Libri dalla categoria Simbologia
Sante e Streghe
Biografie e Documenti dal XIV al XVII Secolo
Autore/i: Craveri Marcello
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
introduzione dell’autore, collana: Universale Economica Feltrinelli n° 908.
pp. 288, Milano
Sante con lo sguardo dolcemente rivolto al cielo, che si uniscono in un mistico matrimonio con Cristo, streghe con il volto di megera, che a cavallo di una scopa si recano al sabba per congiungersi carnalmente col Demonio, sono immagini fantastiche, uscite dalla mente morbosa di teologi e inquisitori. Eppure, questa distinzione manichea è così radicata nell’opinione generale che finora mai a nessuno studioso, psicologo o sociologo, è venuto in mente di esaminare insieme il fenomeno della santità e della stregoneria. Lo ha fatto Marcello Craveri, con un lavoro scientificamente inoppugnabile, che ci libera da molti falsi pregiudizi. Sante e streghe non sono due “specie” di donne totalmente diverse. Qualche volta non è nemmeno facile distinguerle. Il caso della strega e santa Giovanna d’Arco non è unico nella storia. Le une e le altre hanno la medesima radice nella superstizione cristiana; le une e le altre vanno soggette agli stessi fenomeni paranormali, ad una identica patologia isterica. Ma, soprattutto, le une e le altre sono ugualmente vittime e ribelli di un’educazione sbagliata, di un oppressivo condizionamento sociale, rivendicano il diritto di gestirsi autonomamente di affermare la propria personalità, soprattutto con l’uso della “parola” (preghiere, profezie, formule magiche di guarigione), perché la Chiesa e la società, le condannano, in quanto donne, al silenzio. Guidato da un’interessante prefazione del Craveri, il confronto è possibile attraverso una serie, alternata, di vite di sante (per lo più scritte da loro stesse) e di processi di streghe. È una lettura appassionante, dalla quale sante e streghe escono ugualmente degne di compassione, come vittime di una struttura sociale oppressiva, ugualmente degne di ammirazione, come coraggiose contestatrici.
Massimo Craveri, autore di numerosi testi scolastici e di saggi pubblicati su varie riviste, ha curato l’edizione dei Vangeli apocrifi (Einaudi, 1969) e delle Guerre di Procopio di Cesarea (Einaudi, 1977). Nella collana Universale Economica (UE) ha pubblicato anche la Vita di Gesù.
Introduzione
- Caterina Benincasa
- Giovanna d’Arco
- Francesca Bussi
- Giovanna Monduro
- Caterina Fieschi Adorno
- Santina Lardini
- Bellezza Orsini
- Teresa Sanchez De Cepeda
- Le streghe di Kolozsvàr
- Orsola Giuliani
- Le streghe di Nogaredo
Aforismi di Zürau
Autore/i: Kafka Franz
Editore: Adelphi Edizioni
terza edizione, a cura di Roberto Calasso.
pp. 148, Milano
Fra il settembre 1917 e l’aprile 1918 Kafka soggiorna a Zürau, minuscolo borgo della campagna boema, ospite della sorella Ottla. Protetto dall’insorgere della malattia, riesce a sfuggire a tutte le potenze che da sempre lo braccano – la famiglia, l’ufficio, le donne -, e il diradarsi della presenza umana suscita in lui un sentimento di lieve euforia, facendogli apparire quel periodo di tregua come forse il migliore della sua vita. […]
Franz Kafka (Praga 1883-Vienna 1924), scrittore di lingua tedesca, nasce a Praga, città molto vivace dal punto di vista culturale. La sua famiglia è ebraica e vive in condizioni economiche piuttosto agiate.
Fin da piccolo Franz ha un difficile rapporto con il padre, chiuso e autoritario, che alimenta in lui la convinzione di essere debole e incapace di vivere.
Questo tema tornerà poi come un’ossessione nei suoi scritti.
Laureatosi in legge, trova impiego presso una compagnia di assicurazioni. La sua salute è cagionevole: nonostante ciò affianca il lavoro, che detesta, con un’intensa attività letteraria a cui riserva le ore notturne.
La tubercolosi lo costringe a frequenti ricoveri in sanatorio e, quando la malattia progredisce, la sente come una vera liberazione dal lavoro impiegatizio.
Muore a soli 41 anni in una clinica di Kirling, nei pressi di Vienna dopo aver dato disposizione che tutte le sue opere vengano distrutte, essendone insoddisfatto.
Ma, a eccezione del lungo racconto La metamorfosi (1916), i suoi scritti sono pubblicati postumi dall’amico Max Brod che non rispetta le sue disposizioni testamentarie.
Tra le sue opere ricordiamo, oltre ai racconti, i romanzi Il processo e il castello.
In margine
- AFORISMI DI ZÜRAU
Lo splendore velato di Roberto Calasso
L’Etica della Vita – Siamo Uomini o Embrioni?
Il viaggio di un grande scienziato nelle viscere dell’identità umana
Autore/i: Boncinelli Edoardo
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione dell’autore.
pp. 192, nn. figure b/n, Milano
Le durissime battaglie politiche attorno alla fecondazione assistita e le cellule staminali non ci hanno sicuramente chiarito le idee su alcune questioni fondamentali. Quando si può parlare di essere umano? L’embrione è un individuo? Molte di queste domande hanno una risposta scientifica, altre rientrano negli ambiti civile e legale, etico e religioso. In questo libro, Edoardo Boncinelli descrive tutte le fasi dello sviluppo embrionale, dalla fecondazione alla nascita, attraverso la frenetica moltiplicazione delle cellule e la loro specializzazione. Ribadisce l’importanza scientifica della diagnosi pre-impianto e ci consegna un viaggio al microscopio nelle viscere dell’identità umana, raccontando l’inizio della vita di un uomo che non sa ancora di esserci.
Edoardo Boncinelli professore alla facoltà di filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è uno degli scienziati italiani di maggiore importanza. Le sue ricerche in biologia molecolare dello sviluppo lo hanno portato in passato a dirigere prestigiosi laboratori, ed è noto al grande pubblico per gli editoriali che firma per il “Corriere della Sera”. Ha scritto numerosi libri, tra cui L’anima della tecnica (2006), pubblicato nei Piccoli saggi Rizzoli, e Il male (Mondadori 2007).
La Società Marginale – Contadini, Sottoproletariato ed Emarginati come Società Negativa
Autore/i: Autori vari
Editore: Città Nuova Editrice
unica edizione, prefazione e cura di Giampaolo Catelli.
pp. 280, illustrazione in bianco e nero, Roma
Il presente lavoro affronta matematica nuova ed avvincente quale il fenomeno dell’«emarginazione sociale».
L’approccio contro-corrente del contributo mette in risalto la relazione tra crescita dell’organizzazione sociale e crescita conseguenziale della marginalità. In questa visione i normali strumenti d’analisi sono valutati come insufficienti, vengono introdotte nuove categorie concettuali al fine di comprendere l’evoluzione della società globale, tra cui il concetto di «capitale astratto» in base al quale è possibile muoversi verso una interpretazione delle recenti strategie degli Stati a struttura capitalistica e a «socialismo di Stato».
«Le nuove e più complesse forme di condizionamento politico prospettano – dice l’Autore – più gravi forme di emarginazione. Contadini, sottoproletariato e forze sociali marginali vengono cosi a costituire una sorta di “società negativa“, fuori dal sistema e che ne rifiuta l‘assorbimento».
Il tema, che risulterà certamente fondamentale negli anni ottanta, e anche occasione di una analisi critica dell’operare del sociologo ed in particolare della stessa sociologia rurale nazionale, in quanto viene proposta una osservazione disincantata del mondo rurale, spaccato tra gruppi gravitanti verso la logica del mercato e gruppi in reazione. Questi ultimi stanno subendo nuove manipolazioni condotte da una crescente razionalizzazione politica e ne vivono come pionieri i primi drammatici effetti.
Giampaolo Catelli (1940) è incaricato di Geografia Politica ed Economica alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. E’ membro della Associazione Europea di Sociologia Rurale e conduce ricerche per conto del Centro Europeo di Scienze Sociali di Vienna. Tra le opere principali: Sindrome autoritaria e dimensione della comunità, Milano 1971; Tentato suicidio e variabile spaziale, Milano 1973; L’emarginazione femminile (insieme a F. Bonazzi), Bologna 1974; Scuola, ambiente, lavoro, Bologna 1973; Social evaluation and diffusion of innovation, Brisbane 1976.
Simone Signoret
Titolo originale: Simone Signoret, ou La mémoire partagée
Autore/i: David Catherine
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, traduzione di Alberto Folin.
pp. 288, Venezia
Catherine David incontra Simone Signoret nel salotto della sua casa: davanti a sè ha una donna intelligente e ironica, ma ormai molto stanca e sola. Troppo. Malata, provata nel volto, nel corpo e soprattutto dentro.
L’antica bellezza si è nascosta fra le rughe per sempre. Ma gli ultimi guizzi della sua vitalità seducono la giornalista che di lì a poco decide di diventare la sua biografa. È convinta che Simone Signoret sia un “bel soggetto”, vale a dire un soggetto che dà da pensare, che apre finestre su paesaggi molteplici. La storia del cinema, Saint-Germain-des Près, la sinistra francese, la passione amorosa, il comunismo, Hollywood, la scrittura, l’ebraismo, i Diritti dell’uomo, la cultura moderna, l’Unione Sovietica di Krusciov, l’America di Mc Carthy.
Inizia a raccogliere i materiali. Guarda le splendide foto di gioventù, legge le interviste concesse ai giornali nel corso degli anni, parla con i pochi amici disposti a infrangere il silenzio che è calato su di lei dopo la morte.
Un mito non può avere vita quotidiana.
Lentamente Catherine David si innamora del suo “bel soggetto”. I mille volti della Signoret si animano davanti alle pagine bianche di una biografia che avrà la tensione di un romanzo. E come in un romanzo dell’Ottocento Simone arriva a Parigi dalla provincia. E il 1941 e la capitale è invasa dai tedeschi. È lì che comincia davvero la sua vita anche se, giovanissima, ha già portato sulle spalle il peso dell’intera famiglia abbandonata dal padre. Il cinema sarà la sua grande illusione, la lunga passione per Yves Montand la prova del suo essere fedele e caparbia. La dedizione è il valore assoluto che accompagnerà anche la sua ultima metamorfosi quando la Signoret dai mille personaggi, pubblici e privati, affiderà alla scrittura e alla nostalgia tutta se stessa e la sua solitudine.
Catherine David è autrice di un romanzo l’Océan miniature, pubblicato da Seuil nel 1983. Dal 1972 scrive per le pagine culturali del “Nouvel Observateur”.
La Prigioniera – Dal Palazzo Reale alle Carceri Marocchine
Titolo originale: La Prisonnière
Autore/i: Oufkir Malika
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, con la partecipazione e la prefazione di Michèle Fitoussi, traduzione di Elena Dal Pra.
pp. 324, Milano
“Dalla gabbia dorata della corte a una sordida prigione marocchina: l’intenso racconto di una donna che ha affrontato un durissimo destino.”
Il destino di Malika Oufkir, figlia di uno degli uomini più influenti e di una delle donne più affascinanti del Marocco, e la reclusione. A cinque anni, adottata dal re come compagna di giochi della principessa, viene strappata alla famiglia e rinchiusa nella gabbia dorata dell’harem di corte, tra feste, lusso, viaggi esotici. Una vita finta, passata a rimpiangere le braccia della madre e il mondo che pulsa fuori. Un giorno Malika lascia il Palazzo e conosce, anche se per un attimo, l’ebbrezza della felicità.
Poi, il 16 agosto 1972, il tentativo di colpo di stato. Suo padre, che era stato coinvolto nell’attentato al sovrano, muore giustiziato. Malika, insieme con i fratelli e la madre, viene rinchiusa per vent’anni nelle carceri marocchine: il destino si ripete. Questa volta la prigione non è un palazzo, ma una cella sordida; niente servitù, niente agi, niente di niente. Nemmeno il cibo. Con il passare dei mesi, alla fame si aggiungono il freddo o il caldo torrido, i ratti, gli insetti, le malattie. Ogni giorno Malika inventa un motivo per regalare ai suoi compagni di prigionia un sorriso, una speranza. Ma ogni notte, quando il buio la protegge, piange in silenzio. Per la vita che scivola via, per il suo corpo che sfiorisce senza aver conosciuto l’emozione di una carezza, per l’infanzia mutilata dei fratelli. E quando un tunnel scavato a mani nude riporta tutti alla luce, sembra troppo tardi per cominciare a vivere. Bisogna imparare tutto di nuovo: a ridere, mangiare, viaggiare, amare. A parlare di quello che è successo. Questo libro, nella storia di Malika, rappresenta il ritorno alla vita: Michèle Fitoussi ha riportato sulla pagina le sue parole intense, l’incrinarsi della sua voce, e il tono fiero di chi è sopravvissuto all’inferno e non teme più nulla.
Marlborough – La Vita e i Tempi del «Duca di Ferro»
Titolo originale: Marlborough – HIs Life and Times
Autore/i: Churchill Winston S.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
primaedizione, edizione a cura di Henry Steele Commager, traduzione di Giovanna Paroni.
pp. XXI-1002, 15 cartine nel testo, Milano
Odiatissimo o amatissimo: John Churchill duca di Marlborough (1650-1722) non suscita sentimenti diversi, nei contemporanei ma anche nei posteri, da Swift e Pope a Thackeray e Macaulay. Assetato di onori e potere, non a caso guadagna il soprannome di «duca di ferro». Giovane ufficiale squattrinato, strappa il successo mondano grazie alla particolarissima protezione di Barbara duchessa di Cleveland. Il matrimonio con Sarah Jennings – dama favorita della regina Anna e una delle donne più influenti della storia inglese – prima d’essere uno straordinario romanzo d’amore serve a metterlo al sicuro dalle congiure di palazzo. Eppure, discutibile e discusso nella storia d’Inghilterra e d’Europa. Il cortigiano che dell’adulazione fa un’arte, è poi anche lo statista che passa da dominatore attraverso i sanguinosi contrasti rovesciamenti di fronte, è anche il mediatore fra inglesi, olandesi, prussiani e impero, e l’artefice di una determinante coalizione continentale. Indubbiamente favorito dalla posizione di cui la moglie Sarah gode a corte, il «duca di ferro» può infine dar prova di sé come soldato e si rivela un genio dell’arte militare: condottiero degli inglesi e dei loro alleati non conosce sconfitta al campo, è lo stratega che umilia il più potente esercito del tempo, quello della Francia di Luigi XIV.
Con la biografia di questo suo prestigioso antenato Winston S. Churchill ha scritto un classico della letteratura storica mondiale. Il tema dell’opera non è solo la vita di un eccezionale personaggio, ma la lotta per l’Europa, su uno sfondo che si estende dall’Inghilterra al Mediterraneo, dalla Svezia alla Savoia, coinvolgendo tutte le potenze di un’epoca particolarmente travagliata. Un libro premonitore: portato a termine negli anni che precedono la seconda guerra mondiale ne precedono la seconda guerra mondiale ne presagisce, attraverso un ripensamento della storia, le gravissime minacce e gli ardui problemi. Con l’alta tensione psicologica e morale dell’uomo politico che sente in prima persona i drammatici e grandiosi avvenimenti del passato, alla luce delle esperienze dello stratega che vive in un clima d’intesa vigilia, in «Marlborough» si precisa con affascinante chiarezza la concezione della storia come «essenza di innumerevoli biografie» che è tipica di Churchill, «l’uomo politico che divenne il migliore storico e lo storico che divenne il migliore politico».
Winston S. Churchill (1874-1965) è uno dei grandi protagonisti della vita politica inglese e internazionale del Novecento. Giornalista, romanziere, saggista e storico, ha vinto il Premio Nobel della letteratura nel 1953. Tra le sue opere più importanti segnaliamo, in edizione Mondadori, la «Storia dei popoli di lingua inglese» e «La seconda guerra mondiale». La presente edizione di «Marlborough» è stata curata dallo storico Hensry Steele Commager.
Genio e Follia – Volume Primo
Autore/i: Lombroso Cesare
Editore: Enrico La Stella Editore
prefazione dell’autore.
pp. 224, Roma
«… Buffon un giorno si arrampicò, immerso nei suoi pensieri, sopra un campanile e ne discese per le corde, sempre inconscio di sé, come un sonnambulo.
… Federico II sentenziava la vendetta essere il piacere degli dei e si disse contento di morire dopo avere inflitto ai nemici più mali che non avesse sofferto lui: provava un vero diletto a tormentare moralmente gli amici e qualche volta a bastonarli.
… Gèrard de Nerval era soggetto ad una follia circolare con depressioni ed esaltamenti che duravano sei mesi ciascuno. Nei momenti di calma era spiritista, sentiva lo spirito di Adamo e di Mosè in un mobile di casa; e praticava degli scongiuri cabalistici danzando “il ballo dei babilonesi”».
Ikebana – Manuale Artistico-Pratico per lo Studio dell’Ikebana della 1˚ Scuola Tedesca di Ikebana
Titolo originale: Ikebana – Kunst-und Lehrbuch der 1˚ Deutschen ikebana-Schule
Autore/i: Autori vari
Editore: Görlich Editore
periodico mensile, traduzione di Luciana Kromberg.
pp. 128, nn. tavole a colori, Milano
Già da secoli insegnata, praticata e tenuta in alta considerazione, l’Ikebana giapponese è l’arte di creare composizioni libere e originali, accostando prodotti della natura od oggetti creati dalla mano dell’uomo. Premessa necessaria è l’essere in armonia con se stessi, con la natura e con il mondo circostante. Allo scopo di coltivare in tal senso l’Ikebana, in Germania si sono riuniti in una società gli amici e i cultori di tale arte; essi seguono i maestri giapponesi riconosciuti, che autorizzano anche gli insegnanti tedeschi. Si crede in tal modo di contribuire a una maggior comprensione dell’arte, della cultura e della vita dell’Estremo Oriente.
- Che cosa significa Ikebana?
- L’Ikebana in Giappone
- Elementi fondamentali dell’Ikebana
- Moribana
- Strumenti e materiali necessari all’esecuzione
- Esecuzione di un’Ikebana
- 5 maniere per imparare l’Ikebana
- Stile eretto
- Stile reclinato
- Stile a cascata
- Stile a contrasto
- Stile eccelso (ascendente al cielo)
- L’Ikebana classica. Rikka e Shoka
- Stile libero. Ikebana astratta e moderna
- Consigli, suggerimenti
- Nageire
- L’Ikebana a paesaggio o «scenario naturale»
- Composizioni da tavola
- Morimono
- 10 consigli ai principianti
Ulbricht – I Segreti della Politica e della Vita Privata dell’Ultimo tra i “Grandi” Comunisti, Sopravvissuto a Stalin e a Togliatti
Titolo originale: Ulbricht – Eine polistische Biographie
Autore/i: Stern Carola
Editore: Longanesi & C.
traduzione dal tedesco di Lapo Berti.
pp. 384, 31 illustrazioni in b/n f.t., Milano
Ulbricht è senza dubbio l’ultimo “grande” del comunismo dopo la morte di Stalin e di Togliatti; eppure, mentre di tali personaggi, ed altri, sono apparse parecchie biografie (ricordiamo l’essenziale Stalin di Isaac Deutscher pubblicato dalla Longanesi & C.), di questo personaggio cosi importante si sapeva ben poco fino alla comparsa del documentatissimo volume di Carola Stern, Con la pazienza di un ricercatore di laboratorio, l’autrice ha rintracciato tutti i passi compiuti da Ulbricht nella sua carriera, da falegname a capo di Stato. I primi capitoli, infatti, ci descrivono l’infanzia e la giovinezza a Lipsia, l’ascesa nella gerarchia KPW durante la repubblica di Weimar, i suoi anni d’esilio a Parigi e a Mosca, la parte piuttosto vistosa avuta nelle grandi epurazioni, i suoi continui rapporti con il Cremlino, la sua attività come capo della SED e i vari atteggiamenti presi nelle situazioni politiche di questi ultimi anni. L’autrice, tuttavia, non si è preoccupata soltanto di chiarire con materiale finora sconosciuto le varie fasi della carriera politica di Ulbricht, ma ha cercato con successo di penetrare nella sua vita privata, rimasta finora inviolabile nonostante i tentativi dei migliori giornalisti e Saggisti. Così, non risponde soltanto alle domande più impellenti: in che cosa crede veramente Ulbricht?, come riuscì a seguire la politica di Chrusscev senza allontanarsi da quella di Stalin?, si sente cittadino tedesco o sovietico?, ma anche ad altre rimaste finora senza risposta, cioè che tipo di persona è intimamente quest’uomo, forse il più odiato della storia tedesca. Carola Stern, che fino al 1951 è stata insegnante all’università del Partito SED, dopo la sua fuga dall’Istituto di Sociologia e Scienze politiche ha studiato alla libera università di Berlino. È ora assistente all’Istituto di Scienze politiche del Fu, consulente di casa editrice dal 1960, collaboratrice della radio della Germania Federale. Ha pubblicato numerosi saggi sui problemi del comunismo e ha curato recentemente un reportage su Ulbricht per la televisione tedesca.
L’Autobiografia di Bertrand Russell 1872 – 1967
«Un documento vhe si può soltanto paragonarealle classiche confessioni di Rousseau.» (sir Stanley Allen)
«Autobiografia eccezionale, che dovrebbe essere letta da tutte le persone intressate al pensiero del diciannovesimo secolo.»
(sir Julian Huxley)
«Una delle testimonianze più sorprendenti e completamente soddisfacenti che abbia mai letto.» (sir Denis Borgan)
«Nella prima parte delleue memorie Russell racconta le ribellioni al severo conformismo familiare e le prime lotte contro le contraddizioni e le ingiustizie della società vittoriana. Il tutto condito con la feroce ironia che è la caratteristica di questo scrittore.» (Corriere della Sera)
La Particella Mancante – Vita e Mistero di Ettore Majorana, Genio della Fisica
…La sua intelligenza era inferiore soltanto alla sensibilità della sua anima…
Autore/i: Magueijo João
Editore: Rizzoli
prologo dell’autore, traduzione Carlo Capararo, titolo originale: A Brillant Darkness: The Extraordinary Life and Disappearance of Ettore Majorana, the Troubled Genius of the Nuclear Age, in copertina: Ettore Majorana.
pp. 432, ill. in b/n, Milano
“Il mare mi ha rifiutato.” Così, il 26 marzo 1938, scriveva Ettore Majorana in una lettera al direttore dell’Istituto di Fisica della Regia Università di Napoli. Parole rassicuranti, che sembravano una rinuncia definitiva al gesto estremo del suicidio. Ma proprio quel giorno il trentunenne Ettore, da pochi mesi nominato professore di Fisica teorica “per l’alta fama di singolare perizia”, svanì nel nulla, lasciando dietro di sé il mistero tuttora insoluto della sua sorte. Da settantanni il “caso Majorana” ispira seri studi e fantasiose teorie del complotto, tanto da rischiare di porre in secondo piano un’opera scientifica di enorme valore: ancora oggi, il “suo” neutrino è oggetto di esperimenti in tutto il mondo, e gli studi su di esso potrebbero modificare l’attuale modello della fisica delle particelle. Frutto di anni di ricerche, La particella mancante ricostruisce con la vivacità di un romanzo la vita del giovane genio, dagli studi presso i gesuiti allo straordinario consesso dei ragazzi di via Panisperna dove avrebbe dimostrato un’intelligenza e una personalità capaci di mettere in soggezione Enrico Fermi. Illustra con ammirevole chiarezza scoperte di fisica subatomica che, in un mondo in bilico tra progresso e tormenti personali di Ettore Majorana e i dettagli del suo lavoro di scienziato, nella cornice dell’Italia fascista. E traccia la parabola di un’epoca e di uno spirito indipendente e libero, pronto a pagare un prezzo molto alto per difendere la propria dignità di scienziato e di uomo.
Joäo Magueijo insegna Teoria della relatività generale all’Imperial College di Londra. Cosmologo e fisico teorico, ha formulato insieme ad altri scienziati la teoria della velocità variabile della luce (VSL), che rivede uno dei postulati della relatività einsteniana ed è l’argomento del suo primo libro, Più veloce della luce (Rizzoli, 2003).
Prologo
Un momento di stanchezza o di sconforto morale
Parte prima la vita: il Grande Inquisitore
- L’attico di via Etnea 251
- Crisi nucleare
- La giovinezza di Frankestein
- Poltergeist smascherato
- Pane e sperma
- Interazioni forti
- Piacere, Ettore Majorana
- I ragazzi sono ragazzi
- Neutrini dalla Transilvania
- Ode ai vinti
- Creazione e annichilazione
- L’uovo del sderpente
- La sinfonia incompiuta
- La mano che dondola la culla
- Collasso stellare
- Carciofi
- Nel frattempo, in via Panisperna
- Il crepuscolo di via Panisperna
- Il neutrino di Ettore
- La quiete prima della tempesta
- La squadra di ricerca
Parte seconda Oltre la vita: materia oscura
- Pagliacci
- Intermezzo pirandelliano
- Don’t Cry for Him, Argentina
- Si pensava che il Sole fosse malato
- Il segno della bestia
- Ettore Majorana
- Voto del silenzio
- Epilogo
- Balene del Mediterraneo
Ringraziamenti
Bibliografia
Referenze fotografiche
La Prima Radice – Preludio ad una Dichiarazione dei Doveri Verso la Creatura Umana
Titolo originale dell’opera: L’Enracinement
Autore/i: Weil Simone
Editore: Edizioni di Comunità
traduzione di Franco Fortini.
pp. 316, Milano
Il nostro tempo ha negato la tensione di ogni uomo verso qualcosa di più grande, e forse di irraggiungibile, sostituendola con una cultura degradata e ristretta dove i diritti universali sono privi di concretezza e la libertà è intesa come semplice cancellazione di qualsiasi dovere. Ancora più dei diritti, sono invece proprio i doveri, verso se stessi e verso gli altri, ad ancorare l’uomo alla realtà e alla società in cui vive, evitando il rischio di sentirsi sradicati e in balia degli eventi. Secondo Simone Weil, voce inascoltata e profetica del XX secolo, interessarsi davvero del destino dell’uomo significa, quindi, prima di tutto aggrapparsi saldamente e rimanere fedeli alle proprie radici. Potrebbe sembrare un banale richiamo alle tradizioni; invece non è così, perché le radici dell’uomo hanno origine oltre la sfera temporale, nell’eterno e umanissimo desiderio di verità e di bene.
Simone Adolphine Weil, di ricca famiglia ebraica che le impartì un’educazione raffinata e severa, fu allieva di Alain di cui subì profondamente l’influsso. Dopo essersi laureata in Filosofia all’École Normale Supérieure, insegna fra il 1931 e il 1938 nei licei di varie città di provincia. Nell’inverno del 1934 abbandona l’insegnamento per lavorare come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi (per poter “parlare della causa operaia con cognizione di causa”) lavorando nelle officine Renault come operaia per circa otto mesi.
Testimonianza di questa esperienza, che ebbe gravi conseguenze per la sua salute, sono il diario e le lettere raccolte sotto il titolo La condizione operaia (La condition ouvrière, 1951).
Militante dell’estrema Sinistra rivoluzionaria, comunista antistalinista, partecipa alle Brigate Internazionali nella guerra civile spagnola.
Affetta da tubercolosi, muore nel sanatorio di Ashford il 24 agosto del 1943, all’età di soli 34 anni.
Le sue opere vengono pubblicate postume e iniziano ad essere tradotte in italiano nei primi anni Cinquanta.
La Weil sviluppò un suo pensiero religioso, vicino al cristianesimo, nutrito della tradizione greca e orientale e minacciato da un angoscioso agnosticismo. Tra le sue opere, per lo più di argomento etico, politico e religioso, pubblicate tutte postume, ricordiamo L’ombra e la grazia (La pesanteur et la grâce, 1947), Attesa di Dio (Attente de Dieu, 1950), La conoscenza soprannaturale (La connaissance surnaturelle, 1950), Lettera a un religioso (Lettre à un religieux, 1951), La Grecia e le intuizioni precri stiane (Intuitions pré-chrétiennes, 1951), Quaderni (Cahiers, 3 voll., 1951-56), La fonte greca (La source grecque, 1953), Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale (Oppression et liberté, 1955), sui problemi del marxismo.
Parte Prima: Le esigenze dell’anima
- L’Ordine
- La Libertà
- L’Ubbidienza
- La Responsabilità
- L’Uguaglianza
- La Gerarchia
- L’Onore
- La Punizione
- La Libertà di opinione
- La Sicurezza
- Il Rischio
- La Proprietà privata
- La Proprietà collettiva
- La Verità
Parte Seconda: Lo Sradicamento
- Lo Sradicamento operaio
- Lo Sradicamento contadino
- Sradicamento e nazione
Parte Terza: Il Radicamento
Woobinda e Altre Storie Senza Lieto Fine
Autore/i: Nove Aldo
Editore: Castelvecchi Editore
seconda edizione.
pp. 144, Roma
«Ho ammazzato i miei genitori perché usavano un bagnoschiuma assurdo, Pure & Vegetal»: così inizia Woobinda, una serie di racconti brevi e spezzati, scritti con un linguaggio laconico e innovativo. Aldo Nove descrive un’umanità cresciuta nell’eccesso di merci e di informazioni, che reagisce con una sconcertante lucidità all’assenza dei sentimenti e delle speranze.
In primo piano è una generazione che ha smesso di chiedersi da che parte sta il futuro, intrappolata in una realtà declinata al presente, circolare, ossessionata dai messaggi televisivi. Giovani che trascorrono notti insonni col telecomando, capaci di odio senza rabbia, di cinismo senza disperazione.
Aldo Nove (1967) ha abitato a Viggiù fino al l988, quando l’esplosione di una bombola del gas gli ha raso al suolo la casa. Da allora vive e lavora a Milano. Questo è il suo primo libro.
Le Profezie di Tutankhamon
Titolo originale: The Tutankhamun Prophecies
Autore/i: Cotterell Maurice M.
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Isabella Bolech.
pp. 400, nn. ill. b/n, nn. tavv. a colori f.t., Milano
Per più di 75 anni, da quando è stata aperta la tomba di Tutankhamon, gli «esperti» hanno tentato senza successo di spiegare l’eredità dell’enigmatico faraone. Oggi, Maurice Cotterell, che da tempo studia i significati nascosti delle incisioni maya, getta nuova luce sui misteri dell’antico Egitto grazie a una chiave scoperta nelle piramidi del Messico che gli ha permesso di codificare i tesori della tomba del re bambino e di svelare il senso profondo dei sacri segreti sepolti sulle rive del Nilo più di tremila anni fa. Akhenaton era davvero il padre di Tutankhamon? La tomba di Tutankhamon è stata veramente depredata? Che rapporto esiste tra il capo dei maya, Lord Pacal, e quello degli egizi, Tutankhamon? Nel risolvere questi e altri enigmi Cotterell riscopre una sapienza antica che vive ancora oggi, celata nella geometria sacra e custodita come un tesoro dalla Chiesa, dalla Massoneria e da altre società segrete. Per la prima volta, Cotterell rivela le ragioni di tanta segretezza: ragioni che interessano il futuro di ciascuno di noi e gravano su di esso.
Un libro che con la sua perfetta fusione di scienza moderna, spiritualità e antica saggezza regala una lettura appassionante e rivelatrice.
Maurice M. Cotterell, ingegnere e scienziato, ha pubblicato con grande successo numerosi libri in tutto il mondo acquisendo fama internazionale. In Italia ha già pubblicato Le profezie dei maya, scritto insieme ad Adrian Gilbert e I Superdei.
In Fuga Oltre l’Himalaya
Autore/i: Toschi Elios
Editore: EDIF Editore
prefazione dell’autore.
pp. 320, Milano
Elios Toschi e Teseo Tesei sono i creatori di quei mezzi subacquei d’assalto, chiamati «torpedini umane» o anche, più comunemente, «maiali», che la nostra Marina utilizzo durante la seconda guerra mondiale in imprese memorabili. Ad Alessandria e a Malta i «maiali» e gli uomini che li guidarono, in azioni temerarie ed eroiche suscitarono l’ammirazione degli stessi nemici. L’Ammiraglio inglese, di fronte alle gravissime perdite subite ad opera di queste «torpedini umane», temette perfino di perdere la Flotta del Mediterraneo.
Ora, Elios Toschi, in questo libro, ha ricordato la nascita dei «maiali» e i giorni di guerra, ma ha descritto soprattutto la lunga prigionia che migliaia di soldati italiani dovettero sopportare in India. Perché la guerra, per molti nostri combattenti, non è finita l’8 settembre 1943, ma è continuata nei campi di concentramento. Toschi, narra in queste pagine le sue fughe che lo portarono, attraverso quasi tutta l’India, dall’Himalaya fino all’isola di Diu, dove finalmente potè riconquistare la libertà.
Un libro di ieri, quindi, che pero è scritto per i giovani di domani. La storia di alcuni uomini che seppero combattere, sempre e in ogni luogo, e non si rassegnarono mai alla «sorte malvagia», perché credevano, e credono ancora, che la sorte ognuno se la costruisce da sé. Un libro, infine, che si legge come un romanzo, perché è anche il ritratto dell’India misteriosa e terribile dell’immediato dopoguerra, l’India «eterna» che, in parte, è ancora quella di oggi.
Parlare ai Figli
Autore/i: Picchi Mario
Editore: Rusconi
prima edizione, esemplare con dedica e autografo dell’autore.
pp. 316, Milano
Ma c’è qualcosa che io so e tu no. Per esempio, che io e te stiamo facendo una navigazione pericolosa. Io mi trovo in quel tratto di vita che porta verso i sessant’anni, pieno di pericoli: uno dei più paurosi si chiama cancro, un altro infarto. È stano che a quella tappa dei sessant’anni non ci sia nulla: non dico un premio ma un segno qualunque. Eppure noi siamo come soldati che combattono allo scoperto: quelli che cadono per strada vengono tutt’al più salutati con uno sguardo e lasciati lì, è toccato a loro, e loro avrebbero fatto lo stesso se fosse toccato a me. Poi ci contiamo e vediamo in quanti siamo rimasti, e quasi nn ci ricordiamo più di quanti eravamo al principio. Ecco la tua navigazione: bastano pochi anni a metterti al sicuro, ma gli anni sono lunghi, alla tua età.
Che potrei fare per te, per impedirti di diventare un condannato a vita, come quelli che non vogliono vivere tra i binari che noi abbiamo trovato e accettato, e non sanno trovarne altri. Ma basta qualche anno, e quel ribelle che voleva dar fuoco al mondo non è più un ribelle: è un vecchio. Qualche anno anche per te, con le tue grazie acerbe che stanno per maturare, tu che stai per lasciare la crisalide del burattino e trasformarti in un ragazzino perbene. Ecco: mi vedi tutti i giorni, mangiamo insieme, dormiamo nella stessa casa, la sera ci mettiamo insieme a guardare la televisione e quando c’è da ridere ridiamo insieme: ma sono sicuro che ci vorranno molti anni prima che tu pensi a me come a una persona che ha, anzi che aveva, problemi di quella specie che ho detto:; una persona che si sente sempre più spesso attirata dal Maelstöm che l’inghiottirà, e pensa allora a una mano che lo guidi.
Mario Picchi è nato a Livorno il 6 marzo 1927, ha studiato letteratura francese all’università di Roma con Pietro Paolo Trompeo, è stato redattore della «Fiera letteraria» dal 1949 al 1956, redattore nei servizi culturali dell’Usis e, dal 1970, redattore dell’«Espresso». Ha collaborato con saggi e scritti critici e polemici a vari giornali e riviste; ha tradotto una trentina di libri soprattutto dal francese, cominciando coi Racconti di Guy de Maupassant per arrivare alla recente edizione dei Miserabili di Victor Hugo (Einaudi, 1983). Sue opere di narrativa sono Roma di giorno (1960), Il muro torto (1964), Storia di una notte (1968), Ritratto di famiglia (1974).
La Chiesa la Sua Defezione – Dal Progetto Evangelico di Comunità Fraterna e dal Progetto e Processo di Liberazione dell’Umanità
Trilogia della Nuova Utopia 3
Autore/i: Colombo Arrigo
Editore: U. Mursia Editore
prima edizione.
pp. 282, Milano
È questo il terzo volume nella Trilogia della Nuova Utopia.
Dopo La Nuova Utopia. Il progetto dell’umanità, la costruzione di una società di giustizia e La società di giustizia. Ciò che l’umanità ha progettato nel tempo e ciò che sta costruendo (Mursia, Milano 2014 e 2015).
Può apparire difforme dagli altri ma ne è invece un passaggio necessario.
In quanto il progetto dell’umanità, progetto di una società di giustizia e di una società fraterna, che pervade in certa misura l’intera storia umana, si formula nel messianismo ebraico e nell’annunzio evangelico, in un popolo piccolo e marginale, e pero come destinato a tutti i popoli, a tutte le nazioni. Affidato alla comunità apostolica, quindi alla Chiesa gerarchica che ne deriva, pervade poi l’Europa e l’Occidente cristiano.
Nello stesso tempo il progetto entra in latenza in quanto la Chiesa gerarchica e poi papale soccombe al blocco della società ingiusta che domina la storia umana – dispotismo monarchico e aristocratico, conquista di popoli, formazione d’imperi, guerra perenne; schiavitù, asservimento della donna, discriminazione sfruttamento oppressione del popolo, del povero. Il progetto riemerge con le rivoluzioni moderne, a cominciare dalla Rivoluzione inglese del 1640, animata da un movimento evangelico, il Puritanesimo; la «rivoluzione con la Bibbia in mano», com’è chiamata.
Il volume ricostruisce la vicenda del progetto evangelico, progetto di una comunità fraterna; il formarsi della Chiesa gerarchica; il lento e lungo formarsi del modello papale e imperiale lungo l’intero primo millennio.
Una seconda parte tratta del preteso dominio della verità.
Una terza degli errori in cui la Chiesa gerarchica e papale e caduta.
Arrigo Colombo, lombardo, filosofo, attivo nell’Università del Salento-Lecce, dopo alcune ricerche di orientamento (Heidegger 1964; Il destino del filosofo 1971; e soprattutto Le società del futuro. Saggio utopico sulle società postindustriali 1978), nel 1982 fonda con i suoi allievi un Centro interdipartimentale di Ricerca sull’Utopia e pubblica nel ’97 un primo studio, L’utopia. Rifondazione di un’idea e di una storia; poi ripreso e riscritto nel primo volume della Trilogia, La Nuova Utopia. Nel 1998 fonda il Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza, per diffondere la nuova visione della storia e dell’utopia, il progetto e la costruzione di una società di giustizia; e la speranza ch’essa sostiene. Nel 2005 fonda con alcuni colleghi un Centro interuniversitario di Studi Utopici (Università di Cassino, Lecce, Macerata, Romatre), dove dal 2006 dirige la Rivista di Studi Utopici. Nel 2014 ha ottenuto il Premio internazionale di filosofia Karl-Otto-Apel per i suoi studi sull’utopia.
La Mia Azienda sta Stirando le Cuoia – 1000 Curricula Ridicula dell’Italia che Cerca Lavoro
Autore/i: Consul Enza
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione dell’autrice.
pp. XVI-208, Milano
In questo libro:
«Sono geometra e ho il fisic du rolex.»
«Dopo 20 anni mi sono rotto a tutte le esperienze.»
«Vi scrivo perchè voglio diventare un manager con l’A maiuscola.»
«Voi che siete il feltro dell’Azienda…»
«Gent. Dott., ecco la mia testa su un piatto d’argento.»
«Voglio cambiare perchè qui non si ricava più un buco dal ragno.»
«Ho maturato un’esperienza a 380 gradi nel settore.»
Per carità, aspiranti a un posto, non cominciate mai un vostro curriculum vitae facendo dichiarazioni che smentite subito dopo nella compilazione dello stesso. Ad esempio: «Non mi piacciono le divagazioni arrivo subito al dunque, prima pero per la cronaca devo premettere…» Che cosa siete? Lo Stato, che comincia smentendo di fare quello che sta facendo o addirittura ha già fatto? Che serietà è attribuibile a uno che attacca a divagare per convincere che non gli piacciono le divagazioni? Ma, se non siete culturalmente sicuri, non esagerate neppure nelle citazioni. Non vi conviene, dunque, esordire brillantemente con un: «Non sono un Superman, ogni uomo ha il tallone d’Achille…» che è una desolante confessione di ignoranza non in materia di letteratura e di mitologia greca, ma, il che è più grave, in materia di fumetti e di mitologia nordamericani. L’eroe di massa Superman, essendo stato appunto creato sul modello di Achille, ha il suo tallone omonimo, costituito dall’idiosincrasia per la kryptonite. E neppure fate troppo gli spiritosi, magari esagerando in disinvoltura: «Durante il mio week-end al mare mi è caduto l’occhio e anche incidentalmente gli occhiali sul Vostro annuncio…» Chi esamina il vostro curriculum è consapevole di esercitare un mestiere difficile e fragile e quindi è più sensibile al ridicolo: insomma, è suscettibile e puntiglioso. «Esiste una ricca bibliografia su come scrivere un curriculum per rispondere a un’inserzione, ma non ci risulta sia stato scritto un libro su come non rispondere a un annuncio. Per tale motivo, la lettura di quest’opera potrà far meditare e dare utili indicazioni a chi è seriamente interessato a proporsi sul mercato del lavoro», afferma Enza Consul, a nome dei suoi amici e collaboratori in quest’antologia dell’errore umano. Enza Consul e la sua complice si occupano di selezione del personale, rispettivamente come consulente e come responsabile in ambito aziendale. E qui ci offrono il fior fiore del peggio raccolto in quindici anni di attività, perché, infatti, a quindici anni fa risale la prima idea di questa impresa. Il contenuto e, in un certo senso, sconvolgente, perché l’errore umano è dotato di una fantasia estrema, di una varietà e di una sovversività che possono provocare il riso sino alle lacrime o viceversa. L’atteggiamento di chi legge diventa dialettico, la sfrenata paradossalità degli sfondoni non induce affatto a un senso di superiorità nei confronti dei peccatori ma è, al contrario, una specie di informazione di garanzia per la nostra presunzione. La compilazione di un curriculum non dovrebbe esser presa così alla leggera. In fondo, si tratta di tracciare la propria biografia. È un’occasione essenziale per parlare di sé. Un atto pubblico di una privatezza scandalosa. «Cerco una collaborazione con una Azienda di respiro internazionale che mi offra l’opportunità di potere aspirare a…» Ne va della vita, insomma. Questo, a suo modo, è un manuale di sopravvivenza.
Cronache Marziane
Autore/i: Chiesa Giulietto
Editore: Fazi Editore
prima edizione, cura di Massimilano Panarari.
pp. 272, Roma
«In questo libro ho messo un pò di arx, che è un pezzo della mia storia; un pò di Marte, nel senso che io stesso, in qualche modo, sono un marziano precipitato sulla Terra, altrimenti non parlerei così; e un pò di Marte inteso come dio della guerra, che sta dilagando nel mondo. Venere, l’Europa, non c’è nel titolo, ma può essere il suo antidoto. La pace eppure c’è nel titolo, perchè, mentre parliamo, piange e si dispera. Speriamo di convincerla a tornare a volare».
I disastri della politica italiana e i possibili rimedi; lo stato miserevole dei media nazionali e internazionali, ridotti a una «Grande Fabbrica dei Sogni e della Menzogna»; lo spegnersi della democrazia liberale nel mero istituto – manipolabilissimo – del suffragio; l’indifferenza dei governanti ai rovinosi scenari ecologici che ci si prospettano; economia globale, dominio delle inumane scorribande di un manipolo di pirati finanziari; le sfacciate proiezioni imperiali degli Stati Uniti di Bush, ma anche Europa plausibile «antidoto», la Cina principale rivale, la Russia che cova sotto la cenere, il «laboratorio» del Medio Oriente…:
non c’è tema di rilievo della politica nazionale e internazionale che Giulietto Chiesa, da decenni fra le voci più indipendenti e acute della sinistra italiana, non affronti in queste sue Cronache marxziane. Sfoderando il meglio delle sue armi: documentazione di prima mano, lucidità e durezza, capacità, soprattutto, di «dire che bisogna cambiare molte cose della nostra vita comune, per il bene comune». Non è una visione consolatoria, lo “stato del mondo” secondo Chiesa: ma è un panorama di rara coerenza e chiarezza, che stringe ogni lettore alle corde iter propria coscienza nella convinzione che non ci sia altro modo per invitarlo ad agire.
Caneterapia – Cosa ci può dare il Migliore Amico dell’Uomo
Autore/i: Cervia Mauro
Editore: Casa Editrice A. Salani
a cura di Serena Daniele, introduzione dell’autore, fotografie di Andrea Micheli e Luigi Scardovi.
pp. 96, nn. fotografie a colori, Milano
«Il cane possiede la bellezza senza la vanità. La forza senza l’insolenza. Il coraggio senza la ferocia. E tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi». (George Gordon Lord Byron)
Se l’amore potesse curare tutti i mali, allora il cane sarebbe senz’altro la medicina più efficace, il balsamo più miracoloso, la terapia più salutare; perché nessun animale e in grado di comunicare tanto disinteressato affetto. Dei vari e complessi rapporti che legano l’essere umano al mondo animale, quello con il cane e il più profondo e intenso: è un rapporto in grado di donare felicita, sostegno, comprensione e perfino un aiuto determinante nel trattamento di diverse malattie. Frutto dell’appassionata esperienza di un celebre veterinario, questo libro non vuole insegnare ad amare il cane: sarebbe inutile per chi già lo considera un indispensabile compagno di vita (e chi non ama gli animali avrebbe bisogno di ben altro per cambiare idea). Lo scopo di questo libro è aiutare a migliorare il rapporto con il proprio animale, e convincere coloro che lo desiderano a sceglierlo e a prendersene cura nel modo migliore. Adottare un cane vuol dire occuparsi di lui per sempre: il cane lo sa, e quando sceglie un padrone lo ama incondizionatamente. Se il padrone è disposto a fare altrettanto, il suo cane potrà insegnargli molto, e riempire la sua vita di emozioni, sorprese, piccoli momenti di gioia.
Mauro Cervia, medico veterinario e giornalista, scrive su varie riviste e collabora a trasmissioni televisive.