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Oleanna

Oleanna

Autore/i: Mamet David

Editore: Edizioni Costa & Nolan

introduzione di Masolino d’Amico, in copertina: foto di Tommaso La Pera, 1993.

pp. 64, Genova

Senza dubbio David Mamet è il drammaturgo americano che oggi fa più discutere. I suoi lavori, teatrali o cinematografici che siano, non lasciano mai indifferenti: c’è qualcosa di sconvolgente nella loro apparente banalità, qualcosa che ha l’effetto di un pugno nello stomaco, ovunque essi siano rappresentati.
Si dice che a New York, nel teatro di Lower East Side dove è in scena “Oleanna”, la fine dello spettacolo non sia accolta dagli applausi di rito, bensì da una specie di silenzio attonito che dura parecchi secondi prima che il pubblico si riscuota; e subito, sotto i battimani, comincia il brusio delle discussioni tra gli spettatori.
La storia prende spunto dal tema scottante delle molestie sessuali: una studentessa accusa di tentato stupro il professore cui si era rivolta in seguito al brutto voto riportato in un test. Le accuse sono infondate, ma il professore viene licenziato e denunciato perchè il senso delle sue parole e dei suoi gesti, sistematicamente manipolato dalla ragazza, si ritorce su di lui.
La “piece” ruota attorno a un motivo di estrema attualità, quel “Politically Correct” su cui si divide l’opinione pubblica americana, criterio pericolosamente elastico di tutela del diritto o, a seconda dell’uso, potente strumento di ricatto ideologico.
Dalle battute di “Oleanna” emergono, con ingombrante evidenza, gli aspetti contraddittori di questa inflazionata “Correttezza Politica”: un rapporto pedagogico basato sulla prevaricazione, ancor più pericolosa perchè dissimulata da un ostentato cameratismo; la possibilità per chiunque di distruggere la vita e la sicurezza di un “nemico” strumentalizzando le sue stesse azioni; lo sfruttamento di un facile garantismo per mascherare inettitudini e malafede.
Sono schegge impazzite di un potere subdolo, nascosto nelle pieghe del quotidiano, un veleno a piccole dosi che sclerotizza i rapporti e ne impedisce l’autenticità.
I due protagonisti si fronteggiano senza trovare un punto d’incontro, uno spazio per comunicare. La superficialità, l’abitudine a parlare per stereotipi, la cattiva volontà producono interferenze, generano equivoco e violenza. Così il dialogo, magistralmente orchestrato da Mamet, si snoda paradossale, con battute interrotte e sovrapposte, domande fraintese e risposte ambigue in un crescendo di tensione che esplode improvvisamente nel finale.
In Italia “Oleanna” è andato in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto il 7 luglio 1993 in una produzione della Fox Gould e della Casanova con la regia di Luca Barbareschi e con interpreti Luca Barbareschi e Lucrezia Lante della Rovere.

David Mamet nasce a Chicago nel 1947. Terminati gli studi al Goddard College, Vermont, inizia la carriera come attore, ma ben presto si dedica alla regia e alla drammaturgia, e fonda la St. Nicholas Company of Chicago. Fra i suoi testi più noti ricordiamo “Una vita nel teatro” (1975), “Il bosco” (1979), “Glengarry Glen Ross” (1982, premio Pulitzer 1984 quale miglior testo teatrale) e il più recente “Speed the Plow” (“Mercanti di bugie” 1988) interpretato a Broadway dalla rock star Madonna. Nel 1991 cura l’adattamento di “Le tre sorelle” di Cechov per il Festival del Teatro di Filadelfia. Per il cinema ha firmato le sceneggiature di “Il postino suona sempre due volte”, “Il verdetto”, “Gli intoccabili”; e ha curato la regia di “La casa dei giochi”, “Le cose cambiano” e “Glengarry Glen Ross”.
Scrive il saggio “Writing in Restaurants” (1987; “Note in margine a una tovaglia” 1992).
È noto per le sue posizioni filo-israeliane; nel suo libro “The Secret Knowledge” ha affermato che “gli israeliani vorrebbero vivere in pace entro i loro confini, gli arabi vorrebbero ucciderli tutti”.
Dal maggio 2005 è stato un blogger contribuente a The Huffington Post, disegnando fumetti satirici con temi che includono conflitti politici in Israele.
In un saggio per Newsweek , pubblicato il 29 gennaio 2013, Mamet argomentava contro le leggi sul controllo delle armi: “Era destinato a proteggerci da questo inevitabile decadimento del governo che la Costituzione era stata scritta: il suo scopo era e non è quello di sancire un governo superiore a un elettorato imperfetto e confuso, ma per proteggerci da un simile governo”.

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