Libri dalla categoria Natura Umana
Bix – Un’Ipotesi Leggendaria
Autore/i: Avati Pupi; Avati Antonio
Editore: Edizioni Frassinelli
prima edizione, con la collaborazione di Lino Patruno, in copertina: Brjant Weeks nella parte di Bix.
pp. 180, Torino
… Alla fine di Maggio, due mesi prima della sua morte, Bix raggiunge l’orchestra a Boston, ma è perennemente ubriaco e dopo tre sere, durante le quali non riesce a prendere un assolo, viene rimandato a casa. E sono innumerevoli i resoconti di quel periodo che ce lo descrivono su un palco o davanti a un microfono di uno studio di registrazione o radiofonico, incapace di far uscire dal suo strumento una frase legata a un’altra. Le rievocazioni di Benny Goodman, di Artie Shaw, di Eddie Condon, di Frank Victor, di Leo Mc Conville e di un’infinità di altri suoi colleghi concordano nel descrivercelo come paralizzato, svuotato di ogni forza. Bix trascorse l’ultimo periodo della sua vita sapendo di non poter più suonare, essendone totalmente consapevole …
Leon Bismark Beiderbecke, detto Bix, nacque a Davenport, nello Iowa, nel 1903 e morì a New York nel 1931; cornettista geniale, espresse con la sua musica il meglio del jazz bianco. Più o meno con queste parole varie enciclopedie “liquidano” il fenomeno Bix. Pupi e Antonio Avati, invece, da sempre innamorati di lui, del suono magico della sua cornetta e della sua inesauribile creatività musicale, tentano, sia in questo libro sia nel film che da esso è tratto, di ricostruire la figura, di capire l’uomo Bix. Quell’uomo che, dopo aver conosciuto successi incredibili suonando con il complesso de Wolverines e poi con l’orchestra di Paul Whieman, dopo essere stato scelto da George Gershwin come solista per il Concerto in Fa, sparisce misteriosamente dalla scena, non trova più lavoro e finisce per morire, giovanissimo e alcolizzato, nella solitudine più completa. Come è potuto accadere tutto questo? Perché i suoi rapporti con la famiglia, che pure amava con affetto infinito, sono stati sempre cosi travagliati? E, in definitiva, chi è stato davvero Bix Beiberbecke? A queste domande, suscitate da uno sconfinato amore per il ragazzo di Davenport, suggerisce una risposta in forma di romanzo Pupi Avati, il noto regista bolognese. Con la collaborazione di suo fratello Antonio e Lino Patruno, ricostruisce e immagina la sua vita, dalla fanciullezza nell’ambiente un pò chiuso e intransigente degli immigrati europei, ai luoghi e ai giorni dei trionfi e delle amarezze fino alla tragedia finale sullo sfondo della mitica America degli anni Venti, quella del proibizionismo e della nascita del jazz. Scritto con uno stile sobrio, asciutto, del tutto privo di sentimentalismi e, forse proprio per questo, struggente ed efficace, Bix rivela le insospettate doti di narratore di un grande regista italiano.
Pupi Avati è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore italiano.
Antonio Avati è uno sceneggiatore e produttore cinematografico italiano.
I Maya – Alla Scoperta delle Città Perdute
Titolo originale: Les Cités Perdues des Mayas
Autore/i: Baudez Claude; Picasso Sydney
Editore: Electa / Gallimard
edizione italiana a cura di Martine Buysschaert, traduzione di Ida Sassi.
pp. 192, numerose illustrazioni e fotografie b/n e colori, Trieste
Quando i primi esploratori scoprono casualmente, nella giungla dell’America centrale, lo straordinario spettacolo di un’architettura di déi o di giganti non hanno la minima idea di chi ne sia stato l’artefice. Per tre secoli dalla foresta affiorano templi, stele, statue, intere città. Ma solo nel nostro secolo, una paziente ricerca archeologica permette di svelare il mistero dei Maya e delle loro città perdute.
- I. – CONQUISTATORI E MISSIONARI
- II. – ARTISTI E AVVENTURIERI
- III. – IL TEMPO DEGLI STUDIOSI
- IV. – FOTOGRAFI ESPLORATORI
- V. – I SEGNI NELLA PIETRA
- VI. – DALLE IMMAGINI ALLA REALTÀ
TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
L’antico mondo dei Maya
Un francescano nello Yucatán del XVI secolo
La Conquista vista dai vinti
Primi testimoni, primi scavi
La scrittura maya: un rebus quasi risolto
La “bibbia” dei maya-quiché
Maya di ieri, maya di oggi
I maya nel cinema
Itinerario maya
APPARATI
Indice delle illustrazioni
Indice analitico
Bibliografia
Salute e Felicità Attraverso la Filosofia e Medicina Yoga
Autore/i: Scevola Giuliana
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
prefazione dell’autrice.
pp. 168, illustrazioni in bianco e nero, Milano
Dal capitolo Origine e storia dello Yoga:
«Secondo le più antiche leggende indiane lo Yoga e stato un dono elargito dagli dei all’uomo. Quando questi raggiunse un certo livello di civiltà lo Yoga venne rivelato ad alcuni saggi cui spettò pure il compito di divulgare tale dottrina fra il popolo.
Ma vi sono altre leggende, più poetiche: si narra, ad esempio, che il dio Shiva, uno dei componenti la sacra Trimurti, insegnasse alla sua dolce compagna Parvati l’arte dello Yoga che egli stesso aveva inventato e riservato agli dei, ritenendola troppo profonda per gli uomini. Shiva e Parvati sedevano in una grotta lambita dalle acque dell’oceano; un pesce rimase affascinato dalla melodiosa voce che svelava i sacri segreti e si fermò ad ascoltare; appena il dio ebbe finito di parlare, il pesce si trasformò in uomo. Egli fu il primo yogi e, a ricordo della sua vera natura, assunse il nome di Matsyendra che in sanscrito vuol dire “pesce fatto uomo”. Matsyendra svelò poi a pochi eletti l’arte di Shiva; si formò una scuola e le tecniche vennero tramandate attraverso i secoli da maestro (guru) a discepolo (chela).
Gli archeologi e fra questi, in special modo, Sir John Marshall, sostengono che la pratica dello Yoga risale intorno al 3000 a.C. In alcuni scavi, infatti, a Mohenio Dato (Basso Indo) vennero trovati dei dipinti che raffiguravano uomini nelle tipiche posizioni della meditazione Yoga. […]»
Testimoni dell’Invisibile
Titolo originale: Les Témoins de l’Invisible
Autore/i: Prieur Jean
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione di Gabriel Marcel Accademico di Francia, traduzione di Vincenzo Montenegro.
pp. 296, Roma
Da oltre mezzo secolo, numerose persone hanno ricevuto delle comunicazioni provenienti da «messaggeri», ovvero da defunti desiderosi di trasmettere insegnamenti utili per coloro che sono rimasti sulla terra. Jean Prieur, constatando la similitudine e la complementarietà veramente sorprendenti che possono rilevarsi dalla lettura di tali messaggi, ha avuto l’idea di farne la sintesi. Con l’aiuto delle sue conoscenze bibliche, esoteriche e linguistiche, egli è pervenuto, grazie a un metodo di volta in volta razionale, mistico, critico o intuitivo, a sviluppare un sistema filosofico coerente, una metafisica tri-unitaria che si pone al di sopra sia del dualismo spiritualista, sia del monismo materialista.
I messaggi sono stati scelti tra quelli pervenuti da fonti eterogenee, da scomparsi di diverse fedi religiose e in età diverse.
Pure, il contenuto coincide in maniera sorprendente. Riuniti e coordinati per argomento, tali messaggi formano un grande mosaico in grado di illuminarci su questa vita e sull’altra.
Un mondo nuovo, quello dei «sette regni», del quale l’uomo sulla terra occupa il quarto, si apre cosi agli occhi del lettore, che potrà finalmente capire il perché della vita e il suo vero scopo.
Opere Filosofiche
Autore/i: Diderot Denis
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
a cura di Paolo Rossi.
pp. 296, illustrazioni in b/n, Milano
Diderot è Diderot, un individuo unico. Chi riprende o biasima lui o le sue cose è un filisteo, e ve ne sono a legioni. Non sanno gli uomini accogliere con animo grato; né da Dio, né dalla natura, né dai loro simili, ciò che è inestimabile. (J. W. Goethe)
Ciò che è degno d’ammirazione negli scritti filosofici dell’illuminismo francese è la stupefacente energia e forza che spiega il concetto contro l’esistenza, contro la fede, contro tutta la millenaria potenza dell’autorità. (G. W. F. Hegel)
Teatro – Dal Grottesco al Nonsense : una Grande Tastiera di Comicità
I personaggi • Romani de Roma • L’ottobrata • Nerone • Miscellanea
Autore/i: Petrolini Ettore
Editore: Garzanti Editore
pp. 184, Milano
Il fenomeno Petrolini da tempo ha trovato il suo posto preciso nella storia del teatro italiano e ha la sua brava voce nelle enciclopedie… Ma il fenomeno Petrolini vive ancora. Gastone, Giggi er Bullo, i salamini, sono quasi immortali, continuano a dire qualcosa anche a chi non ha conosciuto la voce, il gesto, la mimica, la presenza fisica, l’aggressività di quel re del varietà, con quel suo naso a becco e labbra sottili, con quella incredibile facilità di improvvisazione. Nella presente antologia, a cura e con prefazione di Pietro Bianchi, ritroviamo questo grande, indiscusso Petrolini, beffardo, popolano all’antica, pieno di risentimento verso la vita che non gli offriva che calci negli stinchi e male parole; l’ultima incarnazione di un’Italia rissosa, dolorosa, secentesca, con una concezione tutto sommato tragica del passaggio dell’uomo sulla terra; il Petrolini dal cui tronco fioriscono ancora barzellette «nuove»: il Petrolini che a tratti e sussulti ancor oggi può far morire dal ridere.
Ettore Petrolini, nato a Roma (1886), figlio di un artigiano, finì da ragazzo, per un fallo di poco conto, in un riformatorio piemontese. Poi la vita errabonda del guitto, dell’attore, dell’astro nazionale, della vedette internazionale, lo portò per tutt’Italia, e a Parigi, e nelle due Americhe. Tornò a Roma per morire, a cinquantanni, nel ’36.
Ogni Gatto è Illuminato
Autore/i: Masumi Yoshitaka; De Tomasi Laura
Editore: Casa Editrice A. Salani
pp. 128, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano
«L’immensità è in noi, è legata a una sorta di espansione di essere che la vita frena e la prudenza arresta, ma che riprende nella solitudine. Non appena ci immobilizziamo, ci troviamo altrove, sogniamo in un mondo immenso.
L’immensità è il moto dell’essere immobile.»
(Gaston Bachelard)
La terra, il mare, il cielo. Colori puri, forme semplici, atmosfere metafisiche. I gatti, silenziosi testimoni e assoluti protagonisti di un itinerario che trasforma il banale in stupefacente.
Un libro che entra dallo sguardo per ripulire il cervello e arrivare al cuore.
Casanova
Autore/i: Gervaso Roberto
Editore: Club Italiano dei Lettori
avvertenza dell’autore.
pp. 382, Milano
Nella grande cassapanca del Settecento, secolo colorato, libertino, in cui un’ampia élite di privilegiati vive in un’affascinante Belle Epoque ante litteram, Roberto Gervaso sembra aver scovato una serie di personaggi celebri, di cui quel periodo ha abbondato, e ce li ripropone cercando di interpretarne la personalità troppo distorta dalla tradizione. Cagliostro, per esempio, e subito dopo questo Casanova. Celebrità un poco ambigue, se inquadrate col metro dei nostri tempi, e che non è facile riabilitare, e neppure inquadrare in una luce più obiettiva. Giacomo Casanova, «…questo gaudente, tipico divoratore di attimi cui il destino dona avventure meravigliose e soprattutto una memoria strabiliante…» come ha scritto Stefan Zweig, è da sempre entrato in una favolistica che ne ha fatto un luogo comune neppure tanto originale. Un donnaiolo, e nient’altro. Ma nessuno è diventato tanto popolare, a quasi due secoli dalla morte, solo per avere avuto una o due centinaia di donne (la cosa è controversa). Pachi sanno infatti che l’avventuriero veneziano (ma qui il termine è usato in senso proprio, senza il significato dispregiativo che è venuto assumendo) ha scritto una ventina di opere letterarie e storiche, più un incalcolabile numero di articoli, un epistolario massiccio e soprattutto le sue “Memorie”, sulle quali eserciti di letterati affascinati hanno composto un’intera biblioteca critica. Oltre che uno scrittore, Casanova fu anche diplomatico, segretario, finanziere, informatore, violinista, mago, giocatore d’azzardo, infine bibliotecario, ma in fondo è una moda quella di attribuirgli troppe attività, col procedimento di generalizzare quasi in una professione abituale quello che il veneziano fece magari una sola volta, o per un breve periodo. Gervaso, per esempio, non crede che sia stato una spia, come ipotizzano alcuni sulla base dei suoi fin troppo frequenti andirivieni lungo la penisola e dei suoi Viaggi all’estero. Ma perché queste ipotesi? Casanova «non fu un eroe né pretese di esserlo» scrive Gervaso nell’ultima pagina del suo libro. «Non fu un santo me cerco di diventarlo. Fu solo Un uomo libero in un secolo e in un paese dove la libertà non era di casa né poteva esserlo».
Roberto Gervaso è nato a Roma nel 1937, ma è torinese di adozione. Nel capoluogo piemontese, infatti, ha vissuto fino a ventitré anni. Si è laureato in lettere moderne studiando anche giornalismo negli Stati Uniti, e come giornalista ha debuttato sul prestigioso Palcoscenico del “Corriere”, prima di Passare al “Resto del Carlino” e poi alla “Nazione” di Firenze. Come scrittore si è fatto conoscere dal grosso pubblico collaborando con Indro Montanelli nella stesura di sei volumi della “Storia d’Italia”, aggiudicandosi anche un Premio Bancarella per “L’Italia dei Comuni”, Premio confermatogli nel ’73 per “Cagliostro”. L’aver messo su bottega per conto Proprio (sono parole sue), separandosi da Montanelli, non ha significato infatti un distacco dagli argomenti storici. Dopo “Cagliostro” ecco “Casanova”, che ha già superato il successo dei Primo. Roberto Gervaso è calvo, vegetariano, astemio, e si ritiene un autentico Cagliostro nella preparazione di decotti di erbe di chi non vuole rivelare la ricetta.
L’Arte di Sedurre gli Uomini
Titolo originale: L’art de séduire les hommes
Autore/i: Anonimo
Editore: La Vita Felice
seconda edizione, presentazione di Chicca Gagliardo, postfazione di Pierrette Lavanchy, traduzione di Sabrina Barbieri.
pp. 288, nn. illustrazioni b/n, Milano
In una delle numerose e raffinate illustrazioni che adornano questo libro, pubblicato a Parigi negli anni Venti, una vezzosa signora squadra con una lente di ingrandimento l’omino, ridotto ai minimi termini, adagiato sulla sua mano.
Con lo stesso spirito investigativo e ironico l’autrice anonima, che maliziosamente si firma “Una donna curiosa”, indaga nell’universo dei sensi per dare consigli pratici sull’arte di sedurre il sesso forte: le vesti, le parole, gli atteggiamenti, i trucchi da sfoderare, i luoghi dove è più facile favorire gli incontri.
E lo fa senza pudore, inoltrandosi anche nei territori più delicati. Con disinvoltura, affronta per esempio l’argomento del rapporto a tre, oppure spiega come tenere testa all’uomo vizioso o gli effetti in campo erotico di alcune droghe, come l’oppio, l’hascisc, l’etere. Per dare più spessore alla teoria, vengono riportare storielline e testimonianze tratte dalla vita reale.
Ogni capitolo è comunque sempre scritto in punta di penna, con eleganza e garbo.
L’arte di sedurre gli uomini rappresenta una guida, gustosa e divertente, per un viaggio disinibito tra i costumi dell’epoca. Un mondo più vicino al nostro di quanto non si sospetti.
I Misteri del Confessionale
Manuale Segreto dei Confessori • La Chiave d’Oro • Trattato di Castità
Autore/i: Anonimo
Editore: Edizioni Dellavalle
introduzione di Giancarlo Marmori, traduzione di Giuliana Segre Giorgi, titolo originale: Les mystères du confessionnal.
pp. 298, Torino
Scritto da due vescovi conosciutissimi, Jean Bouvier vescovo di Mans e Antonio Maria Claret di Cuba, costituisce il compendio di tutta una letteratura «osèe» protoromantica e una casistica completa e approfondita di tutti i vizi, anche di quelli meno noti. Ciò che era preso molto sul serio ieri risulta essere oggi l’oggetto di un humour raffinato e sottile, tale da riscoprire in modo non drammatico, ma sicuramente vivace e interessante, tutta una problematica oggi molto sentita ed attuale dei rapporti dell’individuo con le istituzioni religiose.
Per questa ragione riteniamo che il libro meriti di essere conosciuto e apprezzato anche dal pubblico italiano che siamo sicuri gli riserverà, come già il lettore francese, una accoglienza favorevolissima.
Il contenuto del libro non può certo essere reso in poche righe; ciò che si può dire è che sul piano ideologico il manuale risponde perfettamente alle esigenze di base della morale cattolica del tempo: l’atto sessuale ammesso solo in vista della procreazione e la suddivisione della società in classi. Da una parte i peccatori assolvibili, cioè i ricchi e gli uomini, e dall’altra quelli condannabili (i poveri e le donne).
Nell’introduzione alla dissertazione sul sesto comandamento, Mons. Bouvier indica che «poiché questa lubrica materia è sempre pericolosa, a causa della nostra fragilità, non la si deve studiare che per necessità, con prudenza, per un fine lodevole e dopo aver invocato l’assistenza divina».
Corte Sconta Detta Arcana
Il Romanzo
Autore/i: Pratt Hugo
Editore: Rizzoli
edizione speciale e arricchita da una sezione con acquarelli e disegni di Hugo Pratt, postilla dell’autore, in copertina: acquarello di Hugo Pratt (1982).
pp. 216, ill. a colori e in b/n, Milano
… Corte Sconta costituisce il momento in cui Pratt si rende conto di poter raccontare qualsiasi cosa, non importa se verosimile o meno, purché affascinante, magica, narrativamente profumata …
Le donne di Corte Sconta detta Arcana predicono il futuro e strisciano nel buio, i capelli arruffati e gli occhi nerissimi, puzzano di cenere e di burro rancido; oppure scoccano sguardi pungenti come l’aria siberiana, e sinuose si muovono in un fruscio di vesti e pellicce dal profumo inebriante. O ancora, si lanciano senza indugio da un treno in corsa, spietate e inesorabili, i muscoli guizzanti e tesi nello sforzo di quello che è uno strumento al servizio della patria prima ancora che un esile corpo con le fattezze di ragazzina. Siano esse ombre dai tratti accennati o figure dai contorni netti e decisi, capaci di lasciare solchi profondi tra le pagine… come fa l’affascinante Marina Semjanova o la pericolosa Shanghai Lil, furia letale delle Lanterne Rosse…, le figure femminili di questo romanzo si impongono con prepotenza in un mondo di sanguinari assassini, ed è soprattutto a loro che la sapiente penna di Hugo Pratt concede la scena bianca di neve, alla loro bellezza fiera e alla tempra d’acciaio capace di schiacciare l’orgoglio meschino dei signori della guerra. Ambientato nell’Estremo Oriente all’indomani del Secondo conflitto mondiale, Corte Sconta detta Arcana – il romanzo racconta di come quel vento di violenza si sia spostato dall’Europa alla Russia, fino al Tibet e alla Cina. Un viaggio indimenticabile lungo i freddi binari della Transiberiana insieme con Rasputin, Semènov, il barone Von Ungern-Sternberg e Corto Maltese. Un’avventura, proprio come la corte veneziana a cui il titolo di quest’opera rende omaggio, offre rifugio a tutti coloro che tentano di fuggire da qualcosa o qualcuno, un uscio magico attraverso il quale andare via per sempre “in posti bellissimi e in altre storie”.
Hugo Pratt (Rimini 1927 – Grandvaux 1995) è un grande autore di fummetti, saggista e romanziere italiano. Tra le sue opere più famose ricordiamo la serie a fumetti dedicata al marinaio Corto Maltese, Gli scorpioni del deserto, Sandokan, L’isola del tesoro, Sgt. Kirk e WWI – Storie di guerra, tutte pubblicate da Rizzoli Lizard.
Gödel, Escher, Bach : un’Eterna Ghirlanda Brillante
Una fuga metaforica su menti e macchine nello spirito di Lewis Carroll – Titolo originale: Gödel, Escher, Bach: an Eternal Golden Braid
Autore/i: Hofstadter Douglas R.
Editore: Adelphi Edizioni
XII edizione, a cura di Giuseppe Trautteur, traduzioni di Barbara Veit, Giuseppe Longo, Giuseppe Trautteur, Settimo Termini, Bruno Garofalo,supervisione redazionale di Fiamma Bianchi Bandinelli, in copertina: Illustrazione di Peter Brookes.
pp. XXVII-860, 154 illustrazioni in b/n, Milano
Il libro che ha svelato a una immensa quantità di lettori, in tutto il mondo, gli incanti e le trappole di un’Eterna Ghirlanda Brillante i cui fili si chiamano intelligenza artificiale, macchina di Turing, teorema di Gödel. Una «fuga metaforica» nel variegato mondo che si dispiega fra la mente, il cervello e i computer.
«Ogni due o tre decenni un autore ignoto produce un libro di tale profondità, chiarezza, vastità, acume, bellezza e originalità che subito esso viene riconosciuto come un avvenimento di prima importanza: Gödel, Escher, Bach è un’opera di tal genere… La struttura di questo libro è satura di complicato contrappunto non meno di una composizione di Bach o dell’Ulisse di Joyce». (Martin Gardner, Scientific American)
Douglas R. Hofstadter (1945) è professore di Scienza Cognitiva e informatica presso la Indiana University, dove dirige il Centro di ricerca sui concetti e la Cognizione. Di lui Adelphi ha pubblicato L’io della mente (1985, scritto con Daniel C. Dennett) e Concetti fluidi e analogie creative (1996).
Sguardo dall’alto
Elenco delle illustrazioni
Ringraziamenti
Parte I: GEB
Introduzione: un’offerta musico-logica
Invenzione a tre voci
Capitolo I: Il gioco MU
Invenzione a due voci
Capitolo II: Significato e forma in matematica
Sonata per Achille solo
Capitolo III: Figura e sfondo
Contracrostipunto
Capitolo IV: Coerenza, completezza e geometria
Piccolo labirinto armonico
Capitolo V: Strutture e processi ricorsivi
Canone per aumentazione intervallare
Capitolo VI: Dove risiede il significato?
Fantasia cromatica e faida
Capitolo VII: Il Calcolo Proposizionale*
Canone cancrizzante
Capitolo VIII: L’Aritmetica Tipografica
Un’offerta Mu
Capitolo IX: Mumon e Gödel
Parte II: EGB
Preludio e…
Capitolo X: Livelli di descrizione e sistemi di calcolo
…mirmecofuga
Capitolo XI: Cervelli e pensieri
Suite anglo-franco-italo-tedesca
Capitolo XII: Menti e pesieri
Variazioni Goldbach
Capitolo XIII: CicloL, CicloI, CicloH
Aria sulla quarta corda
Capitolo XIV: Sulle proposizioni formalmente indecidibili dell’AT e di sistemi affini
Cantatatata…per un compleanno
Capitolo XV: Uscire dal sistema
Pensieri edificanti di un fumatore di tabacco
Capitolo XVI: Autoreferenza e autoreplicazione
Magnifigranc in REaltà!
Capitolo XVII: Church, Turing, Tarski ed altri
Parla SHRDLU, parla perché possa capirti
Capitolo XVIII: Intelligenza Artificiale: uno sguardo retrospettivo
Contrafactus
Capitolo XIX: Intelligenza Artificiale: uno sguardo alle prospettive
Canone dell’Ai
Capitolo XX: Strani Anelli e Gerarchie Aggrovigliate: il cuore dell’IA
Ricercare a sei voci
Note
Bibliografia ragionata
Fonti del materiale illustrativo
Indice analitico
Il Tao della Fisica
Titolo originale: The Tao of Physics
Autore/i: Capra Fritjof
Editore: Adelphi Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione di Giovanni Salio, in copertina: Ingrandimento microscopico di un cono di crescita neuronale sotto l’effetto del Nerve Growth Factor (Fidia, Abano Terme).
pp. 384, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano
Lo scopo dichiarato del bellissimo libro di Capra è di dimostrare che esiste una sostanziale armonia tra lo spirito della saggezza orientale e le concezioni più recenti della scienza occidentale. La fisica moderna va ben al di là della tecnica, «la via – il Tao – della fisica può essere una via con un cuore, una via rivolta alla conoscenza spirituale e alla realizzazione di sé». Con uno stile piano ma appassionato, l’autore spiega al lettore da una parte i concetti, i paradossi e gli enigmi della teoria della relatività, della meccanica quantistica e del mondo submicroscopico; e, dall’altra, gli fa assaporare il fascino profondo e sconcertante delle filosofie mistiche orientali. (Giuseppe Longo, Le Scienze)
Tempo di Affetti e di Mercanti – Lettere ai Figli Esuli
Autore/i: Macinghi Strozzi Alessandra
Editore: Garzanti Editore
unica edizione, introduzione dell’autrice, in sopraccoperta: Donna che legge alla lampada: disegno di Baccio Bandinelli. Oxford, Ashmolean Museum.
pp. 336, Milano
Nel 1435, una giovane donna fiorentina, Alessandra Macinghi, trovandosi a Pesaro, perse il marito, Matteo Strozzi, di peste, e rimase sola con quattro bambini piccoli. Matteo Strozzi era stato membro dell’oligarchia fiorentina che un anno prima aveva esiliato Cosimo de’ Medici: al ritorno di Cosimo egli fu bandito a sua volta per ben cinque anni da trascorrere a Pesaro. Quando Alessandra riuscì a far ritorno a Firenze, iniziò quello che sarebbe diventato il compito e lo scopo di tutta la sua vita: far togliere il bando che colpiva gli eredi maschi.
Tramite le settantatré lettere ai figli esuli, scritte da Alessandra tra il 1447 e il 1470, veniamo a conoscenza di uno straordinario affresco familiare e d’epoca: le difficoltà economiche a cui doveva continuamente far fronte per le tasse (le «gravezze» imposte le dal governo di Cosimo de’ Medici), i contatti e i traffici tra i corrispondenti del Banco Strozzi a Firenze e le sedi principali del banco stesso a Napoli, nel reame degli Aragona, ad Avignone, a Barcellona, a Bruges, il complesso gioco di scambi tra i re di Napoli e la Signoria di Firenze… Di questi e di moltissimi altri aspetti della vita pubblica e privata di Firenze, nella sua realtà quotidiana e politica, di ostinate minuzie e di vasti disegni, di miserie femminili e casalinghe e felice armonia di gusto e d’ingegni, di tutto questo possiamo ritrovare la viva memoria nelle lettere di Alessandra. Ma al di là di questo importantissimo affresco familiare e sociale troviamo il commovente autoritratto di una donna che si rivolge a Dio come a un suo confidente, consigliere, ispiratore, quasi un sostituto del marito che non aveva più vicino, che la sorreggesse nella sua solitudine.
Scelte
Titolo originale: Choices
Autore/i: Ullmann Liv
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Maria Giulia Castagnone.
pp. 180, Milano
Come molte donne sulla quarantina, sono stata educata secondo principi rigidamente autoritari, in base ai quali era inteso che ogni mia scelta, riguardante sia il presente sia il futuro, venisse decisa in precedenza.
Da bambina mi insegnarono a essere garbata e tranquilla quando mi trovavo in presenza degli adulti, a lavare piatti e pentole e a fare da mangiare. Quello che si aspettavano da me era che diventassi una brava moglie, che mi occupassi di mio marito, che mettessi al mondo dei bambini e non divorziassi mai. Poi, tutto a un tratto, quando compii diciassette anni, il movimento femminista invase la mia città natale, diffondendo un insegnamento del tutto diverso, e cioè che una vera donna vive e agisce in base alla sua identità. E così fui costretta a mettere in discussione tutto ciò in cui avevo creduto fino a quel momento.
Ogni qualvolta mi sentivo realizzata, sentivo dentro di me una vocina: «Non è così che si comportano le brave ragazze». Mentre, quando mi comportavo da brava ragazza obbediente, un’altra vocina diceva: «Una donna libera fa quello che vuole».
Queste voci continuarono a dibattere dentro di me per anni e anni prima che riuscissi a capire cosa volevo davvero.
Le donne della mia generazione si collocano in una fase di transizione tra due periodi ben precisi: quello che precede la scoperta della scelta e quello che la segue. (Liv Ullmann)
Niente Resurrezioni, per Favore
Titolo originale: No Resurrection, Please
Autore/i: Uhlman Fred
Editore: Ugo Guanda Editore
traduzione di Elena Bona, in copertina: Rudolf Schlichter, Hausvogteiplatz (1926 ca).
pp. 96, Parma
Simon Elsas è fuggito adolescente dalla Germania poco prima dell’ultima guerra per sfuggire alla persecuzione razziale. Torna, dopo trent’anni, nella città in cui è nato e vi incontra i vecchi compagni di liceo, la ragazza di cui un tempo era innamorato.
Da qui prende l’avvio un impietoso racconto autobiografico; un racconto feroce e dall’epilogo amaro: il ritorno non accende, nell’ebreo sradicato dalla patria che amava, la dolce malinconia dei ricordi ma gelo e insofferenza. Gli ex amici non si erano resi conto di quello che stava accadendo: per Simon provano ancora un affetto sincero, ma non riescono a giustificarsi di fronte alla storia e alle sue vittime se non con una disarmante ipocrisia. Quello di Uhlman è il dramma di un ebreo “assimilato”, educato nella grande cultura tedesca, che non riesce a capacitarsi del tradimento di chi considerò il nazismo solo una malattia passeggera, un “bubinone”, e non fece nulla per fermarlo. Alle ferite reali – l’olocausto – si aggiunge per Simon Elsas una ferita interiore che non si rimarginerà.
Fred Uhlman è nato a Stoccarda nel 1901. Nel 1933 ha abbandonato la Germania per gli Stati Uniti, dove ha esercitato le attività di avvocato e di pittore. È morto a Londra nel 1985. Niente resurrezioni, per favore chiude una trilogia iniziata dall’Amico ritrovato; il secondo di questi racconti, Lettera a Conrad, è di prossima pubblicazione da Guanda.
Il Jazz e l’Africa – Radici • Miti • Suoni
Autore/i: Onori Luigi
Editore: Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri
prefazione dell’autore.
pp. 320, Viterbo
Se avete intravisto l’ombra dell’Africa stagliarsi alle spalle di John Coltrane o Archie Shepp, danzare sulle assi del Cotton Club e volare sul pianoforte di Duke Ellington, risuonare nei tamburi di Art Blakey e Max Roach, questo è il vostro libro. In ottant’anni i musicisti afroamericani hanno messo a fuoco l’eredità sonora e immaginaria del Continente Nero, ricercando le radici di un’identità spesso negata e violata. Il jazz si è fatto storia e bandiera, narrazione e utopia trasformando l’Africa da esotica astrazione hollywoodiana in concreto riferimento musicale e politico. Usata come reagente, l’immagine del Continente Nero serve a ricostruire nel testo un complesso fenomeno che, attorno al fulcro jazzistico, coinvolge musica, antropologia, letteratura, cinema… Da Louis Armstrong a Wynton Marsalis, da New Orleans a Cape Town, da Randy Weston ad Omar Sosa, da Harlem a Marrakech, una storia avvincente che congiunge le rive dell’Atlantico Nero e ricostruisce la rotta e gli approdi sonori della black diaspora.
Arafat – L’Uomo che non Volle la Pace
Titolo originale: Yasir Arafat
Autore/i: Rubin Barry; Rubin Judith Colp
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione all’edizione italiana e introduzione dell’autore, traduzione di Renato Pera, in sovraccoperta: Yasser Arafat.
pp. 434, numerose fotografie in bianco e nero fuori testo, 1 cartina in bianco e nero fuori testo, Milano
«Non è mai esistita una reale alternativa ad Arafat, ma proprio questa sua insostituibilità, e la sua ostinazione nel non rinunciare all’idea della vittoria totale, hanno fatto di lui il principale ostacolo al processo di pace.»
Un giorno Arafat, artefice e simbolo del movimento di liberazione palestinese, confidò di essere ossessionato dall’idea che, dopo la sua morte, alla domanda «Chi era Yasser Arafat?» gli studenti arabi potessero rispondere: «Colui che ha ceduto la Palestina agli ebrei».
Protagonista indiscusso della scena internazionale, Arafat ha incarnato il paradosso di un uomo politico che costruisce la propria carriera su un’impressionante serie di sconfitte, di cui è spesso responsabile, e guadagna autorità e prestigio pur dando ripetute prove di doppiezza e inaffidabilità.
È stato il leader che ha teorizzato la lotta armata contro l’occupazione israeliana e, malgrado le frequenti sconfessioni pubbliche del terrorismo, ha tollerato la convivenza – se non praticato la connivenza – con gruppi estremistici responsabili di sanguinosi attentati contro i civili. E ha intessuto da statista complessi quanto ambigui rapporti con i capi dei paesi arabi, ai quali non cessava di chiedere aiuto, presentandosi ai regimi integralisti nella veste del fedele guerriero e a quelli moderati come un potenziale mediatore di pace.
Nel contempo, il capo dell’Olp ha sviluppato un’instancabile offensiva diplomatica che gli ha assicurato l’appoggio dell’Onu e dell’Europa alle rivendicazioni del suo popolo e lo ha portato a sottoscrivere con Israele lo storico accordo di Oslo, sulla base del quale è stata sancita la nascita dell’Autorità palestinese per l’autogoverno di una parte dei territori occupati. Ma nel «momento della verità», durante i colloqui di Camp David del 2000, ha rifiutato la possibilità di dar vita a uno Stato palestinese indipendente, pur di continuare a rivendicare il «diritto al ritorno» di tutti i profughi in Israele e la sovranità sull’intera Gerusalemme Est.
In questa autorevole biografia – la prima a essere pubblicata dopo la sua morte – Barry e Iudith Rubin esplorano ogni aspetto della personalità di Arafat; lo ritraggono durante la sua giovinezza al Cairo, poi mentre compie le prime esperienze di guerriglia, elabora una propria dottrina del terrorismo e incontra i più importanti leader mondiali; lo seguono nei suoi spostamenti in Kuwait, Siria, Giordania, Libano, Tunisia, fino al ritorno in Palestina e al definitivo congedo, in un ospedale di Parigi, nel novembre 2004.
L’immagine complessiva è quella di un uomo politico che ha ottenuto pochi successi (l’unità dell’Olp e il parziale recupero dei territori occupati) e ha fallito su molti fronti: incapace di accettare soluzioni realistiche e di dare uno Stato al suo popolo, ne ha peggiorato le condizioni, ha immolato sull’altare della «lotta senza fine» un gran numero di vite umane e ha costituito, al di là di ogni dubbio, un ostacolo insormontabile al processo di pace.
Barry Rubin, direttore del Global Research in International Affairs Center e del periodico «Middle East Review of International Affairs», è autore e curatore di numerosi libri, tra cui The Tragedy of the Middle East (Cambridge University Press 2002).
Judith Colp Rubin, inviata e corrispondente di diversi quotidiani, ha curato con il marito Barry il volume Anti-American Terrorism and the Middle East (Oxford University Press 2002).
Autoconoscenza • Psicoenergetica Armonicale
Autore/i: Lacquaniti Raffaele
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
introduzione dell’autore.
pp. 128, Roma
“È possibile una condizione armonica delle varie componenti psicologiche-energiche dell’individuo? Autoconoscenza dice di sì. Questo libro espone i princípi per un giusto accordo tra istinto, sentimento e pensiero sì da realizzare l’Armonia psicofisica.”
Se diamo uno sguardo alla storia dell’umanità nel suo insieme, fin dai tempi remoti, non possiamo non accertare la presenza di persistenti conflitti che hanno lacerato la compagine e l’armonia sociale caratterizzandone il rapporto in modo rilevante. Lotte a volte cruente e a tutti i livelli: politico, economico, religioso, condotte in nome di qualche ideale che in seguito è stato dimenticato o perfino rigettato.
D’altra parte l’uomo tende, in maniera inconscia, alla perfezione (tutta la dinamica della Vita tende all’Armonia), a migliorare il suo destino e quello del prossimo, ma in questo tentativo si trova di fronte problemi insolubili sul piano religioso, scientifico, educativo ed economico-sociale che tenta di risolvere trasformando strutture, regimi, filosofie e costumi, ma non tocca l’essenza di questo stato di cose; in altri termini vuole trasformare la società senza trasformare se stesso.
Ma la società è formata da singole entità e fino a quando queste non toccano il problema di fondo, che è quello dell’autoconoscenza e dell’autorealizzazione, essa sarà sempre conflittuale, disarmonica e alienata. Abbiamo detto conoscenza e realizzazione di sé, non realizzazione degli altri; ciò comporta, ovviamente, prima di tutto, una presa di coscienza di sé con se stessi poiché è nella misura in cui creiamo l’armonia entro noi stessi che possiamo darla anche agli altri. Rifiutare o procrastinare la propria armonia interiore significa inevitabile conflitto all’interno e all’esterno di noi. Rifiutare un’educazione che sappia armonizzare la nostra psiche, significa avere e dare infelicità, significa essere indiscriminatamente avidi e ambiziosi e dare avidità e ambizioni.
Autoconoscenza vuole essere solo una sintetica e piana esposizione della struttura psichica dell’ente umano osservato come complesso energetico che va armonizzato (Psicoenergetica Armonicale); quelli che chiamiamo interessi, impulsi, moventi, disposizioni, inclinazioni, tendenze non sono altro che simboli dietro cui si nascondono potenti energie dinamiche che impulsano all’azione e motivano la nostra condotta; spetta all’individuo, in quanto ne ha la possibilità, stabilire delle armoniche direzioni.
Una Bambina – La Storia Vera di una Creatura Perduta in un Mondo di Violenza e di Orrore, e di una Giovane Insegnante Decisa a Salvarla
Titolo originale: One Child
Autore/i: Hayden Torey L.
Editore: Edizioni Corbaccio
prologo dell’autrice, traduzione dall’originale inglese di Silvia Piraccini.
pp. 256, Milano
«In questi bambini c’è di più. C’è il coraggio. Mentre la sera siamo davanti al telegiornale, a sentire di nuove, emozionanti conquiste in qualche terra lontana, perdiamo i veri drammi che si vivono intorno a noi. È un peccato, perché lì c’è più coraggio che da ogni altra parte. Alcuni di quei bambini vivono con tali incubi e tali ossessioni, nella loro testa, che ogni movimento si carica di straordinario terrore. Alcuni vivono a contatto con una violenza e una perversione che le parole non possono descrivere. Ad alcuni non viene nemmeno concessa la dignità che si concede agli animali. Alcuni vivono senza speranza. Eppure resistono. Quasi tutti accettano la loro vita, non conoscendo altro modo di vivere. Questo libro racconta di una sola bambina. Non è stato scritto per evocare pietà. Ne per elogiare un’insegnante. E neppure per deprimere quelli che hanno trovato pace nel non sapere. Questo libro è una risposta a chi mi chiede se non è frustrante lavorare con i malati di mente. È un’ode all’animo umano, perché questa ragazzina è come tutti i miei bambini. Come tutti noi. È una sopravvissuta.»
Torey L. Hayden, americana, vive da molti anni in Inghilterra. La sua esperienza di insegnante nelle scuole speciali per bambini problematici ha fatto di lei una specialista nell’ambito della psicopatologia infantile. In Italia Corbaccio ha pubblicato, con grande successo di critica e di pubblico, Una bambina (17 edizioni), Come in una gabbia, La figlia della tigre, Una bambina e gli spettri, Figli di nessuno, Una di loro, Una bambina bellissima, Bambini nel silenzio e I bambini di Torey Hayden scritto con Michael J. Marlowe, e i romanzi Il gatto meccanico, La foresta dei girasoli e L’innocenza delle volpi. I libri di Hayden sono tradotti in molte lingue e hanno venduto 25 milioni di copie in tutto il mondo.