Libri dalla categoria Etruschi
Nascita del Mondo Moderno
Autore/i: Lombardi Franco
Editore: Casa Editrice Arethusa
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 336, Asti
L’A. ritiene di essere pervenuto per la prima volta in questo volume a quella maturità per cui i motivi che già si affacciarono alla mente del giovane o che dormivano nel cuore del fanciullo acquistano la libertà di movenze e la evidenza di un corpo saldo, e gli atteggiamenti diversi del pensatore, dell’educatore e del politico ritrovano nella consapevolezza del libro la unità che essi già ritenevano nell’uomo. È il così detto «stato moderno», – moderno? E che cosa è moderno? Quale è il significato dello sviluppo della società e del pensiero moderni? Non siamo noi ancora succubi nella nostra comprensione dei singoli problemi e in generale della storia della filosofia moderna, anzi del problema proprio della filosofia, della interpretazione che già ne diede, ora è più di un secolo, Hegel? E non si è fatta la nostra consapevolezza dei problemi, in filosofia come in altri campi, anacronistica rispetto al tempo nostro? Intendere lo sviluppo del pensiero speculativo europeo alla luce di una generale analisi della genesi, dei caratteri e della crisi della società e civiltà europea, è il compito di questo volume. Il quale ha perciò l’ambizione di offrire per la prima volta al lettore italiano una analisi tutt’insieme storico – sociologica e filosofica nell’ambito di un quadro più latamente umano.
Arnoldo Ciarrocchi ha riprodotto per la copertina il nodo della cintura della Gorgona, dal tempio di Artemide in Corfù del VI sec. a. C., simbolo della vista della realtà che impietra.
La Sindone e la Scienza – Bilanci e Programmi • Atti del II Congresso Internazionale di Sindologia 1978
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni Paoline
a cura di Piero Coero-Borga del Centro Internazionale di Sindologia Torino, presentazione di Giorgio Cavallo.
pp. 576, numerose tavole b/n f.t., Milano
La Sindone è stata opportunamente definita l’ottava meraviglia del mondo: da sempre ha esercitato un fascino misterioso, per quella «bruttezza che innamora», come dicevano già gli antichi autori che non potevano spiegarsi la grottesca incongruenza del negativo. L’importanza di questo documento assoluta-mente unico ha provocato l’interessamento di innumerevoli scienziati e ricercatori: la Sindone è certamente la reliquia maggiormente «autenticata» dalle scienze moderne. La storia dell’arte come l’archeologia, la medicina, la fotografia, l’osservazione microscopica, la recente palinologia, la scienza dello spazio e i moderni computers, continuano a cercare ostinatamente di dare una risposta all’appassionante interrogativo: chi è l’Uomo della Sindone?
Una serie incredibile di coincidenze tra l’immagine sindonica e la figura evangelica dell’Uomo dei dolori, crocifisso a Gerusalemme nei torbidi d’una pasqua ebraica mentre era procuratore Ponzio Pilato, rende possibile – anzi assai probabile – che il Lenzuolo conservato a Torino sia effettivamente quello che avvolse il corpo di Cristo. «Se si trattasse di Sargon, di Achille, o di uno dei faraoni» scriveva nel 1902 Y. Delage, accademico di Francia, «nessuno avrebbe da eccepire. Se la ipotesi che l’uomo della Sindone sia Gesù Cristo non ha buona udienza presso certa gente, è perché molti credono che sia una questione religiosa… Io considero Cristo come un personaggio storico, e non vedo perché ci sia da spaventarsi, cimentandosi con una traccia tangibile della sua esistenza».
La chiesa, pur onorando la Sindone con la venerazione dovuta alle reliquie che conservano nel tempo il ricordo di importanti eventi testimoniando concretamente una presenza che può elevare fino a Dio, non intende vincolare con la sua autorità la fede dei credenti, ma incoraggia la ricerca scientifica più seria per documentare sempre meglio quelle «dimostrazioni» che la fede non chiede.
Gli Atti del li Congresso Internazionale di Sindonologia, celebrato a conclusione della solenne ostensione pubblica per il IV Centenario della Sindone a Torino (1578-1978), documentano l’estensione e la varietà degli studi in corso, giustificando l’attesa di ulteriori approfondimenti sulla scorta degli esami di laboratorio e delle sperimentazioni del copioso materiale raccolto nei recenti esami dagli scienziati. Le relazioni e le comunicazioni raccolte in questo volume intendono qualificarsi come «bilanci» dello stato attuale degli studi sindonologici, e insieme come «programmi» per una ricerca che i moderni strumenti scientifici fanno sperare feconda e interessante.
Disse Einstein che «la luce è l’ombra di Dio»: le strane ombre impresse misteriosamente sulla Sindone, al vaglio attento della scienza moderna, potranno forse diventare luce per gli uomini…
Circa quattro milioni dì pellegrini sono accorsi a Torino durante l’estensione pubblica della Sindone, tra il 26 agosto e I S ottobre Lunghe ore di attesa per una brevissima sosta davanti al misterioso Lenzuolo che reca impressi – la scienza a tutt’oggì non sa bene come! – i segni della passione di Cristo documentata dai Vangeli, non hanno scoraggiato tanti credenti, che «vedendo» hanno vissuto un’intensa esperienza spirituale.
Per molti si è ripetuta l’emozionante scoperta di Secondo Pia, il celebre fotografo della Sin* dotte, quando vide «comparire sulla lastra il santo volto: Quella figura con gli occhi socchiusi nel sonno della morte era reale!… Quello era il volto del Signore c lui il primo uomo che poteva contemplarlo – in positivo – dopo diciannove secoli».
Per quanti «vedono» attraverso la chiarezza della loro fede, come l’apostolo Tommaso convinto dalle piaghe del Risorto, le dimostrazioni della scienza sono poco più che un’utile con-ferma; per tanti altri per i quali il dubbio è più forte, queste pagine dì «bilanci e programmi» potranno essere di valido aiuto, per la lettura di un codice drammatico, scritto a caratteri di sangue, con una tecnica misteriosa che i secoli non hanno ancor rivelato.
Nel nostro tempo, in cui prevale il gusto dell’immagine, la ricerca scientifica più sofisticata e gli elaboratori elettronici, così lontani dalla fede dei semplici, potranno forse penetrare il mistero di un volto «vivo» nella maestà della morte, messaggio muto ma tanto eloquente per la nostra umanità distratta e delusa, sul finire di un millennio che nonostante tutto non riesce a essere post-cristiano.
(Lamberto Schiatti)
La Scoperta dell’Irlanda di Bar in Bar
«Come Bill Bryson, Pete McCarthy è un maestro nelle descrizioni… Ridete spesso e sonoramente.» (Wanderlust)
Autore/i: McCarthy Pete
Editore: Ugo Guanda Editore
seconda edizione, traduzione di Sonia Pendola, titolo originale: McCarthyʼs Bar, collana: Biblioteca della Fenice. I viaggi.
pp. 350, Parma
Oggi essere irlandesi è ovunque garanzia di benvenuto: in vostro onore si stappano bottiglie pregiate, si spogliano le figlie e si danza sui tavoli. La gente si mette in fila per mostrarvi l’edizione portoghese dei libri di Seamus Heaney o una videocassetta Betamax pirata rumena di Riverdance. Gli irlandesi sono considerati tipi giovanili, eloquenti, romantici, intonati, spirituali, buffi e festaioli di professione. E, come se non bastasse, al pari degli inglesi, che all’estero sono doppiamente benvenuti dopo che la gente ha capito che non sono tedeschi, gli irlandesi sono benvenuti per il fatto di non essere inglesi.
Qual è il segreto dell’Irlanda? Qual è l’origine della sua «impalpabile magia», la sua capacità di conquistarti anche se in quella terra non sei mai vissuto veramente?
Per Pete McCarthy potrebbe trattarsi di «memoria genetica». Nato in Inghilterra da madre irlandese, McCarthy torna nell’Irlanda dei bei ricordi d’infanzia e vagabonda dal Cork al Donegal, tra località ancora sorprendentemente intatte e grandi classici del turismo di massa, procedendo senza meta e senza scadenze e obbedendo a una sola regola, fondamentale e irrinunciabile: mai oltrepassare un bar che porta il vostro nome senza fermarvi a bere. Un viaggio fatto con calma, tra una birra e l’altra, e costellato di incontri ordinariamente straordinari: loquaci affittacamere, baristi curiosi, preti sposati, hippy inglesi emigrati, americani in gara per il giro dei dodici paesi in dieci giorni, italiani snob (e rigorosamente in coppia), pellegrini fanatici, autostoppisti, contadini, imprenditori d’assalto e musicisti più o meno tradizionali.
McCarthy scopre così un’Irlanda profondamente diversa da quella della sua infanzia: un paese contagiato dalla frenesia del boom economico, invaso dai turisti e dal pvc, ma pur sempre una terra dagli scenari magnifici, ricca di misteriosi reperti del passato e di incantevoli bar di provincia; un paese, soprattutto, in cui le persone hanno ancora il gusto e il tempo di scambiare quattro chiacchiere e la naturale capacità di farti sentire a casa.
Con uno sguardo insieme intimo e disincantato, McCarthy ci racconta tutto questo, e molto altro, in uno spassoso diario di viaggio scritto in pub fumosi, tra il profumo della stout e l’immancabile colonna sonora di un cd di Van Morrison: una scoppiettante testimonianza on the road che ci lascia con l’irresistibile desiderio di annullare ogni impegno e partire immediatamente anche noi, alla scoperta del segreto dell’Irlanda.
Pete McCarthy è nato a Warrington da madre irlandese e padre inglese. È autore di programmi radiofonici e televisivi. scoperta dell’Irlanda è il suo primo libro.
Il Curioso dei Numeri – Stranezze Matematiche, Controversie Scientifiche, Divagazioni Letterarie da 1 a 9
Alla scoperta della vita segreta dei numeri da 1 a 9
Autore/i: Hodges Andrew
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione di Tullio Cannillo, titolo originale: One to Nine.
pp. 298, illustrazioni b/n, Milano
Qual è il segreto del successo del Sudoku? Come mai milioni di persone che avrebbero i sudori freddi di fronte a un’equazione di secondo grado passano il loro tempo libero a manipolare cifre? Forse quel quadrato di 81 caselle non impensierisce troppo perché si tratta di riempirlo con i più semplici, più familiari, più naturali numeri che si conoscano: i numeri da 1 a 9. Sono i primi che abbiamo imparato e sembrano lontani anni luce dalle astruse complicazioni della matematica più astratta, o dalle incomprensibili teorie pluridimensionali della fisica contemporanea. Eppure, come ci dimostra il matematico e divulgatore Andrew Hodges, partendo da ciascuna di quelle nove, apparentemente ovvie, cifre, si può arrivare in un battibaleno non solo a discutere di Einstein, Gauss, quaternioni e sezioni auree, ma anche di Mozart, George Orwell e del senso della vita. Un capitolo per ogni numero, si dipana l’intricato gomitolo di tutta la scienza, la filosofia, l’attualità che dipendono dalle prime nove cifre della matematica. E si scopre una miriade di curiosità: lo sapevate che la figlia di Byron arrivò a un passo dall’invenzione del computer? o che tutta la musica occidentale si fonda su una specie di imbroglio matematico?
Con leggerezza calviniana, Hodges rende ognuna di queste nove cavalcate nel mondo dei numeri un’avventura mozzafiato, in cui, senza quasi rendercene conto, così come si mangia una ciliegia dopo l’altra, passiamo dall’astronomia alla letteratura, dalla meccanica quantistica alla moda, dalla termodinamica alla musica. Senza dimenticare i matematici babilonesi, i sapori dei quark, i numeri triangolari, la freccia del tempo, la Messa in Si minore di Bach, e una stravagante ricetta per colazione a base di potenze.
Andrew Hodges, ricercatore di fisica matematica, ha collaborato con Roger Penrose alla teoria dei twistori. È autore di una biografia di Alan Turing. Attualmente insegna al Wadham College di Oxford.
Dell’Arte di Respirare – Il Ritmo della Vita, la Coscienza di Sé
Titolo originale: Health and Breath Culture
Autore/i: Ottoman Ha’Nish
Editore: Demetra
unica edizione.
pp. 192, numerose tavole a colori, Colognola ai Colli (VR)
Il respiro è vita, e un buon respiro non può che corrispondere a una vita migliore! Non sempre tuttavia si presta la dovuta attenzione a questo atto, apparentemente tanto semplice. Eppure la consapevolezza del proprio respiro è un prezioso traguardo cui ciascuno deve tendere. Ce lo insegna in questo libro il dottor Ha’Nish, la cui cultura orientale è ricca di una sapienza antica. I dodici esercizi ritmici proposti, documentati in antichi bassorilievi egiziani, risultano tanto efficaci quanto semplici da eseguire.
Le Chiavi degli Angeli – La Divinazione del Futuro Attraverso i 72 Angeli Custodi
Autore/i: Amerini Mario; Di Benedetto Gilberto
Editore: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
unica edizione, introduzione degli autori, originariamente in cofanetto abbiamo solo il libro, manca il cofanetto, i 4 dadi e 1 fascicolo 51 pagine.
pp. 112, illustrazione b/n, Roma
Strumento di conoscenza delle più antiche tradizioni della cabala ebraica e cristiana, il volume è dedicato agli angeli custodi, entità spirituali demiurgiche che assistono e aiutano l’umanità nel corso della sua evoluzione, con il compito di intermediari tra l’umano e il divino.
Un antichissimo metodo divinatorio, finalmente riportato alla luce e alla sua funzione illuminante e protettrice per chi lo utilizza, è costituito da 4 dadi sui quali sono rappresentate le emanazioni di Dio: gli angeli custodi, con i loro nomi e i loro attributi, frutto di un’accurata ricerca nei più famosi testi sacri della tradizione cabalistica ed esoterica.
Quattro dadi, 24 sigilli e 72 angeli custodi, attraverso i quali avviene la divinazione del futuro, esprimono i principi magici e matematici alla base di tutta la conoscenza esoterica e costituiscono uno straordinario strumento di contatto tra il mondo degli angeli e quello degli uomini.
Mario Ameresti, antropologo, studioso delle culture sciamaniche del Sud America e dell’Africa, esperto di esoterismo e della cibala ebraica.
Gilberto Di Benedetto, psicologo, appassionato di antropologia e studioso delle culture esoteriche; membro della Guild (Associazione degli ipnositerapeuti americani)
I Miracoli delle Tecniche Yoga
Testi antichi tibetani nuovamente tradotti e commentati da Silvio Calzolari.
Autore/i: Lama Kasi Dawa Samdup
Editore: M.I.R. Edizioni
tradotto e commentato da Silvio Calzolari.
pp. 96, 1 illustrazione b/n, Montespertoli
La prima delle sei dottrine conosciute in Tibet è quella chiamata Tummo: metodo d’insegnamento segreto inerente allo sviluppo del calore psichico tramite il quale possiamo imparare la tecnica per immagazzinare il prana, la nostra energia vitale, trasformando radicalmente la nostra vita.
Jung – Per Cominciare
Titolo originale: Jung for Beginners
Autore/i: Hyde Maggie; McGuinness Michael
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
seconda edizione, traduzione dall’inglese di Lucia Pastacaldi, illustrazioni di Michael McGuinness
pp. 184, Milano
Carl Gustav Jung è stato il più enigmatico e controverso discepolo di Sigmund Freud. Ha introdotto nella psicoanalisi questioni cruciali sulla religione e sull’anima che Freud aveva lasciato in disparte. Nonostante ciò, la nostra odierna percezione di Jung come una sorta di ‟santone-saggio”, anticipatore di certe mode d’oggi, non tiene conto del fatto che è stato soprattutto uno scienziato e uno studioso. Questo volume spiega brillantemente le teorie che hanno portato Jung a staccarsi da Freud e ne descrive il quasi esaurimento psicotico a metà della sua vita: un ‟viaggio notturno per mare” dal quale riemerge con nuove radicali scoperte sulla natura dell’inconscio. Poco alla volta, il libro dimostra come sia stato del tutto logico per lui – nell’investigazione dei sogni, delle fantasie e dei disturbi psichici dei suoi pazienti – finire a esplorare la psicologia della religione, l’alchimia, l’astrologia, i Ching e altri fenomeni trascurati dalla scienza.
Maggie Hyde (1952), scrittrice ed esperta di astrologia, è autrice di un grosso volume intitolato Jung and Astrology, con Feltrinelli ha pubblicato, insieme a Michael McGuinness, Jung. per cominciare (1994) e Jung (2009), è attualmente direttrice dell’Associazione degli astrologi inglesi.
Michael McGuinness è pittore, disegnatore e art director.
La Creazione delle Identità Nazionali in Europa
Titolo originale: La Création des Identités Nationales. Europe XVIIIᵉ – XXᵉ Siècle
Autore/i: Thiesse Anne Marie
Editore: Società Editrice Il Mulino
traduzione di Aldo Pasquali.
pp. 304, Bologna
Spazio giuridico, economico e monetario, l’Unione Europea non possiede ancora una forte immagine identitaria. Le fa difetto quel repertorio di simboli mediante il quale le nazioni propongono agli individui un’appartenenza, una fratellanza, una protezione. Costruzione culturale per eccellenza, l’identità nazionale è data da un patrimonio collettivo fatto di padri fondatori, di eroi, di una lingua, una storia, di monumenti e di tradizioni popolari. In questo libro Anne-Marie Thiesse ripercorre gli ultimi due secoli di storia europea per ricostruire il processo di formazione delle identità in particolare là dove i contenuti simbolici sono maggiormente esaltati: arte, letteratura, estetica, architettura, riti collettivi. Scopriamo che quasi contemporaneamente sul territorio europeo si è passati dal comune richiamo all’eredità greco-latina, universalizzante, a più specifici richiami nazionali quali si esprimono nei miti celtici, nelle ambientazioni gotiche, nelle fiabe dei fratelli Grimm, nei miti medievali. Parallelamente, nelle lingue prorompono elementi vernacolari, nella musica vengono rielaborati motivi popolari, nei musei entrano collezioni etnografiche e si inaugurano mostre patriottiche. Non solo in Inghilterra o in Francia, ma anche nelle nazioni più periferiche come la Svezia e in quelle più travagliate come la Serbia o l’Ungheria.
Anne-Marie Thiesse è direttrice di ricerca al Cnrs di Parigi. Storica sociale, ha pubblicato in Francia nel 2000 un fortunato volume sull’identità francese, “Le roman du quotidien”.
Introduzione. L’Europa delle nazioni
Parte prima: L’identificazione degli antenati
- 1. Una rivoluzione estetica
- 2. Una nazione, una lingua
- 3. Il patrocinio internazionale di una cultura nazionale
- 4. Uno stato, più nazioni
- 5. Epopee fondamentali
- 6. Storie nazionali
Parte seconda: Il folclore
- 7. Inventari
- 8. Ritratti della nazione
Parte terza: La cultura di massa
- 9. La nazione come orizzonte
- 10. La nazione attraverso la gioia
Conclusioni. L’identità europea
Letture consigliate
Indice dei nomi
L’Immaginazione Sociologica
Titolo originale: The Sociological Imagination
Autore/i: Wright Mills Charles
Editore: Il Saggiatore
premessa dell’autore, traduzione di Quirino Maffi.
pp. 256, Milano
L’uomo di oggi sta rischiando di perdere il controllo del proprio destino. Il compito del sociologo è di convertire quel turbamento interiore in una consapevolezza attiva, capace di trasformare le strutture della società.
Nessun uomo è un’isola. Eppure, tra le sontuose torri in vetro e acciaio delle élite e le umili abitazioni dell’uomo della strada passano mari che sembrano oceani. La storia della civiltà occidentale dal dopoguerra a oggi dimostra la complessità delle dinamiche che riguardano l’individuo, le istituzioni e la collettività. Per coglierle appieno e non smarrirsi in questo flusso caotico di scambi che è l’età contemporanea, sostiene Charles Wright Mills, c’è bisogno di qualcosa in più di astratti modelli interpretativi e sterili dati empirici: c’è bisogno dell’immaginazione sociologica. Uscito per la prima volta nel 1959, L’immaginazione sociologica di Charles Wright Mills ha rivoluzionato il modo di intendere le scienze sociali: partendo dall’analisi di storia, biografia e strutture sociali ha aiutato lettori e studiosi a liberarsi delle influenze che condizionavano i loro comportamenti e le loro valutazioni. Per Mills l’immaginazione sociologica è infatti l’atteggiamento mentale che permette di vedere oltre il proprio ambiente e la propria personalità, quindi di comprendere al meglio le relazioni di cui una società si sostanzia. Una visione che è anche un metodo per individuare i punti in comune tra le varie categorie di persone, connettere questioni private a problemi pubblici, analizzarne le ragioni, confrontarsi con il passato. Un’opera sempre attuale che, alternando ironia e sarcasmo ad argomentazioni serrate, porta il discorso sociologico sul piano politico. Perché solo mettendo correttamente in relazione i soggetti e i singoli eventi all’interno dei grandi mutamenti a livello globale è possibile comprendere appieno il presente. E da lì provare a cambiarlo.
Wright Charles Mills (Waco 1916 – New York 1962), sociologo statunitense, approfondì, anche per l’influenza di Hans Gerth, sociologo tedesco immigrato negli Stati Uniti nel 1938, la conoscenza del pensiero europeo da Marx a Freud, da Weber alla nascente scuola di Francoforte. Docente prima all’Università del Maryland poi al dipartimento di sociologia della Columbia University di New York, con Carattere e struttura sociale (UTET, 1969), trattato di psicologia sociale scritto in collaborazione con Gerth, si propose di integrare le interpretazioni freudiane e biologiche con le componenti storiche e sociali dello sviluppo della personalità.
Nelle opere rivolte a indagare la società americana, L’élite del potere (Feltrinelli, 1959) e Colletti bianchi (Einaudi, 1966), presenta una cupa visione di un futuro postprogressista e postmarxista. La prima è uno studio empirico sulla formazione di una nuova classe media di lavoratori dipendenti, potenziale sostegno di regimi burocratici e reazionari. La seconda è una spietata analisi di come, in una società pluralista, i pochi governano i molti, concentrando nelle loro mani un potere quasi senza limiti. Il pessimismo di Mills è però temperato dalla fiducia, chiara in L’immaginazione sociologica (il Saggiatore, 1962), nel ruolo degli intellettuali in quanto interpreti di una «politica della verità» e «agenti di cambiamento».
Charles Wright Mills (1916-1962) è considerato il massimo sociologo del suo tempo. Ha insegnato presso il dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York, incentrando la sua ricerca sul rapporto tra élite e massa e sull’ascesa della nuova classe media americana. Tra le sue opere ricordiamo La élite del potere (Feltrinelli, 1973), I marxisti (Feltrinelli, 1975) e Colletti bianchi (Edizioni di Comunità, 2001).
Il Massaggio Contro il Dolore – Guida Pratica
Titolo originale: The Massage for Pain Relief
Autore/i: Shen Peijian
Editore: Tecniche Nuove
unica edizione, nota e introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Annalisa Preziosa, revisione di Gabriella Cella, illustrazioni di Aziz Khan, Tim Monk, Helen Ward.
pp. 144, riccamente illustrato a colori, Milano
La digitopressione è un metodo semplice e si pone come il perfezionamento di un’antichissima terapia naturale, lo sfregamento, che permetteva di alleviare il dolore frizionando le parti del corpo indolenzite. È particolarmente efficace contro il mal di testa e il mal di denti, contro i dolori addominali che insorgono per ragioni diverse, contro il mal di schiena e i dolori alle articolazioni o alle gambe e alle braccia, in seguito a processi infiammatori, strappi muscolari ed artrite. Fondandosi sulla teoria secondo la quale il dolore dipende da un blocco o da un ristagno energetico all’interno dell’organismo, le tecniche sono volte a ristabilire il normale flusso di energia che porta non solo ad alleviare il dolore ma a prevenirne anche la ricomparsa in tempi brevi. In alcuni casi si riesce a risalire alla causa profonda del male e ad eliminare definitivamente il problema. Il massaggio energetico è efficace sia da solo sia associato ad altre terapie.
Tratta il problema alla radice e non si arresta alle sue manifestazioni superficiali.
Consente al lettore di affrontare qualsiasi tipo di dolore – dal mal di denti ai dolori mestruali, da una semplice rigidità del collo all’ulcera gastrica.
Illustra sia le tecniche di automassaggio sia le manipolazioni da eseguire sugli altri.
Si attiene all’approccio della medicina cinese che procura sollievo senza far ricorso ai farmaci ed è totalmente privo di effetti collaterali.
Peijian Shen ha appreso le tecniche del massaggio cinese nel modo tradizionale – da un parente e dai maestri della digitopressione presso la scuola di medicina cinese – e frequenta ora un corso di perfezionamento post-laurea all’Università di St. Andrews in Scozia. L’autore ha saputo scegliere e fondere le caratteristiche salienti del massaggio energetico in questo libro, la sua prima opera ad essere pubblicata.
La Camera Segreta – Alla Ricerca della Sala delle Rivelazioni
Titolo originale: The Secret Chamber
Autore/i: Bauval Robert
Editore: Edizioni Corbaccio
traduzione dall’inglese di Giorgio Arduin, revisione di Lucia Corradini.
pp. 576, numerose tavole b/n f.t., numerose illustrazioni b/n, Milano
«Dopo II Mistero di Orione e Custode della Genesi, Robert Bauval ci conduce in un’avvincente caccia al tesoro, iniziata più di 4000 anni fa, che sta per giungere al suo momento culminante. Quali sono i retroscena di questa incredibile vicenda?»
«Esiste una camera segreta nella Grande Piramide o una Stanza degli Archivi sotto la Sfinge di Giza che attende da millenni di essere scoperta? Quando verrà il momento della verità? E chi ne sarà l’artefice?»
«Che cosa ha a che fare il Secondo Avvento di Cristo con l’apertura della favolosa Stanza degli Archivi ?»
«Quale è l’arcana profezia del Monte Libico? E fino a che punto è valido l’oracolo di Hermes-Thoth?»
«Che cosa cela la piccola botola situata al termine del pozzo della Grande Piramide?»
«La Camera Segreta non è altro che la rivelazione della verità da parte di un uomo che è stato al centro di tutti gli straordinari eventi succedutisi a Giza per oltre 15 anni.»
Esiste realmente una stanza segreta al di sotto della Sfinge? Potrebbe trattarsi della favolosa Camera degli Archivi di Atlantide? E questa stanza segreta sta per essere portata alla luce, come dice la profezia? Secondo le istituzioni accademiche, tale credenza, avvolta da un anello di verità arcane, nasconderebbe un anatema. Tuttavia, una recente ricerca scientifica ha mostrato come la mitica camera segreta possa esistere concretamente all’interno della Grande Piramide di Giza. Negli ultimi trent’anni, una serie di spedizioni non ufficiali si sono messe in moto alla sua ricerca. Tra i gruppi più attivi si è distinta l’Associazione statunitense per la ricerca e la conoscenza (ARE), sostenitrice delle profezie di Edgar Cayce, il medium che, nel 1932, rese popolari e diffuse le antiche tradizioni, preconizzando il ritrovamento della Camera degli Archivi di Atlantide fra il 1996 e l’anno 2000. Nel 1996, infatti, un gruppo americano collegato all’ARE, con il permesso delle Autorità delle Antichità egizie, iniziò una vera e propria ricerca della Camera degli Archivi sull’altopiano di Giza. In questo libro Robert Bauval, che dal 1990 ha costantemente monitorato le attività dell’ARE e le varie spedizioni a Giza, rivela per la prima volta tutti i retroscena della straordinaria vicenda.
Robert Bauval è nato in Egitto nel 1948. Ingegnere edile, nutre da lungo tempo un profondo interesse per l’egittologia, dato che ha vissuto nella sua terra d’origine e in altri paesi del Medio Oriente per gran parte della sua vita. Negli Anni ’80 ha sviluppato una linea di ricerca che collegava le piramidi e i cosiddetti Testi delle Piramidi con l’astronomia pubblicando diversi articoli sull’argomento e presentando le sue scoperte al British Museum. È coautore di Custode della Genesi e L’enigma di Marte con Graham Hancock e di Il Mistero di Orione con Adrian Gilbert, tutti editi da Corbaccio. L’autore risiede in Inghilterra con la moglie e due figli.
L’Ecclesiaste di Salomone (1773)
Riproduzione facsimile dell’edizione: Milano, Giuseppe Mazzucchelli, 1773.
Autore/i: Anonimo
Editore: Edizioni Analisi
edizione fuori commercio a cura e per conto del Consorzio Nazionale per il Credito Agrario di Miglioramento.
pp. 184, Bologna
L’edizione è stata condotta sul testo «L’Ecclesiaste di Salomone secondo la nuova versione fatta su l’ebreo da’ pp. Cappuccini della Società Clementina di Parigi. Autori dell’Opera Principes discutés. Edizione italiana illustrata di note. In Milano, MDCCLXXIII. Per Giuseppe Mazzucchelli nella Stamperia Malatesta. Con licenza de’ superiori». (N.E.)
L’Immaginazione Sociologica di C. Wright Mills
Autore/i: Marsiglia Giorgio
Editore: Società Editrice Il Mulino
pp. 152, Bologna
L’opera di C. Wright Mills è tra le più note e dibattute della sociologia contemporanea, anche al di fuori della cerchia ristretta degli specialisti, ed è ancor oggi efficace lo stimolo che essa produce in quanti si accostano allo studio della società.
Il presente volume abbraccia praticamente tutta la produzione importante di questo polemico “outsider” della sociologia americana, dai saggi teorici giovanili e dalle prime ricerche alle grandi opere degli anni ’50 e agli ultimi provocanti scritti a sfondo politico. Seguendo il filo conduttore costituito dalle idee di Mills sulla natura, i metodi, l’oggetto e la funzione della sociologia, cosi come emergono via via dai diversi scritti fino alla formulazione finale dell’“Immaginazione sociologica”, l’autore illustra e discute i contributi fondamentali del sociologo americano: l’analisi-denuncia delle tendenze strutturali dominanti in America (burocratizzazione, trasformazione e concentrazione del potere, apatia politica e massificazione del pubblico); la riformulazione dello schema elitista per l’analisi della struttura del potere; la riproposta del compito illuministico e umanistico della sociologia di fronte ai più urgenti problemi dell’epoca. Da questo esame emerge la figura di un Mills che non si limita ad indicare ai sociologi la strada dell’analisi strutturale, comparativa e storicamente orientata della società, ma si impegna nell’attuazione del proprio programma, sforzandosi di aderire continuamente all’esempio vitale dei classici.
Giorgio Marsiglia, nato a Sestri Levante nel 1943, è laureato in Scienze politiche. Oltre che a Mills, i suoi interessi si sono finora rivolti soprattutto ai problemi del potere locale e delle classi sociali. Attualmente è assistente di Sociologia nella Facoltà di Scienze politiche «C. Alfieri» di Firenze.
Reddito, Interesse, Inflazione
Scritti Scientifici Raccolti da Tommaso e Fiorella Padoa-Schioppa
Autore/i: Modigliani Franco
Editore: Giulio Einaudi Editore
unica edizione, a cura e introduzione di Tommaso e Fiorella Padoa-Schioppa, prefazione dell’autore.
pp. XIV-498, Torino
Franco Modigliani ha seguito, in quasi cinquant’anni di fecondo lavoro scientifico, un programma di ricerca che si è sviluppato lungo due direttrici: formulare e perfezionare una teoria del sistema macroeconomico e della politica economica; investigare il comportamento dei principali operatori dell’economia. La motivazione del premio Nobel, conferitogli nel 1985, sottolinea i maggiori risultati scientifici conseguiti nel secondo ambito di problemi, ma quei risultati si inscrivono, fin dall’inizio, nel primo.
In questo volume, le prime due parti corrispondono ai filoni appena richiamati, mentre la terza raccoglie articoli sull’economia italiana. Anche se sotto il profilo scientifico essi non costituiscono un corpo a sé (l’economia italiana è piuttosto un terreno di verifica, di estensione, di elaborazione di una teoria del sistema macroeconomico che è di portata generale) presi nel loro insieme i saggi di quest’ultima sezione formano un così ricco e coerente complesso di analisi e di proposte sulla nostra economia da meritare una evidenza separata.
L’insieme dei contributi consente un approccio completo ed esauriente all’intero arco della produzione scientifica dell’autore. Dalla lettura emergono, vivi e immediati, il profilo di Franco Modigliani studioso di economia, la sua concezione della natura della scienza economica e del ruolo dell’economista, la combinazione di deduzione e induzione, il nesso tra momento positivo e momento normativo, la visione organica del sistema economico.
Franco Modigliani è nato nel 1918 a Roma, dove nel 1939 si è laureato in Giurisprudenza. Nello stesso anno si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha studiato alla New School for Social Research di New York. Ha insegnato presso varie università americane e, dal 1962, è professore al Massachusetts Institute of Technology. Attraverso gli anni ha mantenuto attivi contatti scientifici e di lavoro con l’Italia. Nel 1985 gli è stato conferito il Premio Nobel per l’economia.
L’Inferma Scienza – Tre Saggi sulla Istituzionalizzazione della Sociologia in Italia
Autore/i: Balbo Laura; Chiaretti Giuliana; Massironi Gianni
Editore: Società Editrice Il Mulino
unica edizione, introduzione degli autori.
pp. 320, Bologna
I saggi raccolti in questo libro analizzano la nascita e lo sviluppo della sociologia in Italia, nel secondo dopoguerra. Sono dei saggi, e cioè contributi parziali su alcuni specifici aspetti, non fanno la storia della sociologia, non comunque una storia delle idee che la sociologia italiana ha elaborato; e vogliono presentare piuttosto una analisi di processi e rapporti politici tra le istituzioni della scienza e altre istituzioni della società. Costituiscono soltanto un inizio per una ricerca più complessa e più ampia, e in questo senso hanno solo l’ambizione di aprire un discorso.
D’altra parte, il libro non vuole essere un «contributo» al dibattito sociologico in Italia, in un senso tutto intellettualistico e culturale. La spinta a ragionare su questi temi è venuta dal bisogno di conoscere meglio, e di sapersi meglio orientare, rispetto alle alternative che esistono oggi per chi, come produttore o come utente di sapere sociologico, deve fare delle scelte. Punto di arrivo della ricerca è di aver posto in luce le alternative tra un uso «tradizionale» della scienza e dell’università e un uso «critico», e oltre a queste, la prospettiva di un uso di massa scientificamente qualificato, appunto del sapere e dell’università, per il quale, alla metà degli anni ’70, si realizzano in Italia le condizioni.
Gli autori hanno lavorato insieme alla Scuola di Formazione in Sociologia di Milano, dove Laura Balbo e Giuliana Chiaretti hanno insegnato e Gianni Massironi è stato borsista. Massironi, laureato nel 1970 all’Università di Trento, è attualmente al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma; Giuliana Chiaretti lavora sul sistema scolastico americano, trovandosi negli Stati Uniti con una borsa di studio presso l’Università di Harvard; Laura Balbo è all’Università Statale di Milano, dove insegna e fa ricerca in un tipico contesto di università di massa.
La Scienza e la Sociologia della Conoscenza
Una analisi della conoscenza scientifica come risultato di una negoziazione sociale
Autore/i: Mulkay Michael
Editore: Edizioni di Comunità
unica edizione, traduzione dall’inglese di Libero Sosio, titolo originale: Science and sìSociology of Knowledge.
pp. 192, Milano
Che la conoscenza sia condizionata da tutta una varietà di fattori è nozione tradizionale che risale ben oltre i «padri fondatori» della sociologia, come Marx, Pareto e Durkheim, e che viene ricondotta talvolta sino a Francesco Bacone. Problema più controverso è invece in quale misura la scienza sia un prodotto della vita sociale e ne sia condizionata. Fino a poco tempo fa è prevalsa la tesi che la conoscenza scientifica sia sottratta al condizionamento da parte della società in virtù di uno status epistemologico particolare: mentre la conoscenza in genere sarebbe condizionata dalla posizione del soggetto nella società, dai suoi rapporti sociali, dai suoi interessi, il contenuto della conoscenza scientifica sarebbe determinato solo dalla natura del mondo fisico. La persona dello scienziato sparirebbe, in altri termini, dietro il carattere completamente oggettivo e impersonale della sua opera. Persino Marx ed Engels riconobbero alla conoscenza scientifica uno status particolare e solo con Mannheim, di fronte ai nuovi sviluppi della fisica del Novecento (il principio d’indeterminazione, la relatività), la visione privilegiata della scienza comincia a dissolversi in una visione più universale.
Ma il fiorire degli studi di sociologia della conoscenza, di storia e di filosofia della scienza ha dato negli ultimi decenni un contributo importante al venir meno di tale status privilegiato della conoscenza scientifica. In questo libro Michael Mulkay, che ha già dedicato vari studi all’analisi sociologica della comunità scientifica, esamina gli assunti filosofici che hanno condotto alla cosiddetta concezione standard della scienza e ne presenta una critica dettagliata, nella quale assume una parte di rilievo l’illustrazione di vari casi storici scelti. Risulta così che la distinzione fra termini d’osservazione e termini teorici, su cui si fondava in gran parte la posizione privilegiata della scienza, non ha alcuna ragione d’essere, che le cosiddette proposizioni fattuali della scienza non sono indipendenti dalla teoria, e infine che la conoscenza scientifica non ha affatto un significato stabile e universale, come si è supposto troppo spesso, bensì è il risultato di una negoziazione sociale fondata su interessi, impegni intellettuali e tecnici e sul controllo deN’informazione e dei mezzi finanziari.
La scienza si rivela così non come una descrizione oggettiva della realtà ma come un’attività interpretativa costruita socialmente. In questo quadro acquistano un grande rilievo i rapporti a doppio senso fra politica e scienza. Le conclusioni stesse raggiunte dagli scienziati si rivelano condizionate dall’impegno politico e dagli interessi corporativi e vengono usate come una risorsa per sostenere posizioni politiche antitetiche. Così la scienza, precipitata dalla sua torre d’avorio, viene restituita alla sua autentica dimensione sociale.
Michael Mulkay è lettore di sociologia all’Università di York. Con Tom Bottomore è condirettore della collana «Controversies in Sociology», nella quale è apparso anche questo libro. È autore di vari studi fra i quali «Functionalism», «Exchange and Theoretical Strategy», «The Social Process of Innovation» e, con David Edge, «Astronomy Transformed».
Dell’Autorità
Dal mondo antico ai giorni nostri, la storia del concetto di autorità e le tendenze politiche, religiose e sociali che esso ha di volta in volta sanzionato
Autore/i: Eschenburg Theodor
Editore: Società Editrice Il Mulino
unica edizione, premessa dell’autore, traduzione di Laura Malaguzzi Valeri, titolo originale: Über Autorität.
pp. 204, Bologna
Il concetto di autorità ha giocato costantemente una funzione centrale nelle ideologie politiche dall’antichità ai giorni nostri, con accentuazione più o meno marcata, e con finalità variamente orientate in rapporto alle diverse strutture sociali e al tipo delle classi egemoni. L’oligarchia romana ne ha fatto una componente essenziale del proprio sistema di potere, mentre l’autocrazia imperiale l’ha integrato con le funzioni esecutive, tutte accentrate in sé. Dal sistema giuridico romano, attraverso la mediazione culturale patristica, il principio di autorità è stato assunto alla base dell’organizzazione ecclesiastica, e quindi nel Medio Evo la scolastica se n’è servita per giustificare la propria concezione organica dello stato: in altri termini, la disuguaglianza teorizzata come sistema sociale. Dopo l’uso che ne hanno fatto, naturalmente in funzione repressiva, le forze conservatrici e le loro ideologie, nell’Ottocento borghese, il concetto di autorità è messo in crisi nei moderni sistemi democratici, come ci mostra a evidenza l’esempio, vivamente presente all’Autore, della Repubblica di Weimar.
Theodor Eschenburg, nato a Kiel nel 1904, è attualmente professore di scienze politiche all’Università di Tubinga. Oltre che di «Über Autorität», qui tradotta, è autore di numerose altre opere.
Ricordiamo: «Die improvisierte Demokratie» (1951), «Der Beamte in Partei und Parlament» (1952), «Herrschaft der Verbände?» (1955) e «Staat und Gesellschaft in Deutschland» (1956).
Una Passione per l’Eccellenza – La Vera Leadership
Titolo originale: A Passion for Excellence
Autore/i: Peters Tom; Austin Nancy
Editore: Sperling & Kupfer Editori
unica edizione, prefazione e introduzione degli autori, traduzione di Maurizio Ferrara.
pp. XX-700, Milano
Nel mondo del management americano è in atto una vera e propria rivoluzione, scatenata in larga misura da un libro: Alla ricerca dell’eccellenza (pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer), che ha già venduto più di 5 milioni di copie solo in America. Tom Peters, uno degli autori, e la sua collega Nancy Austin mostrano ora in questa nuova opera come i manager a ogni livello e in qualunque tipo di organizzazione possano prendere parte a questa rivoluzione e quale approccio debbano adottare per mantenere i risultati conseguiti. Una passione per l’eccellenza amplia e approfondisce temi soltanto sfiorati in Alla ricerca dell’eccellenza per poi lanciarsi in nuove, entusiasmanti direzioni, fornendo vasti spunti e suggerimenti concreti sull’arte della leadership. Gli autori illustrano i metodi e i risultati di coloro che possiedono la qualità della «vera leadership» e che, sempre più numerosi, hanno impresso una svolta determinante alle loro organizzazioni. Attraverso centinaia di esempi concreti, definiscono tre punti focali (aree di competenza-chiave) che determinano l’eccellenza a lungo termine in qualsiasi impresa – servizio superiore alla clientela e innovazione costante, entrambi fondati sul continuo apporto creativo di ogni dipendente – e descrivono i gesti quotidiani della leadership, a qualunque livello manageriale, che si traducono in risultati eccellenti. Dedicato ai business leader innovativi di tutto il mondo, Una passione per l’eccellenza, Best-Seller N. 1 negli Stati Uniti, è uno strumento prezioso per chiunque sia impegnato a perseguire l’eccellenza nel mondo dell’impresa privata o nell’amministrazione pubblica.
Tratto Da Una Passione l’Eccellenza:
«Manager di ogni settore stanno rivedendo i principi gestionali collaudati che, non poi così validi, spesso hanno mal servito le istituzioni. […] Il desiderio di agire è palese. […] Rimangono comunque gli interrogativi: chi fa qualcosa di decisamente diverso? E, più importante: quanti hanno sostenuto nel tempo il nuovo ‘nocciolo della questione’? Alla ricerca dell’eccellenza non ha rivelato soluzioni miracolistiche; diceva, semplicemente: rimanete vicini al cliente; uscite dall’ufficio e andate in giro. L’assenza di magia — ‘usate il buon senso’ — si è rivelata proprio il suo maggior punto di forza. […] Una passione per l’eccellenza è un primo passo lungo il cammino che porta alla risposta di quegli interrogativi. Non è un manuale. Non è un libro di teoria. Gli argomenti scelti emergono dall’esperienza maturata in ben cinquecento seminari. Ogni capitolo racconta storie paradossali sull’ossessione per la ricerca del dettaglio, per la ‘caccia’ a un sogno. Ogni capitolo riporta numerosi esempi nonché suggerimenti per interventi pratici che è possibile avviare immediatamente. Ogni capitolo è a sé stante, perciò non è necessario leggere il libro nell’ordine stabilito. La nostra speranza è che tra dieci anni ritorniate a controllare i punti che avete sottolineato, per verificare se state realmente facendo ciò che vi eravate ripromessi di fare.»
Tom Peters ha conseguito il dottorato in ingegneria civile alla Cornell University e il Ph.D. in economia aziendale alla Stanford. È docente presso la Stanford Business School, oltre a essere titolare di una società di consulenza aziendale, il Tom Peters Group, comprendente il Palo Alto Consulting Center, il Center for Management Excellence, che organizza seminari intensivi per top manager, la Not Just Another Publishing Company che, con la consorella Excel-Media, Inc., realizza audiovisivi e stampati. È stato dirigente della McKinsey & Company ed è coautore di Alla ricerca dell’eccellenza. Collabora al Wall Street Journal e ha pubblicato numerosi articoli di carattere economico.
Nancy Austin ha acquisito il suo bagaglio di conoscenze in materia di eccellenza alla Hewlett-Packard, dove era responsabile dei seminari di sviluppo del management. Attualmente presidente della Not Just Another Publishing Company, una delle aziende del Tom Peters Group, è anche coautrice di The Assertive Woman, un libro che aiuta le donne a compiere passi concreti verso un comportamento e un ruolo positivi e determinanti.
Psicoanalisi e Marxismo
Autore/i: Reich Wilhelm; Fromm Erich; Sapir I.
Editore: Savelli Editori
presentazione di Paolo Perrotti, traduzione Roberto Zanzarri.
pp. 272, Roma
Quarant’anni fa in Germania, proprio alla vigilia della disfatta del Partito comunista tedesco e dell’avvento di Hitler al potere, si sviluppava in campo psicoanalitico un grosso dibattito destinato presto ad investire problemi politici più generali. A porre le basi della questione era stato il saggio di Wilhelm Reich, pubblicato nel 1929, Materialismo dialettico e psicoanalisi. Il discorso di Reich, appassionato e polemico, tendeva a dimostrare la possibilità di accordo, anzi di complementarità, tra marxismo e teoria freudiana nell’ambito della ricerca di una strategia vincente per il movimento operaio. Sviluppata successivamente in opere importanti quali La lotta sessuale dei giovani e Psicologia di massa del fascismo la proposta di Reich, se fu perdente sul piano politico per l’accanita opposizione del marxismo ufficiale da una parte e per l’impermeabile conservatorismo del movimento psicoanalitico dall’altra, suscitò tuttavia un’eco di cui in questo libro riportiamo le voci principali, quelle di Fromm e di Sapir.
Di Reich è bene ricordare che dal 1927 al 1933 fu militante comunista, prima nel PC austriaco poi in quello tedesco. I testi di lui qui riportati, più o meno di quel periodo e comunque tutti segnati da quell’esperienza, sono: Materialismo dialettico e psicoanalisi (1929), Che cos’è la coscienza di classe? (1934) firmato con lo pseudonimo di Ernst Parell, Sull’applicazione della psicoanalisi nella ricerca storica (1934). Di Fromm riportiamo La caratteriologia psicoanalitica e il suo significato per la psicologia sociale (1932) e, dello stesso anno, Metodo e compito di una psicologia sociale, infine del 1935 Le condizioni sociali della terapia psicoanalitica. Di Sapir, psicologo sovietico, presentiamo Freudismo, sociologia, psicologia (1930) che esprime la posizione ufficiale dello stalinismo nei confronti della tesi reichiana.