Libri dalla categoria Radiestesia
Addio Gul’sary
Autore/i: Ajtmatov Čingiz
Editore: U. Mursia Editore
cura e presentazione di Eridano Bazzarelli, traduzione dal russo di Costantino Di Paola e Sergio Leone.
pp. 200, Milano
Addio Gul’sary (1966) è la storia di un cavallo che, nato per diventare animale da corsa, finisce cavallo da tiro; e di un pastore, Tanabaj, legato al cavallo da vincoli profondi.
Nel romanzo rivivono l’anima della gente kirghiza, la sua civiltà essenzialmente pastorale, i suoi costumi, le sue antiche tradizioni, mi suoi sentimenti più genuini. Ma rivive anche il periodo esaltante della rivoluzione russa che vede tutto un popolo impegnato nella trasformazione delle proprie strutture politiche, economiche e sociali. Un lavoro irto di difficoltà, contrasti, opportunismi e ambizioni meschine che amareggiano e mortificano Tanabaj, l’uomo semplice e retto, alieno per natura da meschinità e menzogna. E – legato a quello di Tanabaj – il dramma di Gul’sary, simbolo di libertà, intesa come esigenza primaria di ogni uomo, di cui nessuno – sia uomo sia cavallo – può fare a meno come non può fare a meno dell’aria o dell’acqua.
Čingiz Ajtmatov, nato a Sčeker in Kirghizistan nel 1928, è oggi uno dei più affermati scrittori dell’Unione Sovietica. Premio Lenin nel 1963, dal 1967 è deputato al Soviet Supremo. Tra le altre sue opere più significative, intrise di epopea e leggenda, ricordiamo Dzamilja (1958). La nave bianca (1970) e Il patibolo (1986), pubblicate dalla nostra Casa editrice.
Preferisco il Paradiso – La Vita Eterna com’è e come Arrivarci
…Anche noi dobbiamo comportarci con la pazienza di Dio, con il cuore di una madre. È questo, non altro, il distintivo del cristiano. Perciò conclude san Paolo: «L’amore non avrà mai fine.»…
Autore/i: Corigliano Pippo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore, collana: Ingrandimenti.
pp. 164, Milano
Cos’ha detto Gesù a proposito del paradiso e della vita eterna? I cristiani si chiedono mai come sarà il paradiso? Le domande che si pone Pippo Corigliano, da quarant’anni portavoce dell’Opus Dei in Italia, hanno lo scopo di illuminare uno degli aspetti più pregnanti e meno conosciuti delle Sacre Scritture. Mentre, infatti, dell’inferno e del purgatorio si discute spesso e talvolta a sproposito, del paradiso e di ciò che ci attende dopo la vita terrena si parla poco e male. E, invece, mai come oggi l’uomo ha bisogno di sentirsi dire che il paradiso c’è e ci sta aspettando. Con uno stile chiaro e limpido, l’autore analizza i passi più suggestivi offerti dalla lettura dei Vangeli, con particolare attenzione al tema della vita eterna che Gesù affronta più volte insieme ai suoi discepoli. Argomenti come la fede, la vita interiore dopo la morte e l’esistenza di un aldilà dove possa inverarsi l’atteggiamento del buon cristiano di fronte al mondo diventano elementi di riflessione positiva da applicarsi alla vita quotidiana, sia che si parli di amicizia, di amore, di lavoro o di affetti verso il prossimo. Un libro stimolante e pieno di fiducia nelle virtù dell’uomo, per conquistare il paradiso.
Ingegnere napoletano, è stato per quarant’anni portavoce dell’Opus Dei in Italia. Ha fatto parte della commissione regionale dell’Opus Dei, l’organo di governo delle attività dell’Opera nel nostro paese. È considerato un grande esperto di comunicazione e segue da sempre le attività formative dell’Opera con i giovani.
Introduzione
Il paradiso com’è
- Il paradiso
- Ma è vero?
- I punti fermi
- Il senso cristiano della morte
- Gesù e la risurrezione
- La risurrezione di Gesù come primizia
- I segni dall’aldilà
- Inferno e purgatorio
Come raggiungere la felicità del cielo essendo felici qui sulla terra
- Il giudizio di Dio
- La vita di Gesù per il paradiso
- La “griffe” di Gesù
- L’avventura della vita quotidiana
- Contenti
- L’atteggiamento del cristiano davanti al mondo
- Il lavoro
- La fede, la professione e la politica
- Essere prima di fare
- Il rapporto con Dio
- Il cuore
- La Madonna
- aiutare gli amici
Conclusione
Ringraziamenti e consigli
Lezioni Recitabili
Vittorio Foa, Leone Ginzburg, Emilio Lussu, Giaime e Luigi Pintor, Camilla Ravera, Umberto Terracini: ritratti da dirsi
Autore/i: Casalino Leonardo
Editore: Edizioni Seb27
a cura di Gabriela Cavaglià e Marco Gobetti, postfazione di Ugo Perolino, in copertina : fotografia di Monique Erba Robin.
pp. 112, Torino
Nella classe di una scuola un attore recita una lezione scritta da uno storico. Gli studenti scopriranno figure di altri giovani del secolo scorso, «le cui azioni e idee sono fondamentali per la comprensione critica del nostro presente». Le scopriranno in modo inconsueto, attraverso il teatro. Non semplicemente uno spettacolo cui assistere in occasioni contingenti o in luoghi deputati, ma una circostanza in cui l’insegnamento stesso si fa teatro dentro la scuola; una forma della didattica che si rivolge alla creatività dello studente. E lo studente, per una volta, si trova di fronte non la figura dell’insegnante ma quella di un artigiano che con voce, corpo e interpretazione dà vita a un testo, tentando di comunicare e di rendere contagiosa la propria comprensione di quel testo. In questo consiste il progetto Lezioni recitate, di cui questo volume vuole essere testimonianza e strumento: un incontro fra attore e studenti nella provvisorietà e nell’avventura dell’accadere, che è appunto il teatro stesso.
Leonardo Casalino Laureatosi in Storia Moderna presso l’Università di Torino, ha conseguito un Dottorato di ricerca in Storia contemporanea con una tesi su Franco Venturi, pubblicata nel 2006 con il titolo Influire in un mondo ostile. Biografia politica di Franco Venturi, Stylos, Aosta. Dal 2001 insegna storia e cultura italiana in Francia, prima all’Université Lille 3 e dal 2005 all’Université Stendhal – Grenoble 3.
Con Alessandro Giacone, nel 2011, ha pubblicato un Manuale di storia politica dell’italia repubblicana (Chemin de tr@verse, Paris), e insieme a Barbara Aiosa-Poirier, nel 2012, ha curato il volume Les années quatre-vingt et le cas italien, (Ellug, Grenoble).
Da Lezioni recitate a Lezioni recitabili
Un progetto civile fra teatro, didattica ed editoria
Prefazione di Gabriela Cavaglià e Marco Gobetti
VITTORIO FOA
- Pensare il mondo
LEONE GINZBURG
- Costruire il futuro nel presente
EMILIO LUSSU
- Il romanzo inevitabile dell’antifascismo italiano
GIAIME e LUIGI PINTOR
- Agire in modo utile
CAMILLA RAVERA
- Uniformare la vita a una convinzione
UMBERTO TERRACINI
- La politica come partecipazione collettiva e difesa dell’autonomia individuale
Percorsi bibliografici
Raccontare l’antifascismo
Note di lettura selle Lezioni recitabili
Postfazione di Ugo Perolino
Storia di Roma
Autore/i: Grimal Pierre
Editore: Argo
traduzione di Amma Rita Galeone, in copertina affresco di Pompei «Ritratto di Paquio Proculo e sua moglie» Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
pp. 120, Lecce
“Roma era diventata grande molto in fretta, con una rapidità che i Romani non si stancarono mai d’ammirare, e non senza motivo. Certo, riconoscevano che all’inizio Romolo non si era fatto troppi scrupoli, ma è giusto mettere in discussione un politico quando prepara qualcosa di così grande come Roma?”
Pierre Grimal avvia così il racconto dell’incredibile fortuna della Città: dalla sua mitica fondazione alla decadenza dell’Impero, passando attraverso la vita del regno e le grandi ore della Repubblica. La sua profonda conoscenza dello spirito romano ci rende testimoni all’evoluzione di questo mondo. Riusciamo a comprendere le motivazioni politiche, filosofiche o religiose degli uomini che hanno fatto il suo destino. Assistiamo alla nascita e alla fioritura della letteratura e dell’arte, allo sviluppo dell’urbanesimo, che fecero di Roma la capitale del mondo.”
Pierre Grimal, scomparso nel 1996, era membro dell’École française di Roma. Professore di letteratura latina alla Sorbona di Parigi, per i suoi straordinari meriti culturali, fu nominato nel 1993 dal Comune di Roma cittadino onorario. Editore di numerosi classici, viene ricordato soprattutto per il suo Dictionnaire de la mythologie grecque et romain (PUF 1951), per il suo Cicéron (Fayard 1986), il suo Marc Aurèle (Fayard 1991) e la sua Littérature latine (Fayard 1994).
Il Cannocchiale – Rivista di Studi Filosofici – 3/1999
Settembre-Dicembre 1999
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni Scientifiche Italiane
pp. 224, Napoli
Fabio Vander, Agostino o del cristianesimo come metafisica
Lidia Giancola, La preghiera nella teologia filosofica dai presocratici a Sant’Agostino
Giovanni Pellegrini, Abramo, l’argomentazione e l’incantesimo: Kafka interprete di Kierkegaard
Elio Limentani, L’esegesi biblica filosofica medioevale
Silvano Facioni, “Lo spettro irrequieto”. Intorno al Mosè di Freud
Paolo Zignani, L’immaginazione e l’ardire nel pensiero di Leopardi (1817-1824)
Caterina Gemma, Carlo Cantoni e la psicologia dei popoli di Gian Battista Vico
Elisabetta Di Giovanni, La teoria critica dell’arte in Adorno e Lukàcs
Una Bellezza Intangibile
La via del silenzio nella tradizione yoga dell’Himalaya
Autore/i: Autori vari
Editore: Mimesis Edizioni
a cura di Virgilio Berdella, Daniele Belloni e Susi Stefanini.
pp. 56, libro + 2 DVD Video, Milano
“A un certo punto della vita diventa importante conservare l’energia, utilizzandola in una forma più spirituale. Per chi sia dedito a una vita di meditazione è molto importante ciò che chiamiamo antar-mukha, ossia rivolge tutti i sensi all’interno: chiudiamo gli occhi, stiamo fermi con le mani, fermi col corpo e smettiamo di parlare”.
(Swāmī Veda Bhāratī)
In ogni tradizione spirituale la pratica del silenzio svolge un ruolo fondamentale. Il 10 marzo 2013 Swāmī Veda Bhāratī, guida spirituale della Tradizione Himalayana, ha fatto un voto di silenzio che durerà cinque anni. Una bellezza intangibile è il titolo del film che si propone di indagare il motivo di una scelta così radicale e di comprendere i benefici del silenzio per l’uomo moderno. In questo libro è possibile leggere le trascrizioni complete delle interviste sulle quali il film è stato costruito.
Una bellezza intangibile
Progetto di Daniele Belloni e Susi Stefanini
Interviste di Daniele Belloni
Regia di Virgilio Bardella
Contenuto dei DVD:
1: Una bellezza intangibile (durata del film: 53 minuti)
2: Interviste integrali con Swāmī Veda Bhāratī, Swāmī Ritāvān Bhāratī, Swāmī Nityamuktānanda Saraswatī, Pandit Hari Shankar Dabral, Dott. Stoma Parker
Virgilio Bardella (1938) è stato attivo in molti dei mestieri della comunicazione: dalla regia teatrale (nel fu teatro underground) a quella pubblicitaria, dai corsi universitari online alla documentaristica, dalla traduzione (dal russo e dall’inglese) alla scrittura tecnica per Banche, Assicurazioni, Ministeri, Regioni, Enti Pubblici. Vive tra Milano e la Liguria senza smettere di lavorare.
Daniele Belloni, giornalista e scrittore, ha lavorato per numerose testate nazionali della carta stampata e della radio. Insegnante di Yoga della Tradizione Himalayana, si occupa di traduzione di testi dall’inglese e di divulgazione della filosofia legata al pensiero indiano.
Susi Stefanini, laureata in Fisica, si è diplomata in Lingua e Cultura Indiana presso l’Ismeo di Milano. Ha una lunga esperienza nel campo dell’insegnamento dello Yoga secondo i principi della Tradizione Himalayana.
Tracce d’Esperienza Cristiana
E altri scritti
Autore/i: Giussani Luigi
Editore: Editoriale Jaca Book
nota tecnica e introduzione dell’autore.
pp. 174, Milano
È stato per l’uomo.
L’uomo con i suoi interrogativi, la sua solitudine, i suoi desideri, i bisogni che nessuno gli ha mai potuto né per intero spiegare né risolvere, per quest’uomo è vissuta una persona che all’umanità tutta ha preteso dare se stessa come risposta. Tale persona è Gesù Cristo, e Gesù Cristo vive ancora.
«Tracce d’esperienza cristiana» vuole indicare in modo elementare come sia possibile oggi verificare la validità di quella umanamente inimmaginabile pretesa.
Il Libro Tibetano dei Morti – Bardo Todol
Autore/i: Pincherle Mario
Editore: Anima Edizioni
prefazione dell’autore.
pp. 112, illustrazioni in bianco e nero, Milano
Il Bardo: Cosa avviene dopo il trapasso? Perché i cosiddetti “morti” sono nove volte più vivi di noi? Questo libro unico ed affascinante risponde ai grandi problemi dell’esistenza.
Il Libro Tibetano dei Morti (Bardo Todol) è conosciuto come Libro dei Morti del Tibet così come il Per-Em-Rà è noto come Libro dei Morti dell’antico Egitto. La parola Bardo significa morte, trapasso. La parola Todol significa liberazione. Infatti questo poema simbolico tibetano, in lingua sanscrita, parla di una tecnica iniziatica per compiere un viaggio interiore e giungere alla liberazione dalla paura della morte. Malgrado la denominazione, quest’opera è scritta per i vivi e non per i morti.
Mario Pincherle nato a Bologna nel 1919. Ha fatto studi classici. Si è laureato in ingegneria e si interessa alla paleotecnologia”. A lui si debbono fondamentali scoperte all’interno del “Tempio del Sole”, la Grande Piramide d’Egitto. Scrive libri di Archeologia. Collabora a riviste di archeologia italiane e straniere, scrive sui Rendiconti dell’Accademia dei Lincei.
Apocalisse Islamica
I sette dormienti di Efeso
Autore/i: Massignon Louis
Editore: Mimesis Edizioni
collana diretta da Claudio Bonvecchio ed Elio Jucci.
pp. 48, Milano
Avresti creduto che fossero svegli e invece dormivano. Li giravano sul lato destro e su quello sinistro, mentre il loro cane era sulla soglia, le zampe distese. Se li avessi scorti saresti certamente fuggito volgendo le spalle e certo saresti stato preso dal terrore vedendoli.
La Sura XVIII, – Ahl al-kahf’, “I Sette Dormienti della Caverna” – occupa un posto unico nella religiosità musulmana. In ogni moschea, il venerdì, davanti all’assemblea dei fedeli, un recitante la declama. Sempre più con trascuratezza – lamenta il grande studioso Massignon – come si trattasse di un rituale e di una liturgia scivolate nell’oblio. Eppure il Profeta disse che solo chi ne impara a memoria i primi dieci versetti può essere “al sicuro dal Dajjal” – la versione musulmana dell’Anticristo. Vi si narra di un mito antico, di origine cristiana: sette giovani, minacciati dagli empi, cercano rifugio in una caverna e si addormentano. Il sonno e il futuro risveglio assumono un misterioso significato, racchiudono indicazioni escatologiche insondabili che hanno affascinato e inquietato i più grandi mistici dell’Islam.
I contributi di Louis Massignon (1883-1962) – dalla monumentale opera sul mistico al-Mansūr al-Hallāj fino ad articoli decisivi e concentrati in poche pagine – sono stati fondamentali per la comprensione occidentale dell’Islam. Ha avuto anche un ruolo determinante per la teologia cattolica, influenzando importanti documenti del Concilio Vaticano II.
Faville di un Ribelle
(dai Taccuini inediti)
Autore/i: Prezzolini Giuseppe
Editore: Salerno Editrice
cura e introduzione di Raffaella Castagnola.
pp. 112, Roma
Una scoperta suggestiva: i Taccuini prezzoliniani – dieci quadretti autografi – raccolgono pensieri, appunti, commenti a fatti quotidiani, libri consultati e letti, che si alternano e si sovrappongono a spazi di riflessione condensati un massime sentenziali, in folgoranti immagini della società. Da questo universo intimo e privato si presenta – per la prima volta – una serie di aforismi. Considerazioni sulla vita, la morte, ma anche sulla famiglia, la donna (con modulazioni spesso misogine), sulle forme primitive dell’arte, sulla scienza e la filosofia (temi cari anche al Prezzolini di Vita intima, riproposto in Appendice come necessario complemento di lettura), caratterizzate da quella vena pungente che sarà poi tipica del maturo “uomo d’ingegno” e dell’iperbolico “angelo ribelle”.
Faville di un ribelle raccoglie più di duecento sentenze di un giovanissimo Giuseppe Prezzolini, che intorno ai vent’anni aveva iniziato a tenere un diario per documentare gli incontri intellettuali e le letture della sua formazione da autodidatta, e per sperimentare la sua capacità critica e filosofica sui grandi temi dell’uomo e dell’universo, della famiglia e della società. È un Prezzolini inedito quello che si può leggere in queste pagine: sentenze e frasi di tipo aforistico compaiono fra le centinaia di pagine di dieci quadernetti (datati dal gennaio 1898 all’agosto 1904) con la copertina in marocchino nero o in tessuto marrone, di piccolo formato tascabile. Questi taccuini, ancora inediti nel loro insieme e rimasti sconosciuti alla critica per oltre cent’anni, sono recentemente riemersi in una collezione privata e mostrano già alcune caratteristiche del Prezzolini maturo: la vena polemica e talvolta sarcastica, la capacità di fotografare la realtà con occhio critico e severo, la messa a fuoco delle ansie e delle aspettative sociali, la grande ironia nei confronti delle debolezze umane. Il fortuito ritrovamento si aggiunge ad altre carte d’archivio che, nel corso di questi ultimi anni, sono state portate all’attenzione del pubblico e della critica, e che hanno permesso di illuminare con altra luce il panorama culturale fiorentino agli inizi del Novecento e la personalità già di primo piano del giovane Prezzolini.
Giuseppe Prezzolini (Perugia 1882 – Lugano 1982). Critico, scrittore, giornalista, editore svolse un ruolo di primo piano nel panorama culturale italiano degli inizi del Novecento. Con l’amico Giovanni Papini fonda nel 1903 la rivista «Leonardo»; dal 1908 al 1911, e poi di nuovo nel 1914, è direttore della «Voce».ita intima, riproposto in Appendice come necessario complemento di lettura), caratterizzate da quella vena pungente che sarà poi tipica del maturo “uomo d’ingegno” e dell’iperbolico “angelo ribelle”.
New-York
Autore/i: Fontana Ferdinando
Editore: Salerno Editrice
a cura di Giuseppe Iannaccone.
pp. 232, Roma
In mezzo alle schiere dei ribelli scapigliati, in lotta per la difesa dei diseredati nell’opulenta società borghese, Ferdinando Fontana (1850-1919) fu commediografo, poeta e giornalista colpito della rivoluzione. In questo reportage, sotto il suo occhio di spietato analista sociale, si agita la New York di fine Ottocento, città frenetica e contraddittoria, regno del dollaro, del business e del consumo. È la terra di fortuna agognata dell’esercito di disperati provenienti dall’Europa, illusi di sfuggire la miseria e di costruirsi un futuro migliore. Un tema ancor oggi attuale, quando l’Italia costituisce, per tanti disperati, un’”America” dalle mille promesse (e dalla durissima realtà).
Federico Fontana, commediografo, poeta e giornalista col mito della rivoluzione, può essere certamente considerato degno predecessore di Tiziano Terzani. Con il suo occhio di spietato analista sociale egli fece grande scalpore nell’Europa di fine ‘800 con i resoconti giornalistici dei suoi viaggi a Berlino, Montecarlo, Parigi e, soprattutto, New York. L’impatto con questa città del giornalista italiano, da sempre strenuo difensore della cosiddetta “povera gente”, non poteva che essere «violento, quasi fisico»: la «favolosa» città, ultima possibilità per migliaia di uomini in cerca di riscatto, si rivela una caotica «capitale delle macchine a vapore», pullulante di negozi e pubblicità, dove la corsa al denaro e al consumo, che presto contagerà il mondo intero, è già iniziata inarrestabile. Le penetranti considerazioni di Fontana sono sempre rivolte a mostrare gli aspetti più compromettenti e deteriori di uno sviluppo economico all’epoca assai penalizzante per le masse crescenti di emarginati.
Giuseppe Iannaccone insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Roma Tre. Si occupa di storia dell’editoria, futurismo , letteratura tra le due guerre e dell’opera di A.M Ortese. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Giovinezza e modernità reazionaria: letteratura e politica delle riviste dei GUF (Napoli 2002); La scrittrice reazionaria: il giornalismo militante di Anna Maria Oreste (ivi 2003).
I Guerrieri della Prateria – Spiritualità e Tradizioni, Miti e Leggende delle Civiltà Navajo, Hopi e Lakota
Il presente volume riunisce nell’ordine le seguenti opere originali: Meditations with the Navajo di Gerald Hausman, illustrazioni di Sid Hausman – Meditations with the Hopi di Robert Boissiere, illustrazioni di Cynthia West – Meditations with Native American – Lakota Spirituality di Bear & Company, illustrazioni di Martin Red Bear
Autore/i: Hausman Gerald; Boissiere Robert; Steinmetz Paul
Editore: Armenia Editore
prima edizione, prefazione di Marco Massignan, traduzione Marco Massignan, collana: Lo Scrigno.
pp. 320, ill. in b/n n.t., Milano
…Il volume raccoglie poesie, canzoni, preghiere, leggende e racconti degli Indiani d’America, tratti da tre volumi di tre diversi autori, riguardanti le civiltà Navajo, Hopi e Lakota. Attraverso il materiale raccolto vengono descritti diversi aspetti della filosofia e delle consuetudini di vita di questi popoli: la cosmogonia con i suoi miti e leggende e la concezione dell’universo; le credenze animistiche e il totemismo, che regola il rapporto magico-rituale con la natura e gli animali in particolare; il significato simbolico delle cerimonie religiose e il valore della preghiera; i fondamenti dell’organizzazione sociale che disciplinano i rapporti fra membri dello stesso clan e fra clan e tribù diverse. Questo affascinante viaggio attraverso la cultura pellerossa, con il suo intenso simbolismo e il suo singolare rapporto magico-rituale con la natura e gli animali, ci avvicinerà all’inestimabile patrimonio di saggezza dei nativi americani, a un sistema di valori e di vita con il quale noi occidentali potremmo confrontarci per trarre illuminazione e nuovi orientamenti…
Prefazione
Parte prima : I Navajo
- La poesia dei miti Navajo
- Donna-Che-si-Trasforma
- Animali
- Coyote
- Orso-Dagli-Occhi-Azzurri
- Guarigioni
Parte seconda: Gli Hopi
- L’approccio alla Via Hopi
- L’intatta originalità della cultura Hopi
- Mas-Ki: il Mondo Sotterraneo
- Tuwa-Katski: l’Emersione nel mondo attuale
- Le Migrazioni
- Le Cerimonie
- Il Cielo Sociale degli Hopi
- Il Mondo Superiore e la Profezia Hopi
- Epilogo
- Glossario dei Termini Hopi
Parte terza: I Lakota
- Spiritualità e tradizioni culturali dei Lakota
- Preghiera prima della meditazione
- Spiritualità Lakota tradizionale
- La Sacra Pipa della Donna Bisonte Bianco
- Rapporto con la Terra e con il Mondo degli Spiriti
- Cibo Spirituale
- La Cerimonia della Capanna del Sudore
- La Ricerca della Visione
- La Danza del Sole
- Cerimonie Yuwipi
- Chiesa Nativa Americana
- L’Altare
- Il Tamburo ad Acqua
- La Donna Acqua del Mattino
- Visioni del Peyote
- Riflessioni Escatologiche
- Influenze Cristiane
Satyãgraha – Il Metodo Nonviolento per Trascendere i Conflitti e Costruire la Pace
Quaderni N. 1
Autore/i: Autori vari
Editore: Centro Gandhi Edizioni
a cura di R. Altieri
pp. 160, Pisa
Il volume pubblica alcuni contributi importanti sul tema delle scienze per la pace con saggi di M. K. Gandhi, J. Bondurant, G. Gallo, A. L’Abate, M. Pieracci Harwell, S. Tanzarella, E. Turrini.
Sommario:
- Le scienze per la pace e la formazione al metodo nonviolento (R. Altriei)
- Satyãgraha – Non “resistenza passiva” (M.K. Gandhi)
- Satyãgraha e Duragraha: i limiti della violenza simbolica (J. Bondurant)
- 11 settembre 2001: militarizzazione e sicurezza, cultura del presente, società civile globale (G. GAllo)
- Kossovo – Balcani – Europa (A. L’Abate)
- Comunicazione e ascolto per la trasforamzione nonviolenta dei conflitti (Dogliotti Marasso)
- Memoria condivisa e purificazione della memoria (S. Tanzarella)
- Silone e Simone Weil (M. Pieracci Harwell)
- La via del sole: un cammino di solidarietà piena (E. Turrini)
- Un modello matematico per le corse alle armi: le equazioni di Richardson (L. d’Angelo)
Abstracts e profili biografici degli autori
I Cubi di Lüscher
Per la comprensione di se stessi e la valutazione della propria personalità
Autore/i: Lüscher Max
Editore: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
prefazione all’edizione italiana di Claudio Widmann, traduzione di Ada Danese.
pp. 276, Roma
Nessuno conosce le ragioni per cui preferisce un colore a un altro. Tale predilezione è infatti risultato di un processo inconscio, così come sono originati da dinamiche inconsce diversi aspetti della nostra vita e della nostra personalità. La nuova versione tridimensionale del test cromatico di Lüscher è stata ideata non solo per gli specialisti, ma per tutti coloro che vogliono conoscere le dinamiche interiori che sottendono gli stati d’animo. Questo strumento consente, anche tramite un’autovalutazione, di comprendere e analizzare con grande precisione la personalità, le condizioni e il comportamento di un individuo. I colori scelti o rifiutati nel test di Lüscher permettono di determinare le reali condizioni psichiche del soggetto. Il presente manuale espone in un modo estremamente chiaro le modalità di esecuzione, valutazione e il significato psicologico di ognuno dei colori utilizzati e costituisce un mezzo per la conoscenza di se stessi dove il colore rappresenta il linguaggio dei sentimenti e i vari colori possono essere considerati stati d’animo visualizzati.
Max Lüscher, si è dedicato agli studi di psichiatria, filosofia e psicologia a Basilea. All’età di trentatré anni ha ottenuto la cattedra universitaria ad Amsterdam. Nel frattempo ha insegnato alla Sorbona a Parigi, alla Yale University negli Stati Uniti, a Santiago del Cile, presso numerosi atenei europei e in Australia. La sua fama è legata principalmente al test dei colori da lui ideato ed esposto in un manuale tradotto in 29 lingue. Attualmente è direttore dell’Istituto di Psicodiagnostica medica di Lucerna.
Il Manoscritto Perduto del Voyage De Charlemagne
Il Codice Royal 16 e VIII della British Library
Autore/i: Rossi Carla
Editore: Salerno Editrice
in copertina «Carlo Magno dona reliquie alla chiesa di Aix-la-Chapelle» Chartres, cattedrale di Notre-Dame, particolare di una vetrata raffigurante l’Histoire de Charlemagne (ca. 1210-1220).
pp. 140, 4 tavole f.t., Roma
Anche la filologia ha i suoi intrighi e i suoi misteri, come dimostra la vicenda – qui ricostruita con grande acutezza da Carla Rossi – che inizia sabato 7 giugno 1879 nella Sala di Lettura dell’allora British Museum.
Quel giorno scomparve misteriosamente un prezioso codice appartenente alla collezione dei re d’Inghilterra: il ms. Royal 16 E VIII, finemente miniato, testimone unico dell’anonimo poema anglo-normanno Voyage De Charlemagne en Orien, risalente al XIII secolo. A lungo i filologi si sono interrogati sulle rali circostanze della scomparsa del manoscritto e hanno sperato invano che il volume fosse stato riposto per errore in uno scaffale sbagliato. Ora questo libro, grazie al ritrovamento recente di una lettera inviata il 23 giugno 1879 dal responsabile della Sezione menoscritti al direttore della biblioteca britannica, fa luce su quanto realmente accade quel sabato sciagurato e sull’ultima persona che consultò il codice: un giovane prussiano, August Leopold Rothe. Anni di ricerche d’archivio condotte in Inghilterra, Germania, Svizzera, Austria e Italia permettono all’autrice di chiarire una vicenda che vediamo sconfinare inaspettatamente in un episodio che oggi definiremmo di “guerra fredda”. Appare sempre più evidente, infatti, seguendo la ricostruzione di Carla Rossi, che il manoscritto venne rubato e che tale furto va inquadrato nel difficile contesto politico di quegli anni, segnato dalle tensioni franco-prussiane, fino a configurarsi come una sorta di azione di guerriglia intellettuale contro un avversario filologico che tale era anche sul piano politico.
Il volume ricostruisce con precisione il contenuto del manoscritto scomparso (e mai più ritrovato) e la sua storia; analizza il contesto storico in cui vienne allestito e ne tenta una collocazione geografica; individua infine e dscrive i protagonisti di questa vicenda. Uno studio aglie e rigoroso, condotto con sapienza tra filologia e “investigazione poliziesca”.
Carla Rossi è dottore di ricerca presso l’Università Svizzera di Friburgo. Si occupa di letteratura burlesca del Mediovo e del Rinascimento, sia italiana che francese. Ha pubblicato, oltre a vari saggi in riviste e miscellanee, l’edizione de I salterelli dell’Abbrucia sopra i mattoncini di ser Fedoco del Bronzino, curata per la Salerno Editrice (1998).
Il Mondo Incantato
Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe
Autore/i: Bettelheim Bruno
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Andrea d’Anna.
pp. 312, Milano
Per imparare a destreggiarsi nella vita e superare quelle che per lui sono realtà sconcertanti, il bambino ha bisogno di conoscere se stesso e il complesso mondo in cui vive. Gli occorrono un’educazione morale e idee sul modo di dare ordine e coerenza alla dimensione interiore. Cosa può giovargli più che una fiaba, che ne cattura l’attenzione, lo diverte, suscita il suo interesse e stimola la sua attenzione? Sia essa Cappuccetto Rosso, Cenerentola o Barbablù, la fiaba popolare, anche se anacronistica, trasmette messaggi sempre attuali e conserva un significato profondo per conscio, subconscio e inconscio. Si adegua perfettamente alla mentalità infantile, al suo tumultuoso contenuto di aspirazioni, angosce, frustrazioni, e parla lo stesso linguaggio non realistico dei bambini. Tratta di problemi umani universali, offrendo esempi di soluzione alle difficoltà. E’ atemporale e i personaggi dei suoi scenari fantastici sono figure archetipiche che incarnano le contraddittorie tendenze del bambino e i diversi aspetti del mondo. Le situazioni fiabesche, rispettando la visione magica infantile delle cose, esorcizzando incubi inconsci, placando inquietudini, aiutando a superare insicurezze e crisi esistenziali, insegnando ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita. Questo libro ricco di intuizioni e suggestioni, che spazia dalla letteratura alla mitologia, dalla psicologia infantile alla psicoanalisi, esorta gli adulti – soprattutto chi deve allevare e educare i bambini – a essere più consapevoli dell’importanza fondamentale delle fiabe.
Delle opere di Bruno Bettelheim (Vienna 1903 – Silver Spring, Maryland, 1990) Feltrinelli ha pubblicato: Psichiatria non oppressiva. Il metodo della Orthogenic School per bambini psicotici (1976), Spravvivere (1981), Imparare a leggere. Come affascinare i bambini con le parole, in collaborazione con Karen Zelan (1982, UE 1989), Freud e l’anima dell’uomo (1983), Un genitore quasi perfetto (1987, Ue 1998), La Vienna di Freud (1990) e l’arte dell’ovvio. Nella psicoterapia e nella vita di ogni giorno, in collaborazione con Alvin A. Rosenfeld (1994).
Teoria Generale della Magia
Titolo originale: Esquisse d’une théorie générale de la magie
Autore/i: Hubert Henri; Mauss Marcel
Editore: Newton Compton Editori
avvertenza degli autori, traduzione di Enzo Agozzino.
pp. 144, Roma
È certo che una parte delle scienze, soprattutto nelle società primitive, furono elaborate dai maghi. I maghi alchimisti, i maghi astronomi, i maghi medici sono stati, in Grecia come in India e altrove, i fondatori e gli operai dell’astronomia, della fisica, della chimica, della storia naturale.
Questo tesoro di idee accumulato dalla magia è stato lungamente il capitale usato dalle scienze. La magia ha nutrito la scienza e i maghi ne sono stati i sapienti.
Per quanto lontani si pensi di essere oggi dalla magia, noi ce ne siamo ancora mal disimpegnati. Per esempio, le idee di fortuna e di sfortuna, di quintessenza, che ci sono ancora familiari, sono molto vicine all’idea di magia stessa. Né le tecniche né le scienze né i princìpi che dirigono la nostra ragione si sono ancora mondati del loro peccato originale. Non è temerario pensare che, per buona parte, tutto ciò che le nozioni di forza, di causa, di fine, di sostanza, hanno ancora di non positivo, ma piuttosto di mistico e di poetico, attiene alle vecchie abitudini dello spirito da cui la magia è nata e di cui l’uomo è lento a disfarsi. Così, noi pensiamo di trovare all’origine della magia la forma primigenia delle rappresentazioni collettive che sono divenute poi i fondamenti dell’intelletto umano.
Avvertenza degli autori
1. Storia e origini
2. Definizione della magia
3. Gli elementi della magia
- Il mago
- Gli atti
- Le rappresentazioni
- Osservazioni generali
4. Analisi e spiegazione della magia
- La credenza
- Analisi del fenomeno magico. Analisi delle spiegazioni ideologiche dell’efficacia del rito
- Il mana
- Gli stati collettivi e le forze collettive
5. Conclusione
Il Pianto e il Sorriso
Autore/i: Gibran Kahlil
Editore: Ugo Guanda Editore
traduzione di Leopoldo Carra, in copertina: Giovane caduto da un albero, Miniatura attribuita ad Aqa-Riza.
pp. 166, Parma
Le prose e le poesie di Il pianto e il sorriso, pubblicate originariamente in lingua araba e poi in inglese, rappresentano gran parte della produzione giovanile di Gibran, e si raccolgono idealmente intorno a Il mio compleanno, testo composto a Parigi nel 1908. L’autore, a una prima ricognizione del reale, osserva i mutamenti della propria sensibilità, elabora il suo pensiero e va formulando (nucleo vorticoso di ardori, aneliti e ostacoli) la sua risposta alla vita. Lo slancio negativo, la ribellione contro le istituzioni del secolo, la disperazione su questa terra (e il conseguente rivolgersi alla morte come a suprema liberatrice) appartengono a una stagione, un momento dell’anima individuale, che chiameremmo «romantica»; e su questa scena è rappresentata, in evidenti figure, la tragedia della ricchezza e della povertà, dell’oppressione e della debolezza. Pure, nell’ammirata contemplazione della bellezza del cosmo, si rivela all’anima inquieta la religione dell’amore (unione dei corpi e unione delle anime), vertice spirituale dell’esperienza terrena. Esiste, in questo stesso mondo, un piano superiore di giustizia. Il pianto è fecondo, ed è una cosa sola con la gioia; «non tutto è vano sotto il sole», e «l’umanità è lo spirito della divinità sulla terra». Ecco che si fa strada l’illuminata consapevolezza della missione della poesia: l’ultimo testo del volume, La voce di un poeta, lascia presagire quella pronuncia ferma, gnomica, che conferirà alle visioni del Profeta il loro valore di universale ammonimento.
L’ardente misticismo di Gibran trova compiuta espressione nell’esemplarità di personaggi fuori dal tempo; ma la storia, con il suo travaglio e i suoi contrasti, ha segnato ogni pagina, insieme alla nostalgia, struggente e fiera, che l’esule nutre per la terra d’Oriente. L’uso ricco dell’immagine e la piana semplicità del linguaggio, la commistione dei registri, insomma, che eleva la mente alle scabre e vertiginose altezze dello stile biblico, fanno il pregio di queste creazioni giovanili, in cui i lettori potranno ripercorrere dall’inizio il cammino artistico e spirituale del grande autore libanese.
Gibran Kahlil Gibran nacque a Bisharri, in Libano, nel 1883 e morì a New York nel 1931. Poeta, filosofo, pittore, fu considerato nel mondo arabo il genio della sua epoca. Ma la sua fama si diffuse ben presto oltre i confini del Medio e Vicino Oriente: le sue opere furono tradotte in più di venti lingue e i suoi disegni e dipinti furono esposti nelle grandi capitali del mondo. Il Profeta, pubblicato nel 1923, è considerato un vero capolavoro. Le opere di Gibran nel catalogo Guanda: I segreti del cuore, Le ninfe della valle, Il precursore e Il folle, Il pianto e il sorriso, Sabbia e onda, Versi spirituali.
Il Mare Colore del Vino
Ironiche e violente, tenere e beffarde, dodici storie in cui Sciascia arriva ancora una volta al cuore di una sconcertante verità umana.
Autore/i: Sciascia Leonardo
Editore: Giulio Einaudi Editore
prima edizione, in sopracoperta, Femme à l’ombrelle di Edouard Manguin (collezione Manguin).
pp. 164, Torino
Leonardo Sciascia ha raccolto in questo volume una serie di racconti che costituiscono una piccola «summa» dei temi e dei modi narrativi che gli sono piti cari. Sono pagine che si compongono in un disegno sorprendentemente omogeneo, e segnano un ulteriore approfondimento del discorso che lo scrittore va conducendo da anni, attraverso gli «esempi» siciliani delle sue storie, sull’intera società italiana.
Anche in questi racconti Sciascia conduce il suo scavo sul duplice versante di un passato storico e di un presente entrambi nitidamente emblematici. Certe storie, come quelle dell’anziano giurista don Nicola Cirino che ottiene, in cambio di favori presso le sue conoscenze altolocate dell’amministrazione borbonica, le grazie lunari della giovanissima Concettina; o come quella, assai pizi tragica e di sapore stendhaliano, di Eufrosina, bella, sciocca e crudele, ci riportano alle pagine del Consiglio d’Egitto, al gusto di un’erudizione che lievita felicemente nel romanzesco, senza rinunciare all’esattezza del dato.
In altri racconti (come La rimozione, in cui la delusione di una credente per il « declassamento» di santa Filomena trova un puntuale risvolto in quella di un militante per la fine del culto staliniana; o come Un caso di coscienza, in cui un avvocato scopre nelle rubriche di un settimanale «rosa» le confessioni di una anonima peccatrice del suo paese, che si scatena a scoprirla), l’atmosfera e quella degli Zii di Sicilia. Le beffarde disquisizioni filologiche di un boss e di un suo gregario sull’etimologia della voce «mafia », o i colpi di scena di un cruento western paesano ricordano gli intrighi di A ciascuno il suo e del Giorno della civetta. E ancora, le sorprese di Gioco di società, un «giallo» di magistrale intensità, evocano quelle, non meno vertiginose, del Contesto.
Il delitto, anzi, l’ideologia che lo ispira, è per Sciascia il luogo privilegiato in cui è possibile ricostruire nei suoi meccanismi la strategia della sopraffazione pubblica e privata.
Il «divertimento» che offrono questi racconti cosi perfettamente conclusi si accompagna – come sempre nei libri di Sciascia – alle interrogazioni e alle provocazioni di una intelligenza lucida e amara, che non rinuncia a gettare il suo scandaglio nel profondo di una sconcertante verità umana, con quell’inconfondibile timbro ironico, intriso di pietà, risentimento civile, segreta malinconia.
Leonardo Sciascia, nato nel 1921, vive oggi a Palermo. Tra i suoi libri più noti: Gli zii di Sicilia ( 1960), Il giorno della civetta (1961), Il Consiglio d’Egitto (1963), A ciascuno il suo (1966), Recitazione della controversia liparitana (1969), Il contesto (1971), e un volume di saggi su scrittori e cose di Sicilia, La corda pazza (1970), tutti pubblicati da Einaudi.
Il Mondo come Ikebana
Umanesimo scientifico dalla new-age al pan-islamismo
Autore/i: Quattrocchi Carlo
Editore: Fratelli Palombi Editori
presentazione dell’autore.
pp. 344, Roma
Il mondo come ikebana è un insolito saggio didattico-filosofico ricco di riferimenti storici, spunti politici ed accenni autobiografici.
Nell’affresco culturale di un seducente “umanesimo scientifico” si delineano le necessità e quindi i desideri di tutti noi. È un’opera lineare che con sottile malizia analizza il “gioco esistenziale” seguendo un criterio quasi scientifico. In un mondo che cambia in fretta si disvela la necessità di una proposta culturale antica nei contenuti, ma nuova nella forma. Gli eterni problemi dell’uomo sono infatti affrontati con parole volutamente semplici già pronte ad entrare nella immensa “deriva” del linguaggio mediatico. Le solide convinzioni etiche sono infine addolcite da riflessioni poetiche.
È un saggio culturale che coinvolge ed entusiasma poco a poco.
Senza accorgersene, si entra in un dibattito aperto ed avvincente al quale tutti si sentono in diritto di partecipare. Gli argomenti appaiono slegati, ma alla fine sono così concatenati da costituire un solido teorema o, più elegantemente, una bella composizione floreale, un ikebana.
È un audace catechismo laico che ha mantenuto la sua preziosa impronta cristiana.
È un armonico blog scritto da un intellettuale bright in cui si evidenzia quella irrequieta italianità che nei momenti critici mette tutto in discussione.
Carlo Quattrocchi, romano, nato nel 1936, docente in Clinica Ostetrica e Ginecologica, è stato medico-chirurgo ospedaliero per 36 anni.
È nonno di tre nipoti e di migliaia di bambini nati negli ospedali romani.
Sempre attratto da letture filosofiche, si ritiene modesto seguace dei nostri Croce ed Abbagnano, del tedesco Fromm ed in parte del francese Onfray. La sua cultura europea si è arricchita alla Harvard di Boston ed ama ancora rileggersi Bertrand Russell.
Se riesce a superare la sua innata timidezza, rivela agli altri una empatia ed una piacevole ironia di fondo per quella vita che egli considera irripetibile ed effimera, l’unico bene fugace che abbiamo. Dopo tanti anni di assiduo lavoro è riuscito a realizzare ancor di più il piacere di un colto viaggiare nei siti più interessanti e sperduti del mondo.
Idealista da sempre, ha precorso il ’68 sperimentando i primi progestinici, contribuendo così all’inizio del femminismo; ha condiviso con gli svagati “figli dei fiori” le prime ballate di Joan Baez e Bob Dylan.
Dopo un meritevole e lungo stacanovismo è diventato in maturità un esistenzialista ironico, un umanista utopico, un italiano disilluso ed un europeista convinto.