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Origini della Vita

Origini della Vita

Autore/i: Dyson Freeman

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Lucia Maldacea.

pp. 104, illustrazioni b/n, Torino

Spirito irrequieto, eccezionalmente colto, Freeman Dyson è lontanissimo dallo stereotipo dello scienziato chiuso nella torre d’avorio della propria specializzazione. In questo saggio egli prende la parola, lui fisico teorico ed esperto di problemi degli armamenti, nel dibattito sull’origine della vita. Un tema che, fino a ieri oggetto di esercitazioni teoriche a sfondo filosofico, comincia ad acquistare una dimensione concreta grazie alle possibilità di verifica sperimentale consentite dai progressi della biologia molecolare e dalle tecniche di simulazione al calcolatore.
Il punto di partenza dell’esposizione è una panoramica delle teorie e degli esperimenti su cui Dyson ha formato la propria visione del problema.
Egli si rifà qui al lavoro di fisici (Schrödinger), chimici (Eigen e Orgel), matematici (von Neumann), biologi (Margulis) e genetisti (Kimura). In particolare, il concetto di “automa meccanico” di von Neumann gli dà modo di compiere un passo decisivo: la separazione, nel vivente, della funzione metabolica, svolta dalla componente proteica (l’analogo dell’hardware di una macchina), da quella replicativa, propria degli acidi nucleici (il software). Ma la seconda non può darsi senza una struttura preesistente. Di qui l’ipotesi di una “doppia origine” della vita, con la comparsa dapprima di organismi esclusivamente proteici, incapaci di replicarsi, e successivamente dei geni, sopraggiunti come parassiti a infestare quella fauna primordiale. A sostegno della sua tesi Dyson elabora un modello matematico che descrive la transizione da uno stato di caos allo stato di attività metabolica organizzata in una popolazione molecolare, sufficientemente ricca, questa, da assicurare l’omeostasi.
Paradossalmente, per funzionare al meglio la natura – ma la conclusione di Dyson può estendersi ad ogni ambito vitale, dalla cultura all’economia – sembra aver bisogno di un certo grado di inefficienza e di approssimazione, quella stessa che si ritrova nelle complicate strutture quasi casuali dell’omeostasi, come una sorta di difesa passiva contro il rigore dispotico, intollerante dell’errore, dei “replicatori egoisti”.

Freeman Dyson, nato in Inghilterra nel 1923, è considerato una figura di primissimo piano della fisica contemporanea. Attualmente insegna fisica all’Institute for Advanced Study di Princeton.
Di lui Boringhieri ha pubblicato l’autobiografia, Turbare l’universo, e Armi e speranza.

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