Libri dalla categoria Conflitti Militari
Moro: Lettere dal Carcere delle Brigate Rosse • 9 maggio ’78 – 9 maggio ’98
Supplemento: I Documenti de Il Tempo
Autore/i: Moro Aldo
Editore: Editrice Romana
a cura di Giuseppe Sanzotta, Tiziano Carmellini, introduzione di Gian Paolo Cresci (Direttore de Il Tempo).
pp. 82, ill. in b/n, Roma
… Interrompiamo le trasmissioni per una drammatica notizia che ha dell’incredibile e che, anche se non ha avuto finora una conferma ufficiale, purtroppo sembra sia vera. Il Presidente della Democrazia cristiana, l’On. Aldo Moro è stato rapito poco fa a Roma da un “commando” di terroristi… Con queste parole, alle 9,25 del 16 marzo 1978, un’edizione straordinaria del GR2 annuncia al paese il rapimento di Aldo Moro e il massacro della sua scorta. Cominciano così quei terribili 55 giorni di angoscia e di passione, che si concluderanno il 9 maggio nel barbaro assassinio del Presidente della Democrazia cristiana…
Introduzione
- I documenti delle BR
- Le lettere di Moro
- L’annuncio della morte di Moro
- I personaggi
Roma Barocca
Autore/i: Wiedmann Gerhard
Editore: Editoriale Jaca Book
prima edizione.
pp. 322, nn. ill., Milano
Culla del linguaggio barocco, a partire dalla fine del ’500, Roma ospita per oltre centocinquant’anni alcuni dei più grandi maestri del periodo, da Bernini, Pietro da Cortona e Borromini fino agli epigoni che introdurranno forme rococò e poi neoclassiche lungo il ’700.
Le grandi committenze, con il cantiere per eccellenza della Basilica di San Pietro, e lo stimolo alle maggiori imprese del periodo, dipendono in gran parte dalla gara ambiziosa dei pontefici che, soprattutto nell’occasione degli Anni Santi, mirano a mostrare Roma in una veste anche artisticamente all’avanguardia.
Il volume, rara sintesi di un periodo eccezionalmente produttivo, affronta ogni monumento scelto come un microcosmo in cui si riflette la multiforme varietà del genio barocco romano.
Storia degli Armeni
Autore/i: Buzand P’awstos
Editore: Mimesis Edizioni
introduzione e cura di Gabriella Uluhohian, note di Marco Bais, traduzione di Marco Bais e Loris Dina Nocetti.
pp. 240, 1 cartina geografica, Milano
La Storia degli Armeni, che la tradizione attribuisce al cronista armeno del V sec. d.C. P’awstos Buzand (Fausto di Bisanzio), rappresenta, come un grande affresco, poco più di cinquant’anni di storia compresi tra il 330 e il 387 d.C. Si tratta di una serie di avvenimenti tumultuosi che vedono come protagonista l’Armenia cristiana dei re arsacidi in lotta contro l’eterna rivale, la Persia sassanide. Dal gioco delle alleanze e tradimenti che coinvolgono i principi armeni, a volte ribelli, e i potenti di altre regioni, dal Caucaso alla Persia, mentre sullo sfondo campeggia la potenza di Bisanzio, emerge sempre e comunque l’aspetto profondamente umano dei personaggi. Oltre che per la ricchezza delle informazioni sul piano militare, politico, religioso e sociale di tutta l’area interessata per questo periodo, di cui costituisce unica fonte, l’opera ha un suo particolare fascino per lo stile epico e il gusto della narrazione che contraddistinguono il suo autore e lo rendono uno dei più originali della letteratura armena.
Gabriella Uluhogian è docente di Lingua e letteratura armena presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. I suoi interessi, di tipo filologico-linguistico, vertono principalmente sulla letteratura armena classica e sulle traduzioni in armeno di testi greci classici e patristici; ha curato l’edizione critica delle Regole di San Basilio di Cesarea.
La traduzione del testo è di Marco Bais, che si sta adottorando in Armenistica, e di Loris Dina Nocetti, laureanda in Lingua e letteratura armena.
Dall’Altra Parte – Tre Grandi Medici si Ammalano Gravemente e Raccontano la Loro Storia. La Paura, la Sofferenza, la Lotta per Sopravvivere. E la Proposta per Rifare una Sanità che Curi Davvero
Autore/i: Bartoccioni Sandro; Bonadonna Gianni; Sartori Francesco
Editore: Rizzoli
a cura di Paolo Barnard.
pp. 256, Milano
La medicina oggi può e deve togliermi il dolore,; se non lo fa, io mi ucciderò, ma non sarà un suicidio, sarà un’omissione di soccorso. (Profesor Sandro Bartoccioni, cardiochirurgo)
Ho conosciuto la paura dei miei ammalati e ora so cosa provava Don Rodrigo… il suo terrore di essere gettato ai montati. (Dottor Gianni Bonadonna, presidente Fondazione Michelangelo, Istituito Tumori di Milano)
Oggi, quando faccio ambulatorio, ne esco distrutto perché mi rivivo nelle storie dei miei ammalati. (Professor Francesco Sartori, direttore Dipart. Di Scienze chirurgiche toraciche e vascolari Università di Padova)
Chi meglio del medico ammalato ci può dire come andrebbe ripensato l’universo salute? In queste pagine tre grandi clinici italiani di fama internazionale raccontano il loro salto di ruolo da curanti a curati. Le storie sono raccontate in prima persona con rara schiettezza, fra autoironia e tragedia, in un’altalena di rivelazioni e denunce talvolta scioccanti contro l’attuale organizzazione della Sanità, ormai controllata dai politici e troppo lontana dal dolore dei malati.
L’idea è rivoluzionaria, dirompente: creare una Consulta nazionale composta da grandi medici seriamente ammalati che raccolga i suggerimenti di centinaia di loro colleghi, anch’essi affetti da patologie gravi, per stilare una grande riforma della Sanità. Iniziando dal Decalogo che i tre autori hanno scritto per una medicina rimodellata a partire dalle sofferenza dei pazienti, non dagli interessi dei politici.
Provarci si può. Sarebbe la prima volta in Italia e forse nel mondo.
Paolo Barnard, giornalista, ha fatto importanti inchieste per la trasmissione Report e attualmente collabora con Rai Educational.
Fuochi
Titolo originale: Feux
Autore/i: Yourcenar Marguerite
Editore: Bompiani
traduzione di Maria Luisa Spaziani.
pp. XIV-112, Milano
Con una prosa tesa e ornata, Fuochi è un’opera “assolutamente ardente”, un libro sulla passione d’amore, sulla sua esorcizzazione, glorificazione e trascendenza.
“Nato da una crisi passionale, Fuochi, si presenta come una raccolta di poesie d’amore, o, se si preferisce, come una serie di prose liriche collegate fra loro sulla base di una certa nozione dell’amore. Come tale, opera non ha bisogno di commenti, in quanto !amore totale, imponendosi alla vittima come malattia e insieme Come vocazione, è da sempre una realtà dell’esperienza e un tema fra i più visitati della letteratura. Si può tutt’al più ricordare che ogni amore vissuto, come quello che ha dato origine al libro, si fa e poi si disfa all’interno di una determinata situazione, grazie a un complesso miscuglio di sentimenti e di circostanze che in un romanzo formerebbero la trama stessa della vicenda mentre in una poesia sono il punto di partenza del canto.” (Dalla Prefazione dell’autrice)
Marguerite de Crayencour, nata a Bruxelles nel 1903 da padre francese e madre belga, ha esordito nel mondo letterario nel 1921 con lo pseudonimo di Marguerite Yourcenar, quasi un anagramma del suo nome. Pur viaggiando e soggiornando in Europa e in Oriente, ha trascorse gran parte della sua vita negli Stati Uniti, nell’isola di Mount Desert, dove si è spenta il 17 dicembre 1987. Della sua vasta opera letteraria ricordiamo: Alexis o il trattato della lotta vana (1929), Moneta del sogno (1934), Il colpo di grazia (1939), Memorie di Adriano (1951) L’opera al nero (1968), Care memorie (1974), Archivi del Nord (1977). Le Opere Complete di Marguerite Yourcenar sono pubblicate in due volumi net nuovi Classic: Bompiani.
La Ragazza di Vajont
«Quanto passato puoi portanrti dentro?»
Autore/i: Avoledo Tullio
Editore: Giulio Einaudi Editore
pp. 314, Millano
Il protagonista di questo romanzo si aggira fra le macerie di un mondo in rovina, devastato da una violenta pulizia etnica accaduta da qualche parte nel tempo e del cui orrore s’intravede solo la coda.
Una lunga cicatrice gli attraversa il petto, e una memoria difettosa gli impedisce di mettere ordine nei suoi ricordi e nel suo passato, creando un continuo e imprevedibile cortocircuito tra verità e finzione.
Intorno a lui una realtà slittata, altra, eppure simile alla nostra, dove non esistono i telefoni cellulari, l’uomo non ha mai camminato sulla Luna e l’Africa è diventata un grande deserto radioattivo.
Immerso nel silenzio della neve sorge Vajont: un paese nuovo, costruito per accogliere gli sfollati della tragedia della diga, e diventato negli anni ricettacolo di «una fauna di sradicati, di gente senza casa e senza nazione che capitava lì e lì si fermava, come barche senza timone trascinate dalla marea».
Le giornate del protagonista sembrano ripetersi uguali da sempre: le visite all’ospedale per una terapia che forse è la radice stessa del suo male, la passione per l’aeromodellismo, le chiacchiere con l’unico, ombroso amico che gli è rimasto, lo Storpio.
Fino a quando un pomeriggio, sulla corriera che lo porta all’ospedale, alla fermata di Vajont sale una giovane ragazza. «Ho in mente un volto, e il modo in cui la luce rende bella la sua pelle. Un ciuffo di capelli biondi le vela lo sguardo. Così gli occhi sembrano guardarti da lontano, dalle profondità di qualcosa». È l’inizio di un amore impossibile, e al tempo stesso il momento della verità: «la memoria fa male», e niente potrà mai cancellare ciò che lui ha fatto. Perché se la realtà sembra vacillare, se è meglio guardarsi le spalle ogni volta che si esce di casa, la colpa è anche sua.
«Quando la ragazza di Vajont aprì la portiera il freddo invase l’auto, ma poi lei saltò svelta dentro, il sedile di pelle la accolse, e l’interno fu di nuovo caldo e pieno di vita, tanta vita da sembrare impossibile».
Tullio Avoledo è nato nel 1957 a Valvasone, in Friuli. Vive a Pordenone, dove lavora presso l’ufficio legale di una banca. Ha pubblicato tre romanzi per Sironi Editore: L’elencotelefonico di Atlantide (2003), Mare di Bering (2003), Lo stato dell’unione (2005). I primi due titoli sono disponibili nei Tascabili Einaudi. Presso Einaudi sono inoltre usciti i romanzi Tre sono le cose misteriose (2005, premio Super Grinzane Cavour 2006) e Breve storia di lunghi tradimenti (2007).
L’Eco della Pioggia
Titolo originale: Zai xiyu zhong huhan
Autore/i: Yu Hua
Editore: Donzelli Editore
introduzione dell’autore, traduzione dal cinese di Nicoletta Pesaro, grafica di copertina di Simona Zanini.
pp. 288, Roma
«Il bambino che io ero comincio a temere in modo inesplicabile l’oscurità della notte. Ho riportato alla memoria quella sera pervasa da una sottile pioggia fluttuante: m’ero già addormentato; mi avevano poggiato sul letto come si fa con un giocattolo. Il ticchettio dell’acqua sulle grondaie esaltava il silenzio; il sonno si era a gradi impadronito di me. Deve essere stato nel momento in cui calmo e fiducioso mi abbandonavo al sonno che mi apparve una strada remota e tranquilla. Da lontano si senti una donna che chiamava con voce di pianto. Quella voce roca che risuonò improvvisamente, spezzando l’incomparabile silenzio di prima, pervase di brividi l’infanzia che rivive adesso nella mia memoria».
Il giovane Sun Guanglin riannoda i fili della propria esistenza, e fa in modo che i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza riportino alla luce le storie tragiche e spassose della sua famiglia, ma anche degli amici e dei compaesani. Con un ritmo cadenzato come lo scorrere del fiume, che fa al tempo stesso da sfondo e da personaggio del romanzo, assistiamo alle sue prime esperienze: la scoperta della sessualità, la gioia e il tormento dell’amicizia, la solitudine del mondo degli adulti. Tutti tratti comuni sia alla generazione dei vecchi che a quella dei bambini.
L’eco della pioggia è un romanzo di formazione, ma anche un romanzo corale, che racconta drammi e miserie, vizi e sentimenti di una comunità contadina della Cina di questo secolo. Il contesto storico sociale è analogo a quello dell’altro grande romanzo, Vivere!, che ha reso Yu Sua famoso presso il pubblico italiano. Ma in questo caso la narrazione distinte e definisce i punti di vista delle diverse età della vita che si susseguono. L’altalena dei ricordi rievoca le vicissitudini di tre diverse generazioni: quella del narratore-protagonista, e cioè di bambini e adolescenti inquieti, divisi tra il desiderio e la paura di crescere, vittime dell’abbandono fisico morale degli adulti; quella dei padri, figure venerate e temute, trascinate via dalle proprie debolezze e dai propri peccati in un continuo tradimento nei confronti dei figli; e quella dei vecchi, eroi del passato al tramonto, con i quali solo la morte e i morti – o a modo loro i bambini – instaurano un dialogo: vecchi sprofondati nella malinconia a volte ridicola della loro inutilità.
Ma la tenace malinconia della memoria non sortisce l’effetto di una desolata tristezza: al contrario, essa si anima continuamente di briose e ironiche fiammate, nello stile a volte grottesco a volte infantilmente scherzoso che caratteristica l’epica contadina di Yu Sua. Come il buffo scenario che fa da contorno al concepimento del protagonista, o l’episodio del vecchio nonno caparbio, che creduto morto spalanca gli occhi tra il terrore degli astanti. Apre il racconto un grido di donna, che giunge alle orecchie del. Protagonista bambino filtrato dallo spessore deformante di una pioggia sottilissima e pungente. Quel grido, che non ha ricevuto risposta, percorri tutte le pagine a seguire e resterà nelle orecchie del lettore, segno di una mirabile, spasmodica tensione narrativa.
Yu Hua è nato nel Zhejiang, in un villaggio della Cina meridionale, nel 1960. Figlio di un medico di campagna, dopo essersi occupato di medicina si è dedicato interamente alla narrativa. È considerato uno dei più importanti scrittori cinesi della nuova generazione. Il suo romanzo Vivere!, pubblicato nel 1997 da Donzelli, ha vinto il super-premio Grinzane Cavour per la letteratura straniera 1998. Di Yu Hua, in Italia, è stata anche pubblicata, col titolo Torture, una raccolta di racconti (Torino 1997).
Il Mare Conteso – La Corsa all’Appropriazione degli Oceani
Titolo originale: La mer confisquée
Autore/i: Chouraqui Gilles
Editore: Città Nuova Editrice
introduzione dell’autore, traduzione dal francese a cura della Redazione di Città Nuova Editrice.
pp. 224, 1 cartina e figure b/n, Roma
Dopo la conquista dei mari come vie di navigazione e di trasporto, avvenuta nel secolo scorso, oggi il mondo vive una seconda conquista dei mari come fonte di ricchezza da sfruttare: materie prime e scorte alimentari che decideranno lo stesso futuro dell’umanità in termini di sopravvivenza.
Queste ricchezze sommerse spiegano perchè gli Stati costieri estendano vieppiù le loro frontiere marittime: il mare – definito nel ’70 solennemente dall’ONU «patrimonio comune dell’umanità» – si è in tal modo già assottigliato di un terzo. Tale movimento di appropriazioni nazionali comporta altresì il moltiplicarsi di conflitti locali fra Stati limitrofi e aggrava il conflitto Nord-Sud. Infatti, i Paesi industrializzati, colpiti dalla crisi energetica e bisognosi in crescendo di materie prime, dotati di alto potenziale tecnologico e finanziario, si sono lanciati allo sfruttamento dei fondali marini; i Paesi del Terzo Mondo reclamano un regime d’internazionalizzazione con un’Autorità propria. Un compromesso, dopo complessi e pluriennali negoziati legati alla «Conferenza del mare», appare ancora lontano. L’Autore, uno specialista di problemi marittimi, sensibilizza in modo semplice e chiaro sull’importante problema.
Dancing into Darkness – Butoh, Zen, and Japan
Autore/i: Fraleigh Horton Sondra
Editore: University of Pittsburgh Press
Dance Books
pp. 274, nn. ill. in b/n n.t., Pittsburgh
…cross boundaries, just as butoh anticipates a growing global amalgamation. “Butoh is not an aesthetic movement grafted onto Western dance, ” Fraleigh concludes, “and Western dance may be more Eastern than we have been able to see…
Dancing into Darkness is Sondra Horton Fraleigh’s chronological diary of her deepening understanding of and appreciation for this art form, as she moves from a position of aesthetic response as an audience member to that of assimilation as a student. As a student of Zen and butoh, Fraleigh witnesses her own artistic and personal transformation through essays, poems, interviews, and reflections spanning twelve years of study, much of it in Japan. Numerous performance photographs and original calligraphy by Fraleigh’s Zen teacher Shodo Akane illuminate her words.
The pieces of Dancing Into Darkness cross boundaries, just as butoh anticipates a growing global amalgamation. “Butoh is not an aesthetic movement grafted onto Western dance,” Fraleigh concludes, “and Western dance may be more Eastern than we have been able to see.”
«Fraleigh’s wide-ranging text is a kaleidoscope of her butoh and Zen experiences that blend with notes on Buthoh’s origins… Yet this is not a surface account, but a carefully crafted record from an American dance academic… There is a dream-time quality about the writing itself with cultural, personal and historical all inter-linked.» (Dance Now)
«For many, even in Japan where it originated, butoh is still not a particularly easy form of dance to understand and appreciate. Horton’s cross-cultural point of view in Dancing into Darkness provides welcome insight.» (Dance International)
«Should inspire anyone interested in the active feminine voice… It has a niche beyond the dancer-reader, to those drawn to Japan, to cultural anthropology, and to cross-culturalism.» (Janice LaPointe-Crump,Texas Woman’s University)
«Through examining the “other,” one learns about one’s own culture, values, and aesthetics… Sondra’s book allows us to do this, because of her subject, remarkable insights, and captivating writing style.» (Joan Laage, Artistic Director of Dappin’ Butoh – Seattle)
Sondra Horton Fraleigh chairs the Department of Dance at the State University of New York, Brockport. She is the author of Dance and the Lived Body and co-editor (with Penelope Hanstein) of Researching Dance: Evolving Modes of Inquiry. Her articles have been published in texts on dance and movement, philosophy, and cognitive development. She has been a guest teacher of dance and somatic therapy in America, Japan, England, and Norway. She has served as president of the Congress of Research in Dance and is a Faculty Exchange Scholar for the State University of New York. Her innovative choreography has been seen on tour in America, Germany, and Japan, where she has also been a visiting scholar at several universities.
Acknowledgments
Introduction: The Difference the Other Makes
- Forgotten Garden: Natsu Nakajima’s Performance in Montreal
- The Marble Bath: Ryokan in Takayama
- My Mother: Kazuo Ohno’s Class in Yokohama
- Shibui and the Sublime: Sankai Juku’s Performance in Toronto
- My Mother’s Face: Natsu Nakajima’s Workshop in Toronto
- Shards: Saburo Teshigawara’s Performance in Toronto
- Empty Land: Natsu Nakajima’s Performance in New York
- American Mother and Shinto: In Ohno Village
- Liebe: Susanne Linke and Toru Iwashita
- Beginner’s Body: Yoko Ashikawa’s Class in Tokyo
- Tree: Min Tanaka’s Choreography in Tokyo
- Amazing Grace: Kazuo Ohno’s Performance in Yokohama
- Hot Spring: In Hakone Yumoto
- The Waters of Life: Kazuo Ohno’s Workshop in Yokohama
- How I Got the Name “Bright Road Friend”: With Zen Teacher Shodo Akane in Tsuchiura
- The Existential Answer: Interview With Butoh Critic Nario Goda in Tokyo
- Hokohtai, the Walking Body: Yoko Ashikawa’s Performance in New York
- Dance and Zen, Kyolkiru: With Zen Teacher Shodo Akane in Tokyo
- Prose and Haiku on Japan
- Post-Butoh Chalk: Annamirl Van der Pluijm’s Performance in Montreal
- Dust and Breath: Sankai Juku’s Performance in Toronto
- The Hanging Body: Joan Laage’s Performance in Brockport, New York
- Zen and Wabi-Sabi Taste: Setsuko Yamada’s Performance in Toronto
- The Community Body: Akira Kasai and Yumiko Yoshioka
Notes
Selected Bibliography
Index
L’Uomo Oltre l’Uomo – Le Conseguenze della Rivoluzione Biotecnologica
Titolo originale: Our Posthuman Future
Autore/i: Fukuyama Francis
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione Guido Dalla Fontana, collana: Saggi.
pp. 348, Milano
… In un’epoca in cui i progressi della genetica e delle biotecnologie sembrano travolgere i tradizionali confini del concetto di “natura umana” un autorevole invito a riflettere sui destini dell’uomo, come specie e come individuo…
Nel 1989, sull’onda di clamorosi eventi quali la caduta del Muro di Berlino e il crollo del cosiddetto socialismo reale, Francis Fukuyama enunciò la tesi apparentemente paradossale, e destinata a diventare celebre, della “fine della storia”. In sintesi, poiché ogni tentativo di trovare un’alternativa politica alla democrazia liberale era fallito, il processo storico poteva dirsi concluso. Dieci anni più tardi, rivisitando criticamente il proprio assunto, l’economista americano, dopo aver riconosciuto al progresso scientifico il ruolo di forza trainante dello sviluppo sociale, giunse a una conclusione diversa: finché vi sarà scienza, non potrà non esserci storia. Oggi, infatti, alla luce delle più recenti scoperte della biologia e della genetica, Fukuyama si chiede quanto la capacità di modificare il comportamento umano possa influire sulla struttura e sul funzionamento del modello liberaldemocratico. In questo libro, per meglio definire i termini dell’attuale dibattito sull’argomento, l’autore ricostruisce la storia del concetto di natura umana: da Platone e Aristotele, secondo i quali l’agire dell’uomo è regolato dai principi di una morale naturale, fino agli utopisti e alle dittature contemporanee, che, per motivi ideologici, hanno tentato di rifondare l’identità dell’essere umano senza tener conto delle motivazioni e delle aspirazioni che lo caratterizzano come specie. Se la rivoluzione biotecnologica raggiungesse l’obiettivo di intervenire sulla “linea genetica” degli individui, manipolandone il DNA, accanto a indubbi benefici in termini di prevenzione di malattie o anomalie di carattere ereditario, potremmo doverci confrontare con imprevedibili e indesiderate alterazioni della personalità umana, che avrebbero fatali ricadute sul piano etico, politico e sociale. Da qui, sostiene Fukuyama, la necessità di provvedere a una regolamentazione della ricerca in questo settore, compito che non può essere svolto dagli scienziati stessi. Solo la teologia, la filosofia o la politica possono stabilire, o valutare, le finalità della scienza e della tecnologia che ne deriva. L’uomo oltre l’uomo rappresenta il riuscito tentativo, da parte di uno dei più stimati studiosi americani, di prefigurare un ventaglio di possibili scenari aperti dall’impatto che l’evoluzione della ricerca scientifica avrà sul fondamento teorico della democrazia liberale: la convinzione che tutti gli uomini sono, per natura, uguali.
Francis Fukuyama (Chicago 1952) insegna economia politica internazionale alla Johns Hopkins University. Membro del Council of Bioethics, organo della presidenza degli Stati Uniti. Tra le sue opere ricordiamo: La fine della storia e l’ultimo uomo (Rizzoli 1992); Fiducia (Rizzoli 1996); La grande distruzione. La natura umana e la ricostruzione di un nuovo ordine sociale (Baldini&Castoldi 1999).
Premessa
Parte prima: Itinerari verso il futuro
- Una storia di due distopie
- Scienza del cervello
- La neurofarmacologia e il controllo del comportamento
- Il prolungamento della vita
- Ingegneria genetica
- Perché ci dovremmo preoccupare
Parte seconda: Esseri umani
- Diritti umani
- Natura umana
- Dignità umana
Parte terza: Che fare
- Il controllo politico delle biotecnologie
- Le modalità odierne di regolamentazione delle biotecnologie
- Politiche per il futuro
Note
Bibliografia
Indice dei nomi
Dove Comincia il Tempo – Alla Ricerca delle Sorgenti del Rio delle Amazzoni per Ritrovare Se Stessi
Titolo originale: Amazon Beaming
Autore/i: Popescu Petru
Editore: Edizioni Corbaccio
prefazione di Loren McIntyre, nota dell’autore, traduzione Luciana Pugliese, collana: Exploits.
pp. 448, ill. in b/n, Milano
Nell’ottobre del 1969 Loren McIntyre, giornalista e fotografo del National Geographic, è in Amazzonia, incaricato dal giornale di fornire un servizio fotografico sulla sorgente del Rio delle Amazzoni. Ma McIntyre sente che la vera sorgente non è stata ancora individuata, quando la sua guida si ammala e lui si ritrova solo nel cuore della foresta amazzonica, è ben deciso a non rinunciare al tentativo di scoprirla. Costretto ad aggregarsi alla tribù dei mayoruna, i leggendari uomini-giaguaro, dovrà seguirli in una faticosa marcia di trasferimento; nel corso di questa forzata convivenza, incredulo sulle prima ma poi vinto dall’evidenza del fenomeno, si accorgerà di essere in contatto telepatico con il vecchio sciamano che è il capo della tribù. Apprenderà così, con questo inedito mezzo di comunicazione, che i mayoruna, in fuga dalle minacce del ventesimo secolo, vanno là dove comincia il tempo, e vedrà, in una sorta di misteriosa allucinazione, un paesaggio mai conosciuto eppure noto: è forse, questo, un messaggio della memoria tribale, di cui McIntyre sembra essere diventato partecipe? Ha inizio così una nuova avventura, pericolosa ma quanto mai esaltante, forse l’ultima delle grandi imprese esplorative del nostro pianeta. McIntyre non aveva mai rivelato a nessuno questa sua straordinaria esperienza: solo molto tempo dopo, nel 1987, ne parlò con Petru Popescu, che si trovava a Manaus, nel cuore della regione amazzonica. Popescu insistette perché l’esploratore gli consentisse di raccontarla. Nacque così questo libro, in cui Popescu ha saputo rendere, con straordinaria efficacia, l’avventura, l’enigma, lo straordinario arricchimento spirituale derivato dal contatto con uomini in profonda simbiosi con le forze della natura.
Petru Popescu, regista e sceneggiatore, lasciò la Romania e il brutale regime di Ceausescu per rifugiarsi in Occidente.
Nota dell’autore
Prefazione
La tribù invisibile
- Sorvolando la foresta-oceano
- Doni sulla sponda del fiume
- Gli uomini-giaguaro
- L’incontro
- Il fragile mondo dell’uomo
- Beiju
- Il sogno
- Intorno al volto del tempo
- I testimoni
- Ciò che era nel buio
- Intorno al volto del tempo II
- La caccia notturna
- Nella foresta pluviale
- Le cascate gemelle
Il rito
- Bruciare il passato
- Câmbio
- Câmbio II
- L’udienza
- Breakfast all’alba dell’umanità
- Le piogge
- Salvo
La sorgente
- Le Ande
- La telefonata
- Come nacque il nome del fiume
- Una sorgente delle sorgenti
- Saggezza e terrore
- Ingresso nel sogno
- Ingresso nel sogno II
- Il pensiero dell’apacheta
- Il lago
- La sorgente
Epilogo
I Leoni sul Sagrato – Poesie
Autore/i: Sears Mariagloria
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 72, Milano
Le poesie qui raccolte rappresentano un limpido momento dell’esperienza sentimentale e umana di una giovane donna del nostro tempo. Il timbro di questi versi, ora dolci, ora amari e disperati, s’arpeggia su un’appassionata violenza di natura fisica che nello slancio lirico si purifica e si sostanzia di valori umani. Alcune di queste brevi poesie ricordano l’ultimo Pavese; alla luce di tale accostamento potremo forse comprendere meglio la materia sentimentale che dà vita alle liriche di Mariagloria Sears. Il temperamento vivissimo dell’autrice trova la sua più vera espressione nella forma poetica; la realtà quotidiana si trasfigura in fantastici accenti e in voci di canto che raggiungono talora una dolcezza commovente. E attraverso questo linguaggio squisitamente femminile che la Sears ricerca se stessa, la sua verità e il significato della propria vita.
PARTE PRIMA
- Poiché dei mondi sognati
- Il cantiere SUlle macerie
- La città si lamenta
- Domenica a Milano
- L’albero di Natale
- Jour aprés jour
- Pioggia
- Lydia
- Genova lungomare
- La vigna
PARTE SECONDA
- Più tardi
- È stato a veder vivere
- I leoni sul sagrato
- E il mare rompendosi immane
- Confessione
- Lunga notte d’estate, a cielo chiaro
- Chansonette
- L’attesa
- Il fondo
- Il figlio che mi cerca
- Cerimonie
- Al cimitero
- Visita ad una tomba
- Il ritorno del fratello
- Le tue mani
- La sete
- La zolla
- Settembre
- Il sogno
- Tu sei più forte, sei come un soldato
- E quando te ne vai dalla mia casa
- Vorrei che tu sentissi questo amore
- Il mio cielo
- E se non ci sarai
- Quando i tuoi passi scenderan le scale
PARTE TERZA
- Qualcosa che trema nel cuore
- Il ballo
- Hänsel e Gretel
- San Martino
- Abitudine
- La sera
- Amara solitudine
- La domanda
- L’infanzia
- «Mutter, Mutter, ich gehe hinunter!»
Il Signore del Profondo – Jung e il Ventesimo Secolo
Titolo originale: Lord of the Underworld. Jung and the Twentieth Century
Autore/i: Wilson Colin
Editore: Editrice Atanòr
introduzione dell’autore, traduzione di Anna Cavalieri.
pp. 160, Roma
Carl Gustav Jung (1875-1961) è una delle figure embrionali del nostro secolo.
Pensatore originale e di enorme influenza, fu per qualche tempo il principale discepolo di Freud, ma divenne sempre più critico dell’importanza data da Freud alle tendenze sessuali represse e dopo la pubblicazione del suo testo “Simboli di Trasformazione”, nel 1912, ruppe infine del tutto con la psicoanalisi di Freud per sviluppare la sua tecnica di “psicologia analitica”.
Il lavoro clinico di Jung e – forse più importante – la sua esperienza di fenomeni così detti occulti, lo portarono a formulare e descrivere alcuni concetti chiave che ora sono generalmente accettati, inclusa la teoria degli archetipi, che egli definì come “componenti psichici arcaici” che sono entrati nella psiche individuale senza una linea diretta di tradizione: l’inconscio collettivo, la sincronicità e l’idea di “immaginazione attiva” – una tecnica di sogno cosciente in cui liberiamo i poteri di produrre immagini della mente subcosciente.
Con scorrevolezza caratteristica, Colin WILSON intesse una narrativa biografica affascinante con una analisi penetrante delle idee di Jung, offrendo una chiara, leggibile introduzione per il non addetto, alla vita e al lavoro dell’uomo che – forse più di ogni altro – ha rivelato al ventesimo secolo il potenziale trasformatore della coscienza umana.
Colin Wilson, nato a Leicester nel 1931, ha acquistato fama internazionale dopo la pubblicazione del suo primo libro, The Outsider, nel 1956. Da allora ha scritto un numero impressionante e vastamente acclamato di libri, compreso The Occult, (1971) e Mysteries (1978). Vive in Cornovaglia. Di altrettanto grande interesse: Gurdjieff: la guerra contro il sonno della coscienza.
L’influenza di Gurdjieff come insegnante e teorico psicologico e consolidata e la sua opera da pioniere nel liberare il potenziale della coscienza umana è qui analizzata con abilità e chiarezza, offrendo un’introduzione a Gurdjieff al lettore in generale.
Altri libri di Colin Wilson:
- Il castello di Frankenstein
- Introduzione ai misteri del nuovo esistenzialismo
- Nuovi sentieri nella psicologia dell’occulto
- Origini dell’impulso sessuale
- L’estraneo
- Caccia a Wilhelm Reich
- Strani poteri
- Gurdjieff: la guerra contro il sonno della coscienza
Occhi nella Notte
Autore/i: Eimi Yamada
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, traduzione di Giuliana Carli.
pp. 128, Venezia
Yamada Eimi, giovane, bella, intelligente, ha fatto scandalo in Giappone esordendo con questo romanzo nell’85.
Occhi nella notte ha venduto mezzo milione di copie, certo non solo per l’eco pruriginosa dell’etichetta di romanzo erotico che gli è stata data, ma soprattutto perché a parlare di sesso è stata una donna, capace di farlo senza inibizioni, con originalità e sfumature di tenerezza.
Occhi nella notte è la narrazione del legame appassionato fra Kim, una giovane giapponese, e Spoon, un militare americano di colore che ha disertato.
Tokyo e soprattutto il suo «popolo della notte» fanno da sfondo a questo amore, del quale gli aspetti trasgressivi e le differenze culturali non fanno che esaltare il profondo coinvolgimento fisico e sentimentale. Man mano la trasgressività si assottiglia lasciando prevalere sentimenti intensi e schietti.
Yamada dopo il successo .è riuscita ad attirare l’attenzione dei critici anche sulle sue qualità di scrittrice.
La classicità della sua prosa, nonostante il multilinguismo, è evidente, ma soprattutto (e qui è forse l’elemento in cui l’erotismo di questa scrittrice perde superficialità, e ci regala una dimensione vera di scrittura) è la lucidità dello sguardo, una nettezza, una calda razionalità emotiva – sconosciuta perlopiù ai suoi coetanei occidentali -, che colpisce profondamente il lettore e dà a temi conosciuti uno smalto vivificante.
Yamada Eimi, nata a Tokyo nel 1959, ha studiato letteratura giapponese alla Meiji University.
Nell’85 pubblica il suo primo libro – Occhi nella notte – che le vale il Premio Bungei, e dal quale è stato tratto un film. Ha pubblicato fino a oggi, a un ritmo vorticoso, 27 tra romanzi e novelle.
La Vita di Buddha
Nei testi del Canone Pali
Autore/i: Anonimo
Editore: Xenia Edizioni
a cura di Vittorio Cucchi, introduzione di Gabriele Burrini.
pp. 178, 1 cartina b/n, Milano
Nella Foresta di Bambù a lui donata da Bimbisâra, re del Magadha, il Buddha è circondato da una folla di monaci e di novizi che lo interrogano sulla sua vita, i suoi maestri, la sua lotta interiore. Con parole che invitano alla calma della contemplazione l’Illuminato narra la predizione fatta alla sua nascita dal veggente Asita, la prima meditazione sotto l’albero della melarosa, l’abbandono della reggia a 29 anni e i sette giorni e le sette notti trascorse sotto l’Albero dell’Illuminazione.
Sono presenti i grandi discepoli Mahâkassapa, Sâriputta, Moggallana, il fedele Ananda, che con il Beato hanno condiviso circa quarant’anni di predicazione itinerante lungo il Gange e nel nord-est indiano. E il Buddha rammenta il primo Sermone di Benares, il proprio ritorno in patria per convertire la sua gente, ma anche l’odio del cugino Devadatta, il Giuda buddhista, e del principe Ajatasattu. Mentre l’Illuminato descrive le meraviglie di una lunga vita dedita alla meditazione, gli uditori sono rapiti nel chiarore del Nirvana.
Vittorio Cucchi è un giovane studioso di antropologia e di storia delle religioni.
Mata Hari
Autore/i: Grillandi Massimo
Editore: Rusconi
prima edizione, in sovraccoperta: Fotografia di Mata Hari, scattata nel 1912 a Milano in occasione della sua esibizione alla Scala. Milano, Museo del Teatro alla Scala (Foto Alberto Serafino, Milano).
pp. 324, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, Milano
I fucili, con le baionette inastate, si levano, i tamburi rullano, una tromba suona; sullo sfondo a sinistra i dodici zuavi con le tuniche azzurre che formano il plotone di esecuzione stanno allineati, paralleli alle tre file di cavalleggeri. È quello un omaggio alla giustizia maestosa e severa, un inno alla Francia immortale, implacabile nella propria difesa. Mata Hari ama invece credere che quella gloria sia per lei, che sia quello il trionfo per il suo saper così bene morire. Nel suo cuore, la tragica apoteosi riporta certo altre glorie altri trionfi, quando alla fine degli spettacoli appariva sul palcoscenico e gli applausi scrosciavano. Ella è sensibile a tale omaggio supremo e avanza con l’aria solenne che a tutto ciò si addice: è nella sua mente eccitata una compagnia d’onore quella e non un bieco apparato di morte; e Mata sfila con lenta maestà, volge anzi il capo a salutare condegnamente la truppa: ella fissa quei visi impassibili, irrigiditi dall’emozione e dalla disciplina, e quasi senza volerlo cerca di cogliere, nei loro occhi, un lampo di simpatia, un palpito di solidarietà… il timore svanisce alla carezza fiera e soave di quella falsa gloria. È dolce ed esaltante morire al cospetto di tanti soldati valorosi!
La vita di Margaretha Geertruida Zelle, nota a tutti come Mata Hari, costituisce sino a oggi il più appassionante e tragico dei romanzi. Massimo Grillandi, l’autore della Contessa di Castiglione, racconta qui le vicende incredibili della donna più bella e più corteggiata del suo tempo, colei che ha dominato le scene mondane della Belle Epoque: una vita intensa, colorata e drammatica.
La tenera e tragica figura di Mata Hari esce da questo libro dotata di una nuova attendibilità sia storica sia umana. Bellissima, affascinante, desiderata ai limiti dell’incredibile, colei che, come ha scritto un poeta, << con la sua danza faceva fremere il mondo » fu davvero la regina senza corona di quell’universo futile e affascinante, crudele e drammatico in cui, con la complicità dei politici e dei diplomatici, dei grandi viveurs e delle donne di labile virtù, maturarono eventi terrificanti. Amica e amante di uomini che hanno fatto la Storia, creatrice di eleganze e di stile, perdutamente amata e altrettanto perdutamente odiata, mistificatrice e sincera, spia di alto rango coinvolta in un gioco mortale, Mata Hari è stata una delle eroine e delle vittime dell’Europa dell’inizio del secolo.
Chiamata a vivere al centro di un periodo dorato e affascinante, votata alla gloria effimera della bellezza e degli amori, portatrice di un’arte che ha estasiato milioni di uomini, simbolo e mito del piacere e della seduzione, del tradimento e della perfidia, Mata Hari si è trovata a vivere al centro di una tragica coincidenza storica. Nel cuore di un’Europa dilaniata dagli orrori della prima guerra mondiale, in una Francia stremata e atterrita da un’ecatombe senza precedenti, immersa in un fiume di sangue, di crudeltà e di eroismo, ma anche di tradimenti e di rivolta, al cospetto di gesti sublimi o vili, come spesso accade nella storia degli uomini, una donna ha dovuto essere immolata sull’altare del fanatismo più esasperato e doloroso. Questa donna, come dimostra il romanzo biografico di Grillandi, ha scontato, impavida davanti al plotone di esecuzione, non solo le proprie colpe – quelle vere e quelle che le sono state attribuite (pesa sul suo destino un tragico segreto di Stato non ancora chiarito) – ma anche quelle di una generazione chiamata a risolvere i propri problemi nella violenza e nell’odio. Tutto ciò emerge, in una prosa limpida ed elegante, densa di succhi e di soprassalti emotivi e poetici, narrativamente avvincente, in questo romanzo “vero”, che consegna alla nostra fantasia, tra passioni ed eleganze, spionaggio e crudeltà, eroismi e abiezioni, una figura di donna entrata, con la dolce fierezza del suo mistero, fra i grandi miti contemporanei.
Massimo Grillandi è nato a Forlì e vive a Roma. È autore di opere di poesia, di narrativa e di saggistica letteraria e storica. Presso Rusconi ha pubblicato il romanzo storico Andreina (1981) e i romanzi biografici La contessa di Castiglione (1978, Premio Bancarella 1979), Rasputin (1979), La Bella Otero (1980).
Teoria dell’Individuo Assoluto
Autore/i: Evola Julius
Editore: Edizioni Mediterranee
nuova edizione riveduta, presentazione dell’editore, premessa dell’autore.
pp. 264, Roma
Il libro che ora ristampiamo rientra nel gruppo delle opere a carattere propriamente filosofico, speculativo, scritte da Julius Evola. In esso, le tesi della corrente chiamata di «idealismo trascendentale» vengono riprese, integrate e portate fino alle ultime conseguenze, in una teoria dell‘individuo Assoluto, che va a sostituire quella di un astratto «soggetto gnoseologico», centro di una semplice teoria del conoscere. In connessione con ciò, l’accento si sposta sul problema dell‘azione, per cui l’essenza dell’indagine si può riassumere nel detto che nella filosofica moderna dell‘imminenza si esprime la riflessione giunta a riconoscere la propria insufficienza e la necessità di una azione assoluta partente dall’interno. Il problema della libertà viene fatto oggetto di una particolare analisi, e costantemente viene sottolineato tutto ciò che ha un carattere «esistenziale».
L’Autore spesso ha presentato le idee da lui difese come quelle di un «idealismo magico», però avendo cura di distinguerlo nettamente dall’idealismo magico a carattere romantico e liricizzante già professato da Novalis. Offre uno speciale interesse la critica immanente, svolta in tale contesto, delle posizioni dell’idealismo astratto, nel quale rientrano quelle dell’attualismo del Gentile e di altri epigoni velleitari della grande tradizione dell’idealismo classico tedesco, nei quali troppo spesso le corrispondenti idee hanno finito con lo assumere forme svuotate e disanimate.
Il Libro del Risveglio
Detti, Intuizioni, Poemi che Indicano la Vera Sorgente della Vita
Autore/i: Isabella di Soragna
Editore: Silva Editore
pp. 264, Parma
Ancora un libro sulla spiritualità? Vorremmo che fosse quello definitivo, che butterete via dopo averlo letto, assieme a tutti gli altri, per farne un falò. Questo libro è dedicato a tutti coloro che si sono resi conto di aver girato a vuoto nel dedalo di una ricerca spirituale che li elude invece di ravvicinarli alla meta. Tutti i saggi di qualunque cultura o razza che hanno oltrepassato qualunque credo religioso – dicono unanimi: Svegliati, ciò che cerchi con tanta passione, è semplicemente colui che sta cercando.- Disperatamente, senza sosta e per tutta la vita cerchiamo l’Amore, la Libertà, l’Unione, attraverso il sentiero sbagliato dei concetti che continuano ad illuderci. In realtà tutto ciò è già in noi, e ha un solo nome: consapevolezza.
Un Principe nel Deserto – Leone Caetani nel Sinai e nel Sahara. I diari, le Lettere, le Fotografie (1888-1890)
Autore/i: Sagaria Rossi Valentina
Editore: Bardi Editore
prima edizione, presentazione di Mario Liverani, premessa dell’autore, collana: Accademia Nazionale dei Lincei – Fondazione Leone Caetani n° 28, in copertina: Julius Kossak, L’emiro Rzewuski nel deserto arabo (acquerello su carta 1871).
pp. 564, nn. ill. in b/n f.t., Roma
…Tanto era il fascino di quel misterioso infinito, che conduceva dritto ed uniforme per inesplorate regioni nel cuore dell’Africa, che non dubitai nemmeno un istante d’azzardare la mia sorte in esso…
Un principe del deserto, Leone Caetani nel Sinai (1889) e nel Sahara (1891) è una monografia dedicata ai documenti di viaggio inediti di Leone Caetani in Egitto-Sinai e nel Sahara algerino da lui visitati quando aveva diciannove e ventidue anni. L’edizione critica, condotta con criteri scientifici, dei due diari di viaggio, delle lettere e delle fotografie costituisce una testimonianza inedita e di valore da un punto di vista della storiografia di viaggio di fine Ottocento e da quello della scoperta dell’Oriente islamico. Attraverso lo spoglio di centinaia di documenti inediti, la pubblicazione dei suoi diari, delle lettere e delle fotografie di viaggio si è data voce per la prima volta ai diversi aspetti di un intellettuale sui generis, mai indagato sotto il profilo biografico, inseriti nel contesto culturale, storico e letterario dei récits de voyage nel Vicino Oriente dell’epoca. Arabi e turchi, berberi tuareg e arabi beduini, sedentari e nomadi, spesso descritti come binomi antietici, hanno rappresentato la popolazione locale incontrata da Caetani, insieme alla quale egli ha affinato la lingua araba, appreso i fondamenti della turca, mangiato e dormito en plein air nel deserto, sofferto la sete e smarrito il cammino tra i laghi salati del Sahara orientale.
Valentina Sagaria Rossi è arabista, filologa e codicologa. Ph.D in Linguistica semitica, ha insegnato Lingua e letteratura araba presso l’Università di Pisa e l’Orientale di Napoli. Dal 1990 è curatrice responsabile della Biblioteca orientalistica della fondazione Leone Caetani all’Accademia Nazionale dei Lincei. Tra le sue monografie segnaliamo: Il Kitāb al-amțāl (Libro dei proverbi) di Abū ’l-Šayh al-Ișbahānī (Napoli, IUO, 2002); L’Archivio Leone Caetani all’Accademia Nazionale dei Lincei, con Paola Ghione (Roma, L’Erma di Bretschneider, 2004); I manoscritti in caratteri arabi, con Francois Déroche (Roma, Viella, 2012).
Presentazione
Premessa
Sigle
Mobiliora nobiliora
- Leone viaggiatore
- Leone orientale
- Leone diarista e scrittore di lettere
I diari di pietra e di sabbia
- Leone e il true travel account
- Deserto e nostalgia dell’ignoto
- Sinai e Sahara: i diari, le lettere, le fotografie
- Un’avventura nello stile: la “lingua” in viaggio
Ars peregrinandi e ars narrandi ai tempi di Caetani
- Egitto e Algeria: geografie di viaggio
- Viaggiatori sulle rotte di Caetani, tra storia, mito e cliché
- Mitografie tra ars e tekné
I documenti: i diari, le lettere, le fotografie
- Criteri di edizione
1. I diari
- Abbozzo di introduzione
- Nel deserto del Sinai (Arabia Petrea)
- Sahara
2. Le lettere
3. Le fotografie
- Nel deserto del Sinai
- Sahara
Strumenti di viaggio
- Le agende di viaggio: Grecia-Egitto (1888-1889) – Algeria (1890)
- Le carte geografiche e gli itinerari nel Sinai e nel Sahara algerino
- L’indice dei nomi dei diari Nel deserto del Sinai e Sahara
Jung il Profeta Ariano – Origini di un Movimento Carismatico
Titolo originale: The Jung Cult
Autore/i: Noll Richard
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, ringraziamenti e introduzione dell’autore, traduzione Massimo Parizzi, collana: Saggi Mondadori,in sovraccoperta: Carl Gustav Jung, ritratto nel 1904.
pp. 352, ill. in b/n n.t., Milano
…Jung, il profeta e maestro esclusivo. I suoi allievi, insospettabili sacerdoti. Origini, dottrine e liturgie di una scuola psicanalitica trasformatasi in una religione personale…
Jung non fu solo il fondatore di una dottrina e di una terapia psicanalitica, ma l’autentico profeta di una religione incentrata sul culto carismatico della propria persona. Di questa Chiesa segreta, che prometteva, attraverso l’analisi, l’esperienza del mistero e del trascendente, fu il maestro e sacerdote unico per più di trent’anni, sostituito, dopo la morte, da una casta esclusiva di allievi. Analizzando il panorama storico ed intellettuale della Germania di fine Ottocento, l’autore giunge alla conclusione che alcune idee centrali della psicologia analitica junghiana, come l’”inconscio collettivo” e la teoria degli archetipi, affondano le loro radici tanto nelle scienze naturali e negli insegnamenti del darwinismo sociale quanto nell’occultismo e nel neopaganesimo tardottocenteschi. e che la rottura di Jung con Freud nel 1912 non rappresenta uno scisma all’interno del movimento psicoanalitico, bensì la fondazione di una nuova religione che offriva una rinascita (la cosidetta individuazione) secondo riti di iniziazione che hanno sorprendenti affinità con quelli degli antichi culti misterici. Molti di questi temi e simboli saranno fatti propri e usati dai nazionalsocialisti, tanto da essere identificati con il nazismo. Per evitare tale errore, insiste Noll, occorre chiaramente distinguere le dottrine junghiane dal movimento nazionalsocialista. Jung, il profeta ariano è destinato a riaccendere anche in Italia la discussione intorno a una delle figura più interessanti e controverse della cultura di questo secolo.
Richard Noll, psicologo, insegna Storia della scienza all’Università di Harward. Con questo libro ha vinto nel 1994 il Best Book in Psychology Award. Nel 1997 ha pubblicato The Aryan Christ.
Ringraziamenti
Introduzione
Parte prima: Il contesto storico di Carl Gustav Jung
Il problema dello Jung storico
- Culto e carismatico
- La ricerca dello Jung storico
Fin de sècle
- La teologia protestante tedesca e il rifiuto del mito cristiano
- Le bensphilosophie
Freud, Haeckel e Jung. Naturphilosophie, biologia evoluzionistica e rigenerazione secolare
- Freud e la psicanalisi
- Haeckel, Ostwald e la religione monistica
- L’inconscio haeckeliano di Jung (1909-1912)
- La creazione del dio marxista
- Il sogno nietzschiano e l’elitismo spirituale
Occultismo fin de siècle e promesse di rinascita
- Spiritismo
- Helena Blavatsky e la teosofia
- Wagner e wagnerismo
Utopismo völkisch e culto del sole
- La giustificazione scientifica del culto del sole: mitologia e filologia comparativa nel XIX secolo
- Adoratori del sole nell’Europa tedesca
- Bodenbeschaffenheit: misticismo völkisch del paesaggio
- Neopagani in Svizzera
- Neopagani ad Ascona e al Burghölzli
Wandlungen und SYmbole der Libido. Il misticismo solare come scienza
- Sincretismo
- Wandlungen come scienza
- Wandlungen come misticismo solare
- Misticismo contro cristianesimo, cioé ariani contro semiti
- Gli ebrei non hanno questa immagine
- Le fonti völkisch delle Wandlungen
- Una pianta straniera
- La psicologia junghiana come culto solare
Parte seconda: Preludio a un culto. Cronologia e biografia
Spiriti, immagini della memoria e smania di mistero, 1895-1907
Otto Gross, nietzschianesimo e neopaganismo matriarcale
- L’abbandono della teoria della degenerazione
- L’arrivo di Gross al Burghölzli
- Il mio gemello
Le Madri! Madri!…Come suona strano!. Johann Jacob Bachofen, Otto Gross, Stefan George e Jung
- Matriarcato e poligamia
- Bachofen
- L’eroe, la discesa alle madri e la rinascita
Scavi visionari nell’inconscio collettivo, 1909-1915
L’inconscio collettivo, il Dio dentro di sé e le rune di Wotan
- La struttura dell’inconscio
- La funzione transcendente
- Adattamento, individuazione, collettività
- L’iniziazione di Herman Hesse ai misteri di Wotan
- Il viaggio al centro della terra
- La stella o il sole quale dio dentro di sé
- Jung e George re della Germania segreta
Parte terza: Il culto di Jung
- Culto junghiano e redenzione
- Nietzschianesimo pseudo-liberatorio
- La collettività analitica come utopismo völkisch
- La razza dominatrice dei superuomini individuati
- Individuazione come redenzione dalla degenerazione
- 1917-1919: un ritorno alla Naturphilosophie romantica
- Perché non abbiamo saputo prima queste cose su Jung?
La chiesa segreta. La trasmissione dell’autorità carismatica
- La Bayreuth degli junghiani: Küsnacht-Zurigo dagli anni Venti agli anni Cinquanta
- La trasformazione del culto di Jung in pratica quotidiana
- Lo junghismo come religione personale
- Il movimento junghiano e il neopaganesimo contemporaneo
- La fede del futuro?
Note
Indice dei nomi