Pace nella Guerra
Autore/i: de Unamuno Miguel
Editore: Talete Edizioni
prefazione di Otello Lottini, traduzione, nota introduttiva e cura di Simone Trecca.
pp. 360, Roma
“Sempre tutto nuovo e tutto sempre vecchio nel perenne cambiamento, sull’eterna immutabilità delle cose!” (Miguel de Unamuno)
“L’autore penetra a fondo nell’interiorità dei personaggie scopre terre profonde, intessute di pene e didolori, intessute di pene e di
dolori, facendoci capire che la realtà è altro da ciò che
sembra. Perciò, mette a nudo i nervi occulti nel cuore
degli uomini, sforzandosi di coglierli e di indagarli, al
di sotto dell’eccitazione degli animi, causata dalla
guerra.” (Otello Lottini)
Miguel de Unamuno è stato un poeta, pensatore, scrittore, drammaturgo e politico spagnolo di origini basche. È stato anche uno dei maggiori rappresentanti del movimento letterario “Generazione del ’98” (insieme con Á. Gavinet e B. Pérez Galdós), espressione del modernismo letterario spagnolo. I temi affrontati nelle sue opere sono l’idea di ispanismo inteso come il senso del tragico nella vita, il bisogno di collocare la Spagna nell’Europa industrializzata, l’ansia di eternità e il rapporto fra Dio e l’uomo.
Nacque a Bilbao nel 1864 ma compì i suoi studi di lettere e filosofia a Madrid. Nel 1891 fu chiamato alla cattedra di lingua e letteratura greca dell’Università di Salamanca dove fu nominato rettore nel 1901. Nel 1914 fu destituito per la sua attività contro la monarchia. Dieci anni dopo fu confinato nelle Canarie, a Fuerteventura, a causa della sua opposizione alla dittatura di Primo de Rivera. Il suo esilio toccò molti intellettuali europei, tra cui Einstein, Rolland e Thomas Mann, che appaggiatrono una protesta in suo nome. Riuscì a fuggire e, prima dell’avvento della seconda repubblica, tornò in patria e riprese il suo incarico di rettore. Fu di nuovo destituito nei primi giorni della guerra civile, in seguito a dissensi con i militari nazionalisti e falangisti. Morì a Salamanca nel 1936.
Argomenti: Letteratura, Narrativa,