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Libri dalla categoria Magna Grecia

Crank – Cronaca di una Dipendenza

Crank – Cronaca di una Dipendenza

Titolo originale: Crank

Autore/i: Hopkins Ellen

Editore: Fazi Editore

prima edizione, traduzione Velia Februari.

pp. 448, Roma

… La vita era bella prima che incontrassi il mostro. Dopo la vita è stata una figata o almeno per un pò…

… Sarà lui che le farà provare per la prima volta l’ebbrezza del crank, la sostanza che trasformerà Kristina in Bree. Ogniqualvolta Kristina incontrerà il mostro, uscirà la Bree che è in lei, come in un allucinato dottor Jekyll e mister Hide…

Questo libro è dedicato alla mia famiglia e a tutte le famiglie le cui vite sono state toccate dal mostro.

Kristina Georgia Snow è la ragazza perfetta: ottimi voti, un’indole tranquilla e la testa saldamente piantata sulle spalle. Figlia di genitori divorziati, passa da sempre le vacanze con il padre: sarà appunto durante un’estate come tante che scoprirà Bree, il suo alter ego, la faccia arrugginita della medaglia. Bree è impavida, strafottente, curiosa; ed è più forte di Kristina, tanto da riuscire ad annullarne la personalità. Poi, un giorno, nella vita di Bree entra Adam. Attraente, misterioso, il ragazzo la trascinerà con sé in un abisso senza uscita, all’interno del quale non esiste ragione né controllo, ma solo una cieca schiavitù. Attraverso l’ipnotica e affascinante alchimia della parola Ellen Hopkins ricostruisce, in un’opera che ha venduto in America un milione di copie ed è stata duramente colpita dalla censura, la cronaca di una dipendenza e, insieme, di una ribellione e di una rinascita.

Ellen Hopkins scrive poesie dall’età di nove anni. Ha esordito come autrice di non-fiction per ragazzi, pubblicando all’incirca venti libri. Nel 2004 scrive Crank, cui seguiranno Burned, Impulse, Identical, Glass e Tricks.

Quasi Leggera Morte

Quasi Leggera Morte

Ottave

Autore/i: Mandel’štam Osip

Editore: Adelphi Edizioni

a cura di Serena Vitale, Piccola Biblioteca Adelphi, 702.

pp. 100, Milano

«Chi potrà mai dirci da dove è arrivata fino a noi la divina armonia che chiamiamo “poesia di Mandel’štam”?» si chiedeva Anna Achmatova. Se lo chiederà anche il lettore di queste Ottave, un ciclo di liriche prodigiose nate in gran parte nel novembre 1933, e dunque quasi contemporaneamente al celebre epigramma contro Stalin, «il montanaro del Cremlino», dove parlavano la rabbia e l’orrore del suddito. Solo così, dopo aver pagato il tributo a un presente in cui il potere non si limita ad asservire, ma pretende anche di spiare nelle menti degli schiavi, Mandel’štam è libero di inoltrarsi nel non-tempo e non-spazio della lirica pura. In un’epoca che promette e celebra il «radioso futuro», le Ottave di Mandel’štam («poesie sulla conoscenza» le definiva) portano il lettore indietro, sempre più indietro, in un universo incorporeo, rarefatto, dove la creazione si sta ancora compiendo – e coincide con la nascita della parola poetica.

Osip Mandel’štam (Varsavia, 1891 – Vladivostok, 1938) è stato uno dei più grandi poeti del Novecento. Di famiglia ebraica, cresciuto a San Pietroburgo, studia anche a Parigi e Heidelberg. Nel 1911, tornato in Russia, aderisce al movimento letterario dell’acmeismo, di cui diviene uno dei principali esponenti. Sempre più isolato e inviso al regime sovietico, dopo due arresti, nel 1938 viene condannato ai lavori forzati. Morirà in un lager di transito. Di lui Adelphi ha pubblicato Viaggio in Armenia (1988) e Il rumore del tempo (2012).

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Cuscini, codici, crisalidi di Serena Vitale

Ottave

Commento
Nota al testo
Nota bibliografica

Fiabe Persiane – Fiabe e Leggende di Tutto il Mondo

Fiabe Persiane – Fiabe e Leggende di Tutto il Mondo

Titolo originale: Märchen aus Persien

Autore/i: Autori vari

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Inge Hoepfner, traduzione di Amina Pandolfi.

pp. 192, Milano

Questo volume riunisce fiabe popolari, storie d’amore e racconti che sono stati raccolti per la maggior parte in questo secolo e che appaiono per la prima volta in italiano. Demoni, enigmatiche principesse, spiriti maligni, maghi e briganti popolano queste fiabe rendendole ricche di mistero, di poesia e di colore. Un bellissimo esempio: la fiaba della perfida principessa Turandot e del principe Calaf.

Fiabe Irlandesi – Fiabe e Leggende di Tutto il Mondo

Fiabe Irlandesi – Fiabe e Leggende di Tutto il Mondo

Titolo originale: Irische Märchen

Autore/i: Autori vari

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Frederick Hetmann, traduzione di Oreste Bramati.

pp. 256, Milano

Nessun’altra nazione al mondo ha raccolto e tramandato le proprie fiabe con tanto spirito di devozione come l’Irlanda e in nessun altro paese europeo il patrimonio narrativo orale è rimasto vivo cosi a lungo. La riscoperta e il nuovo interesse per la lingua e la letteratura gaeliche hanno dunque permesso il recupero di una ricca tradizione permeata dall’elemento fantastico e dall’inclinazione per il mondo dell’aldilà, per la meditazione e il sogno: un vasto materiale di cui questa raccolta presenta alcuni tra gli esempi più affascinanti e significativi.

Il Minotauro – Il Mio Labirinto

Il Minotauro – Il Mio Labirinto

Titoli originali: Minotaurus e Dramaturgie des Labyrinths

Autore/i: Dürrenmatt Friedrich

Editore: Marcos y Marcos

prefazione dell’autore, traduzione di Umberto Gandini, “Il Mio Labirinto” tradotto da Bianca Zagari, illustrazioni dell’autore e di Franco Matticchio, copertina di Lorenzo Lanzi.

pp. 112, nn. illustrazioni b/n, Milano

La storia di Arianna, Teseo e Minosse, del labirinto e del minotauro, il suo unico abitante, è nota a tutti, ma nella versione di Dürrenmatt la prospettiva cambia radicalmento. Luogo dell’azione, un labirinto di specchi che riflette immagini al’infinito. Protagonista il minotauro, metà uomo e metà toro, sempre al limite della conoscenza, delle sensazioni di passione, gioia, infelicità, paura e tormento, mentre per natura non può provare sensazioni; sempre sulla soglia delle emozioni che proverebbe, se solo sapesse cosa vuol dire provare emozioni.
Un gioco di rimandi tra l’essere e la sua ombra, il corpo e le sue migliaia di copie riflesse, che riproduce l’illusorietà di qualsiasi tentativo di fuga.
Un racconto che corre rapido verso.un epilogo drammatico… con i lettori schierati al fianco del presunto mostro.

“Si mosse verso la parete di vetro più vicina, un’immagine gli si mosse a sua volta incontro mentre altre immagini si allontanavano. Toccò la sua immagine con la destra, toccò la sinistra della sua immagine che risultò liscia e fredda al tatto, e davanti a lui le altre immagini si toccarono in immagini d’immagini… “

L’Uomo e il Suo Divenire Secondo il Vêdânta

L’Uomo e il Suo Divenire Secondo il Vêdânta

Autore/i: Guénon René

Editore: Editori Laterza

edizione italiana e introduzione a cura di di Corrado Podd, premessa dell’autore.

pp. XII-204, Bari

Sommario:

Introduzione del traduttore
Premessa

  • Generalità sul Vêdânta
  • Distinzione fondamentale fra il «Sè» e l’«io»
  • Il centro vitale dell’essere umano, dimora di Brahma
  • Purusha e Prakrit
  • Purusha inalterato dalle modificazioni individuali
  • I gradi della manifestazione individuale
  • Buddhi o l’intelletto superiore
  • Manas o il senso interno; le dieci facoltà esterne di sensazione e d’azione
  • Gli involucri del «Sè»; i cingue vâyu o funzioni vitali
  • Unità ed identità essenziali del «Sè» in tutti gli stati dell’essere
  • La costituzione dell’essere umano secondo i Buddhisti
  • Le differenti condizioni d’Âtmâ nell’essere umano
  • Lo stato di veglia o la condizione di Vaishwânara
  • Lo stato di sogno o la condizione di Taijasa
  • Lo stato di sonno profondo o la condizione di Prâjna
  • Lo stato incondizionato d’Âtmâ
  • Rappresentazione simbolica d’Âtmâ e delle sue condizioni figurata dal monosillabo sacro Om
  • L’evoluzione postuma dell’essere umano
  • Il riassorbimento delle facoltà individuali
  • Differenza delle condizioni postume secondo i gradi della Conoscenza
  • L’arteria coronale e il «raggio solare»
  • Il «viaggio divino» dell’essere verso la liberazione
  • La Liberazione finale
  • Vidêha-mukti e jîvan-mukti
  • La Liberazione secondo gli Jaina
  • Lo stato spirituale dello Yogî: l’«Identità Suprema»

Indice dei termini sanscriti

Vite di Riserva

Vite di Riserva

Autore/i: Onofri Sandro

Editore: Fandango Libri

prefazione di Sandro Veronesi.

pp. 192, nn. tavole a colori f.t., Roma

«Il mio viaggio tra gli indiani d’America è un viaggio tra i rantoli di una cultura che muore. Ho visto come muore l’antico. Ma ho anche visto che l’agonia non è un lamentoso piagnisteo, mai. È al contrario un ringhio che non cede, una forza nonostante tutto. Le esistenze narrate in questo libro sono “vite di riserva”, ma sono anche riserve di vita, un monito, un urlo rabbioso, e rabbiosamente felice.» (Sandro Onofri)

“Questo libro è uscito in prima edizione nel 1993, tremila copie, e non ne ha mai avuta una seconda. Pur nel rendere merito all’editore di allora, Theoria, di averlo pubblicato, si può dire che non l’abbia letto quasi nessuno. Poco male, in fondo, se si trattasse dell’opera bizzarra e marginale (un viaggio tra gli indiani d’America) di un autore che si sia poi affermato comunque; male, invece, malissimo, considerando che è il capolavoro di uno dei maestri della cosiddetta non-fiction in lingua italiana: perché questo è stato Sandro Onofri, un maestro, e lo è stato in senso letterale, avendo dedicato l’intera sua vita adulta all’insegnamento. È stato un maestro anche per quelli che non hanno mai letto…
e sarebbe anche arrivato il momento di riconoscerglielo.” Così Sandro Veronesi nella sua prefazione a questa nuova edizione di Vite di riserva, il reportage narrativo che Sandro Onofri scrisse tra il settembre 1992 e il giugno 1993 dopo un viaggio con la moglie Marina attraverso l’America dei nativi. Washington State, Columbia River, South Dakota, Toro Seduto, Pine Ridge, Wounded Knee, Black Hills, Badlands, nomi di luoghi e personaggi che Onofri fissa in queste pagine condividendo con il lettore il senso più profondo di quello che vede e racconta. Completa questa nuova edizione una selezione delle fotografie scattate durante il viaggio.

Sandro Onofri (1955-1999), scrittore romano, insegnante di Lettere, redattore di Diario e collaboratore de l’Unita. Ha pubblicato tre romanzi: Luce del nord (1992), Colpa di nessuno (1995) entrambi editi nella collana “Letterature” della casa editrice Theoria e L’amico d’infanzia (Mondadori, 1999); due reportage:
Vite di riserva (Theoria, 1993) e Le magnifiche sorti (Baldini & Castoldi, 1997).
Postumi sono usciti Registro di classe (Einaudi Stile Libero, 2000) e Case che succedono (Einaudi Stile Libero, 2002).

Il Rumore della Pioggia a Roma

Il Rumore della Pioggia a Roma

Titoli originali: The Stories of John Cheever – The Bella Lingua – Clementina – boy in Rome

Autore/i: Cheever John

Editore: Fandango Libri

traduzione dall’inglese di Leonardo Giovanni Luccone, illustrazione di Gianluigi Toccafondo.

pp. 88, Roma

17 ottobre 1956. I Cheever — John, la moglie Mary, incinta di quattro mesi, e i due figli Susan e Ben – s‘imbarcano sulla Conte Biancamano diretti in Italia: Roma sarà la loro nuova casa per dieci mesi. Palazzo Doria, quarto piano: un’unica enorme stanza divisa in tre da pannelli mobili di stoffa. Niente frigorifero, niente acqua calda. Il soffitto e d’oro, alle pareti ritratti a grandezza naturale, le finestre lasciano penetrare luce rosata. Una luce trasparente che Cheever non dimenticherà mai e che fino alla fine dei suoi giorni tornerà a toccare – una Roma fredda, ferita, voci s incomprensibili per le strade; Roma fa paura, diventa il simulacro, – della nostalgia di casa per gli emigrati americani che vivono distaccati nelle loro comunità ovattate. Il Nuovo Mondo e lontanissimo. Cheever invece preferisce fare il turista, memoria del presente e di un passato che non diventerà mai remoto, un curioso indefesso d’odori e pensieri. E così cerca collegamenti, sinergie e appigli, e inventa piazze, paesi di provincia con le loro storie, assurde, cognomi, papi, parole della bella lingua che cercherà di far sua e più tardi d’assimilare nella scrittura: il Cheever “italiano” è infatti labirintico, secco, delicatamente verosimile e palpitante nei salti improvvisi.
Questo esperimento sarà il trampolino della sua migliore stagione letteraria e, col suo ruvido tributo, Roma diventa eterna nella metafora dell’emarginazione, del sentirsi estranei, della pioggia diversa e impercettibile, e degli occhi dilatati che vedono altro.

John Cheever (Quincy 1912-New York 1982) è autore di sette raccolte di racconti e di cinque romanzi. Con il suo primo romanzo, Gli Wapshot, recentemente pubblicato da Fandango, vince nel 1958 il National Book Award. Nel 1965 riceve la Howells Medal per la Fiction dalla National Academy of Arts and Letters e nel 1978 si aggiudica il National Book Critics Circle Award e il Premio Pulitzer con la sua raccolta di racconti The Stories of John Cheever (sono già uscite per Fandango le raccolte Il nuotatore, Ballata, Oh città dei sogni infranti!). Poco prima della morte, nel 1982, viene insignito della National Medall per la Letteratura.

Il Sutta in Sezioni (Sutta Nipāta) – Canone Buddistico

Il Sutta in Sezioni (Sutta Nipāta) – Canone Buddistico

Autore/i: Anonimo

Editore: Bollati Boringhieri Editore

introduzione, traduzione e note di Vincenzo Talamo, collana: Enciclopedia di Autori Classici diretta da Giorgio Colli prima serie.

pp. 257, Torino

Il Sutta Nipāta (letteralmente “Sutta che cade”) è una scrittura buddista, una raccolta di sutta nel Khuddaka Nikaya, parte del Canone Pali del Buddhismo Theravada. Tutti i suoi sutta, che si pensa provengano da prima del parinibbana del Buddha, consistono in gran parte di versi, sebbene alcuni contengano anche una certa prosa. Alcuni studiosi credono che descriva la più antica di tutte le pratiche buddiste. Altri concordano sul fatto che contiene molto materiale antico.

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Introduzione

Sutta Nipāta

I. Uragavagga. Sezione del serpente

  • Sutta del serpente
  • Sutta di Dhaniyo
  • Sutta del rinoceronte
  • Sutta di Kasibharadvajo
  • Sutta di Cundo
  • Sutta delle disgrazie
  • Sutta del paria
  • Sutta della benevolenza
  • Sutta di Hemavato
  • Sutta diAļavako
  • Sutta della vittoria
  • Sutta del muni

II. Culavagga. Sezione breve

  • Sutta dei gioielli
  • Sutta della putredine
  • Sutta del ritegno
  • Sutta della grande benedizione
  • Sutta di Sũcilomo
  • Sutta del retto comportamento
  • Sutta del retto brāhmaņo
  • Sutta della barca
  • Sutta abitudini?
  • Sutta del sorgere
  • Sutta di Rãhulo
  • Sutta di Vangĩso
  • Sutta del perfetto asceta
  • Sutta di Dhammico

III. Mahãvagga. Sezione lunga

  • Sutta dell’abbandono della casa
  • Sutta dello sforzo
  • Sutta del linguaggio competente
  • Sutta di Sundarikabhãradvãjo
  • Sutta di Mãgho
  • Sutta di Sabhiyo
  • Sutta di selo
  • Sutta della freccia
  • Sutta di  Vãsettho
  • Sutta di Kolãliyo
  • Sutta di Nãlako
  • Sutta della duplice realizzazione

IV. Aƫƫhakavagga. Sezione delle Ottadi

  • Sutta dei desideri
  • Ottade della caverna
  • Ottade della malizia
  • Ottade della purezza
  • Ottade della perfezione
  • Sutta della vecchiaia
  • Sutta di Tisso Meteyyo
  • Sutta di Pasũro
  • Sutta di Mãgandiyo
  • Prima della dissoluzione
  • Sutta delle dispute e delle contese
  • Piccolo sutta della rimozione
  • Grande sutta della rimozione
  • Senza indugio!
  • Sutta del violento
  • Sutta di Sãriputto

V. Pãrãyanavagga. Sezione dell’Eccelsa Meta

  • Prologo
  • Domande del giovane Ajito
  • Domande del giovane tisso Metteyyo
  • Domande del giovane Puņņako
  • Domande del giovane Mettagũ
  • Domande del giovane Dhotako
  • Domande del giovane Upasĩvo
  • Domande del giovane Nando
  • Domande del giovane Hemako
  • Domande del giovane Todeyyo
  • Domande del giovane Kappo
  • Domande del giovane Jatukaņņĩ
  • Domande del giovane Bhadrãvudho
  • Domande del giovane Udayo
  • Domande del giovane Posãlo
  • Domande del giovane Mogharãjã
  • Domande di Pińgiyo

Glossario

Tecnica Costruttiva degli Antichi Liutai Italiani

Tecnica Costruttiva degli Antichi Liutai Italiani

Autore/i: Peluzzi Euro

Editore: Leo S. Olschki Editore

edizione postuma a cura di W. E. Reich, premessa dell’autore, collana: Historiae Musicae Cultores Biblioteca n° XXXI, all’antiporta, ritratto fotografico di Euro Peluzzi.

pp. 426, 285 ill. in b/n n.t. e 5 tavv. f.t., Firenze

Famoso manuale che, in base all’osservazione dei fenomeni fisico-acustici che si producono nella cassa armonica, fornisce regole precise per la costruzione degli strumenti ad arco. Composto di una parte teorica e una pratica, il volume è riccamente illustrato con la riproduzione dei disegni originali dell’autore.

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Premessa

I. Parte teorica

  • I predecessori immediati, l’inventore ed i probabili primi costruttori
  • La cassa armonica degli strumenti ad arco
  • Parti vitali della cassa: anima, catena e ponticello
  • Tecnica costruttiva antica
  • Le regole di Antonio Bagatella
  • Preparazione esterna della cassa consistendo di intonacatura e verniciatura
  • Espressione artistica esteriore delle opere dei principali liutai delle scuole bresciane e cremonesi

II. Parte pratica

  • Preliminari alla costruzione
  • Costruzione
  • Abbozzamento approssimativo della parte convessa esterna delle tavole
  • Parte esterna e spessori tavole
  • Relazione tra le dimensioni nei vari strumenti ad arco derivanti dal violino

Il Fuoco

Il Fuoco

Titolo originale: Le Feu. Journal d’une Escouade

Autore/i: Barbusse Henri

Editore: Sonzogno

prima edizione, versione italiana di Giannetto Bisi.

pp. 360, Milano

«Non sono degli avventurieri, dei guerrieri fatti per il macello umano: né macellai né bestiame. Sono contadini e operai. Sono dei civili sradicati. Aspettano il segnale della morte e dell’omicidio.»

Il fuoco è un romanzo autobiografico in cui l’autore, lo scrittore francese Henri Barbusse, narra la sua esperienza come soldato dell’esercito francese sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Pubblicato nel 1916, in pieno svolgimento del conflitto, il romanzo di carattere spiccatamente antimilitarista, ottenne fin da subito un notevole successo che gli consentì di vincere lo stesso anno il premio Goncourt. In Italia fu pubblicato per la prima volta nel 1918.
Il romanzo è suddiviso in capitoli che descrivono momenti e luoghi vissuti dall’autore durante il suo periodo al fronte, inquadrato nel 231º Reggimento fanteria, tra il 1914 e il dicembre 1915, data in cui termina la narrazione. La prima parte del romanzo è concentrata sulla descrizione della vita in trincea con i suoi quotidiani disagi fisici e mentali, con i faticosi e costanti spostamenti tra un settore e l’altro del fronte, con le corvée obbligate e con le marce forzate attraverso un territorio sconvolto e distrutto dalla guerra. Ma soprattutto l’autore attua una descrizione profonda e umana dei suoi compagni. Barbusse descrive con schiettezza i sentimenti dei soldati, i loro dubbi, le loro paure e i drammi quotidiani della vita in trincea, descrivendo con un linguaggio spontaneo i tratti e le personalità, spesso semplici, dei suoi compagni di trincea. Molti di questi non erano altro che contadini e operai sradicati dalla loro vita civile e catapultati in una realtà che non gli appartiene e che non comprendono, ma per la quale rischiano continuamente la propria vita. La narrazione utilizza spesso anche i termini volgari utilizzati dai soldati, i quali trovano distrazione dalla squallida realtà che li circonda con continue e futili lamentele e imprecazioni (a volte riportate tali e quali nel testo, decisione che comportò alcuni problemi durante la pubblicazione del libro) contro la guerra, contro gli ufficiali e contro gli “imboscati”. Spesso però si capisce che queste lamentele sono solo una sorta di rifugio mentale che gli uomini utilizzano per dimenticare per qualche istante la loro situazione, resa spesso ancor più triste dai ricordi che ognuno ha della propria vita civile, della propria casa e dei propri affetti che sono stati costretti ad abbandonare, forse per sempre.
Il focus del racconto cambia repentinamente durante il capitolo “Bombardamento”, da questo momento il romanzo si concentra sulla descrizione cruenta di alcune azioni di combattimento che decimeranno la compagnia. Descrizione che nell’ultimo capitolo del libro sfocia in un atto di accusa contro la guerra, dove gli uomini, colpiti dall’ennesimo bombardamento, iniziano a prendere coscienza della loro misera condizione di combattenti coperti di fango e sepolti nella melma, lontani dall’ideale napoleonico del soldato eroe, e che sono in realtà dei miseri schiavi al servizio di una classe politica ed economica che utilizza la sofferenza di milioni di uomini per perseguire i propri interessi.

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  • I. La visione
  • II. Nella terra
  • III. La discesa
  • IV. Volpatte e Fouillade
  • V. L’asilo
  • VI. Abitudini
  • VII. Imbarco
  • VIII. La licenza
  • IX. La grande collera
  • X. Argoval
  • XI. Il cane
  • XII. Il portico
  • XIII. Le parolacce
  • XIV. Armi e bagagli
  • XV. L’uovo
  • XVI. Idilio
  • XVII. Lo scavo
  • XVIII. I fiammiferi
  • XIX. Bombardamento
  • XX. Il fuoco
  • XXI. Il posto di soccorso
  • XXII. La sosta
  • XXIII. La corvée
  • XXIV. L’alba

Un Tempo per il Dolore – Eros, Dolore e Colpa

Un Tempo per il Dolore – Eros, Dolore e Colpa

Autore/i: Cancrini Tonia

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prima edizione, prefazione di Antonino Ferro.

pp. 196, Torino

La concezione «normale» della vita è realizzazione, gioia, soddisfacimento, in una dimensione che riguarda sì il trovarsi bene nel mondo e il benessere fisico, ma anche e soprattutto l’interiorità dell’essere umano. E anche per Freud gli uomini non desiderano altro che essere e rimanere felici. Ma il dolore è spesso presente nella nostra esistenza e, paradossalmente, tanto più nel momento in cui tendiamo alla realizzazione della nostra vita emotiva. Aprirsi alla ricchezza delle emozioni significa anche riuscire a vivere il dolore. Altrimenti ci ritroviamo nel deserto della noia, che è una sorta di vuoto interno, un’incapacità di provare sentimenti. […]

Tonia Cancrini, psicoanalista, membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana. Ha insegnato Ermeneutica filosofica alla II Università degli Studi di Roma. Vive e lavora a Roma.

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Prefazione di Antonino Ferro
Introduzione. I tempi della vita

  • Una morte nell’infanzia: il dolore nel passato e nel presente
  • Separazione, dolore e morte
  • Una morte improvvisa
  • L’autismo della mente e del cuore. Un bambino sulla luna
  • Bambini nel dolore: la grande speranza dell’analisi infantile
  • Il disegno nel rapporto psicoanalitico
  • Dolore e colpa: la colpa di vivere
  • Il dolore nel rapporto psicoanalitico: la fine dell’analisi
  • Eros e morte. Lettura del «Disagio della civiltà» di Freud
  • Un tempo per la vita: i cavalli di Omero

Bibliografia
Indice dei nomi

Istituzioni di Scienza Occulta

Istituzioni di Scienza Occulta

Autore/i: Sacchi Alessandro

Editore: Fratelli Bocca Editori

unica edizione.

pp. VIII-396, Torino

Sommario:

Lettera al Prof. Cav. Giovanni Hoffmann sullo scopo dell’opera

  • Cap. I. – Il conoscibile e l’inconoscibile
  • Cap. II. – Le tre sole leggi universali e unificazione di esse
  • Cap. III. – Il quaternario e il regno di Dio
  • Cap. VI. – Il quinario e il regno dell’uomo. Il pensiero, lo spirito, il verbo nell’uomo: trinità e androginia umana
  • Cap. V. – Il quinario e l’adattazione: chiavi del Taro
  • Cap. VI. – Il numero: suo significato e sua potenza
  • Cap. VII. – Imaginazione e sue funzioni provocate
  • Cap. VIII. – Strumentalità magica dei numeri
  • Cap. XI. – Delle operazioni magiche in generale
  • Cap. X. – Astrologia
  • Cap. XI. – Alchimia
  • Cap. XII. – Oneiromanzia
  • Cap. XIII. – Psicobioscopia
  • Cap. XIV. – Teurgia
  • Cap. XV. – La magia rituale nel culto religioso
  • Cap. XVI. – Taumaturgia
  • Cap. XVII. – Divinazione
  • Cap. XVIII. – Magnetologia

Conclusione

Pellegrinaggio alle Sorgenti – L’Incontro con Gandhi e con l’India

Pellegrinaggio alle Sorgenti – L’Incontro con Gandhi e con l’India

Titolo originale: Pèlerinage aux Sources

Autore/i: del Vasto Lanza

Editore: Il Saggiatore

introduzione di Alberto Malliani.

pp. IV-284, Milano

Un piccolo vegliardo seminudo sta seduto per terra davanti alla soglia, sotto il tetto di paglia spiovente: è lui. Mi fa cenno sì, proprio a me mi fa sedere accanto a sè, mi sorride.
Ecco davanti ai miei occhi, colui che solo nel deserto di questo secolo ha mostrato un’oasi di verde, offerto una sorgente agli assetati di giustizia.

Nella seconda meta degli anni trenta, mentre l’Europa sprofonda nella più disastrosa crisi della sua storia, Lanza del Vasto, aristocratico di formazione cosmopolita, intraprende un pellegrinaggio nel subcontinente indiano alla ricerca di una dimensione più alta e più pura dell’esistenza. È il tempo in cui, come avrebbe detto Evelyn Waugh, viaggiare è un piacere e L’India esercita un’attrazione irresistibile sugli spiriti inquieti del vecchio continente. È la sorgente cui attingere per scoprire le radici della nostra civiltà, l’antidoto alla deriva tecnico-bellicista degli stati europei.
Se in Occidente la Storia è vissuta come destino ineluttabile, dai saggi indiani Lanza del Vasto apprende la dimensione dell’Eternità, che affranca le vicende umane dal ciclo senza fine di nascita e morte. La meta più emozionante di questi lunghissimi pellegrinaggi a piedi è l’ashram del Mahatma Gandhi: vivrà con lui tre mesi e riceverà l’appellativo shantidas, “servitore della pace”. Nel secolo delle grandi guerre, Lanza del Vasto dedicherà alla pace e alla non violenza il resto della vita. Come se l’India gli avesse dischiuso un orizzonte sconosciuto, rivelato una consapevolezza più autentica, a lui, pioniere del pacifismo mondiale.
“Che c’è da guadagnare, ditemi, nei viaggi lontani? Quella distanza che acuisce lo sguardo sì da farci veder chiaro, quella distanza che tende i nostri legami sì da farci amar duramente, quella chiarezza che ha nome distacco.”

Lanza del Vasto (San Vito dei Normanni, 1901 – Murcia, Spagna, 1981) è lo pseudonimo di Giuseppe Giovanni Luigi Maria Enrico Lanza di Trabia-Branciforte. Di famiglia aristocratica, si laurea in filosofia all Università di Pisa e si dedica alla poesia, alla pittura, alla musica. In India nel 1937 conosce Gandhi, di cui da allora si considera discepolo. Al ritorno in Europa diventa l’araldo della non violenza, che riformula in termini cristiani. Si stabilisce in Francia, dove fonda la Comunità dell’Arca, un ordine rurale ecumenico che arriva a comprendere migliaia di aderenti in tutto il mondo. È autore di romanzi, raccolte poetiche e saggi, tra cui ricordiamo Che cos’è la non violenza, Per evitare la fine del mondo, Introduzione alla vita interiore, Vinoba, o il nuovo pellegrinaggio, Il canzoniere del peregrin d’amore. Pellegrinaggio alle sorgenti, diario del suo viaggio in India, fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1943 e tradotto in italiano dall’autore nel 1949.

Lo Spettatore Senza Libertà – Radio Televisione e Comunicazione di Massa

Lo Spettatore Senza Libertà – Radio Televisione e Comunicazione di Massa

Autore/i: Mannucci Cesare

Editore: Editori Laterza

avvertenza e premessa dell’autore.

pp. 384, Bari

Dalla prefazione:

«Al di sotto delle differenze di regime politico o economico, la struttura sociale di tutti i paesi del mondo è ancor oggi regolata da un medesimo principio rigorosamente gerarchico. I tipi di stratificazione sociale variano considerevolmente: nello stesso momento storico, accanto ai tipi più moderni e complessi corsistono quelli più arcaici ed elementari. Nelle società democraticoliberali più evolute la stratificazione è fitta, e perciò più sfumata: ma questo non vale a mutare la struttura essenziale della società. In rapporto a questo sbalzo si creano e si dispongono le gerarchie sociali. La constatazione non comporta il menomo disconoscimento delle molte e grandi trasformazioni sociali realizzate dalle società più dinamiche negli ultimi centocinquant’anni. Le condizioni materiali di vita del cittadino comune, la dignità di cui gode in diritto e in fatto, lo spazio concesso alla sua personalità privata e pubblica, non sono nemmeno paragonabili a quelle descritte ne L’ancien régime […]»

Persi nella Memoria

Persi nella Memoria

Autore/i: Feliziani Andrea; Giunta Gabriella

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione di Andrea Feliziani.

pp. 152, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano

Dall’introduzione di Andrea Feliziani:

“La presente trattazione è il risultato di un esperimento interessante e avventuroso nel cuore dell’Inghilterra meridionale in corso ormai da otto anni. L’attrazione assaporata innanzi alle rovine preistoriche presenti nel territorio britannico lascia intuire l’esistenza di contesti sconosciuti ai manuali accademici. L’avvicendarsi dei ritrovamenti di impronte geometriche, di estensione a volte sorprendente e per le quali il cerchio sembra costituire l’elemento di base, in quei luoghi in cui spesso le nozioni di archeologia, ricerca scientifica, ideologia, magia, religione e superstizione tendono a confondersi, conduce nell’affascinante percezione e nella scoperta progressiva di un universo emozionante ed inaspettato. […]”

Il volume racconta il fenomeno dei cerchi nel grano; la vicenda risale alla fine degli anni 70 nell’Inghilterra meridionale quando questi misteriosi cerchi grandi fino a 300 metri di diametro compaiono di notte durante l’estate. I cerchi sono di una precisione assoluta e ancora oggi molti sostengono che la loro perfezione non sia raggiungibile con l’intervento umano e sia da attribuire a qualche misteriosa entità.

14 Lezioni sulla Filosofia Yoga ed Occultismo Orientale

14 Lezioni sulla Filosofia Yoga ed Occultismo Orientale

Autore/i: Yogi Ramacharaka

Editore: Fratelli Bocca Editori

terza edizione, traduzione di Vittorio Benedetti.

pp. 296, Milano

Sommario:

Prefazione

Lezione I. – I sette principî dell’uomo

  • La costituzione dell’uomo
  • I sette principi dell’uomo
  • 1. – Il corpo fisico
  • 2. – Il corpo astrale
  • 3. – Prana o forza vitale
  • I principî mentali

Lezione II. – I principi mentali

  • 4. – La mente istintiva
  • 5. – L’intelletto

Lezione III. – I principî spirituali

  • 6. – Mente spirituale
  • 7. – Lo spirito
  • Illuminazione o Coscienza spirituale

Lezione IV. – L’aura umana

  • Colori dell’aura e loro significato

Lezione V. – Dinamica del pensiero

  • Affermazione e Meditazione

Lezione VI. – Telepatia e chiaroveggenza

  • Chiaroveggenza
  • Chiaroveggenza semplice
  • Chiaroveggenza spaziale
  • Chiaroveggenza del passato
  • Chiaroveggenza del futuro
  • Chiarudienza
  • Psicometria
  • Come sviluppare i poteri psichici

Lezione VII. – Magnetismo umano

  • Mantra e meditazione

Lezione VIII. – Terapia occulta

  • Cura magnetica
  • Cura mentale
  • Cura spirituale
  • Cure sperimentali
  • Affermazione e meditazione

Lezione IX. – Influenze psichiche

  • Affermazione e meditazione

Lezione X. – Il mondo astrale
Lezione XI. – Al di la del velo
Lezione XII. – Evoluzione spirituale
Lezione XIII. – Legge spirituale di causa ed effetto
Lezione XIV. – Il sentiero Yoga della conquista

Psicologia e Educazione

Psicologia e Educazione

Psicologia analitica e educazione – Conflitti dell’anima infantile – Il fanciullo di talento

Autore/i: Jung Carl Gustav

Editore: Casa Editrice Astrolabio

prefazioni dell’autore, traduzione di Roberto Bazlen, titolo originale: Psychologie und Erziehung.

pp. 152, Roma

«Vengono qui presentate tre conferenze tenute a Londra da Jung nel 1924 in lingua inglese, ma pubblicate in tedesco col titolo “Analitysche Psychologie und Erziehung” a Heidelberg nel 1926 […] Argomento di questi brevi saggi è il problema dei rapporti tra psicologia analitica ed educazione, tema che invero non può definirsi primario nella produzione junghiana. […] Due punti essenziali stanno a cuore a Jung in queste conferenze: stabilire come la psicologia analitica possa essere utile, anzi necessaria, agli educatori nel loro rapporto psicologico con i bambini, e sottolineare in questo contesto le differenze profonde esistenti tra la psicologia analitica e la psicoanalisi freudiana.»

Voci di Guerra 1940-1945 ∙ Sette Storie d’Amore e di Coraggio

Voci di Guerra 1940-1945 ∙ Sette Storie d’Amore e di Coraggio

Autore/i: Baudino Mario

Editore: Ponte alle Grazie

prima edizione, prefazione dell’autore.

pp. 208, Milano

… Sono passati ormai più di cinquant’anni dagli eventi; le passioni e le paure, le speranze e gli orrori di allora sono da tempo oggetto di dibattito storico: ma i protagonisti, in molti casi almeno, sono ancora fra noi, e il ricordo è vivo come allora, senza il distacco che ci possono mettere i ricercatori. Il loro ricordo ha ancora carne e sangue di quegli anni irripetibili della loro giovinezza: con i miti personali e collettivi che li hanno attraversati, magari non senza errori di prospettiva o di messa a fuoco. E quando i protagonisti sono scomparsi, è la memoria di amici e parenti, di quanti vissero con loro, e restituirceli ancora giovani e votati al loro destino, ancora una volta senza nessuna forma di distacco, ancora una volta come se quei giorni lontani fossero ieri… (dalla prefazione dell’autore)

Sette storie di guerra ambientate negli anni del secondo conflitto mondiale e perse nella tragedia del paese, tutte raccontate dai protagonisti o dai testimoni più diretti: la figlia naturale del duce, il Lawrence d’Arabia italiano, l’aviatore di Salò, il prigioniero inglese innamorato, il giornalista che fece lo scoop della sua vita e non fu creduto, il fascista poeta che si lasciò uccidere senza reagire. Guerrieri, prigionieri e avventurieri determinati o confusi, personaggi ordinari o eccezionali che si confrontano con la guerra e le sue sfide. La Guerra portatrice di lutti e lacerazioni, la Guerra che distrugge, incendia, massacra ma che nel suo crudele estremismo orchestra, spesso, per gli attori che popolano il suo palcoscenico, la grande prova della loro vita. La Guerra come evento indimenticabile. In questo libro parlano i protagonisti, tornano a distanza di tempo con le loro voci e quelle di quanti li amarono, per rivendicare la loro verità: che non è quella dei libri di storia, ma l’altra più soggettiva, personale, della testimonianza, del senso che ciascuno dà alla propria vita o al destino dei suoi cari.

Mario Baudino è un giornalista, saggista e poeta italiano. Scrive per La Stampa, dove ha trascorso gran parte della sua vita professionale, iniziata però negli anni di piombo come cronista giudiziario presso il quotidiano torinese La Gazzetta del popolo. È stato responsabile delle pagine di Società e cultura e inviato speciale, occupandosi di cultura e società, con particolare attenzione al mondo dell’editoria e alla letteratura.

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Prefazione

  • Il Comandante Diavolo
  • Kamikaze
  • L’uomo che non fu creduto
  • L’eroe e il suo doppio
  • La figlia del duce
  • Il poeta e la morte
  • La strana alleanza

Il Libro Nero del Capitalismo

Il Libro Nero del Capitalismo

Titolo originale: Le Livre Noir du Capitalisme

Autore/i: Autori vari

Editore: Marco Tropea Editore

prima edizione, prefazione di Gilles Perrault, introduzione di Maurice Cury, traduzione di Massimo Caviglione, collana: Le Querce.

pp. 548, Milano

… Non abbiamo la pretesa di pubblicare un libro onnicomprensivo. i crimini del capitalismo costituiscono un argomento disgraziatamente inesauribile. Per lo meno allo stato attuale… Piuttosto che realizzare un’opera collettiva, abbiamo deciso di sollecitare i contributi personali di storici, economisti, sociologi, sindacalisti, scrittori che in questa sede si esprimono in piena libertà sui temi a loro più congeniali…

Che cos’è dunque questo scherzo di un libro nero del capitalismo? Non vi accorgete che l’enormità dell’impresa sconfina nel delirio? Il peggior assassino di massa della storia? E sia pure. Ma un assassino senza volto né codice genetico. Un assassino che opera impunemente da secoli nei cinque continenti. Buon divertimento ma a che prò? Non avete sentito il colpo di gong che annunciava al tempo stesso il termine dell’incontro e la fine della Storia? Quell’assassino ha vinto. E ora si prende, nella sua versione mafiosa, le spoglie dei nemici. Quale avversario credibile si profila all’orizzonte? Quale avversario? L’immensa moltitudine delle parti civili al suo processo. I vivi e i morti. La folla innumerevole di quelli che vennero deportati dall’Africa nelle Americhe, fatti a pezzi nelle trincee di una guerra idiota, bruciati vivi dal napalm, torturati a morte nelle prigioni dei cani da guardia del capitalismo, fucilati a Parigi al Muro dei federati, massacrati a centinaia di migliaia in Indonesia, quasi estinti come gli indiani d’America, assassinati in massa in Cina per assicurare la libera circolazione dell’oppio. Da tutti loro le mani dei vivi hanno ereditato la fiaccola della rivolta dell’uomo non riconosciuto nella sua dignità. Sono le mani troppo presto senza vita di quei bambini del Terzo mondo che la sottoalimentazione, ogni giorno, uccide a decine di migliaia; sono le mani scheletrite dei popoli condannati a rimborsare gli interessi di un debito contratto dai loro dirigenti-fantoccio che si sono appropriati del capitale; sono le mani tremanti degli esclusi, sempre più numerosi, tenuti ai margini dell’opulenza. Sono mani di tragica debolezza e, per ora, sono disgiunte. Ma non potranno che congiungersi, un giorno. E la fiaccola che portano, allora, incendierà il mondo. (Gilles Perrault)

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Prefazione di Gilles Perrault
Introduzione di Maurice Cury

  • Le origini del capitalismo – xv-xix secolo (Jean Suret-Canale)
  • Economia schiavista e capitalismo: un bilancio quantificabile (Philippe Paraire)
  • Fuoco, sono soltanto operai! (Roger Bordier)
  • 1744-1849, un secolo lionese: gli operai della seta di fronte ai cannibali del profitto (Maurice Moissonnier)
  • 1871 : tradimento di classe e settimana di sangue (Claude Willard)
  • Repressione antisindacale (Andre Devriendt)
  • Le bande armate del capitale nella Francia repubblicana (Maurice Rajsfus)
  • La Grande guerra: 11500 morti e 13 000 feriti al giorno per tre anni e mezzo (Jean-Pierre Fléchard)
  • Controrivoluzione e interventi stranieri in Russia (1917-21) (Pierre Durand)
  • La Seconda guerra mondiale (Francois Delpla)
  • Sull’origine delle guerre e di una forma parossistica del capitalismo (Pierre Durand)
  • Imperialismo, sionismo e Palestina (Maurice Buttin)
  • Guerra e repressione : l’ecatombe vietnamita (Francois Derivery)
  • Massacri e repressione in Iran (François Derivery)
  • Genocidio anticomunista in Indonesia (Jacques Jurquet)
  • L’annessione indonesiana di Timor Orientale (Jacques Jurquet)
  • L’Iraq vittima del petrolio (Subhi Toma)
  • L’Africa nera sotto la colonizzazione francese (Jean Suret-Canale)
  • Algeria 1830-1998: dal capitalismo coloniale alla ricolonizzazione “mondializzata” (Andre Prenant)
  • L’Africa delle indipendenze e del “comunismo” – 1960-1998 (Francis Arzalier)
  • Gli interventi statunitensi in America Latina (Paco Pena)
  • Stati Uniti, il sogno incompiuto: la lunga marcia degli afroamericani (Robert Pac)
  • Centenario di un genocidio a Cuba: la “riconcentrazione” di (Weyler Jean Laì’lle)
  • II genocidio degli amerindi (Robert Pac)
  • II capitalismo all’assalto dell’Asia (Yves Grenet)
  • Le migrazioni nel xix e nel xx secolo: un contributo alla storia del capitalismo (Caroline Andréani)
  • Capitalismo, corsa agli armamenti e commercio delle armi (Yves Grenet)
  • I morti viventi della mondializzazione (Philippe Paraire)
  • La mondializzazione del capitale: le cause della minaccia di una nuova barbarie (François Chesnais)
  • I banchieri svizzeri uccidono senza le mitragliatrici (Jean Ziegler)
  • La pubblicità è più efficace delle bombe: i crimini pubblicitari nella guerra moderna (Yves Frémion)
  • …e se non bastasse l’abolizione del capitalismo… (Monique e Roland Weyl)

Appendice – Capitalismo e barbarie: riepilogo dei massacri e delle guerrenel xx secolo