La Teoria Generale delle Nevrosi
L’Esposizione più Completa e accurata della Teoria psicoanalitica “Classica” dei Fenomeni Nevrotici, in un Testo Prezioso per lo Studioso e Indispensabile per la Didattica.
Autore/i: Numberg Hermann
Editore: Casa Editrice Astrolabio
prefazione di Sigmund Freud, prefazione di Raymond Battegay, prefazioni dell’autore e introduzione dell’autore, traduzione Giorgio Banti, collana: Psiche e Coscienza, titolo originale: Allgemeine Neurosen Lehre.
pp. 412, Roma
Questo testo è una sintesi della teoria classica della psicoanalisi, pubblicato nel 1932 e rielaborato e pubblicato una seconda volta nel 1959. Come dice lo stesso Sigmund Freud nella sua presentazione alla prima edizione, l’autore ha cercato di esporre nel modo più ampio e accurato il pensiero e le dottrine del maestro e dei suoi discepoli. L’opera di Numberg descrive con attenta considerazione la psicoanalisi come teoria delle funzioni psichiche, come Weltanschauung e come metodo terapeutico. Seguendo l’esempio di Freud, Numberg dispone la materia in una serie di capitoli sull’inconscio, sulla teoria dei sogni, sugli aspetti topico-dinamici e sulla teoria degli istinti. In un capitolo successivo si occupa della psicologia dell’Io. In seguito affronta gli importanti argomenti delle nevrosi attuali, dell’angoscia e dei meccanismi di difesa. L’ultima parte del libro, riguardante i fondamenti della terapia psicoanalitica, descrive i presupposti e le difficoltà della terapia, il principio freudiano del titolo, della ripetizione e dell’elaborazione, e il processo della presa di coscienza. Estremamente interessante e vivo è l’inserimento dei dati clinici esemplificativi. Dopo l’introduzione di ciascun concetto e di ciascun fenomeno, anche dei più specifici, Numberg inserisce nel testo, in corpo minore, un breve esempio clinico di ciascun concetto. Per queste ragioni il libro si raccomanda particolarmente per usi didattici e anche per chiarire le frequentissime malconcezioni che il profano si forma circa i concetti psicoanalitici.
Hermann Numberg è uno dei più brillanti e profondi discepoli diretti freudiani della seconda generazione. È nato e ha studiato in Germania. Trasferitosi in America, vi è morto nel 1970.
La Letteratura Italiana – Da Niccolò Machiavelli a Giambattista Vico
Volume II
Autore/i: Siciliano Enzo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
sul confanetto: particolare da La dialettica di Paolo Veronese, Venezia, Palazzo Ducale.
pp. 444, Milano
Enzo Siciliano (1934-2006) amico di Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Siciliano è stato uno dei protagonisti della vita letteraria italiana.
Critico d’arte e del costume, è stato direttore di Nuovi Argomenti e collaboratore delll’Unità, dell’Espresso, di Repubblica.
Nella sua lunga e straordinaria carriera ha anche ricoperto il ruolo di Direttore del Gabinetto Viesseux di Firenze, nonché di Direttore dell’Enciclopedia Treccani del Cinema, un campo – quello della cinematografia – dove Siciliano aveva grandi competenze.
Tra i suoi libri: Atlantico, 1991 Gremese Editore; I bei momenti, 1999 Mondadori; Breve viaggio in Italia, 1996 Schena; Carta per musica. Diario di una passione, da Mozart a Philip Glass, 2004, Mondadori; Le città dell’asino d’oro e altri foglietti di viaggio (1963), a cura di Iacuzzi P. F., 1997 Via del Vento; L’isola. Scritti sulla letteratura siciliana, a cura di Ferlita S., Manni; Morte di Galeazzo Ciano, 1998 Einaudi; Nella gabbia, 1994 Quattroemme; La notte matrigna, 1997, Mondadori; Pasolini e Roma. Catalogo della mostra (Roma, 21 ottobre 2005-22 gennaio 2006), 2005 Silvana; Siciliano Enzo-Sontag Susan-Tahar Ben J., Pietro Guccione Pittore. Ediz. multilingue, 2005, Il Cigno Galileo Galilei; Pittura amata, 2000, Linea d’Ombra Libri; Prima della poesia, a cura di Santi F., 2004 Quiritta; La principessa e l’antiquario, 1998, Mondadori; Racconti ambigui. La coppia, 2004 Pequod; Il risveglio della bionda sirena. Raphaël e Mafai. Storia di un amore coniugale, 2004, Mondadori; Vita di Pasolini, 2005, Mondadori.
- Il romanzo del «principe»
- Il romanzo dei «ricordi»
- Rinascimenti
- Studiar maniere
- Costellazione cinquecentesca
- «Ruzante, perché a’ ruzava»
- «Sfattu suldatu»
- La prigione di Sant’Anna
- Barocco
- Campo de’ Fiori
- Un frate, uno scienziato e il conte odorista
- Panoplia seicentesca
- La favola dei dialetti
- Et in Arcadia
- Scienza nuova
Google Story
“Fare tecnologia. Fare cultura. Fare soldi. Trasformare il mondo.”
Autore/i: Vise David
Editore: Egea Edizioni
prima edizione italiana, prefazione di Roberto Vacca, introduzione dell’autore, traduzione di Caterina Grimaldi, Ulisse Mangialaio, Filippo Pretolani, titolo originale: The Google Story.
pp. XX-300, Milano
Questa è la storia di Larry Page e Sergey Brin e dell’azienda che, fondata nel 1998, è diventata in breve tempo una delle parole più usate nel pianeta: Google. Larry e Sergey avevano allora 25 anni ed erano studenti a Stanford. Oggi sono a capo di un’impresa che ha completamente rivoluzionato Internet e vale in borsa più di Ford e General Motors messe insieme. Ma non hanno perso la voglia di stupire e attaccamento al loro motto: Dont’t Be Evil, non compiere mai il male.
Col suo motore di ricerca, Google sta realizzando il sogno di far accedere chiunque a tutta la conoscenza e l’informazione dell’umanità. Dopo il crollo della New Economy, erano in molti a essere scettici sul futuro del web. Google ha infranto ogni previsione per fare del web una miniera d’oro diventando un gigante della pubblicità online. Grazie a Google e ai prodotti elettronici gratuiti che ha sfornato in questi anni, i navigatori della Rete hanno un potere a loro disposizione fino a ieri inimmaginabile.
Google Story racconta la magia informatica e l’acume imprenditoriale di Larry e Sergey, della vita nel fantasmagorico campus aziendale di Mountain View e degli incredibili talenti che li si concentrano, dell’approccio ostinatamente anticonformista che ha consentito di sfidare la supremazia di Microsoft facendo tremare Wall Street del passato recente e del futuro prossimo di uno dei fenomeni più appassionanti del nostro tempo.
David Vise, vincitore del premio Pulitzer per i suoi articoli sul “Washington Post”, è autore di tre libri, tra cui il bestseller
The Bureau and the Mole (L’FBI e la talpa).
Mark Malseed, giornalista per il “Washington Post” e il “Boston Herald”, è noto per il lavoro di ricerca che ha fatto per Piano d’attacco e La guerra di Bush, i due recenti bestseller di Bob Woodward, il giornalista del Watergate.
Mességué Maurice dalle Piante Salute e Bellezza
Con ricette e segreti inediti
Autore/i: Schiavina Maria Antonietta
Editore: Edizione CDE
traduzione dal francese delle ricette di Maurice Mességué di Jolanda Restuccia.
pp. 216, Milano
Sapevate che con il finocchio si possono combattere i gonfiori alle gambe o alle caviglie? Che con la fragola si può preparare una maschera di bellezza per eliminare le rughe sul viso? Che inappetenza e dolori di stomaco trovano un ottimo rimedio nelle foglie d’alloro e che la mente calma tosse e asma? La natura è a nostra disposizione per prendersi cura del nostro corpo e della nostra salute. Perchè non approfittarne? Ecco un libro che, con la guida di Maurice Messegue, ci dice tutto sull’argomento.
Centinaia di consigli e numerose ricette ci spiegano come combattere i nemici della bellezza (acne, varici, cellulite, cadute dei capelli, occhiaie…) e della salute (disturbi di circolazione, colesterolo, emicrania, influenza, insonnia, ulcera…)
Per ogni particolare problema viene proposto un rimedio naturale spesso integrato dal parere del medico.
Maria Antonietta Schiavin, giornalista, redattrice presso il mensile GRIF e autrice di volumi a carattere divulgativo, si occupa da anni dei cosiddetti “argomenti pratici”.
I Piaceri della Salute – La Nuova Scienza del Benessere
Titolo originale: Healthy Pleasures
Autore/i: Ornstein Robert; Sobel David
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione degli autori.
pp. 294, Milano
Volete mantenervi in ottima forma, godere di buona salute, vivere a lungo? Allora dovete prendere in seria considerazione tutto ciò che vi piace e vi diverte: il ballo, per esempio, o il bowling, i giochi con i vostri figli, il golf, il giardinaggio. E non preoccupatevi troppo del colesterolo e del relativo «terrorismo medico», se volete concedervi un buon pranzo con un paio di bicchieri di vino. Per smaltire le calorie in eccesso, tenete presente che uno dei sistemi più efficaci è l’attività sessuale. Oppure, potete restare comodamente sdraiati sul divano davanti alla televisione a guardare un film comico: un’ora di risate brucia infatti la stessa quantità di calorie di una buona passeggiata o di un giro in bicicletta. E innalza le difese immunitarie: chi ride spesso e quindi meno soggetto alle malattie.
Questi sono alcuni dei singolari risultati cui sono giunti Robert Ornstein, psicologo, e David Sobel, specialista di medicina preventiva. Dall’analisi accurata di innumerevoli ricerche e dalla attenta verifica di recentissime scoperte scientifiche, i due studiosi hanno individuato un sorprendente «principio» che sta alla base della nostra salute: il «principio del piacere». Esistono ormai numerose, incontrovertibili prove di quanto sia importante tutto cid che è piacevole per la nostra vita e la nostra salute: non c’è dubbio che le persone più sane sono quelle che amano, ricercano e creano le occasioni di piacere.
I piaceri della salute è lo straordinario «manifesto» di questa tesi rivoluzionaria e provocatoria, ma documentatissima: una teoria brillante, liberatoria, affascinante, che consente di uscire da un secolare labirinto di concezioni erronee e «punitive» per proporre un nuovo, efficace, addirittura divertente approccio al modo di gestire la nostra salute. Essere e mantenersi sani è oggi assai più semplice di quanto si sia mal immaginato: Ornstein e Sobel vi invitano a scoprire perché e come, attraverso i mille consigli di un libro che può cambiare la vostra vita.
Robert Ornstein, psicologo e ricercatore, è una delle massime autorità mondiali sul cervello, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico. Insegna biologia umana a Stanford (California), dove 6è presidente dell’Institute for the Study of Human Knowledge. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo La psicologia della coscienza (Franco Angeli, Milano 1978) e Il cervello e le sue meraviglie (Rizzoli, Milano 1987).
David Sobel è uno specialista di medicina preventiva di fama internazionale. Lavora al Kaiser Permanente Medical Care Program, nella California settentrionale, e insegna alla University of California. Insieme con Robert Ornstein ha già pubblicato The Healing Brain (1987). Entrambi vivono nei pressi di San Francisco.
Il Mio Nome è Nessuno – Il Giuramento
Romanzo
Autore/i: Manfredi Valerio Massimo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prologo dell’autore.
pp. 360, Milano
Ulisse, Odysseo, Nessuno: l’uomo dal multiforme ingegno, il mito che solca i mari, l’eroe più formidabile e moderno di tutti i tempi e qui, in queste pagine. E ci parla in prima persona, raccontandosi con tutta l’umanità e il coraggio che lo hanno reso, lungo ventisette secoli, più immortale di un dio. Dalla nascita nella piccola, rocciosa Itaca alla formazione di uomo e di guerriero al fianco del padre Laerte, dalle braccia materne della nutrice Euriclea al vasto mare da navigare sino a Sparta, dalla abbagliante e pericolosa bellezza di Elena all’amore per Penelope, dal solenne giuramento tra giovani principi leali al divampare della tremenda discordia: questo romanzo, primo di due volumi, segue Odysseo fino alla resa di Troia, grandiosa e terribile. Prima ancora che inizi il nòstos – lo straordinario viaggio di ritorno – l’avventura già e costellata di incontri folgoranti, segnata da crisi profonde, dominata dall’intelligenza e dall’ardimento di un uomo capace, passo dopo passo, di farsi eroe. La figura di Odysseo ha avuto lo straordinario destino di “reincarnarsi” infinite volte: i più grandi poeti lo hanno cantato, la sua orma profonda e sempre nuova è riconoscibile nei testi più importanti della letteratura di ogni tempo, a ogni latitudine. Tutti noi abbiamo la sensazione di ricordare da sempre le gesta di Odysseo, ma in questo romanzo, attingendo all’immensa messe di miti che lo vedono protagonista, Valerio Massimo Manfredi porta alla luce episodi e personaggi che non conoscevamo, ci regala la viva emozione di scoprire un intero universo brulicante di uomini, donne, imprese gloriose o sventurate. Ci mostra come accanto a quel personaggio fluisca gran parte dell’epos greco: Alcesti, le fatiche di Herakles, i sette contro Tebe, gli Argonauti, oltre ai due poemi di Omero. Odysseo non si erge solitario tra le ombre di dei e guerrieri, ma il suo intero percorso di formazione, le sue radici familiari, gli epici racconti di cui e nutrito dal nonno-lupo Autolykos e dal padre argonauta, i dialoghi con Herakles e Aias, gli incontri con la misteriosa Athena dagli occhi verdi, ogni dettaglio dà corpo a un racconto profondamente sorprendente. Con assoluto rigore ma anche con una vibrante adesione a questa materia “in continuo movimento”, Manfredi compie la scelta forte di affidare la narrazione proprio a colui che disse di chiamarsi Nessuno: una voce diretta, potente, scolpita nella sua semplicità. Una voce dal fascino assoluto, una storia incalzante come i tamburi di guerra, tempestosa come il mare scatenato da Poseidone, piena di poesia come il canto delle Sirene.
Valerio Massimo Manfredi è un archeologo specializzato in topografia antica. Ha insegnato in prestigiosi atenei in Italia e all’estero, e condotto spedizioni e scavi in vari siti del Mediterraneo pubblicando in sede accademica numerosi articoli e saggi. Come autore di narrativa ha pubblicato con Mondadori quattordici romanzi: Palladion, Lo scudo di Talos, L’Oracolo, Le Paludi di Hesperia, La Torre della Solitudine, Il faraone delle sabbie (premio librai città di Padova), la trilogia Alèxandros pubblicata in trentanove lingue in tutto il mondo, Chimaira, L’ultima legione da cui è tratto il film prodotto da Dino De Laurentiis, L’Impero dei draghi, Il Tiranno (premio Corrado Alvaro, premio Vittorini), L’armata perduta (premio Bancarella), Idi di marzo (premio Scanno) e Ofel Bruni; è autore anche, sempre per Mondadori, di alcune raccolte di racconti, e di saggi. Conduce programmi culturali televisivi in Italia e all’estero, collabora con “Il Messaggero” e “Panorama”.
La Stanza di Kerenskij
«La tragedia russa del 1917 e quella americana di Kennedy nel 1963 hanno dato un responso terribile ma vero: alla fine i singoli uomini non sono né vincitori né vinti.»
Autore/i: Fiore Ilario
Editore: Nuova ERI – Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana
pp. 264, Torino
Perché John F. Kennedy andò a trovare Aleksandr F. Kerenskij pochi mesi prima di essere assassinato a Dallas? Chi fu il mandante di “quell’omicidio su commissione” per mano di Lee Oswald? Cosa faceva e come la pensava Kerenskij chiuso nella sua stanza di un attico a New York? Fiore si reco a visitarlo, e scopri la singolare verità sui due “ragazzi di Simbirsk”, Uljanov-Lenin e Kerenskij stesso, lo sconfitto di Pietrogrado, i quali avevano guidato la Russia nel fatidico 1917.
La prima notte del secolo nel ricordo della madre, l’ultima notte del fascismo nel racconto del figlio. Le teste rapate e dipinte col minio delle ragazze di Asti; le teste dei poliziotti inglesi tagliate e fissate sulle lance dei partigiani del Mahdi per le strade di Khartum.
Chi è innamorato di chi nel Cairo che brucia, a Buenos Aires che complotta, ad Algeri che combatte, a Budapest che si rivolta, a Washington che piange?
Con vena ricca e generosa, com’è nel suo stile, Ilario Fiore arriva sulla pagina di La stanza di Kerenskij accompagnato da uno stato di grazia, che benedice o ispira il narratore-testimone di un secolo caduto nella “stupidita tecnologica” ma riscattato dal calore delle sue grottesche illusioni.
Ne scaturisce la prima parte di un affresco a forti tinte di questo “Kaputt del Novecento” con i suoi colpi di stato, le sue rivoluzioni, i suoi complotti, gli inquinamenti e la bancarotta morale, raccontati da un osservatore d’eccezione.
Partendo dal “villaggio cinese” del Piemonte dove cresciuto e in cui prende il via la sua storia, Fiore ci offre la chiave utile per capire da dove siamo venuti e verso dove andiamo, da un secolo all’altro, nel flusso inesausto della nostra avventura sulla terra.
Ilario Fiore, dopo vent’anni di giornalismo scritto e venti di giornalismo televisivo, avendo trascorso oltre trent’anni come corrispondente dall’estero per la Rai e alcuni quotidiani, è tornato in Italia e alla prima professione da lui scelta, quella di scrittore a tempo pieno. La stanza di Kerenskij è, nel gioco cinese dei numeri della sua vita, il suo ventunesimo libro, mentre con i documentari ultimamente girati per la Rai sull’infanzia in Asia, Fiore ha raggiunto quota trenta: “L’Antartide” (1962), “La Transiberiana” (1969), “Mirè e Dali” (1978), “Larmata di terracotta’ (1984), “Shanghai, l’altra Cina” (1986) sono fra i suoi titoli migliori.
Con la Nuova Eri ha pubblicato: Tien An Men (1989); Rapporto da Pechino (1990); La Croce e il Drago (1991); La nave di seta (1993). Fiore ha vinto anche alcuni premi letterari. Vive e lavora a Roma. Ha tre figli e sei nipoti. È grand’ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica.
Donne Inspiratrici
Matilde Wesendonk • Cosima Liszt • Margherita Albana Mignaty • Gabriella Delzant
Autore/i: Schuré Édouard
Editore: Editori Laterza
introduzione di R. Pitoni, prefazione dell’autore, versione sulla undicesima edizione francese di Anna Musettini.
pp. XV-192, Bari
Donne Inspiratrici, di Edoardo Schurè (Strasburgo 1841 – Parigi 1929) è una trilogia di ritratti femminili. Due di esse, Matilde Wesendonk e Cosima Liszt, furono amate da Waener e la terza, Margherita Albana, fu l’ispiratrice dello Schurè stesso, che, sotto il suo influsso, concepì e portò a termine la sua opera più conosciuta I grandi iniziati.
«Niente di pia diverso, fra di loro, di queste tre anime individualizzate in sommo grado nei loro caratteri e temperamenti accentuati. Tuttavia una comune prerogativa le ravvicina, anzi le unisce, in una comunione sororale. Esse inspirarono delle idee madri nell’amore e coll’amore. La passione, di cui conobbero l’ebrezza e il dolore, si tradusse potentemente o nell’opera dell’uomo amato». La figura più affascinante ed inquietante di questo volume è senz’altro le terza, la misteriosa Margherita Albana, anche perché le pagine che ne trattano son pervase dalla vivezza ed entusiasmo di un’esperienza personale, che resterà operante nello Schurè, fine alla sua morte, cioè per oltre quarant’anni (Margherita Albana, più vecchia di dieci anni di lui, mori a Firenze nel 1887). Proveniente da una ricca famiglia di Corfù, Margherita Albana, donna colta, entusiasta, dotata, al dire dello Schurè, di straordinarie capacità intuitive «passò i suoi giorni nei quadri sontuosi della Grecia, dell’India, dell’Italia, e visse abitualmente fra le società cosmopolite di Roma e di Firenze… La poesia, la musica, la scienza e l’occultismo l’affascinarono a volta a volta, ma nessuna di queste passioni distrusse mai le altre». Come ad altre dello Schurè, non nuoce in certo senso a questo volume una soverchia facilità di scrittura ed eccessiva propensione al sentimento. Esso è tuttavia una testimonianza importante di certo romanticismo, aperto forse fin troppo a taluni gusti occultistici ed orientaleggianti, ma che pure ebbe il suo peso nella cultura dell’epoca, e, quel che più conta, una delle più dirette e rivelatrici espressioni della complicata personalità del suo Autore.
(Raniero Gnoli)
Cervello e Computer o Metodo per Utilizzare Tecnologia e Ragione
Contributi al discorso di Michele Raja, Rosario Merendino, Corrado Giustozzi, Valter Di Dio
Autore/i: Ludovico Anna
Editore: Lithos Editrice
nota introduttiova dell’autrice.
pp. 144, Roma
In quali termini è lecito e utile adoperare il computer come “modello”, del cervello?
E in quale rapporto sta il cervello con il resto del nostro corpo e con la “mente”? Sono due delle domande fondamentali che si pone l’indagine filosofico-scientifica tesa a cercare una risposta al quesito posto dal secolare rapporto gnoseologico mente/corpo.
Gli indizi via via rilevanti dalla fisica, dalla biologia, dalle neuroscienze, dalle discipline mediche e psicologiche, dall’informatica e dall’epistemologia conducono a piste diverse. Molteplici sentieri conoscitivi prendono forma nella nostra storia culturale e nella nostra evoluzione naturale: la memoria storica e la memoria genetica si intrecciano nella tela dei nostri comportamenti della quotidianità e dell’esperienza.
L’Uomo di natura e artificio inventa strumenti tecnologici e di pensiero, continuamente rischiando la babele dei linguaggi e il labirinto dell’incomprensione. Si offre qui al lettore almeno il bandolo del filo di Arianna per una conoscenza comprensiva di ragione e percezione.
Il Libraio di Kabul
Titolo originale: Bokhandleren i Kabul
Autore/i: Seierstad Åsne
Editore: Sonzogno
prefazione dell’autrice, traduzione dal norvegese di Giovanna Paterniti.
pp. 324, Milano
Abbiamo visto le immagini di uomini armati o in preghiera, di donne nascoste sotto i loro burka o che finalmente se ne liberavano, di bambini che andavano a scuola o che giocavano fra le macerie. Abbiamo visto un popolo che cercava di risollevarsi dopo vent’anni di guerra. Due decenni di sangue e di sofferenza, di invasioni e di lotte fratricide. Ora è venuto il momento di ascoltare la voce di quel popolo, di leggere la sua testimonianza diretta.
Quando l’autrice, giovane inviata norvegese, entra a Kabul al seguito delle truppe alleate, una delle prime persone che incontra è Sultan Khan, il libraio. Nella propria bottega Sultan inizia a parlare di cosa voglia dire essere incarcerato per due volte in nome della libertà intellettuale, ma anche di letteratura, della situazione del Paese, della disperata dignità di una nazione in cerca di riscatto; e soprattutto della propria famiglia, talmente rappresentativa del mondo afgano che Asne pensa di poterla raccontare in un libro. Il burbero Sultan, per evitare che diventi l’ennesimo testo “teorico” sull’Afghanistan, la sorprende proponendole di ospitarla per il tempo necessario a scriverlo. Così, durante tutta la primavera successiva alla caduta dei talebani, Asne viene accolta in casa Khan e diventa “la figlia bionda” del libraio di Kabul: è testimone di amori proibiti, di matrimoni combinati, di crimini e punizioni, di ribellioni giovanili, e della severità con la quale la società islamica governa la vita di ciascuno, soprattutto delle donne, umiliate e Oppresse ma piene di dignità e di onore.
Asciutto e appassionato, obiettivo ed eccezionalmente coinvolgente, Il Uibrajo di Kabul è lo straordinario resoconto di quei mesi: una testimonianza che cattura come è più di un romanzo.
Åsne Seierstad, a poco più di trent’anni, è forse la più giovane e apprezzata corrispondente di guerra d’Europa: per i suol reportage dal Kosovo, dalla Cecenia e dall’Afghanistan ha ricevuto moltissimi riconoscimenti nazionali e internazionali, fra i quali il premio come migliore giornalista televisiva norvegese nel 1999, quello come migliore scrittrice del 2000 per il mensile Elle e il prestigioso Free Speech Award nel 2002 come migliore reporter di guerra. Il libraio di Kabul è diventato bestseller numero uno nella prima settimana di pubblicazione in Norvegia, dove ha superato le 120.000 copie vendute (cifra astronomica in un Paese che arriva appena a quattro milioni di abitanti) ed è stato trionfalmente eletto libro dell’anno, vincendo il premio dei librai. Bestseller anche in Svezia e in Danimarca, gli unici altri due Paesi in cui è stato tradotto finora, Il librato di Kabul entro breve sarà pubblicato in tutto il mondo.
Una testimonianza straordinaria, in libro unico e toccante.
“In un Paese in condizioni drammatiche, sono stato l’unico a cercare di salvare i libri e la cultura degli afgani. Ho raccolto oltre diecimila volumi che parlano della mia nazione, una terra dimenticata, agli occhi del mondo una terra di orrori… Sono contento che Asne abbia voluto raccontare la mia storia e quella della mia gente. E sono ancora più contento che voi possiate leggerla.” (Sultan Khan, il libraio di Kabul)
Il Teatro di Samuel Beckett
Autore/i: Beckett Samuel Barclay
Editore: Giulio Einaudi Editore
seconda edizione, traduzione di Carlo Fruttero, collana: supercoralli.
pp. 290, Torino
Samuel Barclay Beckett (Dublino, 13 aprile 1906 – Parigi, 22 dicembre 1989) è stato un drammaturgo, scrittore, poeta, traduttore e sceneggiatore irlandese.
Considerato uno degli scrittori più influenti del XX secolo, Beckett, il cui capolavoro è Aspettando Godot, è senza dubbio la più significativa personalità (insieme a Eugène Ionesco, Arthur Adamov e al primo Harold Pinter) di quel genere teatrale e filosofico che Martin Esslin definì Teatro dell’assurdo. Ma la sua produzione artistica va intesa in senso più ampio, in quanto fu autore complesso anche nel campo radiofonico e televisivo e cinematografico (Film del 1965 con Buster Keaton).
Autore di romanzi e di poesie, nel 1969 Beckett venne insignito del Premio Nobel per la letteratura «per la sua scrittura, che – nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma – nell’abbandono dell’uomo moderno acquista la sua altezza».
- Aspettando Godot
- Finale di partita
- Atto senza parole
- Tutti quelli che cadono
- L’ultimo nastro di Krapp
- Ceneri
- Atto senza parole II
- Giorni felici
Ateismo e Magia – Il Declino della Concezione Magica nel “Dictionnarie” di Pierre Bayle
Autore/i: Foa Anna
Editore: Edizioni dell’Ateneo
collana: Storia n° 9 – Istituto di Storia Moderna (Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Roma), questo volume è stato pubblicato con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
pp. 96, Roma
Anna Foa, nata nel 1945, è ebrea per parte di padre, Vittorio Foa, giornalista, scrittore e politico legato a “Giustizia e Libertà”, poi al “Partito d’Azione”, imprigionato nelle carceri fasciste dal 1935 al 1943, passato al Psi e successivamente a varie sigle di sinistra. Il bisnonno era Rabbino-capo di Torino, ma Vittorio era un ebreo laico. La studiosa, che fin dall’infanzia ha avuto comunque rapporti stretti con l’ebraismo, si è ‘convertita’ formalmente dopo i 40 anni, dopo un lungo periodo di preparazione e di approfondimento dei sacri testi, che è stato accompagnato da Elio Toaff, figura-simbolo dell’ebraismo romano negli ultimi decenni. Già docente di storia moderna presso La Sapienza di Roma, Anna Foa si è occupata tra l’altro di storia della cultura nella prima età moderna, di storia della mentalità, di storia degli ebrei europei, di geografia degli insediamenti ebraici in Italia. Con Anna Bravo è tra le maggiori studiose della condizione femminile nella Shoah: si pensi, soltanto, a Le donne e la Shoah di Giovanna De Angelis Avagliano, 2007, che si avvale della sua introduzione o a un altro testo cruciale sull’argomento: Donne nell’Olocausto, a cura di Dalia Ofer e Lenore J. Witzman, Le Lettere 2001, prefato da Anna Bravo.
- Il declino della concezione magica
- Maghi, streghe e possedute nel Dictionnaire
- Un Rinascimento mutilo
- Un ateismo problematico
Il Misterioso Popolo dei Ghiacci – Vita e Cultura degli Ultimi Eschimesi
Autore/i: Zavatti Silvio
Editore: Longanesi & C.
prefazione dell’autore.
pp. 252, 22 illustrazioni in bianco e nero, Milano
Un piccolo popolo, dalle remotissime origini e che ha sviluppato nel corso dei millenni un’affascinante e raffinata cultura, corre oggi incontro a un incerto destino: la sua stessa sopravvivenza, che l’ostilità del clima e dell’ambiente non ha mai posto in forse, risulta ora in pericolo. Parliamo degli eschimesi o, meglio, degli «Inuit» («gli uomini»), il nome col quale questi abitatori dei ghiacci definiscono più propriamente se stessi. Ingannati dai bianchi in tutti i modi, cacciati dalle loro sedi quando una potenza decideva di costruirvi una delle tante basi militari che hanno snaturato l’Artide, traditi nelle scuole, disprezzati nel loro mondo interiore, sottoposti a una conversione religiosa che sentono estranea, oggi gli eschimesi si ribellano alla loro fine decisa da coloro che la fanno da padroni sulle terre dei loro avi. Silvio Zavatti, che di questa tragedia e di questa presa di coscienza è stato osservatore diretto durante le sue spedizioni scientifiche nelle regioni polari, offre per la prima volta in Italia una trattazione d’insieme sugli eschimesi: un libro rigorosamente documentato, corredato di illustrazioni relative alle manifestazioni artistiche e alle conoscenze tecniche degli «Inuit», ma anche un racconto avvincente e straordinariamente attuale. L’avventura del popolo dei ghiacci che difende la sua identità e lotta contro i guasti commessi dalla civiltà dei consumi e un’avventura che riguarda un pò tutti noi.
Nascere Dietro i Colori
Il linguaggio grafico-pittorico nei corsi di preparazione alla nascita
Autore/i: Alliprandi Giovanna; Marchueta Graciela; Squarzolo Enza
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione e introduzione degli autori.
pp. 112, numerose illustrazioni a colori, Roma
Il volume presenta il percorso espressivo-pittorico verso la maternità di donne gestanti che hanno frequentato i corsi di psicoprofilassi al parto in un consultorio di Roma e in due consultori di provincia (Trevignano Romano e Anguillara Sabazia).
La pittura, introdotta nell’ambito di attività socio-sanitarie, ha una genesi collegata con l’esperienza privata e professionale delle Autrici.
«Nascere dietro i colori» vuoi dire rinascere nelle vesti di madre e di donna finalmente armonizzata con tutte le parti di sé.
Nei dipinti delle donne gestanti si esprimono e sì rispecchiano sentimenti e stati d’animo quali:
- Essere donna tra natura e cultura
- Essere madre tra libertà e costrizione
- Essere figlia come continuità e differenziazione
- Essere in coppia nel passaggio da due a tre
- Il bambino immaginario e il bambino reale
- L’ineluttabile appuntamento col parto
- Le paure, le ansie, la solitudine nelle strutture pubbliche
Quest’opera, attraverso gli stimoli che vengono da tali rappresentazioni, ripropone l’esperienza della maternità (e della genitorialità) nella luce di una più ampia integrazione e consapevolezza dei vari aspetti e contraddizioni, sottesi ad ogni fase della crescita e della vita.
Giovanna Alliprandi nata a Torino, residente ad Anguillara, da anni madre, pittrice, psicologa, svolge la sua attività nei consultori familiari.
Graciela Marchueta nata a Buenos Aires, residente in Italia, laureata in Medicina e Chirurgia, psicoterapeuta, si occupa anche nell’ambito della Medicina Preventiva della psicoprofilassi ostetrica.
Enza Squarzolo e Roberta Lauri sono state le conduttrici dei gruppi di donne che hanno dato alla luce le immagini del libro.
La Psicologia Sociale e la Storia
Titolo originale: Socialʹnaja psihologja i istorija
Autore/i: Poršnev Boris Fëdorovič
Editore: Edizioni Progress
unica edizione, nota dell’editore, introduzione dell’autore, traduzione di Salvatore Arcai.
pp. 256, Mosca
Nel suo libro il professor Poršnev offre un’analisi di alcuni problemi attuali della psicologia sociale. Pur non proponendosi il compito di una esposizione sistematica di questa scienza l’autore espone un’originale concezione socio-psicologica fondata su una vasta documentazione scientifica. Prendendo le mosse dalla storicità della psiche umana, Poršnev attribuisce ai fattori psico-sociali un ruolo primario. Secondo lui, nella società ogni personalità appartiene contemporaneamente a tutta una moltitudine di comunità piccole e grandi, stabili e transitorie. Un posto di riguardo è riservato all’analisi delle concezioni leniniane sui problemi della psicologia sociale. Da un punto di vista marxista l’autore affronta i problemi irrisolti della psicologia sociale apportando a questa giovane scienza un contributo significativo e originale.
Il professor Boris Fëdorovič Poršnev, ben noto negli ambienti accademici e scientifici di tutto il mondo, non ha bisogno di presentazioni. Nativo di Leningrado, nel 1940 prese il dottorato in storia e nel 1966 in filosofia. Dal 1943 ha lavorato all’Istituto di storia dell’Accademia delle scienze dell’URSS (denominato dal 1968 Istituto di storia universale) come capo settore per la storia del pensiero sociale.
Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue straniere. Fu insignito del titolo di dottore ad honorem dell’Università di Clermont-Ferrand.
B. Poršnev seppe legare le sue vaste ricerche storiche all’analisi dei problemi antropologici e della psicologia sociale al fine di elaborare un’impostazione generale per lo studio dell’uomo nello sviluppo storico-sociale.
Alla sua penna appartengono più di 200 lavori scientifici tra i quali è doveroso citare monografie divenute celebri come L’insurrezione popolare in Francia prima della Fronda (1623-1648), Saggio di economia politica del feudalesimo (1956), Il feudalesimo e le masse popolari (1964), La Francia, la Rivoluzione inglese e la politica europea nella metà del XVII secolo (1970) e Sul principio della storia umana (problemi di paleopsicologia), uscita postuma nel 1974.
Amore e Pregiudizio – Il Tabù dell’Età nei Rapporti Sentimentali
Un saggio su un nuovo mondo di sesso e di affetti. La donna matura, abile, capace e autonoma non più incompatibile con la «femminilità». L’uomo sensibile e vulnerabile non più incompatibile con la «virilità».
Autore/i: Gianini Belotti Elena
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, in sovraccoperta: René Magritte, La fata ignorante, (part.), 1956, collezione privata.
pp. 312, Milano
«Si sa o non si sa che le donne, le quali rivendicano il diritto ad amare un uomo più giovane, compiono un gesto sovversivo nei confronti delle norme che le imprigionano?»
La nostra società concede all’uomo due successive stagioni, ognuna dotata di un suo potere di seduzione: al fascino della giovinezza, legato alla prestanza fisica, succede quello dell’età matura, con tutto il potere seduttivo del successo, del prestigio, dell’esperienza che rendono trascurabili età e aspetto.
Alle donne questa eterna primavera è stata negata sin dalla notte dei tempi; questa disparità ha ancora un senso? I ruoli stanno cambiando, non è affatto escluso che una donna cinquantenne sia considerata un sex-symbol, i bambini di ieri sono cresciuti circondati da uno stuolo di «zie» femministe che li guardavano come eredi di un sesso sotto accusa e scuotevano la loro certezza di essere venerati dalle donne come sultani.
Elena Gianini Belotti percorre la storia, la letteratura, l’attualità alla ricerca di vite vissute dalla gente comune e narrate dai grandi scrittori come Rousseau, Balzac, Flaubert, Colette, Sibilla Aleramo.
Dipana un filo di Arianna che porta a un traguardo via via sempre più sorprendente, finché il problema del rapporto tra uomo giovane e donna matura diventa simbolo della rivoluzione tra i sessi che le nostre generazioni stanno compiendo.
Elena Gianini Belotti è nata a Roma dove, dal 1960 al 1980, ha diretto il Centro Nascita Montessori. Ha insegnato in un Istituto Professionale Statale per Assistenti all’Infanzia. Collabora a riviste specializzate e alla stampa quotidiana e periodica. Ha pubblicato: Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973 (40 edizioni), Premio Associazione dei Librai 1981; Che razza di ragazza, Savelli, Roma 1979; Prima le donne e i bambini, Rizzoli, Milano 1980 (3 edizioni); I nuovi padri e le nuove madri, in Ritratto di famiglia degli anni ’80, Laterza, Bari 1981; Non di sola madre, Rizzoli, Milano 1983; Educazione dalla nascita (con Grazia Honegger Fresco), Emme Edizioni, Milano 1983; Il fiore dell’ibisco (romanzo), Rizzoli, Milano 1985 (3 edizioni), Premio Napoli 1985, Premio Penne 1985.
Vive tra Roma e Trequanda, nella campagna senese.
Donna per Sempre
Come Evitare «l’Età Critica» e Rimanere Donna per Sempre
Autore/i: Wilson Robert Anton
Editore: Rizzoli
seconda edizione, presentazione di Robert B. Greenblatt, introduzione dell’autore, traduzione di M. Benedetta de Castiglione, titolo originale: Feminine Forever.
pp. 196, Milano
“Il dottor Robert A. Wilson è nato nel 1895 a Waterfoot, in Inghilterra. Nel 1907 segui la famiglia negli Stati Uniti d’America, ove continuo gli studi alla Columbia University e si laureo in medicina nel 1919 nel The Long Island College Hospital di New York City; anno seguente ottenne un diploma di specializzazione dall’American Board of Obstetrics and Gynecology e, successivamente, dall’International College of Surgeons. Consulente per ostetricia e ginecologia nel Methodist Hospital e nel St. Mary’s Hospital di Brooklyn, nel Putnam Community Hospital, Carmel, New York, è pure socio di una quindicina di accademie e associazioni mediche, socio fondatore dell’American College of Obstetricians and Gynecologists, e fondatore e presidente della Wilson Research Foundation di New York, istituita con lo scopo di promuovere, sia tra il grande pubblico che tra i medici, la conoscenza delle deficienze ormoniche e delle relative terapie.”
Il destino fisiologico della donna è diverso da quello dell’uomo: mentre l’uomo invecchia lentamente, insensibilmente, mantenendo anche nei suoi anni più tardi, seppure attenuata, la sua virilità, la donna subisce tra i quaranta e i cinquant’anni una trasformazione radicale, violenta e dolorosa, in cui rimane mutilata della sua femminilità. Questo fatto che sconvolge e devasta l’organismo della donna ha anche gravissimi riflessi psicologici: infatti in quel periodo la donna si rende conto drammaticamente che la vita le sfugge, e proprio nel momento in cui raggiunge la piena maturità per goderla. Oggi che la donna prende sempre più coscienza di sé e dei suoi diritti e lotta con vigore per la sua completa emancipazione, sente ancor più di una volta insopportabile e ingiusta questa sua «minorazione», che la rende estranea a se stessa e agli altri in una eta ancora giovanile. Purtroppo per secoli la cosiddetta «età critica» della donna è stata avvolta da una cortina di idee sbagliate, di pregiudizi, di ignoranza. I medici stessi hanno trascurato e trascurano spesso di considerare come un problema medico questo periodo della vita della donna. E ciò si può spiegare solo col fatto che la maggioranza di coloro che esercitano la professione medica sono uomini e non vivono direttamente in se stessi un analogo tremendo travaglio fisiologico e spirituale. La menopausa, o eta critica, è stata sempre considerata come un avvenimento ineluttabile nella vita della donna, il suo particolare destino, paragonabile alla vecchiaia, che va accettato con pazienza e rassegnazione. Ma questo destino femminile è stato ora spezzato.
Il grande ginecologo americano Robert A. Wilson, che da più di quarant’anni studia la funzione degli ormoni sessuali nella donna, è il primo medico che ha affrontato scientificamente il problema della menopausa, con il rigore del ricercatore e la sensibilità umana di chi sente la missione del medico principalmente come dovere di alleviare il dolore e la sofferenza. La sua conclusione rivoluzionaria è che la menopausa non è inevitabile: dobbiamo considerarla come una malattia, derivante da una deficienza ormonica «curabile e assolutamente prevenibile», Si tratta solo di fornire all’organismo femminile gli ormoni di cui ha bisogno e che dopo una certa eta non riesce più a produrre.
Si tratta solo di fornire all’organismo femminile gli ormoni di cui ha bisogno e che dopo una certa età non riesce più a produrre.
Già più di diecimila donne negli Stati Uniti d’America hanno evitato la menopausa seguendo le terapie di estrogeni del professor Wilson, e molte altre, che da tempo soffrivano dei disturbi del climaterio, se ne sono liberate, ritrovando una nuova vita, fisicamente, sessualmente e spiritualmente equilibrata. La possibilità di evitare le sofferenze e le miserie della menopausa ha un enorme valore, oltre che umano, sociale sia perché permette alla donna di raggiungere veramente la piena eguaglianza rispetto all’uomo e la propria totale emancipazione, sia perché permette di conservare alla società una preziosa riserva di meravigliose qualità femminili, che oggi purtroppo vanno perdute e che invece potrebbero rendere più bella la vita non solo alle donne ma anche agli uomini.
Robert A. Wilson non esagera quando afferma che sta per avere inizio la più grande rivoluzione biologica e sociale della storia dell’umanità, perché fra tutti i diritti naturali e civili che la donna può rivendicare il più importante e certamente quello di rimanere donna per tutto l’arco della sua esistenza.
Le Ragioni dell’Etica – Oltre la Cultura del Frammento
Autore/i: Corradi Enrico
Editore: IPL
prefazione dell’autore.
pp. 184, Milano
Il testo si domanda se la cultura della complessità, che concepisce le realtà come tasselli di un mosaico senza disegno, può istituire la fondazione dei valori, in assenza della quale l’etica corre il rischio di degenerare in una sorta di morale fai-da-te, in cui ognuno è legittimato a tracciare arbitrariamente una propria linea di demarcazione tra bene e male.
La risposta dice che “le ragioni dell’etica” appartengono ad una cultura che sta “oltre quella del frammento” e che il passaggio da questa cultura all’altra rappresenta la sfida cruciale di fine secolo.
Le riflessioni sono svolte alla luce della ragione che trova nella Fede il proprio compimento, nel solco dell’Enciclica “Fides et ratio”.
Enrico Corradi, laureato in filosofia e in teologia, è titolare della Cattedra di Filosofia Morale nell’Università Statale di Genova e teologo del Capitolo di S. Ambrogio a Milano.
Tra le sue pubblicazioni appaiono scritti che riguardano lo statuto epistemologico del sapere sia filosofico (Sapere metafisico e cultura contemporanea, 1972) che scientifico (Determinismo, causalità e fisica quantistica, 1973) e quelli che mirano a disegnare uno spaccato delle idee che ispirano la nostra vita, soprattutto quelle che si riferiscono all’antropologia-senza-soggetto degli anni ’60 (Filosofia della “morte dell’uomo”, 1977), alla cultura del desiderio degli anni ’70 (Desiderio o norma. Il bivio dell’ultima generazione nel pensiero
de “L’Anti Oedipe”, 1979) e alla crisi del fondamento nell’ultimo trentennio (Il pensiero senza fondamento, 1984).
Europa – Storia di un’Idea • Dall’Impero all’Unione
Autore/i: Romano Sergio
Editore: Longanesi & C.
premessa dell’autore.
pp. 228, 16 tavole a colori e bianco e nero fuori testo, Milano
Questo libro si compone di tre parti.
La prima è un quadro geografico e culturale del continente. La seconda è una rapida storia degli Stati nati in Europa dopo il crollo dell’impero romano e dei mezzi con cui i loro fondatori cercarono di renderli stabili e forti. La terza parte è il racconto dell’integrazione europea dalla fine della seconda guerra mondiale alle nuove prospettive che si profilano all’orizzonte, nonostante incertezze, difficoltà e ipocrisie. Lo Stato europeo è un cantiere dove non si è mai smesso, da Carlomagno in poi, di costruire, demolire e ricostruire. La mobilità delle frontiere e gli adattamenti che, nel corso dei secoli, l’Europa ha accettato per se stessa o imposto agli altri potrebbero apparire strani soltanto se si considerasse il Vecchio Continente una realtà semplice, uniforme, omogenea. Ma alla mobilità dei suoi confini e alla sua capacità di adattamento corrisponde la pluralità della sua natura e della sua storia. L’Europa e un continente aperto perché ha anch’essa, al suo interno, frontiere climatiche, etniche, linguistiche, culturali, politiche e religiose. Ma è anche una grande famiglia, unita da uno straordinario intreccio di eredità, tradizioni, esperienze comuni. La sua unità, continuamente sognata e auspicata, non sarebbe soltanto la realizzazione di un ideale: sarebbe anche e soprattutto l’unica scelta capace di garantire la continuità della sua storia. Ogni lettore può trarre da queste pagine la conclusione che più conviene alle sue convinzioni e anche, perché no?, ai suoi interessi.
Dal canto suo, Sergio Romano sa che l’Europa federale non è iscritta nel libro del destino e potrebbe divenire, prima ancora della sua nascita, una specie di Sacro romano impero negli anni della sua paralisi istituzionale dopo i trattati di Vestfalia.
Crede che il declino dei vecchi Stati europei dall’Atlantico ai confini della Russia sia ormai una malattia irreversibile, ma vuole continuare a sperare che questi popoli abbiano ancora un soprassalto di fierezza e di orgoglio, perché l’Unione è il loro futuro e, mai come ora, la loro forza.
Sergio Romano, nato a Vicenza nel 1929, ha iniziato la carriera diplomatica nel 1954. Dopo essere stato ambasciatore alla NATO e, dal settembre 1985 al marzo 1989, a Mosca, si è dimesso. Tra i suoi libri, due biografie (dedicate a Giolitti e Gentile) e due saggi sulle vicende sovietiche, entrambi editi da Longanesi, con cui ha in seguito pubblicato, fra l’altro, Disegno della storia d’Europa dal 1789 al 1989 (1991), Lettera a un amico ebreo (1997), Storia d’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni (1998), La pace perduta (2001; nuova edizione 2002), Memorie di un conservatore (2002) e Il rischio americano (2003).
Da Ponte alle Grazie sono apparsi Confessioni di un revisionista (1998) e L’Italia negli anni della Guerra Fredda (2000), da Corbaccio I falsi protocolli. Il «complotto ebraico» dalla Russia di Nicola II a oggi (1992). Ha insegnato a Firenze, Sassari, Berkeley, Harvard, Pavia e, per alcuni anni, all’Università Bocconi di Milano. E editorialista del Corriere della Sera e di Panorama.
Homo Religius – Homo Oeconomicus – Homo Vacuus – Genealogia e Crisi dell’Uomo
Autore/i: Borghi Giuliano
Editore: Edizioni Settimo Sigillo
ringraziamenti dell’autore, prefazione di Carlo Gambescia.
pp. 242, Roma
Il libro di Giuliano Borghi costituisce uno strumento di analisi filosofico-politica e ricostruzione storica di prim’ordine, che Duo essere utile sia allo studente, sia alla persona intellettualmente curiosa. Ma, oltre al taglio, che ne giustifica la pubblicazione nella “Biblioteca”, Homo religiosus, Homo oeconomicus, Homo vacuus si distingue per la capacita di spiegare (e parlare a) un mondo sempre più ripiegato su se stesso. Borghi, ricorda al partecipe, ma piuttosto confuso e dimentico lettore di oggi, una verità scomoda ma preziosa: il mondo totalmente profano è una scoperta recente dello spirito umano, L’uomo moderno, per un mistero della storia, ad un certo punto del suo cammino, più o meno coincidente con quell’età che viene chiamata, sui testi scolastici “umanesimo” e “rinascimento”, ha deciso di vivere un’esistenza profana, in un mondo desacralizzato. Tanto e stato, ed è, e la “desacralizzazione” caratterizza l’esperienza totale dell’uomo non-religioso delle società moderne. Ma l’eclissi attuale del “sacro” ha come tutte le eclissi, la catena misurata: il Sacro, cioè, persiste ancora come possibilità concreta per tutti coloro che di esso vorranno fare di nuovo il “centro” della loro esperienza di vita.
Giuliano Borghi, docente di filosofia della politica nelle università di Roma e Teramo, e attualmente di filosofia e storia, presso l’istituto Calasanzio di Roma. Ha pubblicato studi su Evola. Platone, Nietzsche e sul pensiero tragico. Si occupa, in particolare, dei rapporti tra pensiero politico ed economico, dal punto di vista dell’antropologia filosofica. In questo momento sta lavorando a un saggio su Bernard de Mandeville, che sarà pubblicato, sempre da Settimo Sigillo, nella collana “Contra”.