Libri dalla categoria Lorenzo il Magnifico
Chiromanzia
La mano, la sorte, il carattere
Autore/i: Ary di Percsōra
Editore: Edizioni Acanthus
introduzione dell’autrice, disegni di Claudio Borgioli.
pp. 156, nn. illustrazioni b/n, Milano
La mano, con le sue linee e i suoi rilievi, è lo specchio della personalità di ognuno, poiché in essa si evidenziano, con segni unici e irripetibili, le aspirazioni anche inconsce, i pregi e i difetti, le attitudini più marcate dell’uomo.
La chiromanzia, scienza antica, ha subito nei secoli mutazioni e rivalutazioni, dovute al progredire del pensiero umano. Oggi non è più circondata da un alone di timore superstizioso: anzi, nella concezione moderna, è volta ad approfondire la conoscenza della personalità del soggetto. Questo libro essenziale, immediato, corredato in ogni sua parte di disegni esplicativi, parte da uno studio della forma della mano, delle dita e delle unghie (e ha un simpatico capitolo dedicato alla gestualità), per toccare temi di grande interesse: il carattere, la salute, le tendenze, le possibilità d’intesa di coppia come si rivelano al chiromante con l’osservazione delle linee della mano.
È, questo, un manuale agile, alla portata di tutti che nell’approfondire lo studio della mano, aiuta a vedere con occhio più attento anche nel nostro profondo e in quello di chi ci sta accanto.
Ary di Percsōra è autrice anche del volume “Dal messaggio dei sogni i numeri del lotto”, edito da Acanthus, che ha ottenuto un grande successo editoriale.
Fiat Chrysler e la Deriva dell’Italia Industriale
Autore/i: Berta Giuseppe
Editore: Società Editrice Il Mulino
prima edizione, collana: Contemporanea/Duecentoundici.
pp. 152, Bologna
…La questione Fiat-Chrysler, con le sue incognite sul futuro, è la spia di ciò che potrà succedere domani ad altre grandi imprese, chiamate a scegliere fra proiezione internazionale e radicamento nel territorio d’origine. L’esperienza Fiat mostra come la ricerca di una soluzione internazionale possa rivelarsi una condizione di sopravvivenza…
L’alleanza Fiat-Chrysler ha costituito un punto di svolta nel panorama industriale del nostro paese. Sull’orlo del collasso al passaggio di secolo, dopo un difficile rilancio, la Fiat ha colto l’occasione della crisi globale del 2008 per trovare nel legame con la Chrysler la via d’uscita da una situazione altrimenti senza futuro. Ma ciò ha finito col proiettare la nostra maggiore impresa industriale fuori dei confini nazionali, calamitandola nei flussi di una dinamica globale che minaccia il suo ancoraggio al sistema italiano. Il progressivo distacco dall’Italia della sua impresa-simbolo pone perciò interrogativi sulle prospettive stesse del nostro industrialismo. C’è ancora spazio per la grande impresa?
Giuseppe Berta insegna Storia contemporanea nell’Università Bocconi di Milano. I suoi libri più recenti sono: Nord. Dal triangolo industriale alla megalopoli padana 1950-2000 (Mondadori, 2008), L’Italia delle fabbriche. La parabola dell’industrialismo nel Novecento (Il Mulino, III ed. 2009), Eclisse della socialdemocrazia (Il Mulino, II ed. 2010).
Prologo: La caduta delle grandi imprese italiane
I. Fiat-Chrysler e l’Italia
II. Genesi e sviluppo di un’alleanza
- L’accordo del 2009 tra Fiat e Chrysler
- La crisi: il salvataggio dell’auto Usa e il modello americano della Fiat
- Il progetto globale di Marchionne
- La configurazione di Fiat-Chrysler come gruppo
- Le nuove incognite
III. La scommessa del sindacato americano dell’auto
- La fine dell’ordine sindacale di Detroit
- Un sindacato per il XXI secolo
- Rappresentare le nuove fabbriche
IV. Globalizzazione e relazioni industriali in Italia
- Una crisi sindacale
- Da Pomigliano a Mirafiori
- Né vincitori né vinti?
V. La deriva dell’Italia industriale
- Dall’industria all’economia dei servizi
- Cara Emma, caro Sergio: i dilemmi della Confindustria
- L’anima divisa del sindacato
Epilogo
Sanditon – Lady susan, I Watson
Autore/i: Austen Jane
Editore: Edizioni Theoria
seconda edizione, a cura di Malcom Skey, introduzione di John N. Davie, traduzione di Linda Gaia, I Segni 55.
pp. 272, Roma
«Tre o quattro famiglie domiciliate in un paesino di campagna sono la materia ideale per un romanzo», scriveva Jane Austen nel 1814 alla nipote Anna Lefroy.
Le opere qui raccolte – nessuna pubblicata in vita e inedite in italiano a eccezione di “Lady Susan” – fanno capire come le tematiche volutamente ristrette di questa estetica singolare, a lungo viste da taluni critici come una fatale limitazione, siano invece un autentico punto di forza. Non solo: prese in ordine cronologico, “Lady Susan”, “I Watson” e “Sanditon” puntualizzano meglio di qualsiasi storia letteraria lo sviluppo del romanzo inglese nel periodo di transizione dominato da Byron e da Scott, un quarto di secolo prima dell’epoca vittoriana con la quale la Austen funge da «silenzioso tramite sotterraneo» (Emilio Cecchi).
“Lady Susan” (1793-94), tipico novel epistolare nello stile di Richardson e di Fanny Burney, mette spietatamente alla luce gli intrighi di una vedova giovane, bella, e totalmente priva di scrupoli. “I Watson” (1804-5), forse l’unico frutto letterario del periodo di residenza nell’ambiente mondano di Bath (che la Austen odiava), ha invece tutta l’aria di appartenere al gruppo dei suoi romanzi compiuti, a partire dal nome della giovane protagonista, Emma.
Infine, “Sanditon”, iniziato nel gennaio del 1817 e interrotto due anni piú tardi, è l’opera che avrebbe seguito Persuasion se la Austen non fosse scomparsa nel luglio dello stesso anno.
Edito per la prima volta soltanto nel 1925, mostra una nuova libertà tecnica, uno stile sperimentale e quasi impressionistico, nel ritrarre il desiderio ossessivo di creare dal nulla una stazione balneare alla moda. L’energica satira del progresso (e dell’ondata di ipocondria sulla quale esso si baserà) rivela una vitalità davvero sorprendente in un’autrice gravemente ammalata.
Completa il volume un documento che risale al 1816 circa, tradotto dal manoscritto autografo: un beffardo «Progetto di romanzo» scritto come risposta ai suggerimenti impertinenti del bibliotecario del principe reggente.
Jane Austen (1775-1817) è stata una scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa neoclassica nonché tra le autrici del panorama letterario del Regno Unito e mondiale più famose e conosciute.
Mi Chiamo Rachel Corrie
Tratto dagli scritti di Rachel Corrie
Autore/i: Corrie Rachel
Editore: Elliot
prefazione di Naomi Klein, a cura di Alan Rickman e Katharine Viner, traduzione di Monica Capuani e Marta Gilmore.
pp. 96, ill. b/n, Roma
È sempre triste, quando qualcuno muore. Ancor più triste, se è una persona giovane. Intollerabile, se è una morte che si poteva facilmente evitare. Il 16 marzo 2003 una ragazza americana di ventitre anni, Rachel Corrie, è stata schiacciata da un bulldozer dell’esercito israeliano a Gaza, mentre cercava di impedire – illudendosi che bastasse fare scudo col suo corpo – la demolizione di una casa palestinese. La sua morte così insulsa è diventata il simbolo di una pace – quella che da tanti anni insegue il Medio Oriente – calpestata e imbrattata di sangue. Attraverso i suoi diari, le lettere, le e-mail, è nato questo monologo, che restituisce un’ora di vita a una ventenne come oggi ce ne sono tante: eloquente, problematica, sognatrice, idealista, appassionata di Salvador Dalì e Pat Benatar, fumatrice accanita, che mollò la scuola e partì da Olympia, nello Stato di Washington, per andare a lavorare come attivista nel cuore dell’incendiario conflitto israelo-palestinese. Rappresentato al Royal Court di Londra, sempre “tutto esaurito”, il testo ha suscitato un acceso dibattito e ha richiamato l’attenzione delle istituzioni sulla sicurezza delle organizzazioni umanitarie che cercano di riportare pace nelle zone calde del mondo.
Con un intervento di Edward W. Said e una lettera di Vanessa Redgrave.
La Memoria del Sapere
Forme di conservazione e strutture organizzative dall’antichità a oggi
Autore/i: Autori vari
Editore: Editori Laterza
prefazione e cura di Pietro Rossi.
pp. XI-420, 23 figure b/n f.t., Bari
Dalle origini della specie al computer, la capacità di conservare il sapere è stato l’elemento decisivo che ha portato la civiltà occidentale al suo attuale sviluppo, qualunque sia il giudizio che di questo si voglia dare. In questo libro, organizzato cronologicamente, epoca per epoca i maggiori specialisti italiani di storia della cultura indagano e illustrano in maniera approfondita un tema di ricerca tanto originale quanto fondamentale.
Pietro Rossi è professore emerito dell’Università di Torino dove ha insegnato Storia della filosofia e poi Filosofia della storia. È socio nazionale residente e attualmente vice presidente dell’Accademia delle scienze di Torino, nonchè socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei.
I Precursori di Marco Polo
Autore/i: Autori vari
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, testi integrali scelti, tradotti e commentati da A. T’Serstevens, con un’introduzione sulla geografia dell’Asia prima di Marco Polo, traduzione dal francese di Roberto Ortolani.
pp. 368, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Nel leggere le opere dei geografi occidentali del Medio Evo, nello studiare i mappamondi e le carte che ci hanno lasciato, si osserva che la maggior parte dell’India, la totalità della Cina e dell’Asia del Nord erano ad essi del tutto sconosciute, formavano una specie d’immensa regione inesplorata, deserta per gli uni, popolata per gli altri da leoni enormi (Hinc abundant leones) o da cannibali (Antropophagi) all’ultimo stadio della civiltà. Nessuno dei sessantaquattro mappamondi, dal VII secolo alla fine del XIII, da me consultati, dà la minima idea di ciò che potevano essere le vaste regioni che si stendono, verso oriente, al di là del Gange, dell’Himalaya, del Pamir e degli Urali. Al loro posto, quando per caso il tracciato arriva sin lì, figura molto spesso l’indicazione Terra incognita, o Terra deserta, Terra arenosa, o anche Barbari, formula comoda, sin dall’Antichità, per indicare i popoli sconosciuti. Il paese leggendario di Gag e Magog si sposta invece da un capo all’altro del continente asiatico; e nel suo estremo oriente appare molte volte, in una specie di penisola o persino di isola rotonda, circondata da raggi e da stelle, il Paradiso terrestre, noster olim – il nostro di un tempo – indica malinconicamente la carta di Lambertus (XII secolo). In realtà, neppure uno di quei sessantaquattro disegnatori del globo terrestre, nel corso di sette intieri secoli, poteva immaginare ciò che contenevano i tre quarti dell’Asia, ancor meno che uno di quei tre quarti fosse occupato dalla più alta civiltà del tempo, quella delle dinastie cinesi dei Tang e dei Song. Una densa nebbia copriva, essi credevano, quel mondo geografico ed etnico dove tuttavia era penetrata da secoli la duplice lezione spirituale del buddismo indiano e del genio greco.
LA GEOGRAFIA DELL’ASIA PRIMA DI MARCO POLO
La funzione di Marco Polo
L’Asia del mondo greco-romano
Le strade transatlantiche
Dogmatismo degli Arabi
Dogmatismo degli Occidentali
QUALCHE PAROLA SULLA SCELTA DEI TESTI PRESENTATI
IL LIDRO DEl DUE MAOMETTANI OSSIA LA CATENA DELLE CRONACHE
Presentazione
Il Libro di Solimano
I. La navigazione dal golfo Persico alla Cina
II. Informazioni sulla Cina e l’India
Il Libro di Abu-Zeid
I. Informazioni sulla Cina e l’India
II. Sulla città dello Zabedj
III. Nuove informazioni sulla Cina
IV. Nuove informazioni sull’India
VIAGGlO DI GlOVANNI DA PIAN DEL CARPINE
Presentazione
Viaggio di Giovanni da Pian del Carpine
Comincia la storia dei Mongali che noi chiamiamo Tartari
Termina il saluto e comincia il prologo
I. Sulla via che abbiamo seguito
II. Della strada che facemmo al ritorno
III. Della situazione del paese dei Tartari, ecc.
1. Della situazione del paese
2. Della qualità del suo suolo
3. Del clima del paese
IV. Della fisionomia dei Tartari, ecc.
1. Dell’aspetto dei Tartari
2. Dei loro matrimoni
3. Dei loro vestiti
4. Delle loro abitazioni
5. Dei loro beni
V. Del culto di Dio, di ciò che credono essere peccato, ecc.
1. Del culto dei Tartari
2. Di ciò che credono essere peccato
3. Delle loro divinazioni e della purificazione dei peccatori
4. Dei loro riti funebri
VI. Dei costumi buoni e cattivi dei Tartari, ecc.
1. Dei buoni costumi dei Tartari
2. Dei loro cattivi costumi
3. Dei loro cibi
4. Delle loro usanze e delle loro leggi
VII. Delle origini dell’impero dei Tartari, ecc.
1. Delle origini dell’impero dei Tartari
2. Dei principi dei Tartari
3. Del potere dell’Imperatore e dei principi
VIII. Della guerra e dell’ordinamento dei loro eserciti, ecc ..
1. Dell’ordinamento dei loro eserciti
2. Delle loro armi
3. Della loro tattica nel combattimento
4. Degli assedi delle piazzeforti
5. Della perfidia dei Tartari verso i prigionieri
IX. Come fanno la pace con gli altri, ecc.
1. Come fanno la pace con gli altri
2. Dei nomi dei paesi che hanno sottomesso
3. Dei paesi che hanno resistito loro validamente
4. Della tirannia che esercitano sui loro soggetti
X. Dei progetti dei Tartari, ecc.
1. Di ciò che progettano i Tartari
2. Delle armi e armate per combatterli
3. Come bisogna rispondere alle loro astuzie
4. Della difesa delle città
5. ·Quel che bisogna fare dei prigionieri
XI. Dei testimoni che ci incontrarono
Epilogo di tutto il libro
ITINERARIO DI FRA’ GUGLIELMO DI RUBRUK
Presentazione
Itinerario di Guglielmo di Rubruk
Saluto
Il nostro viaggio sino al paese dei Tartari
Della dimora dei Tartari
Delle gozzoviglie dei Tartari
Di quel che mangiano i Tartari
Come preparano il latte di giumenta
Di quel che mangiano i poveri
Dei vestiti dei Tartari
A che cosa si dedicano le donne e gli uomini
Dei loro matrimoni
Come praticano la giustizia
Dei funerali e dei malati
Prosegue il nostro viaggio sino alla corte di Scacatai
Come fummo accolti da Scacatai
Incontro con gli Alani cristiani
Il nostro viaggio attraverso il paese dei Capthati
Prosegue il nostro viaggio fino alla corte di Sartach
Come fummo accolti da Sartach
Come i Moali furono chiamati Tartari
Come andammo alla corte di Batu
Come fummo accolti da Batu
Prosegue il nostro viaggio fino al paese di Organum
Si parla degli Iuguri e delle loro credenze
Si parla del Tangut, del Tibet, ecc.
Si parla di Cataya e dei Nestoriani
Prosegue il nostro viaggio sino alla corte di Mangu Khan
Ciò che accadde prima di essere ricevuti da Mangu Khan
Come fummo accolti da Mangu Khan
Si parla di due franchi di Metz e di Parigi
Si parla della falsa ambasciata del chierico Teodulo
Si parla del preteso battesimo di Mangu Khan
Come ci fu dato un nuovo alloggio
Si parla di alcune cerimonie religiose
Della visita che facemmo al Gran Khan, ecc.
Come la dama Cota fu guarita dal monaco armeno
Si parla delle regioni che circondano Caracorum
Si parla del Cathay e dei suoi Chinchin
Le nostre Contese con il monaco armeno
Del palazzo del Khan e della fontana di mastro Guglielmo
Come giungemmo a Caracorum
Festa di Pasqua a Caracorum
Si parla della malattia di mastro Guglielmo
Si parla della città di Caracorum
Nostro nuovo soggiorno presso Mangu Khan
Si parla della grande controversia religiosa
Dell’ultima udienza che mi concesse il Khan
Si parla degli indovini o sacerdoti idolatri
Feste date dal Khan a Caracorum
Delle lettere che ci dette il Khan per il re
Come dovetti separarmi dal mio compagno
Nostro viaggio fino alla corte di Batu
Nostro nuovo soggiorno presso Batu
Prosegue il nostro viaggio di ritorno
Nostro arrivo ad Acri
Che è possibile intraprendere una nuova crociata e mandare altri ambasciatori al Gran Khan
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
Gesù Figlio dell’Uomo
Autore/i: Augstein Rudolf
Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani
prefazione dell’autore, traduzione di Claudio Groff, Luciano Tosti, Gianantonio De Toni.
pp. 496, Milano
Questo libro parte da una constatazione: la figura di Gesù è immensamente presente nel nostro mondo, e non soltanto alla coscienza dei cristiani: Gesù è stato considerato persino un capo rivoluzionario, un sovvertitore di tutti i valori, il modello di una certa gioventù; Gesù è sopravvissuto alla discussione teologica sulla “morte di Dio”, è diventato addirittura un articolo di moda, il personaggio principale di film e di spettacoli teatrali… Nella convinzione di molti, “Gesù è stato l’uomo che ha esercitato il maggior influsso sulla storia del mondo fino a oggi”. Questa affermazione è vera? Per rispondere a questa domanda, l’autore di questo libro se ne pone altre: chi era in realtà Gesù di Nazareth?
Gesù è proprio esistito, ed era proprio di Nazareth? Gesù ha veramente detto e fatto tutto quello che gli attribuiscono i Vangeli? Ed esaminando e indagando a fondo tutti i materiali e tutte le scritture esistenti, giunge alla seguente conclusione: quel che si può dimostrare è che egli non ha mai compiuto le azioni che gli sono state attribuite, non ha mai pronunciato le parole che di lui sono state tramandate, non ha mai predicato le dottrine dette cristiane e non ha mai preteso di essere “il figlio di Dio”.
Giunto a tali constatazioni, che non intendono tuttavia intaccare il “diritto alla fede”, l’autore contesta la legittimità della diffusione da parte delle Chiese di dottrine di varia origine presentate come se fossero dottrine di Gesù e Verbo di Dio. Ma nel contempo riconosce in Gesù qualcosa che va molto al di là delle credenze ecclesiastiche: un luogo di condensazione e di concentrazione di molteplici possibilità umane. La domanda è perciò: quali forze collettive hanno potuto creare una figura come quella di Gesù? Queste forze sono ancora vive? C’è ancora bisogno di esse? Prodotto di una “creazione poetica collettiva”, Gesù è oggi sfuggito a quelle comunità che lo hanno inventato e soprattutto alle istituzioni che lo hanno finora amministrato. Molte e importanti questioni umane – per es. la legittimità del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasia – non possono più essere decise in nome di Gesù, il quale, se mai è esistito, era certamente molto diverso da come è sempre stato presentato dai pulpiti di tutte le confessioni.
“Figlio dell’uomo”, mito di base della religione cristiana, emblema simbolico vivissimo nella coscienza attuale: in questa magistrale monografia la figura di Gesù è interrogata nella sua storicità e soprattutto nei suoi intrinseci significati, in rapporto con una possibile e forse urgente ridefinizione del suo significato per noi. Infatti la “questione Gesù” resta aperta.
Tiberio o la Spirale del Potere
La forza irresistibile del dispotismo
Autore/i: Storoni Mazzolani Lidia
Editore: Rizzoli
introduzione dell’autrice.
pp. 312, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Perdura, sul conto di Tiberio, la leggenda turpe e sinistra che fu creata da Tacito, da Svetonio, da Dione Cassio, i quali attinsero a fonti dell’opposizione.
La storiografia moderna, al contrario, e la psicanalisi tendono a riabilitarlo e spesso cadono nell’eccesso opposto. Da molti anni non è uscito in Italia uno studio che ponga questo imperatore nella giusta luce.
Lidia Storoni Mazzolani ha concentrato la sua attenzione non solo su la psicologia torbida e complessa del personaggio ma su le operazioni militari, su le scelte culturali, su i processi e, soprattutto, su la funzione che la storia gli impose: operare il trapasso dal Principato all’Impero.
Il potere di Augusto era stato una dittatura d’emergenza, ostentatamente rispettosa delle norme repubblicane, più volte deposta e sempre nuovamente assunta con signorile riluttanza; con Tiberio, il primo successore adottato e apertamente designato, ebbe inizio la successione ereditaria e l’assolutismo.
In Tiberio si innesta l’anello tra un regime che voleva sembrare temporaneo, un potere deferito dal Senato e quindi revocabile, che si basava sul comando militare e sul prestigio morale, e un’autocrazia unica e perpetua. Il governo di Augusto era stato un prodigio di ambiguità e di equilibrio; che fosse trasmesso a un successore stava a provare che non era soltanto un rimedio transitorio a mali transitori, il ritorno dell’ordine dopo decenni di violenza, ma una necessità storica.
I poteri dell’imperatore non ebbero mai definizione costituzionale; si delinearono da sé negli anni di Tiberio che furono anche gli anni della Giudea di Cristo e della sua condanna. Fu allora che la persona del Principe fu assimilata allo Stato, il vilipendio contro di lui fu equiparato ad alto tradimento, a sacrilegio. Finì per sempre la libertà di parola; l’oppositore del regime diventò ” nemico pubblico” . Era stato inventato – scrive Tacito – un reato che non si conosceva.
Il compito di trasformare il principato in monarchia di tipo orientale fu affidato a un repubblicano d’antichissima stirpe, nipote e figlio di patrizi che erano stati avversari politici di Cesare e di Ottaviano. Tiberio era un conservatore e, come tale, alieno dal culto della personalità, schivo, frugale, parsimonioso; un uomo di toga e di spada e, al tempo stesso, un intellettuale. Rispettava il Senato e cercò di rendere ad esso il prestigio, le prerogative e anche le responsabilità d’un tempo; ma l’antica classe dirigente, decimata dalle guerre civili, intorpidita nell’edonismo e nel lusso, era incline al lucro e al servilismo, avida di privilegi, ma non disposta ad assumersi doveri; se Tiberio, nella sua cupa vecchiaia, infierì contro i senatori, fu forse per punirli d’averlo deluso.
Riteneva la costituzione repubblicana la migliore e sperò di restaurarla; ma i tradimenti, le bassezze, le segrete paure lo convinsero che non c’è principe che non diventi autocrate e non c’è autocrate che non trascenda; le delazioni, le confische, le condanne non dipendono dalla crudeltà dell’individuo, ma dalla logica del sistema. E se qualcosa trapela del chiuso animo dell’Imperatore è la sua intima riluttanza al sistema; la sua vergogna, alla fine, d’aver ceduto ad esso. La stessa amara chiaroveggenza ispirò a Tacito, conservatore deluso, il ritratto memorabile, contraddittorio e tragico, dell’erede di Augusto.
Il Disagio della Civiltà e Altri Saggi
Autore/i: Freud Sigmund
Editore: Bollati Boringhieri Editore
pp. 304, Torino
Il volume raccoglie i saggi in cui Freud applicò i concetti e l’esperienza pratica della psicoanalisi alla Vita sociale, morale, religiosa e politica. La radicale coerenza di pensiero, il realismo e la sistematicità dell’analisi unificano i venticinque anni di riflessione contenuti in queste pagine, primo e fondamentale studio di psicoanalisi sociale.
L’incrollabile decisione di spiegare tutta la realtà sulla base di principi scientifici innalza qui uno dei grandi monumenti moderni alla Ragione.
Totalmente attuali a distanza di cinquant’anni, le analisi freudiane abbracciano: la critica alle ipocrisie della società occidentale e il giudizio completamente realistico di fronte alla barbarie che la viene travolgendo; le meditazioni sull’anima collettiva e sulla religione, implacabilmente definita la grande illusione dell’umanità; le meditazioni sui fondamenti della civiltà, ”unico modo di vita degno di essere vissuto”, e sulla coercizione che le tendenze distruttive degli uomini e la mancanza di spontaneo amore al lavoro rendono indisgiungibile dagli ordinamenti civili; l’avvenire dell’umana convivenza.
Tantra Spiritualità e Sesso
Autore/i: Osho Rajneesh
Editore: Rajneesh Foundation of Italy Editrice
introduzione di Swami Premgeet, hanno collaborato alla traduzione Ma Prem Manuela, Ma Chandra, Ma Deva Prayoga.
pp. 112, Milano
Tantra è l’arte di vivere. L ’arte di amare. Tantra è il metodo per conoscere la propria sessualità. Ma ne hai paura perchè ti hanno spinto a reprimere la tua sessualità. La paura è profonda perchè se il sesso tocca il suo culmine, dovrai affrontare l’estremo terrore, il terrore della morte. Perfino le nuove generazioni… non sono ossessionate dal sesso, ma l’inconscio continua a condannarlo. È stato costruito secolo dopo secolo, racchiude in sé l’intero passato dell’umanità.
I Grandi Gialli Francesi
Autore/i: Autori vari
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’originale francese di Mariagrazia Bianchi.
pp. 682, Milano
Fino a pochi anni fa, il mono polio della letteratura poliziesca si trovava nelle mani degli scrittori anglosassoni, e Simenon con il suo commissario Maigret era la classica eccezione che conferma la regola. Di recente in Francia si sono affacciati alla ribalta autori eccezionalmente dotati che, a volte seguendo la tradizione, ma spesso scavalcandola con nuovi schemi del puzzle giallo, sono riusciti a offrire al pubblico autentici capolavori. Situazioni e personaggi perseguono tuttavia sempre in modo rigoroso una soluzione finale ferreamente logica, dove non interviene mai il caso o un deus ex machina. In questa prima scelta il gatto, simbolo, come tutti sanno, dei Gialli Longanesi, presenta Troppi moventi, un thriller angoscioso dominato dall’assillante dubbio del protagonista che sua madre sia un’assassina; Ditelo con i fiori, il romanzo che ha vinto il premio Quai des Orfévres nel 1970; Sei ottime ragioni, che narra la complicata elaborazione di un delitto troppo perfetto e, infine, Z come Zurigo, dove un commissario a riposo, durante una vacanza, non resiste alla tentazione di snidare la verità.
Troppi moventi, J. F. Coatmeur
Ditelo con i fiori, Christian Charriere
Sei ottime ragioni, Rene Reouven
Z come Zurigo, A. Picot e M. Roland
Il Caso Marilyn M. – E Altri Disastri della Psicoanalisi
Autore/i: Mecacci Luciano
Editore: Editori Laterza
prima edizione, premessa dell’autore, collana: I Robinson / Letture, in copertina: Marilyn Monroe nel 1962 durante l’ultimo servizio fotografico in cui appare, realizzato.
pp. 216, ill. in b/n, Bari
…Carl Lee e Paula, la dr.ssa Kriss mi ha messo in ospedale sotto la cura di medici idioti. Non dovrebbero essere i miei medici. Sono stata chiusa con queste povere persone pazze. Sono sicura di diventare pazza anch’io se rimango in questo incubo. Per favore aiutatemi. Questo è l’ultimo posto dove dovrei stare. Vi amo entrambi.
p.s. Sono al piano dei pericolosi. È come una cella. (Marilyn)
…Tutta la faccenda, in realtà, assomiglia a un disastro. Sono nello stesso stato in cui ero quando andai da Freud per la prima volta e ora Freud non c’é più..(Sergej Konstantinovičč Pankeev, noto come l’uomo dei lupi, 1973
La psicoanalisi ha proposto una nuova forma di conoscenza e terapia dell’anima umana. Ma proprio a causa dello stretto rapporto dottore-paziente, gli psicoanalisti hanno dovuto stabilire progressivamente regole e principi nel loro rapporto con i pazienti. Primo fra tutti il non lasciarsi coinvolgere emotivamente dal paziente durante l’analisi. In realtà non è stato sempre così. Questo libro vuole offrire una serie di esempi di “disastri della psicoanalisi”, adottando una prospettiva storica basata sulle biografie dei fondatori della psicoanalisi.
Luciano Mecacci ha insegnato Psicologia generale all’Università degli Studi di Firenze. Tra le sue opere per Laterza: Identikit del cervello (1984); Psicologia. Dizionario enciclopedico (con R. Harré e R. Lamb, 1986); Introduzione alla psicologia (1989); Psicologia e psicoanalisi nella cultura italiana del Novecento (1998); Psicologia moderna e postmoderna (1999); Fondamenti di psicologia (2010). I suoi libri sono stati tradotti in inglese, olandese, portoghese, russo, spagnolo e tedesco.
Premessa
- Da Hollywood a Vienna
- Figli di analisi
- L’amore è..paziente
- Casi inventati, casi manipolati
- Da Vienna a Mosca: la vera storia dell’Uomo dei lupi
- Un tipico abbaglio: il caso George C.
- Perché tanti suicidi?
- Epilogo
Indice dei nomi
Storia del Partito Comunista Italiano – Da Bordiga a Gramsci • Volume 1
Autore/i: Spriano Paolo
Editore: Giulio Einaudi Editore
prima edizione, introduzione e nota al primo volume dell’autore, Biblioteca di cultura storica 95.
pp. XII-530, Torino
Questa di Paolo Spriano è la prima Storia del Partito Comunista Italiano di impianto scientifico. L’autore ha avuto accesso all’archivio del PCI nonchè all’abbondante messe di documenti riservati, sequestrati dalla polizia italiana nel corso delle perquisizioni operate nella sede comunista, dal 1921 in poi, e conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato. una parte non meno importante della documentazione inedita viene inoltre dalle relazioni che inviarono a Mosca i rappresentanti in Italia dell’Internazionale comunista, in particolare lo svizzero Jules Humbert-Droz.
Sulla base di tutta questa documentazione, fino ad ora inesplorata, si delinea un quadro delle origini e dello sviluppo di un movimento che opera nella vita nazionale e fa al tempo stesso parte di uno schieramento internazionale che ha, al suo sorgere, una vita particolarmente intensa e drammatica.
Il primo volume dell’opera – che proseguirà affrontando Gli anni della clandestinità – si muove appunto in questo orizzonte aperto dalla rivoluzione russa, nel 1917; ne segue le tappe successive, dallo scorcio finale della prima guerra mondiale sino al 1926: un periodo dominato dalla crisi rivoluzionaria europea e che in Italia è contrassegnato prima dall’incandescente «biennio rosso» (1919-20), poi dalla scissione di Livorno (1921), quindi dai capitoli della guerra civile, dall’avvento del fascismo, dal delitto Matteotti, dalle ultime battaglie al movimento operaio e dell’antifascismo prima della completa soppressione della libertà da parte del regime mussoliniano.
Si intrecciano nella narrazione – sempre serrata e densa – e nell’esame critico approfondito, i filoni fondamentali della ricerca: i caratteri e la natura di una «sinistra italiana» che approda alla fondazione del PCI; i rapporti complessi e spesso tesi, tra il nuovo partito e la «Centrale» di Mosca; la crisi del gruppo dirigente e le lotte di tendenza tra «la sinistra» di Bordiga, «il centro» di Gramsci e Togliatti, e «la destra» di Tasca; lo svilupparsi della crisi nazionale nel divampare della lotta di classe e degli scontri armati tra fascisti e militanti operai.
Si stagliano nel quadro le figure dei protagonisti, per la prima volta seguiti in modo esauriente attraverso la loro precisa azione politica e la loro personale caratterizzazione ideologica: Bordiga, il primo capo del PCI, Gramsci, che ne diventa presto l’antagonista e imprime un nuovo corso allo sviluppo del partito, e con loro Serrati, Togliatti, Terracini, Tasca, Scoccimarro, ecc. Polo costante di rifermento restano le vicende della III Internazionale e gli interventi sulla «questione italiana» pronunciati dagli uomini dello stato maggiore bolscevico.
Ciò consente al lettore di cogliere meglio il frutto più fresco della ricerca dell’autore: la comprensione dei caratteri di un’epoca, quella stessa che dà la sua impronta al PCI, nella quale appare «all’ordine del giorno» la rivoluzione socialista, e tale prospettiva si scontra drammaticamente con la più aspra guerra civile e la ripresa reazionaria.
Introduzione
Storia del Partito comunista italiano
- I. Bordiga, Gramsci e Serrati dalla guerra al dopoguerra
- II. La fondazione della III Internazionale e il PSI
- III. «Il Soviet» e i giovani
- IV. «L’Ordine nuovo» nel 1919-20 e la «scissione d’aprile»
- V. Gli italiani al II congresso dell’Internazionale comunista
- VI. Dall’occupazione delle fabbriche alla scissione di Livorno
- VII. Dal teatro Goldoni al San Marco
- VIII. Di fronte al fascismo
- IX. Gli Arditi del popolo
- X. Il dissenso con il Komintern
- XI. L’Organizzazione legale e illegale del PCd’I
- XII. Le tesi di Roma e il II congresso del PCd’I
- XIII. Il paradosso dell’Alleanza del lavoro
- XIV. Il fallimento dello «sciopero legalitario»
- XV. La scissione socialista dell’ottobre 1922
- XVI. La marcia su Roma vista da Mosca
- XVII. La mancata fusione col PSI
- XVIII. La «battuta anticomunista» del 1923
- XIX. L’atto d’autorità del Komintern
- XX. Gramsci protagonista della svolta
- XXI. Il primo processo al PCI
- XXII. Le elezioni dell’aprile 1924 e il caso Bordiga
- XXIII. Il convegno segreto di Como
- XXIV. Il V congresso del Komintern
- XXV. Il delitto Matteotti e l’Aventino
- XXVI. L’Antiparlamento e i Comitati operai e conta-dini
- XXVII. L’equazione bordighismo-trockismo
- XXVIII. La difesa delle ultime trincee
- XXIX. Le Tesi di Lione e il dibattito precongressuale
- XXX. I lavori del III congresso del PCI
Indice dei nomi
Logica dei Termini
Autore/i: Guglielmo di Ockham
Editore: Rusconi
unica edizione, introduzione, traduzione, note e indici di Paola Müller.
pp. 348, Milano
Guglielmo di Ockham (1280 ca.-1347 ca.) nacque nel villaggio omonimo, non lontano da Londra. Entrato nell’Ordine francescano, insegnò dapprima nell’Università di Oxford, si trasferì poi (1324) per qualche tempo alla corte papale di Avignone, inquisito per certe sue idee sospette di eresia, senza però subire una condanna formale. Da Avignone nel 1328 fuggì in Italia, ponendosi al seguito dell’imperatore Ludovico il Bavaro e poi soggiornando in Germania, alla corte di Monaco, fino agli ultimi suoi giorni.
In quest’ultimo periodo Ockham si dedicò alla produzione di opere di contenuto politico; negli anni precedenti, di Oxford e di Avignone, egli aveva composto invece quasi tutte le sue opere di argomento teologico-filosofico: dall’imponente Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, alle Summae di logica e di fisica e alle Qnaestiones quodlibetales.
La Logica dei termini, che qui presentiamo, tema basilare dell’opera logica di Ockham, costituisce anche l’argomento più nuovo e più caratterizzante. Essa giustifica, in gran parte, la qualifica di moderna, che già allora le venne attribuita nei confronti della logica tradizionale antica: le novità toccano l’impostazione di tutta la logica classica e aprono la via ad una vera e propria impostazione semantica. La dottrina della significatio e della suppositio, uno dei contributi più originali della logica medievale, manifesta nella funzione segnica del termine il suo carattere più proprio, anticipando così alcune posizioni espresse dalla moderna semiotica. Un giudizio altamente positivo delle dottrine logiche medievali è cosa recente. Non è lontano il tempo in cui proprio le raffinate tecniche dei moderni logici di allora venivano annoverate tra il verbalismo vuoto del barbaro Medioevo e fra le dispute inutili di frati litigiosi. Giudizio che non ha tenuto conto del ruolo fondamentale del sistema educativo medievale rivestito dalla logica e delle sue implicazioni in ambito epistemologico, metafisico e teologico. Infatti solo l’arte logica “dissipa la caligine degli errori”, sciogliendo “la mente dai vincoli” e restituendola alla libertà.
La traduzione della Logica dei termini di Ockham è dedicata appunto a quest’arte, che “dirige la ragione umana a guisa di luce”. È un testo classico nell’attuale riscoperta dell’occamismo e del suo contributo al rinnovamento del pensiero scientifico medievale e moderno.
La Pioggia Nera
Autore/i: Ibuse Masuji
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, introduzione, traduzione dal giapponese e cura di Luisa Bienati.
pp. 416, Venezia
Un lampo, una nube a forma di fungo, cangiante come una medusa, e poi quella strana pioggia nera, segno indelebile del destino della città di Hiroshima. L’ossimoro che Ibuse Masuji ha scelto per titolo è metafora del fall out atomico e trae il suo vigore dal contrasto: la pioggia è forza vitale, rigeneratrice, perché l’acqua nella tradizione religiosa giapponese è apportatrice di purezza. Inconciliabile con il nero, lo sporco, l’impuro. La pioggia nera è una contraddizione nel ciclo biologico, suona come una violenza verbale alle leggi della natura, così come la potenza distruttrice dell’atomo rinnega la vita dell’uomo, agendo sull’origine del suo essere, scollando gli anelli della sua catena genetica. Con questo romanzo Ibuse Masuji ci fa rivivere la tragedia di Hiroshima attraverso gli occhi ignari e rassegnati di persone come tante, e ci dimostra come la finzione letteraria, con gli artifici che le sono propri, riesca a sublimare il dato reale della ricerca storica e a convogliare il senso del vero più di un’asciutta descrizione realistica. Con uno stile pacato, senza retorica né vittimismo, Ibuse salva il senso della scrittura come “memoria” e recupera al di là dell’orrore la dignità dell’uomo.
Della sua lunga vita, Ibuse Masuji (1898-1993) ha trascorso a Hiroshima solo pochi anni, ma il mondo rurale della terra d’origine è stato sempre il centro della sua geografia poetica. Le sue storie narrano dei “deboli”, di contadini, di individui strappati alle loro radici da catastrofi causate da eventi naturali o dall’agire sconsiderato dell’uomo. Colonne di fuoco, vortici d’acqua, terremoti, vulcani in eruzione sono le scenario costante dei suoi racconti: la natura è governata da una forza inesorabile che guida il destino dell’uomo. Quando Ibuse arriva a “descrivere l’indescrivibile” della tragedia atomica, ha già elaborato i simboli che daranno vita e potenza alle sue immagini. Con La pioggia nera egli accetta la sfida più ardua della sua carriera e il romanzo, suo capolavoro, diventa l’epilogo di un lungo percorso artistico. La sua matura sperimentazione narrativa e la sua particolare “cosmologia” gli consentono di dare forma nuova a quell’esperienza che, per la sua mostruosità, è stata definita da tanti sopravvissuti “al di là delle parole”.
Luisa Bienati insegna letteratura giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Per la Letteratura universale Marsilio ha curato Al giardino delle peonie e altri racconti di Nagai Kafu (1989, 2000) e La morte d’oro di Tanizaki Jun’ichiro (1995); per i Romanzi e racconti Marsilio I piedi di Fumiko – Ave Maria di Tanizaki Jun’ichiro (1995).
Lo Stupore e il Caso
Autore/i: Gargani Aldo G.
Editore: Editori Laterza
prefazione dell’autore.
pp. 208, Bari
Da Wittgenstein a Freud, da Einstein a Kafka, Musil, Bachmann, Bellow, un profondo mutamento di tutte le forme del sapere scientifico, letterario, artistico, ha caratterizzato la società contemporanea, e ha portato in filosofia alla crisi dei concetti assoluti (verità, sostanza, necessità) per mettere al centro dell’attenzione i modi e le vie attraverso i quali ognuno di noi da un senso all’esperienza e alle circostanze della sua vita.
in questo orizzonte lo «stupore» e il «caso» sono le condizioni di nuove scoperte scientifiche, così come sul piano esistenziale essi dischiudono la possibilità di intuire e di fissare nuovi significati della vita, di prendere nuove decisioni.
Aldo Giorgio Gargani (Genova, 1933) ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all’Università di Oxford ed e professore ordinario di Estetica all’Università di Pisa. Ha pubblicato per i nostri tipi: «Introduzionea Wittgenstein» (1988), «Sguardo e destino» (1988), «La frase infinita» (1990), «il testo del tempo» (1992).
Poltergeist
Lo studio più completo e scientifico su uno dei fenomeni più inquietanti e spettacolari della parapsicologia
Autore/i: Roll William G.
Editore: Armenia Editore
unica edizione, prefazione di J.B. Rhine, introduzione dell’autore, traduzione di Ugo Dèttore.
pp. 256, Milano
Il termine Poltergeist è nato in Germania e significa, per l’esattezza, «spirito rumoroso»: definizione forse bizzarra, ma suggestiva.
Quando il Poltergeist invade una casa, è impossibile prevedere cosa succederà: nell’abitazione dei coniugi Hermann, a Long Island, le bottiglie si spaccavano da sole; la famiglia Beck, di Indianapolis, è stata tormentata dai morsi di un’invisibile creatura; la casa della signora Pearl Howell, a Clayton, splendeva ogni notte di incomprensibili fasci di luce…
Questi sono solo alcuni dei casi che William G. Roll, illustre parapsicologo americano, direttore della sezione progetti della Psychical Research Foundation di Durham, narra nel suo affascinante volume.
Roll ha cominciato ad occuparsi del Poltergeist sin dagli inizi della sua carriera, vivendo in prima persona numerosi fenomeni, ed è oggi considerato il massimo esperto in materia.
Lo studio del Poltergeist s’inserisce ormai, a pieni diritti, nell’ambito della parapsicologia ortodossa. J.B. Rhine, che del libro ha scritto la prefazione, nota come sia stato necessario attendere gli sviluppi dell’indagine sulla psicocinesi, cioè sapere qualcosa sugli effetti che la mente può avere sulla materia, per giungere alle conclusioni che riguardano il Poltergeist.
Perchè tutti i fenomeni paranormali, anche i più eccentrici e imprevedibili, hanno un significato globale che proprio in questi anni, sotto i nostri occhi, si va rivelando nella sua intierezza.
Traité d’Astrologie Médicale
Comment dresser le plan psychologique d’un ętre dès sa naissance
Autore/i: Pâque Boris
Editore: Éditions Flandre – Artois
pp. 260, ill. b/n, Tourcoing
Ce livre permet, dès la naissance d’un individu, de dresser son bilan psychologique en indiquant les points faibles de son organisme.
The Temple Scroll – The Hidden Law of the Dead Sea Sect
Autore/i: Yadin Yigael
Editore: Steimatzky Ltd
pp. 264, with 24 pages of colour illustrations and 50 black and white photos and line drawings, Tel Aviv (Israel)
The momentous discovery of the Dead Sea scrolls, of which the Temple scroll is the latest to be deciphered, sent shock-waves throughout the world of biblical and historical scholarship, challenging the conventional notions of the influences that shaped early Christianity, shedding light on obscurities in the Bible text, and providing dramatic insights into the events and ideas in the Holy Land during the final turbulent centuries of Jewish independence.
This account by Yigael Yadin of his strange acquisition and detective-like decipherment of what has turned out to be the most important of all the Dead Sea scrolls discovered so far was completed shortly before his death. The scroll has the longest text – it measures 30 feet – written in ancient Hebrew in the biblical style and preserved in the dry heat of a Dead Sea cave for some two thousand years.
It is a remarkable story, beginning with a million dollar proposal out of the blue, the retrieval of the scroll seven years later in the midst of a war, followed by months of painstaking unrolling and years of decipherment and study, and ending with the final recovery of a text of the highest significance that sheds light on obscurities in the Bible and on the ideas prevailing during the century and a half before Jesus.
Presented as the words of God speaking directly to Moses, the scroll contains what appears to be a “hidden” Torah, supplying laws on issues vital at the time that are “missing” from the standard Laws of Moses but which were “revealed” only to the Dead Sea sect through its founder, the “Teacher of Righteousness”. Most exciting are its novel concepts, particularly on the Temple structures and ritual and the “Statutes of the King”, as well as Yadin’s startling conclusions and the reasoning behind them. Some of the scroll’s iniunctions may well have influenced the early Christians in a special way.
As with his popular accounts of his dramatic archaeological excavations, Yadin has written a fascinating book of uncommon importance which will appeal to both the scholar and the general reader.
A general at the age of thirty-two when he was appointed Chief of Staff of the Israel Army, Yigael Yadin continued his post-graduate studies upon his retirement from the service. Within a comparatively brief period, after heading spectacular archaeological expeditions which yielded dramatic discoveries, and holding the Chair in Archaeology at the Hebrew University, Jerusalem, he became one of the foremost international scholars in the fields of biblical archaeology and Dead Sea scroll research.
In a temporary departure from academic activity, he entered the Knesset (Israel’s parliament) in 1977, joined the government and served as deputy Prime Minister until 1981, when he retired from politics and resumed his professorship at the University. He died suddenly of a heart attack in May 1984, at the age of sixty-seven, shortly after completing this book.
Apart from his numerous academic works, Yadin also wrote popular books on his archaeological excavations at Hazor, Masada and the Caves of Bar Kokhba near the Dead Sea, which became best-sellers, as did his Message of the Scrolls, one of the first publications on the Dead Sea documents.
Genesi e Big Bang
Uno straordinario parallelo fra cosmologia e Bibbia – La scoperta dell’armonia fra Bibbia e scienza moderna
Autore/i: Schroeder Gerald L.
Editore: Interno Giallo Editore
prima edizione, traduzione di Lidia Perria.
pp. 264, Milano
Risultato del viaggio di uno scienziato, durato 35 anni, fra il prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology) e Gerusalemme, Genesi e Big Bang sostiene l’affascinante tesi che gli avvenimenti di miliardi di anni seguiti – secondo i cosmologi – al Big Bang e gli avvenimenti dei primi sei giorni descritti dalla Genesi sono, in realtà, gli stessi. In altre parole, essi sono realtà identiche descritte in termini diversi.
Con un linguaggio allo stesso tempo tecnicamente esatto e sorprendentemente accessibile, Gerald Schroeder riconcilia i fatti osservati dalla scienza con la stessa essenza della religione occidentale: il resoconto biblico della creazione. Analizzando e interpretando con estrema cura i principi scientifici e gli analoghi passaggi delle Scritture, Schroeder giunge a una conclusione tanto chiara e inequivocabile da spingere a chiedersi come mai nessuno ci era ancora arrivato.
Per il lettore, credente o non credente, ebreo o cristiano, il libro rappresenterà certo un modo radicalmente nuovo di interpretare gli avvenimenti chiave della vita dell’universo.
Gerald L. Schroeder, fisico e teologo, si è laureato al Massachusetts Institute of Technology. Suoi saggi sono apparsi su Newsweek, sul Jerusalem Post (Schroeder risiede in Israele) e numerose altre pubblicazioni scientifiche.