Oracoli Caldaici
Autore/i: Anonimo
Editore: Coliseum Editore
introduzione e cura di Angelo Tonelli.
pp. 336, Milano
Nella “Vita di Proclo”, scritta dal discepolo marino, si legge che – di tutti i testi antichi – il maestro avrebbe voluto salvare soltanto gli “Oracoli Caldaici” e il “Timeo”. Tale era il fascino degli “Oracoli”, che Gemisto Pletone raccolse all’inizio del XV Secolo, attribuendoli ai discepoli di Zoroastro, e Kroll edito nel 1894.
Questa bibbia orientale dei neoplatonici, scritta in esametri, forse nel II secolo d.C., e tramandata a noi specialmente dalle testimonianze di Damascio, Sinesio, Proclo, Psello e Giovanni Lido, è stata vanamente attribuita sia a Giuliano il Caldeo sia a suo figlio, Giuliano il Teurgo.
Leggendo questi frammenti, soffrendone le lacune, viene da biasimare l’incuria del tempo. Eppure, essi si uniscono a figurare “Le Opere del Fuoco”, a evocare l’arte teurgica delle mescolanze e i riti di congiunzione che rendono presente il Dio.
Questi volubili frammenti – più che oracoli invocazioni, insegnamenti – rasentando un silenzio ci dicono ancora le vicissitudini dell’anima nel corpo e l’amoroso legame di tutte le cose.
Argomenti: Antica Grecia, Culti, Profezie, Riti, Storia dei Costumi, Storia dei Popoli,