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Storia degli Scacchi

Storia degli Scacchi

Autore/i: Capece Adolivio

Editore: Giovanni De Vecchi Editore

fotografie a colori di Tani Capacchione.

pp. 394, nn. ill. a colori e in b/n n.t., Milano

Partendo da un’analisi critica delle storie e delle leggende che ruotano intorno all’origine del gioco degli Scacchi, l’autore, documentando le sue affermazioni con precisi riferimenti a testi e documenti (di cui riporta anche interi brani), traccia un interessante profilo storico dell’evoluzione del “Nobil Giuoco”. Si parla della diffusione degli Scacchi nel Medioevo, del Rinascimento, il periodo aureo del gioco, di come esso divenne il passatempo preferito della nuova borghesia del Settecento e della sua definitiva affermazione nella prima metà dell’Ottocento. Troviamo poi notizie sull’organizzazione dei primi Tornei Internazionali, sull’istituzione del Campionato del Mondo, sulla costituzione della F.I.D.E e sull’organizzazione delle Olimpiadi scacchistiche. Questo libro, più che la storia, è il romanzo degli Scacchi, da leggere per diletto, ma che assai più si gusta con la scacchiera accanto.

Mussolini

Mussolini

Autore/i: Valera Paolo

Editore: Longanesi & C.

prima edizione, a cura di Enrico Ghidetti, presentazione di Rosario Villari, Classici della Società italiana.

pp. XL-208, Milano

La recente riscoperta di Paolo Valera rende finalmente giustizia a una tra le figure più complesse e interessanti del panorama culturale italiano tra i due secoli. Anarchico, socialista, impegnato in una dura battaglia in favore del proletariato, polemista feroce, romanziere e commediografo di talento, soprattutto giornalista di gusto moderno nella sua interpretazione militante della lotta di classe in Italia, Valera conclude la sua carriera proprio con questo “Mussolini”: un ritratto critico contro corrente delineato con piglio polemico e pubblicato giusto all’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Il protagonista di queste pagine è il vecchio compagno della battaglia socialista, scoperto e demistificato nel suo trasformismo e raffigurato nel macabro profilo di nuovo «padrone del vapore», sezionato e proposto nelle contraddizioni di un carattere subdolo, nei suoi umori più segreti e contorti. Considerato dalla censura fascista come un libro pericoloso, sequestrato e fatto rapidamente scomparire dalla circolazione, il “Mussolini” resta una delle opere più ambigue – ove l’insistenza quasi ossessiva sulla personalità di Mussolini sottrae spazio e respiro all’analisi politica – ma anche una delle più acute e mordenti del grande giornalista e dell’interprete anticonformista delle vicende italiane di quegli anni. La cupa immagine del dittatore, segnata dal «tradimento» dell’antica scelta rivoluzionaria, documenta la genesi non solo del fascismo come storia della reazione borghese, ma anche dell’abito cortigiano del nostro popolo disposto a subire passivamente il ruolo di deus ex machina prescelto da Mussolini.

Yoga

Yoga

Manuale Pratico – 108 esercizi per il benessere psicofisico

Autore/i: Cella Al-Chamali Gabriella

Editore: Sonzogno

pp. 176, interamente e riccamente ill. b/n, Milano

Lo yoga costituisce da anni una moda intramontabile, a testimonianza della sua validità come disciplina capace di apportare benefici sia a livello fisico sia a livello psicologico. Questo manuale costituisce un prezioso strumento per tutti coloro che già praticano yoga e per quanti si accostano per la prima v volta a questo affascinante mondo.
108 posizioni, o asana, corredate da disegni e fotografie che ne semplificano l’esecuzione, danno luogo a sequenze:

  • sequenza di saluto alla luna
  • sequenza di saluto alla terra
  • sequenza al sole, al cielo e all’acqua
  • sequenza a sita e rama
  • sequenza di undici uccelli e una foglia
  • sequenza a Kundalini
  • sequenza dei dodici gesti di purificazione
  • sequenza dei dodici gesti della pace
  • le dodici posizioni della forza

Gabriella Cella Al-Chamali, maestro yoga della The yoga Vedanta Forest Academy Himalayas India, ha seguito in India le scuole dei più prestigiosi maestri viventi. E membro del Comitato nazionale di studi e ricerche sulla medicina psicosomatica dell’Istituto RIZA di Milano. Collabora con riviste nazionali per lo yoga terapia.

Omeopatia

Omeopatia

I princípi e l’arte del curare

Autore/i: Roberts Herbert Alfred

Editore: Edizioni Mediterranee

edizione italiana a cura di Giuliana Pizzigallo, prefazioni dell’autore.

pp. 312, Roma

La medicina ufficiale segue il principio che il male sia un nemico da «aggredire», «combattere» e «sconfiggere» con tutti i mezzi possibili, attaccandolo direttamente nelle sue manifestazioni. L’Omeopatia, invece, ritiene che il corpo sia un tutto unico e armonico, e che i sintomi del male siano solo dei segnali per risalire alle cause e quindi trovare il trattamento da seguire. Essa interviene dunque con dosi minime di medicamenti naturali e minerali, ed esclude l’impiego di farmaci allopatici, chimici e sintetici. Il suo fondamento rimane infatti il principio enunciato da Hahnemann, padre dell’Omeopatia, secondo cui «similia similibus curentur», ovvero «il male va curato con rimedi simili». Questo libro è una chiara introduzione a quei principi basilari dell’Omeopatia la cui conoscenza è necessaria ad ogni medico e ad ogni paziente. I trattamenti individualizzati e la particolare cura con la quale il medico omeopatico segue il paziente rendono quest’indirizzo terapeutico efficace non solo dal punto di vista fisico e organico, ma anche da quello psicologico e mentale, nella giusta considerazione di quel tutto completo e armonico che è l’essere umano. Questo libro è stato adottato come testo ufficiale dall’Hahnemann Medical College di Philadelphia, ma non è un volume dedicato soltanto ai medici e agli studiosi: al contrario, esso si rivolge soprattutto a coloro i quali, stanchi della «medicina di massa», vogliono imparare a conoscere veramente il proprio corpo, gli squilibri che sono all’origine delle malattie e i rimedi terapeutici naturali più adatti.

Herbert Alfred Roberts è stato un insegnante, uno scrittore e un ricercatore molto attivo nel campo dell’omeopatia. È nato negli Stati Uniti nel 1868 e ha compiuto i suoi studi al New York Homoeopathic Medical College facendo in seguito pratica nel Vermont e poi nel Connectictut. Ha lavorato come medico ufficiale sulle navi da guerra durante la Prima Guerra Mondiale. È stato presidente dell’Associazione Internazionale Hahnemann (IHA) nel 1923 e ne ha curato gli archivi e le pubblicazioni dal 1927 al 1934. Scomparso nel 1950 all’età di 82 anni.

Riflessioni e Massime

Riflessioni e Massime

E altri scritti

Autore/i: Vauvenargues

Editore: Sansoni Editore

versione, notizia introduttiva e note di Paolo Serini.

pp. CIII-308, Firenze

Alcune perle del pensiero settecentesco sulla virtù e la gloria, sulla grandezza e il coraggio, sulla integrale pienezza dei valori umanistici. Il volume propone una raccolta di aforismi di Luc de Clapiers marchese di Vauvenargues, uno dei più importanti moralisti francesi dopo La Rochefoucauld.

Psicanalisi e Sue Applicazioni

Psicanalisi e Sue Applicazioni

Autore/i: Rank Otto; Sachs Hanns

Editore: SugarCo Edizioni

prefazione e traduzione di Francesco Marchioro.

pp. 168, Milano

«Nei rapporti con altri ambiti del sapere la psicanalisi ha essenzialmente la parte di chi dà, raramente di chi riceve», scriveva Freud nel 1915 nella sua Introduzione alla psicanalisi. In quegli anni, in effetti, la nuova scienza dell’inconscio stava uscendo dall’ambito circoscritto delle applicazioni mediche per rivolgere la propria indagine ai molteplici campi delle scienze umane: la poesia, la mitologia, la religione, l’etnologia, la filosofia, campi che Freud stesso aveva indagato con successo col suo famoso testo Totem e tabù. Si poneva così l’esigenza di una metodologia che guidasse, in qualche modo, la «psicanalisi applicata» in questa difficile, anche se affascinante e ricca di prospettive, avventura teorica salvaguardandola da errori e banalizzazioni. Questo testo è il risultato di un tale progetto e riveste una straordinaria importanza critica e storica, oltre che per le numerose illuminanti osservazioni in esso contenute, per il suo aspetto aurorale che ci riporta agli anni nei quali la psicanalisi era una scienza di frontiera consentendoci di scrutarla nella sua unità formativa prima del suo successivo scindersi e organizzarsi in quadri teorici più precisi e in metodologie più specifiche.

Otto Rank, 1884-1939, nacque a Vienna ed entrò a far parte giovanissimo degli intimi di Freud. Segretario, fin dall’inizio, della Società psicoanalitica viennese, fu redattore, insieme a Hanns Sachs, della rivista «Imago» e direttore dell’«Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse». Delle sue opere tradotte in italiano, e pubblicate nella collana Tasco, segnaliamo: Il doppio, L’artista, Il mito della nascita dell’eroe, La figura del Don Giovanni.
Rank morì, per una malattia infettiva, un mese dopo Freud.

Hanns Sachs (1891-1947) fu membro del comitato segreto fondato da Jones e uno dei pochi analisti non medici (era laureato in legge) a svolgere l’incarico di istruttore alla Harvard Medical School quando, nel 1932, per sfuggire al nazismo, si rifugiò negli Stati Uniti. Interessato soprattutto alla psicanalisi applicata, minimizzò di conseguenza la teoria a favore della tecnica e del successo terapeutico. Tra le sue opere tradotte in italiano: Freud Maestro e amico, Roma 1973.

Erode il Grande

Erode il Grande

Autore/i: Prause Gerhard

Editore: Rusconi

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione dal tedesco di Emanuelita Giannì.

pp. 332, nn. tavv. b/n f.t., Milano

Nella tradizione cristiana e letteraria il nome di Erode è legato inscindibilmente al massacro dei fanciulli di Betlemme, la cosiddetta «strage degli innocenti» narrata nel vangelo di Matteo. Ma la stessa tradizione, pur guardando con orrore alla figura di Erode, ha accettato il titolo di «Grande» che la storia gli ha attribuito. Erode costituisce dunque un enigma storico, oppure, più semplicemente, è stato vittima di una millenaria diffamazione? La sua figura deve essere ricordata soltanto per quell’efferato delitto che gli viene attribuito, o non piuttosto per essere stato un sovrano eccezionale, un «socio» di tutto rispetto dell’onnipotente impero romano?
Gerhard Prause, che alla rettifica delle falsificazioni storiche ha dedicato gran parte della sua produzione letteraria, affronta in questo libro – il migliore tra quelli finora pubblicati – una figura sconcertante che solo la più recente ricerca scientifica ha cercato di restituire alle sue vere dimensioni. Erode, pur non essendo giudeo, fu il più grande sovrano degli Ebrei, l’unico statista che reggesse il confronto con i tempi gloriosi di David e Salomone, e fu una figura chiave nella politica orientale dell’impero romano. La sua importanza storica consiste appunto nell’aver tentato di conciliare questi due status apparentemente contraddittori, data la ben nota ripugnanza degli Ebrei, «popolo eletto» ed esclusivo, a inserirsi in un contesto politico universale che ai loro occhi esigeva una pura e semplice sottomissione. Politico accorto, grande costruttore di opere pubbliche – strade, acquedotti, soprattutto il tempio a cui è legato il suo nome -, genio della finanza, Erode restituisce ai suoi sudditi un benessere economico compromesso dalle lotte intestine; e questi stessi sudditi vuole inserire nella cultura ellenistica, rinnovando il precedente fallito tentativo di Antioco IV. Questa politica gli richiese fermezza e spesso un ferreo adeguamento alla «ragion di Stato». Una fermezza che però Erode non ebbe nell’ambito dell’esteso suo clan familiare, lacerato da invidie e lotte di potere, dalle quali egli stesso fu travolto quando per ragioni politiche si credette costretto a infierire contro l’amata moglie Mariamme e contro i figli i quali, dopo aver chiesto l’appoggio dei Romani contro il padre, furono da questi sconfessati. Un uomo, dunque, problematico e tormentato, sia come personaggio pubblico sia come figura privata.
Gerhard Prause ha lavorato attorno alla figura di Erode con la pazienza e lo scrupolo del restauratore. Ha smontato l’immagine tradizionale e letteraria del sovrano, ha sottoposto ogni tassello alla verifica delle più aggiornate acquisizioni archeologiche, storiche e filologiche, eliminando deformazioni e incrostazioni, come la strage degli innocenti, ed ha infine ricomposto, in una prosa accattivante, il complesso mosaico originale, restituendo alla figura di Erode i suoi veri colori, la sua autentica vita.

Erode il Grande non fu, come lo descrive la tradizione, un tiranno crudele e sanguinario che sfruttava l’esercizio del governo per i suoi interessi personali; fu invece un politico avveduto e seriamente compreso della sua funzione. Sotto Erode, eccellente uomo d’affari e genio della finanza, il popolo conobbe uno sviluppo commerciale e un benessere generale quali mai si erano verificati nella storia giudaica. Erode non fu un conquistatore, come Cesare o Alessandro. La sua politica, ispirata a quella di Roma, si fondò sulla stabilità, sullo sviluppo pacifico, sulla restaurazione e sulla certezza del diritto e dell’ordine. Il mezzo più adeguato per realizzare tale politica di pace, in perfetto accordo con quella dell’imperatore romano, gli parve il consolidamento del proprio potere secondo il modello ellenistico di una regalità puramente laica. Erode, pur non essendo giudeo, intese sfatare agli occhi del mondo la sgradevole impressione che gli Ebrei fossero un popolo esclusivista e, per questo, sospetto. La mente realistica di Erode identificò con la pax romana le esaltanti concezioni messianiche giudaiche. Forse fu questo il suo limite o, se vogliamo, il suo errore, in quanto sottovalutò la caparbietà degli Ebrei, l’enorme forza della loro credenza di essere un popolo eletto.
Come capo del suo clan familiare, Erode fu sostanzialmente un debole. Padre sollecito, attaccato alle mogli, ai figli, ai nipoti e ai fratelli, a quel vasto parentado che volle sempre attorno a sé, ma delle cui tensioni, intrighi e calunnie non poté mai liberarsi, ne sollecitò, spesso inutilmente, l’amore, la comprensione, la riconoscenza; diffidente e vulnerabile, fu capace di brutali reazioni allorché per la grande delusione si sentì tradito.

Gerhard Prause è nato ad Amburgo nel 1926 ed è laureato in letteratura e storia. E redattore presso il settimanale «Die Zeit» dove dirige la sezione «Vita moderna». Ha pubblicato cinque volumi di articoli apparsi sullo stesso periodico nella rubrica da lui creata «Wer war’s?» (Chi era?), libera incursione nella storia allo scopo di scoprire e rettificare leggende e falsi storici.
Altre pubblicazioni: Geschichte der Menschheit herichtet im Stil einer Zeitung (Storia dell’umanità raccontata in stile giornalistico, 1973); Genies in der Schule (Genii a scuola, 1974); Genies ganz privat (Genii in pantofole, 1975); Niemund hat Kolumhus ausgelucht (Nessuno ha deriso Colombo, 1976); Die kleine Welt des ]esus Christus (Il piccolo mondo di Gesù Cristo, 1981).

L’Autoipnosi

L’Autoipnosi

Guida Pratica – Aumentare la memoria, rinforzare la volontà, smettere di fumare, vincere la timidezza, ecc.

Autore/i: Sanfo Valerio

Editore: Giovanni De Vecchi Editore

pp. 160, nn. tavv. a colori f.t., Milano

L’ipnosi, come stato di coscienza nel quale si utilizzano le proprie forze psichiche, aiuta a sviluppare facoltà paranormali.
Se vuoi:

  • cambiare te stesso e la tua vita
  • risolvere i problemi che ti assillano
  • trovare la serenità e la pace
  • sviluppare i tuoi poteri mentali

non cercare fuori ma dentro di te. Scoprirai di possedere delle energie e delle conoscenze immense.
In questo volume troverai esercizi graduali per raggiungere i risultati che desideri: smettere di fumare, dimagrire, aumentare la forza mentale, la memoria, la volontà ecc. ecc.

La Forza di Amare

La Forza di Amare

Autore/i: King Martin Luther

Editore: SEI – Società Editrice Internazionale

edizione italiana a cura e presentazione di P. Ernesto Balducci, prefazione dell’autore, .

pp. 276, 1 tavv. b/n f.t., Torino

Questo libro di Martin Luther King, premio Nobel per la Pace 1964 e martire dell’integrazione razziale († 4 aprile 1968), risponde a una comune ansiosa richiesta interiore.
Sono meditazioni profonde, ragionate ed elaborate da alcune massime evangeliche, che riflettono le responsabilità del credente davanti alla realtà di oggi, i suoi diritti ed i suoi doveri non solo come cristiano, ma come uomo, conformemente anche alle coraggiose ed illuminate risposte date dal Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il problema negro è la molla che ha dettato la maggior parte delle pagine del libro. È un messaggio spirituale ricco di nobili intenti, di doveri da rispettare, e primo fra tutti l’obbligo morale del cristiano di alimentare la speranza di una futura totale integrazione nel genere umano. Ciò significa coscienza delle proprie responsabilità di oggi e delle limitatezze di ieri: riconoscimento dei diritti civili ai negri da una parte, e resistenza non violenta dall’altra. Quindi abbattimento delle antiche barriere di privilegi, preconcetti, presunzioni, perché la vera fratellanza predicate da Cristo è amore puro, non già una sterile imposizione di “tolleranza”.
Molto efficace a questo riguardo la profonda concezione della vita, cristianamente intesa dall’autore in tre dimensioni: nella profondità come amore di se stessi, nell’ampiezza come amore del prossimo, nell’altezza come amore di Dio.
Perché soltanto col raggiungimento di una vita veramente completa è la realizzazione dell’essenza dell’uomo, della propria perfezione.
Un libro schietto, profondamente semplice ed ispirato, tutto da meditare.

Martin Luther King, nato il 15 gennaio 1929 ad Atlanta, capitale della Georgia (U.S.A.), e tragicamente assassinato il 4 aprile 1968, è stato il leader dell’Associazione per il progresso della gente di colore.
Conseguite le lauree di teologia e filosofia, gli venne affidato nel 1954 il ministero pastorale di una Comunità Battista di Montgomery, nell’Alabama.
Quando scoppiarono i primi incidenti fomentati dall’odio razzista, egli si eresse a difensore dei diritti civili della sua gente ideando una Lega Cristiana del Sud, per la quale promosse dimostrazioni pacifiche e pubblici convegni.
Nel 1956 organizzò una protesta contro la segregazione dei posti sui pubblici mezzi di trasporto; nel 1962 combatté una strenua lotta legale contro l’ostruzionismo dei bianchi che impedivano allo studente Meredith l’entrata all’Università del Mississippi; nel 1963, infine, ideò la famosa “Marcia dei 250.000 su Washington”, per ottenere l’approvazione del Congresso al progetto di legge presentato da Kennedy sulla parità dei diritti civili.
I suoi volumi: Marcia verso la libertà e Perché non possiamo attendere e una bellissima lettera scritta dalla prigione di Birmingham, contribuirono ad attirargli ampi consensi e concreti appoggi internazionali. Nel 1964 gli fu conferito all’unanimità il Premio Nobel per la Pace. Venne barbaramente assassinato a Memphis (Tennessee), dove si era recato a preparare una grande manifestazione non violenta di protesta antirazzista.
Il suo contributo per la causa della libertà umana ha avuto e avrà certo un peso sempre più rilevante nella vita dei popoli civili.

La Felicità del Meno – Le Dieci Regole dei Monaci per Vivere Meglio

La Felicità del Meno – Le Dieci Regole dei Monaci per Vivere Meglio

Autore/i: Giorda Maria Chiara; Hejazi Sara

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prima edizione, introduzione dell’autore, prefazione di Michela Marzano, collana: Saggi.

pp. 224, Milano

…I monaci non cercano la felicità, ovviamente. I monaci sono felici…

Caos, stress, obiettivi, fretta: la nostra vita è una corsa continua tra lavoro e famiglia, all’inseguimento della realizzazione. Che è sempre un passo più in là. Ma se il segreto fosse invece fare di meno, come suggerisce Michela Marzano nella Prefazione? Chi vive nella piena semplicità, senza affannarsi alla ricerca dell’appagamento, di fatto lo ha già trovato. Queste persone sono i monaci: la loro esistenza, improntata a regole antichissime, è una vera e propria arte di vivere, dalla quale potremmo imparare molto. Per esempio, a riscoprire il valore del silenzio: spegnere radio, televisione e cellulari e concentrarsi per un’ora al giorno su quello che succede intorno e dentro di noi è un modo per riconnettersi con se stessi. Oppure, impostare il riposo come i monaci, che scandiscono il sonno in modo più naturale, così dormono meno ma meglio. O ancora, apprezzare e mantenere la bellezza, che è innanzitutto pulizia: un ottimo modo per liberarsi del superfluo che ingombra le nostre giornate e prendere coscienza che l’ordine – dello spazio, dei gesti, della persona – è anche ordine mentale. Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi hanno svolto due anni di ricerche nei monasteri cristiani e buddhisti, confrontandosi con chi vive dentro le mura: in questo libro ripropongono in chiave moderna dieci regole fondamentali che ci aiuteranno a riappropriarci del tempo e dello spazio perduti. O, più semplicemente, a realizzare la più spirituale e mondana delle aspirazioni: quella che i monaci chiamano armonia, e noi felicità.

Maria Chiara Giorda è studiosa di storia delle religioni, di storia del monachesimo e di pluralismi religiosi. È coordinatrice scientifica della Fondazione Benvenuti in Italia.

Sara Hejazi è antropologa e giornalista. Ha condotto ricerche sul misticismo islamico, sul rapporto tra donne e religioni e sul monachesimo contemporaneo. Scrive per Io donna, il settimanale femminile del Corriere della Sera.

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Prefazione
Introduzione

  • Tutti soli appassionatamente
  • Chi dorme non piglia pesci
  • Bellezza
  • Tutti per tutto e tutto per tutti
  • No, grazie: le donne e il multitasking
  • Aspetta (e non sperare)
  • Lavora! (ma non troppo)
  • Sii un buon ospite
  • Studia (non importa cosa ma come)
  • Non cercare la felicità

Ringraziamenti
Bibliografia

La Torre

La Torre

Titolo originale: The Tower

Autore/i: Yeats William Butler

Editore: Rizzoli

introduzione e commento di Anthony l. Johnson, traduzione Ariodante Marianni, traduzione dell’introduzione e commento di Maria Grazia Bardi, collana: BUR Poesia n° L1054.

pp. 304, Milano

…Ed evoco immagini e memorie / Dalle rovine e dagli antichi alberi, / Perchè vorrei chiedere qualcosa a ciascuno di loro…

Quando in Inghilterra qualcuno domanda quale è il maggiore poeta di lingua inglese dopo Shakespeare, ottiene quasi sempre la stessa risposta: William Butler Yeats. la Torre e stata la prima raccolta poetica di Yeats pubblicata in Italia per intero dalla BUR nel 1995, con l’elegante traduzione di Ariodante Marianni e l’ampio ed esauriente commento di Anthony L. Johnson, che svela ogni segreto di questo densissimo mondo simbolico. Nei suoi versi e raccolta tutta la sapienza intellettuale, simbolica e mitica dell’umanità, dall’India ai neoplatonici, da Virgilio a Blake. Eppure in nessun altro poeta moderno la poesia sgorga con tanta prodigiosa naturalezza e potenza evocativa. Ogni parola è un’allusione, ogni verso è un enigma, ogni poesia un cimitero e un trionfo di segni. Ma, dall’altra parte, chi è più naturale di lui? In quale poeta di questo secolo la poesia sgorga e prorompe con tanta prodigiosa potenza fantastica, come un dono degli occhi, delle mani e del corpo? Chi sa conquistare come lui anche l’ingenuo e l’indotto? I versi restano nella memoria e ci seducono anche se non ne afferriamo tutte le sfumature, come Shakespeare ci seduce per sempre anche se ignoriamo tutti i valori del suo stregonesco calderone verbale.

William Butler Yeats (1865-1939), vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1923, è considerato uno dei maggiori poeti di lingua inglese.

In copertina: La torre, chiamata Thoor Ballylee (Gort , Country Galway), casa estiva degli Yeats dal 1919 al 1929 (disegno).

Quelques Arpents de Lecture

Quelques Arpents de Lecture

Abécédaire romanisque québécois

Autore/i: Cady Patrick

Editore: Éditions de l’Hexagone

pp. 320, Montréal

«Ayant eu l’occasion de m’offrir une année sabbatique, je m’apprêtai à un voyage au Québec rêvé depuis longtemps  et je voulus d’abord le lire un peu: j ’avais l’idée que les romans informent mieux sur un peuple que les guides touristiques. Je ne savais pas encore que derrière une parenté de langage, j’allais découvrir un continent littéraire si différent du continent français.
Par ailleurs, la psyché collective d’un peuple ne s’exprime et ne se regénère que grâce au génie singulier de chaque écrivain. Mettre en évidence la puissance d’une psyché collective dans une littèrature donnée, c’est donc démontrer l’existence des grands écrivains appartenant à certe littérature.» (Patrick Cady)

Cet essai sous forme d’abécédaire nous fait voir à quel point la littérature trace le portrait de la culture et de la sensibilité d’un peuple, de son histoire et de sa geographie, de ses problèmes de société comme de métaphysique. Comme l’a écrit le critique Jacques Allard, «la fiction romanesque est aussi un savoir».
C’est peut-être pourquoi le psychanalyste, devenu lecteur et arpenteur de la littérature québécoise, confronté à cette littérature elle-même obsédée par la presence – l’influence – du livre, a été conduit à vouloir mettre tous les livres de cette littérature dans un seul livre – tous les rêves dans un immense rêve, qui devient un parcours amoureux.
En somme, cet abécédaire de l’identité littéraire québécoise joue le rôle de ce que les Amérindiens appellent un «capteur de rêves».

Patrick Cady est né en 1948 en France, dans la Vallée de la Loire. Il est titulaire d’une maÎtrise en lettres et d’un doctorat en psychopathologie clinique et psychanalyse de l’Université de Paris VII où il a enseigné. Il a dirigé le centre médico-psycho-pédagogique d’Orsay et exerce le métier de psychanalyste et de psychothérapeute d’enfants depuis vingt ans. Il vit maintenant à Montréal.

Il Potere di Unire

Il Potere di Unire

Femminile, desiderio, cura

Autore/i: Pulcini Elena

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prima edizione, introduzione dell’autrice.

pp. XXXIV-198, Torino

Il problema del soggetto è uno dei nodi centrali della riflessione femminile e femminista degli ultimi decenni. In questa raccolta di saggi il tema viene affrontato, nell’ambito di una critica della modernità, dal punto di vista privilegiato di una teoria delle passioni e della «differenza emotiva». Emerge così, tra l’altro, come l’identificazione moderna delle donne col sentimento abbia comportato non solo la loro esclusione dalla sfera pubblica, ma anche dal pathos e dal diritto alla passione. Attraverso la nozione di «passione per l’altro», che consente di vedere in una nuova luce i concetti di dono, cura, legame, si delinea la figura di un soggetto relazionale, capace di superare la dicotomia Io/altro e di tenere insieme fedeltà a se stessi e apertura all’altro, autonomia e riconoscimento della dipendenza, libertà e consapevolezza del limite. Nel saggio introduttivo, l’autrice propone la figura di un «soggetto contaminato», che non è riconducibile né al soggetto moderno, autoaffermativo e strumentale, né alle forme ibride auspicate dal femminismo postmoderno, che finiscono per dissolvere il concetto stesso di soggetto. Si suggerisce inoltre l’idea che il soggetto contaminato, consapevole della propria vulnerabilità e insufficienza, sia dotato della capacità di “staccarsi da sé” (Foucault), inteso però non solo come capacità di “pensare” ma anche di sentire “differentemente”.

Elena Pulcini insegna Filosofia sociale all’Università di Firenze. A partire da Amour-passion e amore coniugale. Rousseau e l’origine di un conflitto moderno (1990), i suoi numerosi saggi riflettono, all’interno di una teoria della modernità, su individualismo, passioni, soggettività femminile e legame sociale. Ha curato con Dimitri D’Andrea Filosofie della globalizzazione (2001), e con Mariapaola Fimiani e Vanna Gessa Kurotschka Umano post-umano. Potere, sapere, etica nel­l’età globale (2004). Ha collaborato al libro collettivo Common Passion, Different Voices. Reflections on Citizenship and Inter­subjectivity (2006). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato L’individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale (2001) e Il potere di unire. Femminile, desiderio, cura (2003).

A Colloquio con la Coscienza

A Colloquio con la Coscienza

Le 300 più belle pagine di meditazione

Autore/i: Palizzi Valerio

Editore: Giovanni De Vecchi Editore

prefazione dell’autore.

pp. 320, Milano

Dalla prefazione dell’autore:
“La meditazione non è, come qualche volta si pensa, un monologo, cioè una solitaria riflessione sopra la propria vita o sopra il problema dell’uomo in generale: la meditazione è sempre un dialogo, il dialogo tra l’uomo e Dio.
Il volume che pubblichiamo, quindi, è diretto a tutte le persone che abbiano in qualche modo interesse a riprendere, oppure a incominciare o ad approfondire, il dialogo con il nostro Principio e con la nostra Fine; e che d’altra parte, non trovando in loro sufficiente chiarezza o energia per tentare da sole questa importante azione, desiderano farsi aiutare da chi, prima di loro e con maggiori doti di loro, ha già meditato con profondità e amore. Nessuno pensi che la meditazione sia una cosa difficile, che occorra chissà quale acutezza di pensiero, o altezza di spirito: i temi della meditazione possono essere i grandi temi della vita, della morte, della felicità, oppure i temi, più semplici, tratti dalla esistenza quotidiana: la giustizia e l’ingiustizia, il rapporto con il prossimo, la solitudine e la compagnia… Ma l’anima di ogni meditazione è sempre la stessa: è quella sete di Dio, quella curiosità attorno al Signore e alla Sua opera, che – diceva il grande Agostino – ogni individuo finisce prima o poi per esperimentare.[…]”

Vivere Sani con Cibi Sani

Vivere Sani con Cibi Sani

Con 442 ricette di cucina naturista e macrobiotica

Autore/i: Gervaert Annette; Van Deer Seelen Elza

Editore: Sperling & Kupfer Editori

a cura di Ilaria Rattazzi.

pp. 304, Milano

Conduciamo un’esistenza caotica che ci provoca innumerevoli disturbi fisici e psichici. Un’alimentazione equilibrata e indispensabile per conservare, o per tornare ad avere, un fisico sano, scattante, giovanile. L’importanza attribuita oggi alla dietetica, cioè alla scienza dell’alimentazione, dimostra la rinnovata consapevolezza della validità di questa affermazione. Ma è davvero possibile nonostante l’inquinamento, l’impoverimento e la distruzione dell’ambiente naturale sul nostro pianeta, trovare alimenti che conservino intatte le loro caratteristiche nutritive? E, in caso affermativo, quali prodotti dovremmo scegliere? In base a quali criteri? E come li cucineremo? Vivere sani con cibi sani, giunto alla terza edizione, con oltre quattrocento ricette facilmente realizzabili, soddisfa tutti questi interrogativi grazie alla collaborazione di medici specialisti ed esperti in eubiotica. Non si tratta di un semplice ricettario, ma di una proposta di dieta naturista che, pur permettendo infinite varianti gradevoli e divertenti, persegue il fine ultimo di abituare l’uomo di oggi a nutrirsi in modo corretto con cibi biologicamente puri.

Annibale

Annibale

Autore/i: Granzotto Gianni

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

pp. 324, Milano

Che interesse può avere per un lettore d’oggi una storia vecchia di più di duemila anni?
Che segni di vita ci possono arrivare da un passato diventi secoli?
Guardate cosa scrive Shakespeare nella Tempesta. Ci avverte che «il passato è soltanto un prologo». Il prologo della nostra vita, alla quale tutto ciò che la precede appartiene come parte indistruttibile dell’esistenza. Annibale siamo noi, duemila anni fa. La sua storia è la nostra storia. E il ricordo che riusciamo a decifrarne è, in sostanza, un ricordo di noi stessi. È inutile obiettare che venti secoli sono un abisso così profondo da non poter scendervi dentro. Ogni cento anni si succedono tre generazioni. Mio nonno Giobatta, padre di mio padre, era nato nel 1861 insieme al regno d’Italia. All’epoca di porta Pia aveva nove anni. Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II erano ancora vivi quando egli già si stava facendo uomo. Me li descrisse come suoi contemporanei. E mi raccontò quel che aveva sentito da suo nonno, trevigiano, il quale era stato suddito della Serenissima, Un filo ininterrotto dal Settecento fino a me.
Con questa cadenza di vita; sessanta nonni ci dividono oggi da Annibale. Sessanta nonni Soltanto. Potrebbero stare tutti in una stanza, la stanza della memoria, cucitrice del tempo. E che dire dei luoghi, spettatori impassibili e fedeli del passato, testimoni che attendono solo d’essere interrogati?
Bernard Shaw, nel prologo a Cesare e Cleopatra – un prologo che è poi eguale per ogni storia, se l’ieri è semplicemente l’inizio dell’oggi – fa recitare questa battuta: «Le stelle e il cielo senza nuvole sono nostri contemporanei, diciannove secoli e mezzo più giovani di quando li abbiamo conosciuti noi; ma dal loro aspetto non lo si potrebbe arguire».
Per Cartagine i secoli sono venti, ventidue.
Ma il discorso non cambia. Basta saper guardare e Cartagine diventa viva, Annibale un contemporaneo del nostro ricordo, un uomo come noi, che «come noi viveva di pane, provava desideri, assaporava dolori, aveva bisogno di amici». Ecco, ve lo porto in casa. (Gianni Granzotto)

Di famiglia friulana, Gianni Granzotto è nato a Padova nel 1914. Ha trascorso la giovinezza a Bologna, dove si è laureato in lettere nel 1936 con una tesi su Italo Svevo (non senza scalpore per le implicazioni politiche che a quell’epoca l’argomento sollevava). Ma il giornalismo, i viaggi, la guerra lo allontanano subito dalla letteratura. Lo ritroviamo infatti inviato speciale di grandi giornali, corrispondente da Parigi e New York, commentatore di politica alla televisione, «moderatore» di celebri, memorabili scontri. Ha tenuto in seguito varie, importanti cariche amministrative: consigliere delegato della RAI, amministratore di giornali, presidente della Federazione Editori, ed è (oggi presidente dell’ANSA. È autore di La battaglia di Lepanto (1975), Carlo Magno (1978), Il viaggiatore (1979).

La Sessualità Maschile

La Sessualità Maschile

Autore/i: Magli Ida

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione.

pp. 156, Milano

Quali sono i legami, tanto ovvi da non essere stati né indagati né visti, tra la sessualità maschile e l’insieme delle regole e delle istituzioni che costituiscono la nostra cultura? Su che cosa si fonda il suo primato, troppo a lungo ritenuto ovvio e «naturale»?
A queste domande Ida Magli risponde attraverso un’indagine antropologica, storica e filosofica sullo statuto dell’organo sessuale maschile, sulle rappresentazioni inconscie che esso ha veicolato, sulla sua funzione di fondatore e agente della nostra storia culturale. Come primo «utensile», ossia come strumento per esplorare la realtà al di fuori dell’organismo, esso ha reso possibile non solo la «proiezione» dell’individuo fuori di sé, ma la stessa istituzione della dualità di soggetto e oggetto come categorie cognitive e comportamentali.
L’itinerario della sessualità, del suo primato e delle sue rimozioni all’interno del gruppo maschile viene ripercorso in questo libro attraverso alcune tappe fondamentali della cultura occidentale, dal cristianesimo agli ordini monastici, al ruolo dell’omosessualità nelle espressioni del linguaggio filosofico e artistico.

Ida Magli è docente di Antropologia culturale presso l’università La Sapienza di Roma e ha pubblicato numerosi saggi di storia culturale fra i quali: Gesù di Nazaret, tabù e trasgressione (1983); S. Teresa di Lisieux (1984); Viaggio intorno all’uomo bianco (1986); La Madonna (1987).

La Natura Umana

La Natura Umana

Antologia sistematica delle Opere Filosofiche

Autore/i: Hume David

Editore: La Nuova Italia

prefazione, introduzione e traduzione di Mario Dal Pra.

pp. XXIV-296, Firenze

“Hume scrisse nella Introduzione del Trattato della natura umana che «tutto ciò che può importarci di conoscere e che può contribuire al perfezionamento ed all’ornamento della mente umana» è compreso in quattro scienze principali, al primo posto viene la logica che spiega «i principi e le operazioni della nostra facoltà di ragionare e la natura delle nostre idee»; seguono la morale e l’estetica che riguardano «il gusto ed il sentimento»; viene infine la politica che «considera gli uomini uniti in società e dipendenti gli uni dagli altri». A tale schema Hume si attenne non soltanto nel Trattato, ma anche in tutti i suoi scritti e saggi posteriori, con la sola aggiunta dell’economia come ramo particolare della politica e della storia.
Allo stesso schema si ispira la presente antologia sistematica delle opere filosofiche di Hume; essa raccoglie pertanto l’essenziale delle sue dottrine in fatto di logica o teoria della conoscenza, di morale, di estetica e di politica; per ciascun campo vengono utilizzate le pagine più significative sia del Trattato, sia degli scritti e saggi posteriori, anche se il Trattato occupa nella scelta un posto del tutto preminente.
Alle quattro parti principali dell’antologia è premessa una parte introduttiva che reca i passi più notevoli dell’autobiografia di Hume e le sue pagine più generali sull’indirizzo della sua riflessione.[…]”

La Vita Pensata

La Vita Pensata

Che cosa conta veramente nella nostra esistenza? – Meditazioni filosofiche

Autore/i: Nozick Robert

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Giulia Boringhieri.

pp. 340, Milano

«Voglio riflettere sulla vita e sulle cose importanti della vita, per chiarire il mio pensiero – e anche la mia vita.» Il filosofo americano Robert Nozick innova in questo saggio originale e leggibilissimo la tradizione socratica della ricerca di una conoscenza che ci aiuti giorno per giorno a condurre la nostra esistenza.
Perché le emozioni più forti che proviamo sono legate alla sfera della sessualità?
Come possiamo accettare il fatto inevitabile della nostra morte? Perché tutti noi abbiamo bisogno di sentirci indispensabili a qualcuno? Esiste una verità profonda nei gesti semplici che compiamo quotidianamente?
Con fantasia, compassione e rigore analitico, Robert Nozick ci fa comprendere le nostre aspirazioni mondane e spirituali più riposte, e ci invita a riflettere su ciò che veramente conta nella vita.

Robert Nozick insegna filosofia all’Università di Harvard.
I suoi libri precedenti, Anarchia, Stato e Utopia, Firenze 1981 e Spiegazioni filosofiche, Milano 1987, lo hanno imposto all’attenzione di un pubblico non soltanto specialistico come uno dei più interessanti e importanti filosofi contemporanei.

Marx Contro Marx

Marx Contro Marx

Autore/i: Saccà Antonio

Editore: Dino Editori

nota dell’editore.

pp. 372, tavv. b/n, Roma

Marx volle essere il Prometeo delle forze produttive e il profeta del proletariato quale classe “redentrice” dell’umanità.
Per Marx, la connessione tra forze produttive sempre più gigantesche e proletariato che ne avesse assunto la gestione, avrebbe reso possibile una produzione sociale immensa, esplicata da un soggetto universale, il proletariato, idoneo ad attuare vantaggi universali. Posta sotto il dominio della ragione scientifica la società, l’uomo avrebbe vissuto solo nella natura perdendo ogni illusione metafisica, giacché la felicità sarebbe stata conquistata in terra; non avrebbe sofferto la morte, avrebbe controllato se stesso raggiungendo ciò che la volontà gli avrebbe permesso, liberandosi da ogni determinazione esterna, autocreandosi… Premesse a questa straordinaria finalità, la dittatura del proletariato e la socializzazione della produzione. L’autore di questa inconsueta biografia discute il rapporto tra la potenza delle forze produttive e la liberazione dell’uomo, chiedendosi criticamente se lo sviluppo delle forze produttive debba necessariamente far nascere la libertà dell’uomo; l’autore discute inoltre la natura dei bisogni metafisici, se derivano soltanto dall’infelicità sociale o non piuttosto dall’insanabile mistero dell’origine umana e universale; l’autore discute ancora se è legittimo proporre il proletariato quale artefice della futura umanità mentre vediamo che lo sviluppo delle forze produttive e delle tecnologie comporta il dissolvimento del proletariato; l’autore discute infine se la dittatura del proletariato è una premessa favorevole per la liberazione dell’uomo. Il volume, ponendo questi nodi critici della concezione marxista, li svolge in modo completo e scrupoloso senza facili polemiche né chiuse esaltazioni, raggiungendo una conclusione stupefacente: l’impossibilità della dittatura del proletariato e del socialismo per l’estinzione del proletariato dovuta alla evoluzione tecnologica. E’ il titolo del volume che giustifica il tutto: Marx contro Marx.

Antonio Saccà, siciliano d’origine, vive a Roma dove svolge il suo impegno culturale e civile. E’ docente di Sociologia delle forme espressive presso l’Università statale e collaboratore di varie riviste scientifiche. Ha pubblicato numerose opere di saggistica, fra cui ricordiamo: “Sulla letteratura italiana attuale” (1963); “Ideologie del nichilismo” (1972); “Contro la ragione” (1974); “L’assoluto privato” (1977). Ha dato inoltre alle stampe i seguenti testi poetici: “La conclusione” (1965); “II silenzio” (1971); “Il clandestino” (1973); “L’ambito” (1975).
Per la DINO Editore, nella fortunata Collana di saggi “Ragione e Tempo” che sta riscuotendo un grande successo, ha pubblicato “La quarta scelta” (1981), di cui è in corso di stampa la seconda edizione. Scrive su “Il Tempo” e su altri quotidiani e periodici.