ai soldati turchi. Il suo gesto non sfugge alle guardie del paese, che lo convocano e lo malmenano. A nulla valgono le rimostranze dell’aga per cui Haso lavora, che tenta di spiegare che le azioni di Haso non erano dettate dalla comunanza di ideali sovversivi, quanto da puro senso dell’ospitalità. Dopo lunghe torture Haso viene rilasciato e torna a casa, ma di lì a poco prende la sua decisione: andrà sulle montagne e si unirà ai ribelli. Da questo momento Haso sparisce, e al centro dell’attenzione si sposta Fate, la moglie. Le ire dei soldati si riversano allora su di lei, che viene convocata e interrogata e ancora convocata e maltrattata. A questo punto è il padre di Haso che decide che la donna non avrà mai pace e che l’unica soluzione è farla partire per la Germania, dove degli amici si prenderanno cura di lei e dei suoi figli. E lui che si adopera a tal proposito e con l’aiuto di un amico riesce nell’intento: la nuora e i nipotini partono verso Occidente, verso la terra dove tramonta il sole.
Verso il tramonto ci trasporta nella serenità primigenia di un libro sacro: pecore e capre che pascolano, fonti cristalline, pastori che sorvegliano gli armenti al riparo di alberi fronzuti, bambini che giocano. Il ritmo cadenzato ma placido della vita di campagna determina anche quello della scrittura, di una chiarezza quasi biblica. E qui si inserisce l’elemento di disturbo: in un primissimo momento è lo Stato che, nella persona di un funzionario dell’anagrafe, obbliga Haso a cambiare i nomi curdi dei suoi figli in più “regolari” nomi turchi; poi tocca ai ribelli, mai manifesti, che insinuano qualche dubbio nel quiete della sua casa e della sua vita; poi sono i soldati che si introducono con sempre maggior insistenza tra le righe, dapprima come presenza incombente, poi come elementi scardinanti della pace, come segni della violenza gratuita che si abbatte sul villaggio. L’altalena tra serenità e angoscia, limpidezza e nuvole si fa sempre più incalzante, finché è la tristezza a vincere, pur lasciando una flebile speranza di un ritorno in un paese riconquistato, dove poter prendersi cura delle tombe degli avi.
Molto efficace è anche l’insistenza sulle diversità della lingua: Fate non conosce la lingua dei soldati e il capo dei soldati non capisce la lingua di Fate: tra i due mondi non c’è contatto se non nella forza bruta dell’uno sull’altro. E altrettanto efficace è che nelle ultime pagine l’anziano suocero di Fate chieda lumi sulla sorte dei curdi nella grande città, Istanbul, a un ragazzino che incontra in stazione: le risposte che ottiene escono dalla bocca di chi non ha pregiudizi di sorta e dunque non lasciano spazio al dubbio.
Yusuf Yeshilèz è nato nel 1964 in un villaggio curdo dell’Anatolia centrale dove ha trascorso l’infanzia. Fino a sette anni non conosceva una parola di turco, ma è stato costretto a impararlo per poter seguire le lezioni a scuola. Per il suo impegno per l’identità curda in Turchia, nel 1987 è costretto a fuggire in Svizzera, dove ha imparato il tedesco e dove, nel 1995, ha preso la cittadinanza. In esilio è diventato libraio, editore per la Araratverlag che pubblica testi di letteratura turca e curda, e traduttore.
Il Pensiero Cinese – Da Confucio ad Han Fei Tze la Tradizione Classica della Filosofia e dell’Etica Cinese
Titolo originale: The Story of Chinese Philosophy
Autore/i: Chai Ch’u; Chai Winberg
Editore: Edizioni di Comunità
unica edizione, ringraziamenti di Ch’u Chai, introduzione degli autori, traduzione dall’americano di Luciana Spallino Bulgheroni, collana: Terzo Mondo n° 3.
pp. 250, ill. in b/n n.t., Milano
Questo libro si propone di offrire al profano una introduzione leggibile, non specialistica, ad una materia affascinante quanto complessa. La parte introduttiva dà un’idea del modo cinese di pensare, mettendo così in grado il lettore medio di colmare la profonda divergenza che separa il pensiero orientale da quello occidentale. Ad essa si aggiunge una breve esposizione delle origini e degli inizi del pensiero cinese.
Introduzione
- Confucio
- Mencio
- Lao Tze
- Chuang Tze
- Yang Chu
- Mo Tze
- Hsün Tze
- Han Fei Tze
- Conclusione: La filosofia cinese nei secoli
Glossario
Bibliografia
San Vincenzo de’ Paoli
Titolo originale dell’opera: St Vincent de Paul
Autore/i: Calvet Jean
Editore: Edizioni Paoline
seconda edizione, versione dal francese di Paola Squillaci.
pp. 360, Bari
Nella storia del mondo – per quanti considerano il susseguirsi degli eventi secondo una prospettiva soprannaturale quale Bousset ha così acutamente definito – esiste una «dialettica della santità». I grandissimi Santi, quelli che costituiscono le «figure di prora» di cui parla Rene Grousset, non compaiono mai per caso. V’è un legame profondo tra la loro presenza e le urgenti necessità del loro tempo. Il messaggio ch’essi portano è precisamente il messaggio atteso.
Così agli inizi della grande avventura della prima evangelizzazione, San Paolo sorge nella sua potente personalità per significare l’universalità del Vangelo. Così nel momento in cui comincia il caos dei barbari, un Santo che è, anche lui, un genio, Sant’Agostino, discerne nel mondo che muore quello che deve sopravvivere e applica i principi del Cristo a quella ricostruzione del mondo che non avverrà che sei secoli dopo di lui. Così San Benedetto, preparando le èlites future; così San Bernardo, preservando le sorti della potenza dello spirito sulla forza bruta; così nel tempo che il denaro dominava il mondo, il Poverello d’Assisi imponendo il primato di Madonna Povertà…
E così Monsieur Vincent assume il suo ruolo, nel suo tempo. Rifare cattolico l’Occidente, dopo molti secoli di decadenza, dopo la drammatica crisi della Riforma e secondo i profondi e saggi moniti del Concilio di Trento. Rendere perciò alla Chiesa stessa e ai suoi sacerdoti l’autorità conferita soltanto dalle raggianti virtù dell’anima: in un tempo in cui l’Europa intera
soffriva, ricoperta di rovine, minacciata da ogni parte dalla miseria, restituire il cristianesimo alla sua verità primitiva, ch’è quella di essere la religione dell’Amore.
A tutte le esigenze del suo tempo, Vincenzo de’ Paoli ha risposto, «schiettamente e semplicemente», secondo la sua natura; ma in un modo tale che in tutti i campi ne’ quali egli ha operato, egli ha avuto degli emuli, degli uguali ma nessuno che potesse mai superarlo.
E lavorando in profondità in ogni settore, con la sua incredibile attività ha fecondato tutti i campi del Signore. (Daniel Rops de l’Academie Fraçaise)
Le Meraviglie della Metafisiologia – Le Catene del Corpo e dello Spirito
Autore/i: Calligaris Giuseppe
Editore: Editore Giulio Vannini
unica edizione.
pp. XII-544, 20 tavole illustrative in bianco e nero fuori testo, Brescia
Non addentro negli studi complessi e misteriosi della fenomenologia metapsichica, non mi sarebbe possibile degnamente illustrare l’opera vasta e poderosa del compianto illustre Prof. Giuseppe Calligaris, studioso e scienziato di fama mondiale, lustro e vanto della scienza italiana, spentosi immaturamente nello scorso marzo di quest’anno, dopo aver dato il visto per la stampa dell’ultima opera Sua.
Teso lo spirito inquieto, senza tregue, verso grandi mete, per strappare all’ignoto sempre nuovi segreti, fece dei suoi studi un apostolato.
Gli strabilianti enunciati delle Sue teorie, sempre seguite da larga dimostrazione sperimentale, possono aver destato dello scetticismo; pure nel contrasto delle idee la Sua figura di scienziato e di studioso giganteggia e s’impone sempre alla incondizionata ammirazione dei credenti e degli avversari.
Dotato di vastissima cultura, medico-neurologo di sicura fama, le sue innumeri pubblicazioni su «Le catene del corpo e dello spirito» vertendo quasi totalmente su argomenti di natura medico scientifica, rifuggono dai facili successi che avrebbe potuto facilmente mietere in campi di natura diversa.
Nel solco profondo dell’immane Sua fatica, feconderanno i germi dell’opera Sua geniale, portando luce nelle tenebre. (L’Editore)
La Mia Magica India – Favole e Miti
Titolo originale: Magical indian myths
Autore/i: Nair Anita
Editore: Donzelli Editore
unica edizione, edizione italiana a cura di Francesca Emilia Diano, traduzione di Luca Guerneri, in copertina: Thakur Bakhtawar, Sigh di Auwa, Jodhpur, 1807.
pp. XV-192, numerose illustrazioni a colori, Roma
«Tra Brahma e Vishnu un giorno scoppiò una grande discussione: “Sono io il creatore dell’universo”; “No che non lo sei. Sono io”.
La disputa si fece sempre più accesa. Il mondo si fermò. All’improvviso, dalle profondità dell’oceano cosmico si levò una grande pietra nera, coronata di fiamme, che salì sempre più in alto…»
«Mia madre, Soumini, e mia nonna, Janaki, hanno appagato la mia sete di miti e leggende. E quando ho cominciato a scrivere questo libro, ho cercato di ricreare le loro storie e la loro arte nel raccontarle».
Apre così la sua raccolta, ispirata al patrimonio magico e mitologico dell’India, Anita Nair, l’amatissima autrice di racconti e di romanzi tradotti in ventisei lingue. È una rivisitazione dell’intero immaginario della sua India quella che la Nair propone in questi racconti, rivolti in primo luogo ai bambini indiani: un universo mitologico ricco di Dei, semidei, demoni, asceti, re mitici e animali magici, che sin dalla notte dei tempi scandisce la ricerca del senso della vita terrena, dell’avvicendarsi delle stagioni, dei sentimenti e delle passioni dell’animo umano, del conflitto perenne tra le forze del bene e del male. Krishna e Vishnu, Shiva e Brahma, gli asura demoniaci sempre a caccia dell’amrita, il nettare della vita eterna, e ancora gli avatar, incarnazioni di un dio. Un mondo da cui a ogni pagina si sprigionano la spiritualità pervasiva dei personaggi e la forza degli elementi naturali. Anita Nair si assume il compito – e la responsabilità – di trasmettere questo patrimonio di fiabe e di miti alle nuove generazioni e agli altri mondi, alle altre culture, secondo una linea di discendenza «matrilineare» che appartiene alle sue origini e che viene qui reinterpretata con una originalissima cifra creativa, come mette in evidenza Francesca Emilia Diano nella prefazione al volume. Cinquanta storie che si dipanano in un intreccio continuo tra favola e mito; storie in ciò assai diverse da quelle della mitologia dell’Occidente: eppure, come osserva Francesca Emilia Diano, esse non sono altro che «manifestazioni che si diramano nel tempo e nello spazio in infinite direzioni e gemmazioni, che tessono trame senza fine. E segnano di sé ciascuna cultura, tanto che forse non è una cultura che crea i suoi miti, ma l’opposto».
Anita Nair vive a Bangalore, in India, con il marito e il figlio di otto anni. È autrice di racconti e romanzi, tra cui – oltre al bestseller internazionale Cuccette per signora – Il satiro della sotterranea, Racconti urbani e gotici e Padrona e amante, tutti pubblicati in Italia da Neri Pozza.
Inni del Rig-Veda – I. • Rig-Veda, I ~ II. • Rig-Veda, II-X
Religioni dell’India Vedismo e Brahmanesimo • Testi e Documenti per la Storia delle Religioni Divulgati a cura di Raffaele Pettazzoni – Volume II – IV
Autore/i: Anonimo
Editore: Zanichelli Editore
unica edizione, traduzione, prefazione, introduzione e note di Valentino Papesso.
vol. 1 pp. X-150, vol. 2 pp. IX-180, Bologna
«Nello scegliere gli inni, che qui presento tradotti, ho cercato sopratutto questo, che essi offrissero la maggior parte di quei dati su cui si fonda la nostra conoscenza della religione vedica, quale è rispecchiata nel Ṛgveda. Perciò ho tenuto conto, oltre che del pregio estetico degli inni, anche, e più, dell’interesse del loro contenuto.
La traduzione è fedele fin quanto lo consente la nostra lingua: essa mira a rendere insieme col senso della frase originale anche il colore e l’atteggiamento di essa, col riprodurne i giri di parole, le espressioni caratteristiche, le singolari metafore, anche se possano riuscire strane per noi.
Tradurre dal Ṛgveda e interpretare. Parole di valore incerto, costrutti difficili, allusioni oscure a miti, leggende, atti del culto sono frequenti ostacoli alla piena intelligenza degli inni, che gli sforzi dei dotti non hanno potuto ancora rimuovere il significato di molti e molti passi continua a rimanere enigmatica o assai dubbia. […]» (Dalla prefazione di Valentino Papesso)
Inni dell’Atharva-Veda
Religioni dell’India Vedismo e Brahmanesimo • Testi e Documenti per la Storia delle Religioni Divulgati a cura di Raffaele Pettazzoni – Volume V
Autore/i: Anonimo
Editore: Zanichelli Editore
unica edizione, traduzione, prefazione, introduzione e note di Valentino Papesso.
pp. XV-208, Bologna
«Questa scelta di inni, che dell’Atharvaveda e dei suoi singoli libri vuol essere un’immagine assai rimpicciolita, ma non inadeguata, riunisce quanto materiale ritengo sufficiente per una conoscenza bastevolmente ampia di quello che l’Atharvaveda ci tramanda della religione, della magia, della speculazione dell’età vedica. […]» (Dalla prefazione di Valentino Papesso)
La Nobiltà dello Spirito
Autore/i: Meister Eckhart
Editore: Se
a cura di Marco Vannini.
pp. 160, Milano
«La formula teologica cattolica, per cui lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio, compresa nella sua verità significa proprio questo: Dio è negazione della negazione, distacco dall’alterità della sostanza ma anche dalla pura soggettività, ovvero sintesi del divino e dell’umano, nessuno dei quali ha senso preso astrattamente. Perciò il Dio vero non è e non parla come altro, neppure nelle Scritture, ma, in quanto spirito, movimento e vita, si genera nell’uomo, là dove l’uomo ha fatto il vuoto di tutto lo psicologico – ovvero è diventato uomo nobile, uomo giusto. Ma tale, come abbiamo visto, è proprio l’uomo umile, ossia quello che è totalmente rivolto a Dio come altro, nella negazione di tutto se stesso. In questo senso resta vera la Scrittura, che il timor di Dio è inizio della sapienza.» (Dallo scritto di Marco Vannini)
Il Fuoco nell’Anima – La Psicologia dell’Ottimismo per Ritrovare la Serenità Spirituale
Titolo originale: Fire in the soul
Autore/i: Borysenko Joan
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Daniela Ballarini.
pp. XI-272, Milano
«Il fuoco nell’anima, con eleganza e forza espressiva, cambierà per sempre voi e il vostro mondo.» (Deepak Chopra)
«Un volume entusiasmante sulla guarigione interiore scritto da una delle migliori guide spirituali di oggi: un libro dal cuore e per il cuore.» (Larry Dossey)
«La Borysenko conduce il lettore attraverso “le oscure notti dell’anima” verso un promettente futuro, convinta che il dolore possa diventare un’occasione di crescita.» (Publishers Weekly)
Che cos’è la sofferenza? È possibile trasformare il dolore in un’esperienza positiva, destinata a modificare radicalmente il nostro rapporto con gli altri? E come convertire i momenti difficili della nostra esistenza, nei quali ci sentiamo prigionieri delle tenebre della disperazione, senza riuscire a intravedere alcun barlume di speranza, in un’occasione irripetibile di studio della nostra verità più intima? Sono le domande che percorrono questo libro straordinario, in cui l’autrice, una nota psicologa, intende dimostrare che anche gli avvenimenti più tragici e laceranti hanno in sé il germe di un risveglio spirituale e l’opportunità di una crescita interiore che non solo arricchirà la nostra anima, ma ci doterà anche della divina capacità di migliorare il mondo. Prendendo spunto dai drammatici contatti quotidiani con la malattia e dagli aneddoti a lei raccontati dai pazienti che ha avuto in terapia e abbinando le conoscenze scientifiche alla saggezza antica e all’intuito, Joan Borysenko sovverte gli attuali schemi della psicologia per offrire la possibilità di una «rielaborazione» della sofferenza più autentica e profonda. In tale prospettiva essa non dev’essere intesa come un evento gratuito e sterile che va superato o accettato dalla coscienza, bensì come l’occasione che, irrompendo a perturbare un equilibrio, accende «un fuoco» che irradia calore e luce intorno a noi, facendoci raggiungere uno stato di superiore consapevolezza, bontà, creatività e amore. Con una ricca serie di preziosi consigli e pratiche terapeutiche, nonché citazioni, parabole, miti e racconti illuminanti, un testo rivoluzionario, scritto con un tono affettuoso e ispirato, che svelerà ai lettori il segreto dell’ottimismo e della serenità.
Joan Borysenko è biologa cellulare e docente di medicina alla Harvard Medical School. Oltre a essere una degli artefici della nuova disciplina medica chiamata psiconeuroimmunologia, è anche psicoterapeuta e istruttrice di yoga e meditazione.
Per Sperling & Kupfer ha pubblicato in precedenza Guarire con la mente.
Delitti Pitagorici – Romanzo
Due delitti paralleli a distanza di millenni. Una scoperta che potrebbe minare le fondamenta del mondo dei numeri.
Autore/i: Michailìdis Tèfkros
Editore: Sonzogno
traduzione di Andrea Di Gregorio, titolo originale: Pythagòrcia enklìmata.
pp. 270, Milano
«Un giallo avvincente, costruito con logica rigorosa, fantasia e passione. Come la matematica.» (Petros Màrkaris)
Grecia, V secolo a.C. La prova del silenzio è l’ultimo esame che la scuola di Pitagora impone ai giovani discepoli prima di venire accolti nella confraternita degli iniziati. Ippaso di Metaponto lo ha superato. Adesso è un matematico. Suo dovere è la ricerca di nuove verità, che lo ha portato a formulare una soluzione per il problema dell’irrazionalità del rapporto tra diagonale e lato del quadrato. Soluzione che deve rimanere segreta perché va contro il credo del Maestro. Ma è giusto mantenere il silenzio su una scoperta che rivoluzionerebbe il sapere dell’epoca ponendo fine alla fama di Pitagora?
Parigi, 1900. La capitale è presa d’assalto da una folla di studiosi che partecipano al Congresso di Matematica. Stèfanos e Mihaìl, due studenti greci, si conoscono nell’auditorium della Sorbona, dove seguono le appassionanti discussioni dei luminari. Simpatizzano subito. Entrambi cultori della “scienza delle scienze”, approfondiscono la loro amicizia nei locali più in voga, e nel quartiere di Montmartre, dove intellettuali e artisti sono alla ricerca di un nuovo modo di esprimersi. Stèfanos e Mihaìl legano soprattutto con un pittore spagnolo che avrebbe firmato le sue opere con il cognome della madre: Picasso.
Eppure c’è un punto sul quale le opinioni dei due aspiranti matematici divergono: Stèfanos è convinto dell’esistenza di un algoritmo che risolverebbe uno dei 23 problemi sollevati durante il Congresso dallo studioso David Hilbert; Mihaìl paventa invece tale eventualità, convinto che la matematica perderebbe così la sua dimensione creativa, diventando mero calcolo. Atene, 1929. Stèfanos non potrà più proseguire i suoi studi perché viene trovato morto. Assassinato.
Forse c’è un filo che si dipana dall’antica Grecia alla Atene del primo Novecento, a unire i destini di Ippaso di Metaponto e Stèfanos, così lontani nel tempo ma così vicini a un’intuizione che non deve a nessun costo essere divulgata… “Delitti pitagorici” è un giallo avvincente che mescola suspense, storia e scienza, spiegando la matematica con un taglio divulgativo, rendendola comprensibile e affascinante, come “Il mondo di Sofia” ha fatto con la filosofia. E ci fa penetrare nei grandi problemi che hanno caratterizzato la ricerca del XX secolo, restituendoci, allo stesso tempo, un affresco vivacissimo della Parigi e della Grecia dei primi del secolo.
Tèfkros Michailìdis è nato ad Atene nel 1954. Ha studiato matematica all’Università Pierre et Marie Curie di Parigi, e da molti anni insegna questa materia alle superiori. Ha scritto vari saggi e articoli sulla matematica e sull’informatica, e una storia delle scienze positive; sulle stesse materie ha tradotto anche molte opere dal francese e dall’inglese fra cui Il teorema del pappagallo di Denis Guedj. Delitti pitagorici è il suo primo romanzo, bestseller in Grecia.
Il Vero Potere del Vaticano – Un’Appassionante Storia Segreta del XX Secolo
Titolo originale: Le vrai pouvoir du Vatican. Enquête sur une diplomatie pas comme les autres
Autore/i: Meurice Jean-Michel
Editore: Edizioni San Paolo
prefazione di padre Henri Madelin, introduzione dell’autore, traduzione di Lucia Bulletti.
pp. 192, Cinisello Balsamo (Milano)
In che modo Pio XI e Pio XII consideravano in realtà Mussolini e Hitler, con i quali avevano firmato dei concordati? Li approvavano, avevano bisogno di loro, pensavano di poterli manipolare? La Chiesa ha contribuito al crollo della repubblica spagnola? Perché Pio XII rimase in silenzio di fronte alla Shoah? Poteva agire diversamente? La nascita delle democrazie cristiane europee del dopoguerra è stata diretta dal Vaticano?
Qual è stato il ruolo del papato nella contestazione del comunismo, nel conflitto arabo-israeliano? nella caduta del Muro di Berlino? Rispondono Poupard, Etchegaray, Cottier, Sodano, Tauran, Cordero Lanza di Montezemolo e altri che hanno spesso giocato un ruolo chiave nella diplomazia dello Stato vaticano.
Jean-Michel Meurice è un cineasta e pittore francese nato a Lille nel 1938. Autore di numerosi documentari, nel 1992 ha vinto il Grand Prix National de la Création Audiovisuelle. Le sue opere sono esposte in numerosi musei e gallerie. È tra i fondatori del canale televisivo franco-tedesco Arte, di cui è stato direttore dal 1986 al 1989.
La Vienna di Freud
Titolo originale: Freud’s Vienna and Other Essays
Autore/i: Bettelheim Bruno
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione nei Saggi, introduzione dell’autore, traduzione di Adriana Bottini, collana: Saggi Feltrinelli.
pp. 304, Milano
Da uno dei più famosi psicologi infantili della storia proviene una raccolta di saggi di ampio respiro in cui riflette sulle persone, sugli eventi e sulle influenze culturali che hanno plasmato lui e il suo lavoro. Combinando la saggezza umanistica e le intuizioni cliniche, il volume riflette le preoccupazioni eminenti dello psicoanalista Bettelheim come terapeuta infantile e sopravvissuto all’Olocausto. L’ultimo libro di Bettelheim ricostruisce, attraverso una vasta raccolta di saggi, l’autobiografia intellettuale di un uomo, di uno psicanalista e di un filosofo critico che ha vissuto operato e pensato nel fuoco delle vicende storiche del nostro secolo.
La prima parte dimostra lo stretto rapporto esistente tra la cultura viennese e il pensiero di Freud, segue poi le vicissitudini di questo pensiero nella ricezione dei suoi seguaci e nella modalità con cui si diffuse negli Stati Uniti. Sul filo del ricordo, l’autore ci restituisce lo stupore e la ricchezza del suo primo incontro con la psicoanalisi, con quel sapere sovversivo del rapporto con sé e con l’altro che diverrà determinante per la sua vita e per la sua opera.
La seconda parte ci presenta Bettelheim nella figura di educatore che conosciamo grazie al suo famoso libro Un genitore quasi perfetto. Il rapporto dei bambini con la cultura è indagato attraverso momenti estranei alla pedagogia ufficiale ma che sono divenuti ormai determinanti nella formazione infantile: la lettura, la percezione della città, la visione cinematografica, la fruizione della televisione, la visita di musei.
Nella terza e ultima parte ripensa al genocidio nazista degli ebrei con l’autorità che gli conferisce la sua traumatica esperienza di internato nei campi di concentramento e di curatore delle più profonde ferite dell’animo umano. Bettelheim ci consegna qui il suo testamento spirituale e insieme una delle dimostrazioni più convincenti che la griglia psicoanalitica costituisce uno strumento inderogabile per la costituzione di una soggettività etica, dilaniata dal conflitto e dal dubbio ma, proprio per questo, veramente umana.
Bruno Bettelheim è nato a Vienna nel 1903. Ha conseguito il dottorato all’Università di Vienna ed è arrivato in America nel 1939, dopo un anno nei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. Era un illustre professore di educazione e professore di psicologia e psichiatria all’Università di Chicago. Muore nel 1990.
Introduzione
Parte prima: Freud e la psicoanalisi
- La Vienna di Freud
- Berggasse n°19
- Il mio incontro con la psicoanalisi
- Due versioni di Freud
- Una segreta assimmetria
- Lionel Trilling su letteratura e psicoanalisi
Parte seconda: Dei bambini e di me stesso
- I libri fondamentali della mia vita
- L’arte del cinematografo
- La percezione della città da parte del bambino
- I bambini e i musei
- I bambini e la televisione
- Maestra di genio e allieva prodigio
- Bambini ferini e bambini autistici
Parte terza: Degli ebrei e dei campi di concentramento
- Jamusz Korczak: una storia per il nostro tempo
- Speranza per l’umanità
- Figli dell’Olocausto
- Ritorno a Dachau
- Liberarsi della mentalità del ghetto
L’Amore di cui l’Uomo ha Bisogno
Titolo originale: Ce qu’il faut d’amour à l’homme
Autore/i: Green Julien
Editore: Edizioni Logos
prima edizione, traduzione e premessa di Mario Spinelli.
pp. 160, Roma
Ciò che rende più pregevole questo libro rispetto agli altri simili del Green è il fatto d’essere un’autobiografia essenzialmente spirituale, interiore. Un vero “diario dell’anima” secondo il modello agostiniano. Un lungo travaglio fatto di certezze perdute e sempre ritrovate, di pace smarrita e ogni giorno riconquistata, in perpetuo conflitto fra l’essere e il dover essere, la carne e lo spirito, l’angoscia della morte e la nostalgia dell’invisibile.
Julien Green nasce a Parigi il 6 settembre 1900 da genitori protestanti americani. Si converte al cattolicesimo, se ne allontana e vi ritorna restandovi come uno dei maggiori “testimoni dell’invisibile”. Premio Bookman 1928, Gran premio letterario di Monaco 1951 ed Accademia di Francia 1971. Tra le sue opere di narrativa, teatrali o autobiografiche, Adrienne Mesurat (1927), Le bel aujourd’hui (1958), Chaque homme dans sa nuit (1960), Mille chemins ouverts (1964), Svegliarsi all’amore (Logos, 1980), Libertà (Logos, 1980), Il nemico, L’ombra, Sud (in preparazione nei “Classici Logos”).
Premessa di Mario Spinelli
Julien Green – L’AMORE DI CUI L’UOMO HA BISOGNO
Prefazione
- I. – La fede dell’infanzia
- II. – Eleonora la cattolica
- III. – Prime inquietudini
- IV. – Mia madre
- V. – Un giorno tutti siamo orfani
- VI. – Quando Dio parla
- VII. – Con mio padre
- VIII. – Un gesuita d’altri tempi
- IX. – Cattolicesimo romano
- X. – L’ala rossa della guerra
- XI. – La vocazione mancata
- XII. – Profondo sud
- XIII. – Il desiderio è l’anarchia
- XIV. – Maria
- XV. – La Scrittura
- XVI. – Il ritorno
- XVII. – Tempi nuovi
- XVIII. – Il grande mistero dimenticato
- XIX. – Quello che credo
I Tarocchi Siciliani
Autore/i: Dummett Michael
Editore: Il Melangolo
edizione riservata alla Banca Carige, prefazione di Gianluigi Olivieri, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Clelia Mirabella.
pp. 176, riccamente illustrato a colori, Genova
L’importanza della pubblicazione di questo libro sui Tarocchi siciliani non è limitata al puro soddisfacimento della curiosità di pochi appassionati concernente l’origine e le regole d’un gioco esoterico, non più molto diffuso. Il contributo fondamentale del volume di Dummett consiste nella ricostruzione meticolosa d’una parte della cultura popolare siciliana che s’è espressa, e si esprime tuttora, nella forma di un gioco di carte che, probabilmente inventato a Ferrara nella prima metà del ’400, si diffuse poi rapidamente in gran parte d’Europa.
Esaminare, dunque, i vari modi in cui si gioca ai Tarocchi in Sicilia e ripercorrere, sotto la guida attenta e competente dell’autore, le origini storiche e culturali di questo gioco, servirà a determinare l’apporto dato dalla cultura popolare siciliana ad un fenomeno di costume di dimensioni europee.
Questo libro di Dummett, oltre ad essere un punto di riferimento per coloro i quali sono interessati alla storia della cultura popolare siciliana, è anche un mezzo estremamente efficace per far conoscere ed apprezzare le caratteristiche tecniche di un gioco di grandi tradizioni e qualità.
Michael Dummett è uno dei più importanti filosofi viventi di lingua inglese. Ha insegnato a lungo Filosofia della matematica e Logica a Oxford, fornendo notevoli contributi a svariati campi d’indagine filosofica: logica modale ed intuizionistica, filosofia della matematica, metafisica, filosofia del linguaggio. Egli si colloca in quella fondamentale tradizione filosofica europea che ha avuto, tra i suoi esponenti, figure come Frege, Russel e Wittgenstein.
Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo: Filosofia del linguaggio. Saggio su Frege (Marietti, 1983); Verità e altri enigmi (Il Saggiatore, 1989); Alle origini della filosofia analitica (Il Mulino, 1990); Il mondo e l’Angelo. I tarocchi e la loro storia (Bibliopolis, 1995); La natura e il futuro della filosofia (il melangolo, 2001).
Prefazione
Introduzione
- Capitolo I. – Il gioco dei Tarocchi
- Capitolo II. – Il gioco siciliano dei Tarocchi
- Capitolo III. – Il gioco a Milano
- Capitolo IV. – Il gioco a Tortorici
- Capitolo V. – Il gioco a Barcellona Pozzo di Gotto
- Capitolo VI. – Il gioco a Calatafimi
- Capitolo VII. – L’introduzione dei Tarocchi in Sicilia
- Capitolo VIII. – La storia dei Tarocchi siciliani
- Capitolo IX. – Il “sistema portoghese”
- Capitolo X. – I Tarocchi tra credenze e realtà
Tavole
Storia della Russia – Dalle Origini ai Nostri Giorni
Titolo originale: A History of Russia
Autore/i: Riasanovsky Nicholas V.
Editore: Bompiani
nuova edizione aggiornata a cura di Sergio Romano, prefazioni e introduzione dell’autore, in copertina: Chiesa di S. Basilio, Mosca.
pp. 736, Milano
Fra le storie della Russia oggi disponibili, questa di Nicholas Riasanovsky è la più adatta a illuminare da un punto di vista storico le ragioni profonde degli avvenimenti che agitano in questi anni l’Unione Sovietica. La ricostruzione dello storico inglese accompagna i russi attraverso la loro storia millenaria dallo stato di Kiev al principato di Mosca, dal regno di Ivan il Terribile all’ampio processo di occidentalizzazione di Pietro il Grande, dai tentativi riformistici del secolo scorso fino alla fondazione dello stato sovietico, dagli anni del terrore staliniano a quelli della stagnazione brezneviana. Sergio Romano, già ambasciatore a Mosca, ha completato l’opera con due nuovi capitoli in cui il lettore troverà una prima interpretazione storica delle trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali che si sono prodotte in questi ultimi anni, dalla svolta democratica di Gorbačëv alla fine dell’Urss.
Nicholas V. Riasanovsky è stato professore di storia europea alla University of California di Berkeley ed è autore di numerosi studi sulla storia politica e sociale russa. Ha esercitato la sua attività in tutti i maggiori centri di studi slavi tra cui Mosca, Leningrado, Helsinki, Parigi e Londra.
Luoghi Etruschi
Titolo originale: Etruscan Places
Autore/i: Lawrence David Herbert
Editore: Passigli Editori
prefazione di Lidia Storoni Mazzolani, traduzione di Lorenzo Gigli, in copertina: «Testa di Menade» fine IV secolo a. C. Roma, Museo Nazionale di Villa Giulia.
pp. 152, Firenze
L’interesse di D.H. Lawrence per il mondo etrusco non si esaurisce in una visione puramente archeologica: anzi, al contrario, l’universo etrusco costituisce per lui una sorta di mitico luogo di elezione. Del misterioso popolo, lo affascina innanzitutto la gioia di vivere, la genuinità naturale, l’istintualità non ancora viziata dall’intellettualismo, tutte qualità – si noti quanto corrispondenti al mondo di Lawrence – che egli contrappone polemicamente alla viziata volontà di potenza romana ed al vuoto estetismo greco, compiendo così, all’interno del mondo classico, una scelta di campo che riflette pienamente la sua poetica.
Questa cronaca di viaggio nel mondo etrusco non si pone quindi solo come una amorosa ricerca delle testimonianze d’arte e di vita di una grande cultura scomparsa, ma, intrecciando continuamente passato e presente, costituisce oltre che un itinerario ai luoghi etruschi un vero è proprio illuminante percorso all’interno del mondo di Lawrence, e un’anticipazione del grande risveglio d’interesse per la civiltà etrusca che ha caratterizzato questi ultimi anni.
La Storia delle Ancore
Autore/i: Avilia Filippo
Editore: Edizioni IRECO
unica edizione.
pp. 160, interamente e riccamente illustrato in bianco e nero, Formello (RM)
Le ancore antiche, insieme alle anfore, hanno costituito l’oggetto di maggiore interesse per gli archeologi subacquei in quanto sono il segnale concreto dei traffici marittimi.
Questo libro, primo in Italia, contribuisce a dare una panoramica quanto più completa sul mondo delle ancore antiche, soprattutto quelle in metallo e con particolare riferimento ai ceppi in piombo, alle loro forme ed alle loro iscrizioni.
Amplissima la rappresentazione iconografica, spesso inedita, che rappresenta un vero e proprio “catalogo figurato” delle tipologie delle ancore antiche, utile sia agli addetti ai lavori, che possono trovare in un unico compendio quanto presente in centinaia di articoli scientifici, spesso pubblicati su riviste ormai introvabili, sia ai neofiti ed ai subacquei in genere, nella convinzione che la conoscenza sia il migliore strumento per acquisire quel rispetto per le tracce del passato così importante per la ricostruzione della nostra storia.
Filippo Avilia, archeologo subacqueo e navale, collabora da diversi anni con Soprintendenze, Enti Locali, Aziende ed Istituti Scientifici per progetti nell’ambito dei Beni Culturali.
Oltre all’attività di ricerca sul territorio si occupa di analisi di contesti archeologici sommersi riferiti ai traffici e commerci nel bacino del Mediterraneo antico.
Collabora inoltre con l’Associazione Nazionale Carabinieri per la tutela e la salvaguardia dei Beni Culturali.
Per la casa editrice IRECO ha pubblicato “Atlante delle Navi Greche e Romane” (2002), vincitore del premio “Pagine di Mare” 2005, per il settore “Raccontando il mare”.
Alle Origini dell’Occidente – Antico Testamento – Immagini, Luoghi, Personaggi
Raccolta di atti del ciclo di conferenze «Alle Origini dell’Occidente, Antico Testamento, Immagini, Luoghi, Personaggi» tenutesi a Brescia
Autore/i: Autori vari
Editore: Morcelliana
prima edizione, presentazione di Paolo Corsini, premessa di Giacomo Canobbio, in copertina: «Giulietta che decapita Oloferme» Artemisia Gentileschi, Firenze, Galleria degli Uffizi.
pp. 216, Brescia
Dalla presentazione:
« Il ciclo Immagini, luoghi e personaggi dell’Antico Testamento, promosso dall’Amministrazione Comunale di Brescia e dalla Fondazione Asm, sostenuto dal generoso impegno di Marsh – cui va un sentito ringraziamento – tenutosi, come consuetudine, entro la nutrita serie di iniziative denominata «Pomeriggi in San Barnaba», intendeva proporre, quale ideale prosecuzione degli appuntamenti precedenti, nuovi spunti ed inedite suggestioni al fine di approfondire ulteriormente la riflessione intorno ai fondamenti culturali della civiltà contemporanea.
L’Antico Testamento, dunque, quale testo essenziale di confronto e riferimento, pagine fra le più antiche che si conoscano, scritture che hanno lasciato e continuano a sedimentare tracce assai significative nel cammino dell’umanità, e dalle quali Oriente ed Occidente hanno tratto nutrimento e ispirazione; il racconto del Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, che incontra il suo popolo, il popolo di Israele come metafora dell’umanità presente e futura. Un lemma – Testamento – che deriva la sua radice, come noto, dalla parola ebraica berît, promessa di qualche dono da parte di quel Dio che rivela il suo volto e si scopre dal proprio nascondimento e, al tempo stesso, impegno di osservare la sua legge da parte dell’uomo, scelta di appartenersi l’un l’altro, stipulando un patto, vincolo di alleanza.
L’Antico Testamento come narrazione e racconto – per altro, fino a poco tempo fa poco frequentato fra i cattolici – di una storia dalle radici millenarie, che può costituire uno stimolo atto a superare un modo di intendere la fede – tutte le fedi – come un circuito di appartenenza angusto e chiuso, legato a principi e norme definiti una volta per tutte. Esso può significare, altresì, la riproposizione di una religiosità intesa come partecipazione a una storia che restituisca finalmente alla coscienza di ognuno […]»
Testi a cura di: Elena Loewenthal, Gianfranco Ravasi, Paolo De Benedetti, Stefano Levi Della Torre, Bruna Costacurta,
Salvatore Natoli, Franco Garelli, Curzia Ferrari, Enzo Bianchi,
Giovanni Bazoli, Mino Martinazzoli, Flavio Dalla Vecchia, Massimo Cacciari.
Paolo Corsini, Presentazione
- Giacomo Canobbio, Attualità delle origini
- Elena Loewenthal, Giacobbe: Il volto di Israele (Genesi 32, 23-29)
- Gianfranco Ravasi, Il Cantico dei Cantici tra eros e agape (Cantico dei Cantici 5, 2-16)
- Paolo De Benedetti, Gerusalemme: la città della pace (Salmo 122)
- Stefano Levi Della Torre, Babele: l’unità e la diversità (Genesi 11, 1-9)
- Bruna Costacurta, Giuditta: il fascino, il coraggio (Giuditta 10, 1-23)
- Salvatore Natoli, Giobbe: il dolore e la sopportazione (Giobbe 3, 1-26)
- Franco Garelli, Il roveto ardente: davanti al Sacro (Esodo 3, 1-15)
- Curzia Ferrari, Rut: gli affetti oltre le religioni (Rut 1, 1-17)
- Enzo Bianchi, Giona: il profeta riluttante (Giona 4, 1-11)
- Giovanni Bazoli, I dieci giusti e la salvezza della città (Genesi 18. 20-33)
- Mino Martinazzoli, Mose: la libertà e la legge (Esodo 32, 1-20)
- Flavio Dalla Vecchia, Esodo: verso la libertà (Esodo 17, 1-7)
- Massimo Cacciari, Qohèlet: speranza e disperazione (Qohèlet 3, 1-22)
Medicina Posturale Multidisciplinare
Autore/i: Ricciardi Pasquale Maurizio; Cignetti Alessandro
Editore: GR Editrice
presentazione di Pasquale Maurizio Ricciardi.
pp. 500, nn. figure b/n, Roma
Dalla presentazione di Pasquale Maurizio Ricciardi:
«Gli esseri viventi non possono essere compresi, basandosi solo sulla biochimica, ma si rivelano quali sistemi aperti che, mediante assorbimento di energia attraverso i cibi, costituiscono strutture spazio-temporali coerenti. I cibi, secondo Popp, avrebbero la stessa funzione dell’archetto per violini, che fornisce energia alla corda.
Le strutture dissipative offrono basi per la comprensione dell’essere vivente.
La regolazione biologica si rivela quale continuo prodursi o annullarsi di complesse oscillazioni spazio-temporali; tali trasformazioni di stato di regime di non equilibrio del sistema aperto, vengono modulate e stabilizzate mediante apporto di energia dall’esterno (modello di Frohlich).
Bisogna chiarire se esistono leggi sui rapporti tra informazione ambientale e strutture viventi oltre al modo di correlazione delle funzioni biologiche. Negli ultimi anni, tra gli scienziati americani e giapponesi, è aumentato l’interesse per la radiazione cellulare ultradebole; alla radiazione cellulare contribuiscono i radicali ossia le molecole eccitate la cui lunga durata è da attribuire alla inversione dello spin di elettroni. L’ossigeno molecolare mostra un’anomalia dello spin elettronico, presentandosi come radicale perché non satura il suo spin, essendo a livello energetico più basso; spettroscopicamente, si distinguono vari orientamenti degli spin per la separazione dell’energia relativa alle linee spettrali elettroniche nel campo magnetico, mentre l’orientamento antiparallelo (spin appaiati) non si lascia influenzare da un campo magnetico. […]»
Presentazione
Introduzione allo stress
- Postura
- Dolore
- La Bioelettronica
- Auricolomedicina
- Radiazione elettromagnetica
- Teoria di Goethe
- L’acqua in risonanza
- Cinture ossee
- Le catene cinetiche
- Omotossicologia in Osteopatia
- L’orologio fisiologico
- Misurazione elettrica con il Biotest
- Le tecniche di biorisonanza: Fiori di Bach e rachide
- Anatomia dell’articolazione temporomandibolare
- Il «sistema» denti emozioni: la medicina odontoiatrica e la Floriterapia di Bach
- Correlazioni documentate tra ATM, occlusione e depressione
- Materiali odontoiatrici e riverberazioni muco-cutanee
- Test diagnostici
- Medicina odontoiatrica – Farmacologica omeopatica omotossicologia
- Biologia digitale
- Bibliografia
La Mia Anima è una Donna – Il Femminile nell’Islam
Titolo originale: Meine seele ist eine frau – Das weibliche in Islam
Autore/i: Schimmel Annemarie
Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova
prefazione e introduzione dell’autrice, traduzione di Palma Severi, in copertina: «La regina di Saba con l’upupa» Iran 1570 circa, Londra British Museum.
pp. 184, nn. illustrazioni b/n, Genova
Strutturato in dieci capitoletti, il libro costituisce un’agile ma documentata ricognizione attraverso la mistica islamica, tendendo a ristabilire alcune “verità” circa gli stereotipi che in particolare sulle donne nell’Islam sono ampiamente diffusi nel mondo occidentale. Sulla base di fatti storici, documenti, passi del Corano, testimonianze, leggende, usanze tratti dalla storia dell’Islam, l’autrice ricostruisce il forte ruolo avuto dalla donna, specie la donna intellettuale, nella storia e nella tradizione religiosa islamica, ripercorrendo l’opera e la presenza di profetesse, poetesse, mistiche, ispiratrici, teologhe, letterate, erudite, calligrafe, miniaturiste, nobili mecenate, la cui cultura e il cui spirito religioso hanno fatto da tramite tra Dio e l’essere umano. Al centro del libro – scritto con evidenti intenti divulgativi in un linguaggio poetico, ma diretto e semplice, ora informativo e concreto, ora più metaforico e quasi favolistico – sta dunque la donna mistica e la sua presenza in un mondo a forte predominanza maschile, quale è quello islamico; da questo tema centrale si dipartono poi collegamenti culturali e storici che inquadrano la concezione mistica della donna islamica nel più ampio contesto delle religioni mediterranee, sottolineando ad esempio parallelismi esistenti fra la Bibbia e il Corano, fra il cristianesimo primitivo e il primo islamismo.
Annemarie Schimmel è nata nel 1922. Orientalista e islamista nota in tutto il mondo per i meriti scientifici e le numerose pubblicazioni sulla cultura e la religione islamica, ha lavorato a lungo all’estero (università di Harvard e Cambridge) ricevendo significativi riconoscimenti per i suoi studi fortemente anticipatori. Per la sua opera in favore del dialogo fra le culture ha ricevuto, nel 1995, il Premio per la Pace, conferitole dall’Associazione dei Librai tedeschi. Ciò ha scatenato una violenta polemica, nella quale si sono schierati i maggiori giornali e i più noti intellettuali e giornalisti tedeschi, chi in favore di una personalità scientifica che con gli strumenti della filologia e dell’indagine storico-filosofica ha fatto conoscere al mondo occidentale, e tedesco in particolare, la cultura e la religione islamica, chi invece contro l’assegnazione del premio a una studiosa che difende di fatto una cultura fondamentalista e intollerante fino alla persecuzione fisica (caso di Salman Rushdie). La Schimmel ha difeso le sue opere, attaccando a sua volta chi a suo parere non tollera culture diverse dalla propria, e sulla base dell’ignoranza e della partigianeria non sa distinguere fra il Corano e la sua applicazione nei secoli (ma allora il Vangelo e la politica della Chiesa?), fra la mistica islamica – di cui il libro proposto è una significativa testimonianza – e l’uso politico, fatto in anni recenti, della religiosità islamica. I “segni di Dio” (titolo di un altro recente libro dell’autrice) vanno letti anche nelle contraddizioni della storia e della politica, delle quali, peraltro, devono occuparsi i politici e non i filologi.
Prefazione
Introduzione
- Il profeta e le donne
- Le donne nel sufismo
- Le donne nel corano e nella tradizione
- Donna o «uomo di Dio» – l’educazione dell’anima (Nafs)
- La vecchia
- Le madri
- La donna come manifestazione di Dio
- Le spose di Dio
- Le donne-anima nella poesia indo-pakistana
- Le peregrinazioni di sassi
- Sohni Mehanval
- Omar Marui
Epilogo
Fonti Bibliografiche
Indice Analitico