Libri dalla categoria Medicina Tibetana
Il Comportamento Umano
Titolo originale: Human Behavoir (Shorted edition)
Autore/i: Berelson Bernard; Steiner Gary A.
Editore: Franco Angeli Editore
terza edizione, edizione ridotta a cura di Bernard Berelson, in copertina: fotografia di Ivan Farkas.
pp. 232, schemi e tabelle b/n, Milano
“ll comportamento umano” si presenta come un inventario dello stato delle conoscenze nel campo delle scienze sociali e come un manuale per la formazione di giovani studiosi in questo settore. Esso costituisce l’opera principale di Berelson (scritta in collaborazione con G. A. Steiner), che è considerato il caposcuola e l’unificatore di quanto di più vitale è stato prodotto attraverso l’approccio empirico nelle scienze sociali.
Il volume, che si propone di offrire un vasto contributo alla conoscenza e alla comprensione di ciò che le “scienze del comportamento” (sociologia, psicologia e antropologia) hanno rivelato sull’uomo, si discosta sensibilmente da altri testi similari poiché, mentre passa in secondo piano le questioni disciplinari e metodologiche, pone invece al centro dell’attenzione il comportamento umano, di cui viene tentata la prima descrizione sistematica sulla base dei risultati delle ricerche empiriche condotte dagli studiosi delle diverse discipline.
Queste caratteristiche dell’opera hanno procurato a “ll comportamento umano” un grande successo come testo didattico e di uso scientifico sia negli Stati Uniti che in altri paesi, fra cui la Francia, la Polonia, la Cecoslovacchia e l’Urss. In questi ultimi tre paesi, anzi, Berelson è uno degli autori americani più studiati, accanto a Wright Mills, che com’è noto rappresenta un approccio – quello storicistico classico – completamente opposto a quello empirico di Berelson.
Il volume che ha avuto larghe adesioni anche in Italia, si presta particolarmente ad essere utilizzato nei corsi universitari di sociologia generale e di psicologia sociale; riveste inoltre interesse per chiunque desideri accostarsi con un approccio “pragmatico” ed interdisciplinare ai principali problemi che sono attualmente oggetto delle scienze sociali.
B. Berelson è autore fra |’altro di “The People’s Choice”, 1948 (con P. Lazarsfeld e H. Gaudet); “Content Analysis in Communication Research”, 1952; “Voting: A Study of Opinion Formation in a Presidential Campaign”, 1954 (con P. Lazarsfeld e W. McPhee); “The Behavioral Sciences Today”, 1963 (a cura di).
Prefazione
Introduzione
- Cultura e società
- Le istituzioni sociali
- I gruppi e le organizzazioni
- Le classi sociali
- Le relazioni etniche
- Opinione e comunicazione
- Sviluppo del comportamento e apprendimento
- La percezione
- La motivazione
- La personalità
- L’intelligenza
- Conclusioni
Ringraziamenti
Bibliografia
Ragione e Antiragione nel Nostro Tempo
Titolo originale: Vernunft und Widervernunft in Unserer Zeit
Autore/i: Jaspers Karl
Editore: Sansoni Editore
introduzione di Pietro Chiodi, traduzione Giulio Saccomano, collana: Nuova Biblioteca.
pp. 108, Firenze
Apertasi all’inizio del secolo sul complesso quadro della cultura tedesca, la riflessione filosofica di Karl Jaspers maturò nella discussione con la fenomenologia husserliana, nella critica allo storicismo di Dilthey e Simmel, nell’ambiguo rapporto con Heidegger. Nelle tre conferenze tenute a Heidelberg nel 1950 – e qui precedute da uno studio di Pietro Chiodi – il filosofo tedesco trova occasione di riformulare, in maniera succinta ma non meno efficace, i temi fondamentali della propria meditazione, nel confronto con due nuovi interlocutori: il marxismo e la psicanalisi. In entrambi, Jaspers riconosce la profonda tensione dell’uomo alla liberazione. Ma questa non può mai divenire “impulso a liberarsi dalla libertà”, e tradursi quindi in un rifiuto dei valori su cui è costituita la civiltà, in un abbandono della ragione. Nel cui nome il filosofo si era fatto esule dalla sua terra.
Karl Jaspers, nato a Oldenburg in Germania nel 1883, è morto nel 1969 a Basilea, dove si era trasferito negli anni più bui della dittatura nazista. Insegnò all’Università di Heidelberg (dove ebbe tra i suoi allievi Hannah Arendt) dal 1921 al 1937, riassumendo la sua cattedra solo nel 1945. Di formazione scientifica, esercitò per lunghi anni la professione di psichiatra e si volse relativamente tardi alla filosofia, spinto soprattutto dalla lettura di Nietzsche e di Kierkegaard. Insieme a Heidegger, dal quale si distinse sempre per una più viva coscienza della dimensione religiosa nell’uomo, Jaspers è considerato il maggior rappresentante dell’esistenzialismo tedesco. Tra le sue opere tradotte in italiano: Filosofia, 3 volumi, Roma, 1950, Filosofia dell’esistenza, Milano, 1945 e, in edizione Longanesi, I grandi filosofi.
Introduzione
- L’esigenza della scientificità
- La ragione
- La ragione in lotta
Antico Tibet, Nuova Cina
Titolo originale: Le vieux Tibet face à la Chine nouvelle
Autore/i: David-Neel Alexandra
Editore: Luni Editrice
traduzione di Anna Benucci Serva, collana: Sol Levante n° 11, in copertina «La principessa Pema Chöki del Sikkim» fotografia di Fosco Maraini.
pp. 208, 1 tavola in bianco e nero fuori testo, 1 cartina geografica in bianco e nero, Firenze
Antico Tibet, nuova Cina fa parte di una trilogia di racconti di viaggio in cui Alexandra David-Néel narra le peregrinazioni compiute nel corso del suo secondo viaggio in Estremo Oriente, tra il 1937 e il 1946, nelle regioni della frontiera sino-tibetana, lungo cammini spesso inesplorati, in luoghi ancora sconosciuti e misteriosi per il viaggiatore occidentale.
Scritto tra il 1951 e il ’52, e apparso l’anno seguente, questo volume è uno sguardo acuto sul Tibet che, a sua volta, in quegli anni osservava, scrutava una Cina che ne aveva annesso – o, meglio, riannesso – il territorio. Nel corso dei secoli Tibetani e Cinesi si erano affrontati sul campo di battaglia e sul terreno di una diplomazia, magari rozza ma non priva di astuzie, senza riuscire mai a separare davvero le rispettive storie. Solo vent’anni erano passati da quando l’Armata Rossa, o meglio ciò che ne rimaneva, era stata cacciata dal Tetto del Mondo allorché altri e più numerosi Cinesi – le truppe di Mao Tse-Tung – varcarono la frontiera del Nord: una «nuova» Cina, di fronte a un «antico» Tibet, e nuove leggi, norme, prospettive.
La David-Néel descrive il momento del passaggio, non gli effetti né le conseguenze che ne sarebbero derivate, e lo fa pennellando sullo sfondo la tradizione religiosa tibetana, l’ordine sociale, le consuetudini e, soprattutto, il paesaggio umano, con un piglio e una vivacità tale che qualche sua pagina ha perfino la qualità dell’umorismo: un resoconto che, a mezzo secolo di distanza dalla sua stesura, non cessa di sorprendere.
Dalla penna di questa instancabile viaggiatrice balzano fuori a tutto tondo, e quasi con un effetto teatrale, personaggi e ambienti sociali – dignitari lamaisti e umili trapa, mercanti, signorotti di campagna e reucci con le loro corti, pastori delle zone di frontiera e contadini – incastonati in una storia millenaria che, nel Paese delle Nevi, è talmente lenta da sembrare immutabile.
Alexandra David-Néel nasce a Parigi nel 1868. In giovinezza vive in India per qualche anno. Durante il suo secondo viaggio in Oriente, intrapreso nel 1911, incontra il Dalai Lama in esilio e due personaggi che avranno per lei speciale importanza: Sidkeong – maharajah del Sikkim, che condivise con Alexandra la volontà di liberare il Buddhismo dalle superstizioni, e l’eremita di Lachen, presso il quale la donna visse un apprendistato magico-dottrinale di due anni con il nome iniziatico «Lampada di Saggezza». In questo periodo conoscerà anche il giovanissimo Yongden, che diventa prima un inseparabile compagno di avventure, poi suo figlio adottivo.I suoi viaggi la portano poi a Calcutta, in Giappone, a Pechino. Infine, tra il ’21 e il ’24, l’estrema impresa: Lhasa, la città proibita, dove- prima donna occidentale – arriva travestita da pellegrina tibetana. Durante la lunga permanenza in Oriente, dov’è stata accettata come una tibetana naturale, e considerata spesso l’incarnazione di una divinità femminile, Alexandra ha tradotto testi, pubblicato articoli, tenuto conferenze e, con il tempo, la sua fama è cresciuta enormemente, tanto da divenire in Francia una celebrità. Muore nel 1969, a centouno anni.
Lo Spirito Guerriero del Giappone – L’Esoterismo della Arti Marziali Giapponese
Titolo originale: The Fighting Spirit of Japan – The Esoteric Study of the Martial Arts and Way of Life in Japan
Autore/i: Harrison E.J.
Editore: Luni Editrice
traduzione di Anna Pensante, Collana: Le Vie dell’Armonia n° 24.
pp. 224, 1 tavola in bianco e nero fuori testo, Milano
E.J. Harrison giunse in Giappone nel 1897, giovane giornalista in un ufficio di corrispondenza che gli lasciava un sacco di tempo libero, con la grande passione per il pugilato e il catch, che aveva imparato in una città mineraria.
Il suo entusiasmo e la sua apertura mentale, abbinati a un’innata probità e curiosità intellettuale, si fusero felicemente con quel particolare periodo di transizione che il Giappone stava attraversando, durante il quale la corsa verso la modernizzazione e l’occidentalizzazione a tappe forzate conviveva, e confliggeva, con una vita strutturata sulle autoctone forme tradizionali, ancora intatte nella maggior parte, benché ferite gravemente dalle riforme della «restaurazione Meiji».
In queste pagine rivive un ambiente sociale, ma soprattutto spirituale, che gli eventi storici, leggasi la Seconda Guerra mondiale, lo choc di Hiroshima e l’occupazione americana, hanno di fatto in seguito cancellato. Il teatro, le arti, le usanze giapponesi di allora sono rievocati con la vivacità di chi si è immerso completamente nella vita del suo tempo senza nessuna presunzione da erudito.
Harrison ebbe l’incredibile chance di incominciare la pratica del judo in dojo tradizionali, mescolato agli altri praticanti giapponesi e trattato come uno di loro, insieme a un pubblico popolare che apprezzava il «gioco duro». Praticò nel dojo della polizia di Yokohama con cinture nere di altissimo livello, e poi al Kodokan (il dojo centrale dove si insegnava judo), dove ebbe la fortuna di conoscere personalmente Jigoro Kano, il fondatore del Judo, e di diventare amico e allievo dell’allora direttore Sakujiro Yokoyama, per consenso unanime il più grande esperto dell’epoca dopo il Fondatore stesso.
Curioso come era di esplorare tutti i presupposti più reconditi della teoria del bujutsu (l’insieme delle arti marziali), ebbe l’opportunità di conoscere altri grandi Maestri che gli trasmisero conoscenze, segreti e storie, che raccolse in questo libro, che diviene pertanto una fonte preziosissima di informazioni di prima mano. Scorrono sotto le abili dita del giornalista divulgatore i capitoli dedicati agli aspetti esoterici del bujutsu (l’Autore riferisce di una conferenza dell’anziano Maestro di judo Nobuyuki Kunishige sulla natura del vero judo, dalla quale emerge la differenza, inedita per noi occidentali, tra taijutsu e aikijutsu), quelli su «kiai» e «aiki», sul «kuji-no-in», la concatenazione di mudra protettive degli adepti della scuola di spada Katori Shinto Ryñ, quelli sulla pratica necessaria per conseguire la realizzazione spirituale, sullo Zen o sull’arte del ninso, o fisiognomica esoterica.
“Lo spirito guerriero del Giappone” è un libro davvero raro, non solo perché, nonostante sia citato da tutti gli esperti del settore, è introvabile anche in lingua originale e questa che si presenta è la prima e unica traduzione in lingua italiana, ma perché offre una miscela armonica di informazioni essenziali unita alla piacevolezza di una lettura mai accademica o erudita.
E.J. Harrison nacque in Inghilterra, a Manchester nel 1873.
Giunto in Giappone giovanissimo, iniziò a praticare ju jitsu per poi passare in breve tempo ad allenarsi nel judō presso il centro Kodokan di Tokio, dōjō nel quale insegnava il fondatore dello stile, ]igoro Kano. Diventato giornalista, durante la prima Guerra mondiale ritornò in Occidente, a San Pietroburgo, dove studiò lotta greco-romana. Diventato viceconsole dell’Inghilterra in Lituania, ritornò poi nella nativa Inghilterra dove rivestì un ruolo di rilevante importanza per le sorti della diffusione del judō. Le sue doti e qualità umane erano fondamentalmente rappresentate dal fatto che egli era un ottimo giornalista e scrittore di testi di divulgazione, un grado elevato di judō appreso appunto sotto la direzione stessa del Fondatore, grande conoscitore di lingue (ne parlava correntemente sette, molte delle quali dell’Asia), un umanista e un gentiluomo. Praticò tutta la vita gli insegnamenti spartani ricevuti in Giappone anche in tarda età.
Morì nel 1961 all’età di 88 anni.
La Valletta dell’Eremo
Tutto il mondo poetico di Dürrenmatt in un lungo racconto autobiografico tradotto in italiano per la prima volta.
Autore/i: Dürrenmatt Friedrich
Editore: Edizioni Casagrande
cura e traduzione di Donata Berra, titolo originale: Vallon de l’Ermitage.
pp. 96, 1 figura b/n, Bellinzona
Tra il 1980 e il 1983, quando scrisse queste pagine, Friedrich Dürrenmatt abitava già da qualche decennio nella Valletta dell’Eremo (Vallon de l’Ermitage) nei pressi di Neuchatel. Che cosa significa per uno scrittore scegliere una vita di periferia, di sottrazione e di isolamento? Fino a che punto il paesaggio può cambiare la sua vita e la sua immaginazione?
Con toni confidenziali e ironici, Dürrenmatt rievoca i momenti cruciali del suo rapporto con una terra che, pur essendo a pochi chilometri dai suoi luoghi d’origine, si presenta inizialmente lontana ed estranea. Passando in rassegna immagini, personaggi, voci ed emozioni del passato, come in una sorta di diario dell’anima, lo scrittore racconta il difficile tentativo di familiarizzare con la cittadina svizzero-francese e con il suo clima «umanamente gelido». Una relazione ambigua, tra disponibilità, diffidenza e autodifesa, che poco a poco si fa sentimentale e affettuosa.
Le passeggiate per i boschi chiacchierando con i cani in dialetto bernese; la visita dello scrittore Ludwig Hohl e le sue comiche follie; i primi incontri con Yvonne, cerimoniera dell’alta società locale; l’esilarante racconto dell’ultima notte al caffè «Strauss»; i tragicomici contrasti con un vicino notaio; la costituzione di un comitato ecologico «anti-camino»; la cronaca puntuale e autoironica di un attacco di cuore e di una diagnosi errata.
Il testo, che segue l’intreccio volubile e caotico del ricordo e della fantasia, è anche l’esempio di come funziona, per strappi e accensioni, la memoria di un grande scrittore.
Friedrich Dürrenmatt, nato a Konolfingen nel 1921 e morto a Neuchâtel nel 1990, è uno dei più grandi drammaturghi e prosatori di lingua tedesca del Novecento. Esordisce nel 1947 con la pièce Sta scritto e raggiunge il successo internazionale nel 1956 con La visita della vecchia signora, ancora oggi rappresentata in tutti i teatri del mondo insieme ad altri suoi «classici» come Romolo il grande (1949), I matrimonio del signor Mississippi (1952) e I fisici (1962). I primi racconti risalgono agli inizi degli anni Quaranta, mentre nel decennio successivo scrive i suoi famosi gialli Il giudice e il suo boia (1952), Il sospetto (1953) e La promessa (1958). In questo filone della geniale parodia del genere poliziesco si inseriscono più tardi i romanzi Giustizia (1985) e Il pensionato (uscito postumo nel 1995). Si ricordano inoltre La morte della Pizia (1976), L’incarico (1986), La valle del caos (1989) e L’autobiografia intellettuale Eclissi di luna (1981).
L’Ombra del Potere
Politica – Affari – Corruzione – Mafia
Autore/i: Lane David
Editore: Editori Laterza
nota e prologo dell’autore, traduzione di Fabio Galimberti.
pp. XII-404, Bari
L’ombra del potere racconta la carriera dell’uomo più ricco d’Italia.
Un libro sconvolgente che parla di politica, affari, corruzione e mafia.
Dalle recensioni all’edizione inglese:
«Il libro – sobrio, preciso e meticolosamente documentato – è ricco di fatti talmente straordinari e inquietanti che, se l’autore non avesse una conoscenza così approfondita dell’Italia, risulterebbero incredibili. L’ombra del potere è di piacevole lettura e di grande impatto». (Caroline Moorehead, “Spectator”)
«Quanto di più convincente io abbia letto sulla preoccupante condizione dell’odierna democrazia italiana». (John Dickie, “Literary Review”)
«Tutta l’Europa dovrebbe riflettere seriamente su quanto sta avvenendo alla democrazia nell’Italia di Berlusconi». (Joseph Farrell, “Sunday Herald”)
David Lane è corrispondente affari e finanza dall’Italia per l’”Economist” dal 1994 ed è stato coautore degli speciali su Silvio Berlusconi che hanno suscitato vasta eco in Italia e in Europa. Vive in Italia da trentotto anni.
La Via del Silenzio • Meditazione e Consapevolezza
Autore/i: Schnöller Andrea
Editore: Edizioni Appunti di Viaggio
nota dell’editore, presentazione di Gianpietro Sonô Fazion.
pp. 188, Roma
Questo libro delinea l’inizio di un viaggio, e colui che lo intraprende deve prepararsi a un pellegrinaggio che lo condurrà, di tappa in tappa, fino al punto pia profondo di Sè, li dove la parola umana non sa dire nulla (ma «la Divinità è un nulla» dice Silesius), se non per pallide immagini, timide icone di una realtà eternamente presente ma occulta a chi non abbia intrapreso con serietà il cammino. Strannik in russo significa «pellegrino». E Dio deve amare i pellegrini, se a Tobia mando angeli a guidarlo: non è stato forse l’essersi fatto errante a condurre l’anonimo pellegrino russo a divenire presenza vivente del divino, attraverso i villaggi e le steppe dell’immenso paese? E quindi un pellegrinaggio che padre Schnöller delinea con la chiarezza che gli deriva dall’essere egli stesso uno strannik assai avanzato nella «via del ritorno», capace perciò di guidare a sua volta altri viandanti. Il paesaggio delineato, da Occidente a Oriente, ampio e affascinante, a rappresentare l’identica aspirazione dell’uomo al bene, al trascendente.
Uno strano viaggio, uno strano pellegrinaggio: seduti al mattino presto o alla sera su un cuscino o uno sgabello, con la schiena eretta, immobili ai quattro punti cardinali, a tentare di disincantarci da quell’io in cui albergano tutti i desideri, le illusioni e le infinite effimere richieste, per riscoprire il Sè silenzioso dove, come in un lago che rispecchia la luna nella notte, ogni domanda diventa muta, e solo la silenziosa chiarita delle acque narra, a chi sa ascoltare, la magnifica e terribile storia del mondo. (Gianpietro Sonô Fazion)
Andrea Schnèller è un frate della provincia cappuccina svizzera. Risiede al Santuario della Madonna del Sasso sopra Locarno, dove tiene corsi regolari di meditazione serale. Ordinato sacerdote, ha compiuto studi di giornalismo all’Università Cattolica di Milano. È stato per molti anni redattore della rivista Messaggero legata al Santuario del Sasso e ha frequentato a Milano la scuola di psicologia Transazionale. Per diversi anni ha seguito i corsi di yoga e meditazione di C.E.S. Ray di Montagnola, ritiri vipassana con Corrado Pensa e corsi d’introduzione alla meditazione cristiana CON padre Antonio Gentili, insieme al quale ha pubblicato «Dio nel silenzio». Da una quindicina di anni anima diversi gruppi di ricerca meditativa in Ticino e in Italia.
Ad Occhi Aperti • La Mia Vita : Conversazioni con Matthieu Galery
Titolo originale: Les Yeux Ouverts
Autore/i: Yourcenar Marguerite
Editore: Bompiani
prefazione di Matthieu Galery, traduzione dal francese di Laura Guarino.
pp. 270, nn. tavole b/n, Milano
L’isola di Mount Desert, la Petite Plaisance, casa che non ha nulla di sfarzoso, una vecchiaia serena ma soprattutto attiva, contrappuntata di progetti letterari e di iniziative per la protezione dell’ambiente e della natura, un impegno e una presenza costanti: ecco il quadro di questa intervista-confessione, di questa lunga galoppata attraverso mezzo secolo di vita letteraria e di partecipazione umana, calda, sofferta alle vicende del mondo. Marguerite Yourcenar, scrittrice che riesce a dar tutto di sé senza riserve, è anche una figura di grande rilievo, che si staglia con l’autentica forza del personaggio nella cultura del nostro secolo. Schiva, modesta, quasi riluttante a parlare di sé nell’ottica del successo maturato con passo Sicuro, ripercorre l’opera e la vita lasciando scorrere nel discorso, con semplicità e naturalezza, in un unico flusso, ricordi famigliari e personaggi dei suoi libri. Dall’infanzia fiamminga, la precocissima perdita della madre, gli studi privati, il padre egocentrico, coltissimo, uomo di mondo, compagno più che genitore, e comunque adorato, a Parigi, la prima guerra, Londra, l’Italia, e infine l’America, un percorso compiuto in compagnia dell’imperatore Adriano, protagonista di Memorie di Adriano, il libro forse più famoso, e del filosofo “eretico” Zeno, protagonista di un altro capolavoro, L’opera al nero. È un viaggio a ritroso nella coscienza e negli affetti, punteggiato di episodi, di riflessioni, di intuizioni, di scatti di sdegno che tradiscono una presenza costante, una attenta considerazione della vita. Ad occhi aperti appartiene a quella ristretta schiera delle opere in cui l’intelligenza e la sapienza letteraria si fondono indissolubilmente con il più elevato senso morale.
Nata a Bruxelles nel 1903 da padre francese e madre belga, Marguerite Yourcenar fu allevata nel nord della Francia e a Parigi. Ha poi vissuto all’estero la maggior parte della sua esistenza, soggiornando in Italia, in Svizzera, in Grecia e negli Stati Uniti, dove ha insegnato letteratura a due riprese, negli anni 1942-50 e 1952-53. Vive attualmente nell’isola di Mount Desert, sulla costa atlantica nordamericana. È stata la prima donna ad essere eletta, nel 1980, all’Acadèmie Francaise. Della sua vasta opera letteraria ricordiamo i romanzi Alexis o il trattato della lotta vana (1929, Feltrinelli 1962), Le dernier du rève (1934), Il colpo di grazia (1939, Feltrinelli 1962), Memorie di Adriano (1951, Einaudi 1963), L’opera al nero (1968, Feltrinelli 1969), Anna, soror… (1981), e gli affreschi storico-narrativi sulla propria famiglia Care memorie (1974, Einaudi 1981) e Archives du Nord (1977). È inoltre autrice di poemi in prosa, raccolte di versi, lavori teatrali, traduzioni e saggi, tra i quali Bompiani ha pubblicato, nel 1982, Mishima o la visione del vuoto, approdo di un’esplorazione della letteratura e della spiritualità giapponesi che la Yourcenar sta conducendo fin dalla sua giovinezza.
Fuga sulla Luna
Autore/i: Lu Xun
Editore: Editori Riuniti
prima edizione, prefazione di Giuliano Bertúccioli, prefazione di Lu Hsün, traduzione dal cinese di Primerose Gigliesi.
pp. 448, Roma
I gesti minimi della gente comune, gli stati d’animo quotidiani, gli spostamenti molecolari degli affetti e degli interessi in un’epoca di grande trapasso. La raccolta di novelle qui proposte fissa come in un grande mosaico «l’animo silenzioso del popolo cinese, che nel corso dei secoli si è sviluppato come il muschio sotto una grande roccia», per approdare a quel salto rivoluzionario che ancora oggi, nel mutare continuo delle sue manifestazioni, impegna la Cina. Non Si può conoscere un paese solo attraverso i concetti e le notizie storiche; occorre sentirlo anche attraverso le immagini: la narrativa di Lu Xun è una chiave per schiudere le porte di un mondo altrimenti «misterioso».
Lu Xun (pseudonimo di Chou Shu-jen) nasce a Shaohsing, provincia del Chechiang, nel 1881. Dopo gli studi a Nanchino, dal 1901 al 1905 vive in Giappone, dove studia medicina. E in Giappone, nell’ambiente degli studenti cinesi di Tokio, trova una circolazione di idee attivamente rivoluzionarie che, insieme alla lettura di classici (inglesi, francesi, russi), lo indirizzano verso la scelta definitiva della letteratura intesa come missione civile dello scrittore che si impegna per il riscatto del suo popolo. Autore di racconti, di versi e di numerosissimi saggi, Lu Xun è uno fra i maggiori scrittori cinesi di questo secolo. Muore a Shangai nel 1936, dopo aver ricoperto importanti cariche nel mondo culturale cinese.
Frontiere • Un Viaggio in Tailandia e Birmania
Titolo originale: Borderline
Autore/i: Nicholl Charles
Editore: Phileas
nota dell’autore, traduzione di Virginia Nicholl.
pp. 256, 1 cartina b/n, Milano
Charles Nicholl vuole visitare un sereno tempio-foresta nella Tailandia settentrionale. Ma non sempre le cose sono così semplici. Dapprima c’è Bangkok, con tutti i suoi imprevisti. Poi, l’incontro con un francese di nome Harry. Ha cento storie da raccontare. Può portarti dove le strade non arrivano. Ma gli serve in cambio un piccolo favore… Cominciano così le deviazioni. Conducono sulle sponde del Mekong, nel “territorio ibrido” del Triangolo d’Oro, e, oltre frontiera, in Birmania. Conducono a cerimonie per richiamare lo spirito, alle tane dell’oppio nei villaggi, a un nascondiglio di ribelli nel cuore della giungla, e a una ragazza tailandese, la bella e misteriosa Katai. Borderlines è un racconto vivo e intenso. Lo stile è rapido e incisivo, indefinibile lo stato d’animo dello scrittore. Una specie di film sulla strada, la storia di un Viaggio si trasforma in molte storie: quella di Harry e Katai, della giada dei Kachin e dell’oppio degli Shan, della sessualità e della spiritualità, dell’attraversamento di frontiere reali e immaginarie.
Gli scritti di Charles Nicholl sono stati pubblicati su Granta, Folling Sone, Sunday Times, New Statesman, Time Out, Andean Times, ecc. È autore di un libro sullalchimia elisabettiana, The Chemical Theatre (1980), e di una biografia del “pamphleteer” Tom Nashe, A Cup of News (1984). Il suo libro più recente è The Fruit Palace che ha incontrato grande successo con la sua descrizione della vita nel sotto- mondo della cocaina in Colombia.
Nicholl vive nello Herefordshire con la moglie e i tre figli.
Genio e Follia – Strindberg, Van Gogh, Swedenborg, Hölderlin
Titolo originale: Strindberg und Van Gogh
Autore/i: Jaspers Karl
Editore: Rusconi
prima edizione, prefazione di Umberto Galimberti, premessa e introduzione dell’autore, collana: Problemi Attuali.
pp. 210, Milano
Esiste una relazione fra malattia mentale e creatività artistica? Gli psichiatri hanno dato più volte una risposta affermativa, ma soltanto Karl Jaspers ne ha studiato a fondo i complessi e labirintici meccanismi. Con Genio e follia, Jaspers affronta in modo diretto, e a volte scientificamente spietato, quel momento incomprensibile in cui l’artista affetto da schizofrenia crea “nuovi mondi nei quali espandersi” ma dove inevitabilmente finisce per annullarsi e distruggersi. Il primo caso analizzato da Jaspers è quello di August Strindberg, lo scrittore svedese che rielaborò la propria biografia per produrre le sue più anticonvenzionali opere narrative e di teatro. Strindberg appare dispersivo, sempre in fuga, ossessionato dalla gelosia e dalla mania di persecuzione. Del tutto diverso è il caso di Vincent Van Gogh, il pittore olandese si concentra su se stesso, sul lavoro, sulla tecnica della pittura, in un affinamento che arriverà alle estreme conseguenze artistiche ed esistenziali. Accanto a Strindberg e a Van Gogh, Jaspers unisce le figure, differenti ma egualmente rivelatrici, del poeta tedesco Hölderlin e del pensatore visionario Swedenborg. Opera fondamentale e unica, Genio e follia ha acquisito nel tempo un valore sempre più alto e prestigioso. «Qui la psichiatria si ritira rossa di vergogna», scrive Umberto Galimberti nella prefazione, «mentre la filosofia resta accanto all’arte come espressione sintomatologica della condizione umana.»
Ed è proprio nella sua veste di filosofo che Karl Jaspers, in modo tanto prodigioso da risultare dirompente, riesce a dare voce, senso e valore logico a quelle convulsioni che si agitano nel più oscuro e insondabile magma della psiche umana.
Karl Jaspers, nato a Oldenburg in Germania nel 1883, è morto nel 1969 a Basilea, dove si era trasferito negli anni più bui della dittatura nazista. Insegnò all’Università di Heidelberg (dove ebbe tra i suoi allievi Hannah Arendt) dal 1921 al 1937, riassumendo la sua cattedra solo nel 1945. Di formazione scientifica, esercitò per lunghi anni la professione di psichiatra e si volse relativamente tardi alla filosofia, spinto soprattutto dalla lettura di Nietzsche e di Kierkegaard. Insieme a Heidegger, dal quale si distinse sempre per una più viva coscienza della dimensione religiosa nell’uomo, Jaspers è considerato il maggior rappresentante dell’esistenzialismo tedesco. Tra le sue opere tradotte in italiano: Filosofia, 3 volumi, Roma, 1950, Filosofia dell’esistenza, Milano, 1945 e, in edizione Longanesi, I grandi filosofi.
Prefazione
Premessa
Introduzione
Parte prima: Strindberg
- Cronologia della vita di Strindberg
- Cronologia delle opere di Strindberg
- Le fonti
- Nota all’edizione italiana
Patografia di Strindberg
- Il carattere
- Gelosia
- L’inizio della malattia
- Persecuzione e fuga
- Gli anni dopo il 1888
- La mania di persecuzione
- Studi scientifici
- Crisi
- Il secondo matrimonio
- Le fasi
- Il primo anno a Parigi
- Il culmine del processo
- Alterazioni della coscienza oggettiva
- Strindberg e Swedenborg
- Consapevolezza della malattia
- Lo stadio finale
- Conclusione
La concezione del mondo di Strindberg
Le opere di Strindberg
Parte seconda: Schizofrenia e creatività
Swedenborg
Psichiatria, schizofrenia e intelletto
Hölderlin
Van Gogh
- Patografia di Van Gogh
- Mutamento dell’intensità di lavoro
- Mutamento della concezione di sé
- Le opere
- Van Gogh e la malattia
Schizofrenia e opera
Schizofrenia e mondo contemporaneo
Note
Bibliografia
Evoluzione e Modificazione del Comportamento – Le Professioni Teoriche del Padre dell’Etologia
Titolo originale: Evolution and Modification of Behavior
Autore/i: Lorenz Konrad
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prefazione di Mario Zanforlin, traduzione di Sandro Stratta e Riccardo Valla, Universale scientifica Boringhieri 71.
pp. 160, Torino
Lo studio del comportamento animale, noto anche con il nome di “etologia”, ha dato origine a un vasto panorama di ricerche, ma il suo problema centrale è ancora oggetto di dibattiti. Questo problema è costituito dal fenomeno dell’adattamento e dai due processi che lo ottengono: quello a breve termine dell’apprendimento individuale, e quello a lungo termine della selezione naturale che, in tempi evoluzionistici, modella il patrimonio genetico della specie in modo che tutte le caratteristiche dell’organismo – compreso il suo comportamento – siano idonee all’ambiente naturale in cui vive.
Gli effetti dell’apprendimento individuale sono evidenti, mentre invece quelli della selezione naturale sono più sottili, più difficili da determinare nelle condizioni di laboratorio: questo ha portato a trascurare le componenti innate o istintive, e a ritenere che ogni comportamento potesse trovare spiegazione in una qualche forma di condizionamento. Contro tale tesi Konrad Lorenz espone nel presente volume la fondamentale importanza dei processi selettivi, che non
solo conservano le risposte vantaggiose perla sopravvivenza, ma che soprattutto hanno fatto evolvere i complessi meccanismi fisiologici alla base di ogni manifestazione comportamentale.
Una difesa dell’innato, dunque, che offre validi spunti di riflessione a tutti coloro che si occupano di psicologia, e che conferma la grande competenza e la profonda originalità di pensiero dell’autore dell’Anello di re Salomone.
Konrad Lorenz è nato a Vienna nel 1903 e ha studiato all’Università di Vienna e alla Columbia University di New York, dove si è laureato in medicina.
Ha insegnato anatomia comparata e psicologia animale a Vienna e a Königsberg; dal 1951 vive a Seewiesen, nell’Alta Baviera, dove dirige la stazione di ricerca sulla fisiologia del comportamento dell’Istituto Max Planck.
Autore di numerosissimi scritti sul comportamento animale, è divenuto celebre anche al di fuori dell’ambiente accademico per i volumi L’anello di re Salomone (trad. it., Milano 1967) e Il cosiddetto male (trad. it., Milano 1969).
Prefazione di Mario Zanforlin
- Introduzione
- Atteggiamenti teorici nei riguardi del concetto di “innato”
- Critica della prima argomentazione behavioristica
- Critica della seconda argomentazione behavioristica
- Critica dell’atteggiamento etologico contemporaneo
- Critica dell’antico atteggiamento etologico
- Valore e limiti dell’esperimento di privazione
- Ricapitolazione
Bibliografia
Glossario
Indice analitico
Altre letture suggerite
Saggi sulla Legge Naturale
Titolo originale: Essays on the law of nature
Autore/i: Locke John
Editore: Editori Laterza
a cura di Marta Cristiani, introduzione di Giuseppe Bedeschi.
pp. CXVI-90, Bari
Esiste una regola di condotta morale, una legge di natura che non è iscritta nell’animo dell’uomo, né può essere colta sulla base del consenso universale, ma che è conoscibile solo dalla ragione attraverso l’esperienza sensibile. L’interesse privato di ognuno non è il fondamento della legge di natura, la cui forza obbligante per gli uomini è di carattere eterno e universale.
Queste le tesi contenute negli Essays on the Law of Nature, scritti in latino dal Locke tra il 1660 circa e il 1664 nelle forme tradizionali delle discussioni accademiche. I Saggi rimasero inediti fino al 1954, anno in cui von Leyden curò l’edizione critica del testo, corredata dalla traduzione inglese. Su tale edizione è stata condotta questa prima traduzione italiana, di Marta Cristiani.
Nel suo ampio saggio introduttivo Giuseppe Bedeschi mette a fuoco due concetti fondamentali di questi Saggi e della filosofia politica di Locke in generale: società naturale e società civile.
Il Principe e Discorsi
Autore/i: Machiavelli Niccolò
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
a cura di Sergio Bertelli, introduzione di Giuliano Procacci.
pp. XCV-548, Milano
Machiavelli nel suo Principe ci fa respirare l’aria asciutta e fine di Firenze e non può fare a meno di esporci le cose più gravi con un irrefrenabile “allegrissimo”; forse non senza un sentimento malizioso d’artista che conosce tutto l’ardimento di un simile contrasto, pensieri lunghi, difficili, rudi, pericolosi e un “tempo” da galoppo, insolentemente capriccioso. (Nietzsche)
Il Machiavelli non è soltanto il primo pensatore politico del mondo moderno; il suo pensiero politico riflette tutta una nuova forma mentis, un nuovo modo di concepire l’uomo e la sua storia.
Le Avanguardie Artistiche del Novecento
Autore/i: De Micheli Mario
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
nota dell’autore.
pp. 424, Milano
Espressionismo, cubismo, futurismo, astrattismo, dadaismo, surrealismo; tutte le correnti artistiche sorte in Europa all’inizio del secolo come rottura con l’arte del passato, costituiscono il tema di questo volume. Con un saggio efficace, che unisce al rigore degli argomenti la ricchezza dell’informazione, Mario De Micheli rievoca gli “anni eroici” delle avanguardie, svolge un’indagine sulle cause che hanno provocato il fenomeno dell’arte moderna nella determinazione specifica dei suoi caratteri e delle Sue tendenze. Il libro, rifuggendo sia da una semplice cronaca dei movimenti, sia da un’astratta descrizione delle dottrine, esamina le idee, le teorie, le poetiche nel loro concreto divenire storico e soprattutto nel fuoco dell’esercizio creativo dei maggiori protagonisti dell’arte moderna: Cézanne, Van Gogh, Ensor, Munch, Picasso, Matisse, Rouault, Boccioni, Nolde, Klee, Dix, Kandinsky, Permeke, Chagall, Mondrian, Ernst.
Ne risulta un saggio organico, serrato, in cui i motivi dominanti nel corso dell’arte d’oggi si dispongono in modo criticamente evidente, offrendo al lettore la chiave di un’interpretazione non esteriore, né metafisica, dell’arte moderna. Ai pregi del saggio si aggiunge inoltre la parte documentaria, in cui sono raccolti i testi programmatici dei vari movimenti, i manifesti, tradotti integralmente, e molti per la prima volta.
Mario De Micheli, scrittore e critico d’arte; ha vissuto e vive la vicenda della cultura figurativa d’avanguardia al fianco dei pittori e degli scultori, partecipare alle loro polemiche, suscitando idee, creando insieme con gli artisti raggruppamenti di punta. Ha preso parte attiva al movimento di “corrente,” ha fondate varie riviste d’arte, ha organizzato mostre nazionali e internazionali. La sua produzione comprende numerosi titoli, fra i quali: A Pablo Picasso; Manzú (1942); Realismo e poesia (1944); La protesta dell’espressionismo (1945); Courbet (1954); Majakovskij: Bene!; Scultura italiana del dopoguerra (1958); Poesia ungherese del ’900 (1960); Antologia della poesia romena; Giovanni Fattori (1961); Evidenza di Picasso, Scalarini (1962); Guttuso (1963); Scritti di Picasso (1964); Van Gogh (1966); Courbet (1967); D. A. Siqueiros (1968); Il monumento di Auschwitz di Pietro Cascella (1969); Arte contro (1970); in preparazione: Manzù. Il presente volume è già stato tradotto in quattro lingue.
Le Ore
Autore/i: Prato Dolores
Editore: Adelphi Edizioni
a cura di Giorgio Zampa.
pp. 368, 1 tavola in bianco e nero fuori testo, Milano
«Un battente del gigantesco portone si stava schiudendo e di questo fui cosciente; lo tirava una piccola monaca, la Superiora, e quando fu aperto gli rimase attaccata come una sua appendice». Così Dolores Prato inizia il racconto della propria adolescenza vissuta in un collegio retto da monache, séguito incompiuto di quel Giù la piazza non c’è nessuno che era invece dedicato agli anni dell’infanzia. E si capisce subito che il tempo non ha spento, nella lucidissima novantenne, né il vigore né il livore della memoria: l’occhio che volge su quei tempi remoti è spietato, tutt’altro che nostalgico, e ripercorre con feroce minuzia i luoghi ostili e le regole imprescrittibili della vita conventuale. Non mancano di quei giorni, raccolte in una serie di appunti spesso folgoranti, le parole: parole che, sostituendosi alla parlata comune della provincia maceratese, diventano parte integrante della norma di vita presente e del modello di esistenza futura; parole, soprattutto, che segnano perentoriamente la differenza tra il «dentro» e il «fuori». Ritroviamo così nel libro della Prato i luoghi e i segni e il linguaggio di un mondo perduto, ma prima di ogni altra cosa scopriamo gli indizi inconfondibili – il piglio, la scrittura, la capacità di trasfigurazione poetica – di un vero e proprio caso letterario.
Le Ore è stato pubblicato per la prima volta in due volumi nel 1987 e nel 1988.
Di Dolores Prato (1892-1983) è apparso presso Einaudi nel 1980 Giù la piazza non c’è nessuno.
Intelligenza Sociale
Titolo originale: The New Science of Human Relationships
Autore/i: Goleman Daniel
Editore: Rizzoli
prologo dell’autore, traduzione di Valeria Pazzi.
pp. 420, Milano
“Goleman apre una nuova porta di quella misteriosa casa che è la mente: la porta che ci mette in contatto con gli altri, che filtra le relazioni interpersonali”. (Danilo Taino, Corriere della Sera)
A dieci anni dalla rivoluzione di intelligenza emotiva, lo psicologo americano Daniel Goleman ne compie un’altra: sulla scorta delle scoperte di una disciplina – le neuro-scienze sociali -, dimostra come le relazioni interpersonaliplasmino la nostra mente e influiscano sul nostro corpo. Il cervello è, per sua natura, socievole e le emozioni sono contagiose come un virus. Proprio per questo è importante allenare la nostra intelligenza sociale: solo così possiamo vivere con pienezza le relazioni d’amore, educare i nostri figli alla felicità e costruire attivamente il dialogo con l’altro.
Un saggio che analizza le radici delle solitudini dell’uomo di oggi, sempre più spesso chiuso in una sorta di autismo tecnologico, per riscoprire e recuperare i rapporti personali e affettivi.
Daniel Goleman, già insegnante di spicologia a Harvard, è collaboratore scientifico del “New York Times”. Ha pubblicato presso Rizzoli i best seller scientifici Intelligenza emotiva (1996), La forza della meditazione (1997), Lavorare con intelligenza emotiva (1998), Menzogna, autoinganno, illusione (1998), Lo spirito creativo (2001) ed Essere leader (2002), tutti disponibili in BUR.
Principi di Etnologia • Morfologia delle Istituzioni Sociali
Università degli Studi di Roma Facoltà di Lettere e Filosofia
Autore/i: Grottanelli Vinigi Lorenzo
Editore: Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri
a cura di G. Jacobelli.
pp. 322, Roma
Dalla Nota preliminare:
« Dei vari profili sotto cui è possibile esporre la multiforme realtà etnologica nei limiti di un corso universitario, ognuno offre vantaggi allettanti. L’esposizione che segua un ordine antropo-geografico vale meglio d’ogni altra a presentare i popoli oggetto di studio nei rispettivi ambienti naturali e nei loro grandi aggruppamenti antropologici e linguistici attraverso il globo; l’analisi monografica di una o due culture di livello etnologico offre le opportunità migliori per fsr risaltare in ciascun microcosmo umano l’interdipendenza strutturale degli elementi e forze che lo compongono; rifare la storia delle teorie e dei metodi etnologici equivale idealmente a esaminare le posizioni dottrinarie del pensiero moderno di fronte a molti problemi fondamentali della vita sociale e spirituale dell’uomo; e così via. […]»
Il Gesto di Ettore – Preistoria, Storia, Attualità e Scomparsa del Padre
Autore/i: Zoja Luigi
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione dell’autore, in copertina: fotografia di Pascale Roche/Petit Format.
pp. 320, nn. tavv. a colori e b/n f.t., Torino
«Finalmente una storia dei padri che dà respiro e profondità culturale al dibattito contemporaneo sulla paternità. Non siamo nel primo mattino del mondo e se vogliamo diventare padri migliori dovremmo cercare di comprendere come ci siamo trasformati nei millenni. L’opera di Zoja induce il lettore a collocare i padri di oggi sullo sfondo della memoria del loro passato, chiarisce la cronaca alla luce della storia e getta solide basi per il cambiamento.»
(Fulvio Scaparro)
«Il padre oggi è la figura familiare più in discussione.
Portatore del cognome, del rispetto del gruppo, della forza fisica e del senso della famiglia, il suo destino segue le vicende di questi valori, attualmente in crisi nella società. Luigi Zoja ne traccia la sorte millenaria e ne disegna il profilo a venire come quello di un argonauta solitario sull’oceano carico di tenebre e di lampi.» (Stanislao Nievo)
Questo saggio si occupa delle origini e dell’evoluzione del padre da un punto di vista storico, sociologico e soprattutto psicologico. L’autore rilegge alcune figure mitiche dell’antichità classica – Ettore, Ulisse, Enea – come riassunti dell’affermazione del padre. Passando dall’Ebraismo al Cristianesimo, alla parola del Padre subentra quella del Figlio. Il Cristianesimo, il laicismo, la democrazia portano a un lento ma costante svuotamento dei simboli del padre.
L’industrializzazione, le guerre mondiali, la globalizzazione e l’esplosione dei divorzi conducono al collasso attuale.
L’ultima parte del libro discute l’universalità, i problemi, le prospettive psicologiche di questa condizione senza precedenti.
Luigi Zoja vive e lavora privatamente a New York come psicoanalista. Docente presso il C. G. Jung Institut di Zurigo, è stato presidente del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) dal 1984 al 199 3. Dal 1998 è presidente della IAAP (International Association for Analytical Psychology).
Le Madri non Sbagliano Mai
Autore/i: Bollea Giovanni
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
terza edizione, prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 176, Milano
Le madri non sbagliano mai. E i padri? Forte della sua lunga esperienza di neuropsichiatra infantile, Giovanni Bollea parla a entrambi i genitori con semplicità, naturalezza e anche un pò di humour. In fondo – ci ripete – gli strumenti di un’educazione equilibrata sono antichi e insieme rivoluzionari: l’amore,
la disponibilità all’ascolto, l’esempio. L’istinto materno e il ruolo paterno hanno un peso decisivo. Si tratta di governarli con semplice saggezza, con mano leggera. Bollea si schiera a fianco dei genitori e “lavora” con loro: da questa partecipazione attiva, sollecita, prende forma un volume che quanto più guarda ai quotidiani eventi della vita, tanto più fa luce sul vero obiettivo, lontano ma inevitabile: fare di un figlio un bambino felice e un cittadino responsabile, insegnargli a vivere.
“Con queste pagine dedicate ai genitori, vorrei rendere più felice la vita di tanti bambini.”
Giovanni Bollea (Cigliano Vercellese 1913), è considerato l’innovatore della neuropsichiatria infantile italiana del dopoguerra. Formatosi a Losanna, Parigi e Londra, è professore emerito presso l’Università “La Sapienza” di Roma, dove tuttora vive e lavora. Fondatore e direttore dell’Istituto di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli, primo presidente della Società italiana di neuropsichiatria infantile (Sinpi), ha inoltre ricoperto i più prestigiosi incarichi della specialità in campo internazionale. Promotore di innumerevoli iniziative a favore dell’infanzia, è noto al grande pubblico anche per i suoi interventi televisivi.