Libri dalla categoria Consapevolezza
Sulla Strada
Autore/i: Kerouac Jack
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
in appendice La «beat generation» di Fernanda Pivano, traduzione di Magda de Cristofaro.
pp. 340, Milano
Dean e Sal (Neil Cassady e Jack Kerouac) percorrono con una infinita ansia di vita, di esperienza, di fisica autenticità le strade dell’America e del Messico. Sulla strada ne registra, nei ritmi serrati della prosa e delle immagini i viaggi, le rivelazioni, gli incontri, ed è un romanzo fortemente autentico nel suo impulso autobiografico e adolescenziale, nel senso più pieno e migliore del termine. Romanzo dell’amicizia e delle difficoltà dell’amore, della ricerca di sé, del desiderio di appartenenza e della impossibilità a rinunciare al desiderio e al bisogno di rivolta, romanzo dell’ansia di un andare senza fine che cancelli l’ombra della noia e quella più grande ed oscura della morte, romanzo che sembra dare corpo ancora una volta a tutti i grandi miti dell’America. Non c’è da stupirsi che sia tanto amato.
Ma Sulla strada è anche romanzo della coscienza dell’oscurità, del silenzio insuperabile, della impossibilità della comunicazione desiderata, del ritorno ossessivo a cui ogni partire sembra ricondurre, un romanzo che, ascoltato attentamente nei suoi valori compositivi, è assai più serio di quanto a volte noi lettori, presi dai suoi ritmi, non vorremmo.
Jack Kerouac, Lowell, Massachusetts, 1922 – St Petersburg, Florida, 1969. Con Allen Ginsberg e William Burroughs agli inizi degli anni Cinquanta diede vita al nucleo storico della Beat Generation. Sulla strada, il romanzo del 1957 che lo rese celebre, divenne il manifesto di un’intera generazione.
L’Ascesi Filosofica – Studi sul Temperamento Platonico
Autore/i: De Monticelli Roberta
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione, ringraziamenti e introduzione dell’autore, collana: Campi del Sapere/Feltrinelli – Filosofia.
pp. 240, ill. a colori e in b/n f.t., Milano
…L’esperienza che si fa visione di idee non è prerogativa del filosofo più che di ogni altro indagatore umano. Gli studi contenuti in questo libro sono riflessioni di argomento etico, estetico e psicologico. La filosofia che propongono non è un modo privilegiato dell’esperienza di significato, ma un tentativo metodico di liberarci dalle barriere che ne precludono l’accesso. E’ un esercizio di liberazione dell’intelligenza dalle “cose estranee” che gli atteggiamenti filosofici oggi dominanti frappongono fra noi e la nostra aspirazione a comprendere chi siamo. Superando sia le tendenze naturalistiche che quelle ermeneutiche, emerge qui una terza possibilità, nella scia aperta dalla fenomenologia di radice husserliana, cui appunto questo libro si ispira…
Roberta De Monticelli, docente di Filosofia moderna e contemporanea all’Università di Ginevra. Si è occupata di logica e filosofia del linguaggio, fenomenologia ed estetica. Fra le sue pubblicazioni: Dottrine dell’intelligenza. Saggio su Frege e Wittgenstein (De Donato, 1982); Il problema dell’individuazione. Leibniz, Kant e la logica modale (Milano, 1984); Il richiamo della persuasione. Lettere a Carlo Michelstaedter (Marietti, 1988); Le preghiere di Ariele (Garzanti, 1992).
Ringraziamenti
Introduzione:
Il temperamento platonico e la fenomenologia
Il pensiero e le sue fonti
L’esperienza dei filosofi
Gli affetti metafisici
I. La Conversione filosofica
- Stili di spiegazione
- Il dubbio radicale
- L’attualità del vivere e la psicologia
- Causalità, motivazione, libertà: fenomenologia della passività
- Via negationis
- Egologia negativa
- Un peccato d’orgoglio? (Sui pericoli dell’idealismo)
- La conversione filosofica
- Che cosa intendiamo per realtà?
- L’epocché
- La riduzione e gli altri esiti della notte oscura
- La veglia dell’io puro
II. L’autorità perduta
- Una meditazione oziosa?
- La grande svolta dell’etica
- Le etiche possibili: abbozzo di una classificazione
- La vocazione filosofica
III. L’allegria della mente
- Leggerezza e gravità
- Una teoria dell’ispirazione
- L’amore della conoscenza e quello del suo oggetto
- La felicità dello spettatore
- Il dono e i dati
IV. L’immaginazione ontologica
- Gli enfants du paradis
- Memoria o visione?
- Una favola leibniziana
- La dottrina
- Le immagini
V. La notte stellata. Una disgressione estetica
- Le basi di una teoria
- Un’esperienza
VI. Il disordine della mente
- Malinconia e mania
- La prospettiva degli Antichi
- Il temperamento angelico e i pericoli dell’entusiasmo
- Il disordine dell’amore
- I moderni
- Binswanger e l’io trascendentale
VII. Amore e cura
- I due volti dell’inquietudine
- Binswanger e l’eredità husserliana
- La polemica heideggeriana
- Ontico e ontologico
- Persona e libertà
VIII. Il delirio di autenticità
- Il dubbio del professore
- La persuasione e la retorica
- La dismisura del desiderio
- IX. L’anima, la fonte e il castello
- Bios e zoè
- Ricordo di Edith Stein
- Soggetto, mente/spirito, ego, persona
- Momenti d’essere
X. Sulla conoscenza essenziale secondo Platone
- Apollo e la memoria
- Le Idee e le vite
- Lo studio del Bello
- Tu non sei morta…
- Il principio della conoscenza essenziale
Bibliografia
Il Fiore delle Georgiche
Autore/i: Publio Virgilio Marone
Editore: Gentile Editore
testo latino a fronte, traduzione italiana di Salvatore Quasimodo, con quattro disegni di Domenico Cantatore.
pp. 120, Milano
Un incontro con Virgilio, soprattutto con quello mansuetus delle Georgiche, potrebbe rivelare oggi un desiderio di «lasciare» il tempo o di forzarlo in un al di là caro alla consuetudine della poesia. Ma Virgilio, con la sua continua invenzione della natura, interroga sè stesso, non rivolge domande agli altri, non pone occasioni al canto. Nella sua voce possiamo riconoscerci antichi per quel «sentimento della solitudine», che è il riflesso della pena dell’uomo, del dolore in senso assoluto.
E non vogliamo ricordare soltanto l’Orfeo del IV Libro, che entra nella memoria del poeta dopo il dorato viaggio nel regno delle Api, ma la stessa nascita del verso virgiliano mentre cede l’alessandrinismo dei neoteroi, la necessità della sua parola quale somma di quella degli uomini del suo tempo.
La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell’antichità classica. […] (Salvatore Quasimodo)
Nota del traduttore
LIBRO PRIMO
- Nel cielo del nord con sinuose curve
LIBRO SECONDO
- Non le selve della Media, ricchissima terra…
- Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera
- A me care più d’ogni cosa mi accolgano le Muse
LIBRO TERZO
- Se una bella giovenca pascola nell’aspra Sila
- E quando al richiamo di Zefiro la lieta stagione
- Impara ad accendere il cedro odoroso nelle stalle
LIBRO QUARTO
- Il pastore Aristeo fuggendo da Tempe
La Dottrina di Schopenhauer
Le teorie schopenhaueriane considerate nella loro genesi e nei loro rapporti con la filosofia indiana
Autore/i: Vecchiotti Icilio
Editore: Ubaldini Editore
presentazione dell’autore.
pp. 608, Roma
Il libro che si presenta deve la sua notevole mole alla articolata complessità del suo contenuto. Il volume si può idealmente dividere in due parti, una prima “parte” contiene la premessa storica ed ambientale della filosofia di Schopenhauer, in rapporto soprattutto a quella filosofia indiana, che è parsa caratterizzare la produzione dello Schopenhauer maturo. La ricerca e la conseguente trattazione sono state qui particolarmente ampie, nel senso che vi si tratta non soltanto del modo come la filosofia indiana entrò nel mondo occidentale, ma anche del significato che ebbe in esso, nel mondo tedesco in particolare e nella filosofia tedesca. Molte pagine sono dedicate al drammatico ed equivoco “confronto” di Hegel con la filosofia indiana. Dalla situazione complessiva così delineata il Vecchiotti prende le mosse per parlare dello Schopenhauer, anche, ma non soltanto in rapporto con la filosofia indiana. Il fatto è che l’esame di questo rapporto, per essere impostato storicamente, doveva essere ricostruito geneticamente e questo non poteva non significare che una trattazione-ricostruzione delle dottrine schopenhaueriane si rendeva necessaria, se si volevano evitare gli astratti confronti che tanto piacquero a certi dotti del secolo scorso e che ancora continuano a soddisfare qualche palato facile. La seconda “parte” del libro segue perciò la filosofia dello Schopenhauer dal suo primo formarsi fino alle sue ultime enunciazioni. Si è tenuto conto anche del “lascito” di manoscritti, anche se l’edizione Huebscher, la prima veramente esemplare, è uscita solo dopo che il libro era già stato ultimato da molto tempo. L’attenzione rivolta alla filosofia indiana porta l’autore a conclusioni genericamente negative, rispetto al problema dell’”influsso”, ma non del tutto o assolutamente, appunto perché l’opera è volta a distinguere fase da fase, aspetto da aspetto, momento da momento. Ma il libro vuol dare anche qualcosa di più e cioè un’analisi delle dottrine del filosofo nel loro strutturarsi e complicarsi, in un tentativo di ricostruzione organica pur nella molteplicità degli elementi elaborati.
Icilio Vecchiotti è nato a Roma.
Laureatosi ventenne in Giurisprudenza e quindi in Filosofia, si è dedicato alle discipline filosofiche e a quelle linguistiche. È libero docente di Storia della filosofia nella Università di Roma. Sue opere sono: Pensatori dell’India Contemporanea (Roma, 1959); Premessa a Jacobi (ibid.); Relazione e Concreto (Roma, 1960); Premessa al Kâmasutra (Roma, 1964); Bhagavad-Gîtâ (1965); Che cos’è la filosofia indiana (1968); oltre a vari articoli e recensioni concernenti la filosofia indiana ed occidentale e la linguistica (il suo orizzonte filologico spazia per diverse famiglie linguistiche). Per la nostra Casa editrice ha in preparazione altri saggi.
I Primi Elementi di Occultismo
Autore/i: Bricaud J.
Editore: Giuseppe Brancato Editore
traduttore Pietro Bornia con aggiunte dello stesso e numerose figure illustrative.
pp. 112, ill. b/n, Catania
Sommario:
Cap. I – Sommario storico dell’occultismo
Cap. II – Teorie dell’occultismo
Cap. III – La costituzione dell’uomo
Cap. IV – Il corpo astrale
Cap. V – Il piano astrale
Cap. VI – Gli elementini
Cap. VII – La morte e i subì misteri
Cap. VIII – Aure ed immagini astrali
Cap. IX – L’occultismo pratico
Vita dell’Arte Risonanze dell’Estetica di Hegel
Autore/i: Autori vari
Editore: Quodlibet
prima edizione, a cura e traduzione di Francesca Iannelli.
pp. 160, Macerata
Ripetutamente si è considerato Hegel il profeta di un’apocalisse culturale, il filosofo visionario che ha vaticinato una morte dell’arte che nel Novecento si sarebbe manifestata in tutta la sua drammaticità. Ma l’eredità che la filosofia dell’arte hegeliana ha consegnato al nostro tempo è veramente un’eredità luttuosa? Alcuni tra i più autorevoli interpreti di Hegel, da Dieter Henrich a Annemarie Gethmann-Siefert, da Erzsébet Rózsa a Klaus Vieweg si confrontano con questo interrogativo mostrando le suggestioni ancora vive nella filosofia dell’arte sviluppata da Hegel durante gli anni trascorsi dal 1818 al 1831 a Berlino. Da questo confronto con lo Hegel berlinese si aprono molteplici interstizi che garantiscono all’arte nuova vita, nonostante la frammentazione e la parzializzazione che la investe nel moderno. Quando l’arte si svincola dal legame simbiotico con la religione e si secolarizza rimane infatti come elemento imperituro l’umano, quel nuovo sacro che l’arte moderna celebra nelle sue opere, spesso dissonanti. E seppure la più elevata destinazione dell’arte è ormai passata, essa continua ad essere Bildung, continua cioè a formare la coscienza umana attraverso la profonda capacità di rispecchiamento che offre agli uomini in ogni epoca.
Profezie per il Terzo Millennio
Autore/i: Gentili Antonio
Editore: Editrice Àncora
seconda edizione rinnovata, presentazione di Vittorio Messori.
pp. 256, Milano
«Se Noè avesse letto il futuro, certamente si sarebbe calato a picco con tutti gli abitanti dell’arca» (E. Cioran).
Eppure, nonostante le previsioni più catastrofiche, l’uomo è attratto dalla vertigine del futuro, vuole conoscerlo. Per questo legge con curiosità le profezie, cercando in esse segni e tracce di quanto potrà accadere.
Questo libro, rigoroso nel contenuto e scorrevole nello stile, attraverso una seria analisi delle profezie laiche e religiose, aiuta a decifrare l’enigma di un mondo che si apre su un nuovo millennio. Alla luce della parola di Dio, il futuro, terra della paura, si trasforma in avvenire, paese della speranza.
Antonio Gentili, barnabita, licenza in teologia e laurea in filosofia, attualmente risiede e opera nel convento di Campello sul Clitunno (Pg), dopo essere stato per anni animatore della casa per ritiri spirituali di Eupilio (Co). Studioso di spiritualità, ha esplorato le grandi tradizioni meditative dell’occidente e dell’oriente. Guida Corsi di meditazione e preghiera profonda e organizza Settimane di digiuno e meditazione per la purificazione integrale. È autore di spiritualità tra i più noti.
Enciclopedia delle Mummie
Autore/i: Di Leo Filippo
Editore: Libritalia
introduzione dell’autore.
pp. 320, La Spezia
Il volume riassume dalla A alla Z informazioni sulla genesi e l’identità delle mummie, un tempo esseri umani.
Faraoni, Alessandro Magno, Napoleone, Lenin, Evita Peròn e molti Santi cristiani, hanno trovato “l’immortalità” nella mummificazione.
L’Enciclopedia delle Mummie si propone di dare ragguagli aggiornati che possono interessare sia o studioso esperto, sia il lettore curioso.
Miti e Leggende dell’Oriente
Autore/i: Trome Alba
Editore: Giuseppe Brancato Editore
prologo e introduzione dell’autrice.
pp. 156, nn. tavv. a colori f.t., nn. tavv b/n, Catania
Dall’introduzione dell’autrice:
«Sotto la denominazione di “Mitologia Orientale” si possono comprendere agevolmente le tradizioni di un’area molto vasta e varia che esprime i miti e le filosofie mitologiche dell’India, dell’Asia Sud-Orientale, della Cina e del Giappone, alle quali possono essere assimilate le cosmologie mitologiche di aree in passato strettamente connesse a loro come l’Egitto, la Mesopotamia o, ancora, le culture primitive dell’Africa.
Il mito, nell’oriente, è soprattutto cosmogonico e si estende specialmente alla narrazione della nascita dell’universo, dell’ordine divino delle cose, della creazione dell’uomo e della personificazione dei fenomeni naturali (come il vento o il terremoto) in personaggi divini.
Il bacino del fiume Indo è ad oggi la probabile culla dei miti più antichi propagatisi con le grandi migrazioni tra il 6000/4000 A.C. nelle aree suddette, ma anche in Europa e forse addirittura in modo che risulta ancora misterioso nelle americhe.
L’universo così vasto dei miti da esplorare ci ha indotti a favorire alcune religioni antiche ed oggi de finite morte, a discapito di altre che oggi hanno meno elementi mitici e più elementi di fede tipici delle religioni moderne.»
Le Dimore Inquiete
L’invisibile che ogni giorno possiamo vedere
Autore/i: Bona Gian Piero
Editore: Rizzoli
prima edizione.
pp. 232, Milano
Tre case eccezionali e strane stipate di echi remoti che turbano le coscienze, dando probabilità concrete a fatti improbabili. Personaggi che vivono due realtà parallele, due discorsi, due destini, vestiti del doppio abito della verità quotidiana. Così la lettura oscilla tra il vento del passato e le voci del futuro alla scoperta del normale presente, che si rivela nel suo fondo più inquietante e inafferrabile di quanto la nostra ragione possa supporre. Musiche, parole, gesti calati nella fodera di un tempo puntuale, ma incalcolabile; stanze, giardini, oggetti fasciati da spazi fatali che si dilatano nel presagio: un mondo emozionante che l’Autore comunica attraverso il filtro della sensibilità autobiografica.
Morbosa immaginazione e raffinata cultura accendono d’insolite meditazioni sulla vita e sulla morte la sua pagina sorprendente. Tre vicende di realismo visionario e di paura psicologica, condotte sul filo sapiente di uno stile policromo, a vetrata, a cornice, a guglia, tre brevi romanzi che vengono a inaugurare una stagione inaspettatamente nordica e magica della nostra letteratura mediterranea. Qui lo scrittore ci prende per mano dietro una porta socchiusa, nell‘ombra, e ci trascina con lui nella sua conturbante esperienza del Mistero. «Che vi siano o no i fantasmi» egli dice «ch’essi siano realtà o fantasia, non ha alcuna importanza.
Il mondo ha dimensioni visibili e invisibili, e il passaggio fra le une e le altre si chiama sempre inquietudine o follia.»
Gian Piero Bona è nato a Carignano di Torino. Nel ’55 il suo primo libro di poesie I giorni delusi, Mondadori, battezzato da Montale, apre un discorso neo-ermetico che via via attraverso ulteriori prove, Olimpiadi (1958), Il liuto pellegrino (1960), Eros Anteros (1962), Alchimie della vita (1972), si fa psicologicamente simbolico ed epigrammatico. Dopo il suo primo romanzo naturalistico Il soldato nudo, Lerici 1960, e i seguenti realistico-fantastici Il piccolo caos, Lerici 1963, Premio internazionale Silver Caffè, I pantaloni d’oro, Feltrinelli 1969, la sua natura di visionario si precisa qui ne Le dimore inquiete, che può definirsi il primo vero «testo» metanaturalistico della narrativa italiana del dopoguerra. Oltre a queste opere di poesia e narrativa Bona ha scritto sceneggiature cinematografiche e televisive, libretti d’opera e quattro drammi per teatro: Il silenzio delle cicale, Le tigri, L’accoppiamento, – rappresentato nel ’73 e pubblicato da Sipario – e Swastika, tragedia in versi.
Psicologia dei Fenomeni Occulti
Spiritismo e magia, sonnambulismo e visioni mistiche: lo studio del paranormale e delle sue relazioni con l’inconscio nelle ricerche del grande psicoanalista svizzero – Edizione integrale
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Newton Compton Editori
traduzione di Celso Balducci
pp. 160, Roma
Lo studio delle manifestazioni cosiddette «paranormali» ha avuto sempre un ruolo di grande rilievo nelle ricerche di Jung. Egli scriveva infatti: «Una psicologia della coscienza può appagarsi del materiale tratto dalla vita personale, ma non appena desideriamo spiegarci una nevrosi abbiamo bisogno di un’anamnesi che si spinga più a fondo di quanto faccia la coscienza». Di qui la necessità di esplorare tutti i campi per trovare una risposta alle immagini dell’inconscio e dunque di avvicinarsi all’occultismo, alla magia, al misticismo. È ciò che Jung fa nei saggi raccolti in questo volume, indagando la natura di questi fenomeni con il rigore – ma anche con l’apertura mentale – del grande ricercatore.
«In questa età di materialismo […] si è avuta una reviviscenza della fede negli spiriti, sia pure a un livello più elevato. Non Si tratta di una ricaduta nella superstizione, ma […] del bisogno di proiettare la luce della verità su un caos di fatti malsicuri.» (C. G. Jung)
Carl Gustav Jung nato a Kesswill, in Turgovia, nel 1875, era figlio di un pastore protestante. Studiò medicina a Basilea e nel 1900 si trasferì a Zurigo, dove iniziò la pratica medica sotto la guida di Eugen Bleuler. Allievo e seguace di Freud, Jung si allontanò dal maestro nel 1913, a causa di forti dissensi. Tra le sue opere, che hanno creato un nuovo indirizzo nella ricerca psicoanalitica, ricordiamo La psicologia della dementia praecox, Libido, simboli e trasformazioni, L’io e I inconscio, La psicologia del transfert. È morto a Küsnacht, nel 1961.
Può Mai l’Amore Essere Peccato? – I Preti si Raccontano. Quattordici Storie di Omosessualità
Titolo originale: Kann denn Liebe Sünde sein?
Autore/i: Migge Thomas
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, traduzione Valentina Di Rosa, collana: Gli Specchi.
pp. 176, Venezia
…«È il primo uomo che ho veramente baciato, il primo con il quale non ho avuto paura dell’Aids… Molti confratelli mi hanno detto che è difficile vivere, come membro di un ordine, una relazione. Ma… ciò che vivo con quest’uomo è puro amore: non può essere peccato!» (Adriano, francescano, vive a Roma).
Quattordici preti omosessuali raccontano in questo libro la loro esperienza, il dramma di una condizione esistenziale insopportabile, l’irresistibile attrazione per la propria sessualità e nello stesso tempo la convinzione della scelta religiosa mai messa in discussione, la contraddizione tra la loro coscienza che non li fa sentire in peccato e la morale della Chiesa ufficiale. Quattordici testimonianze che reclamano senza morbosità e con coraggio una nuova consapevolezza e una nuova etica…
Thomas Migge ha studiato scienze politiche, storia e sociologia a Duisburg e Roma. Attualmente è corrispondente e collaboratore estero da Roma di giornali e periodici tedeschi e austriaci.
Preti e omosessuali. Un reportage
- Il sesso è la fiamma che mi anima – Jean-Marie
- Non posso negare me stesso! – Adriano
- Sono uno scaldabagno senza diritti – Franz
- Non mi voglio lamentare! – Norbert
- Non ho fatto proprio nulla di perverso! – Martin
- Perché tante chiacchiere? – Giuseppe
- Contro la repressione di un sistema fossilizzato – Joseph
- Mi sento sconfitto e deluso – Arthur
- Un vero sacerdote non può essere un omosessuale convinto – Thorsten
- Fantastico il coraggio di uscire allo scoperto – Klaus
- La sincerità e l’amicizia non possono essere peccati – Robert
- Finalmente mi si è aperto il cuore – Andreas
- Dovunque vai, sei sempre lo stesso – Herbert, il protestante
- I preti omosessuali sono poveri diavoli! – Una conversazione con tre sacerdoti “normali”
Mario Andreis – L’Ora del Partito d’Azione • Scritti Scelti 1944-1985
Autore/i: Autori vari
Editore: Istituto Storico della Resistenza in Piemonte
a cura di giovanni De Luna.
pp. 160, foto b/n, Torino
«Quel sano realismo piemontese che è la forza del nostro Mario», «Mario – lo vedo ogni giorno di più – ha veramente la passione e il genio della politica» ; «Mario solidissimo, quadratissimo, sempre padrone di sé, forte di quel suo penetrante buon senso contadino». Ma chi è Mario e chi è che parla tanto bene di lui? Questi lusinghieri giudizi rimbalzano da due lettere di Giorgio Agosti a Dante Livio Bianco, scritte nella primavera del 1944, nel vivo della lotta partigiana.
Agosti era allora la massima autorità politico-militare delle Formazioni Giustizia e Libertà in Piemonte, Bianco era il comandante militare delle bande GL dislocate nel Cuneese, le più agguerrite e le più efficienti. Entrambi, quindi, uomini di primissimo piano del Partito d’A-
zione piemontese, Giorgio e Livio erano anche e soprattutto amici e intrattenero una corrispondenza fittissima per tutto il periodo della Resistenza, dando vita a uno scambio epistolare segnato da una reciproca fiducia e da una totale sincerità. Il Mario che ritorna nelle loro lettere sempre accompagnato da parole di ammirazione è Mario Andreis, che allora, insieme a Franco Venturi e allo stesso Giorgio Agosti, guidava l’Esecutivo piemontese del PdA. Andreis (che era nato a Saluzzo il 4 maggio 1907), nel 1944 aveva 37 anni ed era di soli tre
anni più vecchio di Agosti; il rispetto che lo circondava era quindi riferito ad altre ragioni che a quelle anagrafiche, affondando le sue radici direttamente nell’esperienza politica e umana che ne aveva scandito l’approdo al Partito d’Azione prima e alla lotta armata poi.
[…] Andreis aveva alle spalle anni molti più «pesanti» che gli avevano regalato una maturità e una consapevolezza sconosciute ai suoi coetanei. Era stato tra i protagonisti dell’attività clandestina di Giustizia e Libertà a Torino nel decennio 1930-1940 e nel Partito d’Azione rappresentava quasi fisicamente la continuità con i riferimenti politici e umani dell’antifascismo “organizzato”, quello che nel ventennio aveva continuato ad operare nel carcere, al confino, nella clandestinità, tessendo le trame di una lotta mai rassegnata, in grado di resistere allo scoramento e ai cedimenti opportunistici nel norne di una speranza che l’8 settembre avrebbe finalmente contribuito a rendere progetto politico operativo. […]
Nato a Saluzzo nel 1907, laureatosi in giurisprudenza a Torino nel 1929, Mario Andreis con Aldo Garosci e Luigi Scala organizza il primo nucleo del movimento antifascista Giustizia e Libertà a Torino e anima il foglio “Voci d’officina”, uscito nel settembre-ottobre 1931. La rete cospirativa, che collabora con gruppi comunisti, viene smantellata: Andreis è arrestato il 16 dicembre 1931 e il 29 aprile 1932 è condannato dal Tribunale Speciale a 8 anni di reclusione. Nel dicembre 1934 viene liberato per amnistia e si stabilisce a Fossano, dove vive sorvegliato. È nuovamente fermato in occasione della retata del 15 maggio 1935 che colpisce Gl a Torino.
Nel 1939 si sposa con la pittrice Lea Reviglio e, trovato un impiego presso la Marelli, si trasferisce a Milano. Qui prende parte al processo di impianto del Partito d’Azione.
Dopo l’8 settembre 1943, Andreis è tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane Gl piemontesi. Dall’ottobre è membro dell’Esecutivo regionale del PdA; in seguito rappresenta il partito nel Clnrp.
Dopo il 25 aprile 1945, Andreis assume la guida della Segreteria piemontese del PdA, mantenendola fino al 1° marzo 1947. Dalla Liberazione sino al 23 agosto 1945 è direttore del quotidiano torinese del partito, “Giustizia e Libertà”. Nel 1946 è nominato membro della Consulta. Con lo scioglimento del PdA, nell’ottobre 1947, come altri compagni entra nel Psi.
Andreis milita nel Psi per il resto della vita, assumendo anche incarichi di rilievo, come la presidenza dell’Inail (1967-1973); inoltre, entra a fare parte del Consiglio di amministrazione della Bnl, dell’Inps e dell’Inam e diviene vice presidente del Credito italiano. Negli anni Sessanta è vice presidente dell’Anpi. Studioso di problemi economici, si interessa in modo particolare di relazioni economiche internazionali. Dal 1975 al 1980 è consigliere del Centro studi Piero Gobetti. Muore a Roma nel giugno 1985.
Introduzione
Scritti di Andreis
- Settembre 1943
- Le origini del PdA
- Nascita del Governo Parri
- Una difficile normalità politica
- La rottura con Parri e La Malfa
- Una crisi irreversibile
- Verso la dissoluzione
Gli Esseni e la «Vita Nascosta» di Gesù
Autore/i: Bemporad Lamberto
Editore: Fotopoligrafica Editrice
pp. 48, Roma
Sommario:
1 – CONSIDERAZIONI SULLA BIOGRAFIA DI GESÙ
- Infanzia e adolescenza
- Gesù maggiorenne
- Il “periodo oscuro”
2 – LE SETTE RELIGIOSE AL TEMPO DI GESÙ
- Gli Esseni
- Gesù ne apprende l’esistenza
- Gesù raggiunge le comunità esseniche del Mar Morto
3 – VITA E PENSIERO DEGLI ESSENI
- Gli Esseni secondo E. Benamozegh
- Come vissero e dove dimorarono
- Esseni pratici e contemplativi
- La loro scomparsa
- Gesù e gli Esseni secondo E. Schuré
- Gli Esseni e le altre sette precristiane secondo G. Ricciotti
- Le sette precristiane secondo Foot-Moore
- L’essenismo secondo A. Caquot
- Da “I manoscritti di Qumran” secondo L. Moraldi
- Da “Giudaismo e Cristianesimo” di Simon e Benoit
- Ancora sui “Manoscritti del Mar Morto” secondo J.A. Soggin
- Gli Esseni secondo l’Enciclopedia Italiana Treccani
- Gli Esseni secondo l’Enciclopedia Europea Garzanti
4 – SOLITUDINE E MEDITAZIONE
- Mosè
- Meditazioni del Budda
- Maometto
- Solitudine e meditazioni di Gesù
- Da A. Aron “Il Periodo oscuro di Gesù”
- “La Vita Nascosta”
5 – OPINIONI CIRCA LA STORIA DEL CRISTIANESIMO PRIMITIVO
- Grandezza del “Figlio dell’Uomo”
- Il Cristianesimo delle Origini secondo Etienne Trocmé
- Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori
- Un’opinione di Lombardo Radice
- Il Cristianesimo secondo A. Aliotta
6 – SE ……..
7 – VITA DI OGNI UOMO NELL’UNIVERSO INFINITO ED ETERNO
Bibliografia
Neve di Primavera
Autore/i: Mishima Yukio
Editore: Bompiani
traduzione di Riccardo Mainardi, in copertina: Kiyomine, dalla serie «Fiori delle Quattro stagioni», 1809.
pp. 414, Milano
Neve di primavera è il primo romanzo della tetralogia Il mare della fertilità, il capolavoro di Yukio Mishima. La figura di Kiyoaki, personaggio ultrasensibile a causa di una raffinata quanto ingannevole educazione, si staglia in primo piano; Honda, l’amico, è invece sordo al richiamo dei sentimenti e proteso esclusivamente verso la vita attiva. Della nevrotica incertezza di Kiyoaki è vittima l’enigmatico e splendida Satoko, che spegnerà il suo amore disperato nella rinuncia alla vita. Altri personaggi complementari sono indispensabili per comprendere un Giappone nel quale retaggio storico, valore morale della tradizione, riti secolari, primato religioso, svolgono una funzione determinante sulla sorte esistenziale del singolo non meno che della comunità. Un affresco narrativo di assoluto nitore nel quale il manto gelato della neve maschera sotto una purezza transitoria il male profondo della vita.
Nato a Tōkyō nel 1925, Yukio Mishima è considerato in tutto il mondo uno dei più grandi scrittori contemporanei. La sua opera, vasta e policroma, gli ha meritato i massimi riconoscimenti letterari.
Il 25 novembre 1970, terminato l’ultimo romanzo del ciclo Il mare della fertilità, si è suicidato secondo l’antico rituale del seppuku. Tra i suoi romanzi tradotti in italiano ricordiamo: Confessioni di una maschera, La voce delle onde, Il padiglione d’oro, Dopo il banchetto, Trastulli d’animali, Sole e acciaio.
Cavalli in Fuga
Autore/i: Mishima Yukio
Editore: Bompiani
traduzione di Riccardo Mainardi, in copertina: Uemora Shōen, “Fiamme” o “La dama Rokuio” (1918, part.), dipinto a colori su seta, Tòkyò, Museo Nazionale.
pp. 432, Milano
Il diciannovenne campione di kendo Isao, giovane “cavallo in fuga” verso il cammino della purezza e della fede, conclude la sua vita con il suicidio rituale del seppuku. Cavalli in fuga è il secondo libro, dopo Neve di primavera, della tetralogia Il mare della fertilità. Siamo nel 1932, alle soglie della seconda guerra mondiale, in un Giappone dilaniato tra il culto delle sacre memorie e l’avvento di una civiltà industriale e corruttrice. Isao e altri giovani amici progettano gesti clamorosi, dimostrativi, cruenti, ma tutto verrà vanificato dal crescente svilimento di ogni valore. Nulla ha più importanza: né l’amore disperato di una donna, né il dolore della propria madre, né la stima e l’amicizia degli amici.
Nato a Tōkyō nel 1925, Yukio Mishima è considerato in tutto il mondo uno dei più grandi scrittori contemporanei. La sua opera, vasta e policromo, gli ha meritato i massimi riconoscimenti letterari.
Il 25 novembre 1970, terminato l’ultimo romanzo del ciclo ll mare della fertilità, si è suicidato secondo l‘antico rituale del seppuku. Tra i suoi romanzi tradotti in italiano ricordiamo: Confessioni di una maschera, La voce delle onde, Il padiglione d’oro, Dopo il banchetto, Trastulli d’animali, Sole e acciaio.
La Veste Color Zafferano
Autore/i: Lobsang Rampa T.
Editore: Casa Editrice Astrolabio
traduzione di Emilia Carreras.
pp. 164, Roma
Sugli altipiani del Tibet, nell’atmosfera rarefatta dell’Himalaya, sorge la grande Lamaseria del Potala dove un ragazzo, Lobsang Rampa venne a studiare gli insegnamenti del Signore Buddha.
Attraverso le esperienze del giovane discepolo apprendiamo la vita del principe Gautama e la sua scoperta della Via di Mezzo, le Quattro Nobili verità e lo stato del Nirvana.
Il lettore che già conosce le esperienze di Lobsang Rampa nelle Lamaserie del Tibet, seguirà con trasporto questa storia personale della trasformazione di un ragazzino audace e talvolta disobbediente in un giovane serio, profondo e dotato di qualità sensoriali assolutamente fuori del comune.
Kāma-Sūtra
Il famoso codice d’amore indiano con le riproduzioni dei dipinti dell’epoca
Autore/i: Vatsyayana Mallanaga
Editore: Fratelli Melita Editori
pp. 176, nn. tavv. a colori f.t., La Spezia
Sommario:
- Saluto al Dharma, all’Artha e al Kama
- L’unione sessuale
- Come prendere moglie
- La moglie
- Le Mogli degli altri uomini
- Le cortigiane
- I modi per attirare a sé gli altri
L’Impero Inca
Dai primi insediamenti andini alla conquista spagnola, storia, misteri e segreti di una delle più affascinanti civiltà dell’America precolombiana
Autore/i: Moseley Michael E.
Editore: Edizione Mondolibri
pp. 340, Milano
La civiltà degli Inca era il risultato del succedersi di culture secolari che avevano lasciato un’eredità stupefacente: Chavin, Moche, Nazca, Huari e Chimù. Il volume ripercorre, come in un viaggio avventuroso, questa storia, partendo dai primi insediamenti andini risalenti a diecimila anni prima della nostra era, per giungere fino alla conquista spagnola. Alla luce dei risultati delle ricerche degli ultimi due decenni, Michael E. Moseley traccia un quadro dell’incessante lotta millenaria che le genti andine condussero per adattarsi a condizioni naturali ostili, spesso in ambienti estremi, dal terribile e arido deserto costiero ai gelidi territori degli altipiani.
I Krupp
Autore/i: von Klass Gert
Editore: dall’Oglio Editore
traduzione dal tedesco di Luigi Emergy.
pp. 384, Milano
Dal capitolo “Attraverso tre generazioni“:
“Sull’altura che domina la valle della Ruhr presso Werden, donde lo sguardo spazia sul laghetto di Baldeney e sul territorio di Berg, sorge la villa Hügel, di aspetto simile a molti palazzi dell’aristocrazia tedesca, ma sostanzialmente dimora borghese. Chi venendo da settentrione, da Essen, s’inoltra nel bosco e nel parco che celano l’edificio, si trova ad un tratto davanti all’alta mole di un palazzo il cui profilo arieggia lo stile Rinascimento. Un grande ingresso rettangolare interrompe la facciata, un nudo finestrone ad arco guarda come un occhio ciclopico giù dal piano superiore, una povera e stonata sovrastruttura, simile a quella di un palcoscenico, sovrasta il tetto a terrazza. A opportuna distanza dall’edificio principale, al quale è collegata da una galleria in stile classicheggiante, sta modestamente la cosiddetta «casa piccola», disadorna e fredda come un fabbricato utilitario prussiano.
Il palazzo borghese fu creato da Alfredo Krupp per i doveri di rappresentanza del suo stabilimento, dove nel corso di un’unica generazione si accumularono ricchezza e potenza. Imperatori e re, principi, ministri, magnati e capitani d’industria, i personaggi più altolocati lo frequentarono. Rare volte una reggia ne vide sfilare altrettanti; e lo stile di vita di «Villa Hügel» vi s’intonò. La realtà eccezionale e favolosa, diventando quotidiana, fu di peso ai suoi abitatori.
Laggiù nella parte occidentale di Essen, presso la porta di Limbeck, si trova la culla della ditta, il cui nome oggi ancora, dopo tante vicende, sovrasta ogni altro in questa regione. È oggetto di rispetto da parte degli operai come degli imprenditori, e soprattutto di coloro che furono o sono tuttora al suo servizio;[…]”