Libri dalla categoria Geopolitica
Racconti di Fantasmi
Autore/i: Montague Rhodes James
Editore: Edizione CDE
prefazione dell’autore, cura e nota bio-bibliografica di Malcolm Skey, in sovraccoperta: Johann Heinrich Füssli, Dante e Virgilio nella ghiaccia del Cocito, 1774.
pp. 528, Milano
I racconti di fantasmi che Montague Rhodes James scrisse saltuariamente dal 1893 in poi – li leggeva generalmente a Natale, a un gruppo di amici o allievi raccolti intorno al camino – sono tra i più limpidi e inquietanti che la tradizione britannica conosca. Ha scritto Lovecraft, che di James fu un grande estimatore: «L’emozione più vecchia e più forte del genere umano è la paura, e la paura più forte è la paura dell’ignoto». Chi non ci crede provi a immergersi in uno di questi laconici racconti di incontri brevi (ma spesso catastrofici) di queruli antiquari, professori eruditi ma imprudenti e collezionisti curiosi, con un ignoto che è reso ancora più orribile dal tono pacato e dimesso del narratore. Le creature delle tenebre che James manovra con ironia e con discrezione hanno ben poco a che fare con gli austeri e pallidi spettri della tradizione gotica: sono per lo più orrendi dèmoni, implacabili e straordinariamente pazienti, quasi sempre toccati prima di essere visti, e una volta percepiti si insinuano nella mente del lettore impietrito e non lo lasciano più.
Montague Rhodes James (Goodnestone, 1 agosto 1862 – Eton, 12 giugno 1936) è stato uno scrittore, storico e medievista britannico, noto studioso di paleografia e archeologia, bibliofilo e antiquario, ricordato oggi per i suoi racconti vittoriani di fantasmi, firmati come M. R. James. Fu un ottimo conoscitore di lingue straniere antiche, come latino e greco, e moderne, fra le quali francese, italiano, tedesco, etiopico, norvegese, danese (sarà un ottimo traduttore di Hans Christian Andersen) greco oltre al copto, l’ebraico, il siriaco. Nonostante sia ricordato soprattutto per la sua opera di narratore, il suo contributo di medievista fu enorme: catalogò numerosi manoscritti della biblioteca di Cambridge e di Oxford; tra gli altri saggi, scrisse The Apocalypse in Art e New Testament Apocrypha.
Prefazione
Nota bio-bibliografica
Racconti di fantasmi di un antiquario
- L’album del canonico Alberico
- Cuori strappati
- La mezzatinta
- Il frassino
- La numero 13
- Il conte Magnus
- Fischia e verrò da te, ragazzo mio
- Il tesoro dell’abate Thomas
Altri racconti di fantasmi di un antiquario
- Una storia dei tempi di scuola
- Il roseto
- Il trattato Middoth
- Il sortilegio dei runi
- Gli stalli della Cattedrale di Barchester
- Il recinto di Martin
- L’eredità del signor Humphreys
Uno spettro scarno e altre storie
- La residenza di Whitminster
- Il diario del signor Poynter
- Un episodio di storia cattedrale
- Storia di una scomparsa e di una ricomparsa
- Due dottori
Avvertimento ai curiosi
- La casa di bambola animata
- Il libro di preghiere non comune
- La pietra confinaria del vicino
- Una vista dalla collina
- Avvertimento ai curiosi
- Un intrattenimento serale
Ultimi racconti
- C’era una volta un uomo che abitava vicino a un camposanto
- Topi
- Dopo il calar del sole nei campi da gioco
- Il pozzo dei lamenti
- L’esperimento (Un racconto di fantasmi per la vigilia di Capodanno)
- La malignità degli oggetti inanimati
- Una vignetta
Appendice
- Storie che ho tentato di scrivere
Ipnosi ed ESP
Titolo originale: ESP in Hypnosis
Autore/i: Ryzl Milan
Editore: Edizioni Mediterranee
prima edizione, traduzione di Jacopo Comin.
pp. 224, Roma
Questo libro espone i risultati di oltre vent’anni di esperimenti e ricerche compiuti dall’autore per assumere il controllo della percezione extrasensoriale (ESP) e per svilupparla come senso nuovo, fino al livello in cui possa essere esaminata sperimentalmente ed impiegata praticamente.
Finora gli scienziati sono stati per lo più scettici circa l’ESP. Anche per i parapsicologi che investigano questa strana facoltà, essa è sempre stata una funzione troppo sfuggente e scarsamente pratica.
Nonostante ciò, l’autore ha compiuto esperimenti in cui l’ESP può essere ottenuta in forma ripetibile e a richiesta, esperimenti nei quali si possono studiare le sue caratteristiche con gli stessi sistemi scientifici con cui le leggi della natura sono state studiate in altre scienze sperimentali.
Si tratta pertanto di un libro importante e di avanguardia, non solo per la divulgazione al grande pubblico di un argomento così affascinante, ma anche per gli stessi studiosi: psicologi, parapsicologi e ricercatori, i quali troveranno in quest’opera esposti per la prima volta esperimenti e teorie che potrebbero indurre una svolta decisiva nello studio dell’ESP.
Il contenuto di questo libro, quindi, è particolarmente interessante in vista del suo scopo: dimostrare che l’ESP può essere studiata sperimentalmente in laboratorio, proprio come ogni altro fenomeno naturale, e che può essere normalmente applicata in pratica.
Molto, naturalmente, rimane ancora da fare. L’autore indica alcuni complessi problemi psicologici e sociologici che dovranno essere superati prima che l’ESP possa veramente essere posta sotto controllo volontario su grande scala. Ma la ricerca nelle altre scienze è forse meno difficile?
Il Dr. Milan Ryzl, autore di fama internazionale, da molti anni si dedica alla Parapsicologia e allo studio dei fenomeni paranormali. Riparato in America dalla Cecoslovacchia, si è stabilito, nel 1968, in California, dove ha approfondito i suoi studi, integrando le conoscenze e i metodi d’indagine della scuola d’oltre cortina con quelli della scuola americana. I suoi esperimenti sono volti soprattutto alla ricerca di una parapsicologia scientifica, e nelle sue opere, di carattere anche divulgativo, pone alla portata del grande pubblico problemi di enorme importanza per tutta l’umanità. Il suo primo libro, dal titolo «Parapsicologia», pubblicato in Italia dalle Edizioni Mediterranee, ha avuto un ottimo successo e notevoli riconoscimenti.
Una parola al lettore
Introduzione
- Metodo di addestramento all’ESP
- Esperimenti con J. K.
- Esperimenti con P. S.
- Un gruppo di esperimenti per l’addestramento all’ESP
- Prospettive future
Bibliografia
Appendice
Elementi di Fotografia
Autore/i: Autori vari
Editore: Editoriale Effe
edizione riveduta e corretta da Maurizio Micci.
pp. 360, nn. figure b/n, Roma-Montesacro
Perchè la luce si fissa sulla pellicola?
Perchè l’obiettivo forma l’immagine?
Perchè il rendimento dell’otturatore non può mai essere perfetto?
Perchè avviene lo sviluppo?
Perchè i filtri filtrano la luce?…
Questo libro risponde a centinaia di «perchè» e approfondisce la teoria della fotografia ben oltre il limite dei normali manuali.
Psicoanalisi Medica – La Teoria della Malattia nella Psicoanalisi
Titolo originale: Die Krankheitslehre der Psychoanalyse
Autore/i: Loch Wolfgang; Roskamp Hermann; Kutter Peter; Wesiack Wolfgang
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
unica edizione, introduzione, prefazione e cura di Wolfgang Loch.
pp. 336, Milano
Questo libro si occupa soprattutto della teoria della psicoanalisi e della teoria psicoanalitica della malattia. Non si addentra nella tecnica di trattamento e considera la teoria psicoanalitica della personalità nel contesto della teoria psicoanalitica generale, solo fin dove ciò è necessario per chiarire gli argomenti svolti. Lo stesso vale per il metodo di ricerca, la cui meta principale consiste nel portare alla luce i ”motivi nascosti” dell’”essere così” psichico, quei motivi che non sono rappresentati direttamente nello stato fenomenico della coscienza. Questi motivi giacciono per cosi dire dietro la coscienza e per questo la psicoanalisi è stata anche chiamata ”psicologia del profondo.” Come si sa, solo in seguito alla scoperta dei motivi segreti, nascosti, Freud fu in grado di comprendere il significato e il contenuto dei fenomeni isterici, delle azioni e dei pensieri ossessivi, delle fobie e delle formazioni deliranti, delle perversioni e dei tratti del carattere. La ricerca della storia dei motivi fino all’infanzia, fino ai traumi che educazione e ambiente hanno procurato al bambino durante lo sviluppo, rivelò la stretta relazione che intercorre tra eventi biologico-somatici e rapporti e influssi psicosociali. E ciò gettò luce su come si creano e si sviluppano le interazioni tra l’individuo e l’ambiente, come i motivi sono legati da una relazione circolare e come al contrario essi, una volta sviluppatisi, si traducono in azioni.
Con questo accenno ai motivi, alla loro storia e alla loro indagine le mete e le osservazioni del metodo psicoanalitico sono definite nelle caratteristiche più generali. Il libro spiega come queste osservazioni nel linguaggio della psicoanalisi sono riprese nel campo della teoria psicoanalitica e della teoria della malattia.
In quanto alla scelta del materiale trattato, gli autori dell’opera sono stati guidati da due considerazioni: primo, limitarsi a riferire ciò che, nell’ambito della psicoanalisi, è ormai conoscenza certa, ciò che possiamo indicare come ”solido nucleo iniziale, passibile di modificazione ed elaborazione, ma non più di abrogazione.” Secondo, cercare di non fare troppe supposizioni e soprattutto offrire al lettore, accanto all’informazione necessaria, la possibilità di formarsi una propria opinione e di stimolarlo a un ulteriore approfondimento. Il libro è rivolto a infermieri, medici, psicologi, sociologi, pediatri e a chiunque ha a che fare direttamente o indirettamente con la psicologia dell’uomo.
Midrashim – Fatti e Personaggi Biblici nell’Interpretazione Ebraica Tradizionale
Autore/i: Autori vari
Editore: Fabbri Editori
testi scelti e tradotti a cura dei Riccardo Pacifici, curatore della sezione Ebraismo Sergio Noja Noseda, in copertina: Scuola di Avignone, La scala di Giacobbe (part.), Musée du Petit-Palais, Avignone.
pp. 224, Milano
«Questo libro presenta la traduzione italiana di brani scelti da un’antologia di ’aggadot e midrashim, cioè di racconti e interpretazioni della Bibbia scritti dai rabbini. E possibile leggerlo in modi diversi: ad esempio scorrendo il testo pagina dopo pagina, limitandosi all’ascolto, o approfondendo i significati di questi racconti, studiando le problematiche che vi sono coinvolte, e i modi di espressione rabbinica, certamente diversi da quelli della nostra epoca e della nostra mentalità. In questa seconda prospettiva di lettura sono indispensabili alcuni concetti introduttivi.»
I Giustizieri del Far West
Titolo originale: The Vigilantes of Montana or Popular Justice in the Rocky Mountains
Autore/i: Dimsdale Thomas J.
Editore: Lerici Editori
prima edizione, introduzione di E. DeGolyer, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Adriana Dell’Orto ed Ettore Capriolo.
pp. 264, Milano
Un resoconto esatto e imparziale della caccia, processo, cattura ed esecuzione capitale della banda di Henry Plummer.
Unitamente alla cronaca della vita e dei delitti di molti criminali e “desperados”, il tutto disseminato da scene di vita negli accampamenti dei cercatori d’oro del Far West; essendo questa l’unica opera degna di fede sull’argomento mai presentata finora al pubblico.
Snob & Divine • Arti, Segreti e Piaceri della Seduzione Mondana dalla Belle Epoque al Salotto Agnelli
Autore/i: Forte Gioacchino
Editore: Edizioni Acanthus
unica edizione, prologo dell’autore.
pp. 216, nn. illustrazioni in b/n e a colori, Milano
Riappare il fantasma dello snobismo. I giornali non parlano che di Mode e Modi. Nei salotti non si discute che di ricchi e di barche. E anche se quasi ogni giorno c’è qualcuno che ci ammonisce che “non durerà”, viviamo un po tutti al di sopra dei nostri mezzi. Eppure nessuno, prima di questo libro. aveva osato scrivere un Vademecum per i Nuovi Snob. Figlia del boom. la nostra società stenta a prenderne le distanze, a guardarne le smodatezze con un pò di “sana ironia”. Siamo forse più ricchi; ma non per questo tutti hanno stile e mentalità adatta per vivere con eleganza queste nuove possibilità.
Stona di “altri tempi” nella prima parte, e guida particolareggiata alle Nuove Finezze, questo libro può essere letto in varie chiavi. Come una raccolta di pagine di divertente e scintillante letteratura; come un manuale per ben apparire”, o come una garbata satira di costume.
Come le tartine in un vassoio di porcellana o in un buffet freddo, o come le foglioline di menta sull’orlo del bicchiere da cocktail, Gioacchino Forte ha studiatamente disseminato nei vari capitoli fatterelli, osservazioni curiose. piccole e liete note sociologiche, qualche sberleffo su “chi non è ma vorrebbe sembrare”, e perché no?, “ammiccate” di simpatia a chi è ma cerca di non darlo troppo a vedere.
Forte è uno scrittore di costume, non un sociologo, tanto meno un moralista. Ma in questo libro gli è capitato di fare un’osservazione che chissà, potrebbe intrigare anche voi: «Siamo tutti un pò snob», ama ripetere, «e lo snobismo è come !’’amore e Ia tosse: difficile nasconderlo».
Gicacchine Forte, milanese di elezione, appartiene (vantandosene) a una antica famiglia napoletana. Fra i suoi antenati anche alcuni funzionari delle Loro Maestà di Borbone. Viaggiatore, fotografo, curioso di persone e cose, ha scritto vari libri con cui si è molto – e ha molto – divertito. Nella sua vita ha fatto alcune scelte snob: non possiede cani: non guida l’auto, non gioca a golf, quando gli amici gli chiedono perché fa lo “snob-catcher” risponde: «È la normalità che mi intriga».
Prologo: I Nuovi Snob
- Princìpi-base
- PARTE PRIMA: Princìpi & Storie
- Tentativi di definizione
- Precursori, pionieri & affini
- Altri eroi, altre “glorie”
- Cavalieri e Regine
- Tra le divine preziose
- Abati, contini e cicisbei
- Dal “Dandy” al “Divino Mondano”
- L’eta degli “imaginifici”
- “Mondane” in crociera
- Tramonto della Belle Epoque
- Ieri e oggi
PARTE SECONDA: Istruzioni per l’uso
- L’importanza di chiamarsi Ernesto (ma Luca va meglio)
- Dove e come abitare
- Su come veste lui
- … e su come si abbiglia lei se/quando vuole stupire
- Su come costruirsi un eventuale stile “inglese”
- Su come farsi un “passato” (quando non c’é)
- Su chi frequentare e chi evitare
- Sull’arte di ricevere
- Su come essere presenzialisti
- In tema di presenzialismo fotografico
- Sul perché amare i cavalli
- A proposito di golf
- In tema di cultura
- Come mangiare e bere, e dove
- Sui piaceri del flirtare invece del triste “andar per sesso”
- Sugli animali “da compagnia”
- Perché convenga avere un radiotelefono con auto
- anziché un’auto con radiotelefono
- A proposito di motorini e bici
- Sulle barche e sugli Snob di piccolo cabotaggio
- ma di grande ambizione
- Istruzioni sulla servitù
PARTE TERZA: Who’s Who
L’Impeccabile
Titolo originale: Seijo no kyûsai
Autore/i: Higashino Keigo
Editore: Giunti
traduzione di Silvia Rota Sperti.
pp. 332, Firenze
Un imprenditore avvelenato da un caffè, una bella moglie devota e una miriade di segreti mai svelati… Yoshitaka Mashiba, manager di successo, confessa alla moglie Ayane che sta per lasciarla perché non è in grado di dargli dei figli. Libero da quel legame, potrà ottenere ciò che vuole da Hiromi, la giovane amante, assistente e amica di Ayane. Ma una domenica mattina viene trovato morto, avvelenato da un caffè. Appare subito evidente che non si tratta di suicidio. Tutti i sospetti ricadono sulla moglie, che però ha un alibi di ferro: al momento dell’omicidio si trovava a centinaia di chilometri di distanza. Altri sospettati? Hiromi non ha un movente e per di più è in attesa del bramato erede di Yoshitaka. Nonostante il brillante contributo della giovane agente Utsumi, le indagini non portano a niente, anche perché l’intuito del detective Kusanagi sembra irretito dal fascino raffinato della bellissima, impeccabile Ayane… Perfino il professor Yukawa, lo scienziato che tante volte ha impresso il marchio della razionalità sulle indagini di Kusanagi, fatica a far luce sui torbidi e letali segreti della coppia. Che si tratti davvero del delitto perfetto?
L’impeccabile è Higashino al suo meglio: una trama di ferro che incanterà anche il lettore più esigente e sofisticato.
Keigo Higashino (Osaka, 1958) è uno dei più famosi scrittori giapponesi, autore di numerosi bestseller. A 27 anni ha vinto l’Edogawa Rampo Award per il miglior mystery, e con Il sospettato X (Giunti 2012), che ha venduto oltre 2 milioni di copie ed è stato tradotto in 14 paesi, si è aggiudicato il prestigioso Naoki Prize ed è stato finalista all’Edgar Award. Molte delle sue opere hanno avuto una trasposizione teatrale e cinematografica, altre sono state trasformate in serie tv di grande successo.
Mounier Emmanuel • Maritain Jacques – Corrispondenza 1929 – 1939
Titolo originale: Mounier Emmanuel • Maritain Jacques (1929 – 1939)
Autore/i: Mounier Emmanuel; Maritain Jacques
Editore: Morcelliana
introduzione e note di Jacques Petit, traduzione di Elisa Lombardi-Vallauri.
pp. 224, Brescia
Al centro di questa corrispondenza si collocano la fondazione e gli inizi di Esprit. Appena nato il progetto, Emmanuel Mounier ne parla a Jacques Maritain, che approva e sostiene, talvolta non senza riserve. Infatti non si tratta solamente di una rivista di idee da difendere, ma di un atteggiamento spirituale, culturale, politico da promuovere in questo periodo difficile. Nè la politica interna, né la crisi culturale, sociale e religiosa, né i problemi internazionali (qui si intravede in filigrana tutta la storia degli anni ’30) permettono l’indifferenza, Maritain è risoluto a mantenere la rigorosa indipendenza del filosofo, che non esclude tuttavia gli interventi; Mounier vuole dirigere la sua riflessione nel cuore stesso dell’azione, attraverso le prese di posizione che le circostanze gli impongono.
Questa corrispondenza, ricca di toni, estremamente spontanea, è debitrice della sua unita profonda a tale dibattito, ripreso continuamente, sull’azione e sulle sue esigenze – in rapporto alla fedeltà alla verità – ricercata o conquistata. È un dibattito sempre attuale. È anche il confronto amichevole – nutrito di accordi e di divergenze – di due uomini che hanno impresso il loro segno, in modo diverso, sul pensiero di questo periodo. Essa ce li offre al naturale.
Lo Shiatsu e i Bambini
Atti del Convegno della Federazione Italiana Shiatsu
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni L’Entronauta
prima edizione, introduzione di Franco Pasi.
pp. 92, Domodossola
La Federazione Italiana Shiatsu ha organizzato nel settembre 1997 a Roncegno (TN) il primo di un ciclo di convegni sul tema “Lo Shiatsu e i bambini”.
L’incontro, incentrato sul periodo iniziale di vita del bambino (dal concepimento ai tre anni) ha visto la partecipazione di Frédérick Leboyer (nella foto) e di vari studiosi nel campo della medicina occidentale (Prof. U. De Vonderweid), della Medicina Tradizionale Cinese (Dott.ssa E. Rossi) e dello Shiatsu (M. Carlan, A.. Marcon, G. Pizzati, A. Spinola).
I relatori si occupano specificamente da tempo della natalità, dell’accoglimento e dell’utilizzo di metodiche manuali nei primi anni di vita del bambino.
Il presente volume ne raccoglie i contributi.
Introduzione
- Intervista a Frederick Leboyer
- Relazione di Anna Marcon
- Relazione di Massimo Carlan
- Relazione del Prof. Umberto de Vonderweid
- Relazione di Gianni Pizzati O.
- Relazione del Dott. Elisa Rossi
- Relazione di Andreana Spinola
Brevi note sul relatori
La Corsica – Storia di un Genocidio
Autore/i: Acquaviva Sabino
Editore: Franco Angeli Editore
introduzione dell’autore, collana: La Società collana diretta da Domenica De Masi.
pp. 176, ill. in b/n, Milano
Dall’Alto Adige alla Bretagna, dalla Sardegna al Paese Basco, dalle minoranze provenzali del Piemonte meridionale ai gruppi celti del Regno Unito, dalle comunità slovene del Friuli Venezia Giulia a quelle albanesi dell’Italia meridionale: nel cuore stesso di un’Europa che si vuole “comunitaria” la presenza di “popoli minori” è un dato che avvenimenti anche recenti si sono premurati di far riscoprire. Il silenzio che circonda il deperire di antiche culture è stato infatti rotto dalla ridestata coscienza di sé di cui alcune minoranze, nel nostro paese e altrove, hanno dato prova. Assimilazione o difesa di un’identità etnica distinta: questo il dilemma che devono affrontare popoli cui la storia ha negato nel passato la formazione di stati nazionali. Preservate sino ad oggi dalla protezione di antichi isolamenti, il procedere dell’integrazione economica e l’apertura alle comunicazioni di massa sembra condannare tali comunità ad una spersonalizzazione che significa decadenza e fine delle loro culture, dei loro dialetti, delle loro lingue. L’Europa è un cimitero di civiltà, ma anche un coacervo di culture e di etnie: alcune in agonia, altre ancora capaci di vitalità e resistenza. Quali le ragioni di questi diversi destini? Perchè alcuni popoli riescono a preservare la propria identità mentre altri soggiacciono ad un’assimilazione resa oggi più completa e uniforme dalla soverchiante influenza dei mass media? Queste alcune delle domande a cui il volume propone delle risposte a partire da un caso – quello dell’identità nazionale del popolo corso – ricostruito nella molteplicità delle sue componenti (culturali e demografiche, economiche e linguistiche). Le vicende storiche di tale civiltà (frutto del sovrapporsi di chiusure autoctone e di influenze esterne successivamente toscane, genovesi e francesi) consente di affermare la specificità, nè italiana nè francese, della “nazione” corsa e al contempo di cogliere la peculiarità dei meccanismi d’integrazione messi in atto dalle culture dominanti così come le ambiguità delle risposte ad esse offerte dalla coscienza collettiva del popolo corso. Rivolto a quanti si occupano dei problemi delle minoranze etniche, delle comunicazioni di massa, ai sociologi e ai linguisti, il volume si propone come una testimonianza, carica di passione e anche di polemica, su di un popolo che non rinuncia alla sua esistenza e insieme come un contributo alla costruzione di un’Europa unita nel rispetto delle sue culture.
Sabino Acquaviva (Padova, 29 aprile 1927 – Padova, 29 dicembre 2015 è stato un sociologo italiano, specializzato in sociologia della religione, ma che ha pubblicato anche di sociologia della scienza, di mass media e socio-biologia. Studioso di sociologia della religione. Acquaviva raggiunge la fama internazionale per un libro del 1961, L’eclissi del sacro nella società industriale, in cui teorizza la scomparsa della dimensione del sacro (il trascendente, il soprannaturale) dalla vita quotidiana dell’uomo contemporaneo, notando la “secolarizzazione del mondo” e la “secolarizzazione della religione”.
Introduzione
I La storia di un genocidio
1. Premessa
2. Le dimensioni storiche del problema della liberazione e dell’identità popolare e nazionale della Corsica: le fasi della sua storia
2.1 Prima e seconda fase
1. L’integrazione politica, sociale ed economica nell’area geografica e culturale italiana
2. Il periodo linguistico e culturale corso-toscano quale premessa storica dell’identità nazionale corsa
2.2 Terza fase
La rottura politica con l’Italia e la costruzione dell’ostilità a Genova; credenza ostile e credenza di soddisfazione come strumenti di assimilazione alla Francia
II La fine di una lingua e di una cultura
1. Dalla comunità linguistica corso-toscana alla lingua nazionale corsa
1.1 Considerazioni storico-sociali e culturali in difesa della esistenza della lingua nazionale corsa
1.2 Le modalità della decadenza e fine della lingua italiana in Corsica come argomento a favore del corso come lingua nazionale e popolare
2. La crisi del corso e i progressi verso una rapida francesizzazione linguistica e culturale dell’isola. Uno schema di sintesi del processo di assimilazione
Conclusione: Una lotta di liberazione nazionale? Il diritto e le premesse della sopravvivenza del popolo e della nazione corsa: la lotta del popolo corso come lotta popolare di liberazione
Appendice I. Appunti per una documentazione demografica ed economica del collasso della nazione corsa
Il collasso demografico come espulsione di un popolo dalla sua terra, il collasso economico come rapina coloniale dei suoi strumenti di produzione e sopravvivenza
Appendice II. di Italo De Sandre
Modello di cultura e cambiamento storico-sociale in Corsica
Dialettica storica interna e marginalità collettiva
Polemologia e cultura
Ricerca di un decollo
Fine della Corsica?
Nota bibliografica
Bibliografia
Armand
Titolo originale: Armand
Autore/i: Bove Emmanuel
Editore: Casa Editrice Marietti
prima edizione, traduzione, postfazione e cura di Carlo Alberto Bonadies, in copertina: A. Modigliani, Paul Guillaume seduto, particolare.
pp. 120, Genova
Al momento del confronto, drammatico e finale, con l’amante che lo mantiene e che lo sta per lasciare, Armand soffre di due minimi e successivi deliri della percezione: dapprima il suo sguardo esclude la donna per fissarsi con allucinata precisione sui particolari della stanza, poi con esclusione inversa, si concentra sul viso di lei, non nell’insieme, ma ancora nei «particolari più minuti». Attraverso la disarticolazione del dettaglio esistenziale e quotidiano, Emmanuel Bove trasforma la disavventura di un gigolò nella storia di un’abiezione, nella cronaca crudele perché precisa della caduta. […] Ogni personaggio si muove come all’interno di un’immagine ed assume significato più da un gesto o da un movimento che da un’azione o da una parola. Ogni cosa viene osservata dal protagonista che registra l’evento del proprio disastro con l’attenzione di un detective dell’annientamento, inesorabilmente condotto a puntare l’indice su se stesso.[…]
Emmanuel Bove (1898-1945) nasce da padre russo e madre lussemburghese. Dopo un’infanzia tormentata dalla precaria stabilità della famiglia, fa diversi mestieri: autista di taxi e di tram, ragazzo di caffè, operaio Renault, poi giornalista e scrittore di romanzi popolari con lo pseudonimo di Jean Vallois.[…] Vive a Parigi, con lunghi soggiorni in Austria e Inghilterra. Autore – senza contare gli inediti – di una trentina di libri che costituiscono una sorta di particolarissima Comédie humaine, nel 1924 conosce il successo con la pubblicazione di Mes amis. A lungo dimenticato dalla critica, la casa editrice Flammarion ne ha fatto una delle sue più significative riscoperte. Armand, pubblicato nel 1926 è stata la sua prima opera tradotta in italiano.
Nietzsche Filosofo, Psicologo, Anticristo
Titolo originale: Nietzsche, Philosopher, Psychologist, Antichrist
Autore/i: Kaufmann Walter
Editore: Sansoni Editore
unica edizione, nota e traduzione di Roberto Vigevani, prefazioni dell’autore.
pp. 540, Firenze
«Nietzsche divenne un mito già prima della sua morte, avvenuta nel 1900, ed oggi le sue idee sono esagerate ed oscurate da grossolane falsificazioni.
Divergenti valutazioni su un autore naturalmente non sono rare, ma nel caso di Nietzsche non vi è neanche un accordo di base su ciò che egli ha voluto dire: in questo i suoi ammiratori divergono tanto quanto i suoi critici. Potrebbe sembrare che non si possa parlare di una leggenda di Nietzsche date queste molteplici interpretazioni, ma è tipico del modo in cui la leggenda si appropria delle figure storiche il sorgere di concezioni chiaramente incompatibili tra loro. Questa situazione ha tuttavia portato all’assunto che Nietzsche mancasse di una filosofia coerente, e che per questo i diversi lettori debbano trarne diverse interpretazioni. In un certo senso questo libro rappresenta un tentativo di confutazione costruttiva di questa posizione…».
Walter Kaufmann è. nato a Freiburg, in Germania. Si è diplomato al Williams College, ha ricevuto il dottorato alla Harvard University nel 1947 e nello stesso anno è entrato nel corpo insegnante della Princeton University, dove è ora professore di filosofia.
Fra le sùe numerose opere vi sono: Critique of Religion and Philosophy, From Shakespeare to Existentialism, The Faith of a Heretic, Cain and Other Poems, Hegel e Tragedy and Philosophy.
Il Corpo è Tuo – Manuale d’Uso – Istruzioni per Mantenersi Sani e in Forma
Titolo originale: You. The Owner’s Manual
Autore/i: Roizen Michael F.; Oz Mehmet C.
Editore: Edizione Mondolibri
prefazione di Carlo Gargiulo, traduzione di Maria Gabriella Podestà, illustrazioni di Gary Hallgren, con la partecipazione di Lisa Oz e Ted Spiker, contiene il test «Quanto Conosci il Tuo Corpo?».
pp. 386, nn. illustrazioni b/n, Milano
«Un manuale che ognuno di noi farebbe bene a consultare periodicamente per comprendere cosa fare (e soprattutto, cosa non fare) per vivere a lungo e bene».
Contiene:
- centinaia di curiosità
- decine di disegni per capire come funzionano i tuoi organi
- i luoghi comuni da sfatare
- tutte le informazioni che ti conviene avere prima (o invece) di andare dal medico
Prigioniero di Me Stesso – Viaggio Dentro l’Autismo • Il Mondo di Birger Ragazzo Poeta e Autistico
Titolo originale: Ich will Kein inmich mehr sein. Botschaften aus einem autistischen Kerker
Autore/i: Sellin Birger
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, a cura di Michael Klonovsky, traduzione di Enrico Ganni, in copertina, Egon Schiele, Autoritratto con le mani piegate.
pp. LI-128, foto in bianco e nero fuori testo, Torino
Fino a due anni Birger è un bambino normale. All’improvviso, e inspiegabilmente, piomba in un mutismo assoluto e tronca ogni contatto col mondo esterno, compresi i genitori che assistono impotenti alla sua trasformazione. Poi la diagnosi terribile: autismo, una malattia di cui non si sa molto.
«Benvenuti nel mondo degli autistici…» Con queste parole Birger ci guida tra i «sepolti vivi», nel «regno dei personaggi neri», dove la paura e l’angoscia, che si rizza come una «bestiaccia malvagia», lo tengono prigioniero, essere «in-me» e «senza-me», come egli ama definirsi.
Birger è precipitato in questo pozzo oscuro, si è ritirato in se stesso: la realtà lo terrorizza e l’unica barriera contro i pericoli che lo minacciano dall’esterno è il silenzio.
I testi qui pubblicati (che Birger ha cominciato a scrivere a diciotto anni, grazie al metodo della «comunicazione assistita») ci svelano in tutta la loro drammaticità l’estrema solitudine e la disperata angoscia in cui gli autistici vivono relegati. Non a caso Birger parla di «prigione», di vita da «uomo-in-scatola», di una «interiore strana purulenta autorità centrale di comando da cui giungono folli ordini acidi»; e i suoi urli da pazzo furioso e il suo percuotersi a sangue, altro non sono che un modo per combattere il panico.
Nello stesso tempo quei testi dimostrano anche che Birger e i suoi simili non sono pazzi furiosi né stupidi «come spesso si suppone»; al contrario: i suoi giudizi sulla propria condizione sono di una lucidità sorprendente e spesso non privi di ironia («non-uomo»; «uomo scimmia non ammaestrato»; «uomo di neandertal»; «orso-birger»: le sue
autodefinizioni). Birger si ribella ai pregiudizi e rivendica con forza il suo diritto a essere considerato una persona normale («ho sentimenti come tutti gli esseri umani»), confessa i suoi desideri di ragazzo («il mio supersogno è andare all’università in autostop», «andare in discoteca») e le sue aspirazioni («voglio semplicemente amare e vivere come gli altri esseri umani, desidero essere guarito»), scrive poesie («compongo una poesia sulla gioia del parlare»).
I messaggi che Birger lancia dal video del suo computer non sono soltanto di disperazione ma contengono anche la speranza che il muro del silenzio creato dall’autismo possa essere abbattuto per molte altre persone.»
Birger Sellin è nato a Berlino nel 1973.
Dal suo libro, pubblicato in Germania nel 1993, è stato tratto un film documentario. Attualmente Birger prepara la maturità da privatista e sta per pubblicare un secondo libro.
Una Foresta di Re – Dai Protagonisti della Decodificazione dei Codici Maya per la Prima Volta la Storia di una grande Civiltà in Tutti i Suoi Dettagli
Titolo originale: A Forest of Kings
Autore/i: Schele Linda; Freidel David
Editore: Edizioni Corbaccio
prologo di David Freidel, premessa dell’autrice, traduzione dall’originale americano di Linda Perria.
pp. 576, nn. figure b/n e tavole a colori f.t., Milano
«Un vibrante arazzo sociopolitico.» (Publishers Weekly)
«Ho avuto per la prima volta la sensazione di scoprire la dimensione umana della civiltà maya. Un contributo notevole alla storia dell’umanità.» (Ilie Prigogine, premio Nobel per la chimica)
«Ricco di ricerche rivelatrici.» (New York Times Book Review)
«Finalmente gli antichi maya ci fanno sentire la loro voce.» (Library Journal)
«Ora che siamo riusciti a decifrare il loro sistema di scrittura, i maya si affiancano alle grandi civiltà del mondo antico – Egitto, Mesopotamia, Valle dell’Indo e Cina – nella scena mondiale. La storia che ricostruiamo in questo libro è ricca di dramma, di pathos, di umorismo e di eroismo. Ci accostiamo ad essa non come se esaminassimo una religione morta da tempo ma come studiosi che portano alla luce le azioni dinamiche di un popolo reale.»
L’interpretazione dei geroglifici maya ci ha fornito la prima storia scritta del Nuovo Mondo che sia esistita prima dell’invasione da parte dei conquistatori europei. In questo libro Linda Schele e David Freidel, due figure che hanno svolto un ruolo essenziale nell’imponente lavoro di decodificazione dei glifi, mettono per la prima volta a nostra disposizione quella storia con tutta la sua ricchezza di dettagli. Una foresta di re è la storia della monarchia maya, dagli inizi di questa istituzione al declino della civiltà e alla sua distruzione da parte degli spagnoli. In questo libro i grandi sovrani della civiltà precolombiana tornano a rivivere grazie alla decifrazione della loro scrittura. Ricco di piantine, disegni, illustrazioni, fotografie e apparati interpretativi, scritto con uno stile ineccepibile e affascinante, Una foresta di re è stato accolto al momento della pubblicazione come la «stele di Rosetta della civiltà maya» ed è un must per tutti coloro che sono interessati alle antiche civiltà.
Linda Schele, deceduta recentemente, è stata una nota e autorevole studiosa di scrittura e arte maya e autrice di importanti libri sull’argomento.
David Freidel si occupa di archeologia maya da trent’anni e insegna alla Southern Methosist University di Dallas.
La Piramide di Peter – Ovvero, Riusciremo mai ad Arrivare al Punto?
Titolo originale: The Peter Pyramid
Autore/i: Peter Laurence J.
Editore: Sperling & Kupfer Editori
unica edizione, traduzione di Carlo Brera, revisione tecnica di Piero Robbiati, illustrato da Matt Wuerker.
pp. VIII-176, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano
Dopo il successo di Il principio di Peter, Laurence J. Peter dedica questo libro all’ironica analisi di alcuni aspetti della società moderna. Concentrando l’attenzione sulle organizzazioni, l’autore spiega perché, sviluppandosi, aziende e organismi pubblici evolvono verso un sempre maggior livello di inefficienza. Per chiarire questo concetto viene usato, come esempio macroscopico, l’apparato burocratico americano: con la crescita del potere statale, la burocrazia si è sviluppata secondo un modello simile a una piramide rovesciata, la Piramide di Peter appunto, con il vertice, che rappresenta il nucleo operativo, schiacciato dalla massa preponderante dell’amministrazione. Il risultato è una struttura troppo complessa per poter assolvere efficientemente i compiti cui era stata destinata, che trova in se stessa la ragione d’essere ed è preoccupata soltanto di tenersi in vita. Emerge così dall’analisi dell’autore la figura tipica del burocrate, un uomo che ormai ha rinunciato alla propria capacità di iniziativa e di analisi critica dei problemi che gli si presentano per attenersi fin troppo scrupolosamente a regolamenti imposti dall’alto, che spesso non hanno la flessibilità necessaria per adattarsi alla realtà contingente. Questa teoria è applicabile non solo alla burocrazia statale, ma a qualsiasi forma di organizzazione sociale, politica, economica e religiosa, in Oriente e in Occidente, che sia evoluta da una forma elementare a una struttura sempre più grande e complessa. Le maggiori scoperte tecnologiche sono state quelle che hanno permesso di snellire complicati processi di produzione ottenendo risultati migliori con sistemi sempre più semplici. Lo stesso principio va applicato alle grandi organizzazioni: al loro interno l’individuo deve mantenere la capacità analogica che gli permette di considerare il sistema nel suo insieme senza rimanere vittima di particolarismi. La piramide di Peter, un libro arricchito dalle divertenti illustrazioni di Matt Wuerker, offre una lucida soluzione a molti dei problemi che affliggono la società di oggi e descrive con umorismo e competenza un problema purtroppo ben noto anche nel nostro Paese.
Tratto da La Piramide di Peter:
- La burocrazia deve essere protetta.
- La sua sopravvivenza dipende dall’aumento del budget.
- Le burocrazie si moltiplicano.
- Le burocrazie evitano di fare qualunque cosa per la prima volta.
- Le grandi burocrazie crescono dalle piccole, ma non svolgono le funzioni per cui furono originariamente istituite.
- Le burocrazie attraggono il tipo di personalità atta a prosperarvi.
- Le burocrazie danno più importanza all’armonia interna che al loro prodotto o servizio.
- Le burocrazie difendono lo status quo molto tempo dopo che il quo ha perso il suo status.
- Un individuo dotato di vera capacità direttiva che voglia diventare burocrate è raro quanto un bravo fantino che voglia diventare un cavallo.
- In un caso di emergenza la burocrazia ti offrirà ogni genere di assistenza tranne l’aiuto.
L’Uomo nel Canneto
Titolo originale: Der Mann im Schilf
Autore/i: Saiko George
Editore: Casa Editrice Marietti
prima edizione, introduzione e traduzione di Lorenza Rega, copertina di Giancarlo Cancelli.
pp. XXII-308, Casale Monferrato
Austriaco, inglese d’elezione, amante del mondo mediterraneo, tanto da affermare di sentirsi veramente felice soltanto in alcuni paesaggi italiani: così amava definirsi George Saiko (1892- 1962), unanimemente riconosciuto come uno degli ultimi rappresentanti – con Musil, Doderer, Broch e Canetti – della grande tradizione austriaca del romanzo saggistico, proteso alla conoscenza prima ancora che alla bellezza e oscillante tra tensione metafisica e rigore scientifico. Saiko nutri sempre un grande interesse per la storia dell’arte e la psicologia, ma la grande passione per la letteratura e un’attenzione vivissima per i problemi teorici della narrazione lo portano ad un’attività letteraria fiorita appena nella maturità, ma estremamente ricca, molteplice e imprevedibile. La narrativa di Saiko, fertile d’invenzione e animata da una inquietante seduzione stilistica, si nutre della sua riflessione teorica. Il suo saggiamo si cala in una rappresentazione epica, che per l’autore significava non solo il piacere fantastico, ma anche l’unico modo di giungere alla conoscenza. L’attenzione di Saiko rivolta a mettere a nudo, in un abile gioco di luci ed ombre, la rete di interrelazioni psicologiche tra gli uomini, che si cela dietro e sotto la realtà oggettiva e che appare il vero motore della Storia. Ricollegandosi direttamente a Joyce e a Faulkner, in quella che egli stesso ha definito la sua poetica del Realismo magico o dell’Uomo interiore, Saiko dimostra, alternando la tecnica del flusso di coscienza alla rappresentazione dei fatti concreti, che non esiste una verità storica lineare, oggettiva: la Storia si rivela il risultato di una complessa, stratificata e profonda interazione di atti umani, per lo più incontrollati e determinati da un movente che si genera nell’inconscio, collettivo e individuale.
Dopo aver rappresentato nel suo primo romanzo – Sulla zattera – lo sfacelo del mondo feudale in Austria dopo la I Guerra mondiale, Saiko affronta nell’Uomo nel canneto il problema dell’adesione al nazionalsocialismo da parte degli austriaci, la segreta violenza annidata in una comunità che sembra bonariamente rassegnata al proprio destino di orfana di un grande impero. L’evento storico ritratto nel romanzo, ovvero il tentativo di colpo di stato nazista del 1934, resta sullo sfondo, mentre in primo piano Saiko narra le tragiche vicende private di un gruppo di persone capitate in un villaggio del Salisburghese nel momento culminante del putsch e che vi si vedono coinvolte loro malgrado, nel momento in cui cercano di sottrarre il misterioso uomo rifugiatosi nel canneto, il capro espiatorio delle parti in lotta, ad una tragica fine. Il romanzo si dipana in un’atmosfera rarefatta di violenza, che riflette quella dell’Austria e dell’Europa di quegli anni; una violenza cui nessuno riesce a sfuggire, ma che anzi fa affiorare dall’inconscio di ognuno frustrazioni, crudeltà e brama di possesso economico, politico o sessuale. L’atmosfera cupa si alterna alle splendide descrizioni di una natura alpina e mediterranea, cui Saiko pone mano con la serena sicurezza del vero autore epico, riuscendo a fondere mirabilmente paesaggio esteriore e paesaggio dell’anima; le descrizioni del mondo esterno sono sempre filtrate, con tecnica sottilissima e malia musicale, attraverso le reazioni soggettive.
Insignito nel 1962 del prestigioso Premio nazionale austriaco, Saiko è – soprattutto in questo romanzo – un penetrante e inquieto esploratore dei meandri della psiche e del sottosuolo della storia.
Estremismo e Radicalismo
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni della Nuova Antologia
unica edizione, traduzioni e prefazione di Riccardo Campa.
pp. XII-322, Roma
Sommario:
Prefazione di Riccardo Campa
- Al di là del bianco e nero, Walter Kaufmann
- Marxismo, anarchia e nuova sinistra, Karl A. Wittfogel
- La politica del confronto, Hal L. Nieburg
- La politica del pregiudizio negli Stati Uniti d’America, Seymour Martin Lipset
- Il radicalismo nell’America latina, Riccardo Campa
- Estremismo cinese e radicalismo sovietico, Alfonso Sterpellone
- Pericolo di destra e di sinistra nella Germania occidentale, Kurt Sontheimer
- L’estremismo politico in India, Surindar Suri
- Il socialismo Ba’th e il terrorismo Fatah, Avraham Avi-hai e Moshe Ma’ Oz
Mostra di Strumenti di Tortura dal Medioevo all’Epoca Industriale Presentata in Varie Città Italiane nel 1983 – 84 • Guida Bilingue
A bilingual guide to the exhibition of torture instruments from the middle ages to the industrial era presented in various Italian cities in 1983 – 84
Autore/i: Held Roberto
Editore: Qua D’Arno Editori
fotografie di Marcello Bertoni.
pp. 128, nn. fotografie e illustrazioni b/n, Firenze
La presente mostra è frutto di un’iniziativa intrapresa da un ristretto gruppo di collezionisti italiani non di strumenti di tortura ma di oggetti che, sebbene rappresentino inestimabili valori documentari, sono generalmente destinati ad immarcire nell’oblio e nell’incuria: e cioè, i reperti e relitti dell’artigianato e dell’industria di ieri e di arti agricole ormai vanificate. Questi oggetti sono per lo più rudi e pesanti, anche quando rappresentano raffinate soluzioni tecnologiche; generalmente sono realizzati in legno, ferro ed ottone, quasi sempre versano in pessimi stati di logorio e di malconservazione, e vengono ricercati da quasi nessuno. Eppure essi costituiscono, individualmente e collettivamente, una testimonianza culturale di impellente fascino, e soprattutto una miniera di informazioni che non si possono attingere alle sole sorgenti archivistiche od iconografiche.
Così gli strumenti qui presenti sono stati acquistati dai vari proprietari coll’andare degli anni insieme a tant’altra ferraglia dalle più diverse fogge, forme e misure, e quindi essi fanno parte di una tesoreria molto estensiva. Attrezzi di tortura che risalissero ai secoli di maggior impiego – grosso modo, dall’alto Medioevo alla meta del secolo scorso – sono tanto rari che già nel 1857 si è dovuto ricorrere alle repliche per allestire una mostra a Bamberga in Germania (si veda alla «Provenienza» degli oggetti riportati alle pagine 36 ed 80). Gli esempi qui proposti sono nella maggior parte originali ed integri, e nella minor parte ricostruiti in base a frammenti ed avanzi ritrovati qua e la in Italia ed all’estero (alla testata di ogni descrizione viene citata la provenienza del relativo oggetto, nonché il grado di restauro che esso ha subito).[…]
- La ruota di spezzamento
- La sega
- L’impiccagione in gabbia
- Una spada del boia
- La mannaia
- La ghigliottina
- La garrotta
- Lo schiacciatesta
- Due schiacciapollici
- Il banco di stiramento
- La scala di stiramento
- Il supplizio del «pendolo»
- La «vergine di ferro» di norimberga
- La pera orale, rettale e vaginale
- La cintura di castità
- Pinze e tenaglie roventi
- Uno straziatoio di seni
- Una cintura spinata
- Due «maschere d’infamia»
- Un «piffero del baccanaro»
- Una «cicogna» di storpiatura
- Due sedie inquisitorie
- La «culla di giuda»
- La «forcella dell’eretico»
- Una «gatta» da scorticamento
- La «mordacchia» di ferro
- Una cintura di contenzione
- Armi in asta da sbirro
- Un flagello a catena con «stelle»
- Una «manetta» o «gambale»
- Il ceppo della pubblica gogna
- Collare con peso di trascinamento
- Collare spinato e letale
- Il «violone delle comari»