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Raphael’s Tables of Houses for Northern Latitudes

Raphael’s Tables of Houses for Northern Latitudes

From the Equator to 50° N. 0’ also for Leningrad 59° N. 56’

Autore/i: Raphael

Editore: W. Foulsham & Co. LTD

preface by the author.

pp. 104, England

… The following Tables of Houses, and those published for Great Britain, will enable the student to erect a map of the Heavens for Northern Latitudes from the Equator to 60° North. These Tables will also serve for South Latitudes by using the method described on the last page as to “How to Erect a Map of the Heavens for South Latitude with North Tables of Houses.” As will be seen, these Tables embrace the whole of India and the United States, and will greatly facilitate the study of Astrology in those great countries… (Raphael)

Bìblius

Bìblius

Autore/i: Feliciani Giovanni

Editore: Bibliosofica

pp. 402, Roma

Il libro per tutti gli italiani che leggono (5%), che leggono poco (25%), che leggono male o niente (70%).
Una vera e propria Enciclopedia del Libro, nata con l’intento di promuovere e diffondere l’amore per i libri e la lettura.
“366 modi di DirLi-bri” (Leggerli, Scriverli, Pubblicarli, Venderli, Custodirli, Amarli, Premiarli, Sceglierli, Stamparli, Promuoverli, Criticarli, Discuterli, Plagiarli, Bruciarli, Tutelarli, Tradurli, Rubarli, Conservarli, Adottarli, Classificarli, Illustrarli, Rilegarli, Conoscerli, Prestarli, Pensarli, Censurarli, Studiarli, Restaurarli, Citarli, Prezzarli, Regalarli, Sistemarli, Ricordarli e così via).
Nella scheda-verbo Pubblicarli è riportata una selezionata rassegna di 1.014 famosi e importanti editori degli ultimi secoli, fino agli anni recenti.
Il volume è corredato da bibliografia, indici dei nomi, analitico e dei “verbi”.

Giovanni Feliciani (Siena, 1951) vive a Roma.
Titoli di studio: Laurea in Filosofia e Diploma di ricerca nelle Scienze Storico morali, conferiti dall’Università La Sapienza di Roma.
Ha dedicato i suoi studi e le sue attività al mondo dei libri: consulente e ricercatore bibliografico presso la libreria Uscita, bibliotecario della Provincia di Roma presso il liceo scientifico Malpighi, collaboratore alla cattedra di Filosofia morale, ricercatore della CNAC (Commissione Nazionale per le Attrezzature Culturali) diretta da Virginia Carini Dainotti.
Ha impegnato gli ultimi dodici anni esclusivamente alla stesura di questo libro, di cui è anche editore.
Bìblius, adattamento incrociato tra il greco biblion (libro) e la desinenza latina us, era il soprannome che gli studenti avevano dato all’autore del testo, a suo tempo bibliotecario.

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366 modi di DirLi-bri

Bibliografia
Indice dei nomi
Indice analitico
Indice dei verbi

Il Dio degli Acidi – Conversazioni con Albert Hofmann

Il Dio degli Acidi – Conversazioni con Albert Hofmann

Autore/i: Gnoli Antonio; Volpi Franco

Editore: Bompiani

introduzione degli autori.

pp. 160, Milano

In questo libro-intervista Albert Hofmann, lo scienziato che scoprì l’Lsd, rievoca la storia della popolare droga psichedelica, diventata negli anni Sessanta emblema della controcultura e della contestazione giovanile. Grazie alla sua straordinaria testimonianza sfilano gli anni dell’America “on the road”, i protagonisti che incarnarono libertà anticonformismo, da Allen Ginsberg a William Burroughs; quelli, come Aldous Huxley e Timothy Leary, che videro nella profondità del sogno psichedelico una strada capace di illuminare ed estendere la coscienza. Per tutti costoro Hofmann è stato un punto di riferimento, così come Ernst Ringer, qui spesso ricordato, lo fu per lui. È raro che uno scienziato riesca a far crollare il muro dello specialismo e a parlarci, come sa fare Hofmann, con intensa semplicità delle cose del mondo e di Dio, degli uomini nell’età della globalizzazione, del destino dell’Occidente e della ricchezza spirituale che niente può donarci.

Antonio Gnoli è nato a Roma, dove vive. È giornalista di “Repubblica”. Ha scritto La nostalgia dello spazio (con Bruce Chatwin, Bompiani 2000), Sanguineti’s song. Conversazioni immorali (con Edoardo Sanguineti, Feltrinelli 2006) e La luce dell’ateo (con Gianfranco Ferroni, Bompiani 2009). Ha curato inoltre Il silenzio della tirannide di Alexandre Kojève (Adelphi 2004). Antonio Gnoli e Franco Volpi, insieme, hanno pubblicato: I prossimi Titani. Conversazioni con Ernst Jünger (Adelphi 1997); l’edizione di Ferdinand Bordewijk, Blocchi (Bompiani 2002); Il Dio degli acidi. Conversazioni con Albert Hofmann (Bompiani 2003).

Franco Volpi (1952-2009) professore ordinario di filosofia, ha insegnato in varie università europee, canadesi e latinoamericane. Per Adelphi ha curato l’edizione delle opere di Schopenhauer e di Heidegger. Tra le sue numerose pubblicazioni: Il nichilismo (Laterza 2004), Enciclopedia de obras de filosofía (3 voll., Herder, Barcelona 2005), Nicolás Gómez Dávila: El solitario de Dios (Villegas, Bogotá 2005), Senilia. Gedanken im Alter (di Arthur Schopenhauer, con Ziegler, Beck 2010). Antonio Gnoli e Franco Volpi, insieme, hanno pubblicato: I prossimi Titani. Conversazioni con Ernst Jünger (Adelphi 1997); l’edizione di Ferdinand Bordewijk, Blocchi (Bompiani 2002); Il Dio degli acidi. Conversazioni con Albert Hofmann (Bompiani 2003).

Istoria del Concilio Tridentino – 2 Volumi in Cofanetto

Istoria del Concilio Tridentino – 2 Volumi in Cofanetto

La presente edizione riproduce il testo critico di Giovanni Gambarin negli «Scrittori d’Italia», Bari 1935

Autore/i: Sarpi Paolo

Editore: Sansoni Editore

seconda edizione, introduzione di Renzo Pecchioli, in sovracoperta volume 1: Riunione di calvinisti (da un quadro del XVI secolo), in sovracoperta volume 2: Il Concilio di Trento (da un quadro di scuola del XVI secolo).

vol. 1 pp. XXXIII-476, vol. 2 pp. 477-1088, Firenze

«… la grandezza storica del Sarpi consiste innanzi tutto nella struttura stessa dell’opera, nell’impostazione generale. Il Sarpi non si è limitato a far la cronaca del concilio, sebbene ci dia anche questa, molto diffusa. Egli ha concepito il concilio come il filo centrale di tutta la storia politico-religiosa del tempo, organizzando intorno ad esso i fatti concernenti la separazione protestante, le lotte per una riforma della Chiesa, le relazioni fra Chiesa e Stato, più particolarmente fra papato e impero, i contrasti in seno alla Chiesa fra clero secolare e regolare, fra vescovi e pontefice, fra le diverse correnti teologiche. Materia vastissima che il Sarpi padroneggia sovrano, intreccio complicatissimo in cui egli non perde mai il filo… Basterebbe questo alla grandezza storica del Sarpi. Ma occorre aggiungere che la sua stessa unilateralità e passionatezza – che nessuno pensa a negare – ha ben altro significato che quello di pura e semplice partigianeria. Essa unilateralità consiste soprattutto nel vedere il concilio – fatto religioso – come un semplice contrasto di forze politiche… Deformazione, sia pure. Ma deformazione di un lato reale capitale».
D’altra parte per il Sarpi «non si tratta… soltanto di combattere la potenza politica del pontefice e del clero a pro dello Stato, ma di constatare la distanza intercedente fra la Chiesa dei suoi tempi e quella primitiva; di ricondurre cioè, almeno in ideale, la Chiesa di Cristo alle ispirazioni religiose originarie… La Istoria del Concilio Tridentino del Sarpi appartiene alla categoria di quelle opere – rarissime – che rivivono tutto un grande periodo storico secondo una concezione propria, organica, della società e della storia; e che pertanto segnano un momento nello sviluppo della coscienza umana».
Luigi Salvatorelli (dall’Introduzione di Renzo Pecchioli)

«Molti attendevano con ansia, a Venezia e fuori, la fine della stesura dell’Istoria per servirsi di un’opera tanto autorevole come strumento di polemica anticattolica e antiromana. In particolare il re d’Inghilterra, Giacomo I, seguiva costantemente i progressi del lavoro del Sarpi attraverso i resoconti dei suoi ambasciatori a Venezia e non risparmiò in varie occasioni larghe assicurazioni di protezione e di aiuto al servita purché accondiscendesse a far pubblicare l’Istoria in Inghilterra. Finalmente, il 30 luglio 1616, l’ambasciatore Henry Wotton scriveva al Re comunicandogli di aver letto il manoscritto dell’opera e di averlo trovato di grande interesse: “Essa contiene molte cose rare mai scoperte prima, e sicuramente sarà di grande beneficio per la Chiesa Cristiana se potrà essere pubblicata in italiano e in latino”. Tuttavia, data la titubanza e i timori del Sarpi, la spedizione del manoscritto in Inghilterra non fu subito possibile. Solo nel 1618, quando l’indebolirsi della posizione anglicana di fronte al cattolicesimo fece apparire necessaria una sollecita pubblicazione dell’Istoria in Inghilterra, i vari fascicoli dell’opera, via via trascritti e trasmessi dal Sarpi e dal Micanzio all’agente inglese Nathanael Brent, giunsero segretamente e per vie fidate a destinazione. A Londra l’Istoria venne infine pubblicata nel 1619 presso lo stampatore reale Bill, sotto il nome di “Pietro Soave Polano”, chiaro anagramma per “Paolo Sarpio, Veneto”. Il titolo era il seguente: Historia del Concilio Tridentino, nella quale si scoprono tutti gl’artificii della Corte di Roma, per impedire che né la verità di dogmi si palesasse, né la riforma del Papato, e della Chiesa si trattasse; la precedeva una lettera-dedicatoria a Giacomo I di Marc’Antonio De Dominis, ex arcivescovo di Spalato, passato nel 1616 al protestantesimo, che dichiarava di aver pubblicato l’opera all’insaputa del suo autore, diffondendo così una versione delle vicende dell’Istoria che è stata chiarita nella sua falsità solo recentemente, grazie agli studi di Miss Fr. Yates e di G. Cozzi».
Dall’Introduzione di Renzo Pecchioli

Incontrare Dio in Ogni Momento – L’Arte di Vivere alla Presenza di Dio

Incontrare Dio in Ogni Momento – L’Arte di Vivere alla Presenza di Dio

Titolo originale: Meeting God in Every Moment

Autore/i: Rosage David E.

Editore: Edizioni Paoline

seconda edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Mario Sgarbossa.

pp. 176, Cinisello Balsamo (Milano)

Con questo libro, David E. Rosage, che ha fondato e dirige una Casa di preghiera, ci invita a sperimentare la corroborante presenza di Dio in mezzo al trambusto della vita quotidiana. Per mezzo di cinquantadue brevi meditazioni, una per ogni settimana dell’anno, egli ci aiuta a vedere e a udire, a conoscere e ad amare Dio, dovunque noi ci troviamo e qualunque cosa stiamo facendo. Sia che siamo al lavoro in ufficio o in viaggio su un’autostrada, intenti ad accudire alle faccende domestiche o in giro per i negozi, possiamo sempre comunicare con il nostro Dio, infinito e amoroso, che ci fa compartecipi della sua sapienza, potenza ed eterne ricchezze.
Incontrare Dio in ogni momento è un libro semplice e chiaro, ricco di incantevoli intuizioni spirituali. Il centro del suo messaggio è che Dio ci è vicino e desidera perdonarci, guidarci e rivelarsi a noi.

David E. Rosage è il fondatore e il direttore della Casa del Ritiro Spirituale del Cuore Immacolato di Maria, a Spokane, Washington (Usa).
E autore di numerosi libri spirituali largamente diffusi nel suo Paese. Incontrare Dio in ogni momento è il primo di questi che, in bella traduzione, le Edizioni Paoline sono liete di far conoscere al pubblico italiano.

Cristologia – Breve Corso Fondamentale

Cristologia – Breve Corso Fondamentale

Autore/i: Serenthà Mario

Editore: Editrice Àncora

seconda edizione, in copertina: Masaccio. Tributo, particolare della testa di Cristo Firenze, Chiesa del Carmine, cappella Brancacci.

pp. 144, Milano

Il recente ampio rinnovamento avvenuto nell’ambito della riflessione cristologica ha permesso di riscoprire e chiarire meglio aspetti non secondari della figura e dell’opera di Cristo: figura e opera che costituiscono il centro e il punto focale della fede cristiana.
Diventa sempre più urgente introdurre alla comprensione di questo rinnovamento e delle sue caratteristiche principali anche i non-specialisti nel campo della teologia: adulti desiderosi di approfondire la propria fede, catechisti, catechiste…
A ciò vuole contribuire il presente libretto: con un linguaggio piano e facilmente accessibile.
Le sue pagine sono già state ampiamente sperimentate “sul campo”, in molti incontri rivolti a giovani e adulti e riguardanti precisamente l’approfondimento del mistero di Cristo: vengono adesso offerte a un pubblico più vasto, nel desiderio di servire a una reale crescita della fede di molte persone che ricercano una più larga comprensione del fondamento delle proprie scelte cristiane, «fondamento che è già stato posto, e che è Gesù Cristo»
(1 Cor 3, 11).

Il Sapore della Gloria – Romanzo

Il Sapore della Gloria – Romanzo

«Come tutti sanno, il sapore della gloria è amaro.»

Autore/i: Mishima Yukio

Editore: Leonardo Editore

postfazione di Maurizio Cucchi, traduzione dal giapponese di Mario Teti, titolo originale: Gogo no Eiko.

pp. 144, Milano

Due esistenze, quella del marianio Ryuji e quella dell’adolescente Noboru, s’intrecciano per caso, mentre inseguono una grande irrinunciabile vocazione. Ryuji si sente segnato da un destino speciale, unico, non concesso a nessun altro, sente di essere nato per la gloria. Sulla sua strada incontra l’amore, Fusako, e con lei suo figlio Noboru, portatore, insieme al gruppo di adolescenti cui appartiene, di un altrettanto glorioso ma diverso destino. Quando Ryiji, l’eletto, il semidio venuto dal mare, indissolubilmente legato al luccicante splendore e all’imponenza della sua nave, viene catturato nelle secche terrestri – sposare Fusako è diventare per Noboru nient’altro che un padre – ecco che troverà finalmente quanto di più prezioso l’eroe possa mai perseguire: la gloria, la morte, l’umana assoluta perfetta immortalità.

Yukio Mishima nacque a Tokio il 14 gennaio 1925 e Vi morì suicida, secondo l’antico rituale harakiri, il 25 novembre 1970. Bizzarro ma rigoroso apologeta della «morte eroica», cultore di un’arte aristocratica votata alla celebrazione dei valori tradizionali del Giappone e insieme il più occidentale degli scrittori giapponesi, pubblicò nel 1949 il celebre Confessioni di una maschera (1990), iniziando così una carriera letteraria culminata, fra il 1965 e il 1970, con la tetralogia Il mare della fertilità. La critica più recente ha rivalutato di questo autore soprattutto la produzione degli anni ’50 e dei primi anni ’60, e in particolare: Madame de Sade (1982), La via del Samurai (1983), Il padiglione d’oro (1990), La voce delle onde (1991). Nel 1993 Leonardo Editore ha pubblicato per la prima volta in Italia La Coppa di Apollo.

Storia della Cina Moderna

Storia della Cina Moderna

Titolo originale: The Modern History of China

Autore/i: McAleavy Henry

Editore: Rizzoli

introduzione dell’autore, traduzione di Mario Bonini.

pp. 512, nn. tavole b/n f.t., Milano

Nato a Manchester nel 1912, Henry McAleavy studiò all’Università di Manchester e poi al Trinity College di Cambridge. Nel 1935 si trasferì in Cina dove rimase come giornalista e studioso per un periodo di quindici anni, fino al 1950. Potè vivere così da testimone diretto il periodo cruciale della storia della Cina tra l’inversione giapponese e la lotta di resistenza, e la guerra civile tra nazionalisti e comunisti che portò al potere questi ultimi. Rimanendo in Cina fino al 1950 egli ha potuto seguire, dopo il crollo delle armate nazionaliste di Chiang Kai-shek e la sua ritirata a Formosa, l’ascesa di Mao Tse-tung e i primi sviluppi della Repubblica Popolare. La sua ottima conoscenza della cultura, oltreché della cultura, oltreché della recente storia cinese, gli ha permesso la pubblicazione di libri come That Chinese Woman: The Life of Sai-chihua (1959) e The Chinese Bigamy of Mr David Winterlea: a Manchu Edwardian Fantasy (1961), entrambi rielaborati dal cinese, e di una biografia di Henri della Cina, dal titolo A Dream of Tartary. Al suo ritorno in Europa ha lavorato e insegnato all’istituto di Oriental Laws dell’Università di Londra.

La politica della Cina Popolare è comprensibile solamente se inquadrata nella storia della Cina degli ultimi duecento anni: nella grande crisi, cioè, che vide la disintegrazione delle istituzioni Politiche e sociali tradizionali sotto la pressione Occidentale. In questo volume, l’autore parte dalla descrizione del chiuso mondo dell’Impero Manciù, dominato da una burocrazia di letterati e dai latifondisti, contro il quale le potenze dell’Occidente hanno organizzato il più massiccio attacco coloniale della storia nell’intento di aprire i vasti mercati della Cina alle proprie mercie i suoi governi alla propria influenza politica. Analizzando le conseguenze dell’invasione e la “risposta” cinese ad essa, dalla discussa rivolta dei Taiping e dai primi modesti tentativi di riforma della classe mandarinale alla rivolta dei Boxer e allo sviluppo del movimento repubblicano, il McAleavy si sofferma anche sui mutamenti del costume cinese, dall’arte alla cultura e alla stampa, per dare un quadro completo di una società in rapida trasformazione. Con la rivoluzione russa del 1917 il marxismo passa la frontiera, e da allora comincia a emergere una nuova Cina, Chiang Kai-shek, che ottiene la vittoria con l’appoggio dei comunisti, rompe in seguito coi suoi alleati e fonda un regime nazionalista che si dimostra tuttavia incapace di trasformare la Cina in uno stato moderno e crolla sotto i colpi del Giappone in una guerra che Chiang Kai-shek aveva cercato di evitare a tutti i costi. In questo periodo Mao Tse-tung adatta le dottrine di Marx e di Lenin alle condizioni della Cina e dopo aver sconfitto i rigidi dottrinari ed essersi sottratto alle pesanti interferenze staliniane, elabora una teoria e una tecnica della guerriglia rivoluzionaria che nel 1949 porterà lui e i suoi seguaci al potere in tutto il paese. L’ultima parte del libro mostra come il nuovo regime abbia spinto lontano le sue aspirazioni e la sua politica, e si chiude alla vigilia della rivoluzione culturale, che solo adesso i sinologi occidentali iniziano a studiare.
Il McAleavy ha basato il suo lavoro di storico quai interamente su fonti cinesi, con informazioni di prima mano, che hanno il merito di far conoscere a fondo i personaggi più importanti. In appendice il lettore italiano troverà una bibliografia molto utile, sia per quanto riguarda le fonti straniere, sia per quanto riguarda i volumi e le notizie sulla Cina reperibili attualmente in Italia.

E li Chiamano Disabili • Storie di Vita Difficili, Coraggiose, Stupende

E li Chiamano Disabili • Storie di Vita Difficili, Coraggiose, Stupende

Sedici storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio della non-rassegnazione.

Autore/i: Cannavò Candido

Editore: Rizzoli

prefazione di Wlter Veltroni, appendice a cura di Claudio Arrigoni, in copertina «Simona Atzori» fotografia di Gabriele Rigon.

pp. 258, nn. tavole a colori f.t., Milano

“Penso talvolta che i veri limiti esistono in chi ci guarda.”
(Simona Atzori – ballerina, nata senza braccia)

Candido Cannavò appartiene a quella generazione di giornalisti che sanno cogliere, in ogni aspetto, in ogni zona della materia sulla quale intendono scrivere, la profondità e la densità dei sentimenti, delle emozioni, di quei valori che muovono il nostro animo come il vento increspa le onde dell’acqua.
Candido Cannavò sa raccontare, sa usare la parola e la frase con una musicalità da incantatore. […] Assieme alle motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questo libro, troverete quella capacita di incuriosire, di affascinare noi lettori, di prenderci sottobraccio e convincerci, in poche righe, a compiere con lui il viaggio dentro la storia che ci sta per raccontare.
Ed è, questo viaggio, una storia nobile.
Nobile perché non solo nasce da una consapevolezza dolorosa, ma perché questa consapevolezza è vissuta attraverso un prezioso ribaltamento, quello per cui l’esplorazione del mondo dei disabili non deve essere vissuta attraverso lo stereotipo di un viaggio nel dolore e nell’angoscia, ma che questo andare può trasformarsi in un’esplorazione alla ricerca della bellezza e della forza vitale espressa dal mondo dei diversamente abili. […]
La forza etica delle storie raccontate da Cannavò sta proprio nella considerazione della diversità fatta senza pietismo, affrontata con quella franchezza e quella civiltà che rendono intenso e profondo il mestiere di scrivere.
Perché i personaggi, le storie, le parole di questo libro ci impongono il rispetto e l’attenzione verso chi, da una posizione differente e svantaggiata, ci dimostra di essere in grado di insegnarci volontà e forza vitale, quella forza che è in tutto e per tutto una risorsa preziosa per la nostra società, per la nostra consapevolezza di esser umani.

Candido Cannavò è nato a Catania nel 1930. Ha iniziato la sua carriera di giornalista presso il quotidiano della sua città “La Sicilia” nel 1949, occupandosi di sport ma anche di importanti problemi sociali e di costume. Il suo nome è strettamente intrecciato a quello della “Gazzetta dello Sport”, di cui è stato direttore dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d’Europa. Nel luglio del 2005 ha festeggiato il 50° anniversario della sua prima firma sul giornale per il quale ha seguito i maggiori avvenimenti sportivi mondiali e dieci Olimpiadi.
Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il ciò gli ha conferito l’ordine olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il prestigioso Premio Ischia per il giornalismo. Il suo primo libro, il best seller Una vita in rosa, ha ottenuto nel 2003 il Premio Chianciano, sezione autobiografia, e il secondo, Libertà dietro le sbarre, nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell’ambito del premio letterario e giornalistico Ernest Hemingway.

Le Fate dei Fiori – Il Libro Completo

Le Fate dei Fiori – Il Libro Completo

Titolo originale: The Complete Book of the Flower Fairies

Autore/i: Barker Cicely Mary

Editore: Fabbri Editori

prima edizione, introduzione, traduzione e adattamento di Roberto Piumini.

pp. 194, ill. a colori e in b/n, Milano

Cicely Mary Barker nacque a West Croydon, nel Surrey, il 28 giugno 1895. Per tutta la vita ebbe problemi fisici e da bambina soffri di epilessia. A prescindere dagli attacchi della malattia, l’infanzia di Cicely fu felice e tranquilla. I Barker erano profondamente religiosi e la stessa Cicely fu una devota cristiana, che espresse nell’arte le sue convinzioni spirituali. Fu il padre di Cicely, a sua volta artista esperto, a incoraggiare il suo talento artistico, iscrivendola alla Croydon Art Society quando Cicely Mary Barker aveva tredici anni e offrendole un corso d’arte per corrispondenza, che la giovane segui fino al 1919.

A soli sedici anni Cicely vide pubblicata la sua prima opera, una collezione di cartoline: da quel momento dedico la sua carriera alla pittura. Fu fortemente influenzata dai Preraffaelliti e, come loro, cominciò a credere nella verità della natura”. Per creare i libri delle Fate dei Fiori dipingeva dal vero quando poteva, a volte facendosi addirittura aiutare dal personale di Kew Gardens per trovare e identificare gli esemplari delle piante. Anche per ritrarre le fate si ispirò alla realta: i modelli erano i bambini che frequentavano la scuola materna della sorella. Cicely creo i costumi delle fate da far indossare ai piccoli e costruì ali in miniatura con ramoscelli e garze. Terminati i disegni, componeva le poesie.

Il primo libro delle Fate dei Fiori, Le Fate dei Fiori di Primavera, fu pubblicato nel 1923 e fu ben accolto da un pubblico affaticato dalla guerra, affascinato dalle fate e conquistato dallo sguardo innocente di Cicely.
Nell’introduzione a Le Fate dei Fiori del Sentiero, il settimo libro della serie, si legge: “Permettetemi di dire molto a: apertamente che ho dipinto tutte le piante e i fiori con grande cura e dal vero; e tutto ciò che ho detto riguardo ad esse, per quanto mi e stato possibile, corrisponde a verità. Ma io non ho mai visto una fata; le fate e tutto cid che le riguarda sono solo finzione.” Questa combinazione unica di precisione e fantasia, fin da allora, ha dato ai libri delle Fate dei Fiori una popolarità che dura sino a oggi.

Le Fate dei Fiori è la più completa raccolta delle opere di Cicely Mary Barker sull’argomento. Comprende tutti i suoi libri delle Fate dei Fiori, con il materiale delle edizioni correnti, e include anche un racconto per bambini in versione integrale.
Le Collane delle Fate. Queste illustrazioni rivelano lo straordinario talento artistico che ha permesso all’opera di Cicely Mary Barker di sopravvivere nella meno sensibile eta moderna e di incontrare tanta ammirazione.

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Introduzione

  • Le fate dei fiori di primavera
  • Le fate dei fiori d’estate
  • Le fate dei fiori d’autunno
  • Le fate dei fiori d’inverno
  • Le fate dei fiori del giardino
  • Le fate dei fiori degli alberi
  • Le fate dei fiori del sentiero
  • L’alfabeto delle fate dei fiori
  • Poesie e ballate di piccole fate
  • Le collane delle fate

Guida Insolita ai Misteri, ai Segreti, alle Leggende e alle Curiosità della Puglia

Guida Insolita ai Misteri, ai Segreti, alle Leggende e alle Curiosità della Puglia

Autore/i: Lattanzi Antonella

Editore: Newton Compton Editori

prima edizione, introduzione dell’autore, collana: Guide Insolite n° 61.

pp. 576, ill. in b/n n.t., Roma

… La Puglia è una regione dal passato storico estremamente interessante. Questo è un libro poliedrico e personalizzabile per una Puglia insolita, bella come una principessa, cattiva come una strega, leggera come una fata: una Puglia difficile da conoscere in altro modo, e raccontata con cura in questo libro, che ci promette un viaggio dei più straordinari e affascinanti…

Che cosa c’è in una guida insolita della Puglia? Al di là delle tradizioni, dei miti, delle storie che si raccontano da sempre a proposito di questo rettangolo di terra, il volume svela una serie di aspetti forse mai conosciuti del tacco dello stivale. Una Puglia diversa, avvincente, incantevole, ma anche la terra che ha dato i natali ad Aldo Moro e a Giuseppe di Vittorio, nonché a personaggi come Mennea o come il mitico Rodolfo Valentino. Così, seguendo l’autrice nei suoi itinerari pugliesi, andremo a scoprire una regione insolita, raccontata con cura: un viaggio dei più straordinari e affascinanti in una terra che magari abbiamo sempre pensato di conoscere ma che si mostra, qui, policroma e caleidoscopica come mai avremmo osato immaginare.

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Introduzione

  • La provincia di Bari
  • La provincia di Brindisi
  • La provincia di Foggia
  • La provincia di Lecce
  • La provincia di Taranto
  • La sesta provincia

La Puglia in cifre
Bibliografia
Calendario delle feste
Indice dei nomi
Indice dei luoghi e delle cose notevoli

Gli Etruschi – Il Mistero Svelato

Gli Etruschi – Il Mistero Svelato

Titolo originale: Les Etrusques: la Fin d’un Mystère

Autore/i: Thuillier Jean-Paul

Editore: L’Unità – Electa / Gallimard

edizione italiana a cura di Martine Buysschaert, traduzione di Carlo Montrésor.

pp. 200, numerose illustrazioni e fotografie b/n e colori, Trieste

Già ai tempi di Roma antica gli eruditi si pongono la “questione etrusca”: da dove proviene quel popolo raffinato e misterioso? A quale lingua conosciuta è affine il loro strano idioma, ormai caduto nell’oblio? Ma solo nella Firenze di Lorenzo il Magnifico l’interesse per gli Etruschi si ridesta prepotente. Finché, a distanza di altri secoli, la ricerca puntigliosa degli archeologi non permetterà di ricostruirne la vita quotidiana, la cultura, la religione, dissipando così la coltre di mistero.

Visualizza indice
  • I. – ETRUSCOMANI, ETRUSCOLOGI
  • II. – NASCITA DI UNA NAZIONE
  • III. – ETRUSCHI ALL’APOGEO
  • IV. – GRANDEZZA E DECADENZA
  • V. – LA VITA QUOTIDIANA
  • VI. – L’ETRURIA ROMANA

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
Le fonti antiche
Scrittura e lingua degli etruschi
Etrusco e toscano
Etruschi al microscopio
Il frontone di Talamone
Capolavori dell’Italia etrusca
Andar per tombe
Falsi e falsari
Porsenna abita qui
Gli etruschi sullo schermo
Itinerario etrusco

APPARATI
Cronologia
Indice delle illustrazioni
Indice analitico
Bibliografia

Rock & Servizi Segreti • Musicisti Sotto Tiro: da Pete Seeger a Jimi Hendrix a Fabrizio De André

Rock & Servizi Segreti • Musicisti Sotto Tiro: da Pete Seeger a Jimi Hendrix a Fabrizio De André

Un’indagine avvincente e documentata sui retroscena del rapporto tra musica giovanile e politica. I casi di Pete Seeger, Joan Baez, Phil Ochs, Frank Zappa, Jim Morrison, Jimi Hendrix, John Lennon, Fabrizio De André

Autore/i: Franzinelli Mimmo

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prima edizione, introduzione dell’autore.

pp. 272, nn. fotografie b/n, Torino

Il rock ha rappresentato, dalla meta degli anni sessanta, un fenomeno dirompente che ha fornito ai giovani consapevolezze sino ad allora assenti e ha impresso un forte impulso ai cambiamenti della società. Negli Stati Uniti più che altrove esso ha espresso notevoli capacita di aggregazione ed è stato valutato con sospetto e ostilità da parte dei governanti. Ai tempi della guerra del Vietnam e dei conflitti razziali la musica giovanile si è trasformata, grazie all’impegno di alcuni artisti d’avanguardia, in veicolo di contestazione del sistema: una contestazione tanto più efficace in quanto diffusa nelle università e persino tra i figli della classe al potere. Gli agenti dell’FBI hanno pedinato i musicisti l’ala radicale e spesso lo spionaggio si è trasformato in provocazione, talvolta con esiti tragici. Oggi, grazie al Freedom of Information Act che consente l’accesso alle fonti di polizia, dagli archivi dell’FBI e della CIA emergono la pervasività e il cinismo delle operazioni condotte contro Jimi Hendrix, John Lennon, Jim Morrison, Frank Zappa e tanti  altri musicisti, con arbitrarie intromissioni nella vita privata e insidiose offensive per danneggiarli sul piano artistico. Anche in Italia la polizia ha fatto spiare alcuni musicisti, come testimonia il caso di Fabrizio De André, cui il libro dedica il capitolo conclusivo.

Mimmo Franzinelli, studioso dell’Italia del Novecento, si è occupato dell’epurazione (L’amnistia Togliatti, 2006) e della strategia della tensione (La sottile linea nera. Neofascismo e servizi segreti da piazza Fontana a piazza della Loggia, 2008). Per le nostre edizioni ha pubblicato I tentacoli dell’Ora (1999, Premio Viareggio 2000), sui servizi segreti del regime, e ha curato scritti inediti di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e Leopoldo Gasparotto. Ha affiancato alla ricerca storiografica l’interesse per la musica, testimoniato dalle monografie Le canzoni del diavolo (1993), Phil Ochs (1995), Rock music: gli anni ’60 e Rock music 2: dal Progressive al Punk (2005 e 2007).

Le Virtù Guerriere – Arti Marziali e Psicologia

Le Virtù Guerriere – Arti Marziali e Psicologia

Titolo originale: Martial Virtues

Autore/i: Hackney Charles

Editore: Ponte alle Grazie

prima edizione, traduzione di Roberta Zuppet.

pp. 274, Milano

«La spada e il bene devono andare mano nella mano». (Masaaki Hatsumi)

«Un monaco che esternamente dimostra di avere compassione, ma non nutre anche un grande coraggio dentro il suo cuore, non arriverà mai a realizzare la Via del Buddha. Un samurai che dimostra coraggio esternamente, ma non sente anche una grande compassione dentro il suo cuore, non potrà mai diventare un perfetto samurai. Perciò il monaco deve imparare il coraggio del samurai e il samurai deve cercare di imitare la compassione del monaco». (Hagakure)

Che cosa significa essere un buon guerriero? È possibile diventarlo? Lo psicologo americano Charles Hackney ne è convinto e, per spiegarci la sua posizione, parte dall’analisi di una pratica sempre più diffusa anche nel nostro paese, quella delle arti marziali.
Tralasciandone però gli aspetti più prettamente tecnici, si concentra soprattutto su quelli etici, individuandone le virtù basilari, che permettono di raggiungere i propri obiettivi senza calpestare gli altri.
Lungi dall’essere una persona violenta, infatti, il vero guerriero, nel combattimento come nella vita, è colui che sintetizza in sé l’istanza etica e le doti marziali, proprio come insegnano i guerrieri di ogni epoca e latitudine, dagli eroi delle Termopili ai samurai, da Confucio a Bruce Lee.
Coraggio, giustizia, temperanza, fortezza, benevolenza: sono queste le qualità del buon guerriero, e questo libro ci racconta come ognuno di noi può coltivarle dentro di sé, migliorando noi stessi e il rapporto con il mondo circostante.

Charles Hackney è professore di psicologia alla Redeemer University di Hamilton, Ontario. Ha ottenuto un dottorato in psicologia sociale all’Università di Albany nel 2003 e pratica arti marziali dal 1995, È un esperto conoscitore dell’haikido e di altre arti marziali. Scrive per le principali riviste americane del settore.

Tradizioni Orali non Cantate

Tradizioni Orali non Cantate

Primo inventario nazionale per tipi, motivi o argomenti di fiabe, leggende, storie e aneddoti, indovinelli, proverbi, notizie sui modi tradizionali di espressione e di vita… di cui alle registrazioni sul campo promosse dalla Discoteca di Stato in tutte le regioni italiane negli anni 1968-69 e 1972

Autore/i: Autori vari

Editore: Ministero dei Beni Culturali e Ambientali

a cura di Alberto M. Cirense e Liliana Serafini con la collaborazione iniziale di Aurora Milillo, premessa di Alberto M. Cirense.

pp. XXXI-704, Roma

Dalla premessa:

« Come segnala il sottotitolo, quello che qui si presenta è il primo inventario su area nazionale di cui l’Italia disponga per le sue tradizioni orali non cantate, e più specialmente per i tipi, i motivi e gli argomenti di fiabe, leggende, storie ed aneddoti.
Ma qui va subito aggiunto che la qualifica di «primo» è per un verso relativa e per l’altro ambivalente: è relativa perché si riferisce soltanto al fatto che i documenti inventariati provengono da tutte le regioni italiane; ed è ambivalente perché vuol significare anche che si tratta soltanto di un passo iniziale. E converrà precisare meglio.
Per la cronologia (ma non soltanto per questa), nel settore dei repertori di fiabe la priorità in Italia spetta innanzi tutto a Gianfranco D’Aronco e immediatamente dopo a Sebastiano Lo Nigro i quali già nel 1953 e nel 1957 – raccogliendo anche le sollecitazioni di studiosi quali Vittorio Santoli, Paolo Toschi e Giuseppe Vidossi – ebbero il merito di applicare ai documenti favolistici di due regioni italiane, la Toscana e la Sicilia, quei criteri di catalogazione per tipi che sul piano internazionale erano stati proposti fin dal 1910 da Antti Aarne, e che nel 1928 Stith Thompson aveva ripreso e arricchito con la prima edizione di The Types of the Folktale, integrandoli poi, nel 1932-36, con la prima catalogazione per motivi, ossia con il Mozif-Index of Folk-Literature.
Ma per quanto negli indici regionali di D’Aronco e di Lo Nigro vi fosse la sollecitazione anche esplicita verso una moltiplicazione di analoghe imprese per altre regioni e, più oltre, verso un repertorio nazionale, non può certo dirsi che nei successivi vent’anni il panorama si sia arricchito con l’intensità e l’estensione che sarebbero state opportune: poco s’è avuto su piano regionale, e quasi nulla su area nazionale o almeno interregionale.[…] »

Storia dell’Europa Moderna – 5 Volumi in Cofanetto

Storia dell’Europa Moderna – 5 Volumi in Cofanetto

1 – L’Europa del Settecento, Storia e Cultura • 2- La Rivoluzione Industriale Inglese • 3 – La Rivoluzione Francese • 4 – La Rivoluzione Russa dal 23 Febbraio al 25 Ottobre • 5 – L’Europa del Novecento, Storia e Cultura

Autore/i: Rudé George; Hartwell Ronald Max; Furet François; Richet Denis; Reiman Michal; Lichtheim George

Editore: Editori Laterza

vol. 1 pp. 424, vol. 2 pp. 400, vol. 3 pp. XIII-688, vol. 4 pp. 424, vol. 5 pp. XI-560, illustrazioni in bianco e nero, Bari

Volume 1 – L’Europa del Settecento, Storia e Cultura
Titolo originale: Europe in the Eighteenth Century. Aristocracy and the Bourgeois Challenge
Traduzione di Pietro Negri

Come tutti i volumi della fortunata Weidenfeld & Nicolson History of Civilisation, questo libro di George Rudé offre un quadro della civiltà europea del XVIII secolo in cui l’ampiezza della rappresentazione non va a scapito della precisione e della vivacità dei particolari. Anzi l’allargarsi dell’orizzonte permette di individuare con maggiore facilità le forze che portarono l’Europa in meno di un secolo dall’assolutismo di Luigi XIV alla rivoluzione sociale e politica in Francia e a quella industriale in Inghilterra.
I protagonisti di questa storia sociale sono: l’esplosione demografica, la rivoluzione agraria e quella industriale, lo sviluppo di una borghesia opulenta, l’Illuminismo e il «dispotismo illuminato», la sfida alla monarchia e all’aristocrazia, la protesta popolare, l’espansione commerciale e le guerre coloniali, le tensioni e i conflitti tra le nazioni e all’interno di ciascuna di esse. Fenomeni e contraddizioni che in alcuni paesi, ma non in tutti, portarono a soluzioni rivoluzionarie.
Nella parte conclusiva Rudé, che è ben lontano dal considerare la storia dell’Europa del Settecento come una unica grande premessa alla Rivoluzione francese, mostra quali motivi provocarono l’89, agendo in Francia più che in altre nazioni.

George Rudé insegna Storia alla Sir George Williams University di Montreal. Tra le sue opere ricordiamo: The Crowd in the French Revolution; Paris and London in the Eighteenth Century: Studies in Popular Protesi; Debate on Europe 1815-1850.

Volume 2 – La Rivoluzione Industriale Inglese
Titolo originale: The Industrial Revolution and Economic Growth
Traduzione di Vera Zamagni

«È importante non confondere la metodologia con l’ideologia… Purtroppo, rendere la storia economica più scientifica e meno ideologica viene considerato un atto polemico da diversi gruppi di storici», sostiene Hartwell: questa è la convinzione che fa da supporto principale alla ricostruzione e alla interpretazione di quel grande fenomeno che fu la rivoluzione industriale in Inghilterra.
Questa rivoluzione, in cui si e soliti vedere la nascita del capitalismo moderno, assume un volto totalmente nuovo se la si esamina, come Hartwell fa, in termini di crescita economica: essa appare in realtà non come una frattura con il passato, bensì come un momento, anche se di grande «discontinuità », della evoluzione generale dell’economia europea. In termini di pura crescita, al costo umano che questo sviluppo richiese corrispose d’altra parte un risvolto positivo che gli storici hanno spesso trascurato: il superiore livello d’istruzione, una legislazione più articolata, un aumento reale del livello di vita e un progresso delle classi lavoratrici sotto ogni aspetto.
La produzione crebbe più rapidamente della popolazione, e se le condizioni sociali in Inghilterra erano certamente ancora molto basse alla metà dell’800, esse risultavano pure molto più alte di quanto fossero nel secolo precedente e in tutto il resto dell’Europa.
Hartwell non nega che possa essere oggetto di polemica la «qualità» della vita imposta dalla rivoluzione industriale alla classe operaia, nonostante il più alto tenore di vita raggiunto, ma osserva: «Questa è un’altra storia, anzi è addirittura un altro libro».

Hartwell è fellow del Nuffield College e Reader in storia economica contemporanea all’università di Oxford.

Volume 3 – La Rivoluzione Francese
Titolo originale: La Révolution française
Traduzione di Silvia Brilli Cattarini e Carla Patanè

In questa nuova storia della Rivoluzione francese dal 1789 al 1799 l’evento rivoluzionario viene esaminato in una ricostruzione di «lungo periodo», senza considerarne «inevitabili» le modalità.
Per il primo aspetto la Rivoluzione viene riportata al largo arco di storia europea che parte dalle università italiane del XVI secolo e dalle trasformazioni che il loro influsso generò nell’etica del Vecchio Mondo, e arriva all’Illuminismo e alla diffusione di quella cultura in nuovi strati sociali e in nuovi paesi.
Per il secondo aspetto viene restituito al fatto rivoluzionario, all’«evento», il suo specifico ruolo di creatore di discontinuità storica.
Senza il cattivo raccolto del 1788, che influì così profondamente sulla mobilitazione delle masse rurali, quale sbocco avrebbe trovato la crisi della società francese?
Alla Rivoluzione concepita come un tutto unico viene contrapposta l’idea di uno scontro fra rivoluzioni molteplici, attraverso le quali i vari ceti sociali cercano di far trionfare i propri interessi.
La valutazione dei vari episodi della Rivoluzione cambia completamente.
Il Terrore – che ha sempre accentrato l’attenzione e colpito le immaginazioni – è ridimensionato e collocato in secondo piano rispetto ai grandi periodi in cui risiede il significato più vero della Rivoluzione: l’Assemblea Costituente, con l’asserzione dei diritti dell’uomo e delle libertà politiche borghesi, e Termidoro e il Direttorio, con la costituzione dello Stato moderno e di una nuova classe dirigente.
Anche i «personaggi» principali sono visti con ottica diversa: Marat e Robespierre rivelano i loro limiti, mentre altre figure reclamano il rilievo che nei fatti ebbero ma che non sempre gli è stato dato: Barras e Sieyès, soprattutto, i fondatori e protagonisti del nuovo corso «borghese» della Rivoluzione dopo Termidoro.

François Furet (n. 1927) agrégé di storia, dirige il Centro di ricerche storiche all’École Pratique des Hautes Etudes, e collabora alle «Annales – Sociétés Economics Civilisations».

Denis Richet (n. 1927), dal 1952 agrégé di storia, èstato assistente alla Sorbona e maître de conférence: all’università di Tours. Attualmente è directeur d’études all’École Pratique des Hautes Etudes.

Volume 4 – La Rivoluzione Russa dal 23 Febbraio al 25 Ottobre
Titolo originale: Ruská revoluce
Traduzione di Luciano Antonetti

«Con la narrazione della storia della rivoluzione russa – scrive M. Reiman – ho voluto inoltre arrivare alla conferma di un’acquisizione metodologica; che, cioè, la scienza marxista non deve avere regioni proibite; non deve aver timore di descrivere il proprio avversario di classe o il proprio oppositore ideale così come essi furono, non deve cancellare dalla storia nessun avvenimento, nessuna personalità».
Questa «acquisizione metodologica» ha guidato il giovane storico cecoslovacco nel racconto degli avvenimenti che vanno dal 23 febbraio al 25 ottobre 1917 in Russia.
Il risultato è un quadro vivo e spregiudicato degli otto mesi destinati a scuotere profondamente la storia del nostro tempo, che mette a fuoco, al di là di ogni intenzione apologetica e senza reticenze, il ruolo svolto dai singoli dirigenti bolscevichi e dal partito nel suo complesso nel determinare il succedersi degli eventi che culminarono con l’instaurazione in Russia del primo Stato di dittatura del proletariato.
Quale fu il quadro sociale, economico, politico in cui si svolse la rivoluzione di Febbraio? quale ruolo ebbero le masse nelle fasi cruciali dell’anno ’17 e come modificarono i propri atteggiamenti i partiti politici spinti dall’incontenibile pressione del movimento popolare? come e quando si precisò la concezione politica dei bolscevichi? quali le tesi che distinguevano Lenin da Stalin, Lenin da Kamenev, Lenin da Trockij e quali erano i termini del dibattito nel partito bolscevico prima della rivoluzione d’Ottobre?
Questi i temi che Reiman ha affrontato in questa storia della rivoluzione russa, utilizzando i materiali originali conservati negli archivi dell’Urss.
Sulle vicende che sono al centro della narrazione dello storico cecoslovacco e sugli sviluppi della rivoluzione del ’17 in Urss esiste oggi una abbondante letteratura, tuttavia questa storia di Reiman è il primo contributo privo di posizioni aprioristiche che ci viene dalla storiografia dei paesi socialisti.
La rivoluzione russa, al suo apparire in Cecoslovacchia, ha avuto un gran numero di recensioni positive (tra l’altro su «Rude Pràvo», organo del Pcc e su «Novà mysl», mensile teorico del partito), ma nel dicembre del 1968 – un anno dopo la sua pubblicazione -, la rivista sovietica «Voprosy istorii Kpss» (Problemi di storia del Pcus) pubblicò una recensione durissima in cui condannava l’opera collegandola con tutto il movimento di idee seguito alla caduta del regime novotniano.

Michal Reiman è nato a Mosca il 14 luglio 1930. Ha compiuto i suoi studi parte in Cecoslovacchia e parte in Urss, dove si è laureato in storia nel 1954 presso l’Università di Mosca. È docente di storia nelle scuole superiori (di grado universitario) di Praga. Collabora con l’istituto di storia del socialismo di Praga ed è membro del consiglio di redazione della «Revue dejin socialismu» (rivista di storia del socialismo), organo dello stesso istituto. Attualmente è nella Germania federale per una serie di ricerche sulla storia centro-europea tra le due guerre.

Volume 5 – L’Europa del Novecento, Storia e Cultura
Titolo originale: Europe in the Twentieth Century
Traduzione di Iole Rambelli

La storia politica dell’Europa nel Novecento è incentrata sulla prima e sulla seconda guerra mondiale, sulle origini e le conseguenze di questi due conflitti che hanno completamente mutato il volto del vecchio continente.
George Lichtheim in questo libro spiega questi due momenti culminanti, allargando l’analisi a tutta la cultura europea. Il racconto segue il filo politico, economico e militare, ma al fine di chiarire come la società borghese-liberale si confronta con la prima guerra mondiale, come nascono e si sviluppano nazionalismo, fascismo e socialismo tra le due guerre, quali sono i moventi e i possibili sbocchi della nuova ricerca, da Joyce a Le Corbusier, da Korsch a Lévi-Strauss a Foucault.
Questa particolare attenzione rivolta alla civiltà europea nel suo complesso consente di spiegare le trasformazioni di vecchi valori sotto l’incalzare di obiettive contraddizioni storiche e di profonde evoluzioni culturali.
L’Autore supera così la consueta interpretazione del declino dell’Europa e coglie invece quelle radicali trasformazioni che esplodono originariamente nel nostro continente per coinvolgere la storia presente e futura di tutti gli uomini.

Nato in Germania, dove compì gli studi, George Lichtheim si trasferì poi negli Stati Uniti e, in seguito, in Inghilterra dove è vissuto fino alla morte. Fu Visiting Lecturer e Research Fellow nelle università di Columbia e Stanford. Tra le sue opere ricordiamo Marxism in Modern France, The Concept of Ideology and Other Essays, A Short History of Socialism, e, già tradotte in italiano, Le origini del socialismo, Il marxismo (Bologna 1970 e 1971).

Il Grido Silenzioso

Il Grido Silenzioso

Titolo originale: Man’en Gannan no Huttobohru

Autore/i: Ōe Kenzaburō

Editore: Garzanti Editore

edizione italiana a cura di Mara Muzzarelli, traduzione dal giapponese di Nicoletta Spadavecchia, in copertina: particolare di scultura giapponese attribuita a Jōkei «Guardianodel tempio» 1190 ca.

pp. 280, Milano

La ricomposizione dei sentimenti, la dignità cercata oltre le angosce e le perplessità del nostro secolo, la speranza ritrovata al termine di un crudele e liberatorio ritorno alle origini: sono questi i temi del Grido silenzioso, romanzo corposo e aspro pubblicato originariamente nel 1967.
Due fratelli, Mitsu e Taka, fanno ritorno al loro villaggio d’origine, nel sud-ovest del Giappone. Vivono in maniere diverse il senso di distruzione e sradicamento che li ha investiti e la difficile ricomposizione del loro universo psichico e sociale, mitico e storico. Il motore di questa perfetta macchina narrativa è il contrasto tra i due protagonisti: Mitsu l’introverso, il pensatore disincantato e scettico, poco incline all’azione, è stato condannato da un incidente ad avere un occhio aperto sulle tenebre; Taka l’idealista, l’aggressivo e misterioso fratello minore, si identifica con i personaggi scomodi e perdenti della famiglia.
Saga familiare, parabola politica, drammatica confessione, Il grido silenzioso è una tragedia moderna che da forma a un mondo immaginario di straordinaria ricchezza.

Kenzaburō Ōe, romanziere, saggista e critico, è nato nel 1935 in un piccolo villaggio dell’isola di Shikoku e si è laureato in letteratura francese all’università di Tokyo. È stato insignito del Premio Nobel per la letteratura 1994, del Premio Mondello 1993 e del Premio Internazionale Grinzane Cavour 1995. Garzanti ha pubblicato il romanzo Un’esperienza personale (1996) e i racconti Insegnaci a superare la nostra pazzia (1992).

La Critica Sociologica

La Critica Sociologica

Rivista trimestrale N. 50

Autore/i: Autori vari

Editore: Tipografia Rondoni

introduzione di Franco Ferrarotti.

pp. 296, Roma

Dall’introduzione:

« Accade sempre più spesso di leggere sociologi dell’economia che scrivono da economisti e sociologi della letteratura che scrivono e pensano come critici letterari tradizionali frettolosamente e sommariamente aggiornati mercé un’appendice di comodo che dice tutto e nulla: l’aggettivo «sociale». Forse che la sociologia soffre di una connotazione specifica, cioè di una sua fisionomia, debole, troppo labile o non sufficientemente marcata rispetto ad altre discipline? Può darsi che queste discipline, come l’economia, il diritto, la storia, ecc., le quali possono contare su tradizioni illustri, non avvertano altrettanto acutamente il problema d’una crisi di identità. Il loro illustre passato fa tuttavia pensare all’albatros baudelairiano, le cui ali da gigante gli impediscono di camminare.
Da questo punto di vista la sociologia appare avvantaggiata. Ciò di cui essa soffre non è dovuto alla «giovane età», come spesso si dice con insopportabile condiscendenza. È in primo luogo da attribuirsi ad altre cause. Sembra che sia mancato il momento della cumulazione. Voglio dire che non è solo la mancanza di tradizione. Questa mancanza può riuscire vantaggiosa. Anche per le scienze vale forse il principio di Veblen circa la «penalty of taking the lead». Non è dunque solo la mancanza di tradizione dovuta, secondo l’opinione comune e ormai volgarizzata, al carattere relativamente recente della disciplina. Nel caso della sociologia occorre riconoscere che sono venuti meno i punti di riferimento essenziali per la costruzione di un linguaggio comune e per la elaborazione di ambiti problematici sufficientemente omogenei, tanto da qualificare la ricerca sociologica in maniera distinta rispetto ad altri campi scientifici e a differenti stili di ricerca.
È difficile negare che oggi la sociologia versi in una situazione di frammentazione così acuta che la sua immagine ne veniva ferita. Dicendo sociologia non si viene rimandati ad un corpus dottrinario relativamente omogeneo. Piuttosto, la mente corre ad una variegata tavolozza… Il momento della cumulazione dei risultati parziali acquisiti, da connettersi con la lezione dei classici criticamente intesa, ha ceduto. Tutta una disciplina, con i suoi studiosi e cultori, rischia di vedersi privata della sua memoria critica, del suo linguaggio specifico, dei modi operativi che la definiscono.[…]»

È Mezzanotte Dottor Schweitzer • La Statua in Frantumi

È Mezzanotte Dottor Schweitzer • La Statua in Frantumi

Teatro di Gilbert Cesbron – edizione integrale

Autore/i: Cesbron Gilbert

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione di Susanne Rochat.

pp. 216, Milano

Quando Albert Schweitzer morì, i rotocalchi di tutto il mondo accordarono i loro strumenti per il più patetico dei commiati: la gloria, cui Schweitzer aveva voltato le spalle più di mezzo secolo prima, lasciando l’Europa e la cattedra di professore per andare a curare lebbrosi in Africa, lo aveva raggiunto laggiù centuplicata. Nessun rotocalco parlò invece di suor Teresa, morta a 24 anni nel Carmelo di Lisieux: eppure quindici anni dopo, nel 1923, una folla immensa si recò a Roma per sentirla dichiarare santa. Questi due personaggi d’eccezione sono al centro di “È mezzanotte dottor Schweitzer” ambientato nell’Africa equatoriale francese negli ultimi giorni che precedettero lo scoppio della prima guerra mondiale, e de “La Statua in frantumi”, i due drammi raccolti in questo volume, in cui Gilbert Cesbron riesce a trasmettere il senso profondo di esperienze spirituali straordinariamente intense.

Gilbert Cesbron, nato nel 1913 a Parigi, cattolico, è autore fecondissimo. Di lui gli Oscar settimanali hanno pubblicato “Cani perduti senza collare”.

Il Tao della Barca – Vivere come il Bambù

Il Tao della Barca – Vivere come il Bambù

Titolo originale: The Tao of Sailing

Autore/i: Grigg Ray

Editore: Edizioni Corbaccio

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione Eva Kampmann, in copertina: Ma Yüan (?) Pescatore solitario sul fiume. Prima metà del XIII secolo, dinastia dei Sung Meridionali.

pp. 176, nn. ill. in b/n, Milano

… Quando il mare è indurito dalla forza di una burrasca, l’inclinazione di una barca a vela si piega al montare dei venti, e il movimento della barca cede al montare delle onde. Piegandoci e cedendo riconosciamo la forza del mondo; indurendoci e resistendo riconosciamo la forza di noi stessi. Ecco perché il Tao si trova sia cedendo che resistendo, e perché la rotta curva di un navigatore forte non si spezzerà…

La navigazione procura saggezza. Quando prendiamo il mare avanziamo nel mondo riconoscendo e rendendo omaggio all’assetto superiore delle cose. A bordo di una barca mettiamo in atto la saggezza propria del Tao. Ci muoviamo di concerto con l’energia del vento e del mare. Ci alziamo e ci abbassiamo con le onde, in maniera del tutto naturale. Ci spostiamo o stiamo fermi con il vento, in maniera del tutto naturale. Ci muoviamo con la massa del mare e con l’alito dell’aria, mutando nel rispetto del respiro che è più grande di noi. Il nostro pensiero e le nostre azioni sono il vento e il mare del nostro essere. Quando ci apriamo al vento e al mare, il vento ci penetra con il suo respiro e il mare si riversa dentro di noi fino a mutarci. Poi il vento diventa i pensieri del nostro pensiero e il mare la forza del nostro agire. Questo libro parla di come noi, persone comuni, potremmo vivere molto meglio con noi stessi e con il resto del mondo mostrandoci semplicemente più attenti e ricettivi, pazienti e sensibili verso ciò che è dentro e fuori di noi. Per i velisti in particolare il Tao della barca tratta dello spirito della navigazione. Per i lettori in generale, è la metafora di un modo di vivere.

Ray Grigg, ha insegnato per vent’anni storia della letteratura inglese, belle arti, storia della cultura, e storia delle religioni in Columbia Britannica. Discepolo del taoismo e ha viaggiato in tutto il mondo. Vive con la moglie sull’isola di Quadra, in Columbia Britannica.