Libri dalla categoria Gurdjieff e Quarta Via
Taoismo e Corpo Umano – Attraverso l’Alchimia Interiore Appare la Luce della Forza Spirituale, Denudata da Ogni Pensiero Erroneo
Titolo originale: Taoïsme et corps humain
Autore/i: Despeux Catherine
Editore: Edizioni Riza
curatori della collana e traduzione di Nadia Garattoni e Loris Solmi, collana: La Via Maestra.
pp. 272, nn. ill. in b/n, Milano
Attraverso lo studio dello Xiuzhen Tu, mappa taoista del XIX secolo, Catherine Despeux decifra il simbolismo del corpo così com’è stato trasmesso da alcune scuole di Taoismo che combinavano pratiche di alchimia interiore e rituali esteriori, affinché il praticante potesse agire simultaneamente sul proprio mondo interiore e su quello esteriore. Il corpo, anatomicamente raffigurato, sfuma in una rappresentazione simbolica e magica al tempo stesso. Viene così descritto come se fosse un piccolo mondo, un microcosmo, un passaggio interiore dimora di molteplici divinità, celesti e telluriche, luogo in cui va operata la trasmutazione per mezzo di pratiche varie, se si vuole avere accesso al Reale. Vero e proprio manuale, questa mappa che fonde disegni e iscrizioni viene comparata alle altre raffigurazioni del corpo esistenti nel taoismo. La decifrazione della simbologia alchemica, nel presentare i principali luoghi del corpo e le più importanti tecniche di realizzazione, introduce numerosi riferimenti alla storia dell’alchimia cinese.
Catherine Despeux insegna all’Istituto di Lingue e civiltà orientali di Parigi, è autrice di numerosi studi sulla medicina e le pratiche di lunga vita della tradizione cinese e di traduzioni di testi originari. internazionalmente conosciuta come una delle più autorevoli studiose occidentali del Taoismo. Suo interesse primario è la decifrazione della simbologia alchemica, in particolare di quella cinese.
Prefazione
Introduzione
PARTE PRIMA: Rappresentazioni taoiste del corpo
- Una mappa taoista del corpo, Lo Xiuzhen Tu
- Altre rappresentazioni del corpo
PARTE SECONDA: Principali luoghi del corpo secondo lo Xiuzhen Tu
- Descrizione dello Xiuzhen Tu
- Principali luoghi alchemici del corpo
PARTE TERZA: IL corpo, mondo paradisiaco e infernale, secondo lo Xiuzhen Tu
- Paradisi e inferni nel corpo umano
- Le divinità del corpo
PARTE QUARTA: I procedimenti taoisti secondo lo Xiuzhen Tu
- Le tecniche alchemiche secondo lo Xiuzhen Tu
- Lo Xiuzhen Tu e i procedimenti del tuono
Conclusione
Bibliografia
Tavola delle illustrazioni
Filippo Neri il Santo dell’Allegria
Tra una Firenze repubblicana e una Roma ancora prostrata dalla memoria del Sacco, inizia una
straordinaria avventura spirituale che attraversa tutto il Cinquecento, la vicenda di un uomo per cui la religione era gioia, amato per la sua bontà e santificato per i suoi miracoli
Autore/i: Delcroix Rita
Editore: Newton Compton Editori
seconda edizione, in copertina: San Filippo Neri (olio d’epoca), collana: di storia, arte e folclore 140.
pp. 288, Roma
Pochi anni dopo il terribile Sacco del 1527, giunse in una Roma ancora ferita, un angelico, sorridente vagabondo. Filippo Neri doveva attraversare quasi per intero il grande secolo del Rinascimento romano e della Riforma cattolica. Quando morì, nel 1595, era divenuto Padre Filippo, il sacerdote più noto e amato della città, tanto vicino al popolo quanto legato alle grandi famiglie e alla “intelligenza” dell’epoca.
Amico di Ignazio di Loyola, Carlo Borromeo, Camillo de Lellis, Felice di Cantalice…, mistico «tra i più misteriosi» (G. De Luca) e padre di tutta una città, Filippo lasciò una traccia inconfondibile della sua spiritualità, e rimane una delle figure più originali della santità cattolica.
In questa biografia, dietro la figura del santo, viene alla ribalta tutta la città: chiese, piazze, strade e un’umanità pittoresca, come un intero presepe che si rimetta in moto.
Rita Delcroix, fiorentina di nascita, ha studiato e vive a Roma, dove ha ripercorso tutti gli itinerari di san Filippo per radicarne la biografia nei luoghi della città. Il Santo dell’allegria ha vinto il premio Elba 1990 alla prima edizione, cui ne sono seguite altre due. Nel 1996 Rita Delcroix ha pubblicato Giuliano dei Medici, premio Lunigiana 1997.
Il Viaggio di Artemidoro
Vita e avventure di un grande esploratore dell’antichità
Autore/i: Canfora Luciano
Editore: Rizzoli
premessa dell’autore.
pp. 352, Milano
Chi era Artmidoro di Efeso?
Perché si mise in Viaggio?
E cosa ha a che fare con l’erudito ottocentesco Costantino Simonidis?
Un’indagine appassionante su un personaggio sfuggente e misterioso che dall’antica Grecia arriva fino ai giorni nostri.
Artemidoro di Efeso, il più grande geografo di età ellenistica, resta un personaggio enigmatico. La sua vastissima opera in ben undici libri è andata perduta, ma le sue tracce sopravvivono, e vanno interrogate. Lo ha fatto Luciano Canfora in questo saggio suggestivo e coinvolgente. Dalla difficile missione diplomatica a Roma al lungo viaggio a Occidente, oltre le Colonne d’Ercole, al ritorno a Oriente: fino alla costa etiopica, ai margini di un mondo nel quale verità e leggenda si mescolano e abbagliano. La dolorosa perdita della prima descrizione del mondo dovuta a questo antico, infaticabile viaggiatore può essere risarcita dallo sconcertante papiro emerso dalle nebbie una quindicina d’anni fa e attribuito in tutta fretta ad Artemidoro? Questo libro risponde al quesito attraverso una grande inchiesta. Ricompone i pezzi del puzzle e approda in ambienti politico-intellettuali europei dell’Ottocento, al centro dei quali si muove, con inquietante disinvoltura, il greco Simonidis, uno dei più grandi falsari del suo tempo. Ed è seguendo le sue tracce che Canfora giunge a svelare la “prova” che pone la parola fine all’affascinante enigma sulla paternità del misterioso papiro.
“Ritrovare” l’autore che non c’è più, riempire un vuoto, è la spinta principale alla creazione del “falso”. Lo raccontammo in un precedente libro (La storia falsa) apparso in questa collana. E fu il secolo XIX, nel campo dei manoscritti, il secolo dei falsi così come il XX lo fu per le opere d’arte. Le stesse, benemerite, raccolte di frammenti di autori perduti erano, in tal senso, quanto mai suggestive.
Ci fu chi si diede a occasionali cimenti e chi invece lo fece con metodo e per “mestiere”.
E ci fu uno che volle riportare in vita i geografi greci che non c’erano più. Artemidoro parve, a quel virtuoso, cui è dedicata la seconda parte di questo libro, un terreno su cui edificare e un modello in cui rispecchiarsi. Egli incominciò presto a frequentarlo immettendo frammenti noti di lui nelle proprie opere. Poi un disegno maggiore prese corpo. E nel fare un Artemidoro egli ricorse ai manoscritti principali dei geografi, di cui era avido cercatore. Da quei manoscritti mutuò persino i simboli che immise nel suo. Alcuni (il Vatopedi 655 del Monte Athos) li aveva anche materialmente saccheggiati.
Perché lo fece? Per porsi nel solco di una tradizione erudita e patriottica della Grecia “oppressa”? Per emulare figure del secolo precedente quali Meletios o Niceforo Theotokis? Per colmare, con uno stravagante para-Artemidoro, un vuoto nella raccolta (canonica per i greci) degli Zosimadai (Vienna 1807) modellata su quella, insuperata, di John Hudson (Oxford 1698), dove per l’appunto il maggiore geografo ellenistico ovviamente mancava?
Luciano Canfora, filologo classico e storico, professore emerito dell’Università di Bari, dirige i “Quaderni di storia” e collabora con il «Corriere della Sera», per il quale ha curato nel 2012 la collana Classici del pensiero. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.
L’Orologiaio Miope
Tutto quello che avete sempre voluto sapere sugli animali… che nessuno conosce
Autore/i: Signorile Lisa
Editore: Codice Edizioni
pp. XI-220, nn. ill. b/n, Torino
Spesso consideriamo inquietanti gli animali che vivono in ambienti estremi, perché non riusciamo a compararli con l’unico strumento di paragone che conosciamo: noi stessi. A volte è l’aspetto a sconvolgerci, altre volte le abitudini, altre ancora la dieta; ma rimane l’idea che più qualcosa è diverso dai nostri standard più ne rimaniamo colpiti, quasi mai in senso positivo. E così restiamo a bocca aperta, straniti che qualcosa di tanto anomalo condivida lo stesso pianeta con noi, senza che nemmeno lo sospettassimo. È un po’ come scoprire che gli elfi vivono in soggiorno… Ma non c’è bisogno di tanta fantasia: queste creature “inimmaginabili” – che sembrano disegnate non tanto dal famoso orologiaio cieco di Richard Dawkins quanto da uno miope e un po’ distratto – esistono davvero.
Cos’hanno in comune Alien e una larva di crostaceo?
E il caduceo dei medici con il verme di Medina?
O i polpi con i replicanti di Blade Runner?
L’evoluzione e la biodiversità come non le avete mai lette.
Ho voluto un pò sdrammatizzare l’immagine di Richard Dawkins: l’evoluzione che non vede che cosa fa e dove va, molto più che l’indovino Tiresia mi ricorda mister Magoo, un vecchio personaggio dei cartoni animati molto miope che perde di continuo gli occhiali. C’è dramma nella cecità, e l’implicazione di altri sensi che possono direzionare l’orologiaio. Quando ho perso le lenti a contatto, invece, mi sono limitata a sbattere contro tutti gli spigoli possibili e a riempirmi di lividi, finché non ho trovato la strada di casa. (Lisa Signorile)
Lisa Signorile, dopo una laurea in biologia, un master in Forest Protection and Conservation e un inizio di carriera come biochimica, Lisa Signorile ha lavorato in giro per il mondo traslocando tritoni, contando topi tropicali, inseguendo lupi e scoiattoli.
Attualmente risiede stabilmente nella capitale inglese, dove si occupa di genetica di popolazioni. Per pagare le bollette insegna, per passione si occupa di zoologia.
Nel tempo libero, fa la volontaria al London Zoo.
Dal 2007 tiene un seguitissimo blog sul sito di National Geographic Italia.
Sconfiggere l’Artrite
Come eliminare il dolore – Come rimettersi in piedi – Come ritornare all’attività
Autore/i: Kitay William
Editore: Longanesi & C.
unica edizione, traduzione dall’inglese del dottor Sandro Baijni
pp. 320, 47 ill. b/n, Milano
Secondo le più recenti statistiche che, un terzo dell’umanità al di sopra dei quarant’anni soffre di dolori artritici o reumatici, a volte così acuti da limitare o addirittura paralizzare le normali attività dell’individuo, con gravi conseguenze psicologiche ed economiche. Che non ci si debba rassegnare ad una esistenza triste trascorsa quasi sempre in poltrona e a dipendere dall’aiuto degli altri, viene dimostrato da questo volume, tra i più importanti pubblicati in tutto il mondo. L’autore mette a disposizione del lettore anche profano, con estrema chiarezza e semplicità, tutto quel bagaglio di cognizioni e di esperienze raccolto durante un’intera vita dedicata a sconfiggere l’artrite. Soprattutto importante risulta la dimostrazione di come si possa, senza ricorrere al ricovero in clinica e senza affidarsi alle costose cure dei «guaritori», superare, e anche con una certa facilità, quegli ostacoli che, trascurati, possono a lungo andare diventar davvero insormontabili.
A Tavola con il Sultano
Autore/i: Yerasimos Stéphane
Editore: Casa Editrice Mesogea
prefazione di Corrado Assenza, traduzione di Caterina Pastura.
pp. 136, illustrazioni, Messina
A tavola con il sultano è un invito alla scoperta della gastronomia ottomana. Un ghiotto libro di cucina corredato da decine di ricette originali dell’epoca accompagnate dalla sapiente e fedele rielaborazione sperimentata dall’autore. Ricerca storica e ricerca gastronomica si traducono nell’avvincente racconto di un’avventura che avvicina il lettore alle sorprese custodite in luoghi molto diversi ma dal medesimo fascino: la cucina, la biblioteca, l’archivio. Immergendosi in essi, Yerasimos osserva, analizza e ricostruisce i gusti della corte e della società ottomana e ci introduce con leggerezza e puntualità, attraverso i cibi dell’epoca e le consuetudini sociali che li accompagnano, in un universo al contempo estraneo e familiare, distante e contiguo. A partire dai registri contabili del palazzo di Topkapi, dai calmieri dei mercati, dai trattati medici e i ricettari dei grandi gastronomi arabi e turchi, dalle relazioni degli ambasciatori stranieri alla corte dei sultani tra il XV e il XVII secolo, Yerasimos porta alla luce una cucina «oggi completamente dimenticata» dai gusti straordinariamente moderni. Un’autentica alchimia di semplicità e raffinatezza.
Stéphane Yerasimos (1942-2005), docente di urbanistica e geopolitica, autore e curatore di una trentina di saggi sulla Turchia e l’Impero ottomano, ha diretto la collana La bibliothèque turque dell’editore Sindbad/Actes Sud, presso cui ha pubblicato Deux ottoman à Paris sous le Directoire et l’empire (1999); Eloge d’Istanbul (2001). Ha fatto parte del comitato di redazione della prestigiosa rivista Herodote e, negli anni Novanta, ha diretto L’Institut français d’études anatoliennes à Istanbul.
Le Valli degli Assassini
Il libro straordinario di una donna straordinaria
Autore/i: Stark Freya
Editore: Longanesi & C.
presentazione di Alberto Moravia, traduzione di Gioia Angiolillo Zannino e Nicoletta Coppini.
pp. 320, 6 cartine b/n, Milano
«Nel mio intimo», afferma l’Autrice, «sono convinta che la migliore ragione per fare una cosa stia nel fatto che ci piace farla.» La frase, nella sua apparente semplicità, racchiude per intero la «filosofia» di Freya Stark e spiega anche la ragione del successo dei suoi libri. E l’intenso piacere di viaggiare e di raccontare che trasmette al lettore quel profondo godimento nel seguire, quasi nell’accompagnare, passo dopo passo la Stark nei suoi itinerari avventurosi. L’Autrice sa che il piacere di viaggiare non risiede nel raggiungimento della meta, essendo questa soltanto un pretesto per mettersi in marcia alla ricerca di un mondo che attrae con differenti ammicchi e per altri segni. Il tesoro nascosto, il castello del Vecchio della Montagna, le tombe o le città sepolte non sono che pure occasioni: il cammino, in realtà, conduce sempre altrove. E un viaggio nel tempo, più che nello spazio, ma più ancora è un viaggio nella memoria: «Sulla via del ritorno, mentre la valle si stendeva luminosa davanti a noi, con i tumuli che-erano stati cimiteri, o forse abitazioni, ben visibili sotto le ondulazioni del terreno, la vecchiaia del mondo mi parve rivelarsi con improvvisa immediatezza: qui, per migliaia d’anni, erano passati uomini di cui erano ignote l’origine e la fine. I loro morti erano più fitti dei vivi tra quelle colline». Ecco, è questo rincorrere la memoria storica dei paesi attraversati che caratterizza il viaggiare e il raccontare della Stark, anima la sua pagina e fa sì che i suoi scritti – che non potrebbero risultare comunque mai dei semplici resoconti di viaggio, percorsi come sono da una frenetica curiosità e da un senso dell’humour sempre pronto a scattare – si impongano d’emblée e in modo assolutamente naturale e autonomo come buona letteratura.
Freya Stark, nata in Inghilterra, vive attualmente ad Asolo.
Negli anni ’20 e all’inizio degli anni ’30 percorse instancabilmente le regioni più remote della Persia e dell’Arabia, svolgendo sino a tutta la seconda guerra mondiale importanti missioni per il Foreign Office. E autrice di quattordici libri e di un’autobiografia in tre volumi.
La Ricetta della Simpatia
Come coltivare la propria personalità per essere richiesti in compagnia – I test per conoscere meglio se stessi e scoprire i lati deboli e i punti di forza.
Autore/i: Suzzarini François
Editore: Siad Edizioni
traduzione di Davide Biraghi.
pp. 240, illustrazioni b/n, Milano
Cos’ha più di voi chi è sempre molto richiesto in compagnia, sempre molto ricercato dagli altri? Niente che non possiate acquisire e sviluppare anche voi. Sulla scorta dei diversi test contenuti in questo volume scoprirete qual è la vostra situazione attuale e come migliorarla liberandovi dai timori istintivi e inconsci che sono la causa della timidezza, ad essere sempre in forma, a coltivare la personalità, a tollerare le diversità invece di criticarle, ad ascoltare gli altri, a saper donare per poter ricevere. Perché ritrovare il cammino caldo e rassicurante delle relazioni umane, della comunicazione, è oggi più che mai necessario per spezzare il ritmo frenetico e convulso della vita moderna, e con questo volume avrete in mano la «magica» ricetta della simpatia, la chiave per essere sempre circondati da veri amici.
Sabbia e Onda
Autore/i: Gibran Kahlil
Editore: Ugo Guanda Editore
introduzione di Carlo A. Corsi, traduzione di Lia Lopes Pegna, in copertina: Anonimo, Miniatura islamica rappresentante un poeta intento alla meditazione in un giardino del Kashmir (particolare), anni intorno al 1630.
pp. 116, Milano
Pubblicato tre anni dopo Il Profeta, il libro che ha fatto di Gibran uno dei poeti più letti del mondo occidentale, Sabbia e onda ripropone con forza la sorprendente comunicatività e la suggestiva, solenne, non di rado enigmatica densità del suo discorso. Il segreto della riuscita di Gibran – che è anche il segreto del suo straordinario successo – è appunto nella capacità (perlomeno insolita nella poesia di questo secolo) di conciliare una naturale tendenza all’aforisma, al «versetto» con un’altrettanto spontanea ed efficace vocazione all’affabilità, alla chiarezza, che gli consente di giungere, si direbbe, senza mediazioni al cuore del lettore e di parlargli con davvero «profetica» semplicità dei grandi, eterni temi dell’esistenza spirituale e corporea. Spiegabile, parzialmente, in termini sociologici (ed è quanto si propone di fare, nell’introduzione di questo volume, Carlo Alberto Corsi), il fascino, la strana luminosità della pagina di Gibran resistono tuttavia in una sorta di non-tempo della poesia, in un luogo non precisabile ma certo dove il dibattito culturale e la stessa funzione delle forme appaiono come bruciati o sospesi dall’incandescenza, dalla necessità elementare e irrevocabile dell’invocazione.
Gibran Kahlil Gibran nacque nel 1883 nel Libano e fu poeta, pittore e filosofo. Negli ultimi vent’anni della sua vita abitò negli Stati Uniti. Morì a New York nel 1931. L’opera che lo ha reso famoso in tutto il mondo, Il Profeta scritta nel 1923, è stata pubblicata da Guanda.
La Tempestosa Vita di Lazik
Autore/i: Ehrenburg Ilja
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione dal russo di Pietro Zveteremich.
pp. 196, Milano
Il grande romanzo comico del novecento russo.
L’Oscuro Visibile
Titolo originale: Darkness Visible
Autore/i: Golding William
Editore: Longanesi & C.
unica edizione, traduzione Delfina Vezzoli, collana: La Gaja Scienza n° 94, in copertina: Los entering the grave di William Blake.
pp. 296, Milano
Dalle fiamme di Londra bombardata – straziata dal Male che gli uomini sono capaci di compiere – emerge un essere umano che pare prevenire dal nulla. Un bambino. Senza nome, senza storia, indelebilmente ferito nel corpo e nella mente. Di lui si prenderà cura quel freddo simulacro del Bene che gli uomini chiamano istituzionalmente “assistenza”. Chi è, che cosa è, per che cosa è Matthew Septimus Windrove, noto a tutti (ovvero a nessuno) con il nomignolo di Matty? Egli stesso se lo chiede febbrilmente e senza tregua lungo tutto lo scorrere del romanzo, e anche il lettore non può cessare – ben oltre l’ultima pagina – di indagare sul suo simbolo, sul suo significato. Uomo primordiale, figlio del fuoco, creatura del Male, oppure… Vagherà per questo consesso umano in un turbine di speculazioni mistiche e visioni magiche, arriverà a porre se stesso come l’Ente contraddistinto dal numero 666: l’Anticristo. Vedrà ombre e udrà voci che lo destinano a un ’ultimativa opera di Redenzione. L’anima da redimere pare essere quella di Sebastian Pedigree, un uomo che la coscienza comune (l’ipocrisia?) indica come il più Malvagio tra gli uomini, capace di commettere il più imperdonabile dei delitti: amare i fanciulli. Sopra di lui il mondo dei Buoni si avventa come una muta di cani sulla preda. Quello stesso mondo dei Buoni che guarda con deliziata compiacenza al fiorire di due Angeli, le gemelle Sophy e Toni, apparentemente nate per portare tra gli uomini le gioie dell’Amore. Invece… I Buoni non sono mai veramente tali, e nemmeno i Malvagi. Il gioco delle parti può rovesciarsi, rovesciarsi e rovesciarsi ancora, fino a rendere tutti egualmente Colpevoli, se non altro di non aver saputo capire, di non aver avuto pietà.
William Golding, nato in Cornovaglia nel 1911, ha studiato a Oxford, è stato insegnante di letteratura inglese e di greco, ha servito in marina durante la guerra e si è in seguito stabilito vicino a Salisbury. Nel 1954 irruppe prepotentemente nel desolato panorama letterario del dopoguerra con il romanzo Il signore delle mosche, cui sono seguiti Uomini nudi, Caduta libera, La folgore nera, La guglia, La piramide e Riti di passaggio.
Perché la Sofferenza – Il Salutare Incontro con la Propria Storia Personale
Titolo dell’opera: Wenn Leiden einen Sinn haben soll
Autore/i: Stettbacher J. Konrad
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, prefazione di Alice Miller, traduzione dal tedesco di Umberto Gandini, in copertina: Château d’extase (part.) di Emilio Tadini.
pp. 144, Milano
“«L’unica senso del soffrire sta nel dissolvere la sofferenza. Questo significa cercarne e identificarne le radici per poter impedire sofferenze future»: è questo il motto del terapeuta svizzero J. Konrad Stettbacher, che ha elaborato nel corso degli anni un metodo di confronto totale con il proprio passato, e più esattamente con la propria infanzia, attraverso cui possiamo conoscere le cause profonde della nostra sofferenza personale, e quindi affrontarle e dissolverle. Perché la sofferenza illustra la «terapia primaria» che permette agli adulti di rivivere coscientemente ciò che avevano subito passivamente da bambini. È un «viaggio» in quattro fasi, che ciascun lettore può intraprendere, senza alcuna assistenza, seguendo il metodo interattivo illustrato in queste pagine. Uniche condizioni sono disciplina e costanza: il percorso delle conoscenze è difficile e a tratti doloroso, e richiede dunque impegno e concentrazione. Il metodo centrato sulla sistematica riproduzione del passato, intesa come ricostruzione di tutte le circostanze interne ed esterne, per arrivare al riconoscimento dei traumi subiti nella prima infanzia, a partire dal momento del parto. Secondo Stettbacher, l’appagamento dei bisogni del bambino da parte dei genitori è la chiave di volta della salute psichica: ogni qualvolta questo appagamento viene negato o ritardato, il piccolo subisce un trauma e mette in atto delle reazioni di difesa al dolore. Sono proprio questi traumi, di cui abbiamo generalmente cancellato il ricordo, le radici del disagio psichico, delle nevrosi e delle sofferenze che accompagnano la nostra vita da adulti. Perché la sofferenza è un manuale di auto-assistenza che sfida tutte le attuali scuole terapeutiche; scritto con esemplare chiarezza e con pacata semplicità, è dunque ancora più sorprendente per l’efficacia delle sue indicazioni. […]”
J. Konrad Stettbacher nato nel 1930 a Berna ha esercitato la professione di psicoterapeuta. Dal 1972 ha praticato nel suo studio la terapia primaria che egli stesso ha elaborato. Muore il 16 luglio 2016.
Le Leggi della Suggestione a Beneficio dello Spirito
Con uno studio sulle Tecniche di Liberazione Spirituale: Sensazioni Pure di Vittoz, Rilassamento, Posture, Respirazione, Concentrazione, Silenzio, ecc.
Autore/i: Régamey P. R.
Editore: Casa Editrice Rocco
presentazione dell’editore.
pp. 112, Napoli
Sommario:
Ai Lettori
I. – Le Leggi della Suggestione a beneficio dello spirito di R. P. Régamey
II. – Tecniche di liberazione spirituale Esistono tecniche di preghiera di F. Courel
- Appendice
- Sensazioni pure
- Posizioni
- Rilassamento
- Respirazione
- Andatura
- Silenzio
- Digiuno
- Regime alimentare
- Parola e canto
- Mortificazione
Corso di Filosofia Occulta – Lettere al Barone Spedalieri – 2 Volumi
Titolo originale: Cours de Philosophie Occulte
Autore/i: Lévi Éliphas
Editore: Editrice Amenothes
prima edizione, revisione del testo a cura di Umberto Maria Gandini, del primo volume sono state tirate 300 copie numerate, nostro esemplare n. 270, del secondo volume sono state tirate 300 copie numerate, nostro esemplare n. 145.
vol. 1 pp. 140, vol. 2 pp. 120, numerose illustrazioni b/n, Genova
Lettere del Grande Maestro al discepolo, per chiarire i misteri sulla Magia e sulla Kabbalah che non aveva potuto rivelare nei suoi libri destinati al grosso pubblico.
Antedipo e i Suoi Destini
Autore/i: Recamier Paul-Claude
Editore: Edizioni del Ce.R.P.
prefazione, preambolo e introduzione dell’autore, traduzione di Clara Monari.
pp. 120, Milano
«Non basta nascere; bisogna anche costruire la propria nascita al mondo. Non basta aver ricevuto la vita; bisogna anche darsela…
Così va la psiche: essa riceve ciò che inventa, essa crea ciò che trova.» L’uomo è incessantemente alla ricerca intima delle proprie origini.
Nel lavoro psicoanalitico sul conflitto delle origini, un nuovo concetto opera l’indispensabile congiunzione tra l’oggettuale e il narcisistico: è quello di Antedipo, una chiave essenziale per la famiglia e per l’individuo; per la creatività e per la psicosi; per l’ascesa dello spirito quanto per i suoi voli patologici e mortali.
Quest’opera densa, scritta da una penna attenta e precisa, fa il punto attuale delle ricerche di P.C.
Racamier su un concetto di cui egli stesso è il creatore e qui è visitato in modo completamente nuovo.
Autore di numerosi articoli e di opere conosciute, come Lo psicoanalista senza divano, Di psicoanalisi in psichiatria e Gli schizofrenici, P. C. Racamier usa tutta la sua esperienza per captare l’indicibile e condurci con lui nell’enigmatico intervallo tra la vita e la non-vita.
Egli ci offre una delle sue opere pazientemente maturate, un costante stimolo a una più ampia e approfondita comprensione della vita psichica.
Passaggi Ponti e Pontefici – Trentadue Esplorazioni nella Religione
Autore/i: Armando Luigi Antonello
Editore: Argo
unica edizione, illustrazioni e copertina di Federico Pitzalis.
pp. 248, numerose illustrazioni in bianco e nero, Lecce
L’autore si propone come guida di un viaggio immaginario tra le religioni.
Il viaggio si compone di quattro parti: mostra come siano religioni vicine e lontane, recenti ed antiche; come le religioni siano fatte di cose visibili e invisibili; come cose visibili e invisibili della religione si leghino insieme a formare le varie religioni; e come le religioni si muovano, abbiano insomma una storia, e dove va questa storia.
L’autore spera di aver fornito ai ragazzi delle medie inferiori e dei primi anni delle superiori un’occasione per cominciare a conoscere le religioni in modo da apprezzare il significato che esse hanno avuto per la storia dell’uomo e da comprendere perché l’uomo le ha create.
L’autore spera poi che anche i ragazzi più grandi e qualche adulto si divertano in questo viaggio incuriosendosi alle idee che lo hanno orientato.
La Signora dell’Angolo di Fronte
Autore/i: Woolf Virginia
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, introduzione di Ginevra Bompiani, traduzione di Masolino D’Amico.
pp. 304, Milano
Anche per i saggi di Virginia Woolf può ripetersi quanto Cecchi diceva della sua narrativa, che «un mondo è stato mobilitato a creare una conchiglia, una perla». Questo «mondo», a voler essere storicisti, ha poi dei connotati precisi e individuati: è il mondo di Bloomsbury, la cerchia di letterati e intellettuali (EM. Forster, Lytton Strachey, John Maynard Keynes) che si raccoglieva in casa di Virginia e della sorella Vanessa e che dominò la cultura inglese fra le due guerre. Spirito di tolleranza, anticonformismo politico e morale, un gusto raffinato ma profondamente educato al valore della verità: Bloomsbury non fu una scuola letteraria, non ebbe un «programma» comune; fu qualcosa di più, uno stile di pensiero.
Alla raccolta Per le Strade di Londra, già pubblicata nei «Saggi di Arte e Letteratura», segue ora questa seconda antologia di saggi. Certo, si tratta di un nuovo aspetto della grande scrittrice, indispensabile a completarne l’immagine. Ma occorre guardarsi dalle facili riduzioni: l’attività critica della Woolf non è un semplice complemento di quella creativa, un documento utile per conoscere le opinioni letterarie o, come si suol dire, la «poetica».
I suoi saggi si collocano all’interno di quella grande riflessione sull’arte narrativa e sul romanzo che ha cosi lungamente occupato la critica europea del nostro secolo, e che ha trovato nella Woolf (come nel suo sodale Forster) un’interprete geniale.
Rispetto agli apparati sistematici di schemi, grafici e alberi cui le teorie strutturaliste ci hanno abituato, tuttavia, questa riflessione ci appare nelle sue pagine meno ambiziosa di definizioni, più attenta e sensibile alle sfumature del gusto, più vicina all’iridata complessità della pratica letteraria. Diciamo pure, francamente: più cordiale e simpatetica nei confronti dei lettori. «Non tradire Mrs Brown», suona uno dei consigli della Woolf: non tradire la signora che incontri sul treno, per strada, che abita alla porta accanto. A questo precetto, per buona sorte di tutti noi, s’ispirano anche i suoi saggi.
Virginia Stephen nacque a Londra nel gennaio 1882. Il padre era un critico e un erudito, dirigeva il «Cornhill Magazine» (al quale poi doveva collaborare Virginia) e aveva sposato in prime nozze una figlia di Thackeray: gli Stephen erano una delle grandi famiglie intellettuali dell’Inghilterra vittoriana, sicché la futura scrittrice visse subito in quel mondo di scrittori e artisti (frequentato allora anche da, Hardy e da James) di cui più tardi doveva diventare il centro.
Nel 1912 la scrittrice divenne la signora Woolf. E col marito fondò nel 1917 la Hogarth Press, la casa edifrice che tra altre opere di giovani pubblicò (stampate a mano) il Prelude della Mansfield e i Poems di T.S. Eliot. Nel 1941, la Woolf non tenne più testa alla «lotta contro la depressione», divenuta insostenibile nei mesi della battaglia nazista contro l’Inghilterra, e si uccise.
Il Dibattito sul Dispotismo Orientale
Cina, Russia e società arcaiche
Autore/i: Autori vari
Editore: Armando Editore
introduzione e cura di Walter Minella.
pp. 416, Roma
Questa antologia raccoglie alcuni dei contributi più significativi al dibattito sul dispotismo orientale, tratti per la maggior parte dalla pubblicistica anglo-americana e per lo più non tradotti finora in ” italiano. Viene così in luce uno dei percorsi di ricerca più affascinanti del Novecento ed emerge la figura di uno dei giganti del pensiero del nostro secolo: Karl August Wittfogel (1896-1988). Il dispotismo orientale (1957) di Wittfogel suscitò un vivace dibattito negli ambiti più diversi, dall’antropologia culturale alla storiografia russa e cinese; la discussione fu particolarmente accesa per quanto concerneva la natura sociale dell’URSS e dei paesi del “socialismo reale”, perché la ricerca di Wittfogel era anche una denuncia appassionata, in nome della ’ libertà e dei diritti umani, del totalitarismo dei regimi comunisti, vera e propria metamorfosi degli antichi dispotismi e risposta regressiva alla modernità.
Il complesso della ricerca di Wittfogel fu lo sviluppo di un’impostazione già presente in Marx e Engels e in alcuni importanti economisti inglesi del primo Ottocento: lo studio del dispotismo orientale in relazione al modo di produzione asiatico.
Veniva così ripresa, sistematicamente e rigorosamente, una categoria, quella di dispotismo orientale, tra le più antiche nella storia della politologia europea: da Aristotele a Bodin, da Bemier a Montesquieu essa fu lo strumento principale con cui vennero , analizzate le società non-occidentali.
Walter Minella, nato a Porlezza (Como) il 23-9-49, vive e lavora a Pavia, dove insegna filosofia e storia nei licei. Si è occupato di storia del pensiero sociologico, con particolare attenzione alla teoria della società orientale, con diversi saggi, tra cui: Tra geopolitica e marxismo occidentale: il metodo sociologico nel primo Wittfogel in «Sociologia e ricerca sociale», anno X, 1989, n. 28; Il collettivismo agrario in Bruno Rizzi: “reazione feudale” o restaurazione asiatica? in La crisi del collettivismo burocratico. Attualità di Bruno Rizzi, Milano, 1990.
È direttore della rivista «Ulisse».
Il Dio Solo
Alle origini del monoteismo
Autore/i: Scarpelli Giacomo
Editore: Edizioni di Storia e Letteratura
premessa dell’autore.
pp. XI-240, nn. tavv. b/n f.t., Roma
Dalla premessa dell’autore:
“Nessuna indagine culturale può ritenersi conclusa in se stessa, ed è quindi naturale e auspicabile che prolifichi e si evolva. Tuttavia, quando un editore offre a un autore l’opportunità di ripubblicare una sua opera, può talvolta accadere che l’autore sia colto dalla tentazione di riscrivere il testo di sana pianta. Per quanto riguarda Il Dio Solo, ho apportato limitati accrescimenti rispetto alla prima tiratura mondadoriana del 1997, senza aver toccato il contenuto.
Questa nuova edizione contiene, dunque, a parte tal une minime modifiche, un’integrazione della bibliografia e dell’indice analitico comprensivo delle voci che figurano nelle note) e la riproduzione nell’apparato illustrativo di una mappa sahariana (accanto a quella del Mediterraneo Orientale), in riferimento alle preistoriche pitture rupestri che possiamo interpretare come le più remote prefigurazioni di un Signore della Natura con sembianze umane.
Il Dio Solo è un viaggio filosofico-religioso che si snoda all’indietro nelle epoche, ma qui, nel prospettare alcuni aggiornamenti, seguirò l’andamento cronologico. Individuato un punto d’origine dell’antropomorfizzazione della divinità tra le sabbie del Sahara, il primo personaggio storicizzabile in cui ci s’imbatte è Abramo. Il tentativo di documentarne la sua personale fondazione monoteistica si deve all’archeologo Leonard Woolley; il quale ebbe tra i suoi collaboratori oltre a Max Mallowan (poi marito di Agatha Christie) e a Thomas Edward Lawrence, anche il fratello minore di quest’ultimo, Arnold Walter.[…]”
Un Viaggio Straordinario
L’avventura di un maestro
Autore/i: Liberti Caterina
Editore: Armando Editore
premessa e nota introduttiva dell’autore.
pp. 256, Roma
Un sorprendente percorso ibnesiano in compagnia di Brand, Peer Gynt, Giuliano l’Apostata. Un itinerario romanzato di liberazione della volontà, condotto nello stile fenomenologico della coscienza, e rielaborato nel multiforme Regno di Filosofia. In questo spazio immaginario, compreso tra il Regno della Storia e quello della Poesia, Ibsen, redivivo, giunge per una misteriosa chiamata: imputato e giudice istruttore in un processo che riguarda la sezione più speculativa della sua opera, a decantare tra Necessità e Libertà la filosofia come “romanzo dell’anima”.
Caterina Liberti è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Catania e insegna Etica sociale nel corso di Laurea di Filosofia nella medesima Università. Tra le sue pubblicazioni: Paul Ricoeur. Studi di fenomenologia (Messina 1980); Aspetti teoretici del rapporto fenomenologia-psichiatria; in Atti del convegno “Fenomenologia e psichiatria”, Milano, marzo 1981; Fra verità e certezza: mito, filosofia e tecnica, in Atti nazionali del convegno “La Filosofia fra tecnica e mito”; «S.F.I.»; Perugia, marzo 1986; Dimensioni del tragico: dalla irreversibilità alla storicità del destino; in AA.VV.; Metamorfosi del tragico tra il classico e il moderno (Bari 1991).