Libri dalla categoria Training Autogeno
Mediterraneo – Un Nuovo Breviario
I Traffici dei Mercanti, le Migrazioni delle Anguille, Fughe di Popoli e Nascita di Dee, Leggende, Architettura, Storia, Paesaggi.
Autore/i: Matvejević Predrag
Editore: Garzanti Editore
prefazione Claudio Magris, iconografia a cura di Snezana Hefti, traduzione Silvio Ferrari, collana: Saggi Blu, titolo originale: Mediteranski Brevijar.
pp. 248, ill. in b/n n.t., Milano
“Trattato poetico-filosofico”, “romanzo post-moderno”, “portolano”, “diario di bordo”, “libro di preghiere”, “midrash”, “raccolta di aforismi”, “antologia di racconti-saggio”, “cronaca di un viaggio”: sono queste alcune delle definizioni che hanno accolto Mediterraneo, un libro che le accetta tutte e insieme le trasgredisce, in una sfida ai generi letterari.
In pagine sempre dense e appassionanti, Predrag Matvejević ricostruisce la storia di una parola – Mediterraneo – e rievoca gli infiniti significati che essa include. Lontano dalle aridità del trattato ma colmo di sapere, disegna un affascinante percorso attraverso gli uomini e le cose, i luoghi e le culture. Libro che predilige una lettura intermittente, Mediterraneo eccita e soddisfa labirintiche curiosità, registrando un’attenta e magica “filologia del mare”, guidando il lettore verso mille scoperte: lo stile dei porti e delle capitanerie, l’addolcirsi dell’architettura sul profilo della costa, i concreti saperi della cultura dell’olivo e il diffondersi di una religione, le tracce permanenti della civiltà araba ed ebraica, i destini e le storie nascosti nei dizionari nautici e nelle lingue scomparse, i gerghi e le parlate che cambiano lentamente nel tempo e nello spazio.
Predrag Matvejević (1932-2017) ha insegnato letteratura francese all’Università di Zagabria, letterature comparate alla Sorbona di Parigi ed è stato ordinario di slavistica all’Università la Sapienza di Roma e al Collège de France.
Per una filologia del mare di Claudio Magris
- Breviario
- Carte
- Glossario
Nota del traduttore
Il Contrasto tra Freud e Jung – Scritti sulla Psicoanalisi Freudiana
Titoli originali: Die Freud’sche Hysterietheorie (1908) / Versuch einer Darstellung del psycoanalytischen Theorie (1913) / Allgemeine Aspekte der Psychoanalyse (1913) – On Psychoanalysys (1916) – Der Gegensatz Freud-Jung (1929) / Einführung zu Dr. Kranefeldt: “Die Psychoanalyse” (1930) / Sigmund Freud als kulturhistorische Erscheinung (1932) / Sigmund Freud. Ein Nachruf (1939)
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione di Luigi Aurigemma, traduzioni di Lucia Personeni, Silvano Daniele, Paolo Santarcangeli e Guido Bistolfi, Universale scientifica Boringhieri 126.
pp. 278, Torino
Questo volume raccoglie un ampio numero di scritti dedicati da Jung alla psicoanalsi freudiana. […]
Le scoperte e i concetti maggiori della psicologia analitica junghiana non appaiono dunque qui nella loro ricchissima fioritura. Il volume testimonia piuttosto del continuo ritorno di Jung al pensiero del Maestro, cui egli riconosceva un ineliminabile posto nella storia della cultura, come nella sua personale vita e opera; ed egualmente testimonia del suo sempre rinascente bisogno di precisare le radicali differenze di ottica nella visione dell’universo psichico.
Introduzione di Luigi Aurigemma
- La teoria freudiana dell’isteria (1908)
- Saggio di esposizione della teoria psicoanalitica (1913)
- Aspetti generali della psicoanalisi (1913)
- Sulla psicoanalisi (1916)
- Il contrasto tra Freud e Jung (1929)
- Prefazione a W.M. Kranefeldt, “La psicoanalisi” (1930)
- Sigmund Freud come fenomeno storico-culturale (1932)
- Sigmund Freud: necrologio (1939)
Bibliografia
Indice analitico
Corpus junghiano minore
Ludwig Van Beethoven
La vita, le opere
Autore/i: Molteni Angela
Editore: Kaos Edizioni
prima edizione.
pp. 206, nn. illustrazioni di spartiti b/n, Milano
Uno studio, con intenti divulgativi, relativo alla vita e alle opere del grande musicista tedesco. Introdotto da una cronologia storica, il lavoro si articola in una prima parte, costituita dalla ricostruzione biografica; in una seconda parte di approfondimento umano e artistico; e in una terza, dove l’opera musicale di Beethoven e ripercorsa anche attraverso numerose trascrizioni musicali esemplificative.
In appendice: la riproduzione di un manoscritto originale beethoveniano, e il “Catalogo essenziale” delle opere.
La Buona Alimentazione – Pensieri sulla Salute
Autore/i: Powar Anna
Editore: Il Saggiatore
introduzione dell’autrice.
pp. 352, Milano
È scritto nelle Upanishad che siamo fattidi ciò che mangiamo. Vivere bene, quindi, dipensde anzitutto da un’alimentazione corretta: conoscere noi stessi vuol dire sapere che cosa sono i nutrienti fondamentali e come quella meravigliosa macchina che è il nostro corpo li trasforma in energia. Anna Power ha dedicato la sua attività di nutrizionista a coniugare il rigore della moderna scienza dell’alimentazione e le conoscenze tradizionali sulle proprietà dei cibi. La buona alimentazione è il risultato di questo incontro. Con il linguaggio immediato della metafora, l’autrice guida alla scoperta di carboidrati, proteine, vitamine, lipidi, minerali, spiega che cosa sono virus e batteri e di quali difese dispone l’organismo. Poi accompagna il lettore i un insolito percorso dietetico, tracciando una storia degli alimenti che abbraccia tradizioni remote e mostra come l’uomo conosca da sempre il segreto del benessere nutrirsi di una miscela sapiente di piante e animali. Ma per stare bene il corpo dev’essere in armonia con mente e spirito. Il principio fondamentale del pensiero olistico è alla base delle altre tappe di questo viaggio nella salute, che prosegue descrivendo quali ostacoli può incontrare l’energia quando si trasforma in forza psichica e spirituale. In sintonia con la sapienza millenaria dei popoli, la “dottoressa indiana”, come è affettuosamente conosciuta tra i suoi pazienti, suggerisce che stress, dolore, depressione, allergie, ansie spesso non sono che il risultato di uno stile di vita disarmonico, che può essere cambiato, in meglio, grazie ai piccoli gesti quotidiani, a un rapporto più equilibrato con gli altri e l’ambiente, alla tutela della biodiversità.
Anna Powar è nata a Pune, nello stato indiano del Maharashtra. Ha studiato e lavorato in Europa, Africa e negli Stati Uniti, dove si è laureata in nutrizione. Adotta un approccio olistico, secondo cui il benessere è il risultato di fattori fisiologici, psicologici e spirituali, e condivide i principi della medicina ayurvedica. Ha collaborato con giornali italiani e stranieri. Vive a Roma e ogni anno trascorre periodi di studio e lavoro in India.
Introduzione alla Magia – Volume 3
Autore/i: Gruppo di UR
Editore: Edizioni Mediterranee
diretto da Julius Evola.
pp. 432, Roma
Quest’opera, dovuta ad un gruppo di personalità le quali hanno seguito il principio tradizionale dell’anonimato, rappresenta una vera summa delle discipline iniziatiche e magiche. Essa si basa su una seria, vasta e documentata informazione. La parte principale riguarda la pratica, le tecniche della realizzazione spirituale e della trasformazione dell’essere, associandovisi la relazione di esperienze effettivamente vissute e inquadramenti generali dottrinali, oltre all’interpretazione dei simboli dell’«arte sacra e regale». Essa comprende, inoltre, la traduzione commentata di testi originali rari, come il Rituale mithriaco del Gran Papiro magico di Parigi, la Turba Philosophorum ermetica, estratti del De Mysteriis di Dorn, del Chymica Vannus, di testi tantrici, tibetani e buddhisti, dei Versi d’Oro pitagorei, nonché sinossi di autori di orientamento affine (Meyrink, Kremmerz, Crowley, ecc.). A parte gli indirizzi operativi, riferentisi sempre all’Alta Magia, non a quella deteriore, popolaresca e superstiziosa, viene tratteggiata anche la concezione magica dell’uomo e del mondo. Per magia intendendosi essenzialmente un atteggiamento attivo e affermativo nel campo spirituale, vengono precisate le relazioni fra questo atteggiamento fondamentale, proprio a tutta l’opera, e il misticismo, la morale, la psicanalisi di Jung, la scienza e la metapsichica moderna, il mondo dei primitivi, ecc., tanto da prevenire assai frequenti confusioni. Infine sono dati alcuni riferimenti alla «Tradizione Primordiale», alla quale rimanda gran parte di tale sapere. Per via di tutto questo, la presente opera è veramente senza simili nel suo genere e si distanzia nettamente dalle divagazioni «occultistiche» e teosofiste dei nostri giorni; essa è indispensabile per chi vuole informarsi seriamente sulle discipline iniziatiche, magiche e esoteriche, e trame eventualmente anche elementi per una pratica personale.
Il Gruppo di Ur è stato un sodalizio magico attivo in Italia alla fine degli anni venti. Direttore del gruppo fu probabilmente Julius Evola alternato da Arturo Reghini fino a quando egli ne fece parte. Il gruppo si dichiarava indipendente da qualsiasi scuola o movimento esoterico del tempo (occultismo, massoneria, teosofia, spiritismo, ecc.) in quanto la Tradizione esiste di per sé e non è legata ad alcuna scuola. Di fatto però le principali componenti esoteriche rappresentate nel gruppo furono quella antroposofica, quella kremmerziana e quella massonico-pitagorica, oltre ad alcuni cattolici. Secondo Evola gli obiettivi del gruppo furono essenzialmente due: 1) suscitare una superiore forza metafisica che potesse aiutare i singoli membri a operare magicamente; 2) utilizzare questa forza superiore per poter esercitare un’influenza magica sulle forze politiche del tempo. All’interno del gruppo vi furono dei tentativi di rivitalizzare la componente esoterica-iniziatica del paganesimo tradizionale romano, da parte di Arturo Reghini, di alcuni antroposofi (come Giovanni Cesarò), di Evola stesso, e del personaggio noto con lo pseudonimo di Ekatlos. La relazione dello stesso Ekatlos, pubblicata nel 1929 sulla rivista Krur (articolo La scena e le quinte), su un tentativo da parte di alcuni componenti del gruppo di esercitare una pressione sul fascismo per imprimerne una svolta in senso pagano, rientra nel secondo degli obiettivi del gruppo così come li ha delineati Evola. Vennero costituite diramazioni del gruppo in altre città (come si evince dagli articoli Glosse varie: costituzione di una catena magica, in Ur 1927 e Istruzioni di catena, in Ur 1928), denominate “catene”, delle quali se ne conosce l’esistenza solo per la città di Genova (dall’articolo Esperienze di catena, in Krur 1929). Sono ignoti i componenti della catena di Genova ma si sa che era costituita da cinque persone e che il suo direttore era un ex kremmerziano. Secondo Renato Del Ponte dopo la seconda guerra mondiale un sodalizio in Italia avrebbe ripreso il messaggio del Gruppo di Ur: il Gruppo dei Dioscuri, ma il giudizio sull’esperienza sarebbe sostanzialmente negativo. Il Gruppo dei Dioscuri operò a Roma negli anni settanta e di esso fece parte Salvatore Ruta, il fondatore del MTR.
Introduzione alla Magia – Volume 2
Autore/i: Gruppo di UR
Editore: Edizioni Mediterranee
diretto da Julius Evola.
pp. 400, Roma
Quest’opera, dovuta ad un gruppo di personalità le quali hanno seguito il principio tradizionale dell’anonimato, rappresenta una vera summa delle discipline iniziatiche e magiche. Essa si basa su una seria, vasta e documentata informazione. La parte principale riguarda la pratica, le tecniche della realizzazione spirituale e della trasformazione dell’essere, associandovisi la relazione di esperienze effettivamente vissute e inquadramenti generali dottrinali, oltre all’interpretazione dei simboli dell’«arte sacra e regale». Essa comprende, inoltre, la traduzione commentata di testi originali rari, come il Rituale mithriaco del Gran Papiro magico di Parigi, la Turba Philosophorum ermetica, estratti del De Mysteriis di Dorn, del Chymica Vannus, di testi tantrici, tibetani e buddhisti, dei Versi d’Oro pitagorei, nonché sinossi di autori di orientamento affine (Meyrink, Kremmerz, Crowley, ecc.). A parte gli indirizzi operativi, riferentisi sempre all’Alta Magia, non a quella deteriore, popolaresca e superstiziosa, viene tratteggiata anche la concezione magica dell’uomo e del mondo. Per magia intendendosi essenzialmente un atteggiamento attivo e affermativo nel campo spirituale, vengono precisate le relazioni fra questo atteggiamento fondamentale, proprio a tutta l’opera, e il misticismo, la morale, la psicanalisi di Jung, la scienza e la metapsichica moderna, il mondo dei primitivi, ecc., tanto da prevenire assai frequenti confusioni. Infine sono dati alcuni riferimenti alla «Tradizione Primordiale», alla quale rimanda gran parte di tale sapere. Per via di tutto questo, la presente opera è veramente senza simili nel suo genere e si distanzia nettamente dalle divagazioni «occultistiche» e teosofiste dei nostri giorni; essa è indispensabile per chi vuole informarsi seriamente sulle discipline iniziatiche, magiche e esoteriche, e trame eventualmente anche elementi per una pratica personale.
Il Gruppo di Ur è stato un sodalizio magico attivo in Italia alla fine degli anni venti. Direttore del gruppo fu probabilmente Julius Evola alternato da Arturo Reghini fino a quando egli ne fece parte. Il gruppo si dichiarava indipendente da qualsiasi scuola o movimento esoterico del tempo (occultismo, massoneria, teosofia, spiritismo, ecc.) in quanto la Tradizione esiste di per sé e non è legata ad alcuna scuola. Di fatto però le principali componenti esoteriche rappresentate nel gruppo furono quella antroposofica, quella kremmerziana e quella massonico-pitagorica, oltre ad alcuni cattolici. Secondo Evola gli obiettivi del gruppo furono essenzialmente due: 1) suscitare una superiore forza metafisica che potesse aiutare i singoli membri a operare magicamente; 2) utilizzare questa forza superiore per poter esercitare un’influenza magica sulle forze politiche del tempo. All’interno del gruppo vi furono dei tentativi di rivitalizzare la componente esoterica-iniziatica del paganesimo tradizionale romano, da parte di Arturo Reghini, di alcuni antroposofi (come Giovanni Cesarò), di Evola stesso, e del personaggio noto con lo pseudonimo di Ekatlos. La relazione dello stesso Ekatlos, pubblicata nel 1929 sulla rivista Krur (articolo La scena e le quinte), su un tentativo da parte di alcuni componenti del gruppo di esercitare una pressione sul fascismo per imprimerne una svolta in senso pagano, rientra nel secondo degli obiettivi del gruppo così come li ha delineati Evola. Vennero costituite diramazioni del gruppo in altre città (come si evince dagli articoli Glosse varie: costituzione di una catena magica, in Ur 1927 e Istruzioni di catena, in Ur 1928), denominate “catene”, delle quali se ne conosce l’esistenza solo per la città di Genova (dall’articolo Esperienze di catena, in Krur 1929). Sono ignoti i componenti della catena di Genova ma si sa che era costituita da cinque persone e che il suo direttore era un ex kremmerziano. Secondo Renato Del Ponte dopo la seconda guerra mondiale un sodalizio in Italia avrebbe ripreso il messaggio del Gruppo di Ur: il Gruppo dei Dioscuri, ma il giudizio sull’esperienza sarebbe sostanzialmente negativo. Il Gruppo dei Dioscuri operò a Roma negli anni settanta e di esso fece parte Salvatore Ruta, il fondatore del MTR.
Introduzione alla Magia – Volume 1
Autore/i: Gruppo di UR
Editore: Edizioni Mediterranee
diretto da Julius Evola.
pp. 416, Roma
Quest’opera, dovuta ad un gruppo di personalità le quali hanno seguito il principio tradizionale dell’anonimato, rappresenta una vera summa delle discipline iniziatiche e magiche. Essa si basa su una seria, vasta e documentata informazione. La parte principale riguarda la pratica, le tecniche della realizzazione spirituale e della trasformazione dell’essere, associandovisi la relazione di esperienze effettivamente vissute e inquadramenti generali dottrinali, oltre all’interpretazione dei simboli dell’«arte sacra e regale». Essa comprende, inoltre, la traduzione commentata di testi originali rari, come il Rituale mithriaco del Gran Papiro magico di Parigi, la Turba Philosophorum ermetica, estratti del De Mysteriis di Dorn, del Chymica Vannus, di testi tantrici, tibetani e buddhisti, dei Versi d’Oro pitagorei, nonché sinossi di autori di orientamento affine (Meyrink, Kremmerz, Crowley, ecc.). A parte gli indirizzi operativi, riferentisi sempre all’Alta Magia, non a quella deteriore, popolaresca e superstiziosa, viene tratteggiata anche la concezione magica dell’uomo e del mondo. Per magia intendendosi essenzialmente un atteggiamento attivo e affermativo nel campo spirituale, vengono precisate le relazioni fra questo atteggiamento fondamentale, proprio a tutta l’opera, e il misticismo, la morale, la psicanalisi di Jung, la scienza e la metapsichica moderna, il mondo dei primitivi, ecc., tanto da prevenire assai frequenti confusioni. Infine sono dati alcuni riferimenti alla «Tradizione Primordiale», alla quale rimanda gran parte di tale sapere. Per via di tutto questo, la presente opera è veramente senza simili nel suo genere e si distanzia nettamente dalle divagazioni «occultistiche» e teosofiste dei nostri giorni; essa è indispensabile per chi vuole informarsi seriamente sulle discipline iniziatiche, magiche e esoteriche, e trame eventualmente anche elementi per una pratica personale.
Il Gruppo di Ur è stato un sodalizio magico attivo in Italia alla fine degli anni venti. Direttore del gruppo fu probabilmente Julius Evola alternato da Arturo Reghini fino a quando egli ne fece parte. Il gruppo si dichiarava indipendente da qualsiasi scuola o movimento esoterico del tempo (occultismo, massoneria, teosofia, spiritismo, ecc.) in quanto la Tradizione esiste di per sé e non è legata ad alcuna scuola. Di fatto però le principali componenti esoteriche rappresentate nel gruppo furono quella antroposofica, quella kremmerziana e quella massonico-pitagorica, oltre ad alcuni cattolici. Secondo Evola gli obiettivi del gruppo furono essenzialmente due: 1) suscitare una superiore forza metafisica che potesse aiutare i singoli membri a operare magicamente; 2) utilizzare questa forza superiore per poter esercitare un’influenza magica sulle forze politiche del tempo. All’interno del gruppo vi furono dei tentativi di rivitalizzare la componente esoterica-iniziatica del paganesimo tradizionale romano, da parte di Arturo Reghini, di alcuni antroposofi (come Giovanni Cesarò), di Evola stesso, e del personaggio noto con lo pseudonimo di Ekatlos. La relazione dello stesso Ekatlos, pubblicata nel 1929 sulla rivista Krur (articolo La scena e le quinte), su un tentativo da parte di alcuni componenti del gruppo di esercitare una pressione sul fascismo per imprimerne una svolta in senso pagano, rientra nel secondo degli obiettivi del gruppo così come li ha delineati Evola. Vennero costituite diramazioni del gruppo in altre città (come si evince dagli articoli Glosse varie: costituzione di una catena magica, in Ur 1927 e Istruzioni di catena, in Ur 1928), denominate “catene”, delle quali se ne conosce l’esistenza solo per la città di Genova (dall’articolo Esperienze di catena, in Krur 1929). Sono ignoti i componenti della catena di Genova ma si sa che era costituita da cinque persone e che il suo direttore era un ex kremmerziano. Secondo Renato Del Ponte dopo la seconda guerra mondiale un sodalizio in Italia avrebbe ripreso il messaggio del Gruppo di Ur: il Gruppo dei Dioscuri, ma il giudizio sull’esperienza sarebbe sostanzialmente negativo. Il Gruppo dei Dioscuri operò a Roma negli anni settanta e di esso fece parte Salvatore Ruta, il fondatore del MTR.
Induismo – Una Introduzione
Titolo originale: Hinduism, A Short Introduction
Autore/i: Klostermaier Klaus K.
Editore: Fazi Editore
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione Mimma Congedo, collana: Le Terre/Civiltà n° 69.
pp. 240, ill. in b/n n.t., Roma
…Voglio vedere Dio faccia a faccia. Dio, lo so, è Verità. Per me l’unico mezzo sicuro di conoscere Dio è la nonviolenza, l’amore. Solo un’India libera può venerare il vero Dio…(Mahātmā Gandhi)
Che cos’è l’Induismo? È un pellegrinaggio a Tirupati, un programma politico, una profonda filosofia, un modo di vivere, un sermone sulla Bhagavad-gītā, una vita ascetica, una sera gioiosa in cui si cantano inni in una casa di Bombay, una pratica rituale per i brahmani, una festa in un tempio di Madurai, un’abluzione nel Gange e molto, molto altro ancora. Grazie a un’esposizione semplice e chiara, ma al tempo stesso accurata e precisa, il libro di Klostermaier si rivolge a chiunque voglia accostarsi all’induismo per la prima volta e a chi voglia approfondire l’argomento, offrendo interessanti spunti interpretativi. In questo libro, Klostermaier svela le molteplici dimensioni di una religione variegata e complessa, mostrandone al tempo stesso la profonda unità e l’identica ispirazione, che permeano la tradizione hindu fin dalle sue origini. Il lettore è guidato in un percorso che si snoda attraverso le maggiori tradizioni religiose e filosofiche dell’induismo: dai Veda alle Upanisad, dallo Yoga al Vedanta, secondo un quadro vivido e organico di una cultura feconda, antica, affascinante, senza tuttavia trascurarne i più recenti sviluppi e le implicazioni sociali e politiche. Particolare attenzione è inoltre dedicata agli effetti dell’incontro tra l’induismo e le religioni occidentali, tema di fondamentale importanza per una comprensione profonda di alcuni aspetti dell’induismo contemporaneo. Il libro inaugura una nuova serie formato tascabile di introduzione alle religioni.
Klaus K. Klostermeier è direttore dell’Oxford Center for Vaisnava and Hindu Studies. Ha curato varie edizioni critiche di testi religiosi indiani ed è autore di diversi libri sull’induismo.
Omon Ra
Titolo originale: Omon Ra
Autore/i: Pelevin Viktor
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione Katia Renna e Tatiana Olear, collana: Strade Blu.
pp. 168, Milano
…Una feroce tragicommedia che celebra l’impulso umano a esplorare, conquistare, trascendere. Il protagonista del romanzo trae il proprio nome dalla parola russa Omon, che è la sigla della polizia interna e della divinità solare egizia Ra. Ambientata ai tempi della corsa allo spazio, Omon Ra racconta la storia di un giovane ossessionato dall’ambizione di diventare cosmonauta. Questa aspirazione lo porta a iscriversi alla scuola segreta di addestramento al volo spaziale del KGB, dove scopre di essere destinato a una missione suicida sulla luna, concepita per non far capire agli occidentali che l’URSS non ha né i soldi per inviare mezzi automatizzati né la tecnologia per far tornare delle navicelle con equipaggio umano…
All’epoca della corsa allo spazio, nel periodo in cui gli americani mandavano in orbita navicelle con equipaggi a bordo, il giovane russo Omon Ra è ossessionato dall’ambizione di diventare cosmonauta. Questa aspirazione lo porta a iscriversi alla scuola segreta di addestramento al volo spaziale del KGB, dove verrà a sapere di essere destinato a una missione suicida sulla luna, concepita per non far capire agli occidentali che l’URSS non ha né i soldi per inviare mezzi automatizzati né la tecnologia per far tornare delle navicelle con equipaggio umano. Ricco di eventi stralunati o macabri come l’amputazione delle gambe ai cadetti militari (per far si che anch’essi possano diventare veri eroi sovietici) e di personaggi irresistibili (memorabile è un ambiguo colonnello, cieco e costretto su una sedia a rotelle: una via di mezzo tra il classico genio del male e il vecchio zio che svela delle verità nascoste a Omon), Omon Ra è un romanzo fantastico, in cui si fondono gli elementi più disparati: situazioni grottesche, realismo magico, surreali meditazioni misticheggianti, deliri ideologici e tecnologici. Al tempo stesso, è una feroce e sovversiva satira dell’Unione Sovietica, che diventa anche occasione per Pelevin di raccontare, con commovente semplicità e ispirata partecipazione, il valore della vita umana di fronte all’inevitabile morte e la passione vitale che può essere evocata dalla bellezza della terra e del cielo.
Viktor Pelevin è nato nel 1962 a Mosca. Appassionato di computer e di filosofie orientali, buddhismo zen e tibetano, taoismo, si impone subito all’attenzione del pubblico russo e straniero con i suoi primi romanzi. Il successo pieno e la consacrazione unanime gli arrivano con la pubblicazione della Mitragliatrice d’argilla nel 1996.
Un Vero Bugiardo – Vita di un Ragazzo nell’America degli Anni ’50
Titolo originale: The Boy’s Life. A Memoir
Autore/i: Wolff Tobias
Editore: Giulio Einaudi Editore
questo volume era stato precedentemente pubblicato con il titolo «Memorie di un impostore», traduzione Lucio Angelini, collana: Einaudi Tascabili. Stile Libero.
pp. 298, Torino
…«È un libro meraviglioso, divertentissimo, perfetto nella sua saggezza e nel descrivere l’arte di arrangiarsi di un adolescente in America». (Richard Ford)
Mettetevi nei panni di un ragazzino di dieci anni costretto a inseguire una madre volubile da una cittadina all’altra di un’America in bianco e nero, mentre il fratello e il padre vivono separati chissà dove; spiatelo mentre inventa una delle sue tante bugie per sfuggire al conformismo degli adulti. Aggiungete poi la polverosa istantanea dell’America suburbana, in un periodo storico in cui gli States non hanno dato il meglio di sé. Pensate infine alla scrittura nitida, realistica, precisa di Tobias Wolff e saprete perché questa strepitosa autobiografia è diventata un classico della letteratura americana contemporanea. Il piccolo Toby Wolff, a tratti esilarante o insopportabile, contapalle o commovente, è in fondo un Huck Finn alla ricerca di una via per crescere in una società verso di lui del tutto indifferente. Un’infanzia fatta di piccole e grandi crudeltà, gioie e frustrazioni da cui Toby emergerà elaborando un suo percorso di sopravvivenza – la guerra infinita con un patrigno mostruoso, la falsificazione dei risultati scolastici, i furti – ma conquistandosi una sua strada nel mondo adulto. Vincitore del Los Angeles Book Award per la migliore autobiografia, questo libro ha segnato il successo di pubblico di Tobias Wolff.
Tobias Wolff è nato nel 1945, in Alabama, negli Stati Uniti. È considerato da molti il più accreditato erede di quella tradizione del realismo americano che parte da Hemingway e arriva a Carver; tre dei racconti di Proprio quella notte (Einaudi, Stile libero) sono stati inseriti nelle antologie della serie Best American Short Stories. Vive tra New York e la California, insegnando scrittura creativa e letteratura. Di lui Einaudi ha anche pubblicato Nell’esercito del Faraone (I coralli, 1996), un memoir sulla guerra del Vietnam, Il colpevole (Stile libero, 2002), Un vero bugiardo (Stile libero, 2003), Quell’anno a scuola (Stile libero, 2005) e La nostra storia comincia (Supercoralli, 2014).
- In cerca di fortuna
- Aspiranti duri
- Tutta un’altra storia
- A casa di Dwight
- A scuola
- L’angolo delle preghiere
- Così sia
Collage d’Arte – 15 Progetti Originali da Ritagliare e Assemblare
Titolo originale: Handmade Collage
Autore/i: Kato Seiko
Editore: Gribaudo
prima edizione, testi Seiko Kato, fotografie di Phil Wilkins e Jim Marsden, design Jo Bettles, traduzione ASter Studio.
pp. 128, Milano
Questo libro vi mostrerà il piacere semplice e terapeutico di ritagliare e assemblare immagini per creare opere d’arte meravigliose attraverso la tecnica del collage. L’autrice e artista Seiko Kato ha creato 15 collage unici, appositamente per questo libro. I suoi progetti originali danno vita a personaggi e mondi tanto eloquenti da animarsi e raccontarci le loro storie: Lady Chapman, Bonnie Bertie, Priscilla del Mar, Il regno del cristallo, Utopia tropicale… Iniziare è semplice. Tutto quello che vi serve sono colla stick, carta o cartoncino, un paio di forbici – oltre alle idee di Seiko a cui ispirarvi – e una vasta collezione di quasi 500 immagini da ritagliare, per progettare e assemblare biglietti di auguri, regali o creazioni da incorniciare ed esporre a casa.
Seiko Kato è un’artista della tecnica del collage; è giapponese e vive a Brighton, nel Regno Unito. Avida collezionista di libri d’epoca, chicche d’antiquariato e interessanti oggetti antichi ritrovati, lei “distrugge” vecchie illustrazioni e le ricostruisce in modo unico.
Capitolo I: Tecniche, strumenti e materiali
- Strumenti e materiali
- Tagliare e incollare
- Composizione
- Posizionamento
- Finitura dell’opera
- Risorse di immagini
Capitolo II: La collezione di collage
Capitolo III: Elementi aggiuntivi
Crediti
Gli Ultimi Giorni di Immanuel Kant
Titolo originale: The Last Days of Immanuel Kant
Autore/i: De Quincey Thomas
Editore: Adelphi Edizioni
seconda edizione, a cura di Fleur Jaeggy, Piccola Biblioteca Adelphi 146.
pp. 120, Milano
La vita di Immanuel Kant, scrive De Quincey, «fu notevole non tanto per i suoi avvenimenti quanto per la purezza e la dignità filosofica del suo tenore quotidiano». Era un ordine perfetto e infantile, dove ogni minuzia della giornata veniva osservata con lo stesso rigore, con lo stesso scrupolo di trasparenza che il grande filosofo dedicò ai problemi epistemologici. Nel corpo minuto di Kant, nelle sue maniere austere e amabili vivevano i Lumi, giunti al grado più nobile e penetrante del loro fulgore, come in un delicato involucro. E un giorno quel perfetto ordine avvertì i primi segni del declino. Da allora, ingaggiò una lunga, testarda lotta contro le forze della disgregazione. Thomas de Quincey, collazionando le varie testimonianze di amici sull’ultimo periodo della vita di Kant, e utilizzando soprattutto quella, insieme modesta e rapace, di Wasianski, ne ha tratto una narrazione che corrisponde agli antichi tratti del «sublime». Dinanzi al progressivo decadere di quella vita mirabilmente costruita, dinanzi alla raccapricciante comicità di certe scene e allo strazio immedicabile di altre, viene naturale dire di questo testo, in cui convivono, come rare volte accade, la più acuminata modernità e un purissimo pathos: chi ha lagrime per piangere pianga.
The Last Days of Immanuel Kant, qui tradotto per la prima volta in italiano, apparve su una rivista, il «Blackwood’s Magazine» del febbraio 1827.
Poligrafo, erudito, grecista, Thomas de Quincey nacque vicino a Manchester nel 1785 e morì nel 1859 a Edimburgo. Dopo un’adolescenza travagliata, studiò a Oxford e in seguito, per mantenere la famiglia numerosa, intraprese la carriera giornalistica prima a Edimburgo e poi a Londra, dove divenne collaboratore del «London Magazine». Dalla sua lunga esperienza di consumatore d’oppio, De Quincey trasse ispirazione per la sua opera più famosa, le Confessioni di un mangiatore d’oppio (1822). Fra i suoi libri si ricordano La rivolta dei tartari (1837), Le avventure di una monaca vestita da uomo (1847) e Il postale inglese (1849).
Dispacci e Segreti
Autore/i: Lawrence Thomas E.
Editore: Edizioni Studio Tesi
a cura di Cino Boccazzi, traduzione di Nicoletta Penati rivista da Gianna Polizzi e Cino Boccazzi.
pp. LIX-244, Pordenone
I trentotto dispacci di Thomas Edward Lawrence sono stati pubblicati per la prima volta a Londra nel 1939 in una edizione numerata e riservata con il permesso del Foreign Office. Essi furono inviati all’Arab Bureau, al Cairo e talvolta direttamente a Londra ai capi dell’Intelligence Service dall’Arabia, dove Lawrence combatteva al fianco e spesso a capo degli insorti. I Dispacci segreti sono rapporti di prima mano, talvolta oscuri in qualche particolare in chiave noto solo a chi li spediva e a chi li riceveva. Essi rivestono uno straordinario interesse rivelando nella sua vera luce la personalità di Lawrence, acuto osservatore politico e uomo d’azione che ha sempre pagato di persona. Per la prima volta i Dispacci segreti vengono fatti conoscere in Italia da Cino Boccazzi, lui stesso uomo del deserto e scrittore, già autore di Lawrence d’Arabia, avventuriero dell’assoluto (Rusconi, Milano 1980).
Thomas Edward Lawrence, noto come Lawrence d’Arabia, nacque a Tremadoc nel Galles il 15 agosto del 1888; dopo studi a Oxford e in Francia partecipò a diverse spedizioni archeologiche a Karkemish e in Egitto (1910-1914); presto venne a contatto con i Servizi segreti britannici che vollero mettere a frutto le sue conoscenze della cultura e della realtà politica islamiche per sostenere e favorire la causa della Rivolta araba ai danni dell’Impero turco.
Nel corso di una serie di campagne quanto mai difficili e dure strappò all’Impero prima Akaba e poi Damasco, ma alla fine della I Guerra mondiale, costretto dal venir meno dell’appoggio britannico a rinunciare ad ogni sua speranza nell’indipendenza araba, decise di ritirarsi nell’ombra. Arruolatosi come aviere nella Royal Air Force, visse il resto della sua esistenza nell’anonimato ma pur sempre al servizio dell’aviazione e dell’esercito di Sua Maestà. Morì il 19 maggio 1935, in seguito a un incidente motociclistico.
Tra le sue opere ricordiamo Crusader Castles (1910, pubblicato postumo nel 1936), The Seven Pillars of Wisdom (1930, traduzione italiana I sette pilastri della saggezza, ultima edizione Bompiani, Milano 1987), Revolt in the Desert (1928) e The Mint (1928, pubblicato postumo nel 1936).
Autobiografia di un Gesuita dei Tempi di Elisabetta
Autore/i: Gerard John
Editore: Club degli Editori
prefazione di Emilio Radius, presentazione di Graham Greene, traduzione di Romeo Rocco.
pp. XVIII-306, Milano
Dalla prefazione di Emilio Radius:
«L’autobiografia di padre John Gerard è una vita di gesuita del primo secolo della Compagnia di Gesù: non c’era bisogno di romanzarla perchè era un romanzo per se stessa.
John Gerard era un inglese, di famiglia cattolica in tempi nei quali i cattolici erano perseguitati. Affinchè ricevesse l’educazione religiosa che i suoi desideravano, fu mandato giovinetto a studiare in Francia, dove il protestantesimo stentava a penetrare e i costumi si serbavano in complesso cattolici. John fece il suo dovere, apprese molte nozioni e confermò la sua fede.
Al suo ritorno in Inghilterra riusci sospetto alle autorità e fu arrestato. Contro di lui però non c’erano che indizi vaghi, e lo rimisero in libertà. Qualche tempo dopo tornò in Francia, con l’intenzione di farsi gesuita: i gesuiti erano allora i maggiori sostenitori della fede cattolica e dell’obbedienza al papa. Fu ammesso al noviziato della Compagnia, molto rigoroso.
I superiori notarono presto che egli era non solo robusto ed agile ma anche coraggioso. Pratico di caccia e di altri esercizi fisici, poteva esser detto un atleta. Ora in Inghilterra c’era una missione di gesuiti clandestini, che operava a rischio della libertà e della vita: Gerard sembrava fatto apposta per partecipare alle sue imprese. Con altri giovani gesuiti, sbarcò sulla costa inglese di nascosto. Erano travestiti, parlavano bene inglese perchè erano inglesi.
Si divisero dopo essersi messi d’accordo circa i punti di riunione.[…]»
Medicina per le Donne nel Cinquecento
Autore/i: Marinello Giovanni; Mercurio Girolamo
Editore: Utet
a cura di Maria Luisa Altieri Biagi, Clemente Mazzotta, Angela Chiantera e Paola Altieri.
pp. 128, nn. tavv. b/n, 1 tavv. a colori f.t., Torino
Il volume propone una scelta dai trattati ginecologici di Giovanni Marinello e Girolamo Mercurio.
Loro caratteristica saliente è la volontà divulgativa e il rifiuto della segretezza e del mistero con cui le scuole filosofiche e gli esponenti della magia naturale tutelavano la propria dignità e autorità nei confronti del volgo profano.
Ma la commistione fra l’ambito scientifico e quello dell’immaginario e dell’occulto è ben lungi da essere superata e i testi presentati sono ancora ricchi di curiosità prescientifiche e di testimonianze per noi sconcertanti sul modo di concepire e di esercitare la medicina.
Del resto il mistero, il tabù, la superstizione sono tutt’altro che scomparsi anche nella nostra civiltà e la lettura di questi testi non è quindi una pura curiosità erudita ma anche un’occasione di riflessione su una componente sommersa ma mai completamente svanita del modo d’essere e di pensare degli uomini.
Il Controllo del Cervello e delle Emozioni
Autore/i: Irala Narciso
Editore: Edizioni Paoline
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione alla 26.a edizione corretta e ampliata di Carlo Cumano.
pp. 312, ill. b/n, Roma
I sentimenti – che creano in noi la tristezza o la gioia, l’ira o il turbamento, l’amore o la ripugnanza – sono una forza anarchica, come il vapore nella locomotiva. Le nostre idee e la nostra volontà sono il macchinista che utilizza e dirige questa forza.
Abbiamo perciò bisogno di controllare il nostro cervello @e la nostra volontà se vogliamo essere i signori e non gli schiavi dei nostri sentimenti. Non altra è la via della calma, del riposo, della felicita…
Quanti, purtroppo, non sanno cosa pensano o non pensano quel che vorrebbero, zimbello d’incessanti distrazioni in ogni loro attività! E così si stancano senza alcun profitto. Quanti ancora non sanno essere felici, neppure nel grado più limitato e indispensabile di chi si gode per lo meno il proprio riposo. psichico nel sonno tranquillo o nelle sensazioni coscienti e serene che mettono in comunione con la bontà e la bellezza della vita e del creato!
Per costoro l’Autore ha scritto questo libro. Ma esso sarà pure utile agli «stanchi» per eccesso di lavoro, di preoccupazioni o di sofferenze che hanno’smarrito il segreto dei sonni tranquilli e del comando sui propri timori e sulle continue tristezze.
Ai «sani» che desiderano aver maggiore energia e costanza nei propositi; più valido dominio dei sentimenti e degli istinti; gioia, soddisfazione e felicità veraci e non fittizie…
Agli «educatori o direttori di anime» a contatto con tipi difficili nello studio o nella pratica della virtù sia per divagazione mentale, debolezza psichica, indecisione e pigrizia della volontà, sia per passioni sfrenate, fobie, timori irragionevoli o sentimenti di inferiorità.
Non quindi un astruso trattato di psicologia, ma un manuale teorico pratico, pervaso da un sano ottimismo e destinato soprattutto ai giovani, ai maestri, ai genitori. e, in genere, a quanti non hanno «rinunziato a pensare».
Introduzione alla Teoria degli Istinti
Sulla profilassi infantile delle nevrosi
Autore/i: Bonaparte Marie
Editore: Newton Compton Editori
unica edizione, traduzione di Simonetta Spinelli.
pp. 176, Roma
La principessa Marie Bonaparte fu una delle allieve più attente alla lezione freudiana e tra le più efficaci nel diffonderne i principi, contro i pregiudizi e le riserve dell’ambiente sociale e medico in particolare. La sua sollecitudine per il maestro, affettuosa ed autorevole insieme, fu decisiva quando nell’ultimo anno della sua vita egli si staccò da Vienna e dovette, tra l’altro, sostare a Parigi prima di raggiungere Londra, la sua nuova ed ultima dimora.
Questo volume presenta. appunto, in modo sistematico e nel segno della più rigorosa fedeltà all’insegnamento di Freud, le idee psicoanalitiche intorno alla teoria degli istinti.
Gli argomenti privilegiati sono naturalmente quelli relativi alle aberrazioni sessuali ed alle perversioni, i temi della sessualità infantile, delle trasformazioni della pubertà, del narcisismo, della problematica dell’istinto di morte, dell’aggressione, come quelli che riguardano lo sviluppo sessuale della donna ed il destino degli istinti nel corso della civiltà. Essi sono dibattuti e discussi alla luce di elaborazioni più recenti e delle acquisizioni di scienze parallele o complementari.
La parte finale del volume è poi dedicata ad un argomento di attualità estrema. Esso riguarda il modo in cui il complesso delle conoscenze psicoanalitiche possa essere utilizzato per dar luogo in un ambiente illuminato ad un sano sviluppo della gioventù. attraverso una sorta di profilassi sociale delle nevrosi.
Un libro lineare nel quale sono presentati organicamente – da un’allieva d’estrema fedeltà – i punti focali della ricerca psicoanalitica sull’istinto.
My Friend Dahmer – Le Origini del Mostro di Milwaukee
Titolo originale: My Friend Dahmer
Autore/i: Backderf Derf
Editore: Gribaudo
prima edizione, prologo di Marco Segaricci, introduzione di Marco Segaricci.
pp. 228, Milano
…Ritengo che Dahmer non sarebbe dovuto per forza diventare un mostro, che tutte quelle persone non avrebbero dovuto morire in quel modo orribile, se solo gli adulti nella sua vita non fossero stati così inspiegabilmente, indimenticabilmente, incomprensibilmente inconsapevoli e/o indifferenti…(Def Backderf)
…Volevo solo vedere com’era fatto dentro, cominciai a radunare materiale. Non ero sicuro di cosa ne avrei fatto, ma capii subito che avevo tra le mani un racconto di notevole importanza e la mia amicizia con lui mi dette una prospettiva unica su quegli eventi. Per tutti Dahmer era un mostro depravato, ma per me era solo un ragazzo che mi sedeva accanto nell’aula studi o passava il tempo nella sala della band. Intervistai dozzine di ex compagni di classe e professori, spulciando attentamente i file della polizia e dell’FBI, mischiando il tutto con ogni intervista fatta a Jeff prima della sua morte. Il risultato è una graphic novel che inquadra in maniera dettagliata il declino di Jeff, in lotta senza aiuti contro gli oscuri pensieri che gorgogliavano e ribollivano nella sua testa, fino all’esatto momento in cui ne perse del tutto il controllo……Ritengo che Dahmer non sarebbe dovuto per forza diventare un mostro, che tutte quelle persone non avrebbero dovuto morire in quel modo orribile, se solo gli adulti nella sua vita non fossero stati così inspiegabilmente, indimenticabilmente, incomprensibilmente inconsapevoli e/o indifferenti…(Def Backderf)
Abbiamo tutti quell’amico a scuola… quello strano, eccentrico; il ragazzo le cui buffonate ci divertono, ci intrattengono e, qualche volta, ci fanno preoccupare. Quello che rimane nei nostri ricordi, anche con il passare degli anni. Quel compagno di classe poi viene dimenticato una volta che ci diplomiamo, sparendo nei meandri della nostra memoria, messo da parte assieme ai nostri vecchi annuari e altri momenti di quando eravamo teenager. Ma ora come allora ci domandiamo: che fine ha fatto quel tipo? Per un giovane uomo cresciuto in una piccola città dell’Ohio, questo dubbio venne chiarito da ogni media sparso nel mondo il 22 luglio 1991, quando Jeffrey Dahmer venne arrestato per l’omicidio di diciassette tra uomini e ragazzini. My friend Dahmer è l’inquietante e originale graphic novel di Derf Backderf; qui l’autore tenta di far luce sulla vita del futuro serial killer con il quale ha condiviso i banchi di scuola e passaggi in macchina. Ciò che emerge è un ritratto più che empatico di un giovane disturbato che combatteva futilmente contro quei terrificanti bisogni che sgorgavano direttamente dei recessi più profondi della sua psiche. Il Dahmer che viene qui presentato, universalmente riconosciuto come un mostro inumano da tutto il mondo, è un ragazzo eccentrico che, in realtà, è fin troppo umano. Un ragazzo timido risucchiato nell’inesorabile vortice della follia. Il tutto mentre gli adulti della sua vita mancavano all’appello. Noi tutti sappiamo cosa abbia fatto Dahmer, ma in My friend Dahmer Backderf ci dà una visione profonda, dal suo punto di vista unico, (e al tempo anche stranamente comico) sul come, ma ancora più importante, sul perché Jeffrey Dahmer si sia trasformato da un nerd delle scuole superiori a un maniaco depravato paragonabile a Jack lo squartatore.
John Backderf è un fumettista americano, noto anche come Derf o Derf Backderf. È famoso soprattutto per i suoi romanzi a fumetti, in particolare My Friend Dahmer. L’arte di Backderf è stata paragonata a Robert Crumb, con il suo uso del nero per “proiettare carattere e minaccia”.
La difficile storia di My FRiend Dahmer
Prologo
- Lo strano ragazzo
- Una vita segreta
- Il fan club di Dahmer
- Il mostro
- Discesa verso l’inferno
- Epilogo
Fonti
Note
I protagonisti
Il Calore del Cuore Impedisce al Corpo di Invecchiare
Titolo originale: Le chaleur du coeur empêche nos corps de rouiller
Autore/i: de Hennezel Marie
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione Sara Arena.
pp. 224, Milano
…La nostra generazione vivrà più a lungo e meglio. Esercitando il nostro sguardo a vedere con gli occhi del cuore il volto della vecchiaia ci apparirà naturale e perché no, anche invidiabile…
Nell’isola giapponese di Okinawa, in cui vive la popolazione più longeva del mondo, gli abitanti si alzano tutte le mattine cantando Il calore del cuore impedisce al corpo di invecchiare. Non è un mantra miracoloso, ma una filosofia di vita che risponde alla domanda “Dobbiamo avere paura di diventare anziani?” con un sonoro “No”. Certo, il corpo è destinato a indebolirsi, ma l’età porterà anche conquiste importanti: tempo, maturità, ricchezza interiore. La solitudine non è affatto l’unico destino, anzi: più tempo a disposizione migliora la vita di relazione, le amicizie e perché no, anche il sesso. E la generazione delle attuali sessantenni, cresciuta nel mondo dell’immagine, deve ribellarsi alla dittatura estetica del corpo “eternamente giovane”, perché accettarsi è il primo passo per sconfiggere le paure e mettersi in cerca di una soluzione capace di garantire dignità e autonomia a se stessi e alla propria famiglia. Non mancano le esperienze positive di chi ha imparato ad apprezzare questa fase luminosa della vita, come Harold ed Élise che hanno risolto l’equazione tra longevità e sessualità, o Irene che ha scoperto la forza della sua bellezza a 96 anni, quando è diventata modella. Prendendo spunto da casi reali e da conversazioni con terapeuti, giornalisti, studiosi, la psicologa Marie de Hennezel traccia un originalissimo ritratto della vecchiaia come tempo della meditazione, della libertà e dell’indipendenza. Senza negare i problemi concreti, esplora con tono partecipe un modo diverso e più positivo di vivere la propria età e reinventare se stessi per andare verso la giovinezza del cuore.
Marie de Hennezel, psicologa e psicanalista, poi incaricata del ministero della Sanità per la diffusione delle cure palliative, è l’autrice di due rapporti ministeriali sull’accompagnamento delle persone in fin di vita. Il suo libro La morte amica (Rizzoli, 1996) è stato tradotto in sedici lingue.
Prefazione
- Scrivo per la mia generazione
- Quando ci assale la paura di invecchiare
- Il peggio non è inevitabile
- L’età d’oro dei senior
- Cambiare il nostro sguardo
- Domande sulla vecchiaia
- Incontro con alcumi magnifici anziani
- Le chiavi per invecchiare bene
- Accettare di invecchiare
- Il cuore non invecchia
- Inveccchiare e continuare a provare piacere
- la fecondità del tempo
- Le ultime gioie della vecchiaia
- Saper morire
Conclusione
Ringraziamenti
Note
Perché ci Ammaliamo – Come la Medicina Evoluzionista può Cambiare la Nostra VIta
Titolo originale: Wy We Get Sick? The New Science of Darwinian Medicine
Autore/i: Nesse M. Randolph; Williams C. George
Editore: Giulio Einaudi Editore
prima edizione, nota all’edizione italiana di Roberto Satolli, traduzione di Marco Ferrari, collana: Grandi Tascabili Einaudi n° 616.
pp. 330, ill. in b/n n.t., Torino
Perchè esistono la tosse, il mal di stomaco o le allergie, perchè ci piacciono i cibi che ci fanno male, perchè invecchiamo, perché esiste il dolore e come si spiega l’attrazione sessuale? E ancora: perchè l’infarto e perché le donne hanno la menopausa? Prima di prendere un farmaco è meglio pensarci due volte, forse il vostro corpo sta facendo esattamente quello che deve fare: seguendo il paradigma di Nesse e Williams – pionieri della nuova medicina darwiniana, attenta più a capire le cause di una malattia che a debellarne i sintomi immediati – si scopre per esempio che i tumori non sono da considerare un’improvvisa follia del corpo ma il prezzo dell’evoluzione dei meccanismi che riparano le cellule. E se siamo golosi è perchè i nostri antenati avevano bisogno di immagazzinare più zuccheri per sopravvivere. Allo stesso modo l’anemia mediterranea: un tempo utile a difendere il corpo dalla malaria, ora soltanto dannosa. Non tutto è spiegabile e giustificabile: quello che i due autori ci propongono in questo libro – giudicato il più importante testo divulgativo di medicina di questi decenni – non sono istruzioni pronte all’uso, ma spunti e osservazioni, comunque alla portata di tutti, che consentono una conoscenza più completa del corpo umano, delle nostre reazioni alle malattie, dei nostri gusti o dei nostri difetti. Riuscirà il paradigma della medicina darwiniana a cambiare la mentalità degli studiosi e dei medici di casa nostra? I misteri della malattia, il perché delle funzioni di questo nostro corpo ben congegnato e nello stesso tempo goffo e difettoso, sono qui offerti a una nuova riflessione, utile non solo a far progredire la medicina ma anche a modificare una certa idea della condizione umana.
Randolph M. Nesse, medico psichiatra, insegna alla Medical School dell’Università del Michigan.
George C. Williams è professore di Ecologia dell’evoluzione alla State University di New York e uno dei maggiori studiosi dell’adattamento biologico.
Nota all’edizione italiana di Roberto Satolli
Ringraziamenti
Introduzione
- Il mistero della malattia
- L’evoluzione per selezione naturale
- SEgni e sintomi delle malattie infettive
- Una corsa interrotta agli armamenti
- Lesioni
- Tossine: vecchie, nuove, onnipresenti
- Geni e malattie: difetti, stranezze e compromessi
- L’invecchiamento come fonte di giovinezza
- L’eredità della storia evolutiva
- Le malattie della civiltà
- Le allergie
- Il cancro
- Sesso e riproduzione
- I disordini mentali sono malattie?
- L’evoluzione della medicina
Indice analitico