Libri dalla categoria Fiabe
Il Magico nella Cultura Antica
Titolo originale: Arcana Mundi. Magic and the Occult in the Greek and Roman Worlds
Autore/i: Luck Georg
Editore: U. Mursia Editore
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione Agata Rapisardi, revisione di Cinzia Mascheroni, collana: Storia e Documenti n° 136, in sovraccoperta: La flagellata e la baccante, Villa dei Misteri, Pompei.
pp. 448, Milano
Magia, miracoli, demonologia, divinazione, astrologia, alchimia erano, per i Greci e i Romani, gli arcana mundi, i segreti dell’universo. Con questo saggio Georg Luck offre la prima esaustiva raccolta di testi documentali sulle scienze occulte e introduce alla magia così come essa veniva praticata nel mondo greco-romano. «Per lungo tempo gli aspetti più oscuri e strani della vita quotidiana a Roma e ad Atene sono stati completamente ignorati: in molti casi essi parevano contrastare con gli stereotipi della grandezza di Roma e della gloria della Grecia. Tuttavia non è giusto continuare a idealizzare i Greci e il loro “genio artistico” o i Romani e il loro “sobrio realismo” negando che magia, stregoneria, demoni e spettri giocavano una parte importante nella loro realtà.» Convinto che la miglior via per lo studio delle scienze occulte nell’antichità sia l’analisi dei testi antichi, Luck ha raccolto oltre 120 documenti, risalenti dall’VIII secolo a.C. al IV d.C., che riportano osservazioni e testimonianze di poeti, storici e filosofi sulla magia e testi su incantesimi e pratiche occulte usati da coloro che la praticavano. Tutti i documenti sono preceduti da testi introduttivi, molti di essi sono messi a disposizione del grande pubblico per la prima volta. Ciascuno dei sei capitoli dedicati alle principali branche dell’occultismo nella prima parte si propone di guidare il lettore nella collocazione storica dei testi presentati; grande attenzione è inoltre riservata alle moderne teorie sui fenomeni parapsicologici. Il volume attirerà l’interesse di coloro che sono affascinati dal mondo classico, offrendo una visione insolita e assai avvincente del mondo greco-romano.
Georg Luck ( 1926 – 2013), era un classicista svizzero noto per i suoi studi su credenze e pratiche magiche nel mondo classico.Per oltre vent’anni è stato professore alla Johns Hopkins Univerity di Baltimora, nel Maryland.
Premessa
Capitolo I: Magia
- Introduzione
- Religione e magia
- La magia come scienza
- Nigidio Figulo e Plinio il Vecchio
- Gli sciamani
- Gesù di Nazareth, Simon Mago e Apollonio di Tiana
- I filosofi e la magia
- La voce dello scetticismo: Luciano di Samosata
- Tipi di pratiche magiche
- Panorama storico
- Gnosi ed ermetismo
- La magia, il diritto e la Chiesa
- Letteratura e realtà
- Note
Capitolo II: Miracoli
- Introduzione
- Note
Capitolo III: Demonologia
- Introduzione
- Demoni e spiriti maligni
- Spiriti di defunti
- Eroi e culto degli eroi
- Fantasmi e apparizioni
- Il daimonion di Socrate. Spiriti protettori
- Platonisti, cristiani e scettici sui demoni
- Note
Capitolo IV: Divinazione
- Introduzione
- Sogni
- Oracoli
- Ascesa e caduta degli oracoli
- Ornitomanzia
- La disciplina etrusca
- Altre tecniche divinatorie
- Note
Capitolo V: Astrologia
- Introduzione
- I cristiani e l’astrologia
- Le stelle e la fede nel destino
- Osservazioni sulla tecnica astrologica
- L’antica letteratura astrologica
- Note
Capitolo VI: Alchimia
- Introduzione
- L’aspetto chimico
- L’aspetto mistico
- Rappresentazioni superate
- Note
Bibliografia
Indice delle fonti
Indice analitico
Romanza Parigina – Carte di un Disperso
Titolo originale: Pariser Romanze – papiere eines Verschollenen
Autore/i: Hessel Franz
Editore: Adelphi Edizioni
traduzione di Enrico Arosio, Fabula 103, in copertina: Pierre bonnard, L’indolente (1899).
pp. 100, Milano
Per le strade di Parigi, “la città più carnale che ci sia”, passeggiano instancabilmente un mite flâneur (ma la sua mitezza è un’insidiosa forma di seduzione) e una bionda diciannovenne tedesca, che dovrebbe migliorare il suo francese. Lotte vuole scoprire la “vera vita” della città, e il suo accompagnatore non chiede di meglio che iniziarla. Parigi sta vivendo un ultimo momento di inconsapevole felicità, poco prima che scoppi la Grande Guerra. E il flâneur la osserva come se già stesse per inabissarsi. Così comincia una storia su cui paradossalmente sappiamo oggi più di quanto sapesse il suo autore nel 1920. Il flâneur è infatti Franz Hessel, che sarà Jules in Jules et Jim di Henri-Pierre Roché, il grande amico a cui la Romanza parigina viene raccontata in forma di lettera, quasi per invitarlo a innamorarsi anche lui di Lotte. E Lotte – quella Helen Grund che diventerà la moglie di Hessel e l’amante di Roché – sara Kathe in Jules e Jim.
Ma le complicate geometrie sentimentali della vicenda non si sono ancora delienate: siamo sulla soglia, in un vagabondaggio malinconico e vibrante nel regno del possibile, immersi nelle sue variegate tentazioni. E la prosa ha risonanze che anticipano quelle dell’altro grande amico di Hessel, dell’altro irriducibile flâneur: Walter Benjamin.
Un versante dell’opera di Franz Hessel (1880-1941), quello delle prose brevi, è quanto di più affine a certi testi di Walter Benjamin (come Infanzia berlinese). Insieme a Benjamin, fra l’altro, Hessel tradusse parti della Recherche di Proust: apparso nel 1920, Romanza parigina fa parte di una trilogia in corso di pubblicazione presso Adelphi.
Cagliostro
Titolo originale: Cagliostro
Autore/i: Brunet Philippe
Editore: Rusconi
prima edizione, traduzione di Gabriella Ernesti, in sovraccoperta: Giuseppe Balsamo, conosciuto come il conte Cagliostro, in un ritratto di Le Gay (1778), conservato nel castello di Versailles (Foto Alinari/Giraudon).
pp. 384, Milano
Un uomo in fuga da se stesso: così Philippe Brunet tratteggia la figura di Alessandro Cagliostro, l’«avventuriero» che strabiliò le moltitudini con le sue miracolose guarigioni e affascinò le Corti d’Europa con gli spettacolari esperimenti di alchimia. Uomo senza pace, Cagliostro non ebbe mai una dimora fissa né una patria sicura. Calunniatori e denigratori videro in lui l’eretico, il massone, l’Anticristo, l’emissario a Roma dei rivoluzionari francesi. La Santa Inquisizione lo condannò «senza speranza di grazia».
Con Cagliostro, un’opera di profonda ricerca storiografica, Brunet ristabilisce la verità sul «Mago Merlino del ’700».
Ormai da due secoli, cronisti e romanzieri definiscono il conte Cagliostro come uno stregone-mago, un truffatore, un falsario. E falsario, scrive Brunet, lo fu sicuramente, tanto da rinunciare al proprio nome, Giuseppe Balsamo, per inventarsi una inesistente nobiltà. Tuttavia, scienziato e illusionista, arrogante e generoso, Cagliostro diede il meglio di sé curando i malati, poveri o ricchi, senza mai richiedere compensi.
Dalla biografia di Brunet esce un’immagine grandiosa del personaggio: Cagliostro si manifesta in modo così sorprendente da lasciare senza fiato per l’universalità dei suoi interessi. Erborista, disegnatore, cabalista, negromante e creatore di mirabolanti scenografie per il Rito egizio, il «mago» fu l’unica personalità, nel Secolo dei Lumi, capace di offrire al mondo quel «senso del meraviglioso» senza il quale, suggerisce Brunet, l’uomo non sarebbe che una creatura senz’anima.
Philippe Brunet, francese, è scrittore e studioso di storia. Ha pubblicato il saggio Torquemada et l’Inquisitz’on ed è coautore del romanzo Le Vampire de Düsseldorf.
Autobiografia di un Fisico
Titolo originale: My Life. Recollections of a Nobel Laureate
Autore/i: Born Max
Editore: Editori Riuniti
introduzione di Edoardo Amaldi, traduzione di Paolo Camiz.
pp. 436, Roma
Questa non è solo un’autobiografia scientifica. Il ritratto che Max Born ci offre di se stesso va oltre il profilo dell’uomo di scienza, che pure è stato tra i maggiori del nostro secolo. Di lui veniamo a sapere tutto ciò che occorre per accostarsi alle teorie che gli valsero il premio Nobel, ma anche i tratti di una normale vita borghese nella quale si intrecciavano le influenze dell’ambiente intellettuale e commerciale. Il tono è quello di una rievocazione piana e distesa che ci accompagna per le varie fasi della carriera dello studente, del docente, dello scienziato, nelle università tedesche e inglesi, negli anni delle persecuzioni naziste, alle quali l’ebreo Max Born ebbe la fortuna di sopravvivere, e nel dopoguerra, quando egli tornò in Germania e seppe dare un contributo di idee e di iniziative ai movimenti pacifisti.
È la lunga e operosa vita di un uomo di genio, del quale si ricorda la profonda umanità, la vastità degli interessi culturali, l’acutezza dei giudizi sulle persone, sulle vicende politiche, sull’educazione, sulla storia.
Max Born (1882-1970) divenne negli anni Venti uno dei principali fisici teorici tedeschi. In particolare si deve a Born, insieme a Heisenberg e Jordan, una delle formulazioni della meccanica quantistica, la cosiddetta meccanica delle matrici. Collaborò intensamente con Einstein e diede contributi importanti alla fisica atomica e molecolare, che gli valsero il premio Nobel nel 1954. Con l’avvento del nazismo si trasferì in Inghilterra e diventò cittadino britannico. Rifiutò sempre di collaborare alle ricerche per lo sviluppo delle armi nucleari e fu uno dei fondatori del movimento Pugwash per il disarmo internazionale.
Un Uomo che Chiamano Clochard – Quando l’Escluso Diventa l’Eletto
«Ci sono libri che cambiano chi legge. Sono rari. Questo è uno di quelli.» (Jean-Claude Didelot)
Autore/i: Collard Michel; Gambiez Colette
Editore: Edizioni Lavoro
introduzione degli autori, traduzione di Mario Bertin e Roberto Cincotta, titolo originale: Quand l’exclu devient l’élu.
pp. 388, Roma
Stendere la mano a chi passa, cercare il cibo nei bidoni della spazzatura, dormire sui marciapiedi e nei corridoi della metropolitana…, questa è la sorte tragica dei senzacasa nella nostra società opulenta.
Colette e Michel, che di questa società facevano parte, si sono uniti ai più poveri, non per aiutarli, come si fa di solito, ma per tracciare assieme a loro un cammino nuovo.
Da sedici anni lui, da sette lei, rispondendo al richiamo evangelico, con una scelta di sapore francescano, condividono giorno e notte la vita dei clochards.
A mani nude, nella miseria più assoluta, non fanno altro che lasciarsi accogliere dai più poveri in una presenza amichevole e fraterna. È il mondo alla rovescia.
Sono loro gli autori di questo libro, nel quale raccontano l’esistenza drammatica e le aspirazioni più profonde dei loro compagni.
Uno sconvolgente libro-testimonianza che si rivolge a tutti. Un libro che può cambiare l’esistenza.
Michel Collard, 52 anni, entra molto giovane nei francescani. Scopre il mondo della grande miseria, grazie a un’associazione di volontariato, nella quale resta per cinque anni. Nel 1983 decide di condividere la vita dei senzacasa nella sua interezza. Nel 1992, dopo aver lasciato l’ordine francescano, prosegue il suo cammino con Colette, diventata nel frattempo sua moglie.
Colette Gambiez, 41 anni, dopo aver esercitato per nove anni la professione di infermiera, fonda la comunità Magdala a favore dei senzacasa. Nel 1992 conosce Michel e, dopo aver abbandonato tutto, si unisce a lui per condividere la vita dei più poveri.
Storia della Camera da Letto – Il Riposo e l’Amore nei Secoli
Titolo originale: Ethnologie de la Chambre à Coucher
Autore/i: Dibie Pascal
Editore: Rusconi
traduzione dal francese di Anna Silva, in sovraccoperta: Linverno (1967) di Domenico Gnoli (foto EM.R.).
pp. 304, numerose tavole a colori e bianco e nero fuori testo, illustrazioni in bianco e nero, Milano
«Dormire è un’arte e la camera da letto un luogo di cultura»: lo afferma l’etnologo Pascal Dibie, autore di questo libro straordinario, unico al mondo. Dormire non è soltanto una necessità fisiologica, ma è anche piacere, tenerezza, gioia suprema. Non a caso gli antichi Greci dedicarono alla camera da letto due divinità: il dolce Hipnos, il Sonno che fa dimenticare ai mortali ogni dolore, e il malizioso Eros, figlio di Afrodite.
Nella camera da letto, afferma Dibie, gli esseri umani possono esprimersi integralmente, spogli di abiti e nudi di infingimenti. Quando l’individuo chiude la porta della sua camera, si isola in un limbo personale che lo farà rinascere dopo il transfert del sogno e delle immagini irreali.
Ma questo luogo destinato alla privacy diventa rivelatore delle diverse forme di civiltà umana. L’uomo di Neanderthal cerca nella grotta una difesa contro i pericoli, ma anche una tregua alle ansie della giornata. Il gineceo assiro-babilonese riflette il senso della centralità regale. Il cubiculum dei Romani è il cuore della casa dove il cittadino non si limita a dormire, ma lavora, mangia, riceve. I «letti collettivi» dell’età merovingia sono la cornice di una moralità sospesa fra paganesimo e umiliazione carnale. Le alcove rinascimentali brillano nel gusto per l’arte e l’eleganza. E poi la camera dell’Ottocento borghese: uno spazio pieno di mobili, suppellettili, ninnoli e stampe, esibizione di lusso privato e potere pubblico.
Nella Storia della camera da letto, Dibie dà vita e immagine alle fogge, agli usi, alle metamorfosi e perfino alle eccentricità di questo luogo «sacro» all’individuo. Inoltre ci parla delle consuetudini erotiche dei vari popoli, e ci illustra i diversi tipi di letto, dal lussurioso sofà al lieve tatami giapponese.
Nel suo lungo viaggio dentro la camera da letto, Pascal Dibie scopre una serie di significati a quella misteriosa pausa chiamata «sonno» alla quale tutti dedichiamo un terzo della nostra vita. Ciò che importa, suggerisce l’autore, è non consumare invano quella pausa, ma imparare ad applicare bene le naturalissime arti di Hipnos , e di Eros.
Pascal Dibie, studioso di etnologia, insegna presso l’Università Parigi VII. Direttore di collane editoriali, ha pubblicato diverse opere, fra cui il saggio Villaggio ritrovato (1979). E anche autore di un romanzo.
Complottario – Storie dall’Ombra per non Dormire
Per chi non si accontenta delle verità ufficiali, della realtà, delle certezze, della Storia per come appare.
Autore/i: Verrengia Enzo
Editore: Avagliano Editore
pp. 304, Roma
Esistono dei padroni segreti del mondo, che tirano le fila di tutte le cose? Ma davvero gli extraterrestri sono già atterrati e le prove sono nascoste in quella base del Nevada detta Area 51? Fu solo Oswald che sparò a Kennedy? Il Watergate fu solo un tentativo di spiare il Partito democratico? È possibile che le prossime guerre siano combattute da soldati-robot e da individui geneticamente modificati, capaci di imprese da supereroi? Hitler aveva l’ama definitiva? Quali insolite pieghe si trovano nelle vite di Ian Fleming e Jules Verne? Cos’ha provocato l’estinzione dei dinosauri? Un meteorite precipiterà sulla Terra entro i prossimi trent’anni? La geografia del pianeta è tutta rivelata o rimangono i luoghi del mistero? A che scopo un nobile del Cinquecento costruì un giardino popolato di statue deformi? Domande già in se stesse sconcertanti, che non evocano risposte risolutive bensì ulteriori suggestioni e ipotesi improbabili. In Complottario si individuano certe questioni in sospeso. Non solo gli enigmi più ricorrenti. Molte vicende sembrano partire da premesse scontate, poi invece prendono svolte inattese. L’ombra dell’incertezza si allunga su questo itinerario, equamente diviso tra gli elementi concreti della ricerca e le suggestioni dell’immaginario.
Enzo Verrengia ha scritto per la radio, la televisione, il teatro e i fumetti, firmando alcuni albi della serie Martin Mystère. Suoi racconti e saggi sono apparsi su “Urania”, “Segretissimo” e “Robot”. Collabora a diverse testate e traduce dall’inglese. Ha pubblicato: Tow Tow Tow (2000), La notte degli stramurti viventi (2001) e, per Avagliano, Divora il prossimo tuo (2004).
La Magia e il Potere – L’Esoterismo nella Politica Occidentale
Autore/i: Galli Giorgio
Editore: Lindau
premessa e introduzione dell’autore.
pp. 432, Torino
Il rapporto tra cultura politica e cultura esoterica non è stato spezzato dalla rivoluzione scientifica del XIX secolo. Esso, in realtà, riappare a sprazzi, in singoli paesi e in situazioni specifiche, sino ai nostri giorni, dove ancora brillano lampi di esoterismo, sia a livello teorico sia nella pratica politica. In questo testo, frutto di anni di studio, Giorgio Galli coglie alcuni di quei momenti: nella riflessione di Hobbes e di Weber, nelle oscillazioni in Francia tra rivoluzione e reazione, nell’Inghilterra vittoriana, nella Romania di Codreanu. E ancora: oltre Oceano, negli Stati Uniti come in Argentina, in Italia negli anni del fascismo e in quelli di Prodi, per finire con la Russia del bolscevismo e di Gorbaciov.
Un’avventura tra storia, scienze occulte e paranormale, dall’alchimia alla perestrojka, dall’astrologia alla politica.
Giorgio Galli, politologo e docente italiano, ha insegnato Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi di Milano. È stato consulente della Commissione stragi negli anni 1994-95 e ha lavorato presso numerose testate come giornalista e saggista, presso «Panorama» e «Linus».
Tra le sue numerose opere ricordiamo: Il decennio Moro-Berlinguer. Una rilettura attuale (2006), Enrico Mattei: petrolio e complotto italiano (2005), Piombo rosso. La storia completa della lotta armata in Italia dal 1970 a oggi (2005), I partiti politici italiani (1943-2004).
Lo Scambio Clinico – La Teoria dei Sistemi Motivazionali e i Nuovi Principi della Tecnica Psicoanalitica
Autore/i: Lichtenberg Joseph D.; Lachmann Frank M.; Fosshage James L.
Editore: Raffaello Cortina Editore
prima edizione, introduzione degli autori, collana: Psicoanalisi e Ricerca collana diretta da Massimo Ammaniti e Nino Dazzi.
pp. 298, Milano
A 100 anni dalla nascita della psicoanalisi, gli autori ridisegnano i principi di una nuova tecnica che, integrando i dati della psicologia del Sé con quelli dell’infant research, permetta una comprensione del Sé come centro di esperienza e di motivazione. Sulla base di un ricchissimo materiale clinico, essi dimostrano inoltre come la nuova tecnica porti a una riconcettualizzazione dello scambio clinico fra terapeuta e paziente e costruiscono un manuale di tecnica psicoanalitica di estrema ampiezza e vivacità.
James L. Fosshage è direttore del National Institute for the Psychotherapies.
Frank M. Lachmann insegna al New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanaliysis. Nelle nostre ediioni ha pubblicato Lo scambio clinico (con J. Lichtenberg e J.L. Fossahage, 2000), Infant Research e trattamento degli adulti (con B. Beebe, 2003) e Le origini dell’attaccamento (con B. Beebe, 2015).
Joseph D. Lichtenberg è professore di Psichiatria alla Georgetown University. nelle nostre edizioni ha pubblicato Psicoanalisi e sistemi motivazionali (1995), Lo scambio clinico (con J. Fosshage, F.M. Lachmann, 2000) e Mestiere e ispirazione (2008).
Ringraziamenti (Joseph D. Lichtenberg)
Introduzione
- Sintesi del caso ed effetti delle esperienze vissute su Sé e sui sistemi motivazionali della paziente
- Scambio clinico: 1983, 1985, 1987, 1989, 1990
- Dieci principi tecnici
- Esperienze affettive. Il filo d’oro nello scambio clinico
- I transfert. Come li comprendiamo e come li utilizziamo
- I sogni. La speciale opportunità di esplorazione offerta dall’attività mentale durante il sonno
- Sessualità, sentimenti affettuosi ed erotizzazione. Implicazioni per il trattamento dell’abuso sessuale
- Modi di azione terapeutica e come i nostri principi tecnici
- Le nostre risposte ad alcune difficili questioni
Bibliografia
Indice analitico
Manuale di Ayurveda – La Medicina Tradizionale Indiana
Titolo originale: A Handbook of Ayurveda
Autore/i: Dash Bhagwan Vaidya; Junius M. Manfred Acarya
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione all’edizione italiana di Piero Fenili, traduzione di Stefania Bonarelli.
pp. 176, ill. in b/n, Roma
Questo manuale è un importante e fondamentale testo dedicato all’apprendimento della medicina ayurvedica, un manuale che può essere usato, con grande profitto, sia dallo studente, dal medico generico e dallo specialista, sia dal semplice appassionato. Scritto espressamente per servire da testo nel corso di ayurveda che si tiene presso la Australian School of Ayurveda di Adelaide, questo splendido manuale è ricco di illustrazioni, diagrammi, disegni, incisioni e tabelle, che forniscono al lettore la visione delle risorse con cui la natura sa alleviare le sofferenze del genere umano. Ayurveda è un termine sanscrito formato da ayus (vita), e veda (conoscenza, o scienza). Quindi l’ayurveda è la scienza della vita, la conoscenza della vita o un sistema di vita basato sulla conoscenza. Allo stesso tempo, essa è anche un sistema medico, cioè un metodo che sistematizza ed applica le conoscenze sullo stato di salute e lo stato di malattia, sugli stati di equilibrio e di squilibrio degli esseri viventi; che indica come si possono correggere gli squilibri e come si può conservare l’equilibrio. L’ayurveda viene generalmente considerato un metodo terapeutico, ma occorre precisare che esso comprende tutti gli aspetti del benessere degli esseri viventi, quello fisico, quello psichico e quello spirituale, essendo l’ayus, o vita, fatta di corpo, organi dei sensi, mente e anima. Secondo l’ayurveda, la salute non è solo assenza di malessere, di malattia, ma uno stato di continuo benessere e appagamento, uno stato di felicità fisica, mentale e spirituale. Un antico testo definisce l’ayurveda “la disciplina grazie alla quale è possibile distinguere i modi di vita sani e felici da quelli malsani ed infelici, grazie alla quale è possibile sapere cosa giova e cosa nuoce alla salute e alla felicità, e conoscere la vera natura della vita”. Essa pertanto presiede non soltanto al perfetto funzionamento dei nostri sistemi ed organi, della nostra psiche e del nostro spirito, ma anche al rapporto di felice convivenza con tutte le creature.
Manfred M. Junius, è il direttore dell’Australian school of Ayurveda di Adelaide. Appassionato di musica e di indologia
Uno dei maggiori studiosi e dei più stimati medici ayurvedici in campo internazionale. Prima di scegliere l’Italia come sede per la diffusione dell’Ayurveda e per realizzare corsi di formazione per medici e paramedici, ha operato in molti paesi del mondo, sia come consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sia per motivi di studio e di ricerca. Consulente ayurvedico del Ministero della Sanità e del Benessere della Famiglia dell’India fino al 1982, ha dedicato tutta la vita alla ricerca e alla pratica della medicina indiana. Studioso di sanscrito, conduce da anni accurati studi sugli antichi testi ayurvedici andati perduti nel corso dei secoli, ma ancora rintracciabili attraverso fonti tibetane. La sua padronanza delle lingue tibetana, mongola, inglese, tedesca e francese gli ha consentito di far conoscere e apprezzare i suoi lavori in tutto il mondo.
In Italia la sua attività è promossa dall’Istituto Italiano di Ayurveda, con sede a Firenze, ma operante anche a Roma e in diverse altre città.
Sulle Mie Tracce
Titolo originale: Mir auf der Spur
Autore/i: von Rezzori Gregor
Editore: Ugo Guanda Editore
prima edizione, traduzione e cura di Andrea Landolfi, collana: Biblioteca Della Fenice, in copertina: Gregor von Rezzori ritratto di spalle.
pp. 320, Parma
Per la prima volta, in questo libro, Gregor von Rezzori racconta in maniera completa i suoi ricordi. La sua vita coincide in maniera sorprendente con il XX secolo. Nato cittadino austroungarico nel 1914 a Czernowitz, in Bucovina, una sorta di intercapedine politica tra la Mitteleuropa e i Balcani e che sarà in seguito divisa tra la Romania e l’Unione Sovietica, è stato per lungo tempo apolide prima di diventare cittadino austriaco, benché avesse già eletto l’Italia sua patria d’adozione. Attraversando i paesi e le culture Gregor von Rezzori riflette nel prisma di un’ironia ribelle gli avvenimenti che lo hanno portato in seguito a Vienna, Bucarest, Berlino, Amburgo fino a quell’angolo di Toscana dove la morte lo coglierà nel 1998. Come quello di Zweig e di Musil, lo sguardo che Rezzori porta sull’Europa nella quale ha vissuto tutti i grandi rivolgimenti lo innalza al rango di testimone del Ventesimo secolo. Spesso catapultato nelle situazioni più inverosimili, riesce a trovare il meglio in ogni circostanza, trasfigurando grazie al suo talento di scrittore un’esistenza segnata dall’esilio e dalla perdita dell’identità. Gregor von Rezzori è un narratore avventuroso, che tesse i fili sparsi della sua esistenza nella trama della storia, dando ai disordini politici un tocco familiare e tragicomico, che fa comprendere in maniera migliore di qualsiasi analisi le ambiguità di un secolo che non ha mai finito di interessarci, e se il reale qualche volta ci viene sottratto è per riemergere di nuovo reso più affascinante. Gregor von Rezzori attraversa il suo Novecento, gli orrori della storia, le miserie e le speranze proprie e altrui, i successi e le cadute, osservando ogni cosa (e prima di tutto se stesso) da una certa distanza, e rifiutando coraggiosamente, con piena naturalezza, di schierarsi dalla comoda parte dei “buoni” che hanno vinto sui “cattivi”.
Psicoanalisi dell’Adolescente
Titolo originale: Adolescents. Psychoanalytic Approach to Problems and Therapy
Autore/i: Autori vari
Editore: Armando Armando Editore
a cura di Sandor Lorand e Henry I. Schneer, traduzione di Ada Bencini Bariatti.
pp. 400, Roma
Questo volume costituisce il risultato organico della collaborazione di diciannove studiosi, esperti della psicologia degli adolescenti: David Beres – Leo A. Spiegel – Judith S. Kestenberg – Marjorie Harley – Selma H. Fraiberg – Sylvan Keiser – Peter Blos – Augusta Bonnard – Henry I. Schneer – Paul Kay – Melitta Sperling – Hyman Spotnitz – Sandor Lorand – Rhoda L. Lorand – Anita I. Bell – Simon Kwalwasser – Sidney L. Green – Solomon Machover – Warner Muensterberger.
Gli autori partono dall’assunto che l’adolescenza non sia semplicemente un periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, ma una fase di sviluppo distinta da caratteristiche specifiche e che inoltre richiede tecniche terapeutiche specializzate. In particolare gli autori indagano le difficoltà che sorgono nella formazione e nel carattere dell’adolescente allorché questi si trova di fronte agli eventi psicosessuali più importanti del proprio periodo di sviluppo, ai propri impulsi aggressivi ed alle pressioni che la società esercita su di lui. […]
Prefazione
- CAPITOLO PRIMO: Formazione del carattere di D. BERES
- CAPITOLO SECONDO: Identità e adolescenza di L. A. SPIEGEL
- CAPITOLO TERZO: Menarca di J. S. KESTENBERG
- CAPITOLO QUARTO: I conflitti legati alla masturbazione di M. HARLEY
- CAPITOLO QUINTO: Conflitti omosessuali di S. H. FRAIBERG
- CAPITOLO SESTO: L’esibizionista adolescente dI S. KEISER
- CAPITOLO SETTIMO: Delinquenza minorile di P. BLOS
- CAPITOLO OTTAVO: Il marinare la scuola e i piccoli furti associati al lutto di A. BONNARD
- CAPITOLO NONO: Il suicidio nell’adolescenza di H. I. SCHNEER e P. KAY
- CAPITOLO DECIMO: Disturbi psicosomatici di M. SPERLING
- CAPITOLO UNDICESIMO: Adolescenza e schizofrenia: problemi di diagnosi differenziale di H. SPOTNITZ
- CAPITOLO DODICESIMO: Terapia degli adolescenti di S. LORAND
- CAPITOLO TREDICESIMO: Terapia dei problemi di apprendimento di R. L. LORAND
- CAPITOLO QUATTORDICESIMO: Il ruolo dei genitori di A. I. BELL
- CAPITOLO QUINDICESIMO: La terapia negli istituti di S. KWALWASSER e S. L. GREEN
- CAPITOLO SEDICESIMO: Considerazioni diagnostiche e prognostiche negli esami psicologici di S. MACHOVER
- CAPITOLO DICIASSETTESIMO: L’adolescente nella società di W. MUENSTERBERGER
INDICE ANALITICO
Enrico Mattei : Petrolio e Complotto Italiano
Autore/i: Galli Giorgio
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore
pp. 448, Milano
«Chissà, forse l’abbattimento dell’aereo di Mattei, più di vent’anni fa, e stato il primo gesto terroristico nel nostro Paese, il primo atto della piaga che ci perseguita.» (Amintore Fanfani – Congresso dei partigiani cattolici, Salsomaggiore 1986)
Nel febbraio del 2003, il pm di Pavia Vincenzo Calia chiedeva l’archiviazione per l’inchiesta da lui riaperta nel ’94 sul «caso Mattei». Dopo perizie accurate, centinaia di testimonianze, pagine e pagine di documenti, l’esito amaro e inquietante cui approdava è riassumibile in tre punti: l’aereo del presidente e fondatore dell’ENI, caduto a Bascapè nell’ottobre del ’62, è stato oggetto di un attentato preparato da mesi; il sabotaggio comportò, “quanto meno a livello di collaborazione e copertura, il coinvolgimento di uomini inseriti nello stesso ente petrolifero e negli organi di sicurezza dello Stato con responsabilità non di secondo piano”; tale coinvolgimento è corroborato, negli anni, dalla sparizione di prove, omissioni, subornazioni di testi e anche strani incidenti. Sono conclusioni che conferiscono, al di là di ogni più fantapolitica immaginazione, autorità giudiziaria alle tesi che Giorgio Galli sostiene da oltre trent’anni. Di fatto, con la morte di Mattei, il «complotto» entra nella storia politica italiana, ne modifica l’evoluzione e i rapporti tra potentati economici e partiti, apre un periodo in cui un filo rosso (di sangue e misteri) lega la politica alla mafia, a oscure trame eversive, passando per piazza Fontana, inglobando tutti gli anni di piombo e il caso Moro, e lasciandosi dietro una scia di vittime sacrificali.
Questo libro – che si compone di tre parti, due già edite nel ’76 e nel ’95 e la terza contenente ampi passaggi dell’inchiesta di Pavia – dopo aver scandagliato vita e ambizioni dell’uomo che lottò per rendere l’Italia autonoma dal punto di vista energetico, nell’analizzare i possibili perché della sua eliminazione, offre in sottotraccia una ricostruzione sconsolante degli ultimi quarant’anni della nostra storia repubblicana, sui cui retroscena troppo poco si è potuto o voluto chiarire. Se, infatti, la verità giudiziaria ha potuto solo tratteggiare il contesto del complotto, senza individuare esecutori e mandanti, c’è tutt’oggi chi accredita la tesi dell’incidente, mentre in sede storiografica è utile riflettere sulle conseguenze economiche della svolta operata dai successori di Mattei, che hanno fatto dell’ENI non un produttore ma un semplice distributore di petrolio, sottomesso alle grandi compagnie americane, condannando l’Italia a una politica di importazione energetica con i più alti costi europei per le industrie e le famiglie. Un’eredità di scelte sciagurate, tangenti e malaffare politico, di cui il nostro Paese paga ancora il prezzo, aggravato dall’amara constatazione che «il tempo e i depistaggi consegnano alla storia quello che, tempestivamente indagato, avrebbe potuto riguardare la giustizia e anche la politica».
Giorgio Galli, politologo e saggista, ha insegnato per molti anni Storia delle dottrine politiche all’Università di Milano. Ha condotto ricerche per la Fondazione Agnelli, l’Istituto Cattaneo del Mulino ed è stato consulente della Commissione stragi negli anni 1994-95.
Tra i suoi ultimi libri ricordiamo: La storia dei partiti politici italiani, L’Impero americano e la crisi della democrazia, Il prezzo della democrazia: la carriera politica di Giulio Andreotti, e, per Baldini Castoldi Dalai editore, Piombo rosso.
L’Africa del Tesoro – Diamanti, Oro, Petrolio: il Saccheggio del Continente
Autore/i: Masto Raffaele
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione dell’autore.
pp. XII-308, tavole a colori fuori testo, 1 cartina in bianco e nero, Milano
«Così nelle regioni ricche di risorse le multinazionali arrivano con veri e propri eserciti privati, con tutte le infrastrutture, dopo aver realizzato accordi sommari per lo sfruttamento del territorio con governi fantoccio, instabili e inaffidabili. Si tratta di accordi a tempo determinato: pochi anni, a volte soltanto pochi mesi, il tempo necessario per compiere un autentico saccheggio, senza regole, senza rispettare la natura, senza riconoscere il minimo diritto sindacale ai lavoratori locali.»
Avorio, oro, gomma, diamanti, petrolio, legno pregiato, uranio, coltan: oggi come secoli fa queste preziose risorse sono la maledizione dell’Africa. Attirano le grandi multinazionali che spogliano il sottosuolo devastando l’ambiente, alimentano la corruzione delle classi dirigenti e dei politici, che mantengono il potere svendendo il territorio, scatenano guerre senza fine fra gruppi etnici. Le conseguenze sono note: la povertà estrema della popolazione, la piaga dell’Aids, le centinaia di migliaia di orfani, l’arretratezza culturale e tecnologica. Una miseria anche più vasta che ai tempi del colonialismo. In questo reportage Raffaele Mesto ci conduce attraverso i paesi africani più ricchi, nei luoghi remoti dove si estraggono i minerali pregiati: in Sudan, nelle miniere d’oro a cielo aperto, dove intere famiglie scavano freneticamente a mani nude o con attrezzi rudimentali per strappare alla terra qualche pepita. In Congo, all’interno della foresta pluviale, dove abitano i Pigmei, un popolo che rischia l’estinzione perché la regione è stata presa d’assalto dalle multinazionali, con i loro eserciti privati. In Angola, nella zona diamantifera dove l’autore ha intrapreso un viaggio pieno di incognite e di pericoli. Un racconto che svela realtà umane e sociali spaventose, ma dà anche spazio alla suggestione di un ambiente che non ha uguali, all’emozione di incontri inattesi e all’esperienza della grande forza degli africani nel resistere alla distruzione del loro continente e ai tentativi di annientare la loro identità culturale.
Raffaele Masto lavora nella redazione esteri di Radio Popolare dal 1989 e collabora con diverse testate italiane e straniere. Inviato in Medio Oriente, America Latina e soprattutto in Africa, ha realizzato documentari di politica, cultura, società e antropologia venduti in diversi paesi del mondo. Per Sperling & Kupfer ha pubblicato In Africa, lo, Safiya, con Safiya Hussaini e Libera, con Feven Abreha Tekle.
La Scuola di Base – Continuità e Integrazione
Autore/i: Autori vari
Editore: La Nuova Italia
cura e introduzione di Giacomo Cives.
pp. XIII-210, Scandicci (FI)
L’esigenza di dar corpo e sviluppo alla continuità della scuola di base (materna, elementare, media), particolarmente sottolineata nei lavori della Commissione Fassino per la proposta dei nuovi programmi della scuola elementare, poi emanati nel 1985, appare oggi particolarmente avvertita, come mostra una serie crescente di volumi, Saggi, articoli sull’argomento.
È solo una moda? Per nulla. Questo volume collaborativo mostra come si tratta invece di un’istanza di fondo per la crescita e la democratizzazione produttiva della scuola di tutti e per il suo studio in modo non particolaristico e segmentato. Insomma, l’analisi e l’intervento per ciascuno dei tre livelli di scuola richiede ormai in ogni caso (preparazione concorsi, aggiornamento, conduzione amministrativa, proposta di riforme, ecc.) una visione generale e complessiva, storica, organizzativa, didattica, innovativa, che si riferisca allo «specifico» di ognuno di essi, ma insieme consideri, per la loro positiva e qualitativa «integrazione», i problemi relativi da esaminare e risolvere, psicologici, pedagogici, metodologici, organizzativi («tempo» di scuola, programmi e programmazione, nuove tecnologie, integrazione degli handicappati, formazione e aggiornamento degli insegnanti, rapporto scuola-extrascuola…).
Né manca nel libro una considerazione aperta e problematica sulle «nuove frontiere» dell’obbligo scolastico: da estendere ai 5 anni di età e al primo biennio della scuola secondaria superiore? Scuola di base appare ormai un concetto e una realtà da approfondire, consolidare e sviluppare in modo serio, organico e non superficiale.
Classi Aperte e Interclasse – Principi, Organizzazione e Metodi di una Scuola che si Rinnova
Autore/i: Sansuini Silvano
Editore: La Nuova Italia
prefazione dell’autore.
pp. 170, Scandicci (FI)
L’insegnante di classe, tradizionalmente isolato ed autosufficiente nel chiuso della propria aula, è l’emblema di una scuola che va tramontando. Il suo ruolo si evolve e si articola in rapporto a nuove esigenze, le sue funzioni diventano meno generiche e più specifiche, complementari ad altri interventi, nell’ambito di una più aggiornata strategia educativa, politica e scientifica, comunitariamente programmata.
Da questa premessa scaturisce l’esigenza di riconsiderare in termini diversi l’intera problematica scolastica. La ventata dei Decreti Delegati ha sollevato entusiasmi, timori, speranze, incertezze, ed è chiaro che una ferma volontà politica e il primo, indispensabile presupposto di rinnovamento: perciò anche il dibattito sulla scuola non può riguardare soltanto gli addetti ai lavori. Per tale motivo il volumetto è stato pensato in termini agevolmente leggibili anche da parte delle migliaia di genitori eletti nei consigli di interclasse, che assai spesso si rendono conto di non riuscire a portare contributi concreti e positivi negli organi di lavoro di cui fanno parte.
La Programmazione nella Scuola Materna – Ovvero, il Diritto alla Conoscenza e alla Creatività a Tre Anni
Autore/i: Frabboni Franco
Editore: La Nuova Italia
introduzione del’autore.
pp. 170, Scandicci (FI)
È nostra convinzione che la Programmazione costituisca un’ineludibile e irrinunciabile «bussola» per il viaggio di una scuola materna che voglia essere sempre dalla parte del bambino.
La Programmazione si offre, quindi, da quadro/comandi per un percorso formativo che sia dotato di un traguardo (abbia un’intenzionalità educativa), disponga di una consapevole direzione di marcia (quella più vicina ai bisogni reali del bambino), fruisca dei mezzi didattici più idonei al raggiungimento della meta. E non un percorso formativo che proceda zigzagando, uscendo frequentemente dalla propria «rotta» pedagogica, privo di una logica e di una coerenza metodologico-didattica. Alla Programmazione occorre assicurare – perché possa fungere da insostituibile stella cometa per il viaggio della scuola materna dentro il misterioso Pianeta/infanzia – robuste e ciclopiche gambe istituzionali e pedagogiche.
Franco Frabboni insegna Pedagogia presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Bologna. Scolaro di G.M. Bertin, il suo pensiero pedagogico aderisce alle ragioni del razionalismo critico di impostazione fenomenologica e problematicista, che egli tende a sperimentare in aree nevralgiche del nostro sistema educativo: la scuola dell’infanzia, la scuola dell’obbligo a tempo pieno, le istituzioni educative extrascolastiche (soggiorni di vacanza, centri di servizio culturali e ateliers di quartiere, ecc.).
La Libertà
Autore/i: Geymonat Ludovico
Editore: Rusconi
seconda edizione, prefazione dell’autore.
pp. 140, Milano
Uno dei più grandi filosofi della scienza del nostro tempo affronta il problema della libertà, ripercorrendo le emozioni e i pensieri che da secoli abbracciano questo bisogno dell’uomo. È un cammino costellato da popoli e individui, da idee concrete e astratte, da certezze e delusioni. Ma cos’è la libertà? È possibile stabilire se il nostro mondo la vive?
«Nella nostra epoca – scrive Geymonat – non solo ha perso ogni significato il concetto di indipendenza assoluta, ma anche quello di indipendenza relativa ha subito molte restrizioni, cosicché in parecchi casi possono sorgere fondati dubbi se si possa ancora parlare di indipendenza». Accanto a queste parole il filosofo ricorda che «la libertà dei popoli è un concetto molto vago» anche se riscuote il massimo interesse. E che il termine «schiavitù» si presta «a parecchi equivoci».
Ma non tutto finisce qui. Appena la filosofia approfondisce il concetto di libertà i problemi si complicano. Se non abbiamo la libertà, come ottenerla? E, in questa lotta, che posto spetta alle armi, alla violenza? Geymonat da una risposta. La scrive non soltanto per i filosofi, perché le sue parole diventano, di fronte a tali quesiti, di una chiarezza esemplare. Egli esamina l’idea alle radici e ne ripercorre le ramificazioni. Il lettore si troverà, in tal modo, dinanzi ai grandi problemi di sempre, che il nostro tempo non ha risolto: il bisogno di lotta, il rapporto tra libertà e violenza, la libertà di pensiero, quella dei sentimenti e della fantasia. Poi, in conclusione, si troverà davanti il grande enigma che condiziona la storia: il Potere.
Ludovico Geymonat è nato a Torino nel 1908 e vive a Milano. Al suo nome sono legate la prima cattedra di Filosofia della Scienza istituita in Italia (Università di Milano, 1956) e la più vasta opera dedicata alle vicende di questa disciplina: la Storia del pensiero filosofico e scientifico (7 voll.), che vide la luce tra il 1970 e il 1976. Altri suoi scritti: Studi per un nuovo razionalismo (1945), Filosofia e filosofia della scienza (1960) e L’ancora indispensabile indagine dedicata a Galileo Galilei (1957).
Difesa dell’Egoismo
Autore/i: Lunati Giancarlo
Editore: Rusconi
prima edizione, prefazione di Valerio Zanone.
pp. 124, Milano
L’egoismo è un tema classico, su cui più volte si è tornati nella letteratura laica e religiosa. Insolito tuttavia è il modo con cui è trattato in questo ultimo scritto di Lunati, dove la contrapposizione non è con l’altruismo, ma con la dissipazione. L’egoismo è qui difeso per la sua forza aggregatrice di risorse vitali e di intelligenza, di onesta intellettuale e di rifiuto dell’ipocrisia; infine per la legittimazione che esso può pretendere come veicolo principale dei doveri dell’uomo. Lunati, di formazione crociana, ha sviluppato un modo di pensare che ha radici umanistiche e che ha in Kant un riferimento costante.
In questo breve saggio c’è più forza propositiva che volontà polemica, e ogni argomentazione sottende un discorso sul senso della responsabilità e su quello del dovere. I valori non sono statici: tutto è critico, tendente verso quella maturità che è nella gestione del provvisorio, non nella fede nel definitivo.
Non è certo un saggio del riflusso, ma piuttosto la lucida riproposizione di alcuni temi liberali: della priorità dell’individuo sulle utopie collettivistiche e della fiducia nella intraprendenza e nel gusto del rischio, contro il garantismo, il fatalismo e la delega statalistica.
Giancarlo Lunati, nato ad Alessandria il 2 settembre 1928, è Amministratore Delegato di una azienda milanese.
Ha pubblicato i saggi: La libertà, Napoli 1959; Elogio dell’ottimismo, Milano 1970; Il lavoro dell’uomo, Milano 1973.
Opere di narrativa: Una cronaca, Milano 1977; Memorie dell’autunno, Torino 1980 e, per l’Editore Rusconi, I recinti degli dei, Milano 1983.
Prefazione
- Apollonio di Tyana
- L’ignoto maestro degli Albigesi
- Cristiano Rosencreutz e i Rosacroce
- Il Mistero dei Templari
- Nicola Flamel e la Pietra Filosofale
- San Germano l’immortale
- H. P. Blavatsky e i Teosofi
Epilogo
Piante Selvatiche – Come Riconoscerle, Raccoglierle e Usarle in Cucina
Autore/i: Chiej Gamacchio Roberto
Editore: Giunti
introduzione dell’autore.
pp. 320, nn. ill. a colori e in b/n n.t., Firenze
Buone da mangiare: le piante selvatiche, ricche di proprietà oltre che belle da vedere, sono una ricchezza che la natura ci offre. Insieme a schede dettagliate per imparare a riconoscere le molte specie che si possono raccogliere durante una passeggiata o nel campo dietro casa, nel volume trovate ricette per antipasti, primi piatti, contorni, salse o tisane, all’insegna del gusto e della salute.
Roberto Chiej Gamacchio tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Tricologia. La cura dei capelli, Demetra 1994; Cure naturali delle allergie da polline, Demetra 2006; Manuale pratico di omeopatia con Pietro Bressan, Demetra 2009; Rimedi naturali, Demetra 2017.
Introduzione
- Schede botaniche
- Ricette
- Tisane
Indice delle schede
Indice delle ricette