Libri dalla categoria Archeologia
Nelson – L’Uomo che Sconfisse Napoleone
Titolo originale: Nelson
Autore/i: Coleman Terry
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione di Francesco Francis, in sovraccoperta ritratto di Orazio Nelson (F.H. Füger), collana: Le Scie.
pp. 428, ill. a colori e in b/n f.t., Milano
…Le battaglie, gli amori, i segreti dell’ammiraglio Nelson, acerrimo rivale di Napoleone Bonaparte e amante appassionato di Lady Emma Hamilton…
Il libro ricostruisce l’immagine di Nelson, contraria a quella che ne ha fatto un eroe nazionale inglese. L’ammiraglio che a Trafalgar fermò Napoleone fu uno straordinario genio militare, ma, come mostra Coleman in questa biografia, chi vuole vedere in lui soltanto il patriota e il santo rischia di non vedere l’uomo, la figura contraddittoria, piena di contrasti, eroica, violenta e vanagloriosa, geniale e meschina nello stesso tempo.
«L’Inghilterra si aspetta che ogni soldato faccia il proprio dovere»; fu con queste parole che il 21 ottobre 1805, al largo di capo Trafalgar, l’ammiraglio britannico Horatio Nelson incitò i suoi uomini alla battaglia, a quella fatale battaglia in cui trovò la morte sul ponte di comando della Victory. Alla sua salma, trasportata a Londra, saranno tributati tutti gli onori che spettano all’”eroe del Nilo”, a colui che aveva sconfitto Napoleone ad Abukir. Una morte gloriosa, dunque che suggellò quell’alone di leggenda dal quale, anche in vita, Nelson fu sempre circondato e che, forse, contribui egli stesso a creare. Dotato di un indiscusso genio navale e animato da smodate ambizioni di conquista, fu un condottiero spietato e senza scrupoli: il nemico doveva non solo essere sconfitto ma letteralmente annientato. Se le sue imprese belliche sono ben note, tuttavia molto resta ancora da scoprire della sua vita privata, dei rapporti con la famiglia d’origine, con la moglie e con la celebre amante Lady Emma Hamilton, che gli diede una figlia. È soffermandosi proprio su questi aspetti in genere trascurati che Terry Coleman svela l’intima e contraddittoria natura dell’uomo Nelson: l’eroe del mito romantico e, insieme, il soldato afflitto dal dolore fisico e da un’insaziabile sete di vittoria; il marito dolce e premuroso dei primi anni di matrimonio e quello duro e inflessibile, una volta preda della passione per Emma; il fedele suddito della Corona e l’individuo ambiguo, disposto a disobbedire agli ordini ricevuti per compiacere la donna amata. Basata su documenti e lettere originali, questa affascinante biografia delinea un ritratto penetrante e inconsueto dell’ammiraglio che fece grande l’Inghilterra del suo tempo e che, legato da fraterna amicizia ai sovrani di Napoli Ferdinando IV e Maria Carolina, tanta importanza rivestì anche per la storia del Regno delle Due Sicilie e, quindi, del futuro Stato italiano.
Terry Coleman, giornalista e scrittore, è autore, fra l’altro, di Passage to America (1972), un saggio sull’emigrazione britannica negli Stati Uniti, The Liners (1976), la storia delle traversate transatlantiche, e del romanzo storico La croce del sud (Sperling & Kupfer 1982).
- Un predatore nato
- Tutta la gloria del servizio
- La conquista del Nuovo Mondo
- Il dolce Canada, e la faccia da ragazzino
- Sudditi del Gran Monarca
- Correndo l’arringo del piacere
- Lasciate che per me parli il mio cuore
- Provo l’effetto contrario
- Nelson giudicato inadempiente
- L’orrore, e il bene della nazione
- Tornerò ridendo
- Nasce la leggenda
- Il Nilo, e il felice strumento di Dio
- La famiglia, e la gran scena della vita
- Mandolinisti e poeti, puttane e bricconi
- La sicilianizzazione della mia coscienza
- Inattivo presso una corte straniera
- Il ritorno a casa
- Paladino d’Inghilterra nel Nord
- Mai dai tempi dell’Armada
- E questa è la gratitudine…
- Piantare gli alberi con una mano sola
- Il lungo agguato, e la gran corsa verso la gloria
- Un legato al mio re e al mio paese
- Funerale di Stato e cocchio vuoto
- La nascita di una dinastia
Appendici
Note
Bibliografia essenziale
Ringraziamenti
Indice dei nomi
Correggimi se Sbaglio
Strategie di comunicazione per appianare i conflitti nelle relazioni di coppia
Autore/i: Nardone Giorgio
Editore: Ponte alle Grazie
terza ristampa, foto di copertina: Jacopo Cima.
pp. 96, Milano
La maggior parte dei problemi della coppia è un problema di comunicazione. E se si impara a comunicare nella coppia, sarà più facile comunicare con i figli, i genitori, i colleghi. Quanta infelicità, quante separazioni, quanti divorzi sono causati da una vita di coppia all’insegna del litigio continuo? Perché i piccoli attriti si trasformano così spesso nell’esasperazione quotidiana del “tu non mi capisci”? Sulla base della sua lunga esperienza terapeutica, Giorgio Nardone offre una serie di indicazioni per riconoscere ed evitare i comportamenti che generano problemi con il partner e per sviluppare una tecnica di relazione e di comunicazione che porti entrambi a “sentire” nello stesso modo.
Giorgio Nardone, fondatore insieme a Paul Watzlawick del Centro di Terapia Strategica, è direttore della scuola di comunicazione e problem solving strategico, della scuola di psicoterapia breve strategica di Arezzo e docente di tecnica di psicoterapia breve. Autore di numerose opere tradotte in molte lingue straniere, dirige per Ponte alle Grazie la collana dei saggi di terapia breve. Tra i suoi libri: Cavalcare la propria tigre, L’arte del cambiamento, Paura panico e fobie.
La Saggezza del Corpo – Il Miracoloso e Sorprendente Universo che è Dentro di Noi
Il prodigio dell’organismo umano: conquistare ogni istante di vita mantenendo un equilibrio in continua evoluzione fra tutte le componenti e le funzioni del nostro corpo
Autore/i: Nuland Sherwin B.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Laura Serra, titolo originale: The wisdom of the body.
pp. 402, Milano
Sapevate che se vi tagliano un braccio potrebbe non uscire una goccia di sangue per un quarto d’ora? Che il feto segnala alla madre il momento del parto lanciandole un «messaggio ormonale»? Che determinati odori e sapori possono suscitare ricordi proprio come la famosa madeleine di Proust?
Sherwin B. Nuland, medico di straordinaria esperienza e autore del best seller mondiale Come moriamo, in cui descriveva cosa ci accade e come reagiamo nell’istante stesso dello svanire della forza vitale, in questo nuovo saggio affronta il funzionamento dell’organismo umano. Attraverso numerosi casi clinici di suoi pazienti, ci offre un quadro del nostro universo interno, illustrando le continue interazioni chimiche e la costante attività cellulare alla base di fenomeni che diamo per scontati, come respirare, mangiare, fare l’amore o avere un bambino. E spiega che la salute dipende proprio da un equilibrio dinamico interno perfetto ed estremamente fragile, e che le malattie – tumore o aneurisma, anemia o emofilia – insorgono quando un meccanismo si inceppa. Ogni minuto di vita è dunque il risultato di una miracolosa armonizzazione nel nostro organismo: ciascuna componente concorre infatti a una delle innumerevoli attività, solo in apparenza indipendenti, che, in vista dell’obiettivo generale della sopravvivenza, vanno a integrarsi così mirabilmente da far pensare a una «saggezza del corpo».
Ma il nostro vero miracolo è avere trasceso la mera sopravvivenza, avere usato uno straordinario patrimonio biologico per percorrere la lunga strada che dal primo Homo sapiens ci ha portato a oggi, dimostrando che l’uomo è qualcosa di più della somma delle sue parti grazie a una qualità unica in tutto il regno animale: lo spirito.
Sherwin B. Nuland vive a Hamden, nel Connecticut, e insegna chirurgia, storia della medicina e bioetica alla Yale University. È direttore del «Journal of the History of Medicine» e ha collaborato al «New Yorker», al «New York Review of Books», a «New Republic» e «Discover». Tra le sue opere ricordiamo: I figli di Ippocrate. Storia della medicina dagli antichi greci ai trapianti d’organi (Mondadori 1992) e Come moriamo (National Book Award per la saggistica 1994 negli Stati Uniti; Mondadori 1994).
I Ladri di Roma
1893 Scandalo della Banca Romana: Politici, Giornalisti, Eroi del Risorgimento all’Assalto del Denaro Pubblico
Autore/i: Magrì Enzo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione.
pp. 340, Milano
Fortemente indeciso se credere o meno nel contenuto del biglietto, Napoleone Colajanni, di tanto in tanto, lo tirava fuori dalla tasca e lo leggeva. C’era scritto: «Illustre onorevole, venga questa sera alle 10 nella prima sala d’attesa della Camera. Le verranno forniti dettagliati elementi su un gravissimo scandalo nel quale è coinvolto il governo». Più avanti il messaggio ammoniva: «Sono in gioco le sorti del paese». E concludeva: «Non manchi, l’aspetto. Un amico».
Per cent’anni esatti il crac della Banca Romana è stato considerato un classico esempio del malcostume politico-finanziario italiano. Anche se Tangentopoli gli ha ora sottratto alcuni primati, come quello del numero dei parlamentari coinvolti e della quantità di danaro rubato, il dissesto dell’istituto governato da Bernardo Tanlongo resta un insuperato paradigma della disonestà e dell’impudenza di una classe dirigente che pretendeva di porsi al di sopra delle leggi.
Pure allora si trattò di tangenti che venivano estorte dai rappresentanti della nazione (sovrani, primi ministri, deputati governativi e dell’opposizione, funzionari statali, giornalisti, padri della patria) e per pagare le quali il governatore della Romana fu costretto a stampare soldi falsi per milioni di lire addebitandone l’onere agli italiani da appena nove anni affrancati dalla tassa sul macinato.
Quasi a ricordarci che in Italia tutto cambia senza che nulla muti effettivamente, la vicenda di oggi e quella di ieri, pur distanti un secolo l’una da ’altra, presentano un parallelismo impressionante. Come accade per Tangentopoli, anche nello scandalo della Banca Romana la classe politica tramò per beffare la Giustizia. Oggi l’establishment incriminato tenta di emendarsi aggirando le leggi esistenti o fabbricandosene a tre propizie alla sua impunità; allora si salvò condizionando pesantemente la magistratura, prona e connivente, anche per via della sua appartenenza al medesimo ceto sociale della casta che era al potere.
Diversamente dal 1893, oggi manca lo scontro a colpi di dossier (con carte rubate, estorte o ricettate) tra i vertici dello stato che ebbe come protagonisti Giovanni Giolitti e Francesco Crispi. Un conflitto che offrì all’Italia lo spettacolo miserando di una dirigenza politica che liquidava il patrimonio ideale del Risorgimento e che suscitò negli intellettuali disperati interrogativi sul futuro del Paese. «Dove andiamo?» si chiedeva Pasquale Villari in quell’ambiguo, incerto 1893. Si poneva, sostanzialmente, la stessa domanda che angustia l’Italia del 1993.
Quello che seguì allo scandalo della Romana è sui libri di Storia. Ciò che accadrà dopo Tangentopoli spetta a noi tutti deciderlo. Per questo motivo non è inutile ricordare quanto capitò cent’anni addietro. Tutto cominciò quel sabato 10 dicembre 1892 quando Napoleone Colajanni ricevette un biglietto nel quale c’era scritto…
Enzo Magrì è nato a Catania nel 1931.
Laureatosi in legge, nel 1957 abbandonò la Sicilia per Milano dove l’anno successivo entrò al «Giorno». Cronista per dodici anni, nel 1969 passò al settimanale «Europeo» diretto da Tommaso Giglio. Rientrato al «Giorno» come ca 0 cronista è ritornato successivamente all’«Europeo» dove lavora attualmente come inviato speciale.
Interessato ai fatti di costume e alla cronaca nera, per anni si è occupato di mafia, camorra e ’ndrangheta. L’impegno verso l’attualità ha stimolato la curiosità nei confronti di tutte quelle storie che fanno la Storia.
Da questo interesse sono nati: Salvatore Giuliano (Mondadori 1987), Giuseppe Musolino, il brigante dell ’Aspromonte (Camunia 1989) e L’onorevole padrino (Mondadori 1992).
Problemi Fondamentali di Neurolinguistica
Titolo originale: Osnovnyee problemy nejrolingvistiki
Autore/i: Lurija Aleksandr R.
Editore: Armando Armando Editore
introduzione all’edizione italiana e note di G. Cossu, premessa all’edizione italiana e prefazione dell’autore, traduzione di Giuseppe Cossu e Anna Miazzi.
pp. 336, nn. figure b/n, Roma
Lo studio della patologia del linguaggio costituisce uno strumento essenziale per l’analisi dei meccanismi cerebrali che mediano l’attività verbale più in generale per l’analisi dei rapporti tra mente e cervello. In questi ultimi anni le ricerche sul linguaggio hanno indiscutibilmente compiuto progressi considerevoli. Tuttavia, l’affinamento degli strumenti tecnico-metodologici, consentendo una conoscenza più puntuale dell’organizzazione strutturale e funzionale del linguaggio, ha evidenziato un divario stridente tra la complessità del materiale empirico ed i modelli specifici delle singole discipline interessate.
La neurolinguistica nasce appunto dall’esigenza di superare tale dissonanza, che non appare risolvibile nell’ambito di quegli specifici sistemi concettuali, e rappresenta un produttivo punto di convergenza tra discipline profondamente diverse quali la neurologia, la linguistica e la psicologia.
Il libro di Lurija costituisce un contributo fondamentale per tutte le «neuroscienze» in quanto, nell’analisi del linguaggio, tende a ricomporre la dicotomia derivante dalla simultanea bidimensionalità, biologica e sociale, di tutte le funzioni psichiche complesse ed in modo specifico della funzione verbale.
L’impostazione di Lurija, che contrariamente a quanto spesso si legge nella divulgazione scientifica italiana, non si rifà alla teoria pavloviana dei riflessi condizionati, bensì a quella storico-culturale, fondata da Vygotskij, tende a mediare l’organizzazione dei «sistemi funzionali» cerebrali, con i modelli della linguistica strutturalista, delle grammatiche generativo-trasformazionali e semanticistiche.
Alcune fondamentali dicotomie linguistiche (sintagmatico paradigmatico), mutuate dall’analisi di Jakobson, costituiscono non solo un criterio nosografico per le afasie, ma un fondamento differenziale nell’organizzazione funzionale delle strutture cerebrali (anteriore-posteriore) che mediano l’attività verbale.
Il libro, che è il primo contributo organico sulla neurolinguistica pubblicato in Italia, contiene infine numerose ipotesi stimolanti per la ricerca futura e costituisce una pietra miliare nel cammino verso la soluzione dell’enigma scientifico più intricato e affascinante: il cervello dell’uomo (G.C.).
A. R. Lurisa (1902-1977), lel grande psicologo sovietico, ormai notissimo in Italia, ricordiamo soltanto alcune opere fondamentali: Le funzioni corticali superiori dell’uomo, Giunti, Firenze 1967; Neuropsicologia e neurolinguistica, Ed. Riuniti, Roma 1976; La storia sociale dei processi cognitivi, Giunti, Firenze 1977; Come lavora il cervello, Il Mulino, Bologna 1977; Neuropsicologia della memoria, Armando, Roma (di prossima pubblicazione).
Leggende e Racconti Popolari della Sardegna
Storie tenebrose e personaggi fantastici, brandelli di antiche religioni e miti sorti all’ombra dei nuraghi, l’eroismo d’Eleonora d’Arborea e l’orgoglio di un’isola nelle tradizioni di una terra erede di molteplici culture mediterranee
Autore/i: Turchi Dolores
Editore: Newton Compton Editori
sesta edizione, introduzione dell’autore.
pp. 352, numerose illustrazioni in bianco e nero, Roma
La Sardegna narra, attraverso le sue leggende, un mondo arcaico e suggestivo di complicate e affascinanti contaminazioni storico-culturali. Nei racconti popolari si incontrano demoni, tracce di miti, residui di un’antica religione, relitti di riti iniziatici del mondo agropastorale e personaggi leggendari. Gli érchitos, ad esempio: uomini condannati a trasformarsi nella notte in buoi che annunciano la morte; le sùrbiles: donne-vampiro che si tramutano in insetti per succhiare il sangue dei neonati; le janas: fate luminose che tessono le loro stoffe su telai d’oro. E molti altri ancora. Un patrimonio della tradizione orale e scritta che merita di essere ancora raccontato.
• La vendetta della sùrbile • Le fate • La leggenda della Pazzia • La rosa di Gerico • La felce maschio • Il geronticidio • Perda Liana • Sorammala e la vecchia • Il diavolo bambino • Il tesoro del castello di Burgos • I sei briganti • Aristana • Il golfo degli Angeli • La pietrificazione di uomini e donne • Le leggende di Eleonora d’Arborea • La bella di Sanluri • La tomba vuota • Il ballo dei morti • Il marito lumacone • Il diavolo e san Martino • La grotta dell’orco
…e tante altre storie magiche dall’isola più misteriosa e affascinante del Mediterraneo
Dolores Turchi, studiosa di tradizioni popolari, vive a Oliena (NU). Ha fondato e diretto per oltre vent’anni il semestrale di cultura «Sardegna mediterranea» e collabora con giornali e riviste stranieri. Con la Newton Compton ha pubblicato Le tradizioni popolari della Sardegna; Leggende e racconti popolari della Sardegna; Samugheo; Maschere, miti e feste della Sardegna; Lo sciamanesimo in Sardegna, I carnevali e le maschere popolari della Sardegna e ha curato Tradizioni popolari di Sardegna di Grazia Deledda.
Shakespeare – Tutte le Opere
Autore/i: Shakespeare William
Editore: Sansoni Editore
avvertenza dell’editore, introduzione e cura di Mario Praz.
pp. XXI-1368, Firenze
Dall’avvertenza dell’editore:
«Questa edizione di Tutte le opere di William Shakespeare presenta nuovamente, nell’occasione del quarto centenario shakespeariano, la fortunata versione del Teatro (pubblicata nei tre volumi della nostra Collezione dei Grandi Classici Stranieri) che il pubblico italiano ben conosce ed apprezza da anni e alla quale sotto la direzione di Mario Praz collaborarono illustri scrittori e anglisti, e traduttori tra i più agguerriti.
La novità della presente edizione non consiste soltanto nell’aver riunito in un unico volume le opere drammatiche accuratamente rilette alla luce delle più recenti acquisizioni della critica shakespeariana, ma anche nell’aver dato, insieme, tutta la produzione non drammatica (Sonetti, Poemetti e altre poesie) in pregevoli versioni poetiche. […]»
Maometto il Conquistatore e il Suo Tempo
Titolo originale: Mehmed der Eroberer und seine Zeit. Weltenstürmer einer Zeitenwende
Autore/i: Babinger Franz
Editore: Giulio Einaudi Editore
seconda edizione riveduta, con una presentazione di Delio Cantimori, prefazioni dell’autore, traduzione di Evelina Polacco.
pp. XXXIII-594, numerose tavole a colori e bianco e nero fuori testo, 1 cartina ripiegata b/n f.t., Torino
La figura di Maometto II (1430-1481), che l’ammirazione del suo popolo esaltò con l’epiteto di Fatih, «il Conquistatore», è di centrale importanza nella storia dell’ultimo Medioevo cristiano, e in particolare degli stati italiani del tempo.
A soli due anni dalla sua ascesa al trono, Maometto II conquistava nel 1453 Costantinopoli e via via, perfezionando il formidabile strumento di guerra ottomano, la Grecia, l’Albania, la Serbia, la Bosnia, l’Erzegovina, invadendo l’Ungheria, spingendo le sue avanguardie nel cuore del Friuli e sulle coste delle Puglie.
Per trent’anni quest’uomo di statura storica davvero eccezionale, che seppe dare al suo impero un’organizzazione di governo capace di durare sino al secolo XIX, fu l’incubo di papi e imperatori, principi e repubbliche. La storia delle sue imprese e delle sue conquiste rappresenta uno dei momenti più drammatici per la storia europea: quello in cui il continente, debole e diviso, sentì pesare su di sé una minaccia quasi mortale e fu sul punto di soggiacere a un avversario la cui politica di potenza aveva saputo crearsi strumenti politici e militari di una efficienza allora mai vista.
Un personaggio e un’epoca, dunque, che esigevano l’impegno di uno storico della levatura di Franz Babinger. Professore all’Università di Monaco, insigne orientalista ed esperto indagatore di archivi italiani e occidentali, Babinger (recentemente scomparso) ha saputo muoversi con autorevole padronanza tra le fonti ottomane e quelle europee. Al suo apparire nel 1953 questa sua opera, di cui presentiamo la nuova edizione, si impose per la ricchezza della documentazione, l’ampiezza della visione storica, la chiarezza del racconto.
Il volume segue passo passo la carriera del «Conquistatore», dalla sua nascita in Adrianopoli (figlio di Murad II e di un’ignota schiava cristiana), attraverso la lunga serie delle imprese sino alla morte improvvisa a poco più di cinquant’anni, ricreando efficacemente l’atmosfera del tempo, e dando un compiuto quadro del mondo ottomano, nella molteplicità dei suoi aspetti politici, militari, economici, religiosi, culturali e artistici; fondendo insomma in organica sintesi biografia e storia.
Franz Babinger (1891-1967) nacque a Weiden, in Baviera. Professore all’Università di Monaco, e autore di numerosi lavori sulle origini dell’Impero ottomano, e sui suoi rapporti con gli stati cristiani del Rinascimento, tra cui spiccano suleiman der Grosse (1923) e Die Geschichtschreiber der Osmanen und ihre Werke (1927).
Profumi per Te
Titolo originale: «Il est des parfums…»
Autore/i: Sagan Françoise; Hanoteau Guillaume
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione e note di Augusto Donaudy.
pp. 228, nn. illustrazioni b/n, Milano
Divertente ed esauriente, documentato e spregiudicato, «Profumi per te» è la storia non soltanto dei profumi – di tutti i profumi: dall’incenso e dalla mirra dell’antichità orientale all’Eau de Cologne di Jean-Marie Farina, a Femme di Rochas, a Signoricci di Ricci è via dicendo – ma anche del senso degli odori, «il più inoffensivo dei Piaceri». Si rivela così, e non è uno dei pregi minori di questo libro, il divenire dell’olfatto (involuzione, secondo alcuni autorevoli pareri), strettamente legato alle esigenze di vita, ai fattori ambientali, economici o sociali che siano. Per i nostri più remoti antenati la preda età una belva, per Edoardo VII d’Inghilterra una qualche grande cocotte della Belle èpoque. Ma una storia dei profumi, s’intende, non può prescindere dalla storia dei profumieri-sarti o sarti-profumieri, e basterebbe per tutti l’esempio di Coco Chanel, celebre forse più per il suo N˚ 5 che per la sua “linea magra”, i cui grandi “nasi”, questi spesso così ignoti “maestri-compositori’, han dato e continuano a dar vita a una delle più fiorenti industrie di Francia (e non soltanto di Francia). Ecco, pertanto, una galleria di ritratti magistralmente tracciati in punta di penna da Guillaume Hanoteau, storico e giornalista; ed ecco così le considerazioni pensose e argute, briose e talora amare, di Francoise Sagan, incomparabile nell’esprimerci, con la sottigliezza e la levità che le sono proprie, il significato di un profumo o, meglio, dramma o gioia, della memoria di un profumo: da quello d’un fuoco di legna a quello racchiuso in un flacone di Guerlain o di Coty, di Patou o di Lanvin. Ma non è tutto: di molte altre sorprese e rivelazioni è ricco questo libro serio e avvincente, inebriante come un campo di gelsomini (il più caro dei fiori, lo sapevate?) all’alba.
- Il profumo «fine secolo»
- Tre innovatori: Jacques Rouché, François Coty, Paul Poiret
- Il N˚ 5 di Chanel
- Da Arpège a Joy
- I sarti invadono la profumeria
- Gli anni Dior
- La virilità e i profumi
- Il profumo alle prese con l’economia
- Avvenire
- Ringraziamenti
- Bibliografia
- Indice dei profumi citati
Biblioteca e Bibliotecario
Autore/i: Barberi Francesco
Editore: Cappelli Editore
pp. VII-370, Bologna
In Italia vi è oggi una situazione paradossale: generale disinteresse per il servizio e l’organizzazione bibliotecaria; diffusa tendenza al collezionismo librario, scarso amore per la lettura. La circostanza che le biblioteche settecentesche sopravvivessero e fossero rese pubbliche nell’Ottocento e che numerose altre, anche in centri modesti, se ne costituissero per lasciti privati o iniziativa di Comuni, significò, infatti, ben poco per la diffusione della cultura. La penetrazione del libro nelle masse avviene nella misura in cui la biblioteca raggiunge gli agglomerati più piccoli e riesce ad aggiornarsi di continuo, studiando insieme quegli accorgimenti atti a valorizzarne le più latenti risorse. Si discute tanto delle deficienze della scuola italiana; ma esse non sono neanche paragonabili a quelle del servizio di pubblica lettura, se si pensa che la dove esiste un edificio scolastico dovrebbe sorgere anche quello della biblioteca: così è, infatti, nei paesi di moderna democrazia. Una società democratica che voglia sul serio (e non è democratica se non lo vuole) offrire a tutti i cittadini i mezzi per elevarsi intellettualmente, deve creare non solo le scuole, ma anche le biblioteche pubbliche.
Il fine benemerito di portare un contributo alla conoscenza, al di fuori del chiuso ambito professionale, della situazione qual’è e dei problemi connessi alla sua trasformazione in quella che invece dovrebbe essere, ha spinto Francesco Barberi a riunire in questo volume, con lievissimi ritocchi formali, alcuni suoi scritti di biblioteconomia pubblicati negli ultimi venti anni: articoli di rivista per la maggior parte, conversazioni, relazioni a congressi.
Gli scritti sono ordinati, nei limiti del possibile, secondo l’affinità del contenuto anziché secondo la successione cronologica; ma la stessa origine occasionale esclude ogni pretesa di sistematicità, rispecchiando piuttosto una varia esperienza professionale, frequente nel bibliotecario italiano, soprattutto statale. E tuttavia si può affermare che acutezza di analisi e profondità di pensiero rendono vivi tutti gli aspetti storici, sociologici, tecnici della materia portando con estrema chiarezza il duplice problema biblioteca-bibliotecario in primissimo piano.
Vita e Visioni del Profeta Nostradamus
Alchimista e visionario, guaritore e astrologo. 1503-1566: Michel de Notredame, vagabondo perseguitato dall’Inquisizione, guarì la peste e predisse il futuro con miracolosa precisione. Tutte le sue profezie
Autore/i: Böckl Manfred
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, prologo dell’autore, traduzione di Annalisa Rizzati Vertovez, titolo originale: Nostradamus Der Prophet. Leben und Visionen.
pp. 360, Casale Monferrato (AL)
Il volume ricostruisce con taglio storico-divulgativo le incredibili vicende di Michel de Notredame: vissuto in Francia nel 1503-1566, fu un vagabondo e un alchimista perseguitato dell’Inquisizione, poi studiò medicina e curò la peste; divenne ricco e famoso per la sua straordinaria capacità di prevedere il futuro. Nel libro viene riportato anche il testo completo delle Centurie, l’opera in cui Nostradamus fa le sue profezie.
Il 14 dicembre 1503, a mezzogiorno, sotto il segno dell’Arciere, nasceva a Saint-Rémy, in Provenza, nella famiglia di un ricco notaio di origine ebraica, Michel de Notredame, universalmente conosciuto con il nome di Nostradamus. Dopo aver stupito con la sua mente prodigiosa il nonno Jean, medico del re di Navarra, suo primo insegnante di latino, greco ed ebraico, di matematica e di astronomia, il giovane Michel studente di medicina a Montpellier seppe curare e guarire dalla peste il cardinale Claremont e il Gran Maestro dei Cavalieri di Rodi. Ma la precoce gloria fu condita da feroci invidie e violente persecuzioni da parte dell’Inquisizione: mentre già si manifestavano le sue straordinarie capacità di prevedere il futuro, Nostradamus andò peregrino tra l’Europa e l’Oriente per lunghi anni, finché si stabilì a Salon dove visse con la moglie e figli. La notte del venerdì Santo del 1554, a Salon, Nostradamus iniziò la stesura delle Centurie, la raccolta completa delle sue profezie con le vicende dell’umanità nei secoli futuri; Chavigny, il suo giovane segretario, ricorda l’entusiasmo del maestro ogni mattina, mentre scendeva le scale del suo studio con gli occhi ancora carichi per l’euforia della trance profetica vissuta durante le ore di veglia notturna. Continuò a scrivere i suoi presagi fino alla notte del 2 luglio 1566 quando, come aveva egli stesso previsto e preannunciato, concluse la sua esistenza terrena.
Manfred Böckl cultore di storia medievale e rinascimentale, ha condotto le sue ricerche in diversi archivi, interessandosi in particolare di personaggi e vicende trascurate dalla storiografia ufficiale.
Prologo
Danza macabra (1513-1528)
- La torre di Jaune
- Avignone
- Inverno sui Pirenei
- Montpellier
- Le processioni dei flagellanti
Montségur (1529-1546)
- La croce di rose
- Scalinger
- La voce delle dieci sfere
- Esclarmonde
- La visione del papa
- Il crollo
- La visione dell’Islam
Il profeta di Salon (1546-1566)
- Tessier
- Lo scanno di bronzo
- Il morso dei serpenti
- La visione delle stelle
- I frutti di Aix
Epilogo
Appendice: le centurie di Nostradamus
- Prima centuria
- Seconda centuria
- Terza centuria
- Quarta centuria
- Quinta centuria
- Sesta centuria
- Settima centuria
- Ottava centuria
- Nona centuria
- Decima centuria
Nel Grembo del Buddha
Un viaggio spirituale nella sofferenza dell’Aids e oltre per imparare a vivere con amore
Autore/i: Harrison Gavin
Editore: Sensibili alle Foglie
1° ristampa, a cura di Roberto Mander, prefazione di Corrado Pensa, traduzione di Laura Bisogniero, titolo originale: In the lap of the Buddha.
pp. 304, Dogliani (Cn)
L’apice della sofferenza Gavin lo raggiunse nel 1989, da lui stesso definito l’anno più difficile della sua vita. Infatti, nel luglio di quell’anno, egli si trovò davanti a una diagnosi di AIDS. E, poco dopo, ancora durante un ritiro lungo, emerse, non meno terrificante, il ricordo di abusi sessuali subiti nel corso della sua infanzia. Gli anni successivi sono un intreccio di malattie e disagi fisici connessi con la sua sindrome e, insieme, sono anni di lavoro strenuo su tutta la rabbia e la paura che, affiorate nel 1980, erano adesso esplose.
Le pagine e i capitoli di questo libro dedicati alla paura e alla rabbia testimoniano con grande efficacia della quantità e della qualità di tale lavoro. I due temi suonati con abbandono e maestria da Gavin sono i temi classici del Dharma: amore e saggezza: “Ho scoperto che è vitale entrare in contatto con il disagio in virtù di una consapevolezza che sia perdonante, accettante e infusa di amore. Ad ogni livello di dolore che tocco, esploro la possibilità di trovare uno spazio che sia in grado di abbracciare e circondare il dolore. Cosicché io non sono più sopraffatto o alla mercé di quanto succede ma, piuttosto, divento attivo partecipante di ciò che accade”. (dalla prefazione di Corrado Pensa)
Gli Obelischi di Roma
Autore/i: Mercati Michele
Editore: Cappelli Editore
l’introduzione all’opera del Mercati è di Gianfranco Cantelli, che ha curato anche il testo, desunto dall’edizione romana del 1589, di cui la presente è l’unica ristampa.
pp. 336, numerose illustrazioni e tavole in bianco e nero fuori testo, Bologna
Nei cinque anni del pontificato di Sisto V (1585-1590) l’architetto Domenico Fontana ebbe la possibilità di intervenire profondamente sul tessuto urbanistico di Roma. Era stato incaricato dal Pontefice di ristrutturare la città in modo che anche dal punto di vista urbanistico e architettonico essa manifestasse quello che di fatto era, o almeno voleva essere: la sede di un grande stato temporale e nello stesso tempo il centro di un universale potere spirituale, non soltanto religioso, ma anche culturale, erede legittimo, a un tempo, sia della tradizione cristiana sia di tutta la tradizione civile ed artistica dell’umanità. In questo grandioso progetto di ristrutturazione urbanistica, occupa un ruolo di grande rilievo la restaurazione e l’erezione, sulle piazze principali della città, degli obelischi che, trasportati dall’Egitto a Roma ai tempi dell’impero romano, erano rimasti sepolti sotto le rovine e spezzati in più punti.
Oltre alle difficoltà tecniche dell’impresa e al fascino estetico degli obelischi, una motivazione culturale di fondo ne rivelava la centralità emblematica all’interno del complesso progetto fontaniano. Gli obelischi non erano semplici colonne o resti della civiltà greca o romana, ma testimoniavano l’esistenza di una civiltà assai più antica di quella grecoromana, e che, nella prospettiva storica degli uomini del Rinascimento, di quelle civiltà stava a fondamento, avendone profondamente informato la religione e, soprattutto, il pensiero filosofico e scientifico. Inoltre i geroglifici scolpiti sugli obelischi rappresentavano una sapienza enigmatica e indecifrabile, fonte – secondo voci autorevoli del periodo classico e rinascimentale – del pensiero pitagorico e platonico.
Non è difficile quindi immaginare la complessità e la vastità dell’argomento da trattare, e quindi la difficoltà dell’impresa, quando il pontefice affidò a Michele Mercati l’incarico di illustrare che cosa fossero stati e che cosa rappresentassero gli obelischi nella storia dell’umanità. Il Mercati, eminente scienziato e medico, ma anche uomo di vasta cultura umanistica e profondo conoscitore di letteratura e filosofia, riuscì perfettamente all’altezza dell’impresa, lasciandoci un trattato ampio e articolato, in cui meravigliosamente si fondono il rigore tecnico e la capacità di potenti sintesi culturali. La descrizione degli obelischi penetra a poco a poco nell’essenza dell’oggetto descritto fino a interrogarsi, l’autore, sul senso del geroglifico, del simbolo, del linguaggio.
Mentre con uno stile efficace e chiarissimo affronta il problema storico, tecnico e architettonico degli obelischi, l’autore svolge un’inchiesta sui segni misteriosi di una grande civiltà scomparsa, confronta i dati superstiti con i documenti che giungono dal continente americano appena scoperto, fino a entrare nel nucleo delle ipotesi sulla genesi del linguaggio e sul significato conoscitivo del mito. Un’opera di straordinario valore letterario e culturale ci riporta quindi nel fuoco di un grande momento storico, di un alto interrogarsi e di una forse irripetuta fedeltà alla conoscenza e alla scrittura.
Michele Mercati nacque nel 1541 a S. Miniato e morì a Roma nel 1593. Laureatosi in «filosofia e medicina» si recò poco più che ventenne a Roma, dove, durante la peste del 1566, si distinse per capacità e abnegazione. Per assecondare i suoi interessi verso la ricerca pura, il papa Pio V gli offrì la direzione dell’orto botanico vaticano. Da quel momento poté vivere a contatto diretto con l’ambiente culturale più vivo dell’Europa del XVI secolo.
Nel 1576 pubblicò L’Istruttione sopra lo peste. Aggiuntevi tre altre Istruttioni sopra i veleni occultamente ministrati, Podagra e Paralisi. Per incarico del papa Sisto V fece un lungo viaggio diplomatico in Polonia, durante il quale scrisse De gli obelischi di Roma. Rientrato in Italia si dedicò al completamento della Metallotheca, ma la morte lo colse prima che la descrizione delle pietre della sua raccolta fosse completa.
L’Etica del Bushidō – Introduzione alla Tradizione Guerriera Giapponese
Autore/i: Polia Mario
Editore: Il Cerchio Iniziative Editoriali
nuova edizione, prefazione di Taiten F. Guareschi, introduzioni dell’autore, calligrafie della M. Ykuyo Toba Chiba.
pp. 152, numerose calligrafie in bianco e nero, Rimini
Il mondo delle arti marziali giapponesi affascina da sempre milioni di europei, soprattutto per quanto concerne il suo aspetto interiore e spirituale.
Questa nuova edizione, ripensata ed arricchita, del celebre saggio di Mario Polia – scritto da un europeo per gli europei – riesce ad entrare in maniera diretta e chiara nel mondo spirituale del Bushido, la Via del Guerriero giapponese, nelle sue relazioni col buddhismo Zen e con le grandi tradizioni guerriere dell’Oriente antico, delineandone le caratteristiche spirituali e culturali dal Giappone medievale fino all’ultimo conflitto mondiale.
Un’occasione unica per scoprire le radici profonde di un mondo che non manca di colpire ed interessare chiunque.
Mario Polia (Roma 1947), archeologo, antropologo culturale, storico delle religioni. Ricercatore dal 1971 sulle Ande nord-peruviane nel campo dell’archeologia e dello studio dello sciamanesimo andino è responsabile dei programmi di ricerca demo-antropologica per il Comune di Leonessa (Rieti) del quale dirige il Museo Civico. Fra i suoi campi di studio vi sono le saghe arturiane, la religione romana arcaica, le religioni germaniche, le religioni orientali. Per IL CERCHIO ha pubblicato, fra gli altri, Imperivm. Origine e funzione del potere regale nella Roma arcaica (2002), Il seme e la pienezza. Cristianesimo e altre religioni (2003), Le rune e gli dèi del Nord (2005) e Il Mistero imperiale del Graal (2007).
Preghiere dal Silenzio
«La preghiera non è tanto un argomento di cui parlare quanto un mistero di grazia da sperimentare».
Autore/i: Canopi Anna Maria
Editore: Edizioni Piemme
unica edizioni, presentazione di Mons. Aldo Del Monte, in sovraccoperta: Il chiostro dell’Abbazia dei Benedettini Cistercensi a Piona (Como).
pp. 182, Casale Monferrato (AL)
Questo libro nasce da un’esperienza intensa di preghiera e di contemplazione. Si tratta di una sorta di viaggio alla scoperta dei “segreti della vita orante”.
Madre Canopi, monaca di clausura benedettina, esalta il silenzio come una delle dimensioni più preziose della vita spirituale. Il silenzio è il luogo in cui riusciamo a percepire più nitidamente la voce di Dio, a sentire nell’intimo l’ineffabilità della sua presenza e il calore della sua compagnia.
Agli uomini di oggi, immersi nella “civiltà del rumore”, giunge dunque un invito: ritagliare nella giornata uno spazio di quiete e di solitudine per ritrovare se stessi, ma soprattutto per lasciarsi trovare da Dio.
La forza di questo invito è tutta contenuta nelle preghiere che sigillano il volume, preghiere di straordinaria potenza lirica e spirituale, preghiere nate nel silenzio del chiostro che aiutano a immergersi nel silenzio del cuore.
Anna Maria Canopi è badessa del Monastero Benedettino “Mater Ecclesiae” che si trova sull’isola di San Giulio (NO).
Ha collaborato all’edizione della Bibbia CEI e alle edizioni dei nuovi Messali e Lezionari, dando ampi contributi per vari sussidi di catechesi e riviste di formazione religiosa. Presso Piemme ha pubblicato: Liturgia del silenzio (1996), Il segreto del chiostro (1996), Patì per noi (1999), Ecco tua madre (1999), Voglio cercare l’Amato del mio cuore (2000), Lettera a Edith (2000).
Avanzi di Balera – Storia e Storie del Mondo del Ballo
Autore/i: Benelli Beatrice
Editore: Società Editrice Il Mulino
premessa dell’autrice.
pp. 232, Bologna
Il ballo, i suoi luoghi e i suoi riti come perfetta metafora dell’esistenza umana. Perchè quando si entra in una sala da ballo, sia pure in quel breve arco di tempo e in quel luogo circoscritto, ci si esibisce, ci si confronta, ci si mette alla prova, cercando di brillare e di dare il meglio di sé, senza rivelarsi troppo e subito, in una sorta di manipolazione giocosa e innocua. Quello che conta è mantenere tutto su un piano di sostanziale non-compromissione, consentendo tuttavia a sé e agli altri lo spunto per una prosecuzione. Si impara molto in balera; si impara a conoscere se stessi, a fidarsi e a diffidare, a osservare e a essere osservati, a osare e a ritrarsi al momento giusto. Tra descrizioni di ambienti, considerazioni e ricordi personali, consigli per l’uso, chi non frequenta più i locali da ballo ritroverà in queste divertenti pagine un’atmosfera amata; chi dal ballo è incuriosito troverà una spinta briosa per muovere i suoi primi passi.
Beatrice Benelli insegna Psicologia dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione nella Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni: “Lo sviluppo dei concetti nel bambino. Quando Fido diventa un animale” (Giunti, 1989). Con il Mulino ha pubblicato: “Avanzi di balera. Storia e storie del mondo del ballo” (2001).
I Ragazzi di Satana – La Setta delle “Bestie”: alla Scoperta di un’Italia Sconosciuta
Autore/i: Offeddu Luigi; Sansa Ferruccio
Editore: Rizzoli
con un saggio di Vittorino Andreoli «Bestie con il sorriso d’un adolescente».
pp. 304, Milano
Se non vogliamo credere che i ragazzi di Satana siano delle incarnazioni del Male, e noi certo non lo crediamo, allora per capire questo fenomeno bisogna entrare dentro il Bene e il Male che domina un dato momento storico e una società. (Vittorino Andreoli)
Toccava a me perché io ero stato fidanzato dieci anni con Mariangela, avevamo vissuto insieme. Durante i riti ci eravamo persino scambiati il sangue. Ci eravamo tagliati i polsi, lo avevamo fatto colare in una brocca, il suo sangue e il mio insieme, poi l’avevamo bevuto… L’ultimatum fissato da Sapone stava per scadere e poi… poi quella sera era una notte di luna piena…
Morti terribili e misteriose, suicidi, canzoni maledette, famiglie insospettabili. La vicenda delle “Bestie di Satana” è iniziata nel 1998, in Lombardia, e ancora continua. Sette giovani sono finiti in carcere con accuse da ergastolo. Un pezzo di Italia sazia, apparentemente tranquilla, in realtà ossessionata dal proprio vuoto. Ma vi sono altre morti mai spiegate, altri riti che coinvolgono ambienti inimmaginabili. Solo il cinquanta per cento di questa vicenda è stato reso pubblico. II resto ce lo rivelano i due autori che più di tutti hanno seguito da vicino l’inchiesta, e per questo hanno avuto accesso alle fonti più riservate. Il loro è un racconto rigorosamente e tragicamente autentico, in cui ogni parola è stata documentata.
Luigi Offeddu è inviato speciale del “Corriere della Sera”. Ha pubblicato con Marsilio La sfida dell’acciaio (1984); con Boroli, Questa America (2004) e, nel 2005, Storia del bene, Storia del male e Prodigi quotidiani, con Edoardo Boncinelli. Per Bur, nel 2005, ha scritto insieme con Ferruccio Sansa I ragazzi di Satana.
Ferruccio Sansa è inviato del “Secolo XIX”. È stato giornalista del “Messaggero” e di “Repubblica”. Collabora a “Micromega”. Oltre a I ragazzi di Satana (Bur 2005) ha pubblicato la raccolta di racconti Se ci fossimo parlati (De Ferrari & Devega, premio Teramo 2001).
La Cuoca e il Mangia-Uomini • Sui Rapporti tra Stato Marxismo e Campi di Concentramento
Titolo originale: La cousinère et le mangeur d’hommes
Autore/i: Glucksmann André
Editore: Edizioni L’Erba Voglio
introduzione dell’autore, traduzione di Sciana Contri.
pp. 240, Milano
C’è una battuta fin troppo citata di Marx: «io non sono marxista». Anche di Stalin, per ragioni diverse, i marxisti occidentali tendono spesso a dire che non era un errante per definizione…
Possiamo continuare ad accontentarci di questo?
Non siamo forse continuamente costretti, dalla allucinante realtà dei campi e dei manicomi, da questo immenso errore/orrore, a porci questioni ben più sconvolgenti? Se il nesso teoria-pratica è centrale per il marxismo, non siamo forse costretti a porre in questione il marxismo stesso, il leninismo stesso, come espressioni storicamente incarnate di una «rivoluzione dall’altro» che si è tradotta, anche, nell’universo concentrazionario del Gulag?
André Glucksmann, già noto in Italia per il «Discorso della guerra», 1969 e «Fascismo: il vecchio e il nuovo», 1974, ha detto di questo libro che, nelle «voci plebee» provenienti dall’est, nel grido della «cuoca» di fronte alla macchina mangia-uomini, ha colto gli stessi accenti della contestazione intrapresa nel ’68 in Occidente. E nello stesso spirito, e contro gli anatemi «preventivi» risuonati così rumorosamente in Italia, che le edizioni «L’erba voglio» decidono oggi di pubblicarlo.
Lo Spirito Americano – Visioni di una Nuova Cultura d’Impresa
Titolo originale: American Spirit
Autore/i: Miller Lawrence M.
Editore: Sperling & Kupfer Editori
ringraziamenti e introduzione dell’autore, traduzione di Luca Tomasi.
pp. 242, Milano
Lo spirito americano è un testo rivoluzionario che fornisce ai manager e ai dirigenti d’oggi gli strumenti necessari per creare una nuova cultura aziendale, tale da consentire al mondo degli affari di adeguarsi con successo e profitto alle esigenze del futuro e permettere agli uomini e alle organizzazioni di conquistare e mantenere il necessario vantaggio competitivo. Lawrence M. Miller – top manager consulente di grandi società quali American Express, Continental Can, R.J. Reynolds, 3M, Honeywell e Exxon – attinge alla sua lunga e solida esperienza per definire gli otto «valori-base» che si possono applicare al management di tutte le organizzazioni al fine di ottenere un alto tasso di innovazione e di produttività; inoltre presenta un modello dettagliato, basato sulle tattiche e le strategie, per implementare tali valori. Analizzando ogni tappa del processo l’autore mostra esattamente come comunicare gli scopi dell’azienda e stabilire una gerarchia di obiettivi motivanti; provocare stati di «insoddisfazione creativa» per stimolare la ricerca dell’eccellenza; sostituire il «modello militare» di comando con decisioni consensuali; promuovere un interesse comune, al di là delle distinzioni di livello; ricollegare i compensi al rendimento (invece che alla carica o alla qualifica); utilizzare più diffusamente i risultati delle ricerche e le statistiche; sviluppare un atteggiamento di confidenza; incrementare il principio dell’integrità. Mettendo radicalmente in discussione l’attuale stile del management, Lo spirito americano introduce una filosofia aziendale più vitale e produttiva, tesa ad assicurare l’impegno della forza lavoro e la fiducia delle generazioni future.
Mr Nice – L’Autobiografia del Professore di Oxford Divenuto uno dei Massimi Trafficanti di Hashish
Titolo originale: Mr Nice
Autore/i: Howard Marks
Editore: Edizioni Socrates
introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Carla Dolazza.
pp. 512, nn. fotografie b/n, Roma
«Ho bisogno di un passaporto, Don, di uno che sia a prova di qualsiasi controllo». «Puoi prendere il mio. Non ne avrò bisogno, ma c’è un problema».
«Quale?» «Ho appena scontato dodici anni di condanna all’ergastolo per omicidio».
I condannati per omicidio, vengono considerati una minaccia solo nei confronti dei singoli individui piuttosto che per l’intera società. Quest’ultima definizione, infatti, era riservata solo agli spacciatori e ai terroristi. «Ti darò mille dollari», dissi, «qualche altro biglietto da cento di tanto in tanto, quando avrò bisogno di altri documenti».
«E il migliore affare che mi sia stato offerto».
«Come ti chiami di cognome, Don?» gli chiesi. Nel passato sono stato incasinato con cognomi terribili. «Niss».
«Come si scrive!» «N-I-C-E, proprio come la città della Costa Azzurra».
Come Don pronunciasse il suo cognome era affar suo: io lo avrei pronunciato in maniera diversa. Stavo per diventare Mr Nice.
43 nomi falsi, 89 linee telefoniche, 25 società di copertura… Signore e signori, ecco a voi Howard Marks, in arte Mr. Nice, l’uomo più ricercato della Gran Bretagna, il professore di fisica che ha trafficato tonnellate di hashish per milioni di dollari.
In un’autobiografia all’insegna di uno humour tutto britannico, l’esilarante storia di un turbolento studente di provincia che riesce ad approdare a Oxford e a laurearsi, per poi vivere fino in fondo la filosofia «sex, drugs and rock’n’roll» degli anni Sessanta, nella Londra capitale delle culture alternative.
Reclutato dai servizi segreti britannici, tiene contatti con IRA, la CIA, la mafia e le triadi asiatiche, senza che il suo fascino e i suoi ideali non violenti vengano meno. Catturato infine dalla DEA, dopo una caccia all’uomo in 14 paesi, viene estradato negli USA.
Da questa autobiografia (bestseller da dieci anni per le nostre Edizioni) è stato tratto l’omonimo film, regia di Bernard Rose, con Rhys Ifans, nel ruolo di Howard Marks, e Chloè Savigny, in quello della moglie Judy.
Howard Marks è nato a Kenfig Hill, nel Galles, il 13 agosto del 1945.
Insegnante di fisica a Oxford, abbandona la carriera accademica per dedicarsi al traffico di hashish.
Scontati sette anni nel durissimo penitenziario statunitense di Terre Haute, torna in Inghilterra e grazie al successo di Mr Nice (un milione di copie) è ricco e famoso.