Libri dalla categoria Manipolazioni
Il Libro dello Spiritismo – Teoria e Pratica del Paranormale
Autore/i: Marchiaro Claudio; Ossola Franco
Editore: Rusconi Libri
collana: I Grandi Libri dell’Occulto.
pp. 230, ill. in b/n n.t., Santarcangelo di Romagna (RN)
Questo libro risponde a tutti gli interrogativi su una disciplina oggi sempre più diffusa: lo spiritismo. Una parte teorica introduce anche il profano alla conoscenza dei fenomeni spiritici più caratteristici: telecinesi, apporti e asporti, venti medianici, ectoplasmie, infestazioni, apparizioni di defunti e di viventi, levitazione. Una parte pratica, relativa a tecniche e comportamenti, consente di capire i meccanismi e il funzionamento dei fenomeni spiritici: catena medianica, tiptologia, telescrittura, psicometria, mummificazione, scotografia, bilocazione. Infine curiosità, foto e immagini concludono un’esposizione ricca e completa su quest’affascinante e misteriosa disciplina anche per chi la affronta per la prima volta.
Il Principe Zaleski
Titolo originale: Prince Zaleski
Autore/i: Shiel Matthew Phipps
Editore: Sellerio Editore
traduzione e nota di Attilio Carapezza, La memoria 130, in copertina: Conversazione di Henri Matisse (particolare) Museo dell’Ermitage, Leningrado.
pp. 144, Palermo
All’origine, il genere poliziesco era considerato una buona palestra per i giovani scrittori: un paradigma rigido da declinare in varianti personali. Con questo spirito, nel 1895, il giovane Matthew Phipps Shiel (amico di Wilde e Beardsley; destinato alla fama, poi, col fantastico e visionario La nube purpurea), scrive Il principe Zalesky e crea il suo personaggio: il primo, e forse l’unico, detective secondo i canoni fin de siècle. Esule dalla patria russa per amore, misantropo isolato nella torre di un maniero inglese decorata nel gusto – diremmo noi – dannunziano, coltissimo e fragile, il principe si dedica a studi di orientalistica e misteriosofia. È un esteta decadente: e s’annoia. Soprattutto quando il suo «Watson» (questi racconti sono anche in concorrenza con Sherlock Holmes, da poco nato allora e già popolarissimo) gli propone casi da risolvere, per pura via d’intuizione e d’intelletto, e di preveggenza quasi magica. Di essi Zalesky trasceglie solo quei delitti che davvero rientrerebbero in una delle belle arti.
Matthew Phipps Shiel (1865-1947), narratore inglese, ha scritto romanzi e racconti di impianto fantastico, tra cui: La nube purpurea (Milano 1975), L’isola degli inganni (Milano 1979).
Il principe Zalesky
- La stirpe degli Orven
- La pietra dei monaci di Edmundsbury
- S.S.
Il detective fin-de-siècle di Attilio Carapezza
Shock Economy – L’Ascesa del Capitalismo dei Disastri
Titolo originale: The Shock Doctrine
Autore/i: Klein Naomi
Editore: Rizzoli
introduzione dell’autore, traduzione di Ilaria Katerinov.
pp. 624, Milano
Che cosa hanno in comune l’Iraq dopo l’invasione americana, lo Sri Lanka post-tsunami, New Orleans dopo l’uragano Katrina, le dottrine liberiste della Scuola di Chicago e alcuni esperimenti a base di elettroshock finanziati dalla CIA negli anni Cinquanta? L’idea che sia utile fare tabula rasa per costruire da zero una mente, un tessuto sociale, un’utopia: quella del fondamentalismo capitalista del libero mercato.
Naomi Klein – l’autrice di No logo, uno dei testi più influenti degli ultimi anni – smonta il mito del trionfo pacifico e democratico dell’economia di mercato. Infatti solo uno shock – provocato da un cataclisma naturale o dalla violenza intenzionale della guerra, del terrorismo, della tortura – può trasformare il “politicamente impossibile” in “politicamente inevitabile”. Sono parole del guru dell’ultraliberismo, Milton Friedman, che i suoi zelanti discepoli hanno messo in pratica con sconcertante abilita. Così, ad esempio, il trauma dell’11 Settembre ha permesso a Bush di appaltare ad aziende private la sicurezza interna e la guerra all’estero, e la ricostruzione dopo l’uragano ha cancellato in un attimo le case popolari e le scuole pubbliche di New Orleans. Shock Economy è un agghiacciante e argomentato atto d’accusa contro un capitalismo di conquista che sfrutta cinicamente i disastri (a vantaggio di pochi) e ne produce in proprio di ancora peggiori.
Naomi Klein e trautrice di No logo, bestseller internazionale tradotto in 28 lingue. Ha una rubrica sul “Guardian” e su “The Nation” Nel 2003 ha pubblicato una raccolta di articoli, Recinti e finestre. Nel 2004 ha realizzato con il regista Avi Lewis The Take, un documentario sull’occupazione delle fabbriche in Argentina, presentato a Venezia e premiato al festival dell’American Film Institute di Los Angeles.
Il Potere del Silenzio – Arcane Energie dello Spirito
The Power of Silence. Further Lessons of Don Juan
Autore/i: Castaneda Carlos
Editore: Rizzoli
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Francesca Bandel Dragone.
pp. 288, Milano
Nel paesaggio allucinato e selvaggio di un Messico antico e immutabile, fra le reminiscenze delle civiltà autoctone più remote, si placa il rumore della vita quotidiana, si dissolvono le preoccupazioni, gli affanni, le paure: si afferma quindi, per regnare incontrastato, il silenzio interiore. Diviene così possibile attingere ad arcane energie, forze recondite dello spirito che la razionalità del moderno mondo occidentale ha soffocato, dimenticato, perduto. Solo il nagual, lo sciamano, è in grado di dispiegare e controllare questi misteriosi poteri e di compiere incredibili esperienze, condividendole con colui che ha scelto come apprendista. Può apparire contemporaneamente in luoghi diversi, trasformarsi in qualsiasi animale, ritardare la propria morte e quella altrui… È don Juan, protagonista ancora una volta del nuovo “capitolo” della grandiosa saga narrativa di Castaneda.
Carlos Castaneda (Carlos César Arana Castaneda) è nato a Cajamarca (Perù) nel 1925. Dopo studi di pittura e scultura a Lima, ha frequentato la University of California a Los Angeles, dedicandosi in particolare all’etnologia. Ha poi compiuto ripetuti viaggi nel Messico centrale, entrando in contatto con «indios» depositari delle antiche tradizioni esoteriche. Tra i suoi libri ricordiamo: «A scuola dallo stregone» (1968), «L’isola del tonal» (1975), «Il secondo anello del potere» (1978), «Il dono dell’Aquila» (1983), «Il fuoco dal profondo» (1985) e «L’arte di sognare» (1993).
Chirologia & Chiromanzia • Manuale Pratico per Leggere la Mano, Conoscere se Stessi e il Proprio Futuro
Autore/i: Del Gatto Mario
Editore: Editrice Atanòr
prefazione dell’autore.
pp. 256, nn. illustrazioni b/n, Roma
L’esame della morfologia della mano e l’interpretazione profetica delle sue linee fanno parte di quell’insieme di conoscenze o scienze occulte che la Tradizione-Ermetica ritiene essere di “ordine superiore”. La Chirologia e la Chiromanzia sono frammenti, tramandati oralmente, di un insegnamento più ampio, collegato ad una visione unitaria del Cosmo, e che poneva necessariamente “Uomo al centro di questa visione ed il legame emblematico dell’interrelazione profonda esistente tra Lui e l’Universo. Pertanto tramite la Chirologia si può conoscere la psicologia di fondo di un individuo ed il suo modo di reagire istintivamente agli impulsi del mondo esterno, – tema questo affrontato anche dalla Fisiognomica, scienza antichissima che riteneva di poter cogliere nell’aspetto umano, nei suoi caratteri somatici, l’essenza stessa dell’Uomo, il suo carattere e la sua potenzialità, – e “leggendo” le linee della sua mano si possono prevedere le prove di vita che dovrà affrontare. Questo libro, di lettura agile e scorrevole, propone al lettore gli elementi fondamentali e come elaborarli per poter concretamente applicarsi a queste discipline tradizionali, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
I Sessanta Nomi dell’Amore
Autore/i: Lamri Tahar
Editore: Fara Editore
prefazione dell’autore.
pp. 192, Santarcangelo di Romagna
Questo libro è un gesto d’amore (anche per la nostra lingua) di un autore algerino che conosce bene il nostro paese (e non solo). Molte le declinazioni di questa forse abusata parola: amore per gli incontri, per la vita, per il mondo e i linguaggi (le culture) che lo interpretano; amore per la condivisione, lo scambio, il nuovo, il punto di vista spiazzante…
Il dialogo che Lamri ci propone è una sorta di rapporto amoroso e la scrittura ne è un pò il certificato: se il linguaggio non produce ascolto, se non viene accolto, introiettato, resta sterile, non porta più la voce da nessuna parte, il pellegrino è fermo (in senso positivo ciò può significare che è giunto alla meta, in senso negativo – da non intendersi in senso moralistico – che non ha più energie, oppure che ha bisogno di silenzio per ricaricarsi e continuare il suo cammino).
Tahar Lamri è nato ad Algeri nel 1958. Laureato in Legge all’Università di Benghazi (Libia), vive a Ravenna dal 1987. Ha letto brani all’incontro sul premio Nobel egiziano Nagib Mahfuz alla Biblioteca Delfini di Modena; è intervenuto al Convegno Internazionale “Migrazioni, interazioni e conflitti nella costruzione di una democrazia europea” con il paper “Mettere in scena l’alterità” (Università di Bologna), ha partecipato a conferenze al Master di Multiculturalità presso le Università di Padova e Venezia, a convegni sulla letteratura della migrazione a Ferrara, Padova, Madrid, Londra e Varsavia. Ha prodotto un video-racconto dal titolo La casa dei Tuareg, presentato al Teatro Rasi di Ravenna e il testo teatrale Wolf 0 le elucubrazioni di un kazoo per Ravenna Teatro. Ha vinto la sezione narrativa del concorso letterario Eks&Tra (opere raccolte nel volume Le voci dell’arcobaleno, Fara Editore, 1995) con il racconto “Solo allora sono certo potrò capire“, pubblicato (trad. di Gerry Russo) anche nell’antologia Mediterranean Crossroads (Fairleigh Dickinson University Press – Associated University Press, 1999). È stato membro della giuria del concorso Eks&Tra. Ha partecipato al CD musicale Metissage, con “I Metissage” e Teresa De Sio, con il pezzo La ballata di Riva (SOS Razzismo – Il Manifesto, 1997). Il pellegrinaggio della voce è stato presentato nel 2001 a Santarcangelo di Romagna nell’ambito della rassegna “Eirene“, a Malo ad AzioniInclementi, a Mantova, Ravenna, all’Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna, a Cremona e altrove. Dal 2005 partecipa al progetto europeo “And The City Spoke“, assieme a scrittori e attori provenienti da diverse città europee. Lo spettacolo è stato rappresentato a Londra, a Varsavia e a Gdynia. Organizza a Ravenna, in collaborazione con l’Associazione culturale Insieme per l’Algeria, “Le vie dei venti” e il festival delle culture “L’essenza della presenza“.
Il Cinema dei Maestri – 58 Grandi Registi e un’Attrice si Raccontano
Autore/i: Rondi Gian Luigi
Editore: Rusconi
prima edizione, grafica di Mario Monge.
pp. 460, nn. tavole b/n f.t., Milano
Il segreto del mio cinema? L’entusiasmo. (Charles S. Chaplin)
Bisogna tornare, con l’immagine innocente, all’autenticità della visione diretta; per mostrare senza dimostrare. (Roberto Rossellini)
Il neorealismo è stata una posizione morale che avevamo assunto nei riguardi del potere, nei riguardi della situazione sociale italiana, del disordine del dopoguerra. (Luchino Visconti)
Il neorealismo io l’ho sempre ammirato, ma non l’ho mai nè praticato nè, soprattutto, anticipato. Io credo fermamente nella «realtà artistica», che è il contrario esatto della realtà oggettiva. (King Vidor)
Il muro che separa l’umorismo dalla paura è sottile come una parete di vetro. (Alfred Hitchcock)
Al cinema ho chiesto di aiutare gli uomini a vivere meglio. Perché la vita è meravigliosa e sono in troppi a non saperlo. (Frank Capra)
Il film assomiglia al sogno che racchiude le verità più profonde della nostra mente, della nostra essenza umana. Il sogno racconta, fotografa (proprio come un film) gli spazi, le atmosfere, le vicende della nostra parte più misteriosa, che non sai dov’è, la più irraggiungibile. (Federico Fellini)
Mi è sempre piaciuto, nello spettacolo, servirmi di mezzi di espressione diversi. Mi piace studiare da vicino, dall’interno, i mezzi di cui mi servo. (Ingmar Bergman)
La regola, al cinema, è quella di essere semplici. Se basta una parola, perché dirne due? (John Huston)
Il cinema è un lavoro, bisogna impararlo. E per impararlo non basta avere talento, ci vuole pazienza, energia, disciplina, coraggio. (Ingrid Bergman)
I maestri del cinema si confessano. Chaplin, Rossellini, Jean Rouch, Viscon King Vidor, Hitchcock, Frank Capra, Fellini, Ingmar Bergman, Wilder, Blasetti, Kurosawa, Ivens, Losey, Preminger, Wajda, Huston, Altman, Jancsó, Jutkévič, Tarkèvskij, Konèalovskij, Mario Camerini, Amidei, Pasolini, Olmi, Ferreri, i fratelli Taviani, Rosi, Zurlini, Buzzati, Pontecotvo, Bellocchio, Lina Wertmüller, Aldrich, Coppola, Miloš Forman, Voitěch Jasný, Woody Allen, Mel Brooks, Cassayetes, Herzog, Fassbinder, Malle, Godard, Rohmer, Ôshima, Zanussi, Satyajit Ray, Mrinal Sen, Nélson Pereira dos Santos, Thodoros Anghelopulos, Leopoldo Torre Nilsson, André Delvaux, Berlanga, Vatroslav Mimica, Goretta, descrivono e analizzano, aiutati con sottile arte maieutica da Gian Luigi Rondi, il “processo creativo” delle proprie opere, rimeditando l’ispirazione fantastica, l’immaginazione linguistica, le strutture formali, i nessi culturali, l’inconscio autobiografico, la realtà sociale che hanno cercato: di esprimere.
Gian Luigi Rondi, critico militante, ma intermediario intelligente e duttile, guida i suoi interlocutori in un’autoanalisi capillare imprevedibile, sorprendente, illuminante: le sue interviste si trasformano, perciò, in veri.e propri saggi e il libro che le raccoglie, arricchito di precisissime biofilmografie, si presenta, infine, come una storia del cinema del ’900.
Cinquantotto grandi registi esplorano i labirinti dell’arte di narrare per immagini; una grande attrice, Ingrid Bergman, ci guida nello spazio della comunicazione rituale della voce e dei gesti. I maestri del cinema ripercorrono l’avventura del cinema dei maestri: di questa avventura Gian Luigi Rondi ci trasforma in spettatori-lettori-protagonisti.
Gian Luigi Rondi, lombardo-piemontese, nato nel 1921, laureato in giurisprudenza, critico cinematografico di un grande quotidiano da oltre trent’anni, è autore di numerose pubblicazioni sul cinema neo-realista, il cinema italiano fra il ’45 e il ’65, il cinema francese (Renoir, Carnè, Becker), la storia della regia, la tecnica del film. Autore di cortometraggi e di documentari sull’arte (uno, su Van Gogh, premiato a una Mostra di Venezia), ha insegnato cinema all’Università Cattolica di Milano, all’Università per Stranieri di Perugia, all’Università Internazionale di Studi Sociali di Roma. Dirige dal ’66 gli Incontri Internazionali del Cinema a Sorrento e a Napoli; ha ideato nel ’69 il Festival delle Nazioni di Taormina che ha diretto fino al ’70; nel ’71 e nel ’72 ha diretto la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; dal ’79 è vicepresidente e direttore artistico dell’Ente Premi David di Donatello dove presiede anche la giuria permanente del «Premio Luchino Visconti». Medaglia d’Oro dei Benemeriti della Cultura, collaboratore per il cinema di periodici italiani e stranieri, dell’Enciclopedia Italiana e dell’Enciclopedia dello Spettacolo, cura da anni per la RAI-TV trasmissioni e cicli dedicati agli autori e ai momenti più significativi del cinema contemporaneo. Rappresenta da dodici anni l’Italia nella Commissione consultiva del Festival del Film di Cannes ed è stato più volte membro di giuria ai vari festival internazionali del cinema. I testi che qui raccoglie son stati pubblicati su «Il Tempo» di Roma, nell’ambito di una rubrica, «Sette domande a…», che gli ha ottenuto nel ’75 il Premio Saint-Vincent per il Giornalismo.
Impronte degli Dei • Un’Indagine sull’Inizio e sulla Fine della Civiltà
Titolo originale: Fingerprints of the Gods
Autore/i: Hancock Graham
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
introduzione dell’autore, traduzione di Eva Kampmann, fotografie di Santha Faiia.
pp. 688, nn. ill. b/n e 73 fotografie f.t., Milano
«Graham Hancock, con la lingua immediata del giornalista e la capacità di coinvolgere dello scrittore consumato, costruisce un puzzle sofisticato attingendo dalle fonti più disparate dello scibile.» (Il Sole 24 Ore)
In questo saggio di ampio respiro Graham Hancock tenta di mettere ordine nel caos della preistoria del genere umano partendo da antiche testimonianze di numerose popolazioni, la Grande Sfinge d’Egitto, i misteriosi templi andini di Tihuanaco, le gigantesche linee Nazca del Perù, le imponenti piramidi del Sole e della Luna del Messico e mettendole a confronto da un lato con i miti e le leggende universali, dall’altro con lo studio di mappe risalenti a tempi remoti, lo studioso ipotizza l’esistenza di un popolo dotato di un’intelligenza superiore, in possesso di sofisticate tecnologie e dettagliate conoscenze scientifiche, le cui «impronte», però, vennero del tutto cancellate da una catastrofe d’immani proporzioni.
Rispondendo a domande cariche di mistero, Hancock riesce a costruire un percorso geografico, archeologico e temporale che possiede il fascino della migliore divulgazione scientifica.
Graham Hancock, sociologo e giornalista scozzese, è autore di numerosi libri di grande successo, tra i quali ricordiamo: Civiltà sommerse, Custode della Genesi (con R. Bauval) e L’enigma di Marte (con R. Bauval e J. Grigsby), già apparsi in edizione TEA.
Parte I – Introduzione: Il mistero delle carte geografiche
- Una mappa di luoghi nascosti
- Fiumi del continente australe
- Le impronte di una scienza perduta
Parte II – Spuma del mare: Il Perù e la Bolivia
- Il volo del condor
- La pista inca che riconduce al passato
- E venne in un tempo di caos
- C’erano i giganti a quei tempi?
- Il lago sul tetto del mondo
- Un re antico e futuro
- La città presso la porta del sole
- Vestigia d’antichità
- La fine dei viracochas
Parte III – Il serpente piumato: L’America Centrale
- Il sangue e il tempo alla fine del mondo
- Il popolo del serpente
- La Babele messicana
- Il Santuario del Serpente
- L’enigma olmeco
- Stranieri vistosi
- Avventure negli inferi, viaggi verso le stelle
- Figli dei primi uomini
- Un computer per calcolare la fine del mondo
- La città degli dei
- Ιl Sole, la Luna e il Viale dei Morti
Parte IV – Il mistero dei miti: Una specie affetta da amnesia
- Gli echi dei nostri sogni
- Le numerose maschere dell’Apocalisse
- Una specie nata durante il lungo inverno della terra
- Si oscurò la faccia della terra e incominciò una pioggia nera
Parte V – Il mistero dei miti: Il codice della precessione
- La macchina del cielo
- La prima breccia in un codice antico
- L’albero cosmico e il mulino degli dei
- Ι numeri di Osiride
- Parlare a coloro che non sono ancora nati
Parte VI – Il richiamo di Giza: Egitto Ι
- Ι punti cardinali
- La casa dell’eternità
- Tombe e soltanto tombe?
- Anomalie
- Creata da qualche dίο
- Un gioco tridimensionale interattivo
- Il luogo del principio
Parte VII – Signore dell’eternità: Egitto ΙΙ
- C’è ancora qualche segreto in Egitto?
- La città del sole, la camera dello sciacallo
- Anacronismi ed enigmi
- Alla ricerca del Primo Tempo
- Dei del Primo Tempo
- Opere degli uomini e degli dei
- L’undicesimo millennio a.C.
- La Sfinge
- Misuratori della terra
- Il potere della cosa
Parte VIII – Conclusione: Dov’è il corpo?
- Non un ago in un pagliaio
- Ιl martelletto e il pendolo
- Come un ladro nella notte
Bibliografia
Ringraziamenti
Indice dei nomi
Lo Stato Profondo – Torneo delle Ombre e Jihad nell’Epoca dell’Inganno Universale
Autore/i: Leoni von Dohnanyi Germana
Editore: Imprimatur Editore
introduzione dell’autore.
pp. 360, Reggio Emilia
… A me sembra che entro la prossima generazione esisterà un metodo per far amare alla gente la propria schiavitù, per indurre una dittatura senza lacrime, una sorta di campo di concentramento per l’intera società, dove le persone siano private della loro libertà ma finiscano col goderne, perché distratte da ogni desiderio di ribellarsi da propaganda e lavaggi del cervello potenziati da metodi farmacologici… (Aldous Huxley)
Inquietante è quanto disfunzionale sia ormai il meccanismo di tutela della democrazia… La Jihad aveva ancora bisogno di Washington, così come peraltro lo Zio Sam aveva ancora bisogno della brigata internazionale islamista per le sue crociate, che in seguito ci avrebbero vendute come primavere arabe: un contesto nel quale non era affatto chiaro chi strumentalizzasse chi…
Germana Leoni von Dohnanyi è stata reporter dal Sud-est asiatico per il Giornale di Indro Montanelli e, dopo l’abbandono del direttore, per L’Indipendente di Vittorio Feltri. Ha collaborato con settimanali quali Panorama e Il Borghese, con la radio tedesca Westdeutscher Rundfunk, con il periodico tedesco Greenpeace Magazine (Amburgo) e con la Voce del Ribelle di Massimo Fini.
È coautrice di Schmutzige Geschaefte und Heiliger Krieg (Pendo Verlag) e Somalia (Editori Riuniti), è autrice di Bush and Bush (Editori Riuniti) e Rapporto Medusa (Mursia).
Introduzione
- L’arco della crisi in Iran
- Verso lo Stato Profondo: dall’Indocina all’Iran-Contra sulle ali dell’Air America
- L’arco della crisi in Afghanistan
- Russiagate
- Il crocevia jugoslavo
- Kosovo: «Iniziava con una bugia»
- Da Mackinder a Brzezinski
- Jihad al servizio degli oleodotti: il Caucaso in fiamme
- Afghanistan: talebani e petrolio
- L’impero in formazione
- Bomba etnica e controllo della mente
- La genesi dell’Isis
- Regime change e rivoluzioni colorate
- Fratellanza islamica e primavera araba in Egitto
- Da Londonistan a Tripoli sulle ali della jihad
- La primavera araba in Libia
- Primavera araba in Siria: i “più moderati”
- Piazza Chop-Chop
- Il Sunnistan
- Sotto falsa bandiera
- Zugzwang
Bibliografia
Indice dei nomi
La Ragione degli Altri • La Psichiatria Alternativa in Italia e nel Mondo – Storia, Teoria e Pratica
Brani inediti di: Basaglia, Ongaro-Basaglia, Jervis, Cancrini, Pirella, Piro, Manuali, Minguzzi, Laing, Cooper, Esterson, Berke, Schatzman, Castel, Gentis, Guattari, Szasz, Goffman, Scheff e altri.
Autore/i: Autori vari
Editore: Savelli
prima edizione, a cura di Luigi Onnis e Giuditta Lo Russo, collana: Saggistica n° 88.
pp. 672, Roma
Nato dalla crisi della psichiatria tradizionale e delle sue istituzioni, il movimento di psichiatria alternativa è un fenomeno che ha ormai una sua precisa dimensione storica ed una presenza internazionale. Partendo da questa realtà di fatto, il libro si propone come tentativo (il primo forse così articolato) di offrire un panorama completo delle varie prospettive teoriche ed esperienze pratiche che la psichiatria alternativa ha espresso nei vari paesi. Tra i criteri ispiratori del lavoro è stato privilegiato quello di sottolineare le peculiari matrici storico-culturali ed i tratti specifici che caratterizzano il fenomeno nella realtà sociale dei singoli paesi. A tale scopo risponde, oltre alla scelta stessa dei brani antologici, il contributo dei saggi critici degli autori che completano le varie sezioni dell’opera.
Tra i brani inclusi, pressochè tutti inediti, alcuni sono stati scritti appositamente per questa antologia. Da tutti emerge, al di là delle differenti caratteristiche del movimento nelle sue varie articolazioni nazionali, un significativo elemento unificante: la ricerca e la scoperta della follia come realtà umana di cui è rintracciabile il senso per chi sappia e voglia cogliere la ragione degli altri. Il problema del disturbo psichiatrico si allarga allora a quelli più generali del disagio umano di massa, dei bisogni emergenti, della soggettività come presenza insopprimibile, fino ad investire criticamente il concetto stesso di normalità. Il libro è anche un tentativo di evidenziare questi legami complessi, spesso contraddittori, ma oggi includibili. E vuole proporsi come contributo al dibattito in corso, più che offrire soluzioni o dare risposte.
Luigi Onnis, laureato in Medicina e specializzato in Neuropsichiatria, svolge attività di ricerca, didattica e assistenziale presso l’Istituto di Psichiatria dell’Università di Roma; ha partecipato ad esperienze di gestione alternativa dell’assistenza psichiatrica, presso le cliniche delle malattie nervose e mentali.
Giuditta Lo Russo, laureata in Filosofia, svolge attività di ricerca presso la Scuola di perfezionamento in sociologia – facoltà di Statistica, Università di Roma. Collabora alle attività di ricerca e sperimentazione di nuovi strumenti d’intervento psichiatrico e di formazione degli operatori socio-sanitari all’interno del gruppo di lavoro guidato da L. Cancrini.
Un Libro Chiamato Corpo
Titolo originale: Karada to iu shomotsu
Autore/i: Kasai Akira
Editore: Artdigiland
a cura di Maria Pia D’Orazi, introduzione dell’autore, fotografie di Teijiro Kamiyama, traduzione dal giapponese Daisuke Kurihara, collana: Artidigilandbooks Saggi.
pp. 272, nn. ill. in b/n f.t., Dublino (Irlanda)
Le discipline esoteriche insegnano che il corpo non è mai un ostacolo per la piena realizzazione dell’individuo. Al contrario, è il mezzo necessario per la sua elevazione spirituale, perché lo spirito si forma per gradi dopo aver accolto ed elaborato le esperienze del mondo fisico. Ed è attraverso la focalizzazione della percezione sulle sensazioni fisiche che l’essere umano può acquisire consapevolezza della sua identità più profonda: allora, quando mette a tacere l’intelletto e dirige la coscienza sulle sensazioni, riesce a percepire il corpo interiore come un flusso di energia che scorre nell’organismo, sperimentando il contatto con la sua identità di essenza a partire dalla sua identità di forma. Attraverso il contatto con l’Essenza è possibile distinguere i pensieri autenticamente individuali generati dal proprio sé, da quelli provenienti da istinti fisici o abitudini sociali; mentre si entra in un territorio senza limiti dove io è un altro e scompare ogni differenza fra individui, generazioni, civiltà o religioni che possa generare una cultura della sopraffazione e della violenza. Allora, la ricerca espressiva diventa qualcosa di più e qualcosa d’altro: è sistema pedagogico e visione dell’uomo nuovo, un modo di trasformare se stessi per trasformare il mondo. Kasai come i grandi riformatori che hanno fatto la storia del teatro del Novecento da Copeau a Stanislavskij a Grotowski: quando si parla dell’attore e del danzatore ma poi l’obiettivo è l’essere umano e la ricerca di ciò che è essenziale nella vita; quando si parte dalla quotidianità per attraversarla ed entrare in una dimensione più alta che la oltrepassa. Nell’epoca dell’inautentico la danza non riguarda più solo i danzatori ma riguarda tutti: indica la possibilità di rigenerare un corpo completamente degradato. Si tratta di entrare nel corpo e decifrare il suo messaggio: Siamo in grado di leggere il nostro corpo come se fosse un libro?.
Akira Kasai, danzatore, coreografo e filosofo della danza. Assieme a Kazuo Ono e Tatsumi Hijikata, appartiene alla generazione di artisti che ha fondato all’inizio degli anni ’60 il buto giapponese. Nel 1971 ha aperto una sua scuola di danza ed esoterismo, il Tenshi kan (La casa degli angeli) diventata nel 1991, dopo la sua esperienza di studio nell’Istituto di Rudolf Steiner a Stoccarda, un centro di formazione per euritmisti. È tornato in scena nel 1994, dopo 14 anni di assenza, e da allora ha continuato a esibirsi in tutto il mondo come solista, con la sua compagnia oppure in collaborazione con artisti di stili differenti. Maria Pia D’Orazi, storica del teatro e giornalista professionista. Insegna Storia dello spettacolo alla Libera Accademia di Belle Arti di Roma “Rufa” dal 2004, “Teorie e pratiche della danza dal XIX al XXI secolo” all’Università RomaTre dal 2015 e lavora nella redazione del programma di attualità televisivo Otto e mezzo su La7 dal 2007. Ha presentato Akira Kasai per la prima volta in Italia nel 1998, inaugurando una collaborazione artistica ancora in corso. Sul buto ha scritto diversi saggi e i libri: Il Corpo Eretico (Casadei Libri, 2008) con un documentario girato in Giappone; Kazuo Ono (L’Epos, 2001) e Buto. La nuova danza giapponese (E&A Editori Associati, 1997).
Un funambolo sospeso tra due mondi (*Maria Pia D’Orazi*)
- La rivoluzione della parola e il corpo nuovo
- La finestra sull’oceano
Introduzione
Un libro chiamato corpo
- Leggere il corpo
- L’oggetto chiamato corpo
- Scrittura e danza
- Il punto d’origine del corpo
- Riflessioni sul tatto
- Animali e cosmo
- Il mondo interiore
- L’uomo comprende e riconosce la materia dall’interno
- Pregiudizi ed equivoci intorno al corpo
- Il libro chiamato corpo
Il corpo a respirazione branchiale
- Il corpo etnico
- Annullamento sensoriale e respirazione sensoriale
- Estrarre l’energia vitale dalla voce
- La sintesi profetica attraverso la forza della vocalizzazione
- La vocalizzazione esogena o uditiva
- Il corpo nel periodo fetale
- L’Orazione delle cinque vocali
- I dodici suoni paterni
- Il corpo a respirazione branchiale
- I sensi puri
- Suoni paterni, suoni materni e suoni filiali nella lingua giapponese
- I suoni paterni
Costruire in libertà una nuova immagine del corpo
- Menzogna
- Esiste l’autore ma non esiste l’opera
- Creare l’essere dal non essere
Il grillo nella gabbia è mia madre
Il corpo come potenzialità
- Il corpo in terza persona
- Il tempo che scorre dal futuro al passato
- Il corpo dentro il tatto e la parola
La desolazione del cielo
Quasi una postfazione
Bibliografia di riferimento
Indice dei nomi
Il Concetto dell’Angoscia
Autore/i: Kierkegaard Sören
Editore: Fratelli Bocca Editori
traduzione e scelta di M.F. Sciacca.
pp. 96, Milano
Il libro parla di una paura senza fondamento che tortura l’uomo fin dal peccato originale, un’angoscia intesa come possibilità di esercitare la propria libertà e in questo senso anche di mostrarci la via per la salvezza. Questa condizione psichica è fondamentale nell’essere umano perché egli si trova nella sintesi tra infinito e finito, tra eterno e temporale, al confine tra necessità e libertà.
Il peccato originale (in danese Arvesynd che si può tradurre “peccato ereditato”) è il primo dei passi che porta l’uomo all’esistenza, intesa come “possibilità” (non più solo “necessità”, che pertiene all’essenza), attraverso la perdita dell’innocenza e dell’ignoranza a essa collegata. Ma con l’aiuto della fede – che non è frutto di meditazione razionale o esito di argomentazioni filosofiche, bensì un “salto” – si può evitare la vertigine dell’angoscia e riposare nella Provvidenza.
Il “momento”, che è l’eternità riflessa nel presente, dove il tempo e l’eternità si toccano e “il tempo taglia continuamente l’eternità e l’eternità continuamente penetra il tempo”, rivela che l’eterno è nel futuro, ovvero nel possibile. Ma anche qui può esserci angoscia, perché la possibilità della libertà si rovescia nel “demoniaco”, diventa malinconica e taciturna, chiusa alla comunicazione, pronta all’abbrutimento, all’assenza di interiorità. Fenomeni che gli appartengono, anche opposti tra loro, sono l’incredulità e la superstizione, l’ipocrisia e il desiderio di scandalizzare, l’orgoglio e la viltà, anche se essi non sono davvero degli opposti, ma tipici “sotterfugi” del demoniaco. Infatti, “chi, nel rapporto con la colpa, viene educato dall’angoscia, troverà quiete soltanto nella redenzione”.
Sören Kierkegaard (1813-1855), nato a Copenaghen in una famiglia numerosa, mostrò fin dall’adolescenza, segnata dalla sofferenza, un carattere riflessivo, introverso e malinconico. Altro elemento indispensabile per comprendere il pensiero di Kierkegaard è la sua elevata religiosità, contrassegnata soprattutto dal dramma della crocifissione e dalla frequentazione di concetti come quelli di dolore e di peccato.
Tra i pochi eventi salienti, in una vita quasi del tutto dedita alla religiosità e allo studio, occorre ricordare la rottura del fidanzamento con Regina Olsen, una rottura provocata dallo stesso Kierkegaard che scelse di non celebrare il matrimonio, probabilmente per dedicarsi completamente al suo rapporto con Dio, vissuto con spirito di penitenza, e all’attività di “scrittore di cose religiose”.
Per quanto riguarda la sua formazione, Kierkegaard ascoltò, nel 1841 a Berlino, le lezioni di Schelling da cui fu dapprima colpito positivamente, per poi restarne deluso. Nello stesso anno pubblica “Sul concetto di ironia” (1841) mentre negli anni successivi continua la sua attività di intellettuale, con articoli divulgativi e saggi filosofici, quali “Aut-aut” (1843), “Timore e tremore” (1843), “Il concetto dell’angoscia” (1844) “La malattia mortale” (1849). Questi ultimi anni, sempre poveri di eventi esteriori di rilievo, furono contrassegnati da un’aspra polemica sullo statuto della cristianità, intrattenuta con le gerarchie della chiesa luterana danese, e causarono alla personalità di Kierkegaard, estremamente sensibile, grandi sofferenze.
Prefazione
Introduzione: In che senso l’oggetto di questa meditazione dipende dalla psicologia e in che senso porta in seguito alla dommatica
- L’angoscia, presupposto del peccato ereditario che spiega risalendo alla sua origine
- L’angoscia nell’evoluzione del peccato ereditario
- L’angoscia, conseguenza del peccato che consiste nell’evitare la coscienza del peccato
- L’angoscia del peccato o l’angoscia conseguenza del peccato nell’individuo
- L’angoscia si elimina con la fede
Il Plesso Solare • Porta sulla Realtà Spirituale
Autore/i: T. Q. Dumont; Towne Elizabeth
Editore: Edizioni L’Età dell’Acquario
introduzione e illustrazione in copertina di Bernardino del Boca, traduzione di Elda Barrel e Sandra Gullotta.
pp. 72, illustrazioni b/n, Bresci Grignasco (NO)
Il plesso solare, che corrisponde al quarto chakra, è un miracoloso agente fra noi e il Dio che è in noi, in tutti gli altri e in tutte le cose. Esso vibra in modo da dividersi in dieci ondulazioni petali, ed il suo compito sul piano fisico, è quello di sviluppare. I sentimenti e le emozioni. Il colore predominante di questo chakra è un insieme di toni brillanti e opachi del rosso. Quando il plesso solare viene coscientemente o inconsciamente risvegliato sul piano fisico-eterico, l’individuo inizia a percepire gli influssi astrali, inizialmente in vago, ma poi in mondo sempre più preciso così che, anche senza comprenderne il perché, sente che un luogo è piacevole, ed un’altro no, che una persona è amica ed un’altra è nemica, anche se esteriormente non lo dimostra.
È il plesso solare che ci permette di aprirci alla realtà spirituale, e di aprire in noi “la via del cuore”.
La Rondine Fuggita dal Paradiso
Titolo originale: Ivi, c’est le paradis
Autore/i: Kang Hyok
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, partecipazione e premessa di Philippe Grangereau, traduzione di Maria Teresa Crisci.
pp. 208, Monferrato (AL)
«Questa è davvero una piccola gemma. Ha la forza autentica dei veri racconti e il candore, lo spirito ribelle e l’indomita speranza che solo un ragazzino sa manifestare.» (The Mail on Sunday)
«Un libro doppiamente affascinante: ci racconta ciò che non possiamo, che non dobbiamo sapere suuno dei luoghi più isolati e repressivi del mondo, la Corea del Nord, l’ultimo “paradiso in Terra”, e lo fa con tutta la freschezza dello sguardo di un ragazzo.»
(The Times)
Chyok vive nel villaggio di Unsong, in Corea del Nord. È un ragazzino sveglio e Vivace, un piccolo scavezzacollo che fa la vita di tutti i suoi coetanei: va a scuola, canta le canzoncine della propaganda di regime, viene obbligato a presenziare alle esecuzioni pubbliche, lavora, assiste alle più maniacali forme di repressione, viene punito per ogni cosa, anche per la sua passione per il disegno. Eppure non ce dubbio, quello che l’onnipresente Kim-Il-Sung, «Il Cervello Perfetto», «Il Sole», ha creato per loro e «Il Paradiso»: lo ripete senza sosta la radio, bloccata sui programmi di Radio Pyongyang, lo ripetono a scuola i maestri e gli altoparlanti nelle piazze. Intanto, Hyok fa la fame. La sua classe si è dimezzata a causa della mortalità da denutrizione. Si mangia quello che si può e più spesso quello che non si dovrebbe: corteccia di pino bollita, erba, funghi tossici, a volte ratti. Il Paradiso ormai trabocca di «rondini», di bambini che cercano per terra briciole e chicchi di riso. Fino al giorno in cui, con la sua famiglia, Hyok non decide di scappare. Via, lungo il confine, verso un mondo sconosciuto che gli avevano insegnato a temere e disprezzare, in fuga dal Paradiso. Per conquistarsi quel che resta dell’infanzia. Per trovare davvero una vita.
Hyok Kang è nato a Unsong, in Corea del Nord, il 20 aprile 1986.
Nel 1998 è scappato con i suoi genitori in Cina, attraversando le acque gelate del fiume Tumen. Ha vissuto in Manciuria, nascondendosi dalla polizia impegnata in una caccia senza quartiere ai clandestini nordcoreani. Dopo una lunga e pericolosa fuga attraverso il Vietnam, il Laos, la Cambogia e la Thailandia, ha raggiunto la Corea del Sud.
La rondine fuggita dal paradiso è stato pubblicato con grande successo in USA, Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Giappone, Canada e Australia.
Gurdjieff – Vita ed Opere di un Uomo Straordinario
Autore/i: Maggi Luigi
Editore: Edizioni Crisalide
prima edizione, prefazione di Giampiero Cara.
pp. 248, Spigo Saturnia (LT)
Vi sono libri che si prestano ad essere letti da cima a fondo, altri che richiedono solo di essere sfogliati o leggiucchiati, Oppure consultati, questo nuovo libro su Gurdjieff pretende di essere… divorato. G.I. Gurdjieff (1866? – 1949), maestro spirituale dalla personalità multiforme e sconcertante, emissario della Fratellanza Sarmoung con il compito di seminare una nuova civiltà planetaria per il terzo Millennio, sintesi dell’incontro tra Oriente e Occidente, ha affidato ad un libro, I racconti di Belzebù al suo piccolo nipote, l’eredità e la continuità del suo insegnamento, diventando scrittore “professionista” per lasciare ai posteri un prezioso talismano il “diamante grezzo” accuratamente nascosto tra le righe.
Il suo insegnamento, le cui fonti possono essere rinvenute nella tradizione esoterica di religioni quali il Cristianesimo, il Buddhismo e l’Islamismo, è rivolto a tutti senza distinzione e poggia sulla consapevolezza che il pianeta Terra rischia la catastrofe e così l’uomo, che ne sfrutta le risorse. La crisi si manifesta in modo particolarmente evidente nei problemi della sovrappopolazione e delle guerre, due fenomeni, legati alla nascita e alla morte, che raramente vengono messi in relazione fra loro.
Luigi Maggi, laureato in filosofia presso la Statale di Milano e in psicologia presso la University of North America di San Diego, California, è al suo secondo libro su Gurdjieff. Nel 1980 aveva infatti pubblicato Gurdjieff, le tecniche e la conoscenza di sé.
È autore inoltre de La musica rock e il nuovo piano di coscienza e di Cuore di piombo. In qualità di presidente del Gruppo Teosofico Psicosintesi pubblica Dovere Partkdolg, serie di quaderni teosofici che vogliono essere testimonianza di un lavoro psicologico finalizzato più alla conoscenza dello spirito individuale nella sua manifestazione triadica che alla terapia.
I Principi dell’Enneagramma
Titolo originale: The Enneagram
Autore/i: Webb Karen
Editore: Armenia Editore
ringraziamenti e premessa di Helen Palmer, copertina di Cathy Felstead.
pp. 192, nn. illustrazioni b/n, Milano
Enneagramma illustra i principi basilari di un’antichissima e misteriosa tecnica elaborata per penetrare nei segreti dell’animo umano. Attraverso lo studio dei nove archetipi è infatti possibile comprendere la personalità di ognuno di noi, collegandola alla dimensione spirituale. Il volume presenta i seguenti argomenti:
- le caratteristiche dei nove tipi
- il funzionamento del sistema
- come comprendere i diversi aspetti della nostra responsabilità
- come scoprire il nostro vero potenziale realizzando lee nostre aspirazioni
- come migliorare e sviluppare le nostre relazioni
Immagini di una Razza che Scompare
Titolo originale: «Edward Sheriff Curtis: Visions of a Vanishing Race»
Autore/i: Curtis Edward Sheriff
Editore: U. Mursia Editore
testi di Florence Curtis Graybill e Victor Boesen, introduzione di Harold Curtis, allestimento fotografico di Jean-Antony du Lac, traduzione dall’americano di Piero Pieroni.
pp. 126, interamente e riccamente illustrato in bianco e nero, Milano
Negli anni compresi tra il 1904 e il 1930 Edward Sheriff Curtis (1868-1952), uno dei più grandi fotografi americani, andò alla ricerca delle tribù indiane in via di estinzione animato da una incrollabile tenacia e da una profonda passione. Consacrò la propria esistenza all’impegno di fissare attraverso l’obiettivo volti e costumi degli indiani d’America prima che a opera dell’uomo bianco diventassero mero ricordo. Curtis fotografò i suoi soggetti muovendo dai deserti del South West per spingersi sino ai banchi di ghiaccio dell’Artico, registrando così, attraverso le immagini e la parola Scritta, i costumi e la cultura di oltre ottanta tribù: un’impresa ardua e monumentale.
Per questo volume, Florence, la figlia di Curtis, ha selezionato oltre 175 documenti fotografici e ha collaborato strettamente con Victor Boesen al fine di offrire un documento dettagliato sulla vita e sull’ opera del padre.
L’edizione risulta ulteriormente arricchita da un ricordo di Curtis scritto dal figlio Harold. Tutto ciò fa di questo volume un’opera che rimanda nel contempo all’alba dell’arte fotografica e al tramonto di un popolo grande e fiero.
La fotografia della copertina è di Edward Sheriff Curtis. La grafica della copertina è di Lisa De Francis.
Le illustrazioni del retro: «Chinle Rug, 1935 circa». Da The Navajo Weaving Tradition (1985) di Alice Kaufman e Christopher Selser (per gentile concessione della casa editrice E.P. Dutton di New York), 1988 Houghton Mifflin Company.
The Ten Bamboo Studio – A Chinese Masterpiece
Followed by Plates from the Kaempfer Series and Perfect Harmony – Selection of classical Chinese texts
Autore/i: Autori vari
Editore: Crescent Books
presentation and commentary by Joseph Vedlich, translation by Peter J. Tallon.
pp. 124, rich illustrated in colour, New York
This book contains reproductions, with commentaries, of plates from a treatise of Chinese painting first published in 1619 and which always been considered as a classic in China.
These plates have often been reproduced in the West, but very rarely in color; the color transparencies used in our edition were made specially for us by the British Museum.
In addition the book contains some outstandingly beautiful plates from the Kaempfer Series, a famous collection of ancient Chinese lithographic masterpieces, also provided by the British Museum, as well as the complete reproduction of a work entitled Perfect Harmony (Musée Guimet des Arts d’Orient, Paris), which has never been reproduced before.
Most of the plates include a short poem in Chinese characters, for which a translation is of course provided. The reproductions are accompanied by quotations from Confucius, Meng T’Seu, etc.
Butō – La Nuova Danza Giapponese
Autore/i: Autori vari
Editore: E&A – Editori Associati
saggio introduttivo di Maria Pia D’Orazi, coordinamento di Anna Maria Sorbo, collana Il Fondaco dei Teatri n° 5 – Collana a cura di Roberto Ciancarelli, Clelia Falletti, Luciano Mariti, Elena Tamburini.
pp. 272, ill. in b/n f.t., Roma
… Esistono tre tipi di danzatori: in primo luogo coloro che considerano la danza una specie di esercizio ginnico, fatto di arabeschi impersonali ed aggraziati; poi coloro che, con la concentrazione della mente, conducono il corpo a seguire il ritmo di una particolare emozione esprimendo una sensazione o un’esperienza ricordata. Infine ci sono quelli che trasformano il corpo in un fluido luminoso e lo consegnano all’ispirazione dell’anima. Allora la carne diventa luminosa e trasparente…(Isadora Duncan)
… Come l’acqua, il legno, la pietra o il vento, come parte della natura il corpo è libero e primitivo. Lasciato alla necessità dei suoi impulsi può ritrovare una condizione di innocenza in cui la risposta all’ambiente non è ancora inquinata dalle abitudini e dai comportamenti acquisiti, una risposta attraverso la quale diventa visibile una sorta di paesaggio originario immanente, che precede ogni costituirsi di senso e si offre nella sua ingenuità: il nikutai, il corpo di carne… (dall’introduzione)
Imparare a danzare non significa mettere in posizione un braccio o una gamba. Parlare del Butō vuol dire cercare di materializzare tutto ciò che il corpo ha assimilato spontaneamente nel corso degli anni, i gesti e i comportamenti osservati e vissuti che dopo aver seguito il loro effimero ciclo di vita tornano a rinascere nell’eterno fiore dell’arte. Il Butō si confonde con la vita e come la vita è ambivalente e misterioso.
L’ideogramma di copertina, che significa Butō, è stato disegnato da Masaki Iwana
In quarta di copertina: Kazuo Ōno, Ammirando l’Argentina.
Introduzione: L’ingenuità della carne. La ricerca di autenticità nella danza butō giapponese – Maria Pia D’Orazi
I Danzatori. Parole e immagini
Tatsumi Hijikata
- La mia danza è nata dalla melma
- Un’intervista
- Uomo, una volta morto, tieniti pronto a strisciare indietro!
Kazuo Ōno
- Kazuo Ōno non fa il pendolare
- L’anima danza indossando l’universo
- Kazuo Ōno e la danza dell’anima
- Che cos’è una lezione?
- Prova di scena
- Un invito di Gesù
- Il tram galleggiante
- Il testamento di mia madre
- Il mio incontro con l’Argentina
- Mar Morto Valzer Viennese e Spettri: testo dello spettacolo
- Mar Morto
- I morti cominciano a correre
- Come nasce Suiren
- Fiore, uccello, vento e luna
Mitsutaka Ishii
- La danza del nulla
- L’Europa e il Butō
Min Tanaka
- Il grado zero della danza
- Agricoltore-Danzatore o Danzatore-Agricoltore
- Io sono un’avanguardia che striscia per terra
- La mia danza intende porre delle domande
- Stai dalla mia parte!
Natsuyuki Nakanishi
- Il poeta dell’oscurità
- Al lavoro con Hijikata per un manifesto
- Vernice rosa
Eiko Hosoe
- Il Kamaitachi
Kazuko Shiraishi
- Il mago del Butō
- l’anima che trovò la pace nel cielo
Yoko Ashikawa
- Il mio lavoro con Hijikata
Akaji Maro
- La forma del caos
Ushio Amagatsu
- Kinkan Shonen
- La distanza fra l’immagine e la danza
Isamu Ōsuka
- Una tigre nelle budella
Ebisu Tōri
- La configurazione del terreno
Anzu Furukawa
- Il cuculo
Natsu Nakajima
- La prima allieva
- Sonno e reincarnazione
Ko Murobushi
- Ai Amour
Carlotta Ikeda
- Il linguaggio della Sfinge
Masaki Iwana
- Il Butō non esiste e non è mai esistito in nessun luogo
- Invito al Butō
- La via del Butō
- Il mistero dell’origine
- Il Butō bianco
- Butō: un vettore spezzato dai nostri denti
- Il miraggio
- Come nasce uno spettacolo
- Immagini per danzare
Barae
- Ritratto di una rosa
- Note
Indice delle illustrazioni
Un Giorno in Settembre – Monaco 1972, un Massacro alle Olimpiadi
Titolo originale: The story of the 1972 Munich Olympics massacre, a government cover-up and a covert revenge mission
Autore/i: Reeve Simon
Editore: Bompiani
prima edizione, prefazione di Giorgio Bocca, introduzione dell’autore, traduzione Olimpia Gargano, collana: Bompiani Overlook.
pp. 332, ill. in b/n f.t., Milano
… Erano stati annunciati come i “Giochi della Pace e della Gioia”. Ma il mattino del 5 settembre 1972, un piccolo commando composto da figure indistinte arrivò ai margini del villaggio olimpico di Monaco…
È il 5 settembre 1972. Un commando armato di palestinesi fa irruzione negli appartamenti del villaggio olimpico di Monaco e sequestra undici atleti israeliani. L’operazione terroristica si trasforma in un bagno di sangue che getta una luce agghiacciante sulle Olimpiadi che avrebbero dovuto segnare la riconciliazione della Germania con il resto del mondo dopo la seconda guerra mondiale. In questo libro, Simon Reeve rivela i retroscena segreti di quella tragedia, le responsabilità della polizia tedesca, l’orrore del peso di manovre politiche sulla vita di persone comuni. Un documento coraggioso, una denuncia civile e accorata, un pesante atto d’accusa che a quasi trent’anni di distanza smaschera colpevoli e responsabili fino ad ora rimasti nell’ombra.
Simon Reeve, firma del Time e di numerosi saggi sul terrorismo, un libro che affronta il dramma degli undici atleti israeliani uccisi a Monaco da un commando palestinese nel 1972. I retroscena del massacro e le responsabilità della polizia tedesca in un’indagine che è anche un atto di accusa per quanto accadde in occasione di quelle tragiche Olimpiadi. Ha pubblicato per Bompiani I nuovi sciacalli. Osama bin Laden e le strategie del terrorismo (2001).
Prefazione
Introduzione
- L’assalto
- Settembre Nero
- Trattative
- Operazione Raggio di Sole
- L’inganno
- Fürstenfeldbruck
- Festeggiamenti a champagne
- Comincia il lutto
- Operazione Vendetta di Dio
- Operazione Primavera di Giovinezza
- Il Principe Rosso
- La copertura
- I sopravvissuti
Note
Bibliografia
Ringraziamenti
Indice delle illustrazioni
Indice dei nomi