Libri dalla categoria Cucina Macrobiotica
Martiri e Assassini – Il Nostro Medioevo Contemporaneo
Autore/i: Cardini Franco; Lerner Gad
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione degli autori, in copertina: Un’esecuzione capitale in Afghanistan, particolare del «Livre des Merveilles» del Maestro di Boucicaut, conservato alla Bibliothèque Nationale de Paris (1407-13).
pp. 322, Milano
… La storia ci sarà maestra solo se impareremo a evitare gli errori del passato. Chi la brandisce per alimentare l’odio reciproco oggi rischia solo di ottenebrare le coscienze…
Dopo aver discusso il significato e l’eredità delle Crociate, Gad Lerner e Franco Cardini si ritrovano, in un mondo che non è più lo stesso, a riflettere su “parole che rischiano di trasformarsi in armi incendiarie”. Crociate, appunto, Guerra Santa, Jihad. L’attacco all’Afghanistan ha approfondito i loro dissensi. “L’ebreo di sinistra oggi condivide la dolorosa necessità di combattere senza remissione un nemico che si chiama islamismo radicale, anche sul piano militare. Il tradizionalista cattolico rifiuta invece gli schemi della grande coalizione che vede al suo centro gli Stati Uniti d’America”. Entrambi, tuttavia, rifiutano di considerare l’Islam l’eterno e irriducibile nemico dell’Occidente, entrambi sono convinti che solo un ordine mondiale più equo possa garantire una pace duratura. E insieme, in otto lettere e quattro serrati dialoghi, cercano di trovare risposte a domande angosciose e di vitale importanza. Come accade che un uomo trasformi se stesso e il proprio corpo in un’arma mortale? È vero che dopo l’11 settembre si è aperta nel mondo una frattura tra le diverse religioni? Quanto è possibile in concreto il dialogo tra uomini di fede diversa? Quali azioni bisogna intraprendere per sconfiggere il terrorismo? Quali sono – se ce ne sono – le responsabilità dell’Occidente? E la passione e il rigore della loro ricerca aiuteranno il lettore a dare un senso agli avvenimenti che hanno aperto, sconvolgendolo, il nuovo secolo.
Franco Cardini insegna Storia medievale all’Università di Firenze.
Gad Lerner ha scritto per Lotta Continua, l’Espresso, Stampa, Repubblica e Corriere della Sera.
Introduzione
- Gli uomini bomba
- Le paure dell’Occidente
- Il silenzio dell’Islam
- Tre fedi nella guerra
- Documenti
Il manuale dei martiri assassini
Il proclama di Usama Bin Laden
Noi, amanti della morte
Cronologia
Glossario
L’Altro Processo – Le Lettere di Kafka a Felice
Titolo originale: Der andere Prozess. Kafkas Briefe an Felice
Autore/i: Canetti Elias
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’originale tedesco di Alice Ceresa, Collezione Olimpia.
pp. 168, Milano
Franz Kafka conobbe Felice Bauer nell’agosto del 1912 a casa dell’amico Max Brod, e se ne innamorò. Non l’avrebbe rivista per altri sette mesi: e proprio in questo lungo periodo di separazione si svolse gran parte del carteggio che, tenuto con frequenza quasi ossessiva, fu l’espressione del loro singolarissimo rapporto. In questo saggio, nato sull’impulso della pubblicazione dell’epistolario (di cui solo le lettere dello scrittore sono conservate), Elias Canetti segue la storia di un legame che ci avvince con le sue svolte imprevedibili: la fuga di Kafka nel giugno 1913 dopo una formale domanda di matrimonio; l’entrata in scena come mediatrice di Grete Bloch, l’amica di Felice che finì per interpretare un ruolo ben più ambiguo e imprevisto; la cerimonia di fidanzamento ufficiale del 1914, vissuta da Kafka come una tortura. Sfogliando queste lettere, Canetti ci convince dell’esistenza di un legame profondo e segreto fra la vita di Kafka e la sua opera. Ai mesi in cui lo scrittore scoprì la serena forza di Felice risale la composizione delle prime opere; a una crisi del loro rapporto, un blocco della capacità di scrivere. Ma fu la rottura definitiva del fidanzamento a innescare l’itinerario creativo più complesso: la trasposizione della sua tormentata, esasperante vicenda sentimentale nella implacabile macchina narrativa del Processo.
Elias Canetti (1905-1994) è stato uno scrittore, saggista e aforista bulgaro naturalizzato britannico di lingua tedesca, insignito del Nobel per la letteratura nel 1981.
Alessandro Nevski
O il Sole della Russia
Autore/i: Durand-Cheynet Catherine
Editore: Salerno Editrice
traduzione di Cesare Scarton.
pp. 492, cartine b/n, Roma
Educato nel culto della fede ortodossa e dell’onore militare, ancor giovane Alessandro Iaroslavič, uno dei primi eroi della storia russa, si fece conoscere dai contemporanei riuscendo per ben due volte ad allontanare dal suolo della patria il pericolo del nemico invasore: sconfiggendo i forti Svedesi nella battaglia della Neva (1240), che gli valse il soprannome di Nevski, e poi i non meno temibili Cavalieri Teutonici nella battaglia dei Ghiacci (1242). Scontri epici, oltre che capolavori di arte militare, che mostrano in lui il più intelligente e tenace dei principi della sua generazione, «il salvatore della Russia», «il difensore della Giustizia». Dopo quelle prove, la sua eccezionale avventura di dominatore si sarebbe svolta negli spazi immensi delle pianure dell’Oriente russo e delle steppe asiatiche: quelle terre che i racconti dei viaggiatori e dei mercanti descrivevano come misteriose e selvagge, e che nel XIII secolo furono teatro dell’ascesa inarrestabile dell’impero mongolo dell’Orda d’Oro. Di fronte alla terrificante potenza delle armate mongole conveniva piegarsi o soccombere. Gli sconfinati domini del Khan Batu, discendente del leggendario Gensis Khan, erano stati edificati sullo sterminio e sulla distruzione più immani che si fossero mai visti: come salvare la Russia senza l’onore e senza compromettere l’integrità della fede? Nevski il guerriero dovette apprendere la difficile arte della politica e della mediazione; nel tormento della sua coscienza il «brillante condottiero» cedeva il passo all’«apostolo della pace a qualunque costo». Nel volgere di pochi anni la sua azione prudente e lungimirante si confermò l’unica scelta possibile per proteggere la civiltà russa dall’annientamento totale, guadagnandogli, insieme con il nome simbolico di Sole della Russia, un’ammirazione e un rispetto senza pari. E difatti questo grande sovrano sarebbe divenuto, nella celebrazione dei posteri, il nume tutelare della tradizione nazionale, il santo ispiratore di decine di cronache religiose e di miti popolari. Il suo nome sarebbe stato invocato durante le vicende settecentesche di Pietro il Grande come negli orrori del secondo conflitto mondiale: ogni volta che la minaccia dello straniero avesse fatto vacillare le sorti della patria, i «raggi salvifici» del Sole della Russia avrebbero rinvigorito l’anima del suo popolo con «la forza stessa della vita, dello spirito e della speranza».
Dal Paese di Dracula
Autore/i: Dragan Giuseppe Costantino
Editore: Editrice Nagard
presentazione di Giorgio Del Vecchio.
pp. 448, nn. tavv. b/n f.t., Roma
«Dal Paese di Dracula è l’opera di uno scrittore che riesce ad essere nello stesso tempo un romeno ed un europeo.
Solo leggendolo si arriva a comprendere il motivo che ha spinto G.C. Dragan, attraverso la Fondazione che porta il suo nome, a dar vita in sette grandi centri europei, a delle attività così diverse che, mentre approfondiscono le singole culture nazionali, tendono a diffonderle migliorando la reciproca conoscenza fra i popoli e pongono contemporaneamente in luce l’apporto della cultura romena di tutti i tempi nello sviluppo della civiltà.
Il racconto, che tocca tanti eterogenei argomenti, dalla storia, alla sociologia, alla linguistica sino all’economia, si sviluppa come uno straordinario intreccio nel quale preziosi fili di seta si intersecano con altri di solida canapa e l’insieme produce un tessuto, lo stile robusto, semplice e fluente di Dragan, dove tutto e riflessione e spontaneità posto al servizio della espressione delle sue idee. Un’ironia ingenua, raramente acida, rinforza le fonti di un umorismo naturale presente in quasi tutti i capitoli del libro. Sincero sempre non teme di rimanere bersaglio delle frecce che egli stesso scaglia, frecce a volte intrise nello spirito popolare romeno ed a volte nel miele della saggezza universale.» (Ion Brad)
Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010
Autore/i: Autori vari
Editore: ESF Edizioni – Associazione culturale Cinema Senza Frontiere
prima edizione, premessa e cura di Enrico Azzano, Raffaele Meale, Riccardo Rosati, prefazione di Maria Roberta Novielli, collana: Storie del Cinema a cura di Enrico Azzano.
pp. 224, ill. in b/n n.t., Roma
Perché intraprendere un viaggio nella storia del cinema giapponese partendo dal 1970? Perché non il 1964. il 1968 o il 1972? Forse la risposta migliore è contenuta nello slogan che accompagnò l’intero svolgimento dell’Expo a Osaka, inaugurata il 15 marzo e conclusa il 13 settembre di quell’anno: Progresso e armonia per l’imanità. Nella storia moderna e contemporanea, per la prima volta il Giappone si apriva completamente al mondo…A testimoniare ciò è stato proprio il cinema, tra tutte le arti quella che ha colpito con maggior forza l’immaginario collettivo giapponese, attraversando la storia della nazione senza mai distaccarvisi, con una capacità di coglierne i tratti peculiari, positivi o negativi che fossero, davvero rara nel panorama contemporaneo. Durante la lettura di Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010 verrete condotti nell’incubo industriale da Shinya Tsukamoto, volerete nel blu del cielo insieme agli eroi e alle eroine di Hayao Miyazaki, sarete imprigionati nella mente di Takeshi Kitano. Un excursus lungo quarant’anni, letto attraverso l’esperienza autoriale di maestri del cinema più o meno noti al pubblico occidentale: un’occasione unica di avvicinarsi a una cinematografia e a una cultura in grado di incarnare contemporaneamente il passato e il futuro, senza paradossi.
Prefazione
Premessa
I. Profilo storico
- Gli anni Settanta – Matteo Boscarol
- L’industria degli anime – Enrico azzano
- Gli anni ottanta – Raffaele Meale
- Un Super-8 vi seppellirà: indipendenza e Jishu Eiga – Raffaele Meale
- L’epica del disastro: il Kaija Eiga – Riccardo Rosati
- Gli anni Novanta – Raffaele Meale
- L’arte documentaria giapponese dai Settanta ai giorni nostri – Matteo Boscarol
- Gli anni Zero – Matteo Boscarol
- Cinema/Videogioco. La meravigliosa chimera giapponese – Federico Ercole
- Festival giapponesi, una breve panoramica – Matteo Boscarol
II. I registi
- Kinji Fukasaku – Raffaele Meale
- Shōhei Imamura – Riccardo Rosati
- Sōgo Ishii – Donatello Fumarola
- Naomi Kawase – Raffaele Meale
- Takeshi Kitano – Lorenzo Leone
- Satoshi Kon – Enrico Azzano
- Hirokazu Korceda – Gaetano Maiorino
- Kiyoshi Kurosawa – Daniele De Angelis
- Takashi Miike – Raffaele Meale
- Hayao Miyazaki – Enrico azzano
- Mamoru Oshii – Matteo Boscarol
- Nagisa Ōshima – Riccardo Rosati
- Sion Sono – Matteo Boscarol
- Isao Takahata – Enrico Azzano
- Shūji Terayama – Raffaele Meale
- Shinya Tsukamoto – Raffaele Meale
- Kōji Wakamatsu – Matteo Boscarol
III. I film
- Patriotism
- Storia del Giappone del dopoguerra raccontata da una barista
- Throw Away Your Books, Rally in the Streets
- Under the Flag of the Rising Sun
- Hunter in the Dark
- Perché no?
- Burst City
- Angel’s Egg
- Max mon amour
- Le avventure del ragazzo del palo elettrico
- Il mio vicino Totoro
- Violent Cop
- hiruko the Goblin
- Shinjuku Triad Society
- Maborosi
- After Life
- Barren Illusions
- My Neighbors the Yamadas
- Millennium Cctress
- Linda Linda Linda
- Naissance et maternité
- United Red Army
- Sword of the Stranger
- Monster X Strikes Back: Attack the G8 Summit!
- Love Exposure
Appendice
Bibliografia
Note biografiche
Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1945 al 1969
Autore/i: Autori vari
Editore: ESF Edizioni – Associazione culturale Cinema Senza Frontiere
prima edizione, premessa e cura di Enrico Azzano e Raffaele Meale, prefazione di Roberto Silvestri, collana: Storie del Cinema a cura di Enrico Azzano.
pp. 224, ill. in b/n n.t., Roma
A distanza di un anno o poco più dall’esperienza di Nikon Eiga – Storia del cinema giapponese dal 1970 al 2010, ci è sembrato doveroso proseguire nel viaggio all’interno dell’universo della Settima Arte a Tokyo e dintorni. Un percorso a ritroso che ci ha condotti in un periodo storico a dir poco cruciale per le sorti del Giappone moderno e democratico. Assumere infatti come coordinate di partenza e di arrivo il 1945 e il 1969 non è solo un modo per dare continuità al progetto, ma equivale a scrutare il cinema giapponese da un punto di vista politico e sociale ben definito. Dallo scoppio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki alle grandi proteste di piazza che scossero la nazione a cavallo del 1968, Nikon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1945 al 1969 permetterà al lettore di riscoprire il cinema dei grandi maestri come Kenji Mizoguchi, Yasujiro Ozu, Mikio Naruse e Akira Kurosawa e di appassionarsi all’afflato popolare di autori di culto quali Seijun Suzuki, Ishiro Honda, Teruo Ishii e Nobuo Nakagawa. Senza per questo dimenticare gli sperimentatori dell’Art Theatre Guild, i registi di punta della nuberu bagu, i primi viaggi dell’industria degli anime. Un viaggio lungo quasi venticinque anni che attraverso il cinema racconta anche la ricostruzione di una terra distrutta dalla barbarie bellica e la sua progressiva scalata ai vertici dell’economia mondiale.
Prefazione
Premessa
I. Profilo storico
- Gli anni del dopoguerra (1945-1951) – Raffaele Meale
- La (ri)costruzione di un impero – Enrico Azzano
- Gli anni Cinquanta – Maria Roberta Novielli
- Le vie del samurai – Stefano Coccia
- Gli anni Sessantaō – Matteo Boscarol
- L’Art Theatrōe Guild – Matteo Boscarol
II. I registi
- Kenji Mizoguchi – Francesco Crispino
- Yasujirō Ozu – Enrico Carocci
- Mikio Naruse – Dario Tomasi
- Nobuo Nakagawa – Roberto Castrogiovanni
- Akira Kurosawa – Federico Ercole
- Keisuke Kinoshita – Raffaele Meale
- Kon Ichikawa – Stefano Coccia
- Ishirō Honda – Stefano Coccia
- Kaneto Shindō – Daria Pomponio
- Masaki Kobayashi – Raffaele Meale
- Seijun Suzuki – Raffaele meale
- Teruo Ishii – Alessandro aniballi
- Yasuzō Masumura – Enrico azzano
- Taiji Yabushita – Enrico Azzano
- Yoshishige Yoshida – Luca Cechet Sansoè
- Masahiro Shinoda – Raffaele Meale
- Susumu Hani – Matteo Boscarol
- Hiroshi Teshigahara – Enrico Azzano
- Toshio Matsumoto – Matteo Boscarol
III. I film
- Rashomon
- Carmen torna a casa
- Vita di O-Haru, donna galante
- Una tragedia giapponese
- Acque torbide
- I sette samurai
- Il mio primo amore
- La stagione del sole
- Conflagrazione/La fiamma del tormento
- Il diario di Sueko/Il secondo fratello
- L’isola nuda
- Porci, geishe e marinai
- Harakiri
- Gli stretti della fame
- La donna di sabbia
Appendice
Bibliografia
Note biografiche
Gli Illuministi e i Demoni – Il Dibattito su Magia e Stregoneria dal Trentino all’Europa
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni di Storia e Letteratura
prima edizione, a cura di Riccarda Suitner, collana: Biblioteca del XVIII Secolo n° 36, il volume è stato pubblicato con il contributo dell’Accademia Roveretana degli Agiati di Scienze, Lettere ed Arti.
pp. 190, Roma
Fantasmi e vampiri, la stregoneria, poteri e natura dei demoni, scienza e magia: a metà Settecento il Trentino fu al centro di una delle principali controversie sul sovrannaturale di tutto l’Illuminismo. Si stamparono trattati, si scambiarono corrispondenze. E il dibattito non fu isolato, ma si sviluppò nel contesto di una più ampia discussione europea, che ben restituisce l’essenza del messaggio dei Lumi. Uno sguardo inedito su aspetti finora trascurati, su fonti e ricezione di un dibattito che dal nord Italia si estese a tutt’Europa.
Le Edizioni di Storia e Letteratura, dopo oltre settant’anni di attività, continuano a rappresentare un marchio di riferimento nell’editoria di cultura italiana e internazionale. Il catalogo si impernia sulle scienze umanistiche, spaziando dalla filologia, classica e umanistica, alla storia medievale, moderna e contemporanea; dalle scienze documentarie alla filosofia; dalla storia religiosa alle letterature europee.
- Gli illuministi e i demoni: un dibattito italiano in prospettiva transnazionale (Riccarda Suitner)
- Le favole cominciarono a passare per verità. Le fonti cinquecentesche del dibattito demonologico (Michaela Valente)
- Religione e superstizione: Gianrinaldo Carli, Clemente Baroni Cavalcabò e il tramonto del dibattito su magia e stregoneria in Italia (Antonio Trampus)
- Un prete, molti demoni, un nemico comune. La lotta allo scetticismo e all’incredulità vista dalle Dolomiti nel 1739…(Federico Barbierato)
- Joseph Sterzinger e la Hexenkrieg bavarese (Nicola Cusumano)
- La demonologia di Clemente Baroni Cavalcabò nel contesto del dibattito europeo, tra Leibniz e Bekker (Riccarda Suitner)
- Il “delitto” della stregoneria nell’Illuminismo giuridico milanese (Wolfang Rother)
- Santi contro vampiri. Filosofia naturale e demonologia nella definizione dei limiti della natura nell’Europa del Settecento (Francesco Paolo De Ceglia)
- Clemente Baroni Cavalcabò e la stregoneria (Christian Zendri)
- Elfi, fate e silfidi. La rielaborazione accademica delle creature intermedie paracelsiche nelle università tedesche e scandinave (Bernd Roling)
- Gli illuministi e la “morte” del diavolo: una questione aperta (Edoardo Tortarolo)
Indice dei nomi
La Psicoanalisi – Manuale per Medici e Psicologi
Titolo originale: Psyco-analysis
Autore/i: Glover Edward
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
a cura di Gastone De Boni, prefazione di Emilio Servadio, traduzione di Camillo Pellizzi.
pp. 424, Milano
Presentando nel 1953 la prima edizione italiana di quest’opera, considerata oggi in tutto il mondo un classico di particolare valore formativo per chi si dedica allo studio della psicoanalisi. Emilio Servadio scriveva: «Coloro che hanno letto le non poche opere divulgative apparse anche in Italia sulla psicoanalisi constateranno, sin dalle prime pagine del presente lavoro, di trovarsi in un’altra atmosfera, ben altrimenti elevata e rarefatta, ma anche tanto più pura e salubre. Forse di proposito l’autore non ha avuto alcun riguardo per coloro che amano apprendere “senza lacrime”; e il suo libro non riuscirà, pertanto, affatto gradito agli orecchianti e agli intellettuali da salotto. Tanto meglio! Non da oggi lo scrivente ha auspicato l’avvento di un nuovo periodo della psicoanalisi: quella riservata, finalmente, agli psicoanalisti e agli uomini abituati allo studio rigoroso e severo. Il libro di Glover milita in questo senso.» L’opera di Giover, della quale più volte è stata sollecitata una riedizione, conserva ancora oggi il suo valore in virtù dell’ampiezza, dell’organicità e del rigore della trattazione della teoria psicoanalitica. Come nota ancora Servadio, “non v’è un concetto psicoanalitico fondamentale che non abbia qui ricevuto profonda e attenta considerazione. E chi avrà seguito l’autore nella rigorosa esposizione della prima parte (la teoria della psicoanalisi), sormontando le non poche difficoltà dovute all’astrattezza dei concetti adoperati, troverà ampio compenso nella seconda, in cui molti problemi di psicopatologia e di clinica vengono presentati in modo assolutamente magistrale, tale da far sembrare, al confronto, curiosamente approssimative e ingenue le presentazioni di tanti manuali e trattati di uso corrente”.
Edward Glover nacque nel 1888 in Scozia e si laureò in medicina a Glasgow. Nel 1920 fece analisi didattica con Kart Abraham a Berlino, poi tornò a Londra e divenne membro della British Psyco-Analytic Association. Si occupò anche di criminologia e fu condirettore del British Journal of Criminology. Scrisse numerosi libri, tra cui citiamo Approccio psicoanalitico alla classificazione delle malattie mentali e Guerra, sadismo e pacifismo, che è tuttora un classico in materia, oltre al presente fondamentale trattato di psicoanalisi.
Prefazione all’edizione italiana
Prefazione alla prima edizione inglese
Prefazione alla seconda edizione inglese
Teoria della psicoanalisi
- L’embriologia della mente
- Gli aspetti dinamici della mente
- La struttura della mente
- Fasi dello sviluppo psichico
- Sogni e atti sintomatici
- Formazione dei sintomi
Applicazioni cliniche
- Introduzione
- Le psico-neurosi
- Malattie psico-somatiche e disturbi connessi
- Le psicosi
- Gruppi di transizione
- Disturbi psico-sessuali
- Difficoltà sociali
- Psicoanalisi dei bambini
Applicazioni pratiche
- L’esame psicologico
- La diagnosi
- La prognosi
- Indicazioni per la cura
- Carattere della cura psicoanalitica
- Durata della cura
- Il costo della psicoanalisi
- La scelta dello psicoanalista
- La situazione familiare
- Risultati del trattamento
Appendice
Modificazioni della terapia psicoanalitica
Glossario
Libri raccomandati
Indice analitico
Io So… Come hanno Ucciso Pasolini
Storia di un’Amicizia e di un Omicidio
Autore/i: Pelosi Pino
Editore: Vertigo Edizioni
prima edizione, in collaborazione con Alessandro Olivieri (avvocato) e Federico Bruno (regista), premessa dell’autore, collana: Polis.
pp. 128, ill. in b/n f.t., Roma
… Ho deciso di scrivere questo libro sollecitato da più parti per mettere un punto fermo e finale alle varie notizie circolate sull’omicidio Pasolini nel 1975 e su di me in questi ultimi 35 anni. Se mi sono deciso ora è perché ormai, superati i cinquant’anni, penso sia arrivato il momento di chiarire tante cose e finalmente spiegare i molteplici interrogativi rimasti in sospeso, le motivazioni delle informazioni diffuse dai media, dei silenzi, anch’essi giustificati, allo scopo di ricostruire la verità di questa vicenda crudele e dai tratti misteriosi… (Pino Pelosi)
Quello che si trova tra le mani chi si avvicina a questo libro è, o almeno questo è quanto afferma l’autore, la cronostoria dei fatti precedenti l’uccisione di Pier Paolo Pasolini, e il suo rapporto con l’unico responsabile dell’omicidio secondo la giustizia italiana: Pino Pelosi, autore del libro. Un libretto di poche pagine in cui vengono raccontate giornate romane tra due personaggi simili e allo stesso tempo agli antipodi tra loro. Non so se quanto scritto su queste pagina sia vero, in parte vero, o del tutto falso. Lo può sapere solo Pino Pelosi e in tutti i casi ora la sua verità gli fa compagnia nella tomba. Finalmente, dopo 35 lunghissimi anni, Pino Pelosi ha deciso di parlare. Di raccontare tutta la verità sull’omicidio Pasolini, una delle pagine più buie e controverse della nostra storia. Dopo aver scontato interamente la pena per un delitto mai commesso, e quindi senza poter trarre alcun vantaggio legale da questa coraggiosa testimonianza, Pino la Rana torna a far luce, senza omissioni o reticenze, sull’accaduto, svelando verità mai pronunciate, per chiudere un contenzioso con gli italiani e scaricarsi la coscienza da un fardello troppo grande per un uomo comune.
Giuseppe Pelosi (Roma, 28 giugno 1958 – Roma, 20 luglio 2017), detto Pino La Rana.
Il Sogno di Disegnare il Mondo – Le Meditazioni di Fra Mauro Cartografo alla Corte di Venezia
Titolo originale: A Mapmarker’s Dream
Autore/i: Cowan James
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione Emanuela Muratori, collana: La Scala.
pp. 194, ill. in b/n, Milano
…Questo complesso viaggio intorno al mondo e attraverso il tempo ci proietta nell’emozionante scompiglio di una mappa antica: serpenti di mare che divorano grandi velieri, dolci brezze che soffiano dalle labbra dei cherubini. Ogni parola del monaco echeggia di esotiche risonanze… (Dava Sobel, autrice di Longitudine)
Su un’isola della laguna veneta, un inquieto, sedentario monaco del Cinquecento, esperto cartografo, si è accinto a disegnare una propria mappa definitiva del mondo. Senza mai lasciare l’angusta cella del suo monastero, timoroso del mondo al di fuori, ascolta i racconti dei viaggiatori in terre lontane che, avuto sentore di ciò che sta compiendo, accorrono presso di lui per dare un contributo alla sua impresa. Pellegrini, mercanti, esploratori, studiosi, missionari, ambasciatori si alternano dunque alla sua soglia riferendo di avventure mirabolanti, reami incantati, personaggi fantastici: cannibali e seguaci di Satana, orientali con il turbante, sirene e femmine ricoperte di capelli selvaggi del Borneo, Africa, India, Mesopotamia, Catai. E discutono di Tolomeo, Salomone e Colombo; Gengis Khan e san Tommaso; tartari, crociati, persiani. Avido di conoscenza, curioso fra Mauro intraprende uno straordinario viaggio con l’immaginazione e registra ogni cosa su pergamena tentando di abbracciare la varietà infinita del mondo. Ma a poco a poco si rende conto dell’impossibilità di una rappresentazione ideale, perfetta dell’universo: giacché ha compreso che esso non è solo un’entità fisica di coste, continenti, mari, baie, scogliere ma è soprattutto il prodotto del pensiero e dell’immaginazione, paesaggio interiore e soggettivo di credenze, aspirazioni, sogni. Pian piano la mappa mundi del cartografo veneziano assume così una dimensione magica, metafisica, ultraterrena che schiude inattesi interrogativi e varca i confini di tutte le conoscenze acquisite. Sostenuto da una prosa di mirabile forza evocativa e di grande suggestione, Il sogno di disegnare il mondo è un racconto denso di spunti filosofici per l’uomo contemporaneo, un piccolo stimolante breviario per noi che stiamo per affrontare il nuovo millennio. Celebra l’ingegno umano, la capacità d’incantarsi, la felicità che offre l’incontro con il fantastico, il meraviglioso, di cui ancora abbonda il pianeta.
Lovecraft e il Giappone – Letteratura, Cinema, Magia, Anime
Contributi critici di Giacomo Calorio, Riccardo Rosati, Gino Scatasta, Massimo Soumaré, Antonio Tentori.
Autore/i: Autori vari
Editore: Società Editrice La Torre
prima edizione, introduzione e cura di Di Fratta Gianluca, prefazione di Gianfranco de Turris, collana: Oriente – collana di studi orientali.
pp. 208, ill. in b/n, Caserta
Il libro analizza le diverse declinazioni del rapporto dello scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) con il Giappone attraverso una serie di interventi che spaziano dalla letteratura al cinema, dal fumetto al cinema di animazione, dal gioco al merchandising, offrendo una panoramica di tutta la produzione editoriale su Lovecraft e il suo ciclo mitologico: dalle edizioni giapponesi dei suoi racconti alle influenze letterarie su autori del fantastico e del soprannaturale classici e moderni, dagli adattamenti cinematografici delle sue opere alle influenze di stile e di contenuti negli horror giapponesi, dalle citazioni letterarie nei fumetti alla trasposizione di temi e figure lovecraftiane nel cinema di animazione, dagli studi accademici sul ciclo mitologico alla eredità letteraria nella cultura popolare. Passando in rassegna in maniera sistematica le varie categorie dell’immaginario lovecraftiano, il libro si attesta come il primo studio in Occidente sulle forme di compromissione tra Lovecraft e la cultura giapponese, allineandosi per approccio e contenuti a una produzione saggistica in Giappone dedita alla catalogazione delle forme dell’orrore lovecraftiano.
Prefazione: Da Provvidence a Tōkyō – Gianfranco de Turris
Introduzione: Gli studi di Lovecraft in Giappone – Gianluca Di Fratta
- Lovecraft e la tradizione – Gino Scatasta
- Lovecraft in Giappone – Massimo Soumaré
- Sotto il segno di HPL. L’influenza di Lovecraft nel cinema fantastico-horror europeo e americano – Antonio Tentori
- Cosmo e contagio. Tracce di H.P. Lovecraft nel cinema giapponese contemporaneo – Giacomo Calorio
- Di segni e sogni. L’influenza di Lovecraft nel fumetto giapponese – Gianluca Di Fratta
- Cultismo e abominio. L’influenza di Lovecraft nel cinema di animazione giapponese – Riccardo Rosati
- Conclusioni: The Cute of Cthulhu – Gianluca Di Fratta
Postilla: Quel che resata del Mito. Le categorie dell’immaginario lovecraftiano in Giappone – Gianluca Di Fratta
Bibliografia
Note degli autori
Rembrandt – L’Ombra e la Luce
Titolo originale: Rembrandt le clair, l’obscur
Autore/i: Bonafoux Pascal
Editore: Electa / Gallimard
edizione italiana a cura di Martine Buysschaert, traduzione di Ida Sassi.
pp. 184, numerose illustrazioni e fotografie b/n a colori, Trieste
Nell’Olanda indipendente, industriosa e prospera del ’600, Rembrandt conosce l’ambizione e la solitudine, la fortuna e la sconfitta, l’amore e il lutto, la gloria e l’incomprensione. È all’apice della notorietà, quando tutta la buona borghesia accorre per un suo ritratto. Ma le esigenze della pittura e il desiderio di libertà lo allontanano dal gusto conformista della committenza. Come nella vita, Rembrandt sarà fino all’ultimo il pittore dell’ombra e della luce.
- I. – L’APPRENDISTATO E L’AMBIZIONE
- II. – LA GLORIA E IL LUTTO
- III. – LA LIBERTÀ E LA ROVINA
- IV. – LA SOLITUDINE E LA MORTE
TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
L’Olanda ai tempi di Rembrandt
Rembrandt collezionista
Rembrandt per Delacroix e Van Gogh
Ronda di notte al Trippenhuis
La fortuna critica
Rembrandt e l’Italia
La questione del catalogo
Rembrandt incisore e disegnatore
Gli allievi di Rembrandt
APPARATI
Cronologia
Indice delle illustrazioni
Indice dei nomi
Bibliografia
Bestie, Uomini, Dei – Il Mistero del Re del Mondo
Titolo originale: Beasts, Men and Gods
Autore/i: Ossendowski Ferdinand Antoni
Editore: Edizioni Mediterranee
nota all’edizione italiana di Gianfranco De Turris, prefazione di Julius Evola, introduzione di Lewis Stanton Palen.
pp. 248, Roma
Ferdinand A. Ossendowski (Witebsk, 1871 – Zólwin, 1945), polacco, chimico-fisico, scrittore e giornalista, si distinse in opere e lavori scientifici, pubblicando una quindicina di libri di interesse generale, sia in polacco che in russo. Consulente scientifico del Consiglio Superiore della Marina, fece parte del Ministero delle Finanze e dell’Agricoltura del governo della Siberia. Nel 1905 presiedette il governo rivoluzionario dell’Estremo Oriente che proclamava l’indipendenza della Siberia orientale dalla Russia. Arrestato dopo il fallimento della rivoluzione, fu condannato a morte ma la pena gli fu commutata in due anni di carcere. Nel ’22 fu consulente tecnico per gli affari dell’Estremo Oriente presso l’Ambasciata di Polonia e, in seguito, professore alla Scuola di Guerra di Varsavia.
Quest’opera, pubblicata per la prima volta in Polonia nel 1922, ebbe una traduzione inglese nel 1923, una francese nel 1924 ed una italiana nel 1925, suscitando molte reazioni, positive e negative, a causa del suo contenuto e della grande messe di notizie inedite che espone con ottica storicamente oggettiva.
Bestie, Uomini, Dei è un’opera dai molteplici aspetti: un affascinante libro di viaggi; una testimonianza agghiacciante della vocazione al genocidio del comunismo sin dalle sue origini e delle ultime lotte antibolsceviche condotte nel 1920-1921 agli estremi confini dello sterminato Impero russo, in Mongolia; la biografia di un personaggio ignorato ed inquietante come il generale barone Ungern; la rivelazione, in Occidente, del “mistero dei misteri”: il “Re del Mondo”.
Fu questo libro, scritto con uno stile avvincente, che ispirò a Rene Guénon il suo Roi du Monde (nel 1924 come saggio su rivista, nel 1927 ampliato a libro), un contributo decisivo allo studio del “centro iniziatico” denominato “Agartha”.
Il Linguaggio del Cambiamento – Elementi di Comunicazione Terapeutica
Titolo originale: Die Möglichkeit des andersseins. Zur technik der therapeutischen kommunikation
Autore/i: Watzlawick Paul
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Lucio Cornalba.
pp. 176, nn. figure b/n, Milano
Questo libro focalizza l’importanza del linguaggio nella psicoterapia: non il linguaggio come semplice mezzo d’espressione, bensì il linguaggio come arte di persuasione. Esistono due realtà: quella oggettiva, esterna, e l’altra, che è il risultato delle nostre opinioni sul mondo. La loro sintesi determina convinzioni, pregiudizi, valutazioni e distorsioni, ossia, per dirla con Watzlawick, la nostra “immagine del mondo”. Gli interventi linguistici tendono a modificare questa immagine e in particolare, quando si parli di psicoterapia, “l’immagine del mondo che produce dolore”. Scopo di questo libro è illustrare la grammatica del cambiamento e le varie tecniche attraverso cui renderlo possibile: paradossi, spostamenti di sintomi, giochi verbali, prescrizioni. Tutto ciò che appare immodificabile può, secondo Watzlawick, essere cambiato se si conoscono le opportune strategie. Scritto sulla base di una fitta documentazione di casi clinici, allegorie, illustrazioni, aneddoti, citazioni di grandi filosofi, artisti, scrittori e pensatori, Il linguaggio del cambiamento è un libro non soltanto sulla terapia ma anche sulla vita. Nel corso delle sue numerose ristampe (la prima edizione è del 1980) ha consentito ai suoi molti lettori una stimolante conoscenza clinica e una feconda opportunità di comunicare con se stessi.
Paul Watzlawick lavora dal 1960 al Mental Research Institute di Palo Alto, fondato da Milton Erickson, l’inventore geniale della moderna ipnoterapia, capostipite appunto della cosiddetta Scuola di Palo Alto. Dal 1976 è inoltre docente presso il Dipartimento di Psichiatria e Scienza comportamentale della Facoltà di Medicina dell’Università di Stanford. Feltrinelli ha pubblicato: Istruzioni per rendersi infelici (1984), America, istruzioni per l’uso (1985; nuova edizione rivista nell’Universale Economica 1999), Di bene in peggio (1987) e Il codino del Barone di Miinchhausen. Ovvero psicoterapia e “realtà” (1989). Ha inoltre curato, sempre per Feltrinelli, la raccolta di saggi sul costruttivismo La realtà inventata (1988).
Turbare l’Universo
Titolo originale: Disturbing the Universe
Autore/i: Freeman Dyson
Editore: Bollati Boringhieri Editore
presentazione di Luigi A. Radicati di Brozolo, prefazione dell’autore, traduzione di Riccardo Valla.
pp. XI-316, Milano
Nato in Inghilterra nel 1923, in cattedra a Princeton a trent’anni, Freeman Dyson è considerato una delle figure di primissimo piano della fisica contemporanea. Ma il brillante teorico autore di importanti lavori sull’elettrodinamica quantistica è ben lontano dallo stereotipo dello scienziato chiuso nell’astrattezza dei problemi che tratta. Spirito irrequieto, cresciuto in un raffinato ambiente culturale, il ragazzo prodigio che Hans Bethe considerava l’allievo più intelligente che avesse mai avuto è una lucida e appassionata coscienza civile, che non ha mai smesso di interrogarsi sul rapporto scienza-società, e sui destini ultimi dell’umanità.
Invitato a spiegare concretamente a un pubblico di non specialisti che cosa è la vita di un ricercatore, come si articola giorno per giorno, Dyson ha steso il suo racconto autobiografico con talento di scrittore, a suo agio tanto con le grandi letterature europee (il titolo riprende un verso di Eliot) quanto con la musica, la filosofia, la linguistica, la biologia. Dyson è insieme protagonista e testimone, pragmatico “risolutore di problemi” (come modestamente si autodefinisce) e umanista convinto che la poesia debba ispirare la tecnica. Scrive nella sua presentazione Luigi A. Radicati: “Quando tutti si aspettavano da lui (lo scienziato profondo) la soluzione dei problemi fondamentali della teoria dei campi ecco che lo si ritrova a disegnare reattori o progettare futuristici razzi nucleari (lo scienziato concreto, dinamico). Quando élite scientifica si schierava per Oppenheimer, lui stringe amicizia con l’arcinemico Teller e frequenta il laboratorio militare di Livermore. Militarista dunque? No, perché poco dopo lo troviamo a Washington Q occuparsi, con una serietà di cui non molti liberals han dato l’esempio, di problemi di disarmo e controllo nucleare.”
Il nucleo del libro tocca temi di drammatica attualità: la corsa agli armamenti nucleari, la costruzione della bomba al neutrone, le prospettive della guerra batteriologica, la battaglia per il disarmo, il futuro dell’”ingegneria genetica”, la ricerca di fonti alternative di energia. Quello di Dyson non è soltanto un contributo di valore storico, ma una riflessione che investe i massimi problemi etici e filosofici, che ci aiuta a veder chiaro anche oggi.
Nella terza parte del libro Dyson scatena la sua fantasia in una serie di ipotesi, tanto brillanti quanto rigorose, sulle utilizzazioni dell’energia solare, su un nuovo impiego delle piante, e sulla colonizzazione dello spazio. In polemica con Monod, questo fisico che ha un senso quasi religioso dell’unione del tutto, e che dichiara di sentirsi a casa sua nel futuro, vuole considerarsi attore, e non ospite inutile su un’astronave la cui destinazione è ignota.
Questa somma di motivi fa di Turbare l’universo un libro inconsueto nel panorama italiano, di raro fascino intellettuale, in cui si ritrova composto l’antico dissidio tra cultura scientifica e cultura umanistica. Ha scritto su “Nature” il cosmologo Hermann Bondi: “Ecco un libro che ho apprezzato profondamente, che mi ha dato molto da pensare, e che raccomando caldamente a tutti”.
La Bomba Incredibile
Titolo originale: La bomba inceíble
Autore/i: Salinas Pedro
Editore: Casa Editrice Le Lettere
introduzione di Angela Bianchini, traduzione di Lia Ogno, in copertina «La preghiera» Felice Casorati 1914, Galleria d’Arte Moderna – Verona.
pp. 192, Firenze
Un misterioso oggetto viene rinvenuto in un museo. Un evento apparentemente banale riuscirà a scatenare lo scompiglio in una società che ha fatto della tecnologia la sua unica fede, e a segnarne la fine. Tra ironia e lirismo, Pedro Salinas, eccelso poeta spagnolo della Generación del 27, dal suo esilio negli Stati Uniti scrive questo romanzo (1951), sull’onda emotiva determinata dallo scoppio della bomba atomica. Paragonabile a 1984 di Orwell o al Mondo nuovo di Huxley, La bomba incredibile è un brillante esempio di narrativa di anticipazione, in cui si racconta l’allarmata profezia di una società interamente dominata dagli apparati tecnologici. Anche qui, più che con la descrizione di un’Utopia, il lettore dovrà misurarsi con una Distopia, con un mondo malato d’ordine dove l’anomalia è capace di far impazzire e di distruggere gli esseri umani. Unico romanzo scritto da Salinas, La bomba incredibile rappresenta non solo una testimonianza magistrale dell’epoca in cui fu scritto, ma anche la rivendicazione appassionata della nostra capacità di far fronte all’orrore e alla sofferenza.
Pedro Salinas nasce a Madrid nel 1892. Professore universitario, svolge la sua attività tra Siviglia, Murcia, Cambridge e Boston. Fra i maggiori esponenti della cosiddetta Generación del 27, fino al 1932 si dedica principalmente alla poesia, sotto l’influsso di Juan Ramón Jiménez. In un secondo periodo, tra il 1933 e il 1939, si impone soprattutto come poeta dell’Amore. Nell’ultima fase della sua vita vedono la luce gli scritti sulla Guerra civile spagnola. Muore in esilio a Boston nel 1951. In Italia sono uscite le raccolte poetiche Poesie (1958), Vigilia del piacere (1976), Presagi, Sicuro azzardo (1978), Ragioni d’amore (1972, 2006), il poema La voce a te dovuta (1979, 2002), il saggio Difesa della lettera (2003).
Tabù – La Vera Storia dei Sopravvissuti delle Ande
Titolo originale: Alive: the Story of the Andes Survivors
Autore/i: Read Piers Paul
Editore: Sperling & Kupfer Editori
quinta edizione, ringraziamenti e premessa dell’autore, traduzione di Bruno Oddera.
pp. 360, Milano
Noi abbiamo deciso che questo libro dovesse essere scritto, e la verità resa nota, a causa delle molte dicerie su ciò che è accaduto sulla «cordillera». Dedichiamo il racconto delle nostre sofferenze e della nostra solidarietà agli amici che sono morti e ai loro parenti che, nel momento in cui più ne avevamo bisogno, ci accolsero con affetto e comprensione.
Pedro Algorta, Roberto Canessa, Alfredo Delgado, Daniel Fernandez, Roberto François, Roy Harley, José Luis Inciarte, Alvaro Mangino, Javier Methol, Carlos Páez, Fernando Parrado, Ramón Sabella, Adolfo Strauch, Eduardo Strauch, Antonio Vizintin, Gustavo Zerbino.
Questa è la vera storia di una delle tragedie più allucinanti dei nostri tempi, una storia disperata che ha turbato il mondo come poche altre, la storia agghiacciante dei passeggeri di un aereo che per non morire mangiano i compagni morti. I sopravvissuti delle Ande hanno finalmente deciso di parlare, di raccontare la loro terribile verità, e hanno scelto uno dei migliori scrittori inglesi per scrivere in esclusiva la loro storia: Piers Paul Read è così l’unico ad aver raccolto il resoconto completo degli avvenimenti descritti in questo libro. Sperduti negli immensi deserti nevosi delle Ande… tutte le ricerche ufficiali abbandonate… senza cibo… con indumenti inadatti a temperature polari… senza medicinali per alleviare le sofferenze dei morenti. Così ha inizio la terribile avventura di un gruppo di un gruppo di ragazzi che con parenti, amici, amiche era partito dall’Uruguay per andare a giocare alcune partite di rugby in Cile. L’aeroplano che avevano noleggiato, felici, era entrato in un banco di nubi, aveva perso quota in una serie di paurosi vuoti d’aria e si era infine schiantato contro la parete di una montagna. Il fairchild trasportava cinque uomini d’equipaggio e quaranta passeggeri. Alcuni muoiono all’istante; quelli che sopravvivono si aggrappano alla vita con straordinaria tenacia e ingenuità. Formano una società ordinata, distribuiscono i compiti secondo le capacità e le condizioni fisiche di ciascuno: emergono, naturalmente, doti di campo in alcuni che capi non erano mai stati. Rendendosi conto che l’unica possibilità di sopravvivere è solo nelle loro mani, studiamo un piano di salvezza. E per non morire di fame, diventano cannibali. Una decisione traumatizzante che altre, impreviste, terribili prove rendono più atroce. Poi, improvvisa, una nuova tragedia, che quasi li annienta di disperazione. Ma rifiutano di arrendersi e decidono di organizzare delle spedizioni: scelgono fra loro i più forti, fisicamente e moralmente; per loro cuciono un sacco a pelo, per loro ricavano scarpe da neve dai sedili dell’aereo, per loro fanno occhiali da sole dai portadocumenti in plastica dei piloti morti. Settanta giorni dopo l’incidente, due dei ragazzi raggiungono la salvezza: con un viaggio massacrante di dieci giorni attraverso la maestosa, ostile Cordigliera delle Ande (un’impresa quasi impossibile persino per un esperto alpinista) riescono a dare l’allarme, salvando così la vita agli altri quattordici amici. Pieno di candore, di suspense, pieno di Dio, questo libro descrive nei drammatici particolari la lotta condotta dai ragazzi giorno dopo giorno per sopravvivere e i tentativi dei loro genitori per trovarli anche dopo che ogni ragionevole speranza era persa. Tabù è un’opera commovente e ispirata che ricrea una delle più grandi storie di sopravvivenza dei nostri tempi: la critica mondiale l’ha definito «un capolavoro della narrativa».
Tabù è pubblicato, contemporaneamente, in Finlandia da Gummerus: in Francia da Bernard Grasset; in Germania da Scherz; in Giappone da Heibon Sha; in Inghilterra da Secker and Warburg; in Jugoslavia da Mladinska Knijiga; in Olanda da Meulenhoff; in Spagna da Noguer; negli Stati Uniti da Lippincott.
Le Voci del Tempo Perduto – La Storia del Doppiaggio e dei Suoi Interpreti dal 1927 al 1970
Autore/i: Di Cola Gerardo
Editore: èDicola Editrice
presentazione dell’autore, prefazione di Claudio G. Fava, introduzione di Alberto Castellano, prologo dell’autore.
pp. 532, ill. in b/n n.t., Chieti
Nel volume è presente un ricchissimo apparato iconografico, e sono elencati anche i doppiaggi di parecchi film italiani dell’epoca, aspetto sconosciuto ai più che non immaginano che i loro attori italiani preferiti venivano quasi sempre doppiati.
… Quelli che hanno desiderio di guardare sotto il velo possono prendere il lembo di questa pagina e sollevare…che andiamo a cominciare. Luce!…
Il libro è articolato in due parti: nella prima è ripercorsa la storia del doppiaggio (dal periodo del muto 1927 al periodo dei ridoppiaggi 1968/70, passando per il periodo d’oro 1932/36, gli anni della guerra 1939/44, la comparsa della TV nel 1954, il boom 1958/62, la contestazione del 1968), nella seconda sono tracciate le biografie e i doppiaggi effettuati da oltre 100 storici doppiatori.
La Notte degli Sciamani
Titolo originale: Skinwalkers
Autore/i: Hillerman Tony
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, nota dell’autore, traduzione Roberta Bricchetto.
pp. 298, Casale Monferrato (AL)
… Dedico questo libro a tutti i guaritori, navajo e no, che si occupano e si proccupano del popolo navajo.
È notte, nella riserva. L’agente Jim Chee, della polizia indiana, sta dormendo nella sua roulotte. A un tratto il gatto entra con un balzo dalla finestra. Strano, perché il gatto cerca riparo solo quando ha paura di qualcosa. Mentre Jim si alza, tre colpi di fucile squarciano la lamiera della roulotte e vanno a piantarsi nel letto, nel punto esatto in cui si trovava un attimo prima. Jim si precipita fuori, ma tutto è oscurità e silenzio. Chi è stato? E perché? E c’è un legame, tra l’attentato a Chee e le tre morti misteriose che nelle ultime settimane hanno scosso la vita dei Navajo? Secondo il tenente Leaphorn, che lavora in coppia con Jim Chee, il legame c’è e affonda nel passato e nella paura. Sui luoghi dei delitti sono state trovate tracce di antichi riti e tutte le vittime sembrano essere legate al mondo degli sciamani. Qualcuno li ha presi di mira, per vendicarsi, per ucciderli. Qualcuno che se ne sta acquattato nel buio, pronto ad aggredire. Qualcuno che ha sete di sangue.
Tony Hillerman è uno dei più famosi scrittori americani di thriller e mysteries. Vive ad Albuquerque, nel New Mexico, nell’America indiana, quella dei suoi romanzi. È stato presidente dell’associazione Mistery Writers of America, per Piemme ha pubblicato Il contagio, Morte nel canyon e Notte di Halloween.
Eden Express – … Un Viaggio nelle Stanze Segrete della Mente…
Titolo originale: The Eden Express
Autore/i: Vonnegut Mark
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, introduzione di Kurt Vonnegut, traduzione di Annalisa Carena.
pp. 334, Casale Monferrato (AL)
È la fine degli anni Sessanta e Mark ha preso la sua decisione. Partire per costruirsi con le sue mani il mondo in cui vuole vivere. Via, verso le distese del Canada, la Columbia Britannica, con la sua compagna Virginia, il cane Zeke e Car Car, il suo maggiolone Volkswagen. Lontano, per realizzare quello che è il sogno di molti suoi coetanei: fondare una comune-fattoria. Lentamente, con l’aiuto degli amici e degli ospiti di passaggio, il desiderio prende forma, e la fattoria diventa un piccolo Eden, distante da tutto e da tutti, a venti chilometri di barca dalla strada più vicina e dalla modernità della corrente elettrica. Ma poco per volta la realtà comincia a confondersi con il sogno, con l’immaginazione, con l’incubo. Mark perde sempre più il controllo dei propri pensieri e viene sopraffatto da sensazioni e paure irrazionali. Fino a entrare in un mondo confuso, incomprensibile. Schizofrenia. Un mondo distorto che lo attira a sé e lo respinge, che lo rapisce e lo illude.
Mark Vonnegut è un pediatra e memoirist americano. È il figlio del compianto scrittore Kurt Vonnegut. Si è descritto nella prefazione del suo libro del 1975 come “un hippie, figlio di un eroe della controcultura, laurea in religione, con una predisposizione genetica alla schizofrenia”. In Eden Express racconta un viaggio verso il paradiso e una discesa all’inferno, una storia autobiografica che diventa anche il ritratto di un’epoca. Il libro è stato premiato con il Notable Book Award dell’American Library Association.